Il latte: questo sconosciuto

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Il latte: questo sconosciuto
Il latte: questo sconosciuto.
Il titolo è certamente un paradosso, specie parlando dell'alimento più semplice e,
nel contempo, più importante che ci inizia alla vita e spesso ci accompagna fino alla
fine.
Ma possiamo dire di conoscerlo e, sopratutto, di usarlo sempre a proposito?
Sentite cosa dice un recente articolo della redazione di InformaSalus.it
"Latte: Usa verso il divieto nelle scuole?
Negli Stati Uniti l'associazione non profit di medici denominata Physicians
Committee for Responsible Medicine (PCRM) ha lanciato una petizione per
escludere il latte dal menu delle mense scolastiche. Secondo l'associazione, infatti il
latte non dovrebbe far parte di un pasto salutare sia perché un americano su 8
sarebbe intollerante al lattosio sia perché sarebbero limitate le evidenze
scientifiche secondo cui il latte sarebbe da ritenere come un alimento in grado di
rafforzare le ossa e di ridurre il rischio di osteoporosi. Il consumo di latte, inoltre,
potrebbe essere responsabile di alcuni rischi per la salute, compresa l'insorgenza
dell'osteoporosi."
Un ingiustificato allarmismo o un campanello d'allarme che suona alle nostre
orecchie, ormai assuefatte ad ogni genere di messaggio, come l'affermazione di
tutto e del contrario di tutto?
Certamente il fatto che a lanciare questa petizione sia un'organizzazione no-profit di
medici una pulce nelle suddette orecchie la mette; cerchiamo allora di chiarire le
cose aiutandoci con un po' di chimica e un pizzico di fisiologia, ma sopratutto con
molto buon senso.
Il latte della mamma è l'unico cibo che i cuccioli di tutte le specie di mammiferi
conoscono ed apprezzano dal primo giorno di vita fino al momento in cui il loro
apparato digestivo non sia in grado di utilizzare altri alimenti che diverranno poi la
dieta esclusiva. Ed è pur vero che ogni specie ha abitudini alimentari proprie, con
cibi diversi che vengono elaborati ed assimilati da organi digestivi diversi.
L'intestino di un carnivoro, come il leopardo, ha una lunghezza di 2 metri circa, ben
diversa da quella di un erbivoro come il bue, che misura oltre 20 metri, altrettanto
diversa da quello umano che ne misura circa 7.
Ma ciò che fa un'ulteriore differenza è la fisiologia dei vari apparati determinata
dalle cellule che ne tappezzano le pareti e che sono in grado di digerire ed assorbire
le varie sostanze.
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Vediamo ora la composizione del latte; questo prezioso liquido biologico è costituito
per il 70% di acqua in cui si trovano disciolti i vari elementi nutritivi: il lattosio, lo
zucchero che ne conferisce l'apporto energetico velocemente disponibile,
lattoalbumina e lattoglobulina che rappresentano la parte proteica.
Come possiamo vedere nella tabella sottostante, la composizione del latte nelle
diverse specie di mammiferi varia anche di molto, proprio in relazione alle necessità
intrinseche della specie e delle capacità digestive dei vari apparati intestinali.
COMPOSIZIONE DEL LATTE DI DIVERSI MAMMIFERI (per 100 gr.)
Latte. Proteine grammi | Lattosio grammi |Grasso grammi | Acqua grammi
Donna
Cavalla
Asina
Mucca
Capra
Pecora
Bufala
Scrofa
Gatta
Cane
Ratto
Coniglio
Focena
Balena
0,9.
2,2.
1,5.
3,6.
4.
6.
4,8.
6.
9
10
8
13,5.
12.
10.
7,2.
5,9.
6,2.
4,9.
4,5.
4,5.
4,7.
5,4.
5.
3.
2,6.
1,8.
1,3.
0,8.
3,5.
1,5.
1,5.
3,5.
4,3.
7,5.
7,5.
6.
5.
10.
10,3.
12.
46.
35.
88
90
90
87
86
81
82
82
80
75
79
70
40
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Risulta subito chiaro che queste evidenti differenze hanno un grande riscontro nella
funzione dei vari intestini se, come capita alla specie umana, si alimenta con il latte
di una specie diversa. Oltre a ciò va detto e riconosciuto che la nostra è l'unica
specie che, oltre ad alimentarsi con il latte di specie differenti, lo assume per un
periodo ben più lungo della fisiologica necessità della prima infanzia, praticamente
per tutta la vita, almeno nei paesi occidentali.
Questa diversità nella composizione, fa sì che il nostro intestino sia sottoposto ad un
superlavoro per la digestione di questo alimento, creando pure una miriade di
prodotti di scarto che intasano le vie di assorbimento ed eliminazione della mucosa
intestinale, con la comparsa di numerosi disturbi sia locali ( coliti, aerofagia, diarrea,
ecc.), sia generali con la comparsa di allergie, orticarie, cefalee, disturbi delle
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mucose respiratorie come otiti, tonsilliti, bronchiti e altre forme, tutte riconducibili
ai tentativi del corpo di eliminare per ogni via possibile tali prodotti di scarto.
Che fare dunque, come sostituire il latte nella dieta quotidiana, ma sopratutto,
come integrare il calcio che è uno gli elementi costitutivi della nostra struttura
corporea?
Bisogna sfatare alcuni miti che regnano sull'argomento.
100 grammi di latte vaccino contengono circa 120 mg. di Calcio che vengono
scarsamente assorbiti per i motivi che citavo sopra; altri alimenti contengono
maggiori quantità di Calcio e molto meglio assimilabile dal nostro intestino: i legumi,
le noci e le mandorle, quest’ultime, con 250 mg di calcio su 100 gr. Per non parlare
di salmone e sardine con spine, delle alghe che spesso superano i 1000 mg. di calcio
su 100 gr., i semi di sesamo e di tahin con 1160 mg di calcio su 100 gr. E poi cavoli,
cime di rape, crescione, prezzemolo e tarassaco, tutti con contenuti di calcio
superiori al latte.
Sono sempre più numerosi gli esperti di nutrizione che pensano che il consumo di
latte dopo lo svezzamento vada necessariamente eliminato, il Prof. Osvaldo
Sponzilli, Direttore Ambulatorio di Medicina Anti Aging, Omeopatia e Agopuntura
all’Ospedale San Pietro FBF di Roma, nonché Docente Università Tor Vergata Roma,
in una recente intervista, ha affermato: "Il fatto che il latte non sia un alimento
adatto all’uomo dopo i primi anni di vita, lo dimostra il fatto che perdiamo le lattasi
intorno ai quattro anni. Il latte è infatti composto da proteine e lattosio, il lattosio a
sua volta è composto da due zuccheri, il glucosio e il galattosio, ebbene, la lattasi è
un enzima che serve per scomporre il lattosio nei due zuccheri semplici per farli
assimilare. Non è un caso che la natura abbia predisposto la scomparsa di questo
enzima a 4 anni. Semplicemente perché il latte non è un alimento idoneo all’uomo
adulto. La diffusione massiva del consumo di latte è venuta nel dopoguerra,
importata dagli americani. Ma quello che è più importante, è che circa l’80% della
popolazione (fanno eccezione gli scandinavi) soffrono, spesso senza saperlo, di
intolleranza al lattosio o alle proteine del latte vaccino. Intolleranza vuol dire che il
sistema immunitario intestinale vive perennemente sotto stress biologico, come una
vettura obbligata a viaggiare sempre in seconda o terza marcia ed impossibilitata ad
andare in quarta e quinta.
E le conseguenze sono abbassamento delle difese del sistema immunitario,
stanchezza, cefalee, catarro o allergie respiratorie, debolezza sessuale nell’uomo e
diminuzione di fertilità nella donna o, ancora, predisposizione ad altre malattie."
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A questo punto posso solo lasciare a ciascuno la riflessione personale su quanto
citato in questo articolo, vorrei solo aver suscitato qualche dubbio e la voglia di
ricercare, dal proprio punto di vista, la soluzione personale.
Dr. Massimo Lusardi, Specialista in Anestesiologia e Rianimazione, esperto in
Omeopatia e Medicina Integrata, Psicoterapeuta, consigliere regionale della Società
Italiana di PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (SIPNEI). (a cura del Dott. Massimo
Lusardi)
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