Endomicroscopia: presente e futuro
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Endomicroscopia: presente e futuro
Confocal laser endomicroscopy is a recent technique which allows immediate microscopy during the ongoing endoscopy (virtual histology). With this technique, an intravital differentiation among normal, regenerative, and neoplastic mucosal changes is possible with high accuracy based on validated and reproducible morphologic criteria. Moreover, endomicroscopy offers the potential to image structure and function that cannot be seen in excised tissue (i.e. vascular flow). Furthemore, in vivo molecular imaging, combining endomicroscopy with targeted staining (immunoendoscopy), gives hope for improved diagnosis and targeted therapies in gastrointestinal disorders. Parole chiave: endomicroscopia confocale laser, immunoendoscopia, fluoresceina, cancro Key words: confocal laser endomicroscopy, immunoendoscopy, fluorescein, cancer IF Cristina Trovato Cristiano Crosta Divisione di Endoscopia Istituto Europeo di Oncologia di Milano Introduzione La costante evoluzione tecnologica dell’endoscopia ha consentito di passare da una semplice osservazione macroscopica delle lesioni a una più approfondita analisi in vivo della loro struttura. L’utilizzo di videoendoscopi elettronici ad alta risoluzione, magnificazione d’immagine e colorazioni della superficie mucosa ci consente già da alcuni anni di riconoscere l’architettura ghiandolare e la vascolarizzazione della mucosa normale e patologica. Raramente queste tecniche endoscopiche sono capaci di una diagnosi così specifica da non richiedere il campionamento bioptico, che resta il cardine principe per la diagnosi delle patologie. L’endomicroscopia confocale laser è una recente tecnica endoscopica che permette di ottenere delle immagini della mucosa con una magnificazione e risoluzione di circa 1000x, tale da consentire l’identificazione delle microstrutture cellulari e subcellulari delle aree esplorate, consentendo una diagnosi istologica in vivo (“biopsie virtuali”) (1). Queste caratteristiche rendono la microscopia confocale endoscopica utile nella diagnosi precoce di lesioni tumorali o displastiche, nell’ottimizzazione delle biopsie e del trattamento endoscopico. Il recente utiliz- Giorn Ital End Dig 2011;34:213-219 L’endomicroscopia confocale laser è una recente tecnica endoscopica che permette di ottenere immagini microscopiche in tempo reale, in corso di endoscopia (biopsie virtuali). Con questa tecnica è possibile riconoscere in vivo il tessuto normale, rigenerativo e neoplastico con un’alta accuratezza diagnostica, basandosi su criteri morfologici validati e riproducibili. L’endomicroscopia ha anche la possibilità di valutare strutture e funzioni che non possono essere studiate sul campione bioptico (per es. il flusso sanguigno). La combinazione dello studio endomicroscopico con sonde molecolari (immunoendoscopia) apre nuovi scenari e potrebbe condurre a una migliore identificazione delle aree patologiche e alla valutazione della risposta a terapie mirate. Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche Endomicroscopia: presente e futuro 213 IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche zo di sonde molecolari fluorescenti rende l’endomicroscopia ancora più affascinante, poiché è al momento l’unica metodica che permette di valutare i meccanismi fisio-patologici in vivo. L’immunoendoscopia potrebbe in futuro consentire una migliore identificazione delle aree patologiche e la selezione dei pazienti che potrebbero beneficiare di terapie mirate, consentendo anche una valutazione dell’eventuale risposta al trattamento (2). Strumentazione endomicroscopica confocale laser Al momento sono presenti sul mercato due tipi di strumentazione endomicroscopica confocale laser. • Il primo integra la microscopia confocale laser a uno strumento endoscopico (gastroscopio o colonscopio) ad alta risoluzione (Pentax, Tokyo, Giappone), generando simultaneamente l’immagine confocale e videoendoscopica standard. Questa strumentazione è definita endoscopic-based confocal laser endomicroscopy (e-CLE). • Il secondo sistema consta di una minisonda confocale laser che può essere inserita nel canale operativo di un qualunque endoscopio tradizionale (Cellvizio, Mauna Kea Technologies, Parigi, Francia). Questo sistema è definito probe-based confocal laser endomicroscopy (p-CLE) (figura 1). Cristina Trovato et al > Endomicroscopia: presente e futuro 214 Microscopia confocale laser Il microscopio confocale si differenzia strutturalmente da un tradizionale microscopio a fluorescenza per l’utilizzo di una sorgente luminosa laser e per la presenza di un sistema ottico ed elettronico che permette di eseguire la scansione di una sezione del campione osservato (sezione ottica), eliminando il background causato dalla luce rifratta e non a fuoco, con successiva ricostruzioA ne sullo schermo di un computer dell’immagine risultante. Questa tecnica ha migliorato la qualità delle osservazioni della microscopia ottica, consentendo una maggiore risoluzione delle immagini, un migliore contrasto, rapidità d’acquisizione e possibilità di archiviazione. Tecnica di acquisizione delle immagini e peculiarità dei sistemi endomicroscopici La tecnica di acquisizione delle immagini endomicroscopiche è simile per entrambi i sistemi endomicroscopici. L’unità confocale è collegata a una sorgente laser monocromatica blu (della lunghezza d’onda di 488-600 nm), necessaria per eccitare un fluoroforo. La sonda confocale cattura il riflesso della luce focalizzata su piani paralleli della mucosa mediante una lente e la ritrasmette a un detettore d’immagine. Le immagini sono generate mediante l’uso di un agente di contrasto fluorescente. Durante l’acquisizione delle immagini endomicroscopiche il terminale dello strumento o della sonda confocale deve essere appoggiato delicatamente sulla mucosa da indagare e va mantenuto ben fermo per ridurre gli artefatti legati ai movimenti. Lo studio preliminare della mucosa con coloranti (cromoendoscopia) non determina alcuna interferenza con l’autofluorescenza del viscere. La visualizzazione dell’architettura della mucosa avviene per piani paralleli alla sua superficie e non per piani ortogonali come nei preparati istologici convenzionali (3). Il sistema e-CLE acquisisce e mostra sul monitor 0.8 o 1.6 immagini endomicroscopiche per secondo, che possono essere registrate singolarmente in un file d’immagini nel data-base dell’apparecchiatura. L’area di mucosa esplorata è di 500 per 500 µm con una risoluzione di 0.7 µm. La scansione può essere spinta dalla superficie della mucosa sino a 250 µm in profondità, con piani di scansione confocale dello spessore di 7 µm. Il sistema p-CLE consta di una sonda flessibile di piccolo calibro con un piano d’immagine confocale fisso e una risoluzione laterale di circa 1 µm. Sono presenti sul mercato vari tipi di sonde con caratteristiche diverse per lo studio dei distretti intestinali e extraintestinali. Il sistema p-CLE acquisisce 12 immagini/sec, generando un video della mucosa esplorata. Entrambi i sistemi presentano vantaggi e limiti. Il sistema fig. 1: strumentazione endomicroscopica A) e-CLE; B) p-CLE B IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche Mezzi di contrasto Le immagini endomicroscopiche sono generate mediante l’uso di un agente di contrasto fluorescente. I mezzi di contrasto più comunemente usati negli studi effettuati e già pubblicati sono la fluoresceina sodica somministrata per via endovenosa in soluzione al 10% e l’acriflavina in soluzione allo 0.2% applicata con catetere spray sulla mucosa da esaminare. La fluoresceina sodica, già largamente utilizzata in oftalmologia e angiografia, è il mezzo di contrasto più adoperato per il basso costo e l’assenza di potenzialità mutagenica. Dopo la somministrazione endovenosa di 5-10 mL di fluoresceina sodica al 10%, le cellule, il sistema vascolare e il tessuto connettivo possono essere ben differenziati; mentre i nuclei cellulari non sono chiaramente visibili. La sostanza è generalmente ben tollerata (rare le reazioni allergiche, in genere lievi), è eliminata completamente per via renale e condiziona una colorazione giallastra della cute che permane per poche ore. Un recente studio multicentrico ne ha confermato la sicurezza in corso di esame endomicroscopico. Si sono osservati solo eventi avversi lievi nell’1.4% di 2.272 esami endomicroscopici effettuati. I sintomi registrati sono: • ipotensione transitoria (0.5%); • nausea (0.4%); • eritema nel sito d’iniezione (0.35%); • rash (0.04%); • lieve dolore epigastrico (0.08%) (4). L’acriflavina idrocloride può essere applicata per via topica per colorare il nucleo e il citoplasma cellulare. Questa sostanza è assorbita in pochi secondi e la sua azione è circoscritta agli strati superficiali della mucosa, circa100 µm. Il suo uso è da limitare per una possibile attività mutagenica. Fluoresceina e acriflavina possono essere utilizzate contemporaneamente. Il cresil violetto (1-2,5%) può essere applicato per via topica, evidenzia bene il citoplasma, i nuclei appaiono neri per contrasto. Recentemente, per il crescente interesse verso l’imaging molecolare, sono stati sviluppati nuovi agenti di contrasto biomarker specifici (detti anche sonde molecolari). In genere si tratta di peptidi a basso peso molecolare, con affinità variabile per specifiche strutture, coniugati con la fluoresceina (per es. anticorpi fluorescenti contro il recettore per il fattore di crescita epidermico - EGFR). Sono comunque necessari studi di farmacocinetica e sicurezza per definire le applicazioni cliniche di queste sonde molecolari nell’uomo. Pattern endomicroscopici e attuali applicazioni Studi clinici hanno definito pattern endomicroscopici di normalità, aspetto rigenerativo e neoplastico dei diversi distretti della mucosa gastrointestinale esplorabile. Le immagini confocali acquisite in vivo si differenziano da quelle della tradizionale istologia perché il piano di sezione è trasversale. L’osservazione microendoscopica richiede un’approfondita conoscenza dell’architettura cellulare e vascolare della mucosa dell’apparato gastroenterico nei suoi aspetti normali e patologici e presuppone una curva di apprendimento che può essere facilitata dal lavoro a stretto contatto con un anatomopatologo (5). Le principali indicazioni allo studio endomicroscopico sono tutte quelle condizioni in cui è possibile riconoscere un’alterazione della morfologia cellulare o vascolare degli strati superficiali della mucosa, in particolare le lesioni displastiche dei vari distretti gastroenterici, compreso il dotto biliare. L’endomicroscopia permette l’esplorazione di una superficie più vasta rispetto all’esecuzione delle biopsie random standard con la possibilità di ottenere anche delle informazioni non visibili sul campione bioptico. In particolare, essa consente uno studio dinamico delle strutture della mucosa e della rete vascolare permettendo, quindi, la valutazione di alcuni meccanismi fisiopatologici in tempo reale. Esofago L’esame endomicroscopico dell’esofago mostra la presenza di cellule poligonali di uguale dimensione e anse capillari intrapapillari regolari dirette verso la superficie endoluminale. Nei pazienti con malattia da reflusso ga- Giorn Ital End Dig 2011;34:213-219 e-CLE ha una maggiore risoluzione, esplora un’area di mucosa più ampia e permette la scansione della mucosa dalla superficie sino a 250 µm di profondità. L’integrazione del microscopio confocale al videoendoscopio limita le dimensioni del canale operativo (2.8 mm) e condiziona una maggiore lunghezza del terminale rigido dell’endoscopio (48 mm), rendendo lo strumento meno flessibile di uno standard. L’utilizzo del sistema p-CLE è più versatile, poiché può essere inserito nel canale accessorio di qualunque tipo di endoscopio. Per eseguire il campionamento mirato è necessario estrarre la minisonda confocale dal canale operativo dell'endoscopio. Il campo microscopico esplorabile in vivo è inferiore al sistema e-CLE, è possibile comunque eseguire una ricostruzione della superficie esplorata nel post processing. Nonostante la differenza assoluta di risoluzione tra i due sistemi (0.3 µm) possa sembrare piuttosto piccola, questa costituisce il 43% di riduzione nella soluzione. 215 IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche Cristina Trovato et al > Endomicroscopia: presente e futuro 216 stroesofageo si osservano un maggior spazio intercel- per entrambe le valutazioni (rispettivamente 46% / 28% [in cieco] e il 18% / 12% [in vivo]). Pertanto gli autori lulare e la presenza di capillari lievemente dilatati (5). L’Esofago di Barrett è una delle patologie più studiate hanno correttamente concluso che al momento l’encon entrambi i sistemi endomicroscopici. Attualmen- domicroscopia confocale p-CLE non può sostituire il te la sorveglianza dell’Esofago di Barrett prevede 4 campionamento bioptico tradizionale per la diagnosi biopsie random sui quattro quadranti ogni 1-2 cm di di esofago di Barrett e neoplasie associate (8). mucosa di aspetto metaplastico. Tale procedura però Sono necessari ancora dei miglioramenti presenta diversi limiti: in particolare ha un basso podella tecnologia e altri studi multicentrici prima di un’applicazione routinaria della tere diagnostico, è costosa, time-consuming e non è metodica. Sono in fase di sviluppo peptidi scevra da errori di campionamento. La possibilità di rie anticorpi specifici per il riconoscimento conoscere o di escludere con certezza la presenza di precoce e mirato delle aree neoplastiche. aree neoplastiche consentirebbe di ridurre il numero di biopsie, quindi di ridurre i costi. La prima classificazione confocale dell’esofago di Barrett è stata de- Stomaco scritta da Kiesslich et al nel 2006. L’esofago di Barrett Diversi studi clinici basati sul confronto con l’esame è caratterizzato dalla presenza di un pattern ghian- istologico tradizionale hanno stabilito i criteri diagnostici dolare di tipo villiforme con occasionali goblet cell e confocali per la diagnosi di mucosa gastrica normale, di un pattern vascolare con capillari a struttura regola- gastrite cronica con metaplasia intestinale e di neoplasia re, visibili nelle scansioni superficiali subito al di sotto (9-10) (figura 2) Con questi criteri l’endomicroscopia può dell’epitelio. La neoplasia si distingue per la presenza predire la presenza del cancro gastrico con un’elevata di capillari irregolari con spandimento di fluoresceina accuratezza. La maggior parte di questi studi basa la e di ghiandole irregolari con componente cellulare classificazione confocale sull’aspetto cellulare e la prescura. L’applicazione di questa classificazione ha per- senza dei diversi tipi di pit-pattern. Liu et al descrivono messo di predire la diagnosi di esofago di Barrett e di maggiormente gli aspetti endomicroscopici dell’architetneoplasia associata con una sensibilità rispettivamente del 98.1% fig. 2: antro gastrico. A) aspetto endomicroscopico di normalità; e 92.9%, specificità del 94.1% e B) metaplasia gastrica; C) displasia di basso grado; 98.4% e accuratezza diagnostica D) displasia di alto grado/carcinoma differenziato del 96.8% e del 97.3%. (6) Uno studio successivo e indipendente A B ha dimostrato un incremento della resa diagnostica delle biopsie mirate con il sistema endomicroscopico e-CLE (dal 17.2% al 33.7%) e una riduzione del numero di biopsie necessarie per la diagnosi di neoplasia associata. (7) La prevalenza di neoplasia nei due studi menzionati varia dal 24% al 41%. Il primo lavoro effettuato su una popolazione con un basso rischio di neoplasia (8.3% delle biopsie, 16% dei pazienti) e in un contesto multicentriC D co utilizzando p-CLE ha mostrato una specificità e un valore predittivo negativo per la diagnosi di neoplasia di 0.97 (90% CI 0.95-0.98) e 0.93 (0.91-0.95) per la rivalutazione delle immagini in cieco, e 0.95 (0.90-0.98) e 0.92 (0.90-0.94) per la valutazione in corso di esame. Il valore predittivo positivo e la sensibilità sono stati però piuttosto scarsi IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche tura vascolare. La somministrazione di fluoresceina permette di identificare nel corpo gastrico una rete di capillari sottoepiteliali a nido d’ape che circonda le foveole gastriche, mentre nell’antro assumono un aspetto a spirale. Le lesioni neoplastiche precoci ben differenziate appaiono in genere ipervascolarizzate, con vasi tortuosi e dilatati, di forma e dimensioni irregolari. Al contrario, il tumore indifferenziato appare ipovascolarizzato con vasi dai rami corti e privi di connessione (11). È possibile riconoscere la presenza dell’Helicobacter pylori mediante l’uso di acriflavina. Quando presenti, i batteri appaiono come singoli puntini luminosi colorati dal mezzo di contrasto, che permette anche il riconoscimento di tutte le loro caratteristiche, compresi corpo e flagelli (5). Piccolo intestino L’endomicroscopia consente la visualizzazione dei villi intestinali, il riconoscimento della presenza di atrofia e flogosi. Pertanto può essere di ausilio nella diagnosi di celiachia e nel follow-up dei pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale e Poliposi Adenomatosa Familiare. In questo particolare gruppo di pazienti, le immagini confocali ottenute hanno permesso di diagnosticare la presenza di alterazioni morfologiche della mucosa ileale dopo proctocolectomia e confeziona- mento di pouch ileale con una sensibilità del 94.1%, una specificità del 100% e un’accuratezza del 94.4% quando confrontate con l’istologia (12). Studi recenti hanno permesso il riconoscimento di batteri e di gap della barriera intestinale in modelli animali e in pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale, il cui significato clinico deve essere ancora compreso (13). Colon L’endomicroscopia può essere utilizzata per lo screening del cancro colorettale e la sorveglianza dei pazienti affetti da malattia infiammatoria cronica intestinale (figura 3). La somministrazione endovenosa di fluoresceina nel colon normale permette la visualizzazione della rete di capillari (visualizzata come una struttura luminosa bianca) che circonda a nido d’ape le ghiandole circolari delle cripte. All’interno dei capillari è possibile riconoscere anche lo spostamento di ombre scure nel lume che rappresentano i globuli rossi circolanti. In presenza di neoplasia i vasi sono dilatati, distorti, con poco o nessun orientamento verso i tessuti adiacenti. L’aumentata permeabilità vascolare che la caratterizza è dimostrata dal passaggio di fluoresceina dal lume vascolare nell’in- A B C D E F Giorn Ital End Dig 2011;34:213-219 fig. 3: Colon. A-B) colite ulcerosa inattiva, quadro endomicroscopico di normalità; C) pattern di tipo rigenerativo; D) quadro di colite ulcerosa con atrofia e flogosi moderata; E) quadro di colite ulcerosa con severa infiammazione e distruzione delle cripte; F) displasia di alto grado 217 IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche terstizio, che appare intensamente luminoso (5). L’endomicroscopia è di ausilio nella distinzione tra polipi iperplastici e adenomatosi. I polipi adenomatosi, infatti, possono essere diagnosticati con elevata accuratezza, sulla base dell’alterato pattern vascolare e della perdita di maturazione delle strutture epiteliali di superficie (14). Nei pazienti con rettocolite ulcerosa di lunga data la sorveglianza endoscopica con cromoendoscopia associata a endomicroscopia si è dimostrata più efficace dell’endoscopia standard nella diagnosi di lesioni neoplastiche, aumentando il loro riconoscimento di quasi 5 volte e riducendo il numero di biopsie eseguite (e quindi i costi), con una sensibilità, specificità e accuratezza diagnostica superiore al 95% (15). Nei pazienti affetti da malattia infiammatoria cronica intestinale l’endomicroscopia permette anche la valutazione delle alterazioni della mucosa legate all’infiammazione, il riconoscimento di batteri e di gap della mucosa (13,16). Questa tecnica potrebbe avere anche un ruolo nella valutazione dei pazienti che necessitano una modulazione del trattamento e nella valutazione della guarigione mucosa. Dotti biliopancreatici La minisonda confocale, per le sue dimensioni, consente l’esplorazione dei dotti biliopancreatici. L’esame citologico e bioptico tradizionale hanno un basso potere diagnostico per la diagnosi di neoplasia. In uno studio pilota su 14 pazienti con stenosi indeterminata la sonda p-CLE si è dimostrata più accurata dell’esame citologico e istologico. Questo risultato va comunque confermato su un campione di popolazione più rappresentativo (17). Cristina Trovato et al > Endomicroscopia: presente e futuro 218 Limiti della microendoscopia confocale Per acquisire dimestichezza nell’uso dell’endoscopio e della sonda confocale e per la corretta interpretazione delle immagini acquisite è necessario eseguire un discreto numero di esami endomicroscopici (learning curve). L’osservazione endomicroscopica peraltro è timeconsuming. Movimenti viscerali peristaltici o trasmessi (respiro, battito cardiaco) e il notevole ingrandimento della visione possono generare artefatti. La profondità di esplorazione, limitata al massimo ai 250 micron, non consente di valutare l’infiltrazione neoplastica della sottomucosa. L’identificazione degli elementi strutturali è condizionata dalla necessità di usare un mezzo di contrasto. La fluoresceina non permette di visualizzare i nuclei cellulari, pertanto la diagnosi di neoplasia e di displasia si basa sull’osservazione della disorganizza- zione dell’architettura del tessuto e della sua vascolarizzazione. Vi sono ancora limiti tecnici legati al tipo di strumentazione confocale utilizzata (lunghezza del segmento rigido terminale e scarso diametro del canale operativo per e-CLE, minore risoluzione e campo di esplorazione per p-CLE). Immunoendoscopia e prospettive future L’endomicroscopia confocale si presta a sfruttare i recenti progressi nel campo dell'imaging molecolare. Piccole molecole e nanoparticelle fluorescenti possono essere legate ad anticorpi monoclonali specifici o a peptidi che si legano a loro volta a specifici bersagli. Queste sonde molecolari, visibili alla luce laser, se utilizzate in corso di endomicroscopia potrebbero consentire lo studio morfologico-funzionale del processo neoplastico e infiammatorio. In un recente studio pilota è stato impiegato un eptapeptide fluorescente sensibile e specifico per i polipi adenomatosi. Dopo la sua somministrazione topica, l'esame endomicroscopico ha visualizzato un legame preferenziale del peptide ai colonociti displastici con un'alta sensibilità e specificità (rispettivamente 81% e 82%), sebbene la sequenza del bersaglio molecolare sia ancora sconosciuta (18). Più recentemente è stata valutata l’abilità dello studio endomicroscopico con imaging molecolare di determinare in tempo reale l’espressione di EGFR, target terapeutico per il cancro del colon-retto, in un modello animale. EGFR è iperespresso in molti tumori, gioca un ruolo centrale nella proliferazione, angiogenesi, invasione e metastasi. In questo studio è stato possibile visualizzare e differenziare i pattern di espressione di EGFR in topi con xenotrapianto di tumore colorettale umano con una sonda CLE palmare dopo iniezione di anticorpi fluorescenti. L'applicazione topica di anticorpo fluorescente ha fornito un adeguato contrasto, permettendo di distinguere il tessuto neoplastico da quello non neoplastico in base all’espressione di EGFR (19). Gli stessi ricercatori hanno studiato successivamente anche l’espressione di VEGF, target terapeutico del cancro colorettale metastatico (20). Questi primi studi dimostrano che l’immunoendoscopia è fattibile e in futuro potrebbe permettere l’applicazione dei risultati della ricerca di base alla pratica clinica. L’immunoendoscopia potrebbe aiutarci a identificare sottogruppi di pazienti in grado di beneficiare di terapie mirate e valutare precocemente l’eventuale risposta al trattamento. IF Conclusioni La microendoscopia confocale ci consente di identificare in tempo reale l’architettura microscopica della mucosa (cripte ghiandolari, villi, vascolarizzazione) e di studiare in vivo i meccanismi fisiopatologici e le alterazioni della struttura determinate da agenti patogeni, farmaci e chemioterapici. Anche se siamo ancora ai primi passi in questo genere di tecnologia, si presume che in un futuro prossimo potrà essere applicata nella pratica clinica. L’endomicroscopia confocale permette di esplorare una superficie mucosa più vasta rispetto alle biopsie random, con una potenzialità diagnostica più elevata. Tutto ciò consente di ottimizzare e mirare il campionamento bioptico, risparmiando tempo e numero di prelievi. Il riconoscimento in tempo reale delle caratteristiche neoplastiche di una lesione potrebbe migliorare il percorso terapeutico, aiutando l’endoscopista nella scelta della tecnica di rimozione più idonea. L’applicazione dell’immunoendoscopia potrebbe ampliare le conoscenze dei meccanismi angiogenetici tumorali, identificare precocemente le lesioni e valutare in vivo i meccanismi di risposta al trattamento chemioterapico. Corrispondenza Cristina Trovato Divisione di Endoscopia Istituto Europeo di Oncologia Via Ripamonti, 435 - 20141 Milano Tel. + 39 02 57489066 Fax + 39 02 94379220 e-mail: [email protected] Bibliografia 1.Kiesslich R, Burg J, Vieth M et al. Confocal laser endoscopy for diagnosing intraepithelial neoplasias and colorectal cancer in vivo. Gastroenterology 2004;127:706-713. 2.Goetz M, Kiesslich R. 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