Parlare in pubblico - ANA Milano
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Parlare in pubblico - ANA Milano
Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Milano INCONTRI FORMATIVI SEZIONALI Migliorare la qualità della gestione associativa “PARLARE IN PUBBLICO” Presentazione realizzata per i quadri sezionali Lacchiarella, 17 giugno 2007 18/06/2007 1 Introduzione    Questo incontro è stato voluto per diffondere esperienze utili alla gestione delle realtà associative Vogliamo condividere conoscenze e suggerimenti pratici nell’ambito della comunicazione Parleremo di tecniche comunicative e per parlare in pubblico Cosa dire (contenuti) Come dire (tecniche espositive)   La presentazione ha 48 diapositive e sarà resa disponibile sul sito della Sezione di Milano www.milano.ana.it Questo incontro: E’ stato preparato dalla redazione di “Veci e Bocia”, periodico della Sezione ANA di Milano, con la consulenza di Cesare Lavizzari (Consigliere nazionale dell’ANA) prosegue i precedenti incontri sui temi della comunicazione: sulla preparazione dei testi e sull’uso delle fotografie 18/06/2007 2 La comunicazione (1)  Cosa è la comunicazione: far sapere qualcosa a qualcuno Per sapere bisogna capire, quindi per far sapere bisogna far capire Parlare non significa necessariamente comunicare, e vedremo che comunicare non significa necessariamente parlare…  Il messaggio deve arrivare a destinazione ed essere correttamente interpretato (importanza del “feedback”)  Esistono: la comunicazione e l’ambito in cui essa avviene  Essere orientati al pubblico, e non al copione  La comunicazione verbale è spesso legata al principio della persuasione; si parla per persuadere qualcuno di qualcosa I messaggi pubblicitari 18/06/2007 3 La comunicazione (2) La capacità di comunicare e di persuadere possono essere migliorate con una serie di tecniche e regole  Postulato della comunicazione: Î CONOSCERE LE ASPETTATIVE DELL’INTERLOCUTORE  Dire cosa interessa agli altri e non cosa piace raccontare  Conoscere chi avremo di fronte per: Stimolarne i bisogni Cercare di soddisfarli – In Associazione fa piacere a molti sentire parlare di valori Trasmettere sicurezza, entusiasmo ed ottimismo  La comunicazione deve avere successo (altrimenti è inutile!)  18/06/2007 4 Il successo Î OGNI NOSTRA ATTIVITÀ DEVE SEMPRE MIRARE AL SUCCESSO  Il successo è la soddisfazione di qualcuno per qualcosa Ciò che diciamo deve essere ciò che la controparte si aspetta di udire  La nostra soddisfazione è legata alla “qualità percepita” Ciò che diciamo deve essere detto bene (con qualità) Ciò che diciamo deve essere ben capito e recepito Â È importate conoscere le aspettative dei nostri interlocutori Dare molta importanza al capire bene di cosa si deve parlare (definire con cura il tema del discorso)  Successo Î raggiungimento degli obiettivi prefissati NON è l’applauso, ma riuscire a trasmettere BENE un messaggio. 18/06/2007 5 Quando si parla in pubblico (1)  Si parla quando le persone si riuniscono Contemporaneità dell’invio e della ricezione del messaggio Le parti si vedono reciprocamente e ha grande importanza il messaggio non verbale  Si parla in eventi organizzati (raramente si deve improvvisare) C’è tempo e modo per preparare gli interventi Parlare in pubblico ha un importante aspetto formale e di serietà Â È la situazione comunicativa di maggiore impegno (e tensione)  18/06/2007 6 Quando si parla in pubblico (2)  Perché le persone si riuniscono e tipologia delle riunioni: Costruire relazioni interpersonali – lavoro, affettive, amicizie, occasionali Î TUTTI ALLO STESSO LIVELLO Scambiare informazioni già note Î TUTTI ALLO STESSO LIVELLO Interviste / colloqui Î DUE LIVELLI E RUOLI DIVERSI Insegnare / imparare: lezioni, convegni, presentazioni Î DUE LIVELLI: UN DOCENTE / RELATORE E UN AUDITORIO Generare nuove idee: la “tempesta di idee” (“brainstorming”) Î TUTTI ALLO STESSO LIVELLO CON UN COORDINATORE - FACILITATORE Definire situazioni critiche, preparare supporti decisionali: analisi, scelta di obiettivi, soluzione problemi, decisioni – consigli Î VARI LIVELLI, DIVERSI RUOLI DI PARTECIPAZIONE Ottemperare ad un impegno: lavoro, riti religiosi, cerimonie, assemblee, incontri sportivi, feste, situazioni diverse Î VARI LIVELLI, DIVERSI RUOLI DI PARTECIPAZIONE 18/06/2007 7 Quando si parla in pubblico nell’ANA  Manifestazioni interne ed esterne Raduni, inaugurazioni di sedi, anniversari di fondazione di Sezioni e Gruppi, celebrazioni formali, premiazioni, partecipazioni e rappresentanze, …….  Attività di informazione Interviste, conferenze stampa, presentazioni  Attività culturali interne ed esterne all’ANA Convegni, dibattiti pubblici e presentazioni di concerti Attività formative  Attività istituzionali e organizzative Assemblee, consigli, commissioni, riunioni…. 18/06/2007 8 Parlare in pubblico  Gli scopi: Presentare informazioni Presentare punti di vista  Gli strumenti Progettare la comunicazione Il discorso, il testo, le parole La psicologia del discorso Il linguaggio del corpo: gestualità e voce L’ascolto attivo Fare domande  Il principio del miglioramento Le capacità si possono sviluppare e migliorare 18/06/2007 9 Gli scopi (1)  Presentare informazioni Essere bene informati: – prepararsi sull’argomento da trattare – chiedere e ricercare informazioni – no alle improvvisazioni Essere chiari su: – – – – cosa si vuole dire perché lo si vuole dire usare un linguaggio che tutti possono capire evitare frasi in gergo (esempio: “bollino”) Strutturare ciò che si vuole dire – abituarsi a sviluppare uno schema mentale del discorso – fare riassunti con dei riferimenti Essere concisi 18/06/2007 10 Gli scopi (2)  Presentare punti di vista (opinioni, idee….) Usare frasi chiare e dirette Rendere ben chiaro che quanto dite è la vostra posizione (o di chi rappresentate) Posizione assertiva – diritto a esprimere una opinione e diritto degli altri ad avere opinioni diverse – no ad approcci violenti; cercare un giusto equilibrio  Giusto equilibrio tra aggressività (solo i propri obiettivi) e sottomissione (solo gli obiettivi altrui). Il nostro comportamento si muove tra due estremi: AGGRESSIVITÀ Í=================== Î SOTTOMISSIONE  Essere coscienti del “potere di posizione” La posizione espressa dall’oratore può essere interpretata come la posizione di tutta l’Associazione Essere concisi  Essere semplici  18/06/2007 11 Gli strumenti - Progettare la comunicazione (1) Analizzare e valutare il contesto della comunicazione  Considerare il tempo necessario o a disposizione  Per un discorso Î non più di 5-10 minuti Per una lunga presentazione prevedere la durata ed informare (prima) gli uditori Limitare i temi del discorso a pochi punti, non è necessario dover parlare di tutto  Per descrivere un fatto ricordarsi della legge delle 5W (Who, What, When, Where, Why - chi, cosa, dove, quando, perché)  Usare un linguaggio semplice che è la via più breve tra due punti del discorso!  Identificare chiaramente il tema del discorso e mantenerlo  18/06/2007 12 Gli strumenti - Progettare la comunicazione (2) Ricorrere a consigli di esperti e all’uso di tecniche di comunicazione  Usare uno stile di relazione coerente con il contesto della comunicazione  Fare riferimento al destinatario della comunicazione e valutare bene:  Cosa gli si vuole far sapere? (comunicazione divulgativa - attiva) Cosa ha bisogno di sapere? (comunicazione didattica) Cosa è in grado di capire?  Organizzare il contenuto del testo con la costruzione di un ordine logico degli argomenti utilizzando Pianificazione (planning) Stesura del testo (drafting) Revisione (editing)  Curare e organizzare le componenti non verbali del discorso 18/06/2007 13 Gli strumenti - Progettare la comunicazione (3)  I momenti in cui si parla sono attività molto preziose e costose in termini di tempo dedicato: durata effettiva = durata discorso x numero presenti – (12 minuti con 100 persone sono venti ore di attenzione!)  Si deve preparare e saper gestire l’incontro Preparazione dell’intervento Pensare a “cosa succede se….”, prepararsi a domande anche insolite Utilizzare buone tecniche espositive e di presentazione  Curare la logistica (illuminazione per presentazioni, apparecchi tecnici…)  18/06/2007 14 Gli strumenti - Il processo di elaborazione del discorso  La pianificazione del discorso: Analisi della situazione in cui si parlerà Analisi del tema del discorso Raccolta delle informazioni di riferimento Raccolta delle idee e dei concetti da esporre Organizzazione del discorso (scaletta)  Stesura del testo (se lo si vuole scrivere) Scrittura della bozza  Revisione Rilettura e riscrittura, se necessario 18/06/2007 15 Gli strumenti - La stesura del testo (1) Il discorso è composto da frasi  Sono da preferire  Frasi brevi (spezzare i periodi, massimo 20-25 parole) Frasi coordinate (e, che) e non subordinate Frasi con pochi concetti La costruzione personale La costruzione attiva invece che passiva L’uso di pochi aggettivi, per renderli credibili  Sono da evitare Le ripetizioni Le abbreviazioni, se non note L’eccessivo uso della retorica 18/06/2007 16 Gli strumenti - La stesura del testo (2) Suddividere il testo in paragrafi e sezioni (poche!)  La struttura tipica:  Esordio – Saluto ai presenti. Se assente, portare il saluto del superiore gerarchico ANA Tema centrale (la manifestazione in corso…) Temi diversi (richiami ad altro,…) Principi e valori dell’Associazione Eventuale breve riassunto finale (non la ripetizione di tutto) Chiusura (ringraziamenti e commiato)  Dare un ordine preciso e semplice per permettere di seguire il filo del discorso: Cronologico Logico Gerarchico 18/06/2007 17 Gli strumenti - La stesura del testo (3)  La tecnica della piramide rovesciata Anticipare la conclusione e poi il procedimento logico per raggiungerla  Prima dare l’informazione principale e poi il dettaglio E’ il titolo che attira l’attenzione  Può essere utile usare dei riferimenti (aneddoti, analogie, esempi, uso di immagini e di esperienze precedenti) Correlati con il tema Noti all’uditorio 18/06/2007 18 Gli strumenti - Le parole  Evitare il burocratese…. Afferente, all’atto, apposito, demandare, emolumenti, in ragione di, nonché, previo, quota parte, vigenti. ecc.  …….ed il corporatese Linguaggio tecnico, ad es. il significato di “bollino” non è compreso da tutti. Retorica al minimo necessario (un giusto uso)  Evitare le “non parole”:  suoni : ehmm… uhmm… beh…aah… intercalare inutile: praticamente…. diciamo…..cioè… Â Evitare le abbreviazioni (se proprio necessarie vanno spiegate) 18/06/2007 19 Gli strumenti - Il paratesto Â È possibile utilizzare componenti che possono diventare strumento di semplificazione del discorso: Titoli, cappelli introduttivi, note, glossari, sintesi, indici, introduzioni, ecc. La loro tecnica d’uso non è facile  Vengono resi con pause e modulazione della voce  18/06/2007 20 Gli strumenti - Tecnica del discorso Preparare uno schema delle cose da dire (Î scaletta)  Mantenere la scaletta preparata, non andare a “briglia sciolta”  Perché la scaletta è stata elaborata in un momento di alta concentrazione mentale con grande intensità di lavoro e difficilmente si potrà fare meglio  Fare varianti alla scaletta solo se necessario Per evitare ripetizioni di cose già dette da altri Se espressamente richiesto Per rispondere a interventi precedenti Evitare distrazioni, divagazioni e mantenere la concentrazione  Imparare a usare la voce e la gestualità  18/06/2007 21 Gli strumenti-Psicologia del discorso (1) Ognuno di noi ha capacità (più o meno latenti e note) per alzarsi in piedi e comunicare con sicurezza ed efficacia davanti a un auditorio  Prendere coscienza del principio che si può imparare e migliorare  Prendere coscienza del ruolo dell’oratore Â È colui che in quel momento ha la maggiore conoscenza del tema specifico di cui sta parlando  Attenzione alla prima immagine data agli uditori Non c’è mai una seconda opportunità per dare una buona prima impressione  Costruire empatia Identificarsi emotivamente e intellettualmente con gli altri 18/06/2007 22 Gli strumenti-Psicologia del discorso (2)  Si deve trasmettere sicurezza Mostrare subito coraggio, entusiasmo, decisione, e soprattutto convinzione in ciò che si dice Î NON POSSIAMO AVERE, o far capire di avere, PAURA  Primo obiettivo: acquisire credibilità Dire cose vere, non banali, e non “spararle grosse”  Secondo obiettivo: acquisire fiducia L’uditore non deve sentirsi distaccato dall’oratore Non eccedere nel ruolo di docente (non sentirsi “in cattedra”)  Perché parlare in pubblico può mettere a disagio o spaventare? Ci ricorda il modello insegnante/allievo (vissuto da allievo) E’ una attività che non ci è familiare (mancanza di abitudine nel presentarsi agli altri) 18/06/2007 23 Gli strumenti-Psicologia del discorso (3)        La paura genera stress da difesa istintiva per aumento del livello di adrenalina Lo stress non è un fatto soggettivo e imprevedibile, è un processo fisiologico che segue meccanismi noti Lo stress / tensione esiste sempre e va accettato (entro certi limiti) Lo stress può avere conseguenze serie (sino a palpitazioni e malesseri) Al di sotto di una soglia critica lo stress è un fattore positivo Dobbiamo accettare il fatto che una certa quantità di stress è necessaria e fisiologica Î ACCETTARE LO STRESS Come vivere positivamente lo stress da presentazione in pubblico: Consapevolezza che è un problema comune a tutti coloro che parlano in pubblico Si può gestire il nervosismo, sino a non farlo diventare un fatto evidente all’uditorio Preparare bene ogni dettaglio per evitare situazioni inattese che aumentano la tensione Ricorrere a tecniche di rilassamento Scaricare la tensione nel parlare (tono di voce, gestualità, contatto visivo) Allenarsi utilizzando tutte le opportunità per fare pratica (incontri tra amici, riunioni condominiali, consigli di Gruppo….) 18/06/2007 24 Gli strumenti-Psicologia del discorso (4) LIVELLO DI PRESTAZIONE soglia critica STRESS STRESS TONICO TOSSICO (eustress) (distress) LIVELLO DI STRESS 18/06/2007 25 Gli strumenti-Psicologia del discorso (5)  L’attenzione di chi ascolta ha un forte impatto sulla qualità del messaggio e della comunicazione  Tipologia degli ascoltatori  Dedicare attenzione e concentrarsi sulla parte attiva dell’uditorio  Dare sempre attenzione agli umori degli uditori Usare la giusta diplomazia Uso dell’umorismo per spezzare eventuali tensioni 18/06/2007 26 Gli strumenti - Gestualità e voce (1) Utilizzare (e saper interpretare) il linguaggio del corpo  L’efficacia oratoria dipende:  Per il 7 % dal contenuto del messaggio (COSA SI DICE - le parole) Per il 93% dal linguaggio non verbale (COME SI DICE - la forma e il contesto) – linguaggio paraverbale (intonazione, tipo di linguaggio) Î 38% – linguaggio del corpo (immagine, gesticolare) Î 55% Espressione del volto Contatto visivo Uso delle mani, gesticolare Postura del corpo e movimenti Uso degli “spazi sociali” (distanza con gli interlocutori, no a spalle al pubblico) – rischi da interpretazioni del linguaggio del corpo Possibilità di errate interpretazioni Eccessiva sensibilità a questi aspetti (ci possono essere discorsi con ottimi contenuti, ma con forma trascurata….) 18/06/2007 27 Gli strumenti - Gestualità e voce (2)  Avere e mostrare sempre rispetto per gli uditori Tecnica del “body mirroring”: comportarsi come gli uditori instaura empatia  Cura dell’abbigliamento e della persona Giacca (abbottonata) e cravatta per gli uomini Evitare status symbol vistosi (penne, orologi, gioielli…) Cappello in ordine  Curare la propria posizione ….. Di solito è fissa (podio) Se in un’aula, limitare al minimo gli spostamenti  …. e la gestualità No a iperdinamismo che trasmette insicurezza Attenzione all’uso delle mani (no in tasca, ai fianchi, braccia incrociate…) Attenzione al maneggiare microfoni, piantane, bacchette, puntatori, ecc. 18/06/2007 28 Gli strumenti - Gestualità e voce (3)  La voce è lo strumento della comunicazione verbale Curare la scelta del timbro di voce (volume e tono) Noi sentiamo la nostra voce in modo diverso dagli altri Evitare situazioni che possono generare problemi (mal di gola, raucedine) La tensione può provocare secchezza delle fauci – Se necessario prevedere dell’acqua per bere  Corretto uso dell’amplificazione Non troppo forte, né troppo debole, no a distorsioni / rumori (larsen) Posizionarsi correttamente rispetto al microfono Effettuare delle prove, cercare di capire come siete uditi Sentire la propria voce 18/06/2007 29 Gli strumenti - Gestualità e voce (4)  Giusta velocità nel parlare Lentezza Î riduce l’attenzione Rapidità Î perdita di comprensione Curare gli intervalli tra le frasi e le parole  Mimica facciale Sorriso o serietà No a sguardo perso nel vuoto - trasmette insicurezza Il contatto d’occhi trasmette la sicurezza del colloquio a due, sia all’oratore sia all’uditore – Riduce la possibilità di distrazione dell’oratore – No a “scanning”: guardare negli occhi nervosamente e rapidamente tutti gli astanti – Scorrere tutto l’uditorio con calma, evitando di fissare qualcuno 18/06/2007 30 Gli strumenti - L’ascolto attivo  Una situazione di alta concentrazione è lo scenario migliore per il successo del discorso Concentrarsi - liberare la mente dalle distrazioni Pensare al significato (e all’impatto) delle parole usate Concentrarsi sull’uso della voce (intonazione, tono) Dimostrare di credere in ciò che si dice – Movimenti e cenni affermativi – Mantenere il contatto degli occhi – Usare le giuste espressioni del volto Spegnere i telefoni portatili Â È provato che maggiore è l’attenzione degli uditori, maggiore è la qualità della comunicazione 18/06/2007 31 Gli strumenti - Fare domande  Se possibile (presentazioni, lezioni) fare domande per Verificare la comprensione di quanto detto Permettono di conoscere le posizioni altrui Le domande fanno pensare….. ….e dimostrano interesse Permettono di acquisire altre informazioni – Accesso a nuove informazioni – Feedback Îmiglioramento con la correzione degli errori Si impara anche a fare domande…..  Tipologia di domande (e di risposte)  Aperte (per risposte generali) Î chiuse (risposte specifiche) 18/06/2007 32 Gli strumenti - Le interviste  Interviste Interviste attive (voi fate l’intervista): – prepararsi sull’argomento oggetto dell’intervista, documentandosi sul tema, o su fatti recenti dell’intervistato Interviste passive (voi siete intervistati): – se possibile evitare le improvvisazioni definendo le linee dell’intervista con l’intervistatore; e prepararsi – il tempo disponibile è sempre poco: evitare ripetizioni che lo fanno perdere  Conferenze stampa: partecipare se invitati ed organizzatele per illustrare le vostre attività 18/06/2007 33 Efficacia ed efficienza  I discorsi devono essere efficaci: Î devono trasmettere quanto noi vogliamo  I discorsi devono essere efficienti: Î Â essere recepiti e ricordati con un giusto utilizzo delle risorse disponibili Le risorse disponibili sono: Il tempo – nostro per la preparazione e per tenere il discorso – degli uditori (= durata del discorso x numero degli uditori!!) L’attenzione degli uditori – che può raggiungere livelli molto alti – è il ritorno che ci aspettiamo dalla comunicazione 18/06/2007 34 Come si impara a parlare in pubblico (1)  Tutti noi possiamo dire qualcosa agli altri Chi lo vuole fermamente può riuscire a parlare in pubblico  Come imparare? Ascoltando ed osservando con attenzione altri oratori – Cosa dicono, come lo dicono e il contesto in cui parlano Venditori, imbonitori, attori, comici, politici, religiosi…… Leggere molto, e su tematiche associative – Ad es. le relazioni morali di Nardo Caprioli nel libro “Cantavamo Rosamunda” Esercitarsi a raccontare lo stesso fatto in diverse versioni, per diversi uditori, con varie durate, con volume e toni di voce diversi – Fatti successi nella giornata – Esercitarsi con semplici racconti (es. inserire nel contesto di una fiaba nota un fatto estraneo) 18/06/2007 35 Come si impara a parlare in pubblico (2) Allenarsi a collegare fatti tra loro diversi  Allenarsi a “cucire” mentalmente quanto si dice  Cercare gli elementi comuni che legano principi tra loro diversi  Parlare, parlare, parlare Registrare su nastro quanto detto Misurare la durata del discorso Ascoltarsi e migliorarsi Fare pratica cogliendo le opportunità di parlare in pubblico  Elevare il livello dell’uditorio (crescere di ambito)  Parlare nel consiglio di Gruppo, nelle assemblee di Gruppo, a livello Sezionale, e nelle manifestazioni pubbliche 18/06/2007 36 L’apprendimento (1) LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA EVOLUZIONE E FASI DELL’APPRENDIMENTO FASE 2 SO DI NON SAPERE FASE 3 SO DI SAPERE FASE 1 FASE 4 NON SO DI NON SAPERE NON SO DI SAPERE LIVELLO DI CONOSCENZA 18/06/2007 37 L’apprendimento (2) LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA L’INFORMAZIONE OPERA QUI FASE 2 SO DI NON SAPERE FASE 3 SO DI SAPERE FASE 1 NON SO DI NON SAPERE FASE 4 NON SO DI SAPERE LIVELLO DI CONOSCENZA 18/06/2007 38 L’apprendimento (3) LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA L’INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE OPERANO QUI FASE 2 SO DI NON SAPERE FASE 3 SO DI SAPERE FASE 1 NON SO DI NON SAPERE FASE 4 NON SO DI SAPERE LIVELLO DI CONOSCENZA 18/06/2007 39 L’apprendimento (4) LIVELLO DI CONSAPEVOLEZZA L’ESPERIENZA E LA PRATICA PORTANO QUI FASE 2 SO DI NON SAPERE FASE 3 SO DI SAPERE FASE 1 NON SO DI NON SAPERE FASE 4 NON SO DI SAPERE LIVELLO DI CONOSCENZA 18/06/2007 40 L’apprendimento (5) Come impariamo ? Quanto memorizziamo?  Con la lettura passiva Î 10%  Con un messaggio verbale Î 20%  Con il messaggio verbale e supporti visivi Î 50%  Con la partecipazione diretta (esercizi) Î sino all’80%  Con la pratica / insegnando Î 90% 18/06/2007 41 Il miglioramento Lo sviluppo di ogni capacità richiede pratica e informazioni di ritorno  I risultati vengono dal miglioramento continuo  Esercitarsi nell’applicare le tecniche di comunicazione  Chiedere e utilizzare le informazioni di ritorno per migliorare  Chiedete pareri a chi vi ha ascoltato Sono molto utili le informazioni ricevute “a caldo”  Diventare i propri istruttori (manager di se stessi): chiedersi e chiedere Come sono andato? Quale aspetto potrei migliorare? Saper giudicare i risultati ottenuti Saper giudicare il proprio livello di qualità Mantenere una forte motivazione al miglioramento 18/06/2007 42 La “ lezione imparata ” La critica è sempre costruttiva  Utilizzare ogni opportunità per avere informazioni di ritorno  L’informazione di ritorno è preziosa per migliorarci  Chiedere pareri a chi ha ascoltato il vostro discorso (forma e contenuti, messaggi recepiti, impressioni) Tenere nota e cercare di correggere gli eventuali problemi – Essere flessibili nel modificare il proprio stile – Fare tesoro dell’esperienza acquisita E anche fornire, nel modo opportuno, consigli e pareri ad altri oratori  Analizzate coloro che parlano in pubblico: cosa dicono, come lo dicono, a chi parlano, il contesto in cui lo dicono, ……. venditori, imbonitori, attori, comici, politici, religiosi…… 18/06/2007 43 Altri concetti (1) Considerare ogni occasione per parlare in pubblico come una opportunità di crescita per l’Associazione e personale  Verificare preventivamente con l’organizzatore il programma degli interventi  Prima di prendere la parola confrontarsi, se possibile, con gli altri oratori per verificare i temi dei discorsi (facile con i soci ANA, difficile con gli esterni all’ANA) per non ripetere le stesse cose  Quando si incarica un altro oratore considerare  Che non è per tutti gratificante dover parlare in pubblico Che per qualcuno è una situazione di stress Indicare / chiedere il tempo a disposizione 18/06/2007 44 Altri concetti (2)  Pretendere che nel pianificare le attività si tenga conto della fase oratoria Come diffondere l’informazione, chi parlerà, ordine dei discorsi, inviti agli oratori fatti per tempo, giusta evidenza ed introduzione degli oratori Chiedere una corretta organizzazione (palco o podio adeguato e in sicurezza, giusto posizionamento, amplificazione efficace, acqua e bicchiere…) L’autorità al livello più alto parla per ultimo  Coinvolgere altri soci (giovani!) nel parlare e motivarli 18/06/2007 45 Altri concetti (3) Mettiamo in pratica:  Vi chiedo di esprimere la Vostra opinione su questo incontro con un intervento di almeno due minuti Per Voi: esercitazione nel parlare in pubblico per noi: raccolta del “feedback” su questo lavoro 18/06/2007 46 Riepilogo Tutti Voi fate un lavoro importante e bello. La qualità percepita dell’Associazione (la immagine esterna) e la carica morale dei nostri Soci dipendono anche dalla Vostra capacità di fare buoni discorsi 18/06/2007 47 Commiato GRAZIE PER LA VOSTRA ATTIVITÀ E LA DEDIZIONE ALL’ASSOCIAZIONE. GRAZIE PER LA PARTECIPAZIONE ODIERNA E PER L’ATTENZIONE DEDICATA Il Comitato di Presidenza, il Consiglio Direttivo Sezionale, il direttore e il CDR di “Veci e Bocia” 18/06/2007 48