Numero 3 - scuole comunali di vacallo
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Numero 3 - scuole comunali di vacallo
PLURICLASSISSIMA Pasqua 2005 • Giornale della classe IV-V • Scuole Elementari di Vacallo Questo giornalino è dedicato principalmente alla nostra gita di studio a Bellinzona. Presentiamo anche alcune nostre poesie e un paio di favole inventate da noi. Inoltre segnaliamo che anche la nostra compagna Sofia ha scritto un racconto molto bello: troverete sue indicazioni nelle prossime pagine. Un’ultima cosa: ricordatevi che il prossimo 8 maggio, Festa della mamma, la maggior parte di noi farà la PRIMA COMUNIONE!!!! Per terminare AUGURIAMO A TUTTI NOSTRI LETTORI BUONA PASQUA!!! UNA GIORNATA A BELLINZONA Il 15 marzo scorso la nostra classe 4 e 5 B è andata a Bellinzona con il pulmino a visitare la città e i castelli . Appena arrivati siamo andati alla Piazza del Sole che è proprio sotto il Colle di S. Michele. Abbiamo visitato la Piazza del Governo dove c’è anche la fontana della Foca e il palazzo del Governo dove si riuniscono il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio. Siamo andati a visitare anche altre piazze: Piazza Nosetto e Piazza dell’Indipendenza. Nel nucleo vecchio ci sono tante case colorate con dei numeri Romani, c’è anche il Municipio con lo stemma di Bellinzona e la chiesa della Collegiata. In mattinata siamo stati al Castel Grande per visitare il museo con gli oggetti che son stati ritrovati tanti anni fa ed il diaporama. Siamo saliti sulla Torre Bianca da cui si gode una vista a 360 gradi: dal castello si poteva controllare ogni movimento. Abbiamo camminato lungo la murata esterna che una volta portava al Ponte della Torretta. Giuditta - Mattia - Samuela Daniele SOSTA SULLA STRADA DEL MONTE CENERI La nosta prima fermata é stata sul passo del Monte Ceneri che é alto 554m.s.l.m; ci siamo fermati per vedere il panorama. Avevamo una bella vista sul Piano di Magadino, così abbiamo potuto osservare com’é cambiato il paesaggio. Le coltivazioni sono cambiate perché un tempo era tutto paludoso e il fiume non era incanalato; perciò fu deciso di incanalarlo e di bonificare il terreno. Al giorno d’oggi lo spazio é stato per la maggior parte sfruttato dall’uomo. Per questo sono anche cambiate le abitazioni, con la costruzione di palazzi e di grandi fabbriche. I paesi e le coltivazioni sono protette dal vento, grazie agli alberi frangivento. Dal nostro punto di osservazione si potevano vedere anche diversi coni di deiezione: Gudo, Cugnasco, Progero, Riazzino, Sementina che sorgono ai lati del Piano di Magadino. Alle nostre spalle c’é un paese che si chiama Robasacco perché un tempo sul Monte Ceneri c’erano tanti briganti che assalivano e derubavano i passanti. Adesso oltre alla strada cantonale da dove siamo passati, c’é anche l’autostrada. Da lì si vedevano a destra le valli della Mesolcina e della Leventina, mentre a sinistra le valli della Maggia e della Verzasca. Inoltre si vedeva Tenero, Locarno, Bellinzona e il Lago Maggiore. Natalie - Claudio - Etienne IL CASTEL GRANDE Cosa c’é nel castello? Nel castello ci sono varie cose da osservare:le caditoie, che servivano a buttare l’olio bollente, le feritoie, che sono degli spazi piccoli, dove a quei tempi si lanciavano le frecce. Nel castello c’é anche un bel museo archeologico e un bel ristorante (interno). Le difese Le difese servono a proteggersi.Ce ne sono di quelle piccole e di quelle grandi, come per esempio il Colle di San Michele. Soprattutto di importante c’erano le mura molto alte che impedivano l’attacco. Le mura Tutta la nostra classe ha percorso buona parte delle mura, dal Castel Grande fino alla fine delle mura (verso, il ponte della Torrettta). Le mura contenevano la città di Bellinzona e congiungevano i tre castelli. C’erano anche tre porte: a nord la porta Tedesca, a sud-est la porta Lugano e a sud-ovest la porta Locarno. Le torri In un castello ci sono molte torri, noi siamo saliti sulle torri del Castel Grande: la Torre Bianca e la Torre Nera. Per salire sulla Torre Bianca bisogna salire sulla Torre Nera e percorrrere una murata. Una volta saliti sulla Torre Bianca appaiono 8 finestroni da dove si poteva controllare tutta la città. Che forzata! Damiano - Anna - Lucia Como, i Signori di Milano e i Confederati, i padroni di Bellinzona. Alla fine vinsero gli Urani e diventarono padroni in assoluto della città. Nel 1803 Napoleone decise di mettere un po’ in ordine le cose: ordinò al Ticino di entrare nella Svizzera e lo fece diventare un cantone. Adesso i tre castelli, Castel Grande, Monte Bello e Sasso Corbaro ci sono ancora e sono stati restaurati. IL MUSEO Finito il diaporama abbiamo osservato i ritrovamenti archeologici. Prima c’erano gli oggetti che usavano gli uomini primitivi (es. sassi, i cristalli per costruire le armi e dei vasi.) Poi c’erano i ritrovamenti del Medioevo (es. i soldi come il ducato, il soldino, lo scudo d’oro, e il legno usato per la costruzione del castello, da cui hanno potuto calcolarne l’età.) Sofia - Lorenzo - Martino MUSEO IN ERBA: STORIA DEL TICINO DIAPORAMA IERI E OGGI Siamo entrati nel museo Tra ieri e oggi le differenze archeologico del Castel sono molte, eccone alcune: Grande. Prima di visitarlo ieri si usava molto di più il siamo andati a vedere un legno e oggi il ferro e il cediaporama sulla storia di mento, ma c’è anche molta Bellinzona. differenza tra i vestiti e il Ecco il riassunto: modo di vestirsi. “Molto tempo fa il ghiacciaio VALIGIE risparmiò un colle, alto 50 Al museo in erba ci sono m, lì vennero ad abittare i delle specie di valigie che primi uomini. Passando il sono fatte così: alte circa 1 tempo, i Romani scopriro- metro e mezzo e dentro ad no che costruendo delle esse ci sono dei giochi sul fortezze sul colle avrebbero Ticino. protetto meglio il loro Im- NASCITA DEL TICINO pero. Dopo la caduta di Il ticino è nato nel 1803 Roma furono i Signori di quando Napoleone è arri- vato nella nostra regione e ha detto queste soavi parole: - Oh, ohoh bisogna mettere un po’ di ordine ohohoo!- E ha diviso il Ticino in otto distretti! Eccoli: Mendrisiotto, Luganese, Riviera, Bellinzonese, Locarnese, Val di Blenio, Val Maggia e Leventina. SCUOLA La scuola è diventata obbligatoria verso il 1800 ma nei primi anni i genitori non mandavano i loro figli a scuola perchè dovevano lavorare nei campi. Comunque la scuola è obbligatoria per legge dalla fine del 1800. MESTIERI La guida ci ha spiegato anche i mestieri che si facevano a quei tempi, eccoli: cioccolatai, marronai, spazzacamini, marmisti e contadini. TRASPORTI Ai tempi non c’era l’automobile perciò si usava il carro e le gambe, quindi non c’erano strade ma solo sentieri e mulattiere. Biagio - Nicholas - Eloa IL MUSEO IN ERBA: storia dell’arte del Ticino I pittori presentati sono molti e ognuno di loro usa- va uno stile particolare. I loro quadri sono esposti nei musei e nelle pinacoteche del canton Ticino. Ecco i nomi degli aretisti delle opere: Carlo Agostino Meletta - giovane onsernonese; Antonio Rinaldi - ritratto della carta squarciata; Filippo Franzini - reti; Adolfo Feragutti Visconti - natura morta:uva nera e uva bianca; Luigi Rossi - il canto dell’aurora; Edoardo Berta funerale bianco; Marianne Werefkin -autunno (scuola) e altri. Negli anni il mondo di pitturare si è evoluto, dal 1800 al 1950. Ogni pittore che voleva fare un quadro andava a sua scelta in un paese, per esempio Lugano, Ascona, Milano, Bormio, Mendrisio. Abbiamo pitturato anche noi: per l’atelier abbiamo preso lo spunto dal quadro di Marianne Werefkin rappresentandolo in diverse stagioni. Ci siamo divisi in quattro gruppi e ogni gruppo aveva la sua stagione, autunno, inverno, primavera, estate. Greta - Martina - Andrew Michelangelo TESTI POETICI PAROLE AL VENTO di Biagio Pagliarani Il vento come un velo trasparente, ti avvolge nella tristezza più assoluta e ti dà l’impressione di essere solo ...solo nell’universo e non dici niente tranne che “Aiuto! Aiuto!” e ascolti le parole svanire come un fiore sbocciato troppo presto. PAROLE AL VENTO di Etienne Droz Il vento d’argento violento e lento, che spavento al mento un monumento! PAROLE AL VENTO di Martina Velardi La bambina piccolina lotta contro il vento violento Cerca di spingere contro quel muro invisibile così leggera! Il vento sembra un accento sul mondo, in un momento è lento in un altro è violento. Ma certe volte dobbiamo ringraziarlo ci salva la vita per un po’ d’aria pulita!! PAROLE AL VENTO di Anna Canova I capelli si aggrovigliano come ramoscelli. Senza piselli e insalata fanno un condimento. Le foglie sci vo la no come scaglie d’oro e d’argento formando ...... delle battaglie. PAROLE AL VENTO di Martino Schera I castelli son pieni di pipistrelli che fanno gli stornelli. esclamò: - Aaaahhhh - e ricadde a terra. - Fiooo - disse il coniglietto - sei solo una tartaruga! - Beh, vedo che anche tu hai paura, piccolo furbacchione!- esclamò la tartaruga. E prendendo un po’ di confidenza diventarono presto grandi amici. E fu così che vissero per sempre senza più neanche una paura. VEDERE LA PAURA DEGLI ALTRI PUÒ DARTI CORAGGIO!! e andò con i galli. Andò a finire che la faina li uccise tutti compreso il pulcino... disubbidiente! IL MULO E IL GUFO SAGGIO Favola scritta da Lorenzo Invece Forzatti il vento In una città abitava un cucè lento e ciolo di mulo con suo papà. violento. Il papà diceva sempre al suo cucciolo che quando La bambina andava a scuola doveva è carina stare attento ad attraversare ma tanto la strada, ma il figlio non lo si sa già ascoltava mai. Un lunedì il che fa piccolo mulo uscì di corsa la maestrina! per andare a scuola, arrivò ad un incrocio, attraversò senza guardare, quando FAVOLE sentì un voce: - Stai attento, IL PULCINO E LA FAINA UN NUOVO AMICO Favola scritta da Damiano Favola scritta da Biagio Pa- è molto pericoloso attravergliarani sare una strada senza Keller Una bella tartaruga se ne Un pulcino appena nato guardare!- Il cucciolo penandava in giro per il bel abitava in un pollaio. Dopo sò: - Mi sembra di aver senpaese. Essa era molto fifo- qualche notte dalla nascita, tito il gufo - e continuò a na e girava tutto il giorno da i galli si riunirono per deci- correre. Per un mese si risola. Ogni minuto annun- dere come uccidere una petè la situazione: correva, ciava, fra sè: “AIUTO C..C... faina che da tempo si man- attraversava senza guardaC...C’È QUALCUNO CHE giava le galline con tanta re e il gufo gli diceva di fare MI POSSA AIUTARE.... SE furbizia. Allora una notte attenzione. Dopo un mese NO, ARRIVA IL LUPO CHE tutti i galli del pollaio aspet- e mezzo il piccolo mulo arMI MANGIA!” E andava tarono la faina per uccider- rivò all’incrocio e corse in avanti così per ore. Un gior- la. Il pulcino voleva parteci- strada, quando il gufo urlò: no, all’improvviso sbucò pare anche lui all’uccisione - Stai attento! - Ma non sentì fuori da un sentiero, proprio della faina, ma la mamma e fu investito da un’auto: il davanti alla tartaruga, un gli disse: -Non andare dalla mulo morì! Allora il gufo piccolo coniglietto che, sal- faina!!!- Ma lui non era d’ac- disse: - L’avevo detto: chi cordo e così la notte scappò agisce senza riflettere arritando in alto dalla fifa schia grosso! IL PETTIROSSO CON LE VERTIGINI “Lo sapete che anche gli animali possono essere davvero speciali? Come un leone che mangia erba o come un pulcino che sa volare...”. Ma io non vi parlerò né di leoni né di pulcini, vi racconterò la storia di un pettirosso che....” Se volete saperne di più leggete la mia storia cliccando qui! Buona lettura!! SOFIA STÖCKLI