Settembre 2005 - Chiastra e Mazza
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Settembre 2005 - Chiastra e Mazza
Poste Italiane Spa - Sped. in A. P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Milano Settembre 2005 30 http://www.ordineingegneri.milano.it E-mail: [email protected] RELAZIONE DEL PRESIDENTE ALL’ASSEMBLEA 2005 L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO (PARTE I) CRONACA DI UN ATTACCO INFORMATICO LA TELEVISIONE DIGITALE TERRESTRE GLI INGEGNERI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: EVOLUZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO L’EUROPA DEL 2010: MOBILITÀ LOCALE E SU LUNGA DISTANZA POLVERE INTELLIGENTE (SMART DUST): REALTÀ O LEGGENDA? ORDINE degli INGEGNERI della Provincia di MILANO Qing: la certificazione delle competenze QUALIFICARSI... PERCHÉ? La procedura di qualificazione si svolge attraverso un processo in cui il candidato è messo in condizione di riflettere sulle esperienze lavorative effettuate, sulle competenze progressivamente sviluppate, sulle conoscenze acquisite, sulle aree da sviluppare l’analisi consente di valutare il proprio posizionamento individuandone i punti di forza e i margini di ulteriore sviluppo: ➜ Caratterizzazione delle competenze ➜ Analisi del profilo professionale ➜ Opportunità di crescita ➜ Verifica del posizionamento durante la qualificazione eventuali contatti con professionisti del campo di attività specifico, permetteranno il confronto del proprio profilo con il mercato: il database dei qualificati costituirà, a propria volta, un valido benchmark di riferimento. ➜ Confronto con il benchmark Il riconoscimento formale della qualificazione è un titolo che accresce la valenza del profilo professionale ➜ Titolo di riconoscimento ➜ Certificazione competenze acquisite “post lauream” La verifica e l’aggiornamento del profilo consentono una ottimizzazione sistematica del profilo stesso. ➜ Monitoraggio sistematico dello sviluppo professionale La presenza nel database dei qualificati consente di accrescere e migliorare la propria visibilità nei confronti del mercato di riferimento. ➜ Miglior visibilità sul mercato di riferimento Per saperne di più: visitare il sito www.ordineingegneri.milano.it (nella HomePage cercare il logo Qing) 20121 Milano - Corso Venezia, 16 - tel. 02 796214 fax 02 794916 - e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa - Sped. in A. P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Milano Settembre 2005 S O M M A R I O 30 http://www.ordineingegneri.milano.it E-mail: [email protected] RELAZIONE DEL PRESIDENTE ALL’ASSEMBLEA 2005 VITA ASSOCIATIVA Relazione del Presidente all’Assemblea Annuale 2005 Gianfranco Agnoletto p. 4 L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO (PARTE I) CRONACA DI UN ATTACCO INFORMATICO Il bilancio dell’Ordine per l’anno 2004 LA TELEVISIONE DIGITALE TERRESTRE Alberto Sartori GLI INGEGNERI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: EVOLUZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO La Commissione Sicurezza L’EUROPA DEL 2010: MOBILITÀ LOCALE E SU LUNGA DISTANZA POLVERE INTELLIGENTE (SMART DUST): REALTÀ O LEGGENDA? R I V I S TA D E L L’ O R D I N E DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO ANNO IX N. 30 - Settembre 2005 Maria Cristina Motta Direttore Editoriale Giuseppe Susani Comitato di Redazione Elena Baj, Chiara Battistoni, Alberto Caleca, Aldo Franchi, Carlo Gaifami, Maria Cristina Motta, Matilde Schiavoni Maria Grazia Sonzogno Amministrazione e Redazione Corso Venezia, 16 - 20121 Milano Tel. 02 76003731 (r. a.) Fax 02 76004789 http://www.ordineingegneri.milano.it E-mail: [email protected] Adriano Paolo Bacchetta Stampa Soc. Coop. Grafica Bergamasca srl Almenno S. Bartolomeo (Bg) Spedizione in A. P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Milano Iscrizione al Registro della Stampa del Tribunale di Milano n. 517 del 15/9/1997 Tiratura: 13.000 copie Chiuso in tipografia il 26 luglio 2005 Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinione dell’autore e non impegnano l’Ordine degli Ingegneri di Milano né la Redazione della Rivista. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 p. 49 ARGOMENTI L’inquinamento atmosferico (Parte I) Guido Weiller p. 13 La certificazione ISO 14001 alla rete elettrica Enel p. 19 La Televisione Digitale Terrestre Francesco Crescentini, Alessandro Fenyves p. 21 Cronaca di un attacco informatico Pierpaolo Riva p. 25 Gli ingegneri nella Pubblica Amministrazione: evoluzione del rapporto di lavoro Alberto Avanzini p. 30 La grotta di Bossea Guido Peano p. 32 La sede BCI in William Street Andrea Brenta p. 34 L’Europa del 2010: mobilità locale e su lunga distanza Ambrogio Girotti, Sandro Maluta Gestione Editoriale e Pubblicità Consedit sas Via Mascari 65 - 23900 Lecco Tel. 0341 353729 Fax 0341 287960 e-mail: [email protected] p. 29 Un seminario sull’esercizio degli apparecchi a pressione Angelo Bargigia Direttore Responsabile Gianfranco Agnoletto p. 11 p. 36 Scienza e lavoro all’Arsenale di Venezia Mauro Langfelder p. 39 Investire senza frontiere Alessandro Riva p. 40 L’impresa “rinnovabile” Filippo Vitetta p. 42 L’approccio interdisciplinare per affrontare la complessità Franco Baretich p. 43 Polvere intelligente (Smart Dust): realtà o leggenda? Paolo Chiastra p. 44 RUBRICHE Recensioni A cura di Chiara Battistoni p. 27 La parola agli iscritti A cura di Alberto Caleca p. 28 La pagina della Fondazione A cura di Nicola Barbera p. 47 Leggi e Decreti A cura di Maria Grazia Sonzogno p. 48 Abstracts p. 50 PAGINA 3 V I T A A S S O C I A T I V A Relazione del Presidente all’Assemblea Annuale del 15 giugno 2005 are colleghe e cari colleghi, Vi ringrazio per essere intervenuti alla nostra assemblea annuale. Farò ora, come nelle precedenti assemblee, una sintetica esposizione delle attività svolte e di quelle in programma e dei problemi di maggior rilievo interessanti la categoria, il nostro e tutti gli Ordini, riservandomi di dare maggiori ragguagli in fase di dibattito. Tralascio, come nelle precedenti Assemblee, di parlare del lavoro di routine, peraltro sempre più impegnativo e gravoso; esporrò, invece, le iniziative prese per contrastare azioni contrarie all’etica e alle nostre competenze istituzionali, o comportamenti di Enti pubblici o privati a nostro avviso discutibili; riferirò in seguito sull’esame dei bandi di concorso, esame che per noi rappresenta un grande impegno. Voglio, comunque, ricordare, come sempre ho fatto in occasione delle precedenti assemblee, le 21 Commissioni dell’Ordine; le ultime costituite sono la Commissione Innovazione e Ricerca e la Commissione Ambiente e Territorio e i 290 colleghi che ne fanno parte, volontariamente, ma con grande partecipazione, e debbo nuovamente ribadire che, senza la loro collaborazione e partecipazione, le attività dell’Ordine sarebbero alquanto condizionate. Sulle attività delle Commissioni siamo comunque a disposizione per dare tutti i ragguagli eventualmente richiesti dai colleghi presenti. Con cadenza quindicinale o settimanale, sono a disposizione degli iscritti, con riferimento alla nostra professione, consulenti per: • compilazione delle parcelle • Inarcassa • questioni legali • questioni fiscali • informatica • sportello giovani • problematiche del lavoro • sportello qualità. A proposito di consulenze ritengo che sarebbe opportuno coprire il vuoto relativo alle operazioni catastali, e annessi rilievi, di cui gli ingegneri si occupano molto più che in passato.A tale proposito sono in contatto con il Presidente della Commissione Catasto, ing. Flavio Tresoldi. C PAGINA 4 Parcelle Ritengo utile dare alcuni dati sul lavoro svolto dal Comitato Parcelle. Il Comitato Parcelle ha tenuto 10 sedute. Le specifiche presentate per la liquidazione nel periodo 1/1/2004–31/12/2004 sono state: per Comuni od Enti Pubblici 6 (scorso anno 7) per privati 94 (scorso anno 54) ----------------------------------------totale 100 (scorso anno 61) Anche quest’anno non sono state presentate parcelle di acconto. Da quanto sopra riportato risulta evidente la riduzione del numero delle parcelle liquidate per Enti pubblici dovuta, da alcuni anni, alla non obbligatorietà di vidimazione delle parcelle da parte dell’Ordine professionale in quanto è il Responsabile del procedimento che dà il relativo parere. L’aumento, rispetto allo scorso anno, della liquidazione delle parcelle per privati deriva, invece, da un contenzioso sempre maggiore, contenzioso che deriva dal fatto che, spesso, le parcelle non sono supportate da preciso incarico scritto e relativo disciplinare. Etica La Commissione per l’Etica professionale ha tenuto, da giugno 2004 ad oggi, 6 sedute; sono state trattate complessivamente 11pratiche, di cui 3 archiviate, 6 tuttora in corso d’esame, 1 per la quale è stato avviato recentemente il procedimento disciplinare avanti il Consiglio, 1 rinviata in attesa di risoluzione di due contenziosi giudiziari. Corsi e Convegni • Non ritengo necessario ricordare i vari e numerosi seminari, incontri, corsi e dibattiti, svolti nell’anno precedente, in quanto largamente pubblicizzati nelle locandine che Vi sono state trasmesse, sulla nostra rivista e su “Il Giornale dell’Ingegnere”. Voglio ricordare che in totale sono stati organizzati 27 eventi, dei quali 19 gratuiti e 8 a pagamento. Ricordo pure che la gestione economica di tali eventi è stata affidata totalmente alla Fondazione. • La valutazione dei corsi, raccolta tramite schede distribuite dalla Fondazione, ha dimostrato un miglior apINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 prezzamento da parte dei partecipanti. Il maggior gradimento si è verificato, in modo particolare, con riguardo al materiale didattico e all’organizzazione; il miglioramento del materiale didattico è uno dei punti sul quale da anni, personalmente insisto, e qualche risultato si è ottenuto. Desidero inoltre ricordare le 2 giornate di studio e approfondimento “Ambiente e Territorio: nuove frontiere” in collaborazione con il Consorzio Batterie Esauste (COBAT), il Consorzio Nazionale per il Recupero degli Imballaggi (CONAI), la Fondazione Enrico Mattei (FEM) e l’Istituto Nazionale per la Montagna ( IMONT) con l’apporto dell’Associazione Consiglieri Regionali della Lombardia (17 e 31 maggio 2005) e le due edizioni del corso “L’Eurocodice 8 e L’evoluzione della normativa sismica italiana”. Alle manifestazioni prima ricordate si devono aggiungere: • due Seminari informativi promossi dal Comitato Interprofessionale di Prevenzione Incendi tenutisi nella nostra sede dai titoli:“Tecnologie antincendio: la verifica della resistenza al fuoco sulla base delle prove sperimentali” del 21 ottobre 2004 e “Tecnologie antincendio: evacuatori di fumo e calore, protezione attiva nel rispetto delle normative” del 24 novembre 2004. L’Ordine ha, inoltre, dato il proprio patrocinio o la propria collaborazione, partecipando spesso con propri relatori, a convegni, manifestazioni e tavole rotonde, organizzati da Enti locali, Università e Associazioni, inerenti i vari campi della professione: edilizia, energia, idraulica, impianti, restauro, sicurezza antincendio e sul lavoro, sostenibilità ambientale, strutture, tecnologie costruttive, telecomunicazioni; invitato ufficialmente come Presidente dell’Ordine, a Convegni, Seminari, etc.., non mi sono limitato ad un semplice saluto, ma ho espresso il mio personale pensiero e quello dell’Ordine. Desidero accennare all’interessante Tavola Rotonda tenutasi in questa stessa sala il 16 ottobre 2004 dal titolo “Il Teatro alla Scala: un mito tra passato e futuro” durante la quale l’architetto Botta ha illustrato, presenti il Sovrintendente Fontana, il Direttore dei Lavori e rappresentanti del Comune di Milano e della stampa, il progetto di ristrutturazione del teatro. E’ stato concesso il patrocinio a 19 Convegni ai quali spesso l’Ordine ha partecipato con propri relatori; essi riguardano: • Convegno “Pregeo 8.0.” organizzato dal Collegio Geometri della Provincia di Milano il 15 giugno 2004 • Giornata di studio su “La rivoluzione digitale nella distribuzione televisiva: il punto di vista dell’industria” organizzato da AICT (Associazione per la Tecnologia dell’Informazione e delle Comunicazioni) in collaborazione con il nostro Ordine presso il Politecnico di Milano il 7 settembre 2004 • Tavola Rotonda “Il Teatro alla Scala: un mito tra passato e futuro” organizzata dal Soroptimist Club di Milano alla Scala il 16 ottobre 2004 • Convegno “Tecnologie antincendio: competenze e responsabilità degli operatori”, organizzato da Nuove edizioni per la Sicurezza in collaborazione con UMAN (Unione Costruttori Materiali Antincendio) e AIAS (Associazione Italiana Addetti alla Sicurezza) il 28 ottobre 2004 • Mostra Convegno “Architettura e Sanità” organizzata dall’Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo di Milano e dal Politecnico di Milano il 10 novembre 2004 INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 • Convegno “Innovazioni tecnologiche nei sistemi idrici urbani” organizzato da Centro Studi Idraulica Urbana C/o il Politecnico di Milano e dall’Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo di Milano il 12 novembre 2004 • Convegno “Superfici storiche: tra conservazione, ripristino e adeguamento tecnologico” organizzato da Società Restaura il 26 novembre 2004 presso facoltà di Economia dell’Università di Brescia • Corso Promo-Legno sul “costruire con il legno” organizzato da Promo-Legno il 25-26 novembre 2004 • Convegno “Costruzioni in Calcestruzzo in zona sismica: situazione della normativa”, organizzato da Progetto Ulisse (promosso da Aitec Atecap, Assobeton) il 15 dicembre 2004 • Convegno “Il vetro nelle costruzioni: sicurezza e risparmio energetico” organizzato da Nuove edizioni per la Sicurezza il 22 febbraio 2005 • Incontro “Case silenziose ed ecosostenibili – Il nuovo approccio della progettazione per il benessere ambientale” – organizzato dall’ANIT nel Marzo 2005 • Convegno “Funzione Estetica Sicurezza nella riqualificazione e nel restyling dell’edificio complesso” organizzato dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano Giovedi 17 marzo 2005 • Convegno “Le celle a combustibile e il vettore energetico idrogeno” organizzato da Collegio dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati della provincia di Milano il 13 aprile 2005 • Convegno “La sostenibilità dell’ambiente costruito” organizzato dal Comune di Pioltello il 23 e 24 febbraio 2005 • Convegno regionale sulla L.R. 17/00 promosso dalla Associazione CieloBuio il 6 maggio 2005 • Convegno “Il Sistema tetto - evoluzione delle tecnologie costruttive dei materiali” organizzato da Demetra Comunicazione in architettura e dalla rivista Riabita il 31 marzo 2005 • Convegno “ Dispositivi di Protezione Individuale: sistemi anticaduta” organizzato dall’ Arch. Mario Abate Coordinatore nazionale delegato Ufficio Studi e Formazione U.I.L. – P.A.VV.F. presso il Collegio dei Geometri il 9 maggio 2005 • Convegno “Efficienza energetica degli edifici ” organizzato dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano Giovedì 28 aprile 2005 • Convegno “Progettare Prefabbricato. Evoluzione, stato dell’arte e prospettive della prefabbricazione – impatto dell’Ordinanza 3274 e dei successivi sviluppi – carenze del quadro normativo – responsabilità degli attori del processo costruttivo.” Organizzato da CSP Prefabbricati il giorno 8 giugno 2005. Come vedete la nostra presenza è stata molto assidua e costante e penso anche apprezzata, visto i riconoscimenti ricevuti. Abbiamo inoltre già dato il nostro patrocinio ad eventi in programmazione quali: • Convegno “Sicurezza del Post-Contatore gas. Aperto confronto sugli accertamenti previsti dalla Delibera N. 40/04 dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG)” organizzato dalla Federazione dei Collegi dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Regione Lombardia che si terrà domani 16 giugno 2005. • Corso di Formazione e Aggiornamento su:“Monitoraggio e diagnosi delle strutture” organizzato da SSM SaPAGINA 5 V I T A A S S O C I A T I fety Structures Monitoring s.r.l. che si terrà nei giorni – 28-29-30 giugno 2005 presso il Politecnico di Milano. • Corso di Aggiornamento “Caratterizzazione meccanica dei materiali strutturali e diagnosi di danni nelle strutture” organizzato dal Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano –dal 14 al 18 novembre 2005. Bandi di concorso e affidamento: attività di esame-contestazione-pubblicazione Il numero totale dei bandi pervenuti all’Ordine nel corso dell’ultimo anno è aumentato del 4% rispetto all’anno scorso, mentre è di poco aumentata la percentuale di quelli da noi contestati. Si tratta soprattutto di bandi al di sotto della soglia comunitaria (100.000 euro) e di concorsi di progettazione o di idee per i quali siamo, spesso, in collaborazione con l’Ordine Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano, chiamati ad esprimere un parere preventivo. Nel periodo giugno 2004 - maggio 2005, sono stati pubblicati in bacheca e internet 53 bandi, (rispetto ai 51 dell’anno precedente) di cui 16, pari al 30%, hanno dato luogo ad uno scambio di corrispondenza con l’Ente banditore, o perché parzialmente contestati, o perché oggetto di esame preliminare. 49° Congresso Nazionale 15-17 Settembre 2004 “L’Ingegnere Innovatore nell’Economia della Conoscenza” Il 49° Congresso si è svolto a Bergamo dal 14 al 17 settembre; l’organizzazione, come ebbi a scrivere nel mio editoriale, è stata encomiabile, la rappresentanza politica più che significativa (un ministro, tre sottosegretari, un vice presidente della Camera, parlamentari della maggioranza e dell’opposizione etc.), i relatori ufficiali di prestigio, la rappresentanza degli Ordini quasi al completo (mancava solo Roma!), il Presidente Polese, come sempre incisivo. Nonostante, però, vi fossero tutte le premesse per una buona riuscita del Congresso, alla sua chiusura non mi potevo ritenere soddisfatto. La stampa di settore e nazionale ha dato risalto a tale avvenimento; da parte mia quindi, mi limiterò ad alcune osservazioni. I relatori erano certamente di prestigio ma, a mio avviso, le quattro relazioni presentate erano troppe e dispersive; ritengo, come ebbi a dire lo scorso anno, che un'unica relazione congressuale (inviata ai congressisti con un certo anticipo), sarebbe stata più proficua come, ad esempio, tre anni fa la relazione di Romiti; in tal caso è più facile svolgere un approfondito dibattito; dibattito che, a Bergamo, è stato molto scarso. Questa mia opinione era condivisa da molti congressisti. Per quanto riguarda la mozione, il CNI ha distribuito ai congressisti una proposta preceduta da una serie di premesse e considerazioni. La mozione finale, rivista da una commissione ristretta, composta anche dall’Ordine di Milano, presentata al Congresso e approvata, ricalca, in buona parte, quella proposta dal CNI con aggiunte o modifiche di un certo rilievo riguardanti: - la proposta dell’Ordine di Milano di avviare ogni iniziativa per ampliare la base degli iscritti all’Ordine al fine di assicurare all’Ordine stesso la più ampia rappresentatività della categoria,“con particolare riferimento alle problematiche degli ingegneri dipendenti” (l’Ordine di PAGINA 6 V A Milano aveva anche chiesto che nel prossimo Congresso fosse prevista una mezza giornata dedicata a tale argomento, ma la proposta è stata ritenuta estranea ad una mozione), - la proposta relativa all’emanazione di una normativa, concertata tra tutti i ministeri competenti, riguardante la sismica e la relativa classificazione, normativa che, come sapete, ha subito una travagliata gestione, - la proposta, appoggiata dall’Ordine di Milano, riguardante l’accreditamento degli Ordini come Enti formatori, accreditamento che in molti casi, anche importanti, oggi non esiste. Com’è scritto nella premessa alla mozione, i rappresentanti degli Ordini Ingegneri d’Italia erano riuniti a Bergamo in occasione del 49° Congresso Nazionale della Categoria per dibattere sul tema “L’ingegnere innovatore nell’economia della conoscenza”. In effetti, su tale tema si è, a mio avviso, dibattuto poco o nulla. Concludo dicendo che Bergamo alta è molto bella, l’organizzazione è stata buona sotto ogni aspetto ma i risultati del Congresso non sono stati, a mio avviso, allo stesso livello. Il prossimo Congresso sarà a Oristano dal 14 al 16 settembre Incontri e rapporti con la Consulta degli Ordini della Lombardia, il CNI e l’Assemblea dei Presidenti degli Ordini Consulta Continua attivamente la nostra partecipazione ai lavori della Consulta per l’approfondimento dei problemi attinenti la nostra professione e per la stesura di delibere comuni riguardanti vari aspetti dell’attività professionale e della tariffa; a questo proposito il 18 febbraio scorso la Consulta ha approvato le “Linee Guida sulle procedure e sui compensi relativi alle prestazioni di ingegneria antincendio”, ratificate dal Consiglio dell'Ordine nella seduta del 23/02/2005 a sostituzione della precedente delibera del 29 ottobre 2003. CNI - commissioni Nel gennaio 2005 è stato costituito presso il CNI un gruppo di lavoro a livello nazionale per l'esame del Testo Unico sulla Sicurezza elaborato dal Ministero del Lavoro. Del gruppo fa parte un rappresentante dell'Ordine di Milano. I documenti prodotti dal gruppo di lavoro sono stati inviati al Ministero e sono state altresì richieste audizioni alle specifiche commissioni parlamentari. La bozza di Testo Unico è stata successivamente "ritirata" dagli estensori stessi per le molte opposizioni pervenute da enti istituzionali (Consiglio di Stato e Regioni) e associazioni delle parti sociali implicate. Un nostro Consigliere partecipa al gruppo di studio sull’Etica, che sta vagliando possibili integrazioni alla proposta di Codice Deontologico sviluppata dal gruppo negli anni passati, alla luce dei recenti interventi dell’Antitrust in materia di codici deontologici professionali e delle direttive europee recepite. Desidero inoltre ricordare una significativa collaborazione di tutta la Commissione Qualità dell’Ordine, il cui presidente fa parte del Gruppo di lavoro Qualità del CNI, nella stesura delle “Linee Guida per la Certificazione degli Organismi Professionali”. La pubblicazione di queste linee guida è prevista quale allegato al prossimo numero INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 della rivista “l’Ingegnere Italiano”. Tra le iniziative che verranno avviate, per alcune si sta già concordando la sperimentazione tra il CNI e alcuni Ordini tra cui l’Ordine di Milano, vi è la Video Conferenza, che permetterà ai diversi Ordini di effettuare riunioni virtuali e i test di Posta Elettronica Certificata. Assemblea dei Presidenti Pressoché bimensili gli incontri dell’“Assemblea dei Presidenti” dove gli argomenti più discussi in questi ultimi mesi sono stati, come sempre, la riforma universitaria e relativo regolamento, le proposte di legge sulle professioni, le competenze professionali degli ingegneri triennali e di cinque anni, le norme d’etica professionale, i rapporti con gli altri Ordini e Collegi e con il CUP, argomenti largamente trattati sia nella nostra Rivista sia su Il Giornale dell’Ingegnere e sui quali quindi non mi soffermerò salvo alcuni specifici argomenti che riprenderò più avanti; sono stati trattati anche argomenti minori, ma spesso non meno importanti, della nostra professione. Sito internet del CNI Da novembre 2003 ad oggi abbiamo rilasciato 490 userid e password per l’accesso alle aree riservate del sito internet del CNI, di cui 160 in questo ultimo anno. Il personale del nostro Ordine collabora con il CNI alla definizione delle procedure di colloquio tra i rispettivi sistemi informativi. Incontri con organizzazioni straniere d’ingegneri La nostra collaborazione con URISF-DS (Union Régional des Ingegneurs et Scienfiques de France-Dauphiné Savoie) dura da 10 anni ed entrambe le parti si sono dichiarate interessate a continuare e consolidare i rapporti; è necessario, quindi, cercare di ottimizzare la collaborazione in atto. Nel processo di decisione dei futuri temi di studio verranno coinvolte le Commissioni dell’Ordine per poter meglio approfondire i temi di interesse dei nostri iscritti. E’ in atto un’integrazione tra URISF-DS e URISF Rhone Alpes, che hanno sede a Lione, e così si allargherà il bacino francese con il quale siamo in contatto. L’ultimo incontro con l’URISF-DS è avvenuto a Grenoble l’otto giugno scorso, il precedente a Milano, il 20 di ottobre 2004; il prossimo dovrebbe essere di nuovo a Milano alla fine di ottobre. Il 10 ottobre 2004 abbiamo incontrato i colleghi svizzeri dell’Ordine degli ingegneri e architetti del Cantone Ticino – OTIA. Durante i colloqui abbiamo trattato argomenti d’interesse comune e particolarmente attuali per entrambi tra cui, in particolare, si è parlato diffusamente delle competenze professionali. I due Ordini si sono ripromessi di proseguire negli incontri, eventualmente insieme ai colleghi francesi. Politecnico di Zurigo Lunedì scorso, 13 giugno, una delegazione composta da alcuni membri delle Commissioni Industria e Referenti e alcuni membri del Consiglio, guidata dal collega Marco Cecchini, ha compiuto una visita ad alcuni Dipartimenti del Politecnico di Zurigo ETH. L’Ordine è così entrato in contatto con una realtà cosmopolita, particolarmente orientata alla ricerca, (spesso promossa dalle aziende) dove chi studia o fa il master o il dottorato ha le migliori opportunità tecniche per eccellere. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 Incontri con il Collegio Ingegneri e Architetti, gli altri Ordini e Collegi, il Comune di Milano, la Regione, la Camera di Commercio e il CUP (Comitato Unitario delle Professioni) di Milano Continuativa e produttiva la collaborazione con il Collegio degli Ingegneri ed Architetti sia attraverso commissioni miste, sia attraverso seminari e convegni comuni. Attiva la partecipazione dell’Ordine, attraverso propri iscritti, appositamente designati sia a specifiche Commissioni Comunali, Provinciali, Regionali e della Camera di Commercio, che a dibattiti o convegni. Costante il collegamento con il CUP Milano, ai cui lavori l’Ordine partecipa costantemente con suoi rappresentanti. Collaborazione con il Politecnico di Milano I rapporti di collaborazione con il Politecnico si sono molto ampliati. I punti di maggior interesse riguardano: 1) Esami di Stato: l’Ordine ha partecipato attivamente, sempre mantenendosi nell’ambito di sua competenza, allo svolgimento degli esami di Stato; a tale scopo il Consiglio dell’Ordine ha nominato tre coordinatori, per i vari settori, e 20 “delegati” che avevano lo scopo di collaborare con le Commissioni d’Esame. 2) L’ottenimento di un locale all’interno del Politecnico, arredato ed attrezzato, per rendere più proficui i reciproci rapporti, come da cortese lettera del Rettore Ballio del 2 novembre 2004. 3) L’accordo con il Preside Prof. Quirico Semeraro della Facoltà d’Ingegneria Industriale, definito in data 14.06.2005, per l’avvio di un corso ufficiale libero di 2,5 crediti: “L’ingegnere e la sua professione”, corso che inizierà nel mese di aprile 2006 e comprenderà 25 ore di lezione. Il responsabile dell’insegnamento nominato dall’Ordine, sarà il Vice Presidente ing. Caleca; sono in corso trattative per estendere il corso ad altre Facoltà di Ingegneria che si sono dimostrate interessate. 4) La partecipazione, con il proprio patrocinio e propri relatori, a numerosi seminari e dibattiti. La Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano E’ arrivato il mese scorso, il ventinovesimo numero della Rivista al quale hanno collaborato colleghi e personalità di prestigio; dall’anno in corso abbiamo dato inizio alla pubblicazione di articoli riguardanti importanti lavori realizzati all’estero da imprese italiane. Per quanto ci risulta, il riscontro presso i lettori, anche non iscritti all’Ordine, sembra essere stato soddisfacente; essenziale rimane, comunque, come già detto nelle precedenti Assemblee, la collaborazione di tutti con consigli, proposte e, naturalmente, critiche. La diffusione attuale della rivista è di 12.650 copie. Il prossimo numero uscirà alla fine d’agosto. Sito internet Il Consiglio, nel luglio 2004, ha affidato la consulenza per l’impostazione della gara per il rifacimento del sito dell’Ordine al dott. Roberto di Palermo. In collaborazione con i nostri uffici, Di Palermo ha provveduto a redigere il capitolato tecnico. Il Consiglio ha deciso, nella seduta del 23 marzo 2005, di avviare la procedura per l’acquisizione in economia ex D.P.R. n. 384 del 20.8.2001 del servizio di PAGINA 7 V I T A A S S O C I A T I realizzazione del nuovo sito internet dell'Ordine, adottando il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con l’attribuzione di un massimo di 70 punti all’offerta tecnica ed un massimo di 30 punti all’offerta economica. Il Consiglio ha nominato la commissione Giudicatrice, composta dal collega ing. Enrico Pio Mariani, presidente, il dott. Di Palermo quale membro esterno esperto tecnico, la dottoressa Annalisa Ambrosetti, membro esterno esperto per la parte amministrativa, Davide Serioli dipendente dell’Ordine, esperto tecnico e l’ing.Valeria Dolcetta Capuzzo, dipendente dell’Ordine, responsabile del procedimento. Sono state invitate 14 aziende, in parte segnalate dal consulente, in parte presentatesi all’Ordine nei mesi precedenti, e 7 di queste hanno presentato offerta. Due offerte sono state scartate per mancanza di requisiti minimi, una per mancanza di un documento, irregolarità non sanabile secondo la recente sentenza del Consiglio di Stato sez.V n. 7140 del 4 novembre 2004. A seguito dell’esame delle 4 offerte ammesse, la Commissione ha espresso i punteggi tecnici a cui sono stati, in seduta pubblica, sommati i punteggi delle offerte economiche. E’ risultata al primo posto in graduatoria la società Lario Engineering S.p.A. di Giussano alla quale il Consiglio ha aggiudicato oggi il servizio. Il capitolato prevede sei mesi, al massimo, per la consegna del lavoro. Ci auguriamo che il nuovo sito meglio risponda alle aspettative degli iscritti. Nell’attuale sito contiamo, mensilmente, circa 9500 visite per un numero di pagine richieste pari, in media, a 120.000. A seguito dei pareri legali richiesti Il Consiglio ha deciso, nella seduta del 26 gennaio 2005, di riprendere la pubblicazione dei curricula, degli iscritti senza limiti d’età, e dei giovani anche non iscritti purché avessero sostenuto l’esame di Stato. E’ già stata ripresa la pubblicazione delle offerte di collaborazione tra professionisti nella rubrica Spazio Lavoro a cui si aggiungono i concorsi per assunzione indetti da Enti pubblici. Prosegue intensa l’attività del Forum, moderato dal collega De Marte, “Gli ingegneri e la Qualità”. In questo Forum, unico per ora attivato sul sito, confluiscono discorsi su tematiche assai diverse. Ringrazio De Marte per l’impegno con il quale coordina le discussioni e invito i colleghi, in particolar modo i membri delle nostre Commissioni, a partecipare al dibattito. Dottorati di ricerca triennali presso il Politecnico di Milano I due dottorati di ricerca triennali, già cofinanziati dal nostro Ordine presso il Politecnico di Milano, si concluderanno nel 2005. Il Consiglio dell’Ordine ha recentemente deliberato di cofinanziare, dal 2006, due nuove borse di studio, sempre per dottorati di ricerca triennali. Contatti sono in corso con il Politecnico di Milano per definire modalità ed argomenti di tali nuove borse di studio. Siamo particolarmente lieti di poter così dare un contributo, sia pure modesto, alla ricerca in Italia. Convenzioni L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano ha rinnovato a favore dei propri iscritti una serie di convenzioni con diverse aziende ed enti e ne ha stipulate di nuove; Le convenzioni sono relative ai seguenti settori: agenzie PAGINA 8 V A di viaggio, alberghi, assistenza sanitaria integrativa, banche, librerie ed editoria tecnica, normative, servizi sanitari, telecomunicazioni e tempo libero. In dettaglio: • Agenzie di viaggio:“Duomo Viaggi e Turismo”. • Alberghi:“Domina Roma Cassia” (Roma);“Jolly Hotels” (catena alberghiera);“Savoy Hotel” (Roma);“Hotel Mondial” (Roma); “Hotel Raffaello” (Roma); “Grand Hotel PianetaMaratea” (Maratea - PZ);“B&H Hotels” (catena alberghiera). • Assistenza sanitaria integrativa: “Insieme Salute” (Associazione Mutualistica dei Cittadini). • Banche: Banca Popolare di Sondrio. • Librerie ed Editoria tecnica: “EPC Libri”;“Maggioli Editore S.p.a”; Libreria “Cortina”; Libreria Internazionale “Partipilo”; Libreria “Il Trittico”. • Normative: UNI riguardanti gli Eurocodici. • Servizi sanitari: CDI - Centro Diagnostico Italiano; C.M.C. - Cernusco Medical Center; H San Raffaele; Istituto Auxologico Italiano; Istituto Stomatologico Italiano; Centro Termale “Il Baistrocchi” (Salsomaggiore – PR); Centro polispecialistico fisioterapico “Acqualife Salute s.r.l.”; Casa di cura “Capitanio”. • Telecomunicazioni:“Stcom ADSL”. • Tempo libero:“La Società dei Concerti”; “Orchestra Europea”; “Serate Musicali”; Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano G.Verdi “La Verdi”; “Editrice Abitare Segesta”;“Principe” boutique. Rapporti con l’UNI Prosegue l’invio periodico, da parte dell’UNI, delle notizie relative ai settori di interesse per gli ingegneri, quali Ambiente, Costruzioni, ICT, Impianti, Qualità che la redazione del sito provvede a pubblicare e quindi a mettere a disposizione degli iscritti. L’ing. Stefano Farné ha partecipato a al 1° incontro strategico UNI dal titolo “ Qualificazione delle professioni. Quale ruolo per le norme UNI?”, tenutosi il 30 novembre del 2004. Nell’occasione ha potuto illustrare brevemente l’esperienza Qing. L’Ordine ha recentemente richiesto l’inserimento di alcuni iscritti nelle Commissioni Tecniche dell’UNI; siamo tuttora in attesa di definire questo inserimento di nostri iscritti. L’UNI ha messo in vendita, tramite gli Ordini, un CD contenente gli Eurocodici al prezzo di 210 Euro. La Fondazione dell’Ordine ha distribuito circa 140 CD agli iscritti. Collegamento telematico con banche dati del Catasto, della Conservatoria, ecc. E’ operativa dal 29 gennaio 2004 la convenzione con l’Agenzia delle Entrate per il tramite della società VISURA S.p.A., per il collegamento on-line alle banche dati del Catasto; gli iscritti abilitati al servizio sono 118 e, solo nell’ultimo trimestre, hanno effettuato visure per un importo superiore a 3.800,00 Euro, IVA inclusa. CD Tariffa opere pubbliche Ricordo che la Consulta degli Ordini degli Ingegneri della Lombardia con la Consulta Regionale Lombarda Ordini Architetti ha predisposto, con una società di software, un CD per l’applicazione delle tariffe per incarichi professionali dei Lavori Pubblici. E’ in corso d’aggiornamento la convenzione con la soINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 cietà che ha predisposto il software per proseguire nella distribuzione del CD. La Fondazione dell’Ordine La Fondazione ha svolto, in quest’ultimo anno, l’usuale attività d’organizzazione, anche dal punto di vista economico, delle iniziative di aggiornamento, formulate dall’apposita Commissione dell’Ordine. Per quanto riguarda il bilancio economico esposto dal Tesoriere Sartori nella riunione del C.d.A. della Fondazione del 24/05/2005, alcuni Consiglieri hanno chiesto chiarimenti sui compensi pagati ai docenti, ai coordinatori, etc.. dei corsi; costi che risultavano, ad un primo esame, molto superiori non solo al compenso “standard” previsto dal C.d.A., ma anche ai compensi per i “casi particolari” dei relatori di “chiara fama”; il Presidente Fassina, non avendo a disposizione la documentazione necessaria, ha assicurato che avrebbe dato ogni chiarimento nella successiva riunione del C.d.A. della Fondazione del 7 giugno 2005. In tale riunione, data la mancanza dell’ing. Barbera, il Presidente Fassina non è stato in grado di dare i chiarimenti necessari che, comunque, ha assicurato per la successiva riunione del C.d.A. Mi sembra importante sottolineare che, in data 3 agosto 2004, la Fondazione ha conseguito la certificazione per il sistema della qualità ISO 9001 per “Progettazione ed erogazione di corsi formativi ed eventi informativi”. Il raggiungimento di questo obbiettivo, impegnativo per la struttura della Fondazione stessa, giova certamente anche all’immagine dell’Ordine, ma soprattutto consente di ripresentare la domanda di “accreditamento per Formazione” presso la Regione, per poter richiedere il contributo dei Fondi Sociali Europei per la formazione. L’accreditamento, già ottenuto nel 2002, era stato revocato a fine 2003. Il Presidente ing. Luciano Fassina, il Vice Presidente e Segretario ing. Domenico Perrone, il Tesoriere ing. Alberto Sartori, e il direttore ing. Nicola Barbera, che ringraziamo, sono a Vostra disposizione per ogni chiarimento. La qualificazione Qing degli iscritti Come è ben noto a tutti gli iscritti, continua il progetto il cui obbiettivo è certificare e valorizzare le competenze acquisite dagli iscritti durante la propria attività professionale, siano essi liberi professionisti o dipendenti. L'obbiettivo è quindi la qualificazione degli iscritti inseriti in un apposito elenco Qing suddiviso nelle varie specialità, ciascuna delle quali ripartita in due livelli di qualificazione. E' pure noto che l'Ordine, garante della qualificazione dei propri iscritti, ha affidato l'operatività del processo Qing alla Fondazione dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano che, a sua volta, ha costituito al suo interno, un gruppo di lavoro che comprende il Presidente Fassina, il Consigliere Calzolari ed altri collaboratori. Al momento attuale la situazione è la seguente: sono state presentate, dal 2002, 57 domande di certificazione Qing, di cui 50 sono state esaminate e deliberate positivamente, e precisamente 8 nel 2002, 35 nel 2003, 7 nel 2004 e nessuna nel 1° semestre del 2005; 3 non sono state accettate (2 per mancanza dei requisiti minimi ed una perché non applicabile), 3 sono state ritirate; 2 istruttorie sono in sospeso e 1 è nell’attesa di delibera (Lodi). L’anno scorso avevo comunicato l’interesse mostrato a questa iniziativa da parte di altri Ordini, non soltanto INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 lombardi; d’altra parte è evidente che la certificazione Qing è tanto più efficace quanto più essa sarà diffusa tra gli Ordini; il massimo sarebbe un Qing nazionale anziché provinciale o anche regionale. Certamente non possiamo però sottovalutare due aspetti preoccupanti e cioè il costo economico di tale operazione; costo che in questi anni è risultato, pro-capite, molto elevato e lo scarso interesse dimostrato dai nostri iscritti; l’impostazione sino ad ora adottata dal Gruppo di lavoro della Fondazione dovrà, quindi, essere rivista. L'ing. Fassina, Presidente della Fondazione, l’ing. Calzolari, l'ing. Gualtieri e l’ing. Barbera sono a disposizione per i chiarimenti. Ringrazio infine i membri del Comitato e dei Gruppi di Valutazione. Riforma universitaria, riforma delle professioni, modifica del DPR 328 e regolamento per le elezioni degli Ordini Per quanto riguarda la riforma delle professioni, la riforma universitaria e la modifica del tanto criticato DPR 328 approvato il 5 giugno 2001 dal precedente Governo, la situazione ha continuato ad evolversi con proposte di legge e modifiche delle stesse che si sono susseguite con una rapidità che lasciano perplessi e disorientati. Per quanto riguarda la Riforma delle professioni, ad esempio, il CNI con lettera del 1° febbraio inviava a tutti i Consiglieri degli Ordini Provinciali e delle Consulte Regionali una bozza di testo di legge di riforma predisposto dal Ministro Castelli con l’invito a far pervenire “al più presto le proprie osservazioni, così da poter fare una sintesi da trasmettere al Ministero”. La bozza del testo della legge comprendeva ben 47 articoli oltre ad una “norma transitoria”. Il nostro Ordine, in tempi brevissimi, ha provveduto a trasmettere le proprie osservazioni, per altro non numerose dato che il testo era, a nostro avviso, in gran parte accettabile. Trascorse solo poche settimane la bozza del testo di legge (di 47 articoli di cui si è detto) veniva accantonata e cominciava a circolare la voce che una “miniriforma” delle professioni sarebbe stata inserita in un D.L. riguardante la competitività e lo sviluppo; anche questa miniriforma è stata accantonata. La riforma sarà quindi, a mio avviso, rinviata alla prossima legislatura. Per quanto riguarda la Riforma universitaria, premesso che come è ben noto l’attuale assetto universitario è retto dalla legge promulgata dai precedenti Governi e che la legge era stata criticata da parte del mondo universitario e, soprattutto, dagli Ordini, con decreto 22 ottobre 2002 n. 270, veniva approvata una, a mio avviso, “miniriforma” a firma del Ministro Moratti, con la quale venivano definiti il percorso a Y, un anno comune, sia ai triennali che ai quinquennali, i nuovi titoli: Laurea (L), Laurea Magistrale (L.M.), Diploma di Specializzazione (DS) e il dottorato di ricerca (DR), le qualifiche accademiche di dottore, dottore magistrale e dottore di ricerca e altre normative tecniche/accademiche di un certo rilevo. Per quanto riguarda la modifica del DPR 328, prima citato, nulla è stato deciso neppure per quanto attiene ad uno dei punti più delicati e cioè le competenze degli ingegneri triennali, situazione questa che mette in grande imbarazzo gli Ordini che non sanno quale interpretazione dare alla confusa dizione espressa nell’articolo 41 delPAGINA 9 V I T A A S S O C I A T I la legge stessa. Concludo ricordando che il CNI aveva in più occasioni richiesto (nell’ambito di una riforma delle professioni, della riforma universitaria e del DPR 328): - una revisione del percorso dei corsi di laurea triennale e quinquennale - un chiarimento sulle competenze degli ingegneri triennali - una revisione dell’Esame di Stato - un maggior coinvolgimento degli Ordini nelle Università, e quindi nei corsi di studio - un preciso e chiaro intervento degli Ordini nei tirocini e nei corsi di aggiornamento professionale, da rendere a mio avviso obbligatori, come già avviene per altri Ordini. Tutte queste richieste sono risultate, a tutt’oggi, inevase, salvo, parzialmente, per quanto riguarda la riforma universitaria. Per quanto concerne, infine, uno degli argomenti, attualmente, di maggior interesse e cioè il nuovo regolamento per le elezioni degli Ordini, lo schema di DPR, approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri il 7 aprile, è stato inviato al Consiglio di Stato che ha espresso il proprio parere lo scorso lunedì 13 giugno. Non è ancora noto tale parere, ma, se fosse positivo, occorrerà l’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri, la firma del Presidente della Repubblica, la registrazione alla Corte dei Conti e, infine, la pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale”. Come si vede, nella migliore delle ipotesi, occorrerà un breve slittamento. Numero degli iscritti al 15 giugno 2005 Attualmente (oggi 15 giugno 2005) gli iscritti sono 11.988; (alla stessa data gli iscritti erano, lo scorso anno, 11.546, con un incremento pari al 3,82 %) di cui 81 della sezione B. Conclusione Ho concluso questa succinta e non completa esposizione sulle attività e iniziative svolte nell’anno trascorso dall’ultima Assemblea, dalla quale risulta, a mio avviso, una fattiva presenza dell’Ordine in molti campi a favore dei propri iscritti sia in ambito provinciale che regionale e nazionale. Prima di lasciare la parola al Consigliere Tesoriere ing. Sartori, che illustrerà il bilancio consuntivo e preventivo che verrà poi sottoposto al Vostro giudizio, voglio ringraziare vivamente tutti i dipendenti del nostro Ordine per l’attività svolta con grande professionalità e dedizione e, in particolare, l’arch. Maria Grazia Sonzogno e l’ing.Valeria Dolcetta. Un sincero e doveroso ringraziamento, infine, a tutti i membri del Consiglio che con la loro professionalità e la loro esperienza hanno assolto i compiti ai quali erano stati chiamati. Un saluto cordiale a tutti gli iscritti che spero giudicheranno favorevolmente quanto da noi realizzato in questo anno. IL PRESIDENTE Gianfranco Agnoletto PAGINA 10 V A RELAZIONE DEL PRESIDENTE ALL’ASSEMBLEA ANNUALE - 15 GIUGNO 2005 INDICE Ringraziamenti e saluti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4 Parcelle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4 Etica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4 Corsi e Convegni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4 Bandi di concorso e affidamento: attività di esame-contestazione-pubblicazione . . . .6 49° Congresso Nazionale 15-17 Settembre 2004: “L’Ingegnere Innovatore nell’Economia della Conoscenza” . . . . . . . . . . . . . .6 Incontri e rapporti con la Consulta degli Ordini della Lombardia, il CNI e l’Assemblea dei Presidenti degli Ordini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6 Sito internet CNI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 Incontri con organizzazioni straniere di ingegneri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 Incontri con il Collegio Ingegneri e Architetti, gli altri Ordini e Collegi, il Comune di Milano, la Regione, la Camera di Commercio e il CUP (Comitato Unitario delle Professioni) di Milano . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 Collaborazione con il Politecnico di Milano . . . . . .7 La Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 Sito internet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 Dottorati di ricerca triennali presso il Politecnico di Milano . . . . . . . . . . . . . . . .8 Convenzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 Rapporti con l’UNI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 Collegamento telematico con banche dati del Catasto, della Conservatoria, etc . . . . . . . . . . . .8 CD Tariffa opere pubbliche . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 La Fondazione dell’Ordine . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 La qualificazione Qing degli iscritti . . . . . . . . . . . . .9 Riforma universitaria, riforma delle professioni e modifica del DPR 328; regolamento per le elezioni degli Ordini. . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 Numero degli iscritti al 15 giugno 2005 . . . . . . . .10 Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10 INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 APPROVATO DALL’ASSEMBLEA Il bilancio dell’Ordine per l’anno 2004 l Consiglio dell’Ordine, alla fine dello scorso anno, ha deliberato il nuovo regolamento di contabilità ed amministrazione, completando l’adeguamento del bilancio alle norme civilistiche vigenti. Il Bilancio consuntivo, oltre allo Stato Patrimoniale, Conto Economico, Rendiconto Finanziario, completati con la Nota Integrativa, è stato strutturato in forma diversa, adeguandosi agli indirizzi europei. Poiché lo scorso anno si era pubblicato il bilancio preventivo 2004 nella forma tradizionale, per maggiore comprensibilità e immediatezza di raffronto si eseguirà il confronto con il consuntivo nella forma tradizionale; il bilancio nella nuova veste può sempre essere richiesto alla segreteria dell’Ordine. Il bilancio consuntivo dell'Ordine per l'anno 2004 è stato approvato dall'Assemblea lo scorso 15 giugno. Il conto economico si è chiuso con un avanzo di 32.935 Euro, a fronte di ricavi e costi totali dell'esercizio di 1.302.413 Euro; il patrimonio netto al 31 dicembre 2004 ammontava a 1.084.599 Euro, con un incremento pari all’avanzo d’amministrazione rispetto a quello al 31 dicembre 2003. L’avanzo d'esercizio si è verificato, nonostante l’invarianza della quota d’iscrizione, a fronte di una previsione di disavanzo di 50.250 Euro, per il decremento di costi del personale, derivante dal mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro e dal fatto che, nel 2003, erano stati corrisposti arretrati retributivi. Si è inoltre perseguita una politica di contenimento delle spese correnti di gestione e non si sono determinate occasioni di spese a vario titolo, prese in considerazione dal bilancio di previsione. Per una più completa comprensione del bilancio, è utile esaminare le principali voci aggregate dell'attivo e del passivo (tra parentesi sono riportati i valori relativi all'esercizio 2003): I ricavi, espressi in valore percentuale rispetto al totale, sono i seguenti: ccontributi iscrizione albo: 93,9 (93,0) % • altri ricavi: 2,4 ( 2,7) % • proventi finanziari: 3,6 ( 3,7 ) % • sopravvenienze attive 0,1 ( 1,1) % Gli altri ricavi sono determinati principalmente dalla vendita dell’Elenco dei Consulenti tecnici, dai diritti per la revisione delle parcelle e dal recupero di morosità per quote pregresse (il recupero canone catasto per visure costituisce, di fatto, una partita di giro). I proventi finanziari, derivanti dalla ge- I INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO STATO PATRIMONIALE ATTIVO Bilancio al 31 dicembre 2004 Parziali Totali IMMOBILIZZAZIONI IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE TOTALE IMMOBILIZZAZIONI 28.448 34.631 145.889 208.968 CAPITALE CIRCOLANTE TITOLI CREDITI DISPONIBILITA' TOTALE CAPITALE CIRCOLANTE 1.050.880 53.173 118.691 1.222.744 RATEI E RISCONTI 38.608 TOTALE ATTIVO 1.470.320 STATO PATRIMONIALE PASSIVO Parziali Totali PATRIMONIO NETTO TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DEBITI RATEI E RISCONTI TOTALE AVANZO DELL'ESERCIZIO 1.051.664 130.348 253.780 1.593 1.437.385 32.935 TOTALE PASSIVO 1.470.320 ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO CONTO ECONOMICO RICAVI CONTRIBUTI ISCRIZIONE ALBO Quote Albo professionale ALTRI RICAVI Diritti liquidazione parcelle Diritti di segreteria Albo professionale e Elenco Consulenti Tecnici Tariffe e normativa Recupero costi ritardo pagamento quote Recupero canone Catasto per visure PROVENTI FINANZIARI Interessi attivi su c/c bancari Interessi su depositi titoli Proventi finanziari su titoli Interessi su polizza R.A.S. PROVENTI STRAORDINARI Sopravvenienze TOTALE RICAVI DELL'ESERCIZIO stione del patrimonio titoli e della liquidità nonché dagli interessi maturati sulla polizza assicurativa contratta a garanzia del T.F.R del personale dipendente, hanno comportato una remunerazione netta del capitale sottostante del 3,6%. Bilancio al 31/12/2004 Preventivo al 31/12/2004 Preventivo al 31/12/2005 1.222.468 1.222.468 1.253.200 1.253.200 1.286.900 1.286.900 11.208 2.781 2.650 859 6.933 7.172 31.603 8.000 3.000 10.000 1.000 6.000 1.200 29.200 15.000 3.000 2.000 1.000 6.000 7.000 34.000 1.950 38.789 1.918 3.839 46.496 2.500 35.000 0 4.000 41.500 2.500 35.000 0 4.000 41.500 1.846 1.846 0 0 0 0 1.302.413 1.323.900 1.362.400 I principali costi, sempre espressi in valori percentuali, sono: • costi del personale: 21,5 (22,6) % • prestazione di servizi 20,1 (21,2) % • spese di gestione e generali: 7,1 (7,4) % PAGINA 11 ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO CONTO ECONOMICO COSTI Bilancio al 31/12/2004 Prev. al 31/12/2004 Prev. al 31/12/2005 161.062 21.988 60,269 16.571 10.590 2.040 272.520 182.000 25.000 68.000 18.000 9.500 2.000 304.500 185.000 25.000 69.000 18.000 11.000 2.000 310.000 138.988 11.232 829 5.032 1.224 25.795 45.055 0 3.738 3.914 1.201 13.575 580 480 346 3.711 255.700 140.000 11.000 2.500 11.000 1.200 30.000 46.000 0 8.000 4.000 1.000 15.000 0 0 0 5.000 274.700 170.000 11.000 4.000 8.000 1.200 26.500 58.000 3.000 5.000 4.000 1.500 14.000 600 500 700 4.000 313.500 4.188 5.266 15.103 4.451 3.399 11.228 1.919 13.759 222 5.026 1.831 158 3.459 0 3.095 1.927 1.360 6.887 7.022 90.300 4.500 5.000 14.000 6.000 16.000 8.000 3.800 15.500 250 6.000 5.000 3.000 2.000 2.000 4.500 4.000 800 1.200 8.000 109.550 4.500 5.500 15.000 5.000 8.200 9.000 2.000 14.000 250 5.000 5.000 3.000 4.000 2.000 5.500 2.000 1.500 7.000 8.000 106.450 16.137 2.899 12.410 1.164 32.610 5.508 15.000 1.500 15.000 3.000 34.500 3.000 25.000 4.600 8.000 3.000 40.600 6.000 34.806 31.926 16.249 88.489 80.000 0 30.000 113.000 40.000 40.000 30.000 116.000 88.873 40.762 94.000 50.000 93.500 46.000 295.000 50.000 345.000 307.500 0 307.500 7.000 2.500 500 3.100 0 1.500 7.000 6.600 1.700 3.000 400 100 33.400 7.000 2.500 300 3.100 100 400 7.000 6.700 1.700 3.600 400 100 32.900 15.500 0 15.500 1.374.150 - 50.250 1.323.900 0 0 0 1.366.450 - 4.050 1.362.400 COSTI DEL PERSONALE Stipendi lordi (escluso straordinari) Straordinari + Fondo incentivazione ex art. 36 CCNL Contributi previdenziali, assicurativi ed IRAP T.F.R. Oneri per buoni pasto Assistenza sanitaria integrativa PRESTAZIONI DI SERVIZI Affitto e spese accessorie Consulenze amministrative e fiscali Consulenze tecniche Consulenze legali Resp. servizio prevenzione e protezione Servizi resi da "Fondazione Ordine Ingegneri" Prestazioni di Terzi Contributo spese CTS Fondazione Sito Internet Elaborazione paghe Manutenzioni varie Pulizia uffici Canone sistema allarme Canone sistema antincendio Canoni software Assistenza tecnica macchine ufficio SPESE DI GESTIONE E GENERALI Assicurazioni Spese postali Spese telefoniche Energia elettrica Spese stampa e invio circolari Cancelleria e stampati Spese c/c bancari Spese bancarie MAV Autofilotramviarie Stampa "Albo Ordine" e “Elenco Consulenti Tecnici” Abbonamenti a giornali e riviste Pubblicazioni Marche da bollo Assistenza sociale Contributi associativi Beni di consumo macchine ufficio IRAP lavoratori autonomi Canone abbonamento Catasto per servizio visure Spese varie ONERI PER FUNZIONAMENTO ORGANI SOCIALI Congresso nazionale Convocazione Assemblea annuale Oneri per elezione Consiglio dell'Ordine (amm.to dell'es.) Consulta regionale ONERI PER ORGANIZZAZIONE CONVEGNI ATTIVITA' DI PROMOZIONE, TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA PROFESSIONE PARTECIPAZIONE A COMMISSIONI ESAMI DI STATO COMMISSIONI NAZIONALI E INTERNAZIONALI GIORNALE DEGLI INGEGNERI RIVISTA ORDINE DEGLI INGEGNERI CONTRIBUTI Contributo C.N.I. 292.100 Conferimento alla "Fondazione Ordine degli Ingegneri della prov.di Milano" 50.000 342.100 AMMORTAMENTI Macchine ufficio elettroniche 4.469 Mobili e arredi 2.333 Attrezzature 243 Sistemi telefonici 3.148 Condizionatori 110 Software 178 Elaborazione grafica e sito Internet 0 Protezione antincendio e sicurezza uffici 6.667 Condizionamento Sala conferenze 1.718 Abbattimento barriere architettoniche 3.600 Oneri pluriennali 391 Deposito logo 57 22.914 ONERI STRAORDINARI Sopravvenienze 35.206 Arrotondamenti ad unità di Euro 4 35.210 Totale 1.269.478 Avanzo/(Disavanzo) dell'esercizio 32.935 TOTALE COSTI DELL'ESERCIZIO 1.302.413 • oneri per funzionamento degli organi sociali: 2,6 (2,8) % • organizzazione convegni, promozione,tutela e valorizzazione della professione, partecipazione a commissioni nazionali e internazionali 7,0 (7,3) % • giornale degli Ingegneri e rivista Ordine: 10,2 (11.1 % • contributi (al CNI) e alla Fondazione: 26,9 (25,5) % • ammortamenti: 187 (179) % • sopravvenienze passive 2,8 (0,4) % Le sopravvenienze passive corrispondono, per la quasi totalità, sia all’estinzione del credito nei confronti di colleghi che hanno richiesto la cancellazione dall’Albo e per i quali si è ritenuto troppo oneroso il contenzioso per il recupero, sia all’estinzione di un vecchio credito nei confronti della Fondazione. Le spese per organizzazione convegni, ecc comprendono i costi sostenuti dall’Ordine per la partecipazione alla gestione degli esami di stato e per i contributi a due borse di studio per dottorato di ricerca, a seguito convenzione con il Politecnico di Milano. Il bilancio di previsione per l'esercizio 2005, pure approvato dall'Assemblea, chiude con un disavanzo di 4.050 Euro, ed è previsto pertanto pressoché in pareggio; è stato impostato supponendo di raggiungere 12.300 iscritti entro la fine anno e mantenendo invariata la quota annua d'iscrizione. Facendo un raffronto con il consuntivo 2004 si possono fare le seguenti considerazioni. Nella parte ricavi l'incremento è determinato principalmente dal maggiore introito per quote d'iscrizione, connesso all'incremento del numero degli iscritti. Per la parte costi sono opportuni i seguenti chiarimenti. I costi del personale aumentano per adeguamenti salariali contrattuali conseguenti al recente rinnovo del C.C.N.L. Si è previsto un maggior onere di locazione, a fronte di una più equilibrata ripartizione dei costi d’affitto con la Fondazione. Le attività di promozione, tutela e valorizzazione della professione incrementano di circa 28.000 Euro. Non è stato previsto alcun conferimento di fondi alla Fondazione, in previsione di un minor fabbisogno finanziario da parte della stessa. Si sono adeguati gli ammortamenti all’incremento del valore dei beni materiali e immateriali derivante principalmente dalla realizzazione del nuovo sito Internet. Le altre voci di costo conseguono dalla previsione d’attività prevista per il corrente anno e dall’adeguamento ai costi unitari correnti delle singole voci di spesa. IL TESORIERE Alberto Sartori INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 A R G O M E N T I TUTELA AMBIENTALE / 1 L’inquinamento atmosferico Nella prima parte di questo ampio servizio, dopo aver tratteggiato gli aspetti generali del problema, si affrontano temi specifici quali: i particolati e le polveri sottili, le fonti dell’inquinamento fisse (caratterizzazione, collocazione, problemi di individuazione, potere inquinante), l’inquinamento comportato da veicoli a motore termico (cifre globali a livello nazionale, addensamento nelle città). Nella seconda parte, che sarà pubblicata sul prossimo numero, verranno indicate le linee operative che si potrebbero (e dovrebbero) attivare per migliorare la situazione. a tematica dell’inquinamento dell’atmosfera si presenta intrinsecamente complessa quando vi si fa semplicemente cenno, ed appare ancor più complessa ed alquanto confusa quando la si considera più da vicino. Un primo approccio logico del problema porta a prendere in considerazione tutte le sostanze dannose per l’organismo che vengono immesse nell’atmosfera, nonché le principali “fonti”di queste sostanze. Tipiche “fonti inquinanti “sono gli impianti urbani che riscaldano, d’inverno, case private, negozi, locali pubblici, e che producono acqua calda per tutto l’anno, bruciando combustibili liquidi e anche solidi. Gli impianti che bruciano metano non vanno considerati “inquinanti” in quanto questo gas genera quasi esclusivamente biossido di carbonio e vapore d’acqua e una quantità ridotta di monossido di carbonio e ossidi di azoto. In molte città, o nelle immediate vicinanze delle stesse, operano industrie, che debbono disporre del calore per effettuare le loro lavorazioni, e quindi “bruciano” anch’esse combustibili diversi. Alcune categorie di queste industrie hanno un “potenziale inquinante” particolarmente elevato, in quanto parte delle “emissioni inquinanti” può provenire dai materiali in fase di trasformazione: sono tipiche in tal senso le industrie che lavorano i metalli, ossia altiforni, laminatoi, fonderie di ghisa, fonderie di metalli non ferrosi.Altrettanto tipiche sono, nello stesso senso, le industrie definite genericamente “chimiche” che producono una gamma illimitata di composti chimici, quasi tutti di elevata complessità (basti pensare all’industria farmaceutica, a quella delle materie plastiche,a quella dei coloranti).Tutte sono “potenzialmente” inquinanti, alcune “realmente”inquinanti. Nelle città e fuori di esse circola un numero straordinariamente elevato di automobili (mosse da motori a benzina o diesel), di furgoni di ogni genere, L di autobus e TIR. Tutti gli scarichi di questi mezzi emettono sostanze “inquinanti”, in fase gassosa ed anche di “polveri” (basti guardare lo scarico “grigiazzurro” dell’automobile e quello “nero” dell’autobus in fase di avviamento). Dal punto di vista chimico, la situazione appare estremamente complessa. Ai tipici composti inquinanti “chimicamente semplici”, quali l’ossido di carbonio (CO), l’anidride solforosa (SO2), e gli ossidi di azoto (NOX) se ne aggiungono (e ci limitiamo a quelli prodotti dalla combustione) centinaia (alcuni testi li fanno salire a migliaia).Tra questi se ne ritrovano numerosi addirittura cancerogeni, quali i ben noti benzopirene, benzoantracene, dibenzilantracene, benzofluorantracene, oltre a quelli tipici di singole industrie particolari. In linea di massima, ogni singola industria dovrebbe “filtrare” in maniera efficace i “fumi” che emette, e controllare che questi non contengano sostanze inquinanti in quantitativi al di sopra di quanto “ammissibile” o di quanto “consentito”. Ma soltanto alcune industrie operano correttamente. Possiamo citare, ad esempio, le centrali termoelettriche dell’ENEL, che comprendono, permanentemente funzionanti nelle immediate vicinanze di ogni impianto, un gruppo di “centraline di misura”delle sostanze inquinanti potenzialmente producibili dall’impianto, il cui scopo è di segnalare in tempo reale la presenza di emissioni inquinanti al di sopra dei valori massimi tollerabili.Questa situazione, che potremmo chiamare “idillica”,si ritrova in un numero assai limitato di impianti intrinsecamente capaci di emettere sostanze inquinanti, siano essi collocati all’interno della cerchia urbana, nel relativo “hinterland”, o in zone più lontane. Non è raro che le emissioni inquinanti di un impianto industriale (specie se l’impianto è più o meno lontano dai centri urbani) siano controllate in maniera saltuaria quanto grossolana e che, nel tempo, impianti inizialmente poco inquinanti lo diventino di più per usura e degrado dei sistemi di combustione e di abbattimento dei fumi, o per problemi inerenti gli impianti che funzionano nell’industria stessa . Si ricorderà l’episodio estremamente grave e pericoloso verificatosi qualche anno fa presso Desio (“hinterland” della città di Milano) quando un’industria chimica, causa un’avaria non individuata agli impianti, prese ad emettere diossina, composto altamente tossico. L’emissione, dopo un certo tempo (che non fu mai definito con precisione) fu segnalata, l’impianto fu bloccato e la faticosa opera di “bonifica” del terreno inquinato, nel quale la diossina si era “ancorata”, richiese anni di lavoro. Già da queste brevissime note, il tema dell’inquinamento atmosferico si presenta assai complesso, per tutta una serie di ragioni. I composti inquinanti sono, dal punto di vista chimico, molto numerosi, per cui ciascuno di essi (o ciascun gruppo di essi) richiederebbe, per essere individuato e misurato, apparecchiature “specializzate”. I “centri di emissione” delle sostanze inquinanti siti all’interno della cerchia urbana possono essere individuati con un’azione impegnata e assidua, mentre quelli siti al di fuori della cerchia urbana (come meglio vedremo) possono sfuggire a ogni controllo e, addirittura, non risultare censiti nella loro stessa esistenza. Oltre a questo, gli automezzi con motore termico sono tutti “inquinanti” (anche se in misura maggiore o minore), e si spostano all’interno delle varie cerchie urbane, tra cerchie urbane e hinterland (pendolari), e lungo direttrici di traffico molto battute (autostrade e superstrade). Cercheremo di guardare un po’ più da vicino questa tematica complessa, anche se le immagini che riusciremo a delineare non possono definire in modo preciso le varie “situazioni dell’inquina- → INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 13 A R G O M E N T I mento”, né delineare linee esaustive di interventi capaci di risolverle. PARTICOLATI, POLVERI SOTTILI, PM10, PM2,5 Questi termini e queste sigle vengono riportati con tale frequenza dai “mass media”,che tutti ne hanno sentito parlare, e tutti sanno che “hanno a che fare con l’inquinamento”.Anche qui,una descrizione anche “sommaria” della questione non è tanto semplice. Vari anni fa, studiosi di diverse specializzazioni hanno constatato che nell’aria (i rilievi sono stati facili nelle grandi città) “sussistono in sospensione”“polveri sottili”, alle quali sono “ancorati”, se così possiamo esprimerci, molecole e gruppi di molecole tipicamente inquinanti. Tali “polveri sottili” vengono abitualmente inspirate e, essendo appunto sottili,penetrano nell’apparato respiratorio o “si depositano”all’interno di esso.L’organismo tende ad “eliminare”questo deposito di materiali “estranei”, ma così facendo mette in circolazione nell’organismo le sostanze così portate, tossiche per l’organismo stesso, in quanto danneggiano il sistema osseo, il fegato, l’apparato circolatorio. L’argomento è stato ampiamente sviluppato, tanto da diventare, come vedremo, un fattore di rilevanza primaria. Le “polveri sottili”(dette anche “particolato”) sono dannose proprio perché “sottili”: quelle di dimensioni maggiori non penetrano nell’apparato polmonare (e non vi convogliano quindi composti tossici) in quanto vengono trattenute dalla parte superiore dell’apparato respiratorio (naso, faringe, trachea). Le dimensioni al di sotto delle quali le “polveri sottili” sono dannose sono state individuate in un diametro inferiore a 10 micron (millesimi di millimetro), ed è stato rilevato che la maggiore aliquota della “pericolosità”è costituita dalle polveri di diametro inferiore a 2,5 micron. Sono nate così le sigle ben note di PM10 (polveri sottili di diametro inferiore a 10 millesimi di millimetro) e PM2,5 (polveri sottili di diametro inferiore a 2,5 micron). Gli studi e le rilevazioni sperimentali, condotte per tempi relativamente lunghi,hanno portato alla realizzazione di strumenti di misura per il “conteggio”delle polveri contenute in un “campione” di atmosfera. Il più usato è il cosiddetto “microscopio elettronico a scansione”, strumento non molto pesante,non molto difficile da usare e non particolarmente costoso. Disponendo in un’area “controllata” (tipicamente un’area urbana) un certo numero di “microscopi a scansione” e operando quotidianamente un certo numero di PAGINA 14 misurazioni, risulta così possibile disporre di una valutazione quantitativa dello stato d’inquinamento dell’atmosfera. Non si tratta di un sistema “esaustivo”: non pensiamo certo che un’eventuale emissione di diossina possa essere così rilevata, né che possano essere monitorati gli inquinamenti da anidride solforosa o da ossido di azoto. Ci troviamo però di fronte ad un “sistema indicatore”, ad un misuratore preciso di un interessante parametro dell’inquinamento dell’atmosfera. Gli studi e le rilevazioni proseguirono in un elevato numero di paesi diversi, nonché in zone dove, non svolgendosi alcuna attività “umana”, non potevano essere “immesse” sostanze inquinanti e non potevano “aumentare” le polveri sottili. Venne individuato un valore base, tipicamente “naturale”, attorno alla cifra di 4-5 microgrammi/metrocubo, e vennero individuati i valori “medi” nei diversi mesi. La Svezia, ad esempio, (anche nelle città) si trova in una posizione felicissima: 6 microgrammi /metrocubo. L’Italia settentrionale si trova, invece, in una situazione decisamente “cattiva”, con concentrazioni (medie) tra i 40 e i 45,e con frequenti “punte nelle maggiori città, che nei mesi invernali possono toccare (e qualche volta superare) i 70 microgrammi/metrocubo (due zone particolarmente critiche sono quelle di Torino e di Verona). L’Europarlamento è intervenuto sul tema, già diversi anni fa, prescrivendo che, qualora in un Comune il valore del particolato superi per 35 giorni la soglia massima ammissibile (orientativamente 50 microgrammi/metrocubo, valore definito nei diversi paesi per il proprio territorio) ed il sindaco non abbia preso provvedimenti mirati a riportare i valori di cui sopra al di sotto della soglia ammessa, il sindaco stesso deve essere sottoposto a sanzioni alquanto pesanti. La misurazione del “particolato” (polveri sottili) costituisce attualmente un criterio largamente praticato in base al quale viene “monitorato” l’andamento dell’inquinamento atmosferico, espresso mediante valori facilmente confrontabili nel tempo ed in zone tra loro lontane. Non costituisce comunque un criterio “esaustivo”:a riprova ne sono le segnalazioni, abbastanza comuni, di valori particolarmente elevati, in singole località, di inquinamento da ozono, o da ossidi di azoto ed altri composti inquinanti, individuati mediante strumenti di misura squisitamente “chimici”, che nulla hanno a che fare con il microscopio a scansione utilizzato per misurare il particolato. FONTI DELL’INQUINAMENTO “FISSE” Qualora si cerchi di configurare, seppure nelle sue linee più generali, il tema di individuare “tutte” le fonti dell’inquinamento, e valutarne, almeno in prima approssimazione, l’entità, e quindi l’impatto sull’inquinamento globale, ci si trova di fronte a una situazione peculiare. All’interno delle città la situazione può essere inquadrata e, sempre con qualche difficoltà, ”migliorata”. Numerosi comuni hanno da tempo avviato il “censimento” delle fonti inquinanti “fisse” site nel loro territorio ed hanno avviato un programma mirato ad eliminarle, o per lo meno a ridurne sostanzialmente il potere inquinante. Il comune di Bologna ha censito gli impianti operanti sul suo territorio, anche quelli tipicamente “domestici” (riscaldamento e acqua calda) individuandone oltre 120.000. Milano, limitando il censimento agli impianti di potenza superiore ai 35 kilowatt, ne ha individuati 28.000. Di questi, 15.000 funzionano a metano, e sono quindi assai poco inquinanti,e comunque facilmente controllabili; gli altri 13.000 funzionano a gasolio, e vanno quindi controllati “da vicino”, ed in molti casi “modernizzati” (sostituzione della caldaia), in quanto molti di essi “bruciano male” ed immettono nell’atmosfera tutta la “famiglia” dei composti chimici incombusti e parzialmente combusti cui abbiamo fatto cenno in precedenza. A Roma sono stati censiti 21.000 impianti, dei quali 16.000 funzionano a metano;dei 5.000 restanti,800 sono stati definiti “antidiluviani”. Firenze ha completato una campagna di autocertificazione degli impianti (130.000) ed ha fatto eseguire 30.000 controlli “diretti”. Questi controlli hanno individuato nel 50% degli impianti controllati anomalie definite “lievi” (e quindi “rimediabili”), mentre il 10% è stato dichiarato “potenzialmente pericoloso”. Oltre a questo, come meglio vedremo tra poco,in ogni città circolano automobili, autofurgoni ed autobus, il cui effetto inquinante si fa sentire in maniera alquanto pesante, anche se non è facile inquadrarlo con precisione sul livello quantitativo. Torniamo ora brevemente al tema del “censimento” delle fonti inquinanti “fisse”,e sicuramente responsabili di un’aliquota rilevante dell’inquinamento dell’atmosfera urbana. Molte di queste sono collocate nel cosiddetto “hinterland”, ossia nella zona esterna ai confini del comune, ma vicina e tale da “circondarlo”. In numerose città l’“hinterland” è tipicamente “industriale”, e gli impianti termici e termoINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 chimici esistenti sono numerosi e di elevata potenza. E’ ovvio come le elevate emissioni inquinanti degli impianti siti nell’“hinterland”, portate dal normale movimento dell’aria,“invadano” le città in maniera ripetitiva se non addirittura sistematica. Ma su tale questione i sindaci non possono intervenire, neppure effettuando una semplice individuazione delle fonti inquinanti,e meno ancora una misurazione delle emissioni. Tale situazione è stata stigmatizzata innumerevoli volte. Ne ha trattato, di recente,Leonardo Dominici,sindaco di Firenze e presidente dell’Associazione Comuni Italiani: un sindaco è ritenuto “responsabile” dell’inquinamento della città (vedasi il già citato provvedimento dell’Unione Europea) ma non conosce la collocazione delle fonti inquinanti (o potenzialmente inquinanti) che stanno “attorno” alla città e, per ragioni giuridiche di competenza, non gli è neppure consentito effettuare un’azione di individuazione delle fonti stesse. Ma c’è di più: non esiste, nel nostro paese, una “mappatura” generale delle fonti inquinanti site sul territorio nazionale. Il sindaco di Firenze,per l’ennesima volta, ne ha fatto richiesta al Ministero dell’Ambiente, senza avere risposta alcuna. E’ ovvio che, pensando di avviare un programma di “miglioramento” per quanto concerne le emissioni inquinanti, il primo passo consista nell’individuarle. Ma il nostro assetto legislativo e amministrativo non consente ai sindaci di estendere i loro rilievi fuori dalla cerchia urbana: i sindaci possono “intervenire” all’interno della loro città, come abbiamo appena detto, ma quanto concerne “il territorio”, ed i possibili “interventi” sul “territorio” stesso, cominciando dall’individuazione e dalla mappatura delle “fonti inquinanti” e “potenzialmente inquinanti” rientra nella “tutela dell’ambiente”,sulla quale le competenze passano alle provincie ed al Ministero dell’Ambiente. E non è comunque pensabile che i sindaci di “piccoli” comuni s’impongano alle grandi, medie e piccole industrie site nel loro territorio, e riuniscano i dati raccolti in “mappature”di zone più o meno ampie. I sindaci, naturalmente quelli delle città medie e grandi,“fanno quello che possono”, e ne derivano, per prima cosa, indicazioni interessanti ed anche sorprendenti. Treviso, nei mesi recenti, ha vissuto 49 giornate di inquinamento con valori decisamente superiori a 50 microgrammi/metrocubo. Secondo misurazioni e valutazioni effettuate da esperti, il traffico (auto, furgoni, autobus) sarebbe responsabile del 70% delle polveri sottili e il riscaldamento del restante 30%. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 Nell’“hinterland” le cose cambierebbero radicalmente: il 14% sarebbe imputabile al traffico, il 48% agli scarichi industriali (fumi) ed il 38% al riscaldamento. L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO COMPORTATO DAI VEICOLI A MOTORE TERMICO Come abbiamo visto, gli impianti fissi inquinanti, a cominciare da quelli che “bruciano” combustibili liquidi ed anche solidi (carbone) sono molto numerosi, siti all'interno delle città e distribuiti in vastissime zone non urbanizzate. Abbiamo visto come sia possibile individuare le fonti inquinanti urbane, e quindi avviare programmi per “metterle sotto controllo”, e abbiamo accennato alla situazione del tutto negativa, quanto paradossale ai giorni nostri, delle fonti potenzialmente (e spesso fortemente) inquinanti site fuori dalle grandi città, assolutamente “fuori controllo”. Per chi risiede o comunque lavora all'interno dei grandi centri urbani,l’inquinamento dell’aria è un fatto ben noto basato sulle nostre stesse “sensazioni” (respirazione, odori), sulla sistematica rilevazione visiva delle parti fumose degli scarichi degli automezzi, ossia “fumi chiari” degli scarichi automobilistici e “fumi neri”dei diesel. Chi non fosse particolarmente sensibile all’inquinamento dell’atmosfera urbana in maniera personale viene comunque sensibilizzato al problema dal fatto che, con ritmo sempre più frequente,da vari anni ormai sono abituali i “blocchi” degli automezzi privati (ed in qualche caso anche non privati) nelle città, per “alleggerire” i tassi d’inquinamento. Il problema non è facile da inquadrare in maniera “univoca”, in quanto presenta differenti aspetti sul piano strettamente tecnico, cifre non ben definite sul piano statistico, e differenti interpretazioni delle cifre stesse. Cerchiamo per lo meno di inquadrare le diverse tematiche e le cifre, non certo esaustive, sul problema, ma comunque disponibili. Il numero di maggio della rivista “L'Automobile” dell’Automobile Club si fa portatore di una sorta di “protesta”degli automobilisti, sui quali pesa l’onere dei provvedimenti anti-inquinamento presi sempre più di frequente (sospensione totale o parziale del traffico) tanto da diffondere il “convincimento” che il fattore principale e determinante dell’inquinamento, che per varie ragioni cui abbiamo fatto cenno raggiunge nelle grandi città le concentrazioni più alte, sia costituito dagli scarichi delle automobili private. Questa pubblicazione riporta alcune cifre, indubbiamente inte- ressanti, e per di più “ufficiali”, in quanto rese pubbliche dal Ministero dell'Ambiente. Queste cifre, concernenti la situazione globale del paese, attribuiscono il 32% dell'inquinamento globale al “traffico”,il 30% “all’industria”, l'8% al “riscaldamento” (domestico). Il restante 30% è attribuito ad una pluralità di settori: quello definito “navale”, quello “elettrico”, lo “smaltimento dei rifiuti”, l’“agricoltura”, le “raffinerie”e qualche altro “minore”. I redattori della sopracitata rivista, facendo riferimento a studi condotti da vari tecnici in varie città, espongono ulteriori cifre, cominciando col dire che, su un 32% globale di inquinamento provocato dalla “totalità degli automezzi” solo una parte può essere attribuita agli scarichi delle “automobili”: i1 resto va attribuito agli scarichi di autobus e autocorriere, di TIR, di camion ed autofurgoni di dimensioni unitarie sempre superiori a quelle di un’automobile, ed impegnati in percorrenze chilometriche quotidiane mediamente assai superiori a quelle delle automobili. In base a tali rilevazioni e ad opportuni calcoli, viene avanzata una valutazione precisa: del 32% delle emissioni inquinanti globalmente attribuibili ai “trasporti” solamente poco più di un terzo (per la precisione, il 34%) è attribuibile alle “automobili”in senso proprio. Ebbene, il 34% del 32% dà l’11%. In base a queste valutazioni, dunque, a livello nazionale, attribuire alle automobili in circolazione un ruolo “determinante” e primario nell’inquinamento globale non sembra corretto. E’ il caso comunque di riferire queste considerazioni ai grandi agglomerati urbani nei quali ovviamente la “densità del traffico” è molto superiore ai valori medi nazionali, mentre la cosiddetta “industria” contribuisce ad inquinare l'aria urbana assai di meno. Ammettendo (con una extrapolazione “a tutto danno del traffico motorizzato”) che il 60% dell'inquinamento dell'aria delle grandi città sia provocato dagli scarichi degli automezzi che vi circolano, se ne deduce che il 34% (già considerato) di questo 60% sarebbe attribuibile alle automobili, e quindi poco più del 20% del totale. La conclusione di questo “ragionamento” può essere messa in discussione ed eventualmente corretta, ma non può essere neanche trascurata. Per di più l’inquinamento da parte dei motori automobilistici, come si rileva in cento scritti e cento trattazioni a voce, può essere “alleggerito” dalle cosiddette “marmitte catalitiche”, tanto che le varie automobili vengono classificate in base a criteri europei nelle varie catego- → PAGINA 15 A R G O M E N T I rie E1…E2…ecc., via via meno inquinanti.E’indubbio che tali dispositivi abbiano un certo effetto anti-inquinante, in quanto mirano a “bruciare” l’aliquota della benzina incombusta o parzialmente combusta che il motore scarica. Ma è altrettanto vero che la marmitta funziona “ai limiti superiori” delle sue “capacità anti-inquinanti teoriche”per un certo tempo dopo che è stata installata, poi “invecchia”, e comunque sviluppa le sue piene capacità quando il sistema motore ha raggiunto una certa temperatura, condizione che si verifica raramente nei veicoli impegnati nel traffico urbano e suburbano. E’ anche vero che i motori a benzina d’oggi, per motivi tecnico-costruttivi, “bruciano meglio” di quelli di vent’anni fa, ed è vero che i motori diesel funzionanti a “gasolio bianco” (emulsione di gasolio ed acqua) sono meno inquinanti, ma non si tratta di percentuali determinanti. E’ vero infine che la cosiddetta “auto a idrogeno” potrà avere una rilevante diffusione, ma questo potrà verificarsi tra dieci o quindici anni. Un ulteriore “discorso” che non è possibile, oggi come oggi, basare su dati e rilevazioni sistematiche quantitative, ma che appare di rilevanza sostanziale, è quello che riguarda “il livello di inquinamento dell’aria che affluisce normalmente dall’esterno entro la città”. La considerazione è semplice ed ovvia, ma non ne esiste alcun inquadramento quantitativo né sistematico. L’andamento delle cose è quello che ben conosciamo. Quando le centraline site entro la cerchia urbana segnalano un inquinamento percentuale di polveri sottili al di sopra dei limiti considerati “pericolosi” scatta il provvedimento dell’arresto o della limitazione del traffico, ma l'esperienza più recente ci dice che, anche se tali provvedimenti si fanno più frequenti e più “pesanti”, la situazione tende a ripresentarsi tale e quale a tempi via via più brevi. La cosa non può essere interpretata che in un sol modo: dato che le fonti inquinanti urbane, in particolare gli impianti riscaldanti, vengono sistematicamente “migliorate”, e che un numero crescente dei veicoli in circolazione “inquina di meno” (per le ragioni sopra esposte), significa che l’aria che “affluisce” nella città dalle zone più o meno lontane causa gli inarrestabili moti atmosferici, è a sua volta inquinata più o meno pesantemente. Tale inquinamento è imputabile alle “fonti inquinanti fisse”, ai vari “settori inquinanti” (agricoltura, smaltimento rifiuti, raffinerie ecc. già citati), ed al traffico di automezzi (in primo luogo “pesanti”) che si addensano su vie PAGINA 16 stradali ed autostradali che si sviluppano a distanze più o meno grandi dai centri urbani. Per evidenziare tale argomento, sul quale non sono disponibili né cifre né alcuno studio, ci limiteremo a fare riferimento a due “dati di fatto”, certo “isolati”, ma pieni di significato. Il primo riguarda il ruolo del trasporto merci ferroviario (e quindi effettuato da mezzi non inquinanti).Nel nostro paese soltanto il 7% delle merci viene trasportato su mezzi ferroviari, i1 93% da automezzi (grandi, medi, piccoli). In Francia e in Germania la percentuale “del ferroviario”supera il 30%. Il secondo riguarda il transito dei TIR proveniente dall’Italia: da oltre dieci anni, Svizzera ed Austria lo hanno vietato. Sono stati realizzati due scali specializzati nel “caricare” i rimorchi “” su carri ferroviari diretti in quei paesi, lasciando in Italia le motrici, e nello scaricare i “rimorchi” provenienti da Svizzera ed Austria e ricollegarli con le motrici. Questo provvedimento, poco conosciuto al di fuori degli ambienti direttamente interessati, evidenzia la rilevanza che vien data all’estero all’inquinamento da mezzi automobilistici pesanti, operanti “fuori dalle città”. Non così è stato per il traforo del Fréjus attraverso il quale, prima dell’incidente, transitavano ben 3.000 automezzi al giorno. DIMINUZIONE DELL’INQUINAMENTO E ALTRI "VANTAGGI" Le considerazioni che possano farsi per quanto concerne l'utilizzo di mezzi di trasporto " non inquinanti" in alternativa a quelli "automobilistici" sono molteplici , precise, ancorate a una pluralità di esperienze, per cui val la pena farvi brevi cenni " famiglia per famiglia" di mezzi non inquinanti. Vediamo poi come il “passaggio” da mezzi automobilistici, e quindi inevitabilmente inquinanti, a mezzi “alternativi”, comporti una serie di vantaggi sul piano economico e su quello della “qualità della vita”. Il tram e il servizio tramviario Il tram che correva su un binario d’acciaio, trainato da un cavallo, ci riporta ad immagini urbane del 1800, evidenziando un’esigenza molto sentita da parte dei cittadini che non possedevano una carrozza propria né potevano, per ragioni economiche, noleggiare di volta in volta una vettura a cavalli. Nel 1879 fu presentata la prima vettura tramviaria “elettrica”e due anni dopo fu inaugurata la prima linea tramviaria urbana elettrificata. Nel decenni seguenti, la diffusione del tram elettrico fu rapidissima ed estesa in un numero straordinariamente elevato di città grandi e meno grandi. Negli anni "venti”, accuratamente "orchestrato” e portato avanti in maniera martellante dalla nascente industria automobilistica, venne sviluppato un ”attacco" allo sviluppo delle reti tramviarie. I1 tram, si diceva, richiede forti investimenti in impianti fissi, l’autobus no. I1 tram "rimane fermo, anzi,“tutti i tram della rete” possono star fermi per un guasto alle centrali di alimentazione, per un incidente stradale, e richiedono costose “rimesse" attrezzate di linee e di binari. Questo sistematico "attacco" rallentò, anche se non è possibile dir "di quanto” sia lo sviluppo delle linee urbane che delle linee foresi, che collegavano le grandi città alle grandi località dell’”hinterland”. Il famoso "tram di Monza”, che collegava, appunto, Monza a Milano (Porta Venezia)ne divenne, se così possiamo dire, “il simbolo”. Vennero poi gli anni della guerra e gli anni della ricostru-zione nel corso dei quali i problemi del traffico rimasero in secondo piano e subirono sviluppi e vicissitudini differenziati da città a città, ma negli anni ‘60 e ‘70 si sviluppò una vera a propria "guerra al tram" (tipicamente cittadino nonché forese) , additato,come negli anni '30,come mezzo costoso (investimenti) rumoroso, ingombrante; tale da "riservare” a poche vetture ampie carreggiate che avrebbero permesso il transito di migliaia e migliaia di automezzi. Nel giro di pochi anni tale "guerra", mirata, naturalmente, e favorire gli affari dell’industria automobilistica (autobus e auto private) ebbe effetti cospicui. Praticamente tutte le reti foresi vennero distrutte , e il relativo servizio passato agli autobus.Alcune città, tra le quali Palermo, distrussero l'esistente rete tramviaria; l'esempio più cospicuo fu la città di Genova: le vetture "eliminate" furono acquistate in blocco da una città svizzera che le mise tutte in servizio sulla propria rete appena costruita . In poche grandi città , che si espandevano rapidamente, si ebbe un modesto viluppo della rete tramviaria, e furono messe in servizio vetture articolate a tre segmenti (i “ Jumbo-tram” della fine degli anni '70) capaci di velocità di 60 km/h, accelerazioni di 1,2 metri al secondo per secondo (la massima tollerabile da un passeggero in piedi) e munite di freni elettromagnetici che fanno presa sul binario in caso di frenata d’emergenza o di binario scivoloso. La "demonizzazione del mezzo su roINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 taia",per quanto concerne le linee urbane, che portò alla distruzione o allo sviluppo ridotto delle reti tramviarie per oltre vent'anni, si è ormai "spenta", e comincia a "rovesciarsi" ossia a investire l'autobus urbano, fortemente inquinante, scomodo, rumoroso, con una capacità di trasporto ridotta, lento ed ingombrante. Oltre a questo, tornano ad essere per lo meno ascoltati gli esperti in fatto di costi: trasportare ingenti quantità di passeggeri "costa" assai meno se si dispone, lungo le direttrici di maggior traffico,di linee tramviarie.E un autobus "dura" dai 7 agli 8 anni, dopodiché "è da buttar via", mentre una vettura tramviaria , senza che aumentino i relativi costi di manutenzione, può restare in servizio sicuramente più di ottant'anni, probabilmente un secolo-. A Milano sono oggi in regolare servizio alcune centinaia di vetture costruite tra il 1928 e i1 1930. Progettare nuove linee, mettere in servizio nuove vetture non viene considerato più, da parte di nessuno, un discorso "peregrino". E un numero sempre maggiore di utenti vede nella linea tramviaria un’a1ternativa sempre più “interessante" all’utilizzo dell'auto privata. I1 filobus come "sostituto immediato" dell'autobus Il filobus è stato " inventato" all'inizio del 1900, ed ha avuto una diffusione relativamente limitata , per ragioni che restano sconosciute . Una vettura filoviaria costa più o meno quanto un autobus. Dura oltre trent’anni, e richiede una manutenzione meno costosa, non è inquinante ed è poco rumorosa. In Italia il filobus, oltre ad esser utilizzato, anche se in maniera limitata, in numerose città dimostrò le sue possibilità in alcuni utilizzi a grande raggio. Alla metà degli anni ‘30 venne realizzata un'estesa e ramificata rete che collegava Venezia con un rilevante numero di centri minori, siti anche a 20-30chilometri dalla città. Nel corso degli anni ‘50, la rete venne demolita e le vetture "rottamate" anche se perfettamente funzionanti. Per oltre 15 anni "a cavallo del periodo bellico", funzionò tra Tirano e l'alta Valtellina una linea "mista" percorsa da filocarri che trasportavano i materiali per la costruzione delle dighe in alta montagna (anche 2000 metri) e da filobus per passeggeri.Tale linea dimostrò la capacità del filobus di affrontare le salite a velocità "eguali" alle velocità normali in pianura, e di procedere anche su strade ghiacciate e innevate. Anche questa linea fu distrutta negli anni '50. La " demonizzazione" investì in pieno il filobus negli anni ‘50, con argomentazioni che appaiono oggi grottesche. Commentatori “autorevoli" scrissero fiumi di carta (ricordo i quotidiani di Roma) additando le linee aeree come elementi che "deturpavano" l'ambiente storico. Altri, non solo a Roma, scrissero e riscrissero che i1 filobus era "insicuro" in quanto l'alimentazione elettrica" poteva cessare da un momento all'altro" e che in caso di lavori o incidenti stradali il filobus diventava inservibile. Questi brillanti sostenitori dell'autobus non avevano la più pallida idea dei costi di esercizio né del fatto che un filobus può procedere indipendentemente dalla linea, seppure a velocità ridotta, spinto dalle batterie di bordo ("soluzione Milano") oppure da un modesto gruppo elettrogeno installato a bordo (soluzione Cremona e San Remo). La " demonizzazione”che investì per anni ed anni qualsiasi mezzo di trasporto urbano e forese che non fosse l'autobus rallentò 1a diffusione del filobus, e portò alla distruzione di linee e reti esistenti.Oggi,di questa "demonizzazione” certo non si parla,anche se la diffusione del servizio filoviario è assai limitata nelle città, inesistente nelle zone foresi, mentre potrebbe recare vantaggi rilevanti nel “sostituire” mezzi inquinanti e rumorosi, e nel ridurre i costi di gestione del servizio. I veicoli elettrici " ad accumulatori" Anche parlando di questa " famiglia" di veicoli è interessante gettare uno sguardo al passato. Negli anni ‘30 a Milano e in altre città tutti i veicoli impegnati per la movimentazione della posta e delle immondizie erano elettrici, mossi da batterie di accumulatori portate a bordo, e quindi operanti "a inquinamento zero". Oggi un veicolo a batterie è "una mosca bianca",nelle vie delle città,mentre, per ovvie necessità, tutti i carrelli trasportatori e trasportatori/elevatori che funzionano nelle varie officine e nei depositi sono di questo tipo: non sarebbe certo possibile far funzionare veicoli a benzina o a gasolio in ambienti chiusi. La realizzazione "in serie" di batterie ed equipaggiamenti elettrici motori rende possibile realizzare veicoli urbani da trasporto senza sostenere pesanti oneri progettuali ed utilizzando equipaggiamenti motori di tipo esistente. Mediante veicoli del genere, sarebbe possibile sostituire praticamente tutti í veicoli che si muovono quotidianamente all'interno della cerchia urbana e nelle zone limitrofe per la movimentazione di generi alimentari, per il rifornimento dei supermercati, per la distribuzione dei colli giunti a bordo dei TIR nei punti di carico-scarico posti subito fuori dalla cerchia urbana, ed altro ancora. Veicoli adibiti a queste funzioni, di differenti dimensioni, percorrono ogni giorno dai 50 ai 60-70 chilometri e sostano durante la notte. E’ quindi possibile ricaricarne le batterie nelle ore notturne, utilizzando la cosiddetta "energia di cascame" delle centrali termoelettriche, che di notte debbono "sfiatare" vapore nell'aria in quanto non è possibile “ spegnerle". Tale energia viene fornita a costi bassissimi, e sistematicamente utilizzata dai veicoli industriali a batterie. La progressiva sostituzione di decine e decine di migliaia di veicoli " a motore termico" adibiti a servizio merci urbano, con altrettanti veicoli a batteria, risulterebbe molto o vantaggiosa sotto diversi aspetti: sostituzione di veicoli inquinanti con veicoli non inquinanti, diminuzione della rumorosità del traffico, utilizzo di energia a bassissimo costo,disponibilità di veicoli della durata di 2030 anni. Anche questo argomento ci riporta ad un passato abbastanza lontano: negli anni 1935-36, quando per ragioni dl politica estera (aggressione all'Etiopia, "sanzioni" economiche) calò bruscamente la disponibilità di combustibili liquidi, vennero progettate e messe in servizio , con un grande "battage" politico, le vetture il cui motore funzionava a metano, contenuto da bombole portate a bordo. Sul piano tecnico, le automobili così alimentate funzionavano benissimo, anche se la loro " capacità di trasporto" risultava diminuita, dovendo portare a bordo le pesanti bombole, e l'autonomia era limitata, in quanto, quando le bombole erano vuote, occorreva "ricaricarle" o " sostituirle". Non disponiamo di dati "storici" sulla diffusione e l'utilizzo di vetture così alimentate, né di statistiche attuali. Certo è che oggi nell'Italia Settentrionale circolano numerose automobili a metano, di utilizzo assai " pratico" in quanto i relativi motori possono funzionare sia a metano che a benzina (basta azionare una levetta posta sul cruscotto). Se le bombole si esauriscono, l'auto procede a benzina fino a che chi è alla guida si reca in una stazione di sostituzione delle bombole (operazione che dura un quarto d'ora).Automobili così equipaggiate vengono utilizzate da automobilisti che percorrono quotidianamente, ovviamente per ragioni di lavoro, chilometraggi rilevanti (altre 100 km) situazione nella quale il minor costo della trazione a metano in bombole diventa " interessante". Evidentemente, aumentando l'aliquota di autovetture così funzio- → INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 17 A R G O M E N T I nanti, verrebbero sostituiti automezzi "inquinanti" con automezzi " non inquinanti" come sono quelli a metano. Per ragioni di completezza di questa pur breve trattazione, va fatto un cenno ai motori di costruzione più recente, che risultano "intrinsecamente” meno “inquinanti" di quelli precedenti, in quanto "bruciano meglio il combustibile". Non intendiamo far riferimento, ancora una volta, alla “marmitta catalitica”, il cui scopo è “bruciare” un'aliquota degli incombusti contenuti negli scarichi dei motori, ma ad una combustione, all'interno dei cilindri, nel corso della quale una maggiore aliquota del combustibile venga "bruciata" e poi trasformata in energia meccanica. Se facciamo un confronto, vediamo che i motori più recenti '"consumano meno", ossia consentono di percorrere una distanza maggiore "bruciando" lo stesso quantitativo di combustibile. Per tale motivo i motori più moderni, che utilizzano particolari dispositivi atti a migliorare la combustione, inquinano di meno. Si tratta di una questione indiscutibile, ma , sul piano quantitativo, alquanto modesta: non è certo pensabile che, su questa strada, si possa ottenere una diminuzione sensibile del globale inquinamento, né nelle città, né fuori di esse. Quanto al “motore ad idrogeno" si tratta di una questione completamente differente, complessa e delicata, di cui si potrà parlare, in termini interessanti sul piano pratico, come già detto tra dieci anni e forse più. Le metropolitane e le ferrovie Nelle pagine precedenti abbiamo dunque focalizzato una tematica ben precisa: la possibilità di “sostituire” mezzi di trasporto "inquinanti" con mezzi "non inquinanti", la strada maestra per riuscire a limitare l'inquinamento globale per l'aliquota imputabile, appunto, ai mezzi di trasporto. Su questa strada, abbiamo "lasciato per ultimi i due mezzi o " sistemi" quantitativamente più "interessanti" ossia capaci di “sostituire" una massa imponente di mezzi inquinanti, prestando per di più un " servizio” più efficiente e meno costoso per gli utenti. Si tratta delle "metropolitane" e della ferrovie. La storia ci dice che la prima linea metropolitana (sotterranea) fu messa in servizio a Londra nel 1863; era lunga 6,4 chilometri e le motrici erano locomotive a vapore; fu elettrificata nel 1890, e da quell'anno ampliata e modernizzata con un processo “ continuativo” scandito da successivi piani e programmi. La seconda "metropolitana" entrò in PAGINA 18 servizio a G1asgow nel 1897,1a terza fu quella di Parigi (1900), la quarta quella di Boston (1901) e la quinta quella di Berlino (1902). Da a1lora, furono messe in servizio oltre 30 nuove reti, e, naturalmente, quelle esistenti furono progressivamente sviluppate, estese, modernizzate. La capacità di trasporto di una metropolitana è veramente imponente. Basterà, per rendersene pienamente conto, riportare alcuni " ordini di grandezza". Un convoglio metropolitano può portare dalle 500 alle 1000 persone , mentre un autobus ne porta una cinquantina e un’automobile, nel traffico urbano, da una a due. Una linea può essere percorsa senza alcun problema da un convoglio ogni due minuti, e la relativa "velocità commerciale", a seconda della distanza tra le stazioni può essere di 30-40 chilometri orari. La situazione italiana, quanto a metropolitane in funzione, appare sorprendentemente “limitata” e di origini molto recenti. A Roma nel 1955 venne messa in funzione una linea, parte in galleria, parte a cielo aperto, lunga 3 chilometri; 1a prima " vera" linea, lunga oltre 15 chilometri, sarebbe entrata in funzione negli anni '70, ed una seconda sarebbe stata realizzata 15 anni più tardi. La prima linea milanese o meglio il primo tratto di essa (Piazzale Nord-Loreto) entrò in servizio negli anni '60, sulla base di un progetto che ne prevedeva cinque, delle quali una circolare. Il progetto originale fu affossato; vennero comunque realizzate, assai più tardi, due altre linee,mentre una seconda linea veniva realizzata a Roma.A Napoli e a Genova, in anni recenti, vennero realizzate metropolitane efficienti ma di sviluppo limitato. Come accennato, risulta agevole realizzare, sia in galleria che in superficie, "prolungamenti" della rete metropolitana che si diramino nell’“ hinterland". Per focalizzare i1 tema basteranno due cifre concernenti New York: è vero che tale conurbazione è assai più ampia di Roma e di Milano, ma va evidenziato che lo sviluppo della rete urbano-forese misura 1360 chilometri e le relative stazioni sono 460. Il “discorso” sulle ferrovie secondarie italiane, sia le reti per il traffico forese (come le Ferrovie Nord di Milano e la Circumvesuviana di Napoli) sia quelle destinate al traffico sulle lunghe distanze di passeggeri e di merci sarebbe molto lungo e, oserei dire, "triste” e la situazione attuale appare “incredibile" per un paese che si presenta moderno, efficiente e industrializzato. Le reti ferroviarie "foresi”sono poco sviluppate a sovraccariche, e non certo " moderne" nel loro insieme. I "pendolari" che le utilizzano viaggiano "male" per cui molti di essi preferiscono utilizzare le loro automobili. Le ferrovie su distanze medio-lunghe riescono, come già visto, a convogliare appena i1 7% delle merci (contro i1 30% di Francia e Germania) Più di metà della rete è ancora " a binario unico", e sprovvista del classico quanto semplice sistema elettrico di arresto automatico di un convoglio che imbocchi un tratto di "binario impedito", fatto reso " eclatante" dai recenti incidenti.A proposito della "nuova" Milano-Napoli (peraltro non ancora completa) si parla di " linea ad alta velocità" in quanto potrà esser percorsa da convogli a 250 all'ora o poco più. Ma quando in Francia si parla di "alta velocità" si fa riferimento ad una ben sviluppata rete passeggeri i cui convogli toccano (e talora superano) i 350 all'ora, ed in Germania si fa riferimento alla linea, "sperimentale" ma in servizio, percorsa da veicoli a sospensione magnetica che toccano i 500 chilometri orari. Non sarebbe "corretto" affermare che in ambito ferroviario, a sviluppo forese e sulle lunghe distanze, “non si fa nulla”, ma ciò che si fa è “poco” e “a tempi lunghi” in una situazione che, da tempi lontani, è sempre stata "carente". Evidentemente, l'azione sistematica " pro automezzo" ha sempre "rallentato" lo sviluppo e l’ammodernamento della rete ferroviaria e " privilegiato" lo sviluppo di strade, superstrade ed autostrade, i1 che ha portato all'aumento continuo del traffico automobilistico (passeggeri e merci) su distanze brevi, medie e lunghe. E tale aumento, peraltro ancor oggi operante, riversa nell'atmosfera quantitativi di materiali inquinanti molto superiori a quelli che si avrebbero se "1a rotaia" fosse adeguatamente sviluppata ed avesse caratteristiche moderne". La tematica della carenza degli "impianti" che consentirebbero di trasferire aliquote sostanziali dì traffico dall'automezzo (leggero e pesante) a mezzi non inquinanti ( essenzialmente su rotaia, in superficie e nel sottosuolo) è stata ora considerata sotto il profilo dell'inquinamento. Va tenuto ben presente (tema che ora non è possibile approfondire né quantificare) che gli "investimenti" in sistemi di trasporto "fissi" consentono di ridurre i "costi" dei trasporti, e che i “vantaggi economici" comportati da investimenti di questo tipo permangono per tempi praticamente illimitati. (Fine prima parte) Guido Weiller INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 TUTELA AMBIENTALE / 2 La certificazione ISO 14001 alla rete elettrica Enel Nel mese di ottobre 2004, l’Area di Business Rete Elettrica di Enel Distribuzione S.p.A., che ha la missione di sviluppare, mantenere efficiente e gestire la rete di distribuzione dell’energia elettrica, ha ottenuto la certificazione ambientale di conformità alla norma UNI EN ISO 14001 da parte dell’Ente di certificazione Rina S.p.A. accreditato Sincert. Il certificato attesta che la società ha adottato un Sistema di Gestione Ambientale conforme alla normativa internazionale di riferimento per la gestione delle attività di distribuzione e vettoriamento di energia elettrica, comprendendo la progettazione, la realizzazione, la gestione, lo sviluppo e la manutenzione della rete elettrica. a certificazione del Sistema di Gestione Ambientale è rilasciata alle organizzazioni che scelgono volontariamente di aderire alla norma UNI EN ISO 14001.Tale norma ha la finalità di guidare l’organizzazione nella strutturazione di un meccanismo virtuoso di “pianificazione > attuazione > controllo > verifica” delle attività che interagiscono significativamente con l’ambiente. Il sistema permette a ciascuna organizzazione di predisporre le procedure per: • definire la politica ambientale e gli obiettivi • verificarne l’efficacia • dimostrare a terzi la conformità alla ISO 14001. Il Sistema persegue il miglioramento continuo delle prestazioni in campo ambientale e viene periodicamente verificato da una Società terza di certificazione che opera in conformità alla norma UNI CEI EN 45012, nel settore di competenza. L IL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE La crescente attenzione alle problematiche ambientali e la coscienza che tutti i processi industriali hanno un impatto significativo sull’ambiente hanno spinto già da tempo l’Area di Business Rete Elettrica dell’Enel ad intraprendere scelte gestionali ed operative volte alla salvaguardia dell'ambiente. Oltre al rispetto degli obblighi legislativi previsti dalla normativa vigente, cui da sempre l’azienda ottempera in modo puntuale, la Rete Elettrica di Enel Distribuzione ha scelto però di attuare uno specifico Sistema di Ge- stione Ambientale che permette un controllo strutturato delle attività a valenza ambientale e l’ottimizzazione dei relativi processi, la prevenzione e anticipazione delle possibili problematiche ambientali compresa la riduzione dei rischi connessi ad incidenti ambientali. Il raggiungimento di un efficace miglioramento continuo della prestazione non può che basarsi sulla continua ricerca di equilibrio (sostenibilità) tra perseguimento di elevati parametri di tutela ambientale e costo economico necessario per raggiungere tali obiettivi. Un’altra caratteristica importante che il sistema possiede è costituita dalla sua integrabilità con altri Sistemi di Gestione (quali Sicurezza, Qualità, ecc.) che può consentire all’azienda di ottimizzare ulteriormente le prassi operative e documentali. LA POLITICA DI ENEL DISTRIBUZIONE I principi che la Rete Elettrica si impegna a rispettare nella sua missione sono sanciti nella Politica Ambientale, in linea con la Politica Ambientale di Enel S.p.A. Il Manifesto della Politica Ambientale ha lo scopo di dichiarare e diffondere l’impegno assunto dall’organizzazione a disciplinare le attività con effetto significativo sull’ambiente in un sistema organizzativo volontario e procedurato. L’impegno per l’ambiente riguarda gli impianti, le risorse umane e la comunicazione ed è sottoscritto dal Chief Operating Officer della Divisione Infrastrutture e Reti e della Divisione Mercato di Enel. Obiettivo del Sistema di Gestione Ambientale: il miglioramento continuo. I RIFLESSI SULLO SVOLGIMENTO DEI PROCESSI L’individuazione degli impatti ambientali, riferibili ai processi gestiti dalla Rete Elettrica è stata sviluppata nelle seguenti fasi: • analisi dei processi aziendali e, per ciascuno di essi, individuazione degli elementi che interferiscono (o possono interferire) con l’ambiente (aspetti ambientali) in condizioni sia normali ed eccezionali, sia di emergenza; • individuazione, per ciascun aspetto ambientale, dell’impatto generato sull’ambiente (impatto ambientale); • valutazione quali-quantitativa, per ciascun aspetto individuato, del livello di significatività dell’impatto generato. L’analisi ha portato all’individuazione dei seguenti aspetti ambientali significativi associati alle attività della rete elettrica: • detenzione ed uso di sostanze pericolose (oli, materiali contenenti → INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 19 A R G O M E N T I amianto) • produzione di rifiuti speciali • detenzione di SF6 (gas serra) • perdite di energia in rete • generazione di rumore • generazione di campi elettrici e magnetici • presenza degli impianti (impatto visivo e uso del territorio) • versamento accidentale di sostanze pericolose e incendio (in condizioni di emergenza). La corretta gestione degli aspetti ambientali significativi è stata procedurizzata attraverso l’elaborazione di documenti di sistema (Istruzioni Operative) che forniscono indicazioni dettagliate sul corretto comportamento da tenere da parte di tutto il personale per garantire, oltre al rispetto delle prescrizioni legislative, la salvaguardia dell’ambiente e dell’efficienza organizzativa ed economica dell’azienda e il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali. Le performance ambientali associate ad alcuni aspetti dipendono anche dall’operato di terzi (ditte appaltatrici), motivo per cui la Rete Elettrica ha ritenuto indispensabile dotarsi di idonee procedure per la gestione ed il controllo ottimali di appalti ed approvvigionamenti. La verifica della corretta applicazione delle procedure viene effettuata regolarmente tramite un programma di visite di sorveglianza interne, coadiuvato da un programma di formazione ad hoc. Il Sistema di Gestione Ambientale della Rete Elettrica è applicato su tutto il territorio nazionale, considerata l’omogeneità di distribuzione degli impianti e l’uniformità delle attività svolte, includendo sia l’organizzazione, costituita da una popolazione di circa 24.000 persone operante nella Sede Centrale e nelle undici Unità Territoriali Rete (articolate in 11 Centri Alta Tensione, 29 Esercizi e 129 Zone), sia gli impianti (circa 1 milione di km di elettrodotti di cui 20.000 km di linee in alta tensione, 330.000 in media tensione, 730.000 in bassa tensione, e più di 400.000 cabine di trasformazione suddivise in 2.000 cabine di trasformazione da alta a media tensione e 410.000 cabine di trasformazione da media a bassa tensione). LA CERTIFICAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE L’Ente di certificazione ha attestato la conformità del Sistema di Gestione Ambientale alla norma UNI EN ISO 14001 verificando e valutando la doPAGINA 20 ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO Corso Venezia, 16 - 20121 Milano Tel. 0276003731 r. a. - Fax 0276004789 Internet: http://www.ordineingegneri.milano.it E-mail: [email protected] Forum Qualità accessibile dalla home page del sito dell’Ordine Membri del Consiglio Gianfranco Agnoletto (Presidente) Aldo Franchi (Segretario e Vice Presidente) Alberto Sartori (Tesoriere) Alberto Caleca (Vice Presidente) Alberto Avanzini, Chiara Battistoni, Stefano Calzolari, Luciano Fassina, Mauro Langfelder, Maria Cristina Motta, Gianluca Papini†, Federico Perotti, Domenico Perrone, Luigi Rainero, Matilde Schiavoni Certificato di conformità. cumentazione di sistema (Manuale, Procedure Gestionali e Istruzioni Operative) ed effettuando visite ispettive nelle unità operative. Nel corso del 2005 e 2006 lo stesso Ente effettuerà gli audit di mantenimento per la verifica della persistenza del rispetto dei requisiti imposti dalla norma. Nel 2007 l’Area Rete Elettrica sarà sottoposta a nuova analisi per il rinnovo della certificazione, infatti l’ottica del miglioramento continuo non può prescindere dalla continua revisione del sistema stesso e conseguentemente della sua autenticazione. Per Enel Distribuzione Rete Elettrica la certificazione ambientale ISO 14001 è uno degli strumenti per mantenere il proprio impegno per l’ambiente e per attuare coerentemente strategie industriali che rispettino il territorio e minimizzino l’incidenza delle attività di servizio. Il miglioramento delle prestazioni ambientali è obiettivo irrinunciabile e viene perseguito ponendo le tematiche di carattere ambientale ai massimi livelli di priorità gestionale. Angelo Bargigia BIBLIOGRAFIA (1) Norma UNI ISO 14001 Sistemi di gestione ambientale: Requisiti e guida per l’uso. (2) Norma UNI CEI EN 45012 Requisiti generali degli organismi di valutazione e certificazione ei sistemi di qualità. Orari di apertura della Segreteria: Da lunedì a venerdì 9-12, 15-18, escluso il venerdì p.m. Servizi di assistenza dell’Ordine Assistenza legale: avv. Giancarlo Conci Riceve il mercoledì a settimane alterne dalle 17.00 alle 19.00 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Assistenza Fiscale: dr. Maurizio Riva Riceve il martedì a settimane alterne dalle 17.00 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Problematiche del lavoro: Avv. Nadia Restivo Riceve il primo lunedì del mese dalle 17.30 alle 19.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Assistenza tariffaria: dr. ing. Erberto Botti Riceve ogni giovedì dalle 17 alle 19 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Assistenza informatica: dr. ing.Andrea Sommaruga Riceve ogni primo martedì del mese non festivo su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Recapito E-mail: [email protected] Sportello Giovani: dr. ing. Luigi Rainero Riceve ogni lunedì dalle 17.30 alle 19.00 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Cassa Nazionale Ingegneri ed Architetti e temi collegati: dr. ing.Angelo Selis Riceve lunedì e martedì dalle 16.00 alle 19.00 a settimane alterne su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Sportello Qualità: dr. ing. Luigi Weiller Riceve il martedì a settimane alterne dalle 17.00 alle 19.00 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 UNA RIVOLUZIONE ENTRA NELLE NOSTRE CASE La Televisione Digitale Terrestre Una presentazione della Televisione Digitale Terrestre, il sistema che sta entrando progressivamente nelle nostre case e tra qualche anno manderà letteralmente in pensione, rimpiazzandolo completamente, quello "analogico", utilizzato in tutto il mondo da circa 60 anni. L'impatto sulle abitudini degli utenti sarà notevole: programmi più numerosi, qualità video/audio migliore e servizi offerti simili a quelli Internet. Dopo un accenno al concetto di televisione digitale, si descriveranno i sistemi in grado di "diffonderla".Verranno menzionati anche i nuovi servizi fruibili. a Televisione Digitale Terrestre (DTT, Digital Terrestrial Television) rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo dei sistemi televisivi. Rispetto al ben noto sistema analogico tradizionale, si tratta di un importante punto di arrivo sia dal punto di vista tecnologico che dei servizi. Termini quali decoder, set-top box, multimediale, interattivo, virtuale, entreranno a far sempre più parte del lessico familiare, come fu a suo tempo con telecomando, televideo, schermo piatto.A distanza di 50 anni dall'inizio delle trasmissioni TV in Italia, passando dal bianconero al colore, nelle case degli Italiani entra la televisione digitale. Per legge i programmi televisivi entro il 2006 dovranno essere irradiati su frequenze terrestri solo in tecnica digitale. Potrà esserci qualche deroga, ma oramai il percorso è segnato. Prepariamoci, dunque. L TELEVISIONE ANALOGICA E DIGITALE: LA GENERAZIONE Il segnale elettrico video generato da una telecamera analogica è, fatti i debiti distinguo, il corrispettivo del segnale elettrico audio generato da un microfono. Nel primo caso, un "trasduttore" trasforma un'immagine fissa o in movimento in un segnale elettrico che ripete in modo continuo e "analogo" le variazioni nel tempo e nello spazio della luminosità dei punti che compongono l'immagine, mentre nel secondo caso un trasduttore trasforma il suono in un segnale elettrico che ripete in modo continuo e "analogo" le variazioni di pressione sonora nel tempo. Più precisamente, il segnale video è ottenuto esplorando rapidamente e sequenzialmente da sinistra a destra (righe) e dall'alto in basso (quadro) l'immagine messa a fuoco dall'obiettivo su un trasduttore ottico-elettrico. Il numero di righe in un quadro e il numero di quadri al secondo determinano sia la risoluzione, o finezza di riproduzione, Figura 1 - Schema a blocchi del processo televisivo. Figura 2 Processo di conversione AD/DA. dell'immagine che il suo "sfarfallamento". Nello standard PAL adottato in Italia le righe sono 625 in un quadro, i quadri si ripetono a cadenza di 25/s e sono suddivisi in 50 semiquadri interallaciati a cadenza di 50/s. Quadro dopo quadro, il segnale ripete la nuova situazione di intensità luminosa dei punti che formano l'immagine. Oltre alla necessità di fornire informazioni spazio-temporali e non solo temporali, la differenza sostanziale tra il segnale video e quello audio è l'estensione in frequenza, o larghezza di banda, che per il segnale video è di tre ordini di grandezza superiore a quella audio (circa 5 MHz rispetto a circa 5 kHz). In Fig.1 è mostrato lo schema a blocchi semplificato della catena televisiva che porta alla riproduzione sul televisore domestico dell'immagine originale ripresa. Nella televisione digitale il predetto segnale video analogico continuo viene trasformato in segnale discreto mediante un campionatore-quantizzatore. I campioni del segnale, prelevati a opportuna frequenza, vengono approssimati con un numero finito di ampiezze o livelli possibili e il loro valore è trasmesso a distanza come numero binario rappresentato con una sequenza di bit 0 e 1. L'operazione si effettua con un Convertitore Analogico/Digitale (A/D). In ricezione, un dispositivo complementare chiamato Convertitore Digitale/Analogico (D/A) ricostruisce in base ai numeri binari ricevuti i campioni "quantizzati" e quindi il segnale video analogico originale. La fedeltà di riproduzione rispetto all'originale è tanto migliore quanto più numerosi sono i livelli usati nel processo. 10 bit permettono di rappresentare 1024 livelli, un numero che nelle applicazioni televisive è ritenuto adeguato per un'ottima qualità del segnale video. In Fig.2 è mostrato il principio di conversione A/D e D/A di un segnale. LA COMPRESSIONE DEL SEGNALE TV Per un'elevata qualità video, la normativa internazionale prevede che i campioni del segnale video di luminanza → INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 21 A R G O M E N T I ABBREVIAZIONI E ACRONIMI ADSL Asynchronous Digital Subscriber Line CD Compact Disc COFDM Coded OFDM DBS Direct Broadcasting Service DTT Digital Terrestrial Television DVB-C-S-T Digital Video Broacast CableSatellite-Terrestrial EPG Electronic Program Guide FEC Forward Error Control FO Fibra Ottica HDTV High Definition TV ICT Information and Communication Technology MHP Multimedia Home Platform MP3 MPEG audio Layer-3 MPEG Motion Picture Expert Group OFDM Orthogonal Frequency Division Multiplexing PAL Phase Alternating Line PSTN Public Switched Telephone Network QAM Quadrature Amplitute Modulation QPSK Quaternary Phase Shift Keying RF Radio Frequency Rms Root mean square (valore efficace) RTPC R e t e Te l e fo n i c a P u b b l i c a Commutata SDH Synchronous Digital Hierarchy STB Set-top Box UHF Ultra High Frequency VHF Very High Frequency si prelevino a frequenza di 13,5 MHz, quelli dei due segnali di crominanza a 6,75 Mhz ciascuno e che la codifica si effettui con 10 bit. Il flusso binario risultante o bit rate è di (13,5 + 6,75x2)x10 = 270 Mbit/s.Velocità così elevate, mentre sono ammissibili negli studi televisivi, non lo sono affatto a causa dell'eccessiva banda di frequenza richiesta per la diffusione della televisione digitale terrestre (DTT) destinata all'utenza residenziale. Per ridurre il bit rate si effettua una opportuna "codifica di sorgente", una tecnica che consente di ridurre (comprimere) da 20 a 100 volte il flusso originale di 270 Mbit/s. Nella DTT, la velocità di trasmissione prevista per un singolo programma televisivo (video+audio) è infatti compresa tra 2 e 15 Mbit/s. Per ottenere questa notevole riduzione si usa un dispositivo noto come codificatore/compressore MPEG-2, che elimina le "ridondanze spaziali e temporali" del segnale video, costituito come visto da quadri PAGINA 22 che si susseguono al ritmo di 25 al secondo. Il compressore MPEG-2 analizza ogni quadro, sopprime le inevitabili informazioni ridondanti (ogni quadro ha molte informazioni già contenute nello stesso quadro o nei precedenti) e, per ridurre ulteriormente il bit rate, crea informazioni estrapolandole dai quadri circostanti. Più precisamente, in un gruppo di quadri successivi memorizzati si analizza ogni quadro, si eliminano le ridondanze presenti al suo interno (come in una foto digitale) e si trasmettono codificate solo le variazioni. Il ricevitore può così ricostruire un quadro in base a quelli ricostruiti più recentemente. Per evitare che per eventuali errori l'immagine ricostruita si degradi eccessivamente, si trasmette periodicamente un quadro originale completo. I sistemi di compressione sviluppati dal Consorzio MPEG per i segnali audio permettono invece di ridurre di circa una decina di volte il bit rate di 1,5 Mbit/s altrimenti necessario per i due canali stereo. Un sottoprodotto di queste tecniche è il noto sistema MP3, che consente di scaricare da Internet e memorizzare sino a migliaia di brani musicali compressi con qualità "quasi CD". LA DIFFUSIONE TV La diffusione o trasmissione circolare (broadcasting) di segnali audio e video si propone di far arrivare via radio, cavo coassiale o fibra ottica i programmi emessi da una stazione a molti utenti. In Italia, la radiodiffusione analogica di programmi audio risale agli anni '20 e quella di programmi TV agli anni '50. La TV analogica terrestre è diffusa con modulazione di ampiezza entro canali radio di larghezza compresa tra 7 e 9 MHz a seconda delle bande di frequenza in cui sono allocate. Queste ultime sono 5 (da I a V) e si estendono da 52,5 a 862 MHz. La TV analogica satellitare è diffusa con modulazione di frequenza da satelliti geostazionari, distanti circa 42.000 km dal centro della terra, entro canali radio di larghezza compresa tra 27 e 36 MHz allocati nella cosiddetta banda KU, che si estende da 10,7 a 12,75 GHz. I principali consorzi che gestiscono satelliti di interesse europeo sono Eutelsat ed Astra. La diffusione della TV digitale è molto più recente. Le tecniche digitali sono progredite infatti parallelamente allo sviluppo dell'industria dei semiconduttori, che ha permesso di realizzare circuiti integrati molto complessi e veloci che in un singolo "chip" integrano milioni di transistori che operano in tempi anche dell'ordine dei picosecondi. Lo sviluppo congiunto di efficienti algoritmi di "codifica di sorgente" (compressione) e di "codifica di canale" (uso sia di codici correttori di errore, che pur aumentando leggermente il bit-rate, riducono drasticamente la probabilità di errore, sia della modulazione più adatta alle caratteristiche di propagazione del mezzo trasmissivo impiegato) ha reso infine possibile arrivare prima alla diffusione televisiva digitale satellitare e ora a quella terrestre. La TV sia analogica che digitale diffusa via cavo ha avuto sinora in Italia uno sviluppo territoriale più limitato rispetto ai sistemi terrestri e satellitari. LA STRUTTURA DELLA RETE TV La TV digitale terrestre richiede una rete trasmissiva che comprende la generazione, la distribuzione e la diffusione dei programmi in DTT. Il consorzio DVB (Digital Video Broadcasting) ha emesso le norme DVB-S, DVB-C e DVB-T rispettivamente per la TV digitale da satellite, cavo e terrestre. Nella diffusione digitale da satellite si usa la modulazione tipo QPSK e la banda occupata da un canale televisivo è di 36 MHz. La modulazione usata nella TV digitale terrestre è invece la COFDM (Coded Orthogonal Frequency Division Multiplexing), basata sul principio delle frequenze portanti multiple, e precisamente: con un certo numero di segnali video e audio digitalizzati e compressi, congiuntamente a dati funzionali o di servizio, si forma un unico flusso dati multiplexati; questo flusso dati, denominato Transport Stream Multiplex, o semplicemente MUX, è composto da sequenze di pacchetti di 188 byte e può contenere da 4 a 6 programmi TV completi; il flusso dati viene quindi suddiviso in tanti flussi a velocità molto più bassa ciascuno dei quali modula digitalmente in QPSK, in 16 QAM o in 64 QAM una delle migliaia di por tanti disponibili. La COFDM conviene perché ciascuna delle portanti è modulata con un bitrate molto più basso di quello d'origine, e pertanto gli errori in ricezione causati da eventuali percorsi multipli di propagazione dovuti a riflessioni sono molto minori. I principali vantaggi della DVB-T si possono così riassumere: • Maggiore efficienza spettrale. Un singolo canale assegnato ad 1 programma TV analogico può contenere 4 o 5 programmi TV digitali, con INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 conseguente maggiore scelta di programmi • Minor potenza irradiata. A pari area di copertura, la potenza dei trasmettitori è inferiore perché il segnale digitale è più resistente ai disturbi e alle interferenze rispetto all'analogico • Possibilità di creare "reti isofrequenziali". Con dei trasmettitori che diffondono lo stesso segnale sulla stessa frequenza, si avrebbe un notevole risparmio di canali radio per servizi TV terrestri • Migliore qualità di ricezione audio/video • Possibilità di trasmettere, oltre ai segnali video e audio, anche dati per servizi di vario tipo (ad es. applicazioni interattive tipo Internet, aggiornamenti software per i set-top box, ecc.) L'antenna di ricezione della TV analogica è compatibile con quella per il digitale terrestre e, se esso è a norma e correttamente funzionante, non si deve intervenire sull'impianto domestico di ricezione. LA SITUAZIONE IN ITALIA Attualmente la Rai diffonde sul territorio nazionale due MUX (gruppi) di programmi. Il "Mux A" comprende i programmi dei tre canali principali Rai (RaiUno, RaiDue, RaiTre e RaiUtile) e in futuro anche programmi di interesse locale a diffusione regionale; il "Mux B" contiene cinque canali tematici (RaiSport, RaiNotizie24, RaiDoc e RaiEdu). La rete di trasmissione Rai per DTT consiste di una stazione terminale di testa nazionale centralizzata, o "headend", dove i canali televisivi vengono digitalizzati e compressi, una rete di trasporto via satellite per distribuire il segnale ai siti trasmissivi e una rete diffusiva che trasmette il segnale all'utenza. In futuro, al fine di avere un percorso ridondante di trasmissione, la rete sarà affiancata da collegamenti SDH in fibra ottica o in ponte radio. Nel corso del 2005, per la generazione e la trasmissione dei segnali digitali dei canali locali è prevista la realizzazione anche di "headend" regionali, per cui lo schema della rete diventerà quello di Fig. 3. La descrizione sistemistica del processo di trasmissione e diffusione riportata nell'articolo in generale non è valida per gli operatori diversi da RAI. Infatti, mentre le strutture dei singoli impianti (headend e siti diffusivi) sono simili, lo schema di rete è diverso perché gli altri operatori non hanno la regionalizzazione e, in generale, hanno una rete di distribuzione che è o solo Figura 3 - Rete di trasmissione del MUX A. Figura 4 - Schema di principio dello headend. via satellite (ad es. Mediaset) o che si appoggia anche ad altre reti (ad es. La7 con Telecom Italia). LA STAZIONE DI TESTA O HEADEND Lo schema di principio dello headend nazionale, in cui vengono generati i programmi nazionali da trasmettere sul digitale terrestre, è mostrato in Fig. 4. I segnali televisivi e radiofonici in formato analogico o digitale non compresso sono innanzitutto codificati e compressi secondo lo standard MPEG2 e trasformati in flussi dati audio e video. Nello stadio successivo i flussi dei singoli canali sono inviati a un multiplexer che li raggruppa creando un unico flusso dati al quale vengono aggiunti quelli relativi alle applicazioni e ai servizi interattivi. Lo headend trasmette verso il satellite diversi programmi, di cui solo alcuni verranno diffusi nella DTT; gli altri programmi potranno invece essere ricevuti solo dagli utenti dotati di impianto satellitare. Per poter separare facilmente i canali DTT dagli altri nei siti diffusivi e negli headend regionali, la multiplazione avviene in due stadi. Nel primo stadio vengono raggruppati i canali DTT; nel secondo vengono aggiunti gli altri canali da inviare al satellite. Il flusso dati all'uscita del secondo stadio di multiplazione viene infine inviato a un mo- dulatore QPSK che genera il segnale IF da inviare al trasmettitore per il collegamento "up-link", ossia nella tratta terra-satellite. Gli headend regionali hanno uno schema simile allo headend nazionale; la differenza è che i programmi nazionali ricevuti dall’headend nazionale sono già codificati, mentre quelli regionali, codificati localmente, vengono giustapposti ai nazionali tramite uno stadio di multiplazione. LA DISTRIBUZIONE Il segnale generato negli headend viene inviato ai siti diffusivi mediante la cosiddetta rete di distribuzione. Essa è costituita da collegamenti via satellite e da collegamenti terrestri (rete SDH in fibra ottica e/o collegamenti in ponte radio). Attualmente, i siti diffusivi per il segnale DTT ricevono il segnale quasi esclusivamente dal satellite Hot Bird, in quanto si tratta prevalentemente di siti nuovi o che non hanno ancora un collegamento via terrestre.A regime, la rete di distribuzione del segnale DTT sarà del tutto analoga a quella attuale per il segnale analogico. I collegamenti principali saranno via rete SDH in fibra ottica o ponte radio (per fare questo la Rai sta potenziando la rete attuale), mentre i collegamenti via satellite serviranno da riserva in caso di interruzione del collegamento terrestre. → INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 23 A R G O M E N T I LA DIFFUSIONE La televisione digitale terrestre è diffusa sul territorio nazionale da sistemi radianti dedicati o condivisi con altre emittenti. La rete di diffusione provvede alla copertura del territorio rispettando le normative del Ministero delle Comunicazioni, che impongono un grado di progressiva copertura in termini di percentuale di popolazione raggiunta dal servizio, e precisamente: • 50% entro il 1° gennaio 2004 • 70% entro il 1° gennaio 2005 • passaggio al sistema digitale entro il 31 dicembre 2006. Un tipico sito diffusivo è costituito da due parti fondamentali: la prima si occupa di ricevere il segnale digitale dalla rete di distribuzione (satellitare o in ponte radio) e la seconda a diffonderlo sul territorio nazionale secondo lo standard DVB-T. In un sito diffusivo, il segnale ricevuto dallo headend è un tipico segnale televisivo digitale da satellite, cioè compresso con codifica MPEG-2 e modulato QPSK. Prima di inviare il segnale al trasmettitore esso deve essere demodulato ed elaborato opportunamente in modo da formare il "transport stream" con modulazione COFDM da irradiare verso gli impianti domestici degli utenti. Le caratteristiche fondamentali dei trasmettitori a standard DVB-T sono le seguenti: • trasmissione in modalità COFDM (Coded Orthogonal Frequency Division Multiplexing) in modalità 2K: - portanti attive 1705 - intervallo di guardia di 1/32 • canalizzazione a 7 MHz in banda III (VHF) o a 8 MHz nelle bande IV e V (UHF) • schema di modulazione 64 QAM. • codifica di canale (FEC=2/3 e ReedSolomon (204,188)). A parità di area di copertura, lo standard digitale permette di utilizzare trasmettitori con potenza RF nettamente inferiore rispetto agli attuali trasmettitori analogici. Sono state individuate le classi di potenza indicate nella Tab. 1. La diffusione del segnale DVB-T avviene sulle stesse bande di funzionamento e con la stessa canalizzazione del servizio analogico (VHF Banda III, UHF Banda IV e V).Anche se il canale della diffusione televisiva DTT occupa la stessa banda di un normale canale televisivo analogico, il suo contenuto corrisponde a più programmmi TV, costituiti da video, audio e dati. I canali assegnati per irradiare il segnale digitale sono frutto di una attenta pianificazione delle frequenze, con il contributo derivante anche dalla dismissione di servizi PAGINA 24 Classe di potenza Potenza (kW rms) % totali per RAI Bassa Medio-Bassa Media Medio-Alta Alta < 0,25 0,25-0,5 0,5 - 1,25 1,25 - 2,5 2,5 - 5 25% 20% 30% 15% 10% Tabella 1. analogici di emittenti regionali private. Nel caso il segnale digitale debba essere irradiato da un sistema radiante esistente in condivisione con un altro servizio digitale o analogico, per evitare interferenze si ricorre all’utilizzo di opportuni filtri combinatori. Dopo il filtraggio il segnale può essere irradiato sull’area da servire da un sistema di antenne a cortina (Sistema Radiante) che consentono di sagomare opportunamente la direzionalità del fascio irradiato per garantire il rispetto dei livelli di interferenza ammessi nel bacino d'utenza considerato. SERVIZI Il segnale DTT è ricevuto nelle nostre case attraverso lo stesso impianto d’antenna attualmente usato per il segnale analogico delle emittenti nazionali e locali; verranno pertanto mantenuti gli stessi componenti quali le antenne direzionali Yagi (per le bande III, IV e V), ed i dispositivi che compongono l’impianto di distribuzione interno (cavi, amplificatori, filtri, miscelatori/demiscelatori, attenuatori, partitori e diramatori). Dovrà però essere installato vicino all’apparecchio televisivo un nuovo dispositivo chiamato “decoder” o “set-top box” (STB). Tale dispositivo, disponibile in commercio nelle due versioni “interattiva” e “non interattiva”, provvede alla ricezione del segnale digitale ed alla sua riconversione in segnale analogico riproducibile sui normali apparecchi televisivi.Attraverso un telecomando ad infrarossi si può anche accedere ai servizi interattivi. La "piattaforma digitale" DVB rende disponibile una gamma di servizi del tutto nuovi che arricchiscono significativamente l’offerta televisiva tradizionale. I servizi per gli utenti sono suddivisi in due categorie: enhanced broadcasting e interactive broadcasting. Con il termine "enhanced broadcasting" si intendono tutti i miglioramenti qualitativi legati al segnale televisivo e alla fruizione dei programmi, quali ad esempio: • possibilità di trasmettere immagini in alta definizione (HDTV); • migliore qualità audio (qualità equi- valente ai CD) e possibilità di programmi multilingue; • possibilità di avere un Teletext più ricco di contenuti e grafica con immagini, ipertesti, clip audio/video, ecc.; • EPG (Electronic Program Guide) in grado di fornire informazioni aggiornate in tempo reale sulla programmazione; • servizi interattivi senza canale di ritorno, ossia con caratteristiche di “interattività locale”, in cui i contenuti, trasmessi ciclicamente, vengono memorizzati nel ricevitore per essere utilizzati in una fase successiva dall’utente. L'avvento della televisione digitale consente l'effettiva convergenza tra informatica e televisione con l'offerta di servizi interattivi veri e propri ("interactive broadcasting"). Qui il singolo utente può decidere quali contenuti ricevere o a quali servizi di suo interesse potere accedere. Appartengono a questa categoria servizi come la posta elettronica, il commercio elettronico e, in genere, i servizi pay-per-view. Per i servizi interattivi è necessario che nel ricevitore si abbia un canale di ritorno, realizzato tramite un modem PSTN o, meglio ancora ADSL, per trasmettere informazioni a ritroso ed interagire con il fornitore dei programmi o dei servizi. Per i servizi pay-per-view che possono essere forniti anche senza canale di ritorno, è necessaria una smart card, ad esempio del tipo prepagata, da inserire nel ricevitore e che abilita il servizio o la visione del programma. CONCLUSIONI La Televisione Digitale Terrestre è una realtà che sta entrando nelle nostre case più rapidamente di quanto si possa immaginare. Per contribuire a rendere più consapevoli le nostre scelte,si è ritenuto utile fornire un'informazione sommaria su quanto c'è dietro questa tecnica. RINGRAZIAMENTI Gli autori ringraziano gli ingg. Damiano Stanga e Giuseppe De Angelis, di Sirti S.p.A. per il prezioso contributo dato nella stesura dell'articolo. Francesco Crescentini Alessandro Fenyves INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 LA CONSAPEVOLEZZA A SALVAGUARDIA DELLE INFORMAZIONI Cronaca di un attacco informatico Information security: sicurezza organizzativa e tecnologica, la legge a supporto, gli Standards e le direttive Internazionali. ilano, settembre 2004. Sala riunioni Executive. Consueta revisione del Budget mensile. II mio staff ed io eravamo assorti fra numeri, quadrature e considerazioni strategiche. La mia segretaria annuncia l'arrivo di un funzionario della Guardia di Finanza.... Ho subito pensato a qualche controllo fiscale, il che non mi creava particolari preoccupazioni. Sospendo la riunione e mi appresto a ricevere il funzionario. In due parole mi spiega la motivazione della visita: attacco informatico. Tra me e me penso: "...siamo una piccola impresa italiana, fatta dì poco più di 100 dipendenti, senza particolari esposizioni internazionali. A chi potrebbe saltare in mente di attaccarci? A quale pro? ...eppure ho investito, alcuni mesi or sono, circa 10.000 Euro per la messa in sicurezza del nostro sistema informatico: firewall e antivirus". Chiedo ulteriori spiegazioni e nel frattempo convoco il responsabile ICT, un ragazzo, a detta di tutti, sveglio e competente. Per farla breve da un computer della mia azienda è stato portato a termine, prove alla mano, un attacco illegale verso un ente governativo. Faccio intervenire nella discussione il mio responsabile dei sistemi informativi che, nel frattempo, dopo aver ascoltato il resoconto del funzionario, aveva assunto un colore poco rassicurante. II ragazzo spiega, balbettando, che non risulta nulla di simile dai suoi "log" (tracciati degli eventi accaduti sul computer), o meglio, che non riesce a riprodurli adeguatamente ma che tutti i giorni effettua i "dovuti" controlli, a quanto pare sembra ciò non sia sufficiente, il rapporto della GdF è ineluttabile .... il panico sale. La legge è chiara in proposito ed io sono perfettamente conscio delle conseguenze penali ed amministrative a cui, in quanto rappresentante legale, potrei andare incontro, dunque devo trovare una soluzione per provare l'estraneità dell'azienda e quindi dei miei dipendenti al fatto increscioso. Mentre il funzionario intervista il "competente" ragazzo, mi viene in mente un vecchio amico, compagno di studi di ingegneria e "mago" del- M DEFINIZIONI SISTEMA INFORMATIVO Si divide in: formalizzato, non formalizzato e basato su computer. Abbraccia organizzazione processi, procedure, tecnologia, ruoli, responsabilità e canali di comunicazione all'interno dell'intera azienda. SISTEMA INFORMATICO È parte integrante del sistema informativo, con riferimento specifico all'area tecnologica. HACKER II termine venne coniato al MIT (Massachussetts Institute of Technology), ancora quando i computer non esistevano, attraverso la parola "hack" usata per indicare un "inciso" brillante e goliardico. In seguito il termine hack venne usato per indicare ogni intervento o "scherzo" astuto ad opera di studenti del MIT; il fautore dello scherzo era chiamato hacker. Lo sviluppo della cultura informatica ha permesso l'applicazione del gergo degli studenti del MIT al mondo IT. Nel gergo informatico hacker significa: abile, esperto in discipline legate al mondo dei computer, delle reti e dell'elettronica, significa condividere una cultura, uno stile dì vita. Nel gergo comune invece è spesso confuso con il termine cracker, quindi, a scanso di equivoci, è stato associato l'aggettivo ethical al sostantivo hacker. CRACKER Cracker è la figura che tipicamente commette crimini informatici. In inglese cracker indica colui che entra abusivamente in sistemi altrui per danneggiarli, utilizzarli per attacchi illeciti oppure per sfruttare la banda di rete o la potenza di calcolo. LAMER Termine riferito, in genere, a ragazzini dalle limitate conoscenze informatiche, che si introducono in sistemi altrui con l'unico scopo di danneggiarli per divertimento. PHREAKER È l'unione dei termini "phone", "freak" ed "hacker". Negli anni sessanta-settanta i freak rappresentavano un movimento contro culturale. II "phreaking" è legato specificatamente all'utilizzo di tecnologie telefoniche quali VoIP, esplorazioni di Network GPRS e UMTS. ALCUNI DATI Gli incidenti segnalati dal 1995 al 2003 sono passati da circa 2.400 a oltre 130.000. Le vulnerabilità accertate sono passate da poco più di 170 nel 1995 a più di 4.100 nel 2002 per scendere poi a circa 3.750 nel 2003. Ogni computer connesso ad internet è potenzialmente suscettibile di circa 60 attacchi per ogni ora di connessione. In Italia circa il 98% dei reati informatici non viene denunciato. l'informatica che ora si occupa di sicurezza, "Computer Forensics" per esattezza. Recupero il numero di telefono e lo chiamo spiegandogli il problema e la sua gravità. In poco più di mezz'ora è in azienda. Per prima cosa controlla l'aggiornamento del firewall, responso: mai effettuato dopo il suo acquisto, la configurazione idem.... Grazie alla sua abilità si riesce a dimostrare alla GdF che il computer utilizzato per l'attacco è stato violato in precedenza ed è stato utilizzato come ponte per sferrare l'attacco illecito. Tutto torna alla normalità, la mia preoccupazione svanisce, non del tutto però, ed il colore del responsabile dei sistemi informativi torna rassicurante... Chiedo al mio "caro" amico di tornare i giorni successivi per compiere un controllo, insieme con il personale ICT, del nostro sistema informativo... non vorrei fossero stati duplicati e quindi sottratti: liste clienti, piani di vendita e marketing, anagrafiche, business plan, brevetti e quant'altro... Dopo alcuni giorni il risultato che temevo: tutti i file riservati erano stati copiati. I danni potenziali incombenti si possono più che immaginare.... A fronte di questo episodio, l'evidenza del pericolo reale unita alla errata convinzione comune di non essere potenziale obiettivo di malintenzionati del mondo informatico, fanno riflettere. A tal proposito alcune domande risultano più che lecite. → INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 25 A R G O M E N T I In che modo ed a che scopo può avvenire un attacco? Perché gli attacchi avvengono anche alle Piccole e Medie Imprese? Chi meglio può proteggere un'azienda ed il suo sistema informativo? Quali sono le leggi e le procedure legate all'information security (sicurezza delle informazioni)? II patrimonio delle informazioni ed il loro elevato valore strategico sono sempre stati al centro delle policy aziendali, soprattutto delle grosse Corporate. Compagnie telefoniche, Software House, Assicurazioni e Istituti Finanziari in testa, hanno da sempre avuto un occhio di riguardo, mai sufficiente, per proteggere dati e informazioni, ancor di più con il diffondersi di strumenti per il commercio elettronico. Tutto ciò non ha però evitato, e non evita, attacchi informatici, intrusioni ed atti illegali legati al mondo aziendale. Ma come è potuto, e come può, avvenire ciò a dispetto di milioni di euro spesi in tecnologia informatica? meno, ad aiutare qualcuno che sembra essere in difficoltà. Un esempio di un'azione di ingegneria sociale può essere una falsa e-mail, od una telefonata, da parte dell'attacker, fingendosi amministratore di sistema, a un dipendente di qualche grosso ente. Vengono richiesti, utilizzando professionalità e gergo aziendale ma soprattutto l'arte della maieutica, nome utente e password dell'account, con la motivazione di un controllo sul server aziendale. Se la tecnica funziona, l'ingegnere sociale avrà ottenuto quel che cercava, ossia una porta aperta nel sistema informatico target da cui potrà iniziare l'attacco. Gli attacchi, di vario genere e gravità, possono essere attuati con motivazioni e scopi diversi. Si va dalla motivazione personale, scherzo o perfino ricatto, a quella più illegale di danneggiamento di un sistema informatico o acquisizione di informazioni altamente riservate." "Per fare un po' di chiarezza, è bene sapere che sicurezza dei sistemi informativi significa, anche e prima di tutto, sicurezza organizzativa, non solo sicurezza informatica. Un'azienda può disporre dei più sofisticati strumenti informatici, soddisfacenti i migliori standard di mercato, e vedersi il proprio sistema di gestione delle informazioni, violato inesorabilmente. Una fortezza ha sempre un passaggio segreto da cui entrare ...questo significa che se non si riesce ad attaccare la tecnologia si attacca l'organizzazione in quanto realtà di cultura e di persone, quindi la sua sfera socio-organizzativa. Per fare ciò occorrono capacità non comuni, tipiche dell'ingegnere sociale. La disciplina in questione è l'ingegneria sociale, ovvero Social Engineering. Ora, tralasciando per brevità la definizione di Popper, per ingegneria sociale si intende lo studio del comportamento umano, in tutte le sue forme, unito all'utilizzo di tecniche avanzate di comunicazione, relazione, negoziazione, persuasione, consuasione e business intelligence al fine di procurarsi informazioni. Tali informazioni sono generalmente usate per scopi diversi come quello di ottenere l'accesso ad una rete aziendale. Le tecniche di Social Engineering si basano essenzialmente su alcuni presupposti psicologici, fra cui la propensione delle persone a rispondere a domande dirette che non si aspettano o la tendenza, spiccata o L'episodio descritto si riferisce alla realtà della maggior parte delle aziende presenti in Italia: le Piccole e Medie Imprese. Esse costituiscono l'ossatura economica del nostro paese. A diverso titolo e natura, ognuna di esse è fautrice di innovazione, tecnologia e business. C'è il pericolo ed il motivo per cui questa fascia di aziende possa essere attaccata? "Il pericolo di un attacco, da parte di malintenzionati esiste sempre e comunque, per tutti, società, enti pubblici, istituti finanziari, nessuno escluso, anche per i privati, i motivi possono essere diversi: carpire informazioni riservate e strategiche, ottenere dati personali e sensibili, qui lo scopo può essere il furto d'identità, oppure usare PC poco protetti, per esempio in realtà quali PMI e privati, come ponte per sferrare un attacco. Questo avviene perché, in genere e per la maggior parte dei casi, è più semplice penetrare in queste aziende piuttosto che in quelle dimensionalmente più importanti, sia per motivi di sicurezza tecnologica che organizzativa. Questione anche di budget allocati alla sicurezza informatica.... Ovviamente occorre non fare di tutta l'erba un fascio, il fattore conoscenza, sensibilità, consapevolezza e cultura dell'information security gioca un ruolo fondamentale a qualsiasi livello dimensionale d'impresa. " Le autostrade dell'informatica, siano esse su rete fissa o mobile, via cavo o via etere, presentano dunque alcuni problemi di sicurezza se associate al- PAGINA 26 la vulnerabilità intrinseca dell'essere umano sul lato sociale. L'equilibrio attorno ad un livello minimo di protezione di un sistema ad interazione mista uomo-macchina risulta quindi essere instabile. Chi meglio allora può proteggere un'azienda ed il suo sistema informatico? "Information security significa sia sicurezza organizzativa, sia sicurezza tecnologica, per questo le competenze necessarie per proteggere un'azienda ed il suo sistema informatico devono essere ricercate in figure di consulenza aziendale, legale, ICT e non da ultimo di ethical hacking. L'integrazione delle loro conoscenze, capacità ed abilità possono garantire un approccio corretto e diligente al tema della sicurezza dei sistemi informativi, quindi organizzazione, processi e tecnologia. Ho parlato di ethical hacker non a caso... chi meglio di colui che ha messo a dura prova la sicurezza dei migliori sistemi informatici può dare un fattivo contributo? Ho precisato ethical, "etico'; per rafforzare un significato che viene troppo spesso travisato ed automaticamente associato, dai più, ai crimini informatici. Il profilo psicologico di un hacker può riassumersi nell'irrefrenabile curiosità intellettuale, nella ricerca del sapere e nella cultura del talento. L'attività di hacking si realizza nell'affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare le limitazioni dei sistemi informatici, dei protocolli per la comunicazione mobile e via discorrendo, il fine è quello di pubblicare e condividere i risultati ed evitare errori futuri a beneficio della sicurezza, a grandi linee lo stesso concetto che ha mosso l'open source. Purtroppo come in ogni movimento, esiste, anche per quello hacker, il lato oscuro." Parlando di sicurezza, di trattamento e salvaguardia delle informazioni, di organizzazioni e processi coinvolti non si possono tralasciare gli aspetti legali e normativi di riferimento. La legge sulla privacy, D.L.vo 196/2003, e gli standard BS7799 (ISO 17799) sono due esempi per garantire la tutela del patrimonio informativo dell'azienda, la sua struttura ed i suoi sistemi. Le direttive del Nuovo Accordo (Basilea2) introducono il concetto, ex novo, di Rischio Operativo (...rischio di perdite dirette o indirette risultanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi informativi, oppure di INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 R E C E N origine esterna....) legandolo alla determinazione dei rating bancari per il patrimonio di vigilanza. In ultima analisi, quali sono le leggi, gli standard e le direttive internazionali legati all'information security? È entrato in vigore il Codice della Privacy, D. L. vo 196/2003, lo scorso Gennaio 2004. Esso ha sostituito una normativa che esisteva da quasi otto anni, la legge 675/1996. Le scadenze introdotte dal Codice della Privacy, il DPS, acronimo che sintetizza il Documento Programmatico sulla Sicurezza, e con esso le misure minime di sicurezza obbligatorie, hanno ulteriormente rafforzato il concetto che almeno i dati personali debbano essere protetti. Molte aziende, a scapito della dovuta diligenza, affrontano l'implementazione delle misure minime con discrezionalità e sufficienza. Mi permetto di sottolineare che le "misure minime" devono essere considerate un punto di partenza inderogabile e non un obiettivo da raggiungere, un investimento e non un costo. Le norme ISO 17799 (STD internazionale per mantenere il controllo dei processi legati alla sicurezza delle informazioni definendo: ruoli, responsabilità, procedure e canali di comunicazione all'interno dell'organizzazione) sono allora un valido strumento per superare ogni tipo di incertezza ed inadeguatezza, forti di un approccio strutturato che vanta il riferimento a parametri obiettivamente ed universalmente riconosciuti, offrendo una solida garanzia al titolare del trattamento dei dati: aver correttamente adempiuto agli obblighi di legge. Inoltre le norme ISO 17799 rivestono un ruolo fondamentale nella gestione del Rischio Operativo. Con l'avvento di Basilea2, le banche dovranno accantonare capitali commisurati al rischio (di credito, di mercato ed operativo) dei loro clienti. Esse cominceranno a valutare le aziende, soprattutto le piccole e medie, per la loro capacità di gestire il rischio d'impresa, sia a livello finanziario, che organizzativo, che commerciale, che operativo,.... Gli affidamenti alle imprese saranno così inevitabilmente legati a tali rischi: più un'impresa sarà rischiosa, minori saranno gli affidamenti a cui avrà accesso, più alti saranno i tassi d'interesse passivi che dovrà pagare. " Pierpaolo Riva INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 a cura di Chiara Battistoni THE ROAD TO REALITY di Roger Penrose Alfred A. Knopf New York, 2005 Otto anni di lavoro, quasi 1100 pagine organizzate in 34 capitoli: più che un libro da leggere è un’opera omnia da consultare al bisogno. “The Road to Reality” è l’ultima fatica di Roger Penrose, l’eclettico professore che insegna matematica all’Università di Oxford e che ha lavorato con Stephen Hawking alla teoria dei buchi neri, autore de “La mente nuova dell’imperatore”, un libro che già nel 1992, studiando le connessioni tra mente, computer e leggi della fisica, anticipava molti dei temi più attuali delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Per ammissione dello stesso autore, “The road to reality” è un testo complesso, con abbondanti richiami (non solo concettuali ma sostanziali) alla matematica, quella che noi ingegneri studiamo nei fondamentali di analisi, tanto complesso da inserire perfino esercizi alla fine di ogni capitolo, con tanto di segnalazione del livello di difficoltà e soluzioni disponibili in internet (ottimo esempio di multimedialità e interattività applicata alla lettura). Eppure basta uno sguardo all’indice per capire che è un libro speciale, da assaporare con calma. Lo stesso Penrose, nella sua prefazione, propone diversi criteri di lettura; ha ragione quando scrive che la matematica può essere raccontata: qui perfino le didascalie sono così chiare da essere esse stesse sintesi efficaci di concetti complessi, come accade nel capitolo 28, dedicato alle teorie sulle origini e l’evoluzione dell’universo op- S I O N E pure nel capitolo 17 che esplora la dimensione spazio-temporale. Non scora ggiatevi, dunque, di fronte alla mole di questo libro, scegliete un capitolo (i primi sono r iser vati alle radici del sapere scientifico e ai numeri, gli ultimi alle leggi dell’universo) e immergetevi con calma rif lessiva nella lettura, come se foste nuovamente di fronte a uno dei tanti testi che hanno accompagnato i nostri studi. Passo dopo passo, tra una formula e l’altra, troverete spunti di riflessione, concetti matematici che vi rimandano ad esperienze professionali. Con la sua prosa Pensore riesce a comunicare tutta la forza creativa della matematica, capace di costruire modelli interpretativi della realtà, suggerendoci riflessioni filosofiche, foriere di idee innovative. E’ attraverso la rilettura della teoria dei numeri, le serie di Fourier, le superfici di Rieman, la teoria quantistica che Penrose dipinge tutta la bellezza e lo stupore per l’universo in cui viviamo; pur nel rigore e nella lucidità del matematico, l’autore riesce a trasmettere la passione che anima lo scienziato, che si trasforma in forza generatrice. Ma è nel capitolo finale “ Where lies the road to reality?” che matematica, fisica, chimica e scienze naturali si riappropriano della dimensione epistemologica e trovano una prima sintesi; è in queste pagine che Penrose approfondisce il ruolo autopoietico della mente umana, superando il concetto antropico (peraltro già oggetto di perplessità e critiche nei capitoli precedenti) e avviandosi verso una teoria non computazionale della conoscenza. A colpire è soprattutto la capacità di offrire al lettore scenari inesplorati, ricordando quanto importante sia osservare ogni nuovo problema da punti di vista diversi; forse abbiamo soprattutto bisogno di cambiare prospettiva nell’osservare i fenomeni, nell’esplorare i problemi; un’attitudine che abbiamo perso e che dovremmo riscoprire. Il XXI secolo, ci ricorda Penrose con una nota di vibrante ottimismo, ci riserverà inedite quanto meravigliose scoperte, purché si trovino idee nuove, for ti, capaci di guidarci ver so nuove direzioni, sentieri diversi da quelli seguiti fino ad oggi. PAGINA 27 L A P A R O L A A a cura di AlbertoCaleca Invitiamo gli iscritti a scrivere a questa rubrica, indirizzando a: “La parola agli iscritti” presso Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, C.so Venezia 16, 20121 Milano. Potete trasmettere le Vostre lettere anche via fax al n° 02/76004789 o per E-mail: [email protected] Le Vostre osservazioni e suggerimenti sono di grande interesse per la redazione di questa Rivista, che potrà così assolvere meglio il suo compito di collegamento e dialogo con gli iscritti all’Ordine. Il declino dell’Italia Mi riallaccio ad un mio contributo all’inizio del 2003 su questa rubrica piuttosto ottimista, circa l’affermazione del dott. De Rita del Censis dell’“Italia con le pile scariche” e menzionavo le azioni, tuttora valide, per la ripresa: - migliorare le infrastrutture e, in generale, il sistema Paese in modo da promuovere l’industria e i nostri prodotti industriali nel mondo; - sostenere la formazione continua; - investire nella ricerca di base e in quella applicata (innovazione tecnologica). Oggi, a distanza di oltre 2 anni, con un’economica semistagnante in Europa e ancora di più in Italia, il mio ottimismo si è affievolito per il crollo negli ultimi 3 anni, di tutti i principali indicatori: - competitività (scesa dal 26° al 47° posto); - livello tecnologico (dal 31° al 50°); - qualità delle istituzioni (dal 27° al 48°); - situazione macroeconomica (dal 23° al 38°); - sviluppo della tecnologia dell’informazione (dal 28° al 45°). E’ un declino generalizzato: economico, industriale, manageriale, dove la nostra categoria con oltre 160.000 iscritti ai 103 ordini provinciali (a Milano PAGINA 28 G L I I S C R I T T I siamo quasi 12.000) ha indubbiamente delle responsabilità ed è chiamata a dare il suo contributo professionale e intellettuale per contribuire a risolvere questa crisi. Occorre puntare soprattutto sui colleghi più giovani e più preparati, anche perché la figura dell’ingegnere sta subendo una forte trasformazione, sia in termini di ruolo in azienda, sia di corso di studi. In questo senso il Politecnico dovrà fare la sua parte. E’ vero che in Italia i problemi si accentuano per la mancanza di risorse condizionate da uno dei più alti livelli di debito pubblico in assoluto e ancor più in percentuale del PIL. Ma abbiamo anche un propulsore nascosto, che è l’economia sommersa, dell’ordine dei 350 miliardi di euro, pari al 15% del monte lavoro al nord e del 25% al sud, che deve venire alla luce del sole. Concludendo, con un po’ di ottimismo, cito solo due esempi su cui riflettere: 1) Un recente rapporto della Boston Consulting Group, società di consulenza d’impresa tra le maggiori al mondo, indica che entro il 2010 nei paesi emergenti a rapida crescita (Cina, India, est europeo, Messico, Brasile) ci saranno250 milioni di famiglie con un potere d’acquisto superiore ai 20.000 dollari all’anno: tante quante oggi quelle degli Stati Uniti e dell’Europa occidentale sommate. 2) La Cina non è solo “magliette e scarpe”, la Huawei (24.000 dipendenti, di cui l’85% laureati) in pochi anni è assurta ai vertici mondiali nel campo delle fibre ottiche e da novembre 2004 è presente in Italia con circa 100 addetti che raddoppieranno nel 2006. Quindi anziché parlare molto, forse troppo, di declino dell’Italia, occorre decidere (verbo difficile da noi) come ridurre rapidamente il ritardo accumulato. Certo non si può fare molto, se ancora il 54% dei fondi europei sono stati destinati all’agricoltura! Nicola Barbera Non commento i gravi dati numerici riportati dal collega Barbera. Condivido pienamente la conclusione della sua lettera: smettiamola di parlare di declino del nostro Paese e domandiamoci cosa possiamo fare per migliorare la nostra situazione e soprattutto passiamo all'azione. La nostra categoria, e in particolare i nostri Ordini, non possono sottrarsi a questo compito. Una ricetta? Partecipare alla vita sociale e politica italiana, essere presenti in tutti quegli enti e in quelle istituzioni che possono decidere il cambiamento del sistema e delle regole attuali. Dobbiamo riprenderci il ruolo attivo che ci spetta, rinnovando l'orgoglio di essere ingegneri. Qualche considerazione sulla Rivista Complimenti innanzitutto per la comprensibilità senza scadimenti, per il carattere interdisciplinare e l'utilità dei contributi. Noto con piacere che nella Rivista vengono ora trattati anche argomenti non squisitamente tecnici, ma di attualità e di cultura. Penso che bisogna proseguire in questa direzione per rendere la Rivista più attraente e soprattutto per spingere gli ingegneri verso aspetti culturali non strettamente professionali, riguardo ai quali l'ingegnere italiano è restio a interessarsi. Mi piacerebbe che tale indirizzo venisse da Voi confermato e anche, perché no, un po' accentuato. Gianfranco Conca Ringrazio il collega Conca. I complimenti fanno sempre piacere. Effettivamente la Redazione della nostra Rivista fa un po' fatica a calibrare il giusto "mix" tra articoli tecnici ed articoli di attualità e cultura, più leggibili e divertenti. In realtà accade che i nostri collaboratori ci forniscono soprattutto articoli tecnici e scientifici, mentre è vero che i nostri lettori gradiscono particolarmente gli articoli culturali. La soluzione? Vi invitiamo a fornirci articoli multidisciplinari di attualità e cultura, legati soprattutto alla vostra diretta esperienza professionale e di vita. Li pubblicheremo.Trasferiteci le vostre emozioni, aumenteremo l'indice di gradimento della Rivista. Un Seminario sul profilo professionale del giovane ingegnere Per un giovane ingegnere la capacità di integrarsi in tempi brevi all'interno di Aziende che operano in un mercato in continua evoluzione è strettamente connessa alla sua preparazione ed a quelle peculiarità che fanno di un ingegnere una risorsa strategica per la crescita di un'Azienda. I sistemi produttivi e commerciali sono in continua evoluzione e le Aziende devono spesso subire significative INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 V trasformazioni per assecondare un mercato sempre più esigente e complesso. Gli ingegneri, che vengono spesso chiamati ad essere gli artefici delle trasformazioni aziendali, devono essere caratterizzati da un profilo professionale capace di adattarsi bene ad un contesto lavorativo così articolato. Ritengo pertanto auspicabile ed opportuno un Seminario dell'Ordine per trattare il tema importante del profilo professionale del giovane ingegnere, con il coinvolgimento diretto di chi, all'interno delle Aziende, definisce le politiche del personale e i criteri di assunzione. Il seminario potrebbe essere inoltre il modo per ridurre le distanze tra le Aziende e l'Ordine. Ritengo infatti di fondamentale importanza, tanto per l'Ordine quanto per le Aziende, un coinvolgimento reciproco che possa spingere le Aziende a percepire sempre di più l'Ordine come un interlocutore su temi strategici e che possa consolidare un rapporto che ha ancora ampi margini di sviluppo. Domenico D'Agostino Abbiamo già nel nostro programma per i prossimi anni la puntuale difesa degli interessi professionali e di lavoro dei giovani ingegneri che lavorano nelle Aziende. Ben sappiamo che molti giovani ingegneri, assunti nelle Aziende e negli Enti Pubblici, sono sottopagati e spesso sottoutilizzati. Potreste domandare perché questo tipo di difesa non sia stato messo in atto ben prima dal nostro Ordine. La verità è che tale azione è difficile. Nel cambiare e migliorare tanti aspetti dell'Ordine, come abbiamo fatto negli ultimi anni, ci è mancato il tempo (e la forza) di affrontare questo compito impegnativo, ma necessario. Vero è che abbiamo istituito la Commissione Giovani e lo Sportello Giovani; questo non basta, ma sarà la base per affrontare la sfida proposta dal collega D'Agostino. Come suggerito, cominceremo da un Seminario sul tema, invitando i responsabili delle risorse umane delle più importanti Aziende, per capire lo stato dell'arte e per programmare la nostra azione. Con la collaborazione degli iscritti e delle Commissioni dell'Ordine, sono convinto che faremo qualcosa di buono e di veramente innovativo per i nostri giovani ingegneri. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 I T A A S S O C I A T I V A La Commissione Sicurezza E' attiva dall' inizio dell' anno 2000 la Commissione "Sicurezza ed igiene del lavoro". Compito specifico della Commissione è quello di fungere da consulente al Consiglio dell' Ordine ed al suo Presidente nella materia inerente la sicurezza e 1' igiene del lavoro. Inoltre sono compiti della commissione: - definire e dibattere temi da sottoporre all'attenzione del Consiglio dell'Ordine in primo luogo recependo le esigenze dei colleghi che operano nel settore sia come dipendenti che come liberi professionisti; - formulare proposte in materia di informazione, aggiornamento e formazione professionale di interesse per gli iscritti; - rispondere a quesiti e domande posti all'Ordine dagli iscritti trasferendo in tal modo le conoscenze di esperti qualificati. La Commissione ha prodotto diversi documenti relativi all' applicazione del D.Lgs 626/94 e ad altre tematiche correlate alla sicurezza del lavoro e degli impianti, tra i quali si citano: - contenuti del documento di valutazione dei Rischi; - contenuti del documento di valutazione dei rischi nelle strutture sanitarie: - contenuti minimi del documento di valutazione dei rischi negli enti di formazione; - applicazione dell' articolo 7 del D.Lgs 626/94 - adempimenti per contratti di appalto e forniture di servizi; - la conformità degli impianti elettrici nelle attività produttive in funzione del certificato di prevenzione incendi e del nulla osta di inizio attività; - valutazione del rischio: ruoli specifici ed integrazioni tra medici competenti e tecnici della sicurezza. I documenti sono stati prodotti con l'intento di far circolare tra gli ingegneri delle indicazioni anche minimali ma che possano costituire una base comune di lavoro, se possibile estendibile anche ad altre categorie professionali ed ai molti personaggi coinvolti nel miglioramento della sicurezza e dell'igiene del lavoro.Tutti i documenti sono reperibili al sito www.ordineingegneri.milano.it nella pagina dedicata alla commissione. Con la recente emanazione del D.Lsg 195/03 la commissione si è occupata inoltre della formazione degli addetti e dei Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione progettando corsi specifici per esperti conformi al decreto stesso e realizzati tramite la Fondazione dell' Ordine. Inoltre, tra i più recenti, sono stati organizzati incontri e seminari inerenti: - Decreto 1 dicembre 2004, n. 329 "Regolamento per la messa in servizio ed utilizzazione delle apparecchiature a pressione"; - Tavola rotonda "La valutazione di tutti i rischi"; - Le nuove norme CEI 31-30 nei luoghi con pericolo di esplosione; classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di gas; - Impianti elettrici nei luoghi pericolosi per la presenza di gas. Gli iscritti che intendono entrare in contatto con la Commissione o formulare proposte e quesiti all' attenzione della stessa possono inviare un messaggio e-mail all' indirizzo www.ordineingegneri.milano.it /attività/sicurezza/index.html o rivolgersi direttamente alla segreteria dell' Ordine. Maria Cristina Motta PAGINA 29 A R G O M E N T I PROFESSIONE Gli ingegneri nella P. A.: evoluzione del rapporto di lavoro La pubblica Amministrazione presenta un’articolazione di organismi e funzioni che interessano molteplici specializzazioni dell’ingegneria: dai ministeri agli enti territoriali (regioni, comuni, provincie),al servizio sanitario, agli istituti autonomi per le case popolari, al parastato. ra le molte possibilità offerte dal mondo del lavoro si può consigliare a un giovane ingegnere di prendere in considerazione l’impiego in un’Amministrazione Pubblica? L’offerta di lavoro non risulta numericamente trascurabile dal momento che le P.A. assorbono circa il 10% del totale degli ingegneri occupati. La Pubblica Amministrazione presenta un’articolazione di organismi e funzioni che interessano molteplici specializzazioni dell’ingegneria: ad esempio i ministeri,gli enti territoriali (regioni, comuni,provincie),il servizio sanitario,gli istituti autonomi per le case popolari, il parastato (INAIL,ENAV ecc.). Si cercherà di porre in evidenza come la recente evoluzione del settore possa offrire a un giovane laureato nuove opportunità di lavoro qualificato. T EVOLUZIONE NELL’ULTIMO DECENNIO L’accesso alle PA è avvenuto in passato esclusivamente per concorso e spesso il rapporto di lavoro ha avuto caratteristiche di stabilità nel tempo, specie per gli organismi più complessi come sono i comuni di grandi dimensioni,il cui collegamento a uno specifico territorio e la molteplicità di discipline praticabili all’interno dell’Ente ha favorito una scarsa mobilità del personale. Diverso è il caso del personale di altri Enti o Servizi che operano su tutto il territorio nazionale, con frequenti cambiamenti del luogo di lavoro e maggiore mobilità tra organismi diversi. Questa peculiarità del rapporto di impiego pubblico ha subito nell’ultimo decennio un radicale mutamento dovuto all’evoluzione della legislazione specifica. In relazione al cambiamento del rapporto di lavoro è in atto nella Pubblica Amministrazione una conseguente evoluzione che tende a favorire l’iniziativa, la responsabilizzazione, la ricerca dell’efficienza nel perseguire gli obbiettivi PAGINA 30 con il riconoscimento al personale con funzioni dirigenziali o di diretto supporto alla dirigenza di incentivi economici (retribuzione di posizione e di risultato).Vi è inoltre una maggiore flessibilità nell’attribuzione degli incarichi, un maggiore ricorso alla mobilità del personale fra diversi Enti e la possibilità di assunzione di personale a tempo determinato con alta professionalità o specializzazione. Prima del 1993 i contratti del pubblico impiego venivano regolati per legge con Decreti del Presidente della Repubblica. Col DL 29/93 il rapporto di lavoro del pubblico impiego è diventato di diritto privato e quindi regolato non più per legge ma da contratti di diritto privato e soggetto quindi alla legislazione generale che regola il lavoro subordinato e al Codice di procedura civile, analogamente a quanto avviene negli altri comparti in cui si articola il mondo del lavoro (industria, commercio,artigianato, terziario, ecc.) I livelli di contrattazione sono così articolati: - Contratto Nazionale: intercompartimentale e di comparto; - Contratto regionale; - Contratto decentrato a livello locale (Es.: Comune di Milano, Provincia di Milano ecc.). Per il personale a tempo indeterminato la struttura della retribuzione prevede oltre alla retribuzione fissa corrispondente alla qualifica, una retribuzione di posizione ed una di risultato, queste ultime di valore complessivo spesso superiore alla prima, visto che l’intento è di premiare l’assunzione di responsabilità e l’efficacia nel perseguire gli obiettivi. Vi è poi una specifica previsione nella L 59/97 (Bassanini ter) per una “distinta disciplina per i dipendenti pubblici che svolgono qualificate attività professionali implicanti l’iscrizione agli albi, oppure tecnico-scientifiche di ricerca”, da stabilire nei decreti delegati di recepi- mento dei contratti nazionali per il pubblico impiego e nei contratti decentrati. La necessità di individuare compiutamente le categorie e le specificità degli aventi diritto ha determinato l’istituzione di una commissione paritetica ARAN (agenzia per la contrattazione del pubblico impiego) - Organizzazioni sindacali - Amministrazioni di comparto che ha rassegnato le proprie proposte in sede di contrattazione collettiva a livello nazionale per il rinnovo del contratto 2002-2005. La difficoltà di reperire le risorse per la copertura della spesa a fronte di altre priorità individuate nell’ambito della contrattazione hanno rimandato una eventuale soluzione al rinnovo del contratto per il quadriennio 2006-2009 quando la nuova commissione paritetica avrà formulato proposte riguardo all’inquadramento del personale con l’obbiettivo del “riconoscimento della professionalità dei dipendenti e della qualità delle prestazioni lavorative individuali” e alla “disciplina dell’area della vice dirigenza e di quella dei professionisti.” Si può quindi affermare che la recente evoluzione del quadro di riferimento della legislazione sul lavoro nelle P.A. ha creato le premesse per una valorizzazione delle professionalità nell’ Amministra- zione Pubblica. Altri aspetti dell’innovazione in atto devono essere considerati per l’influenza che possono esercitare sul ruolo e sull’identità professionale dei tecnici e in particolare degli ingegneri del pubblico impiego: - le disposizioni della legge quadro dei lavori pubblici che, evidenziando la centralità del risultato prevede il superamento dei vecchi schemi funzionali, con le tradizionali divisioni dei compiti e delle responsabilità per le fasi della programmazione, progettazione, aggiudicazione e realizzazione di un’opera pubblica in capo ad altrettante strutture (ragioneria,ufficio tecINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 nico, ufficio gare e contratti e segreteria generale) responsabilizzando un unico soggetto con professionalità tecnica, il responsabile unico del procedimento, per l’intera procedura volta alla realizzazione di un lavoro pubblico; - le esternalizzazioni, (outsourcing, global service, project financing) cui le amministrazioni ricorrono sempre più, per carenza di personale, di risorse economiche ed altre motivazioni quali la complessità di talune problematiche. OPPORTUNITÀ DI VALORIZZAZIONE DELLA PROFESSIONALITÀ DELL’ INGEGNERE NELLE P.A. Si evidenzieranno alcune peculiarità dell’ attività dell’ ingegnere nel pubblico impiego che possono aiutare ad evidenziare le opportunità di crescita professionale che questo tipo di impiego comporta. Una caratteristica specifica dell’attività svolta in questo campo è spesso l’interdisciplinarietà; qualsiasi progetto nelle sue varie fasi di concepimento e sviluppo richiede una molteplicità di competenze che spesso sono già disponibili all’interno dell’ente e comunque,se reperite all’esterno, vanno governate e indirizzate per produrre un risultato finale conforme agli obiettivi. Un altro aspetto che caratterizza l’attività della pubblica amministrazione, specie negli enti più rilevanti per dimensione e funzioni, è l’elevato flusso di procedimenti delle diverse tematiche e la grande scala di molti progetti. Si pensi a una grande opera viabilistica e alle sue implicazioni ambientali e urbanistiche o a un depuratore di una rete di fognatura per il quale alla competenza specifica per la progettazione dell’impianto tecnologico si devono affiancare le competenze necessarie per condurre le verifiche dell’impatto ambientale. Gli aspetti prima menzionati possono creare, quando affrontati con idonee risorse, molteplici occasioni di accrescimento professionale sia per la casistica numerosa e varia sia per la natura complessa dei progetti. PROBLEMATICITÀ PER IL PIENO RICONOSCIMENTO DEL RUOLO DELL’ INGEGNERE NELLA P.A. Come già detto, la valorizzazione della figura dell’ingegnere si inserisce in un processo di forte rinnovamento in atINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 to da oltre un decennio e in continuo sviluppo nel quale, secondo numerose testimonianze degli ingegneri che lavorano nelle diverse realtà che formano la “galassia” del pubblico impiego raccolte da un fascicolo edito dal CNI nel 2004*, il riconoscimento del ruolo professionale dell’ingegnere stenta a trovare un appropriato riscontro. Pur nella varietà delle situazioni che non si prestano a schematizzazioni eccessive si può tentare di riconoscere alcune problematiche ricorrenti e fisiologiche e alcuni spunti per un superamento di questa fase di transizione. L’esternalizzazione delle attività con il ricorso a organismi o società di natura privatistica (outsourcing), l’affidamento della gestione della manutenzione a titolo oneroso (global service), la realizzazione di opere in concessione senza oneri per l’amministrazione (project financing), evidenziano il problema del controllo tecnico-amministrativo dell’operato degli affidatari che coinvolge in larga misura la figura dell’ingegnere. Infatti in base alle valutazioni tecnicoamministrative della gestione del contratto è possibile verificare l’ effettiva efficacia della modalità di gestione in atto e l’affidabilità del contraente per il raggiungimento degli obbiettivi dell’Amministrazione. Se il sistema dei controlli ha natura esclusivamente formale questi strumenti possono produrre una dequalificazione professionale del personale pubblico per la perdita progressiva di conoscenze necessarie alla gestione diretta di appalti o manutenzioni. Per contro un corretto rapporto tra le parti può promuovere un accrescimento del ruolo professionale del pubblico dipendente a contatto con nuove e diverse professionalità, destinato ad avere ripercussioni positive su tutta l’organizzazione. La flessibilità nella scelta del personale, con il ricorso alla mobilità, ad assunzioni a tempo determinato, alla rotazione degli incarichi, può rappresentare un’opportunità di crescita se finalizzata a coniugare nuove professionalità e specializzazioni con le competenze dei professionisti che lavorano stabilmente nell’organizzazione dell’ente e che garantiscono la memoria storica e le competenze di base per l’erogazione del servizio. Vi è quindi un problema di valorizzazione del ruolo dell’ingegnere nelle P.A. che,quando viene impiegato in * Identità e ruolo degli ingegneri dipendenti nella pubblica amministrazione che cambia, Centro studi C.N.I. n. 61/2004 compiti attinenti l’ingegneria, esplica mansioni tipiche dell’attività professionale, con discrezionalità ed autonomia operativa che stentano a trovare pieno riconoscimento: si è già detto del lungo iter di attuazione di una disciplina distinta per i professionisti prevista dalla legge Bassanini, che è ancora lontana dal recepimento nei contratti del pubblico impiego e si è invece ricordato il cambiamento della disciplina dei lavori pubblici che comporta un riconoscimento dell’attività tecnica. La scomparsa di alcuni “santuari”,dove risiedevano le competenze tecniche, come gli uffici tecnici a struttura verticistica diretti dall’ingegnere capo, o alcuni organismi di natura prettamente tecnica come l’ Enpi (Ente nazionale per la prevenzione degli infortuni) o l’Ancc (Associazione nazionale per il controllo della combustione),passato sotto le Asl, comportano un ulteriore sforzo per l’affermazione dell’identità della professione per un corretto rapporto con il cambiamento organizzativo in atto. Dall’indagine prima citata condotta dal CNI emergono le principali aspettative espresse dagli ingegneri della Pubblica Amministrazione: - riconoscimento delle competenze e delle conoscenze di natura eminentemente professionale che l’ingegnere mette a disposizione del proprio datore di lavoro “pubblico”; - riconoscimento, anche a livello retributivo, per l’assunzione di responsabilità che è connaturata in gran parte all’ attività svolta dall’ingegnere dipendente; - tutela per i rischi professionali, anche a livello amministrativo e legale. FORMAZIONE SPECIALISTICA ORIENTATA ALLA P.A.: UN CORSO DI LAUREA DI NUOVA ISTITUZIONE E’ importante segnalare che presso il Politecnico di Milano è stato istituito di recente nell’ ambito della classe di laurea in ingegneria gestionale, il corso di laurea specialistica in Ingegneria dell’amministrazione pubblica che si propone di favorire una preparazione specifica per ingegneri che lavorano nelle P.A., trattando scientificamente su basi teoriche delle prassi e delle tematiche principali specifiche del lavoro delle P.A.: quali: - orientamento alle esigenze degli utilizzatori dei servizi e all’efficacia dell’azione; - evidenziazione delle funzioni di supporto alla progettazione; → PAGINA 31 A R G O M E N T I - linee di responsabilizzazione; - distinzione tra indirizzi politici e linee di direzione tecnico-amministrativa; - massima autonomia dei responsabili Amministrativi e gestionali nel governo delle risorse; - politica delle risorse umane (sistema retributivo flessibile, promozione per merito, contratti individuali); - corretta utilizzazione delle tecnologie dell’informatica e comunicazione. Il piano di studio è aderente alle principali aspettative di aggiornamento culturale e potrà contribuire a fornire soluzioni per il miglioramento della qualità del lavoro nelle Pubbliche amministrazioni. CONCLUSIONI La figura dell’ingegnere non sempre è adeguatamente riconosciuta nel rapporto di lavoro sia pubblico che privato. Forse perché il suo contributo al progresso e all’innovazione, legato come è all’applicazione tecnica, comporta altri attori che muovono le risorse, promuovono le iniziative necessarie (nel mercato o nella politica) e in definitiva condividono il successo quando non se lo attribuiscono totalmente. Questi attori possono essere privati o pubblici; se sono pubblici si aggiunge, come è giusto, il giudizio della collettività i cui membri sono quasi sempre molto attivi nel contestare un insuccesso ma sono inclini a dimenticare in fretta le iniziative che vanno a buon fine. Del resto il problema della valorizzazione dell’opera dell’ingegnere non è nuovo se nella seconda metà del XIX secolo Sir Sandford Fleming, scozzese di nascita, ingegnere ferroviario in Canada e ideatore del sistema dei fusi orari, affermava che “se l’ ingegnere civile ha fatto bene il suo lavoro, tutte le tracce scompaiono e altri se ne prendono il piacere il profitto e il merito”.* L’apporto della professionalità dell’ingegnere deve invece giocare un ruolo determinante nel processo di evoluzione della Pubblica Amministrazione e consentirà, se opportunamente valorizzato, una integrazione sempre più stretta con il mondo della tecnica e dell’ingegneria nello spirito di un comune sentire con il mondo dell’industria e delle libere professioni che superi divisioni e valorizzi ogni possibile sinergia in uno spirito non corporativo di categoria, ma di consapevolezza dell’importanza del ruolo tecnico per il progresso della società. Alberto Avanzini * Clark Blaise, Il signore del tempo, Ed. Bompiani. PAGINA 32 UNA STORIA AFFASCINANTE ATTRAVERSO TRE SECOLI La grotta di Bossea Grotta turistica storica di notorietà internazionale, è caratterizzata dalla concomitante presenza di splendide attrattive estetico-ambientali e da un alto interesse naturalistico-scientifico. imensioni imponenti, dovizia di acque correnti e precipiti ed un grandioso concrezionamento calcareo configurano un ambiente naturale di grande fascino. Gli eccezionali aspetti morfologici, idrogeologici, biologici e paleontologici della cavità, testimoniano l’entità e la molteplicità dei fenomeni naturali che la caratterizzano. L’alto valore estetico e naturalistico della grotta è legato in particolare alla ricchezza e all’energia delle sue acque correnti e percolanti: Bossea è infatti una grotta vivente, percorsa da flussi impetuosi, i cui processi di formazione e modellamento sono tuttora pienamente in atto. Il dinamismo e l’attività fisico-chimica delle acque, e le peculiari caratteristiche geologiche del massiccio, hanno determinato una grande varietà di morfologie e paesaggi che testimoniano i fenomeni genetici ed evolutivi verificatisi in passato e tuttora in atto nella cavità. Questa azione creativa e vivificante delle acque, con gli splendidi effetti scenografici correlati. da un lato conferisce alla cavità le sue grandi attrattive e, dall’ altro ne ha determinato in gran parte, fin dal lontano passato, i citati aspetti naturalistici e scientifici, da tempo oggetto di studio, che hanno contribuito alla sua rinomanza in Italia e all’estero Aspetti assai suggestivi caratterizzano la parte turistica della cavità: le imponenti dimensioni, le altezze vertiginose, le pareti a strapiombo,i vasti soffitti intagliati a spigoli vivi, i dirupi, gli anfratti, i massi ciclopici precipitati ne costituiscono gli aspetti prevalenti. Queste morfologie aspre e scoscese sono tuttavia ammorbidite da un ricco concrezionamento calcareo, formante ora colate imponenti, enormi stalagmiti o poderose colonne, ora stalattiti, trine e panneggi di forme fantastiche e di grande bellezza. Il torrente sotterraneo forma ora rapide tumultuose e fragorose cascate, ora laghi cristallini; copiose percolazioni creano molteplici giochi d’acqua arricchendo la grotta di stillicidi, rimbalzi, rivoli, fontanelle e veli liquidi che si raccolgono talora in bellissimi stagni e vaschette racchiusi fra sponde concrezionali. D Il lago Ernestina con l’0monima cascata. Bossea vanta antiche tradizioni storiche, scientifiche e culturali. Prima cavità sotterranea attrezzata in Italia per la visita del pubblico con effettivi criteri di gestione turistica, è inoltre l’unica rimasta ininterrottamente in esercizio attraverso tre secoli dalla sua apertura (7 agosto 1874) ai nostri giorni. Qui ha avuto origine il turismo sotterraneo in Italia. Bossea è annoverata a tutt’oggi fra le più importanti grotte turistiche italiane. Vanta inoltre una storia affascinante di esplorazioni, ricerche scientifiche e realizzazioni culturali - decorrente dal 1850 - su cui non ci si può soffermare, per ragioni di spazio, in queste pagine. Sarà sufficiente ricordare come, a coronamento di questo lungo percorso, Bossea sia oggi sede del laboratorio carsologico sotterraneo più avanzato nel nostro paese (gestito dal Club Alpino Italiano e dal Politecnico di Torino), e costituisca parimenti un centro di aggregazione di attività culturali e didattiche di importante rilevanza. Si annoverano in questo ambito una serie di convegni e congressi scientifici di livello nazionale od internazionale, succedutisi negli anni a partire dal 1990, ed una successione di INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 corsi di formazione o di aggiornamento nel settore carsologico o in altri ambiti naturalistici, a carattere nazionale ed interregionale. Tali attività sono organizzate dalla Stazione Scientifica del CAI di Cuneo con la collaborazione di dipartimenti scientifici di vari atenei e di organismi di ricerca o di tutela antropica e del territorio. Determinante a questi fini anche il supporto tecnico e finanziario di alcune pubbliche amministrazioni. Oltre la cascata inizia la zona superiore della cavità, costituita dal canyon del torrente e dalle sovrastanti gallerie fossili. Il canyon, molto alto e stretto, ha sviluppo orizzontale; la sua parte terminale è occupata dal Lago Loser, di 120 m di lunghezza, navigabile con una piccola imbarcazione.Le acque del tor rente scatur iscono da un profondo e complesso sifone, esplorato dagli speleosub per quasi 200 m di sviluppo, ma tuttora insuperato. I rami Il canyon del torrente. Galleria delle Meraviglie. LA GROTTA IN SINTESI La Grotta di Bossea costituisce il settore terminale di un grande sistema carsico che si sviluppa fra le valli Maudagna e Corsaglia (Alpi Liguri) dalla Conca di Prato Nevoso al torrente Corsaglia. Il torrente che percorre la grotta costituisce il collettore terminale di un vasto acquifero ipogeo alimentato da un bacino imbrifero di almeno 6 km2 di estensione. La portata del torrente, sempre rilevante, può raggiungere nei periodi di piena 1500 l/sec. Nella rovinosa alluvione del 1996 furono tuttavia superati, per almeno tre ore, i 6000 l/sec. Il volume delle acque che transitano nel collettore si aggira mediamente sui 5 milioni di m3 annui, con possibili punte massime fino a 9 milioni di m3. In base alle attuali conoscenze la grotta ha uno sviluppo spaziale di quasi 3 km con un dislivello di 200 m. E’ percorsa da un torrente perenne. La galleria d’ingresso introduce alla zona inferiore della cavità lunga circa 1 km e con sviluppo fortemente ascendente (130 m di dislivello). Una successione di giganteschi saloni porta al Lago di Ernestina e alla grande cascata, ove termina la parte turistica della grotta. fossili costituiscono un vasto reticolo di condotti idrici ormai inattivi, a sviluppo orizzontale o inclinato, organizzati in diversi sistemi denominati rispettivamente Gallerie del Paradiso, del Labirinto, delle Meraviglie, ecc. Le indagini scientifiche esperite inducono a ritenere che oltre la zona sommersa, assai più estesa della parte finora esplorata dai subacquei, si trovino vaste aree di grotta aerata. La probabilità di raggiungimento di questa parte del sistema carsico appaiono tuttavia, nel momento attuale, veramente esigue. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 L’INTERESSE NATURALISTICO E SCIENTIFICO L’interesse scientifico della Grotta di Bossea, assai potenziato dai recenti studi, era stato già evidenziato nel secolo diciannovesimo dalle ricerche effettuate dai noti geologi e naturalisti Bartolomeo Gastaldi e Don Carlo Bruno e dalla scoperta di importanti resti fossili di Ursus spelaeus, allora reperti assai rari, negli anni 1865-1874. Il valore naturalistico e scientifico della cavità è rapportabile a diversi fattori: - l’appartenenza ad un grande sistema carsico; - la presenza di un copioso scorrimento idrico perenne; - la peculiare situazione geologica; - la vitalità del processo genetico ed evolutivo; - i complessi fenomeni meteoro-climatici; - l’ eccezionale ricchezza del popolamento biologico specializzato; - l’interesse paleontologico. La grotta costituisce pertanto, nel suo complesso, un grande laboratorio naturale assai atto allo studio dei fenomeni fisico-chimici e biologici dell’ambiente carsico e allo svolgimento di ricerche sperimentali. Per queste ragioni è stato installato nella cavità, a partire dal 1969, il predetto Laboratorio Carsologico gestito dalla Stazione Scientifica del CAI di Cuneo e dal Dipartimento Georisorse e Territorio del Politecnico di Torino. La struttura, costituita da un laboratorio principale (situato nella zona inferiore della cavità), da un laboratorio avanzato (installato nel canyon del torrente) e da numerosi impianti periferici dislocati in zone disparate della grotta, è articolata nelle Sezioni Idrogeologica, Meteorologica e Biologica. E’ attrezzato con strumentazione quasi totalmente automatizzata e in parte organizzata in reti informatiche, destinata a due finalità distinte ma complementari: il rilevamento continuativo, in molti siti differenziati, dei parametri fisico-chimici ambientali e la loro elaborazione a fini di studio; il monitoraggio in tempo reale degli indicatori fondamentali della situazione idrogeologica e meteorologica della grotta a fini di tutela ecologica: ciò è destinato alla protezione delle acque, dell’ambiente e del suo habitat biologico dall’inquinamento antropico, ed alla salvaguardia della sicurezza dei visitatori nei confronti di possibili alterazioni dei normali equilibri del sistema carsico, prodotte da cause naturali o dall’interazione uomo-ambiente. Per i motivi su elencati la visita della Grotta di Bossea risulta estremamente interessante ed intellettualmente stimolante.A conclusione di questo scritto rivolgo pertanto agli ingegneri della Provincia di Milano un cordiale invito a tal fine. Potranno trovare, oltre ad una informazione esauriente sulla cavità, l’opportunità di una diretta conoscenza delle sue installazioni scientifiche e delle ricerche in atto, previ accordi preliminari con la direzione del laboratorio. Guido Peano Laboratorio Carsologico di Bossea Comitato Scientifico Centrale del CAI PAGINA 33 A R G O M E N T I RICORDANDO UN PROGETTO ITALIANO DI SUCCESSO A MANHATTAN La sede BCI in William Street E’ stata una lotta contro il tempo come succede spesso quando i termini di consegna sono inderogabili per inaugurazioni o altri vincoli. i trovavo a New York all'inizio degli anni `80, quando fui chiamato dalla dirigenza della Banca Commerciale Italiana in luogo.Avevo già, per la BCI, eseguito il restauro della sede della Banca a Londra, avendo anche ottenuto dal Council della City il consenso ad una sopraelevazione di un piano più una mansarda. Pertanto la direzione della Banca molto contenta dei risultati del mio intervento in Londra mi chiama per chiedermi un consiglio. Gli uffici della BCI a New York occupavano un piano di una torre in Park Avenue all'altezza della 56ma. Era l'epoca dell'espansione delle Banche Italiane all'estero e gli uffici BCI erano sempre più stretti. Inoltre dopo circa tre anni sarebbe scaduto il contratto di affitto. Dunque sembrava giusto pensare ad una sede più appropriata, più rappresentativa per la Banca Commerciale Italiana che, fra tutte le altre banche italiane, aveva la più importante rappresentanza all'estero. In un'epoca in cui non sarebbe stato tanto facile trovare la collocazione adatta, l'occasione si era presentata proveniente dall'offerta della Leheman Brothers. Questa banca si preparava a lasciare la vecchia sede per una nuova lasciando libero un edificio che, per collocazione e volume, poteva essere quello giusto: 1,William Street, ad un passo dalla famosa Wall Street, un edificio completamente isolato da quattro strade non larghe ma prestigiose, 12 piani costruiti nel 1906 su progetto dell'arch. Kimball più un corpo, aggiunto successivamente, di nessun valore e alquanto precario. La dirigenza della BCI mi chiede di analizzare la richiesta ricevuta: $ 12.000.000 per quell'immobile e dare un'idea sulla sua riutilizzazione. Basandomi sui prezzi di altri edifici, della zona, di cui già mi stavo occupando, sui mq, sullo stato dell'immobile, sulla possibile ricostruzione del corpo aggiunto giunsi alla valutazione che mi pareva più giusta fra i 9 e i 10 milioni di $. La BCI passò alla conclusione dell'acquisto esattamente entro tali termini. Si presentava la necessità di decidere quale soluzione per la ricostruzione: demolizione e ricostruzione di grattacielo moderno oppure restauro dell'esistente e rifacimento del corpo aggiunto. La dirigenza BCI si mostrò subito incline al mantenimento dell'edificio classicheggiante esistente, date le tradizioni della banca. Il corpo aggiunto non aveva diritto ad una sopraelevazione fino a pareggiare l'edificio principale, ma poi fu raggiunto un accordo con il Council: demolendo il corpo aggiunto e arretrando il fronte del nuovo per lasciare libero uno spazio pubblico sulla Mill Lane si sarebbe potuto in- M PAGINA 34 INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 nalzare il corpo aggiunto fino a pareggiare l'edificio storico, pareggiare rendendo in altezza e rendere il nuovo esteticamente compatibile con l'esistente. E qui devo dire che l'architetto incaricato del progetto, Gino Valle, ha veramente superato se stesso creando il suo capolavoro. Mirabilmente interpretando una pianta asimmetrica, la risoluzione dello spazio interno con il famoso uovo centrale, la collocazione dei servizi e scale sul nuovo per non turbare troppo l'edificio storico, la soluzione in copertura dei servizi tecnici e del terrazzo piantumato, ma soprattutto oggetto di ammirazione da parte di tutti è sempre stata la facciata. Un design armonioso per i colori, i vuoti e pieni, i piccoli sbalzi che creano ombre che danno movimento. Una facciata alquanto difficile da eseguire, ma meritava lo sforzo. Io ho avuto la mia parte di problemi da risolvere. Mentre il restauro della parte storica procedeva senza problemi rimaneva indietro la parte nuova: demolizione in area ristretta, sottomurazioni, delicate fondazioni per reggere la struttura nuova in ferro, ritardi nella consegna, cambio di decisioni del progettista. Ci trovavamo in gennaio 1983 con la sola struttura in acciaio montata. Mentre procedevamo ai tamponamenti, isolamenti e impermeabilizzazioni delle facciate, tardava ad arrivare dalle cave il materiale litoide del rivestimento. 2.300 pezzi a disegno da mettere con cura e su un'area ristretta con necessari aggiustamenti, e se si doveva sostituire una pietra era un dramma perché bisognava farla venire dalla California! Su quello spazio ristretto ho messo 5 ponti mobili, con 5 squadre. Di più non si poteva, i posatori erano quasi tutti figli di emigrati italiani del secolo precedente e parlavano, per compiacerci, un italiano incomprensibile, ma anche il loro inglese non era così classico........ Per guadagnare tempo ho deciso di mandare avanti il più possibile i lavori interni, gli impianti ed anche le finiture a gessi e cartongessi rischiando che qualche temporale facesse danni. Facevo lasciare indietro solo i contorni delle finestre che venivano completati e chiusi man mano che la facciata saliva. Così facendo durante il mese di agosto abbiamo potuto traslocare e montare la computers room, poi verso fine mese la dealers room, in settembre profittando del weekend lungo per il "Labour Day" si è potuto trasferire l'intero ufficio. Inaugurazione ufficiale con autorità Italiane ed Americane ai primi di novembre con tutto l'arredamento e la mostra della collezione di 110 quadri di arte contemporanea di proprietà della BCI. E' stata una lotta contro il tempo come succede spesso quando i tempi di consegna sono inderogabili per inaugurazioni o altri termini. Si è potuto in questa "lotta" vincere anche per la collaborazione delle maestranze straordinarie che lavorarono con entusiasmo, penso stimolate dal fatto che lavoravamo per una banca italiana, ma anche, lasciatemelo dire, da una buona dirigenza. Se volete vedere l’edificio qui descritto, non vi resta che andare a Manhattan in William Street n.1 dove oggi c’è la sede della Banca Intesa di New York. Per ultimo aggiungo che nel 1991 all’architetto Gino Valle è stato assegnato il “Premio internazionale della pietra”. Andrea Brenta INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 35 A R G O M E N T I TRASPORTI FEROVIARI L’Europa del 2010: mobilità locale e su lunga distanza La libera circolazione delle persone e merci, caratteristica mondiale dell’ultimo scorcio del ventesimo secolo, è stata adottata fin dall’inizio dalla legislazione della Comunità economica europea. La nascita della legislazione comune europea ha provocato l’abbattimento di numerose barriere in tutti gli stati membri, barriere industriali e commerciali, ma anche politiche, relative ai trasporti e alla mobilità di persone e merci. Misure legislative, economiche e grandi finanziamenti comunitari hanno promosso le nuove reti di trasporto europee; analogamente è stato fatto per le tecnologie afferenti (infrastrutture, mezzi di trasporto, ambiente). Creazione di reti di trasporto europee, libera circolazione delle persone e delle merci nel territorio comunitario, riduzione dei consumi energetici e degli impatti ambientali sono state le linee guida della politica comunitaria. L’obiettivo è sostenere lo sviluppo dell’Europa, sviluppo che presuppone forte crescita della domanda di trasporto. Tale obiettivo viene perseguito dalla Comunità europea aumentando le prestazioni di ogni modalità di trasporto e riequilibrandone la ripartizione modale. (Vedi anche il precedente articolo sul trasporto merci – Rivista n° 28, dicembre 2004). er le sue peculiarità ogni sistema di trasporti nazionale (e quello italiano non fa eccezione) è nato come un sistema chiuso con regole proprie ed ha conservato queste caratteristiche per molti decenni.Con lo sviluppo dei commerci e dei traffici, mentre la gran parte delle attività industriali e commerciali adottavano regole e normative europee o mondiali per favorire lo scambio delle merci in tutti i mercati, i sistemi di trasporto restavano legati alla loro origine nazionale. La Comunità Europea, che nell’orizzonte 2010 si pone come obiettivo lo sviluppo sostenibile della Europa Comunitaria, ha fatto della liberalizzazione e integrazione del trasporto in una unica rete europea una componente fondamentale della politica comunitaria. Per questo la Comunità Europea ha studiato, regolamentato e orientato lo sviluppo di tutte le modalità di trasporto sostenendone economicamente innovazione e sviluppo. Già più di venti anni fa la CE pragmaticamente impostò criteri comuni per il calcolo dei costi interni ed esterni delle singole modalità di trasporto (costi energetici, costi propri e indotti di impatto ambientale, costi della diversa incidentalità dei diversi modi di trasporto). Si può notare che nel caso di trasporto passeggeri, confrontando i modi di trasporto riferiti a passeggeri/km e fatto 100 il costo esterno della strada, quello del bus è 44, quello dell’aereo è P PAGINA 36 55 e quello del treno 23. Questo senza inserire nel conteggio i costi della congestione che sulla strada sono elevati. Una azione intrapresa con decisione dalla CE è il riequilibrio della ripartizione modale. La concentrazione del traffico sulla strada ha provocato infatti la progressiva saturazione di tale modalità. Per sostenere lo sviluppo economico degli anni a venire occorre poter trasportare a costi adeguati e tempi certi utilizzando tutte le modalità di trasporto.Accanto a misure europee di regolamentazione e sostegno della modalità strada, sono state promosse e finanziate azioni per aumentare la capacità dei cieli e della navigazione, mentre per il trasporto terrestre la legislazione e le azioni prioritarie delle CE hanno privilegiato il riequilibrio tra strada e rotaia. La CE, conformemente all’articolo 71 del Trattato, ha promosso la creazione di una rete di trasporto comunitaria aperta alla libera circolazione di persone e merci e a tutti gli operatori del trasporto. Nella modalità ferro è previsto che entro il 2008 si completi il percorso di liberalizzazione del trasporto merci, mentre negli anni successivi si completerà il percorso del trasporto passeggeri che presenta una elevata complessità. Nel campo passeggeri la CE ha comunque già svolto una potente opera di legislazione. Impostazioni differenti per il traffico passeggeri di lunga distanza e per il trasporto locale hanno già prodotto rilevanti effetti in tutta Europa.Le reti europee di trasporti su lunga distanza (rete europea Alta Velocità e rete principale di trasporto passeggeri) sono economicamente profittabili. In questo caso è stata creata una legislazione di apertura a tutti gli operatori insistendo sulla separazione tra infrastruttura e trasporto e sull’interoperabilità dei sistemi. Già oggi con un Pendolino si può andare da molte città d’Italia nella Germania meridionale attraversando le zone alpine, con il TGV si può andare da Milano a Lione, Marsiglia, Parigi, Bruxelles e Londra e si sta formando la rete dell’alta velocità transeuropea.Questo è strettamente connesso con la legislazione europea che prevede una legislazione armonizzata nell’orizzonte 2010 e comune per l’Europa del 2020. Grandi investimenti comunitari accompagnano le misure legislative, sia per quanto riguarda la parte di studio, ricerca e supporto alle nuove tecnologie, sia per quanto riguarda la realizzazione di reti AV e l’abbattimento delle attuali barriere. Osservando i progetti di trasporto comunitari a priorità 1 si osserva che 8 progetti su un totale di 20 riguardano l’alta velocità ferroviaria, 13 progetti su 20 sono relativi al trasporto ferroviario e comprendono anche il superamento di grandi barriere naturali come il mare tra l’Europa continentale dalla Danimarca alla Svezia. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 La realizzazione delle reti procede speditamente, per il superamento di barriere fisiche sono state fatte grandi opere (Eurotunnel e il ponte di Øresund) e altre sono in costruzione (grandi trafori delle Alpi). Per il superamento di barriere tecnologiche sono stati investiti grandi mezzi (segnalamento comune e costruzione di rete AV a scartamento standard in Spagna e Portogallo che sin dall’origine avevano adottato una rete a scartamento largo non compatibile con quella europea). I risultati che stiamo già vedendo, e che nei prossimi anni si susseguiranno a ripetizione, cambiano la fisionomia economica di intere regioni europee. Per quanto riguarda invece il trasporto locale anche qui la volontà politica europea ha portato grandi novità: separazione della rete dalle operazioni di trasporto, lasciando alla decisione politica amministrava il compito di programmazione e controllo del servizio richiesto (quantità e qualità del trasporto locale in relazione alle risorse disponibili) e agli operatori specializzati la prestazione di trasporto (qualità ed economicità nella competizione tra diversi operatori). Gli obiettivi europei sono stati quelli di dare ai propri cittadini trasporti locali efficienti con costi contenuti ottenuti in base a criteri di competizione uniformi in tutta l’Unione europea. Tali questioni riguardano da vicino anche la Lombardia che sta oggi procedendo ad effettuare le gare per i trasporti pubblici locali. Alcune gare hanno già visto la conclusione con l’aggiudicazione dell’appalto ed altre sono in corso. Lo scopo è quello di rendere trasparente e certo il costo del servizio con regole di qualità (puntualità ed affidabilità del servizio) definite chiaramente e verificabili dall’utilizzatore. IL TRASPORTO FERROVIARIO SU LUNGA DISTANZA La Comunità europea, orientando gli Stati membri con fondi per la promozione e la ricerca, vuole passare da una serie di ferrovie nazionali ad una rete comune europea strutturata per sostenere lo sviluppo dell’orizzonte 2010. Viaggiare sulle reti AV in alcuni Paesi che hanno una buona integrazione e multimodalità del trasporto è oggi un modo molto efficace di spostarsi, in termini di tempo e costo. La politica europea è stata quella di creare le connessioni tra le reti nazionali e radunare le forze per finanziare il superamento delle grandi barriere naturali:Alpi,Appennini, Manica e Øresund, superando anche le barriere legislative, normative e nazionalistiche. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 TABELLA 1 RETI EUROPEE: OPERE A PRIORITÀ 1 (FINANZIATE IN PRIORITÀ) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 High-speed train/combined transport north-south High-speed train PBKAL (Paris-Brussels-Cologne-Amsterdam-London) High-speed train south High-speed train east Conventional rail/combined transport: Betuwe line High-speed train/combined transport France-Italy Greek motorways, Pathe and Via Egnatia Multimodal link Portugal-Spain-Central Europe Conventional rail link Cork-Dublin-Belfast-Larne- Stanraer Malpensa airport, Milan Øresund fixed rail/road link between Denmark and Sweden Nordic Triangle rail/road Ireland/United Kingdom/Benelux road link West Coast main line (rail) Priority projects proposed by the EC in 2001 (new projects and extensions) Global navigation and positioniong satellite system Galileo High-capacity rail link across Pyrenees Eastern European combined transport/high-speed train Danube river improvement between Vilshofen and Straubing High-speed interoperability on the Iberian peninsula Fehmarn Belt: fixed link between Germany and Denmark 1E 3E High-speed train/combined transport north-south (Verona-Naples and Bologna-Milan) High-speed train south (Montpellier-Nîmes) EXTENSIONS Altri 10 progetti aggiuntivi sono stati aggiunti nel 2004 per favorire lo sviluppo dei nuovi paesi dell’Europa dei 25, anche qui il peso della modalità ferro è forte. I progetti sostenuti dalla Comunità Europea con grandissime risorse economiche sia nelle fasi iniziali sia in quelle di realizzazione, sono di regola a valenza internazionale e hanno consentito di trasformare politiche nazionali non sempre avvedute in reti transnazionali efficaci. La tabella 1 illustra i primi 20 progetti della priorità 1. Il PBKAL (Parigi, Brussels, Koln,Amsterdam, Londra) collega già oggi Francia, Gran Bretagna Belgio Olanda, Germania con una serie di importantissime città e in zone densamente popolate. Questo è stato ottenuto integrando grandi opere in un'unica visione, ad esempio nel PBKAL sono inclusi: il passaggio della manica (Eurotunnel), il nuovo collegamento AV con Londra (Channel Link è un esempio di integrazione della Gran Bretagna nell’Europa), l’intermodalità con gli aeroporti (la linea AV passa sotto il Charles De Gaulle di Roissy, Schipol di Amsterdam e Zaventem di Bruxelles), la connessione diretta con i grandi sistemi di trasporto locale su ferro (la regione di Parigi,di Londra, il sistema di trasporto cadenzato su ferro dell’Olanda e del Belgio) che consente una distribuzione capillare a chi viaggia in un sistema ognitempo poco soggetto alle condizioni atmosferiche. Tale grande sistema al centro dell’Europa ha questi collegamenti: • a Londra: con la linea AV della West Coast (oggi ricostruita e percorsa dai pendolini della Virgin); • a Londra: con la dorsale britannica per la Scozia; • a Parigi: Italia e Spagna collegate alla Francia con il sistema del TGV sud e Atlantique; • a Colonia: con il sistema ICE tedesco; • a Colonia:con la nuova linea AV Koln Frankfurt (che passa nell’aeroporto di Frankfurt). Nonostante nazionalismi, incomprensioni e ostruzionismi fatti da diverse parti e ancora non completamente superati, il PBKAL è oggi pressoché completamente in servizio e produce un trasporto di ottima qualità. Un secondo grande tema che la Comunità Europea ha sviluppato con forza è il superamento delle barriere fisiche (in modo particolare l’arco alpino). Il primo progetto delle priorità 1 è l’asse Nord Sud (Berlino Halle Lipsia Norimberga Monaco Innsbruck Brennero Verona Bologna Firenze Roma Napoli) che tocca tre Nazioni e valica Alpi ed Appennini (nuovo tunnel di base del Brennero e nuova linea Bologna Firenze). Il progetto 5 è invece la trasversale che da Lyon va fino a Venezia e Trieste (e anche a Lubiana, già oggi collegata con pendolini) passando per Torino, Milano e Verona e costruendo un tunnel → PAGINA 37 A R G O M E N T I di base sotto il Moncenisio. Molte tratte entreranno in servizio nel 2006-2007 mentre i grandi tunnel alpini di base saranno pronti successivamente nel corso dei prossimi dieci anni (qualche anno dopo il Gottardo che oggi è previsto in apertura per il 2012). Un altro caso da manuale è la fortissima spinta all’integrazione di Spagna e Portogallo nella rete Europea AV. La Spagna e il Portogallo che hanno scartamento largo (1676 anziché 1435mm) stanno superando le barriere della non interoperabilità costruendo da zero una nuova rete ad Alta Velocità.La Madrid-Sevilla (500 km di linea costruiti in tempo record ) è stata seguita dalla costruzione della Madrid-Barcellona-frontiera francese in direzione di Montpellier, della Madrid Valladolid in direzione di Vitoria e Dax(Francia), dalla Madrid LisbonaPorto e dalle estensioni nazionali in direzione di Valencia, Murcia e Malaga. Inoltre l’estensione a est dell’alta velocità verso Praga,Varsavia e i nuovi stati membri completano il quadro di una rete passeggeri europea sulla quale circolano ormai operatori diversi sulla stessa linea. Il quadro europeo, che solo alcuni anni fa quando la CE stilò il piano della rete AV europea e preparò accordi con i governi e legislazione sembrava lontano nel tempo, è invece oggi una realtà in buona parte già in esercizio oggi e con forti incrementi negli anni 2006-07. PAGINA 38 La legislazione di interoperabilità è oggi il riferimento tecnico di base per i costruttori e gli operatori e la circolazione di treni diversi su una rete è in forte crescita. Un segnalamento unico denominato ERTMS (European Rail Transport Management Systems) è ormai lo standard per tutte le nuove linee e sostituisce i segnalamenti nazionali tutti diversi tra loro e non interoperabili). Il treno rosso della compagnia Olandese, quello giallo dell’Eurostar tra Parigi Londra e Bruxelles, quelli blu della SNCF e l’ ICE bianco-rosso della DB circolano sulle stesse linee del PBKAL. Iniziative come il Cisalpino oggi in forte crescita, la flotta di pendolini Virgin sulla West Coast,la nascita di iniziative lowcost (treno OK) fanno sì che sulle linee della rete europea circolino treni dalle livree variopinte e l’offerta di alternative di servizio aprono il servizio ferroviario a clienti di tutte le fasce. IL TRASPORTO LOCALE Nell’ambito dei trasporti locali, che sono di fatto dei sistemi di trasporto chiusi, la gestione economica e tecnica degli stessi è stata fatta per lunghi anni con visione e mezzi locali. Le numerose componenti condizionanti tali trasporti (politica nazionale e locale delle concessioni, sistemi piccoli e conseguentemente scarse risorse tecniche e generali) hanno fatto sì che in tutta Europa con poche eccezioni si avessero sistemi di trasporto a bassa efficienza. Alle debolezze strutturali sopra enunciate si è accompagnato l’aumento esponenziale della mobilità locale legato al modo di vivere attuale. Le regole di bilancio comuni adottate dagli stati membri dell’Unione europea hanno messo in evidenza i grandi esborsi che molti stati membri dovevano sostenere per il ripianamento dei deficit dei sistemi di trasporto pubblico locale e l’urgenza del suo risanamento. Di fronte a questo problema la CE ha adottato principi di liberalizzazione e competizione attuati mediante una legislazione comunitaria per i servizi pubblici, per garantire al cittadino una mobilità a costi noti e trasparenti basati sul “contratto di servizio”. Nel caso del TPL (trasporto pubblico locale) le direttive sulla libera circolazione delle persone e sulla separazione tra infrastruttura e trasporto si integrano alle direttive che regolano i servizi pubblici. Il quadro normativo CE per i servizi pubblici obbliga alla separazione tra programmazione delle reti di trasporto (le autorità decidono le reti ed il loro livello di performance ed assegnano con gare competitive la loro gestione) e il trasporto (operatori che danno prestazioni di trasporto misurate da parametri ben definiti). Il contratto di servizio costituisce uno strumento innovativo per la regolazione dell’esercizio di servizi di interesse pubblico. Esso segna infatti il passaggio dal regime della concessione a quello negoziale (questa normativa corrisponde al regolamento CEE 1191/69/CEE e 1893/91/CEE). Si passa dal criterio del contributo a quello del corrispettivo (completato da sistemi di penalità e premio) , con il superamento della logica del piè di lista e del ripianamento del deficit. Si ottengono così due risultati: a. separazione e netta distinzione dei ruoli: le autorità politiche definiscono programmazione e livello di servizio e l’operatore è responsabile della gestione; b. distinzione delle rispettive responsabilità, di stanziamento delle risorse e monitoraggio del servizio quelle dell’ente, di rispetto dei livelli quantitativi e degli standard qualitativi quelle dell’impresa. E’ una rivoluzione agli inizi che però mostra già grandi effetti nella ridefinizione del settore e nel controllo dei costi. Ad esempio oggi la Lombardia sta operando con i primi contratti di servizio sia su ferro che su gomma e se si esaminano le procedure e i documenti di appalto dei contratti di servizio della regione Lombardia si scopre che la legiINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 slazione di riferimento porta oramai solo riferimenti alle direttive comunitarie. Questo rende possibile confrontare le diverse situazioni europee e agevola a tutti gli operatori l’accesso, favorendone la competitività. Questi criteri di fondo hanno già prodotto negli altri paesi europei aumento del livello di servizio e diminuzione rilevante del costo di trasporto. I concetti di qualità erogata e qualità percepita indicati nei contratti di servizio odierni sono fatti nuovi e rilevanti. DOVE SIAMO E DOVE ANDIAMO Volendo trarre delle conclusioni si può dire che i processi avviati sono tutti nella fase di realizzazione. La rete europea su lunga distanza ha già molti tratti in funzione e i prossimi due tre anni vedranno la messa in servizio di migliaia di Km di rete (Spagna, Germania, Francia, Italia). Sono già entrate in servizio opere storiche (Eurotunnel, il ponte fra Danimarca e Svezia), altre sono in costruzione (collegamento della penisola iberica al resto d’Europa, traforo del Gottardo con una galleria di 57 km,AV Bologna-Firenze) e altre in progetto (galleria di base Moncenisio e Brennero, collegamento delle isole della Danimarca al continente europeo, reti dell’est europeo). L’offerta di trasporto passeggeri terrestre sarà quindi forte e contribuirà allo sviluppo (business e turismo) di un Europa più continentale e con baricentro più a est, dopo l’ingresso delle nuove nazioni. Sulle reti internazionali circolano già treni di molti operatori che operano in competizione tra loro. Ciò crescerà negli anni a venire,man mano che la rete viene completata, favorendo la formazione di operatori di adeguata dimensione economica e migliorando il costo del trasporto offerto a quantità crescenti di passeggeri. Nell’ambito locale la liberalizzazione promette una crescita del rapporto qualità/costo del servizio offerto: questo è un fatto che riguarda tutti i cittadini europei perché nell’ambito locale (lavoro, istruzione, cultura e tempo libero) il futuro è obbligatoriamente quello del trasporto in comune. Nelle nazioni che hanno già sviluppato il TPL si hanno già riscontri positivi (pluralità di operatori e riduzione di costi importanti a parità di qualità del trasporto offerto). Ambrogio Girotti Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano Sandro Maluta consulente industriale INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 FINE DI UN INTERMINABILE SILENZIO Scienza e lavoro all’Arsenale di Venezia Compiacenza e interoperabilità nove secoli dopo. o provato a scorrere un libretto sulle vicende secolari della Marina Militare in un'edizione ufficiale, dìstribuita ad una fiera, alla ricerca di tracce di riferimenti di quell'Arsenale, che mi facesse in qualche modo partecipe della sua storia recente, in qualità di figlio di arsenalotti. Ma non ne ho trovato parola; e mi sono un po' rattristato, rimuginando riflessioni sul perché fossi, veneziano, riuscito a visitarlo soltanto pochi mesi prima, dopo anni di desideri male espressi, giunto ormai vicino alle soglie della vecchiaia. Poi, mentre visitavo un vicino stand della stessa esposizione, l'attenzione mi è scivolata verso due parchi curiosi: uno, naturalistico e archeologico insieme, del Delta del Po, insistente sul golfo di Venezia; l'altro antropico fra nuove regioni, italiana e slovena, d'Europa: l'agro aquileiese, che scendeva da Palmanova al mare, e poi proseguiva lungo la costa da Capo d'Istria a Pirano, avvolgente a sud la baia di Trieste. Il secondo serrava la città di mia madre come in una prima morsa intorno allo sbocco del Timavo,dove si dice che Diomede sia approdato dopo la resa di Troia; e dove mio padre, slovacco, regatante per passione, progettava sottomarini nei cantieri di Monfalcone.I genitori vivevano in un villino dei dipendenti e le vicende della storia li portarono a far- H mi nascere senza merito a Venezia, sul Canal Grande di fronte alla Ca' d'oro. Figlio di arsenalotti giuliani mi sentii vivo al centro dei quei due parchi antichi, come migrato dall'uno all'altro durante una difficile gestazione. Ma l'Arsenale dì Venezia sembrava non esserci più. Mi trovavo così, come imbrigliato nella doppia morsa della natura e delle origini, quando poi finalmente un giorno potei entrare in Arsenale e visitarlo. Non so se le emozioni di vedere i palchi delle Corderie di Antonio da Ponte, dove lavorarono le fusére,o la bocca del leone del taglio dei loro cordami venduti a misura; 01'ombrellino di bronzo del puttino della fontana nei giardini, ... furono maggiori di quelle provate tornando dopo mezzo secolo a rivedere il fasto di Praga o le foreste dei Carpazi, quando la cortina di ferro fu abbattuta dall'impeto della storia. Ma fu sufficiente per farmi rivivere il sogno dei fasti della Serenissima. E potei completare quelle visioni fugaci sull'Arsenale dai due campanili che lo sovrastano; accessibili entrambi soltanto per la benevolenza dei rispettivi parroci. Quello un po' reclinato di San Pietro in Castello, nel nitore totale del suo marmo d'Istria, che aveva attraversato il mio Golfo della storia antica. E quello di San Francesco alla Vigna, simmetrico, quasi contrapposto a guardare sulle favolose gaggiandre. → PAGINA 39 A R G O M E N T I E dopo essermi chiesto per mesi e mesi perché non si celebrasse l'Arsenale dopo nove secoli della sua storia (11042004) mi sono accinto a scrivere un libro, come pagine sciolte per una ricorrenza, pur cosciente della complessità infinita della materia, sospinto da stimoli disparati, ricorsivi: l'organizzazione del lavoro in cantiere, la ricerca scientifica incoraggiata, l'innovazione tecnologica promossa e protetta, lo spirito del servire lo stato, il rigore della disciplina, il rispetto della donna al lavoro, .... in modo moderno, esteso al territorio, apportando dovizia e prosperità ad una convivenza democratica ... Il pensiero imbarazzante di capire chi potesse essere il lettore di un tal libro mi ha rallentato nel lavoro occasionale, facendomi lasciare pagine sparse di un diario antologia, professionale più che personale. Soltanto un pezzo di un paio di pagine uscì per l'anniversario di Lepanto, che la cortesia di un direttore di testata e la benevolenza del presidente della SpA dell'Arsenale, mi consentono di proporre alla fine dell'introduzione a questo lavoro, che almeno in forma virtuale si colloca entro i termini della ricorrenza: un e-Book natalizio, semplice e denso. In fondo il passaggio dal digitale alla stampa sono solo fasi nel ciclo di vita del prodotto libro, che l'editoria elettronica consente di sfruttare con un più tempestivo coinvolgimento dei prelettori, ed una più piena fruibilità successiva. Ecco perché ritengo di aver onorato una scadenza, una promessa. Ora mi sorregge anche la convinzione di aver interpretato a sufficienza la complessa fenomenologia dell'Arsenale di Venezia, la sua attualità per l'organizzazione esemplare del lavoro, la coscienza delle responsabilità, l'assetto delle filiere nella catena del valore, la logistica produttiva e distributiva; la flessibilità nell'evasione delle commesse e nella pianificazione dei processi; l'integrazione fra innovazione di processo e di prodotto, fra ricerca e sviluppo;il ruolo del marketing ed il finanziamento dei progetti,l'interoperabilità fra civile e militare, fra trazione ed agilità della galea; l'interazione fra etica e sicurezza, fra compensi e meritocrazia, fra autonomia decisionale e reporting direzionale... Si è consolidata la convinzione di confrontarmi con un modello precorritore dei tempi ed insuperato per secoli, forse unico per la sua compenetrazione equilibrata con la struttura dello Stato. Quindi di essere involontario testimone di un'eredità strana:quasi un prestito dai figli dei figli nostri,da rendicontare.assai più che retaggio di una Storia disattesa, da riconsiderare, da studiare più a fondo, da parte di tutti. Ed in modo ordinaPAGINA 40 to,organico,pianificato,disciplinato,sorretto da metodologie affermate ed uniformate, da approfondire con umiltà ed assimilare con determinazione. Se il modello industriale nelle sue varie valenze (etiche, sociali, economiche, politiche, professionali, educative, scientifiche, organizzative, strutturali) è semplificabile e dominabile pur nella eccezionale complessità, che dire della sua traducibilità in proposte a comitati, gruppi di intesa, enti locali e territoriali, custodi e padroni di casa,alla SpA dell'Arsenale,alla struttura che la controlla, agli aventi causa esclusi,in una piramide che dall'Unione Europea cala fino ai cittadini del Sestiere di Castello? Che il chip del francobollo emesso per la circostanza il 30 ottobre 2004 con la pianta dell'Arsenale schizzata come microcircuito diventi il microchip gestibile a radiofrequenza con RFID. Cinque centesimi di costo atteso e due decimi di millimetro stanno per renderlo compatibile. Che il Canale di San Marco, solcato annualmente dal Bucintoro e quotidianamente pervaso da croceristi in transito, possa essere televisivo, digitale terrestre e dedicato agli obiettivi che ci animano, permettendoci di giocare su una parola chiave.. Che una newsletter. Arsenàl per esempio, possa raggiungere selettivamente ed individualmente tutti gli interessati, dai giovanissimi della pedagogia infantile agli anziani dell'andragogia incallita, per ricordare che fu l'Arsenale e monitorizzare, adesso sì, la sua trasformazione. Che la toponomastica dell'Arsenale cominci a ricordare ciò che merita:se i Dogi furono 117, c'è quasi una bitta per ognuno, certamente per quelle decine di loro che hanno onorato la Serenissima; il Ponte delle Velére e la Galleria delle Fusére hanno già la loro sede naturale, .... la Porta del Gran Consiglio è già stata battezzata dalla Storia, ... Che 1'interoperabilità, formale e sostanziale, sia un vaccino per prevenire la Babele delle progettazioni senza norme e metodiche condivise, e colpire i virus ricorrenti e diversi ...attraverso la collaborazione di vari suoi Capitoli: consolidati come quello USA, emblematici come quello scandinavo, nascenti come quello italiano, ... Che le testimonianze di Fincantieri a Monfalcone, di Software Systems Italia da Taranto, dell'Istituto Idrografico della Marina da Firenze, del nuovo Teatro Strehler da Milano, ... siano studiate. Che da Ispra l'ombrello Comunitario dell'EUROGI guardi con determinazione ed impegno alla Laguna ed al putto della fontana dei giardini dell'Arsenale .... Mauro Langfelder Investire L’articolo intitolato “Nel mondo degli investimenti” nel numero 28 di questa rivista trattava lo sviluppo nel tempo degli investimenti in genere. In questo secondo indichiamo come nelle attuali economie di produzione di beni e servizi su scala mondiale, la conversione dalla gestione analogica del progetto alla gestione digitale offra la possibilità di governare tecnicamente, economicamente e finanziariamente da qualsiasi sede, la progettazione, la realizzazione e la gestione di immobilizzi tecnici e tecnologici in qualsiasi area del mondo. LA GENESI Da quando in passato si è capito che risorse sottratte al consumo, e immobilizzate per determinati fini e periodi di tempo,potevano aumentare il loro valore, lo sviluppo degli investimenti (°) privati e pubblici non ha mai avuto tregua. Dai tempi lontani gli investimenti, inizialmente di modeste dimensioni, si sono adattati ad infinite diversificazioni, fino a quando la presenza contemporanea di: mano d’opera abbondante, approvvigionamenti energetici a basso costo, religione protestante e scoperte scientifiche, con inizio dalla Gran Bretagna, hanno consentito uno sviluppo che oggi è senza limiti. Il DNA di questo tipo di attività, a volte anche selvaggia, che vedeva nell’imprenditore l’unica persona di spicco, si è mantenuto per molti anni, anni nei quali, con enormi impegni e fatiche, sono state realizzate opere di straordinaria importanza. (°) In questo articolo, con la dizione investimento intendiamo sempre investimenti in immobilizzi tecnici e tecnologici. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 GESTIONE / 1 senza frontiere I CAMBIAMENTI All’inizio, e fino a quando la semplicità degli immobilizzi interessati al suo processo lo consentiva, l’imprenditore, che era al corrente di tutte le risorse in gioco, era sempre in grado di decidere in materia di scelte di progetto e scelte di gestione. Ma da quando le produzioni, e di conseguenza le lavorazioni, sono diventate più complesse, l’imprenditore, come noi lo intendevamo, dovette lasciare sempre più spazio ai tecnici, che nel tempo diventavano depositari delle nuove problematiche, gestioni comprese. Tutto diventava così sempre più complesso, e lontano dalla semplice architettura dell’investimento iniziale. Bisogna pensare che, per loro estrazione culturale, i tecnici, erano gli unici in grado di risolvere la maggior parte delle nuove problematiche, a fronte del fatto che il frazionamento degli argomenti contrastava sempre più con il concetto originario di governo unitario dell’investimento, che offriva migliori opportunità di risultati perché in grado di esprimere sempre la visione trasversale: tecnico economico finanziaria degli eventi, tipica dell’imprenditore. Per contro, dobbiamo riconoscere che nel tempo, gli sviluppi delle tecnologie hanno eliminato molte delle perplessità in materia di progettazione, di affidabilità di materiali, di resistenze e di metodi di calcolo, mentre negli anni più recenti sono cresciute a dismisura le difficoltà in materia di ottenimento di risultati economici e finanziari, al punto da mettere a rischio in molti casi lo stesso recupero delle risorse inizialmente impegnate; fenomeno accompagnato da sempre maggiori difficoltà nel reperire le fonti di nuovi finanziamenti. Questi preoccupanti segnali hanno fatto capire che l’investimento è l’espressione vitale di tre anime: una tecnologica, una economica e una finanziaria, e che, fin quando le problematiche dominanti erano tecniche, fosse sufficiente la gestione tecnica, ma che, da quando diventavano dominanti i risultati economici e finanziari, occorreva “aprire” l‘accesso al suo governo anche a persone competenti in materia di economia e finanza. Questa possibilità era però condizionata dalla visibilità trasversale tecnico economico finanziaria dell’intero processo dell’investimento ai non tecnici delle operaINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 tività e decisioni direttamente connesse con il suo sviluppo (°°). A questo punto diventa spontaneo concludere che oggi il raggiungimento dei risultati dipende in larga misura dalle capacità di governare direttamente e in forma unitaria l’investimento. Come fare? Gli argomenti che abbiamo esposti fanno capire che la via per offrire agli investimenti in immobilizzi tecnici e tecnologici nuove energie, in grado di ottenere migliori risultati, passa attraverso le capacità di governare direttamente, e senza soluzione di continuità l’intero investimento, potendo cosi prendere decisioni, in qualsiasi momento e condizione; in altre parole, disporre in tempo reale delle informazioni tecniche, economiche e finanziarie relative al passato, utilizzando i “controlli di gestione,” e relative al futuro composto di opportunità / necessità, utilizzando “i report”. SU COSA INTERVENIRE? • Sulla gestione del progetto di investimento che, convertendo l’iter analogico tradizionale nel processo di investimento digitale, caratterizzato da: - “struttura del processo” basata sulla progettazione riclassificata (l’investimento inteso come la “distinta base” degli elementi che lo compongono), essenziale per gestire in continuità le dinamiche del suo sviluppo attraverso le progettazioni, le realizzazioni degli immobilizzi e le loro gestioni; - “struttura dell’informazione” che, con inizio dalla progettazione (ri(°°) Vedi il tentativo di Recupero Prodotto dal Project Management: Le necessità di fronteggiare le emergenze dell’ultima grande guerra, negli Stati Uniti hanno generato il Project Management con ottimi risultati. II P.M. in effetti ancora oggi riscuote le simpatie dei tecnici, anche se in Italia non ha avuto, soprattutto nei lavori pubblici, il giusto riconoscimento. Nella sostanza, questa metodologia di programmazione e stretto controllo delle operatività connesse con la commessa in genere, sono apprezzate in modo particolare dal costruttore, in quanto la gestione tecnico finanziaria del PM, lo spinge a comportarsi correttamente, per farsi pagare altrettanto rapidamente. Come tale lo sviluppo del PM, per la sua stessa natura tecnico finanziaria, resta limitato alle realizzazioni e consegne delle immobilizzazioni (mentre ben diverso è il caso che stiamo trattando, perché la gestione tecnico, economico e finanziaria del progetto digitale è strutturata per assistere direttamente l’interesse dell’imprenditore durante l’intero arco di vita utile del processo del suo investimento, vale a dire: la progettazione, la realizzazione e la gestione delle immobilizzazioni). classificata), senza soluzioni di continuità, si sviluppa nel tempo insieme al processo nelle tre dimensioni, quella tecnica, quella economica (quando possibile) e quella finanziaria mentre rende disponibili nuove professionalità, (vedi recenti proposte in materia di esami di abilitazione professionale) può mettere in tempo reale a disposizione di chi governa sia i controlli di gestione che i reports. • Sul governo del processo, che, a conoscenza di “controlli di gestione” e di “report” si trova nelle condizioni di prendere per tempo le decisioni tattiche e strategiche necessarie. L’obiettivo di investire senza frontiere ai futuri imprenditori offre due opportunità: 1. La gestione digitale del processo dell’investimento, resa possibile dalla “piattaforma di governo del suo sviluppo” (°°°) in grado di: - tenere in permanenza il responsabile dell’investimento al corrente delle informazioni necessarie per governare l’intero processo durante la progettazione, la realizzazione degli immobilizzi e la loro gestione; - rendere esecutive le decisioni. 2. La possibilità di dare corso a progetti di investimenti che per motivi di competizione (economico finanziaria) richiedono di espandersi in ambiti al di fuori di quelli nazionali. ESEMPIO: il progetto di investimento digitale consente gestioni del tipo: - progettazione effettuata in Europa coordinamento svolto dagli USA - immobilizzazioni realizzate in estremo oriente - governo del tutto dal proprio ufficio. Alessandro Riva (°°°) note sulle operatività della “piattaforma”: - sul piano decisionale essa offre al responsabile dell’investimento di governare dal suo studio ( con il minimo di tempo e di spesa) progetti di investimento che, per disporre della massima energia competitiva, devono essere realizzati nelle aree ritenute più adatte (la ricerca, e l’utilizzo in chiave attuale, delle condizioni favorevoli che i primi imprenditori avevano individuato dalla GB); - sul piano gestionale essa interviene attraverso il coordinamento del processo (composto da un esperto tecnico \ economico, e da un esperto economico \ finanziario) che, lavorando part time, interagisce con il sistema informativo, per realizzare la “cerniera intelligente” di collegamento tra chi governa l’investimento da un lato al quale forniscono controlli di gestione, consulenza e reports, e la Direzione dei Lavori o delle produzioni dal lato opposto, dalle quali ottengono le informazioni relative agli sviluppi del processo. PAGINA 41 A R G O M E N T I GESTIONE / 2 L’impresa “rinnovabile”! L’impresa capace di innovarsi in continuo nelle strategie, nell’organizzazione e nei sistemi di business diventa protagonista nella creazione di valore: essa rappresenta, al pari delle tecnologie pulite, un elemento cardine per la protezione dell’ambiente e per l’uso corretto dell’energia e delle risorse naturali. n ogni epoca l’uomo ha sempre pensato di essere in un momento particolare della sua evoluzione; ogni generazione ha vissuto nella convinzione di essere quella speciale, quella del cambiamento, del giro di boa. Non è da meravigliarsi pertanto che da più parti si insista sulla grande singolarità di questo inizio di millennio, visto dai più come una fase storica di squilibrio generale – economico, ambientale, energetico, climatico, geopolitico. Di conseguenza politicanti e dirigisti prefigurano strategie globali e semplificanti, una sorta di "ordine del giorno", per il governo mondiale dell'economia, delle società e dell'ambiente. La realtà purtroppo è un'altra: bisogna imparare ad essere reattivi, a convivere con una condizione di costante incertezza; occorre essere critici, procedere per tentativi, avere la modestia del giardiniere di popperiana memoria, sempre dedito a coltivare il suo giardino, consapevole però che molti dei suoi tentativi dovranno fallire. Checché ne dicano i professionisti della politica, l’uomo impara dagli errori più di ogni altro essere vivente e, cosa ancora più prodigiosa, è l’unica specie ad avere il privilegio di far morire le proprie idee al posto suo! Emblematico è il caso italiano: il sistema produttivo è vulnerabile, il tasso di crescita si mantiene basso oramai da diversi anni, i costi industriali non sono paragonabili a quelli dei paesi emergenti, il potere d’acquisto reale è in caduta, il “made in Italy” è in declino, l’innovazione e la ricerca sono da tempo relegate in una posizione di infimo ordine. Il tutto aggravato dalla zavorra dell'euro, dai ripensamenti sulla "macchina" comunitaria, dalla complessità del contesto geopolitico e dalle incombenti emergenze ambientali. Non deve dunque meravigliare il clima di generale diffidenza e lo stato di disagio e di smarrimento dell'imprenditore, attore caricato di responsabilità sociali e al quale viene richiesta una coerenza di comportamento in relazione alla dina- I PAGINA 42 mica del mercato; un mercato segnato dalle variabili socio-ambientali, sempre più rilevanti per la riconfigurazione continua dei processi di business. Il modello prodotto/consumo viene gradualmente soppiantato dal paradigma funzione/uso, estremamente più dinamico, fondato sulla capacità di disporre, sviluppare e applicare la conoscenza, con la conseguente liberazione di economie di scopo oltre che di scala. Si tratta di un passaggio nella creazione di valore: la transizione dall'economia a ciclo aperto a quella a ciclo chiuso, dalla crescita allo sviluppo, dal consumo all’uso, dalla produzione al risparmio, dal surplus all’utilità, dall’hardware al software, dalla quantità alla qualità, dal breve termine al lungo termine, dal tenore di vita al benessere, dal vendere al mettere a disposizione, dall’”usa e getta” alla durevolezza ... In diversi contesti si sta meditando sull’attualità della concezione di ”prodotto”, così come inteso nell’economia industriale classica, che ha come elemento fondante la crescita costante della capacità produttiva, che alimenta a sua volta l’inesorabile tendenza al consumo. In altri termini i prodotti vengono concepiti per scoraggiare o rendere quasi impossibile la loro riparazione: quando i prodotti si “consumano” devono essere frequentemente sostituiti, con l’ovvia implicazione dell’aumento della produzione. Questo modo di raffigurare il funzionamento dell’economia e dei suoi obiettivi, presenta da qualche tempo preoccupanti sintomi di crisi, proprio in rapporto alla sostenibilità sociale e ambientale di tale sistema. In particolare, incomincia a farsi strada la convinzione che le variabili connotanti la crescita produttiva dell’economia moderna debbano essere valutate e rapportate all’intero ciclo di vita del prodotto e non, come ancora generalmente avviene, alla sola fase produttiva. Gradualmente si arriverà a valorizzare la funzione d’uso del prodotto: il siste- ma industriale invece di produrre per vendere, con scarsa attenzione su ciò che succede dopo la vendita, si orienterà ad un’offerta della “funzione” del prodotto richiesta dal mercato. Da un lato si coglieranno le opportunità di manutenzione, riparazione, riutilizzo, rilavorazione e riciclaggio, dall’altro nasceranno sistemi di business più evoluti, incentrati sul servizio e il noleggio. In tale scenario l’impresa dovrà svolgere una funzione di relazione diventando l’anello di collegamento fra la tecnologia disponibile e la domanda del mercato; è l’impresa che dovrà attivare l’utilità marginale della conoscenza diventando essa stessa "rinnovabile", in grado cioè di autorifondare continuamente il proprio business allo scopo di soddisfare una specifica domanda. L’imprenditore dovrà imparare a resistere alla seduzione del consolidato, ad appropriasi anche di una responsabilità intellettuale e a puntare ad una rilettura del suo ruolo in prospettiva di avanguardia: dovrà riflettere sullo scenar io nel quale è chiamato a proiettarsi e sforzarsi di sviluppare una modernità interiore che lo porti a diventare protagonista nella creazione di valore. Ne deriva un vero e proprio “stop and go” nel concetto di innovazione: la staffetta tra l’innovazione nel Fare e l’innovazione per l’Uso, il passaggio cioè dalla fabbrica al mercato. Purtroppo l’imprenditore è abituato a trattare l’innovazione come un fenomeno “interno” all’impresa e, tranne poche eccezioni, è a suo agio nell’essere protagonista in fabbrica e spettatore nel mercato. Tradizionalmente il trend dell’utilità marginale di questo tipo di innovazione cresce e si esaurisce secondo una successione di fasi: fare cose vecchie in modo nuovo (innovazione dei fattori produttivi), fare cose nuove in modo vecchio (prodotti nuovi con gli stessi fattori produttivi), fare cose nuove in modo nuovo (innovazione di prodotto con innovazione dei fattori INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 produttivi). Il nuovo concetto di innovazione per l’uso costringerà invece l'imprenditore a cambiare pelle e diventare protagonista a tutto campo all'interno dell'impresa e soprattutto nel nuovo mercato dei consumatori di funzioni. Con slancio creativo e rigore metodologico dovrà porre mano alla sua cassetta degli attrezzi e imparare a conoscere il nuovo scenario, che in prima istanza gli apparirà avulso dai suoi più convincenti e fondati principi; dovrà innanzitutto proiettarsi fuori dal suo contesto di valori evitando di modellare ipotesi sull’immagine che ha di se stesso. Dovrà avere una fiducia fermissima, forse irragionevole, in questa congettura e dovrà ritornare fanciullo per educarsi a queste nuove sfide: come bene evidenziato dal messaggio pubblicitario di una nota società operante in un settore ad alta tecnologia, si può dire che dovrà diventare più bambino, senza il timore di sporcarsi le mani, di mangiare la colla, di usare un martello al posto di una spazzola, di rompere qualcosa solo per vedere come funziona, di iniziare dall’impossibile, proprio dove gli adulti solitamente si fermano! Filippo Vitetta NOTE PER UNA RIFLESSIONE SULL’ARGOMENTO L’approccio interdisciplinare per affrontare la complessità li ultimi decenni, con la progressiva deindustrializzazione del Paese, hanno comportato nei fatti un cambiamento nel profilo culturale richiesto all’ingegnere. Non mi riferisco tanto a ciò che il mondo del lavoro dipendente richiede in fase di assunzione di un giovane, quanto al percorso professionale che si svilupperà negli anni. Da questa considerazione sono naturalmente tendenzialmente esclusi i progettisti, i ricercatori e i docenti universitari che fanno della competenza specialistica un elemento centrale,benché non esclusivo,della propria attività professionale. Per tutti gli altri invece,si creano sempre più spesso situazioni nelle quali si richiedono competenze esterne rispetto alla preparazione acquisita nel percorso di studio. Questa esternalità a volte si manifesta nell’ambito dei tanti e sempre più numerosi campi dell’ingegneria, ma ancor più G In breve VISITA AL POLITECNICO DI ZURIGO (ETH) Nel giugno scorso è stata effettuata un’interessante visita al Politecnico di Zurigo (ETH), organizzata dalla Commissione Referenti del nostro Ordine. Vi hanno partecipato 20 iscritti, espressione di varie Commissioni e del Consiglio. Il motivo principale della visita era conoscere il Politecnico di Zurigo (ETH); ragione non secondaria era di celebrare il centenario della pubblicazione della Relatività ristretta da parte di Albert Einstein , che a Zurigo ha studiato e insegnato. Ringraziamo il collega Marco Cecchini che ha reso possibile tale visita. L’ELENCO DEI CONSULENTI TECNICI DELL’ORDINE L’elenco dei Consulenti Tecnici dell’Ordine degli Ingegneri di Milano (edizione 2004) è a disposizione presso la nostra Segreteria. Il costo è di 10 euro. La pubblicazione, di 160 pagine, include i riferimenti di oltre 700 iscritti particolarmente competenti e suddivisi in 32 categorie, che coprono la maggior parte delle specialità dell’ingegneria. L’Elenco dei Consulenti Tecnici dell’Ordine è uno strumento utile per Enti, Aziende e Professionisti che intendano utilizzare le competenze dei colleghi ivi elencati. TESSERA DELL’ORDINE Consegnando una vostra fotografia recente alla Segreteria potrete ottenere la Tessera di riconoscimento dell’Ordine degli Ingegneri di Milano. La tessera viene consegnata gratuitamente agli iscritti ed ha una validità di 5 anni. La Tessera, oltre a rappresentare una espressione di appartenenza al nostro Ordine, può essere utilizzata come documento di riconoscimento. Chi l’avesse già richiesta, è vivamente pregato di passare in Segreteria per ritirarla. DOTTORATI DI RICERCA TRIENNALI PRESSO IL POLITECNICO DI MILANO I due Dottorati di Ricerca Triennali già cofinanziati dal nostro Ordine presso il Politecnico di Milano stanno per concludersi. Il Consiglio dell’Ordine ha recentemente deliberato di cofinanziare due nuove borse di studio, sempre per dottorati di ricerca triennali. Contatti sono in corso con il Politecnico di Milano per definire modalità ed argomenti di tali nuove borse di studio. Siamo particolarmente felici di poter così dare un contributo alla ricerca in Italia. spesso si manifesta verso competenze che attengono a discipline diverse. Si pensi per esempio alla figura dell’ingegnere clinico prospettata dal Collega Bagno (A.Bagno, E.Bellini, M.Sivo” Ingegneri clinici e architetti ospedalieri: l’integrazione come fattore di qualità”- Rivista, n.24 -n.d.r.) come un fabbisogno presente nella sostanza, ma non codificato né a livello universitario né a livello contrattuale. Questa mutazione sembra peraltro essere applicata dalle aziende in fase di assunzione del giovane ingegnere. La mia sensazione è che in sede di selezione già da molti anni contino maggiormente le aspirazioni dichiarate del candidato ed il feeling dei selezionatori piuttosto che le competenze acquisite nel percorso di studio. In realtà l’aumento di scolarizzazione della popolazione nel suo complesso ha fatto sì che le aziende trovassero sempre più conveniente assumere ingegneri per ricoprire posizioni un tempo destinate a un grado inferiore di preparazione generale e soprattutto tecnica. Alla luce di questo fatto,e con esclusione di quelle realtà (purtroppo sempre meno) che ricercano collaboratori destinati a crescere professionalmente nell’ambito delle proprie competenze tecnologiche e scientifiche, la preparazione specifica del candidato ha assunto secondo me una rilevanza progressivamente minore. Questo stato di cose induce nel tempo due effetti che impattano sul profilo culturale dell’ingegnere. Da un lato una progressiva perdita di competenze puntuali derivante dal non praticare quanto studiato e di conseguenza dalla difficoltà a tenere il passo su temi tecnici e scientifici privi di rilevanza nell’ambito della professione, dall’altro la necessità di affrontare problemi operativi le cui caratteristiche principali sono sempre più spesso esterne e quindi tali da non richiedere una elevata competenza scientifica, e quindi spesso foriere di un senso di insoddisfazione o di inadeguatezza.La prima nel caso di situazioni banalizzate,la seconda nel caso di situazioni complesse. Sotto queste ipotesi si perde a mio avviso quel primato di competenza esclusiva che in passato veniva riconosciuto al tecnico competente, in altre parole: se si tratta di calcolare cemento armato a → INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 43 A R G O M E N T I nessuno viene in mente di contestare il risultato a meno che non disponga di una preparazione tecnica adeguata. Per converso più sfumano le competenze proprie delle discipline tecnico-scientifiche, più ampio è il numero degli interlocutori che si ritiene competente ad esprimere una propria soluzione. Un esempio di tale situazione è per es. quello della sicurezza ed igiene del lavoro, contesto nel quale operano indifferentemente ingegneri, consulenti del lavoro, geometri, periti, commercialisti, consulenti aziendali non meglio identificabili, e ciò senza specifiche definizioni di ambiti riservati. Sembrerebbe quindi che la terziarizzazione induca nel sistema la banalizzazione della complessità perché, se da un lato è evidente che diminuiscono le situazioni di lavoro in cui è indispensabile la profonda competenza specifica, dall’altro viceversa aumentano le situazioni di lavoro in cui è necessario un concorso di competenze diverse.Tuttavia considerazioni di tipo economico non consentono nei fatti l’aggregazione di più professionisti, ciascuno competente per la sua parte, che lavorano in team alla soluzione del problema. Se le logiche di funzionamento del nostro sistema produttivo sono queste, allora si ottiene come risultato che la risposta ad una richiesta di competitività viene ottenuta spesso attraverso soluzioni di qualità inferiore. Se si condividono le osservazioni sin qui esposte, si condividerà facilmente il fatto che la necessità di esprimere comunque un livello qualitativo elevato comporta la capacità di svolgere il ruolo di knowledge integrator. Per questo ruolo ritengo, ma forse ciò è dovuto a senso di appartenenza, che l’ingegnere sia il profilo professionale più adeguato. L’adeguatezza al ruolo, a mio avviso, non si deve né ricercare né realizzare in ambito universitario, ma in ambito professionale. L’ambito universitario, infatti, deve porre vincoli di contenuto ai piani di studio ed in ogni caso non pone i propri utenti in situazioni dirette di attività produttiva, né avrebbe senso precostituire percorsi formativi troppo mirati la cui correlazione con i reali bisogni dello studente sarà necessariamente valutabile a posteriori. Dovrebbe essere invece specifica attribuzione all’Ordine creare le condizioni perché tale adeguatezza possa essere sviluppata e mantenuta dando luogo ad iniziative che pongano la nostra forma mentis in contatto con altre formae mentis caratteristiche di diversi background e differenti percorsi di crescita professionale. Franco Baretich PAGINA 44 TECNOLOGIE AVANZATE Polvere intelligente (Smart Dust): realtà o leggenda? L’innovazione tecnologica è molto spesso sospinta da necessità belliche ma le finalità originali, altrettanto spesso, vengono riscattate dai non pochi vantaggi che le ricadute in campo civile apportano all’umanità. Potrebbe essere questo il caso del ritrovato del quale, in questo breve articolo, si illustrano le possibili applicazioni e si discutono alcuni punti critici. ur essendo ingegnere elettronico e quindi, per formazione e necessità, aperto all’innovazione, alle volte mi sorge il dubbio che ciò che viene proposto dagli organi di informazione non appartenga al mondo concreto ma a quello della fantascienza che, a onor del vero, qualche volta si trasforma in seguito in realtà. Per fare un esempio recente, la capsula da ingerire dotata di telecamera (endoscopy capsule) fino a ieri apparteneva al mondo della fantasia. Oggi invece esiste ma, tutto sommato, le sue dimensioni sono ancora relativamente cospicue (circa 20 x 5 mm). Se invece si parla di “Polvere Intelligente”ci si riferisce a microchip con lati di circa 1x1 mm o minori, “seminati” in quantità su una determinata area, in grado di rilevare svariate grandezze fisiche e chimiche presenti e di inviare i dati ottenuti ad una unità remota per il trattamento richiesto. Il sistema nel suo complesso ha dell’incredibile, ma un’analisi profonda rivela invece che la sua fattibilità è possibile. Gli studi, iniziati sotto l’egida del DARPA (Defence Advanced Research Project Agency ) al famoso MIT (Massachusetts Institute of Technology) e alla Berkeley University of California, sono finalizzati a scopi bellici. Il suo impiego può però estendersi ad un’ampia gamma di applicazioni civili di cui daremo un breve cenno. P TECNOLOGIA Questa miracolosa “polvere” fa parte di quei ritrovati a cui,per la loro realizzazione, devono concorrere una moltitudine di conoscenze interdisciplinari legate,soprattutto alla miniaturizzazione spinta. Sono infatti coinvolte la microelettronica, la microelettromeccanica, le nanotecnologie, la microottica e ovviamente la sensoristica e le telecomunicazioni. Di MEMS (Micro Electro Mechanical Systems) ormai se ne legge diffusamente e così di RFID (Radio Frequency Identification) e la Smart Dust rappresenta la sintesi di esse e di quanto appena più sopra elencato. Si parla di granelli (motes), ognuno dei quali è un sistema a sé stante che può funzionare in perfetta autonomia, assimilabile per analogia ad una sonda spaziale ma con dimensioni infinitamente più contenute. A “bordo” del granello trovano posto, in modo integrato: • un sensore, dedicato alla rilevazione o misurazione di una determinata grandezza fisica o chimica (o di altra natura) • la circuiteria elettronica di elaborazione dati • il sistema di comunicazione • il sistema di alimentazione (figura 1 e figura 2). SCOPI E IMPIEGHI L’utilizzo tipico consiste, come detto, nello spargimento di una grande quantità di microchip, su una certa zona geografica entro cui ricavare le informazioni volute.Tali granelli, distribuendosi su quella superficie, formeranno i nodi di una rete invisibile, in grado di rilevare e comunicare, senza contatto fra loro, i dati richiesti ad un sistema remoto costituendo,di fatto,una rete ad intelligenza diffusa (Ubiquitous Intelligence o Ubiquitous Computing). Le applicazioni di misura e di controllo possono così essre le più disparate. Solo per citarne alcune, si pensi al monINGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 crofoni, sensori di vibrazioni, sensori all’infrarosso e addirittura microtelecamere. • Tutti i discorsi di cui sopra si possono trasferire nell’ambito delle reti energetiche, dei trasporti e delle infrastrutture ad esse collegate come strade, ponti,viadotti,sedi ferroviarie,gallerie e via dicendo. Fig. 1 - “Granello” intelligente visto come Sistema autonomo. Fig. 2 - Scomposizione del “granello” nelle sue parti principali (fonte Berkeley University). do dei trasporti, alla logistica, alla medicina, all’impiantistica, alle grandi costruzioni civili e industriali, all’ambiente, all’agricoltura e all’allevamento. Per rendere meglio l’idea diamo qualche esempio: • In ambito medicale o sportivo, questi sensori, in contatto o in prossimità di determinate zone del corpo di un individuo, annegate nel tessuto degli indumenti (Smart Fabric) possono, in modo del tutto non invasivo,rilevarne la temperatura, la pressione arteriosa, l’elettrocardiogramma, la sudorazione così come i parametri dell’ambiente circostante, fornendo informazioni in tempo reale sullo stato di salute, sul livello di sforzo o su eventuali problemi insorgenti. • Nelle realtà produttive vanno a costituire una rete di monitoraggio capillare sia per impianti che per singole macchine o dispositivi, rilevando tut- te le grandezze necessarie al controllo ed eliminando l’uso di ingombranti e costosi cablaggi. • Nella ricerca ambientale,meteorologica, climatologica possono invece essere dedicati alla rilevazione di temperatura, pressione atmosferica, umidità, insolazione e inoltre, dispersi capillarmente, anche su aree disabitate o impervie, andrebbero a costruire una rete di monitoraggio su scala planetaria. • Potrebbero altresì essere seminati su vulcani, frane, smottamenti, faglie e allora, oltre ai parametri fisici di cui sopra, potrebbero informarci anche sulla presenza di vibrazioni, emissioni di gas, micromovimenti tellurici e su quant’altro rilevabile. • In altri contesti, legati al mondo della sicurezza (security) permetterebbero invece di rilevare la presenza di mezzi di trasporto e intrusi, tramite mi- PUNTI CRITICI In termini dimensionali, per quanto riguarda il sensore (o sensori) e la circuiteria elettronica di controllo, non sussistono dubbi, in quanto la riduzione dei volumi ha già raggiunto l’inverosimile; per esempio, la potenza di calcolo di un microprocessore 8086 (base dei primi Personal Computer) è circoscrivibile in un’area di 2 mm2. Qualche dubbio invece rimane riguardo al sistema di alimentazione e a quello legato alle comunicazioni col mondo esterno. FONTI ENERGETICHE Per l’alimentazione si possono avere tre possibilità: autonoma, dipendente dal mondo esterno e mista, sulla quale non ci soffermeremo ricavandosi in sostanza dalla combinazione delle prime due. Nel primo caso deve essere presente una sorgente di energia autonoma come, ad esempio, una batteria elettrica o a Fuel Cell. La vita operativa del dispositivo sarà però necessariamente limitata, anche mettendo in atto modalità di Power Saving a funzionamento discontinuo, comandato da un timer interno e a Backscattering, che vede attivarsi le funzioni primarie solo in presenza di interrogazione esterna. Nel secondo caso, necessariamente, si deve sfruttare una qualche fonte presente nell’ambiente e, nello specifico, ci si può ricondurre alle tecniche denominate Energy Scavengers (raccattatrici di energia) tra cui spiccano il sistema fotovoltaico e quello, attualmente molto raramente usato, basato sulle vibrazioni. Alimentazione a celle solari In tale caso, l’utilizzatore intero o la sua faccia sensibile non deve entrare in ombra o, peggio, non deve interrarsi, insabbiarsi o affondare nell’acqua. E’ anche vero che, statisticamente su un grande numero di dispositivi sparsi in modo ridondante, una parte di essi si salverà e si disporrà comunque in modo da garantire il funzionamento complessivo del sistema. Considerando i dati di insolazione per metro quadrato è facile anche calcolare la potenza disponibile su una superficie di qualche millimetro quadrato. La costante solare è 1353 W/mq che si → INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 PAGINA 45 A R G O M E N T I traduce per latitudini medie (ma non cambia molto essere in Africa o in Europa) in 980 W/mq disponibili al suolo, come massima potenza teorica utilizzabile. Assumendo un rendimento della cella fotovoltaica molto elevato, poniamo del 20 %,si potranno ottenere,sempre nella giornata tipo ad alta insolazione, circa 195 microW/mmq, come picco di potenza.Considerando inoltre che l’insolazione viene fortemente influenzata dall’altezza del sole sull’orizzonte, dalla presenza di polvere, sabbia, caligine, fumo, nebbia, nubi e non meno dall’umidità presente nell’atmosfera, il valore praticamente ottenibile non può che essere inferiore. Così, avremo come valore medio disponibile, 130 W/mq a Milano, 190 W/mq in Sicilia e 260 W/mq nel deserto del Sahara (dati indicativi) che portano a valori medi di circa 30 microW/mmq. I valori minimi si ottengono poi in ambienti interni, per i quali la potenza disponibile può anche crollare drasticamente intorno agli 0,1 microW/mmq. Alimentazione a vibrazioni Un'altra tecnica Scavenger si basa sulle vibrazioni e micro vibrazioni, sempre presenti in tutti gli ambienti, spesso come componenti indesiderate. Il mondo intero è in vibrazione o in movimento: industrie, impianti, macchinari, strade, mezzi di trasporto, abitazioni, alberi, foglie, erba, esseri viventi … Per la generazione, esistono svariate tecniche basate su sistemi elettromeccanici, tra cui, al momento, le più promettenti sembrano essere la Elettromagnetica, la Piezoelettrica e la Elettrostatica che sfruttano tutte una micromassa oscillante presente nella parte MEMS del mote (granello, n.d.r.). In particolare a spuntarla, per via del dispositivo bidimensionale di supporto in Silicio (chip 2D), sembra essere proprio l’ultima che si traduce nella carica elettrica di un condensatore, ottenuta sfruttando il movimento ciclico della micromassa, adattata a guisa di generatore elettrostatico, il cui compito è appunto quello di separare le cariche di polarità opposta.Il tutto è traducibile, nel nostro caso, in potenze disponibili dell’ordine di 1 microW/mmq. COMUNICAZIONI Le grandezze sotto monitoraggio devono non solo essere acquisite ma anche rese disponibili alla stazione di rilevamento remoto. • Il laser oppure le onde radio potrebbero costituire i supporti grazie ai quali avviene il collegamento. • Considerando solamente gli aspetti puramente fisici, le modalità di collePAGINA 46 gamento hanno o carattere monodirezionale (sola lettura da parte della stazione ricevente) o carattere bidirezionale (attivazione in backscatter, lettura dati, riconfigurazione). • Inoltre, come sarà più chiaro nel seguito, si possono anche ipotizzare due configurazioni base: collegamento punto a punto (point to point) o viceversa collegamento disgiunto, che prevede una comunicazione chiusa tra granelli “slave” e un granello ”master” il quale, essendo dotato di un sistema di comunicazione radio più potente oppure laser, è il solo che può colloquiare con la stazione anche molto distante. E’ abbastanza evidente, d’altro canto, che soluzioni miste, anche in tutte le combinazioni possibili, possano coesistere e la loro scelta sarà determinata esclusivamente dallo specifico uso e dalle condizioni al contorno. Ricetrasmissione via laser Tale sistema prevede una scrittura-lettura ottica operata da una sorgente laser posta sulla stazione remota (tipicamente un velivolo). E’ ovvio che, in tal caso, dovrà sempre sussistere la condizione di visibilità piena. Il granello interrogato deve possedere una superficie adatta alla captazione del raggio di luce incidente e alla riflessione immediatamente successiva, dopo che le informazioni utili lo hanno modulato convenientemente. Ad esempio un microspecchio potrebbe, in funzione dei dati binari, cambiare orientamento oppure un cristallo liquido (LCD) potrebbe mutare il proprio colore: il raggio riflesso allora apparirebbe alla sorgente come una serie di impulsi binari.La struttura relativa a tale funzione assume l’aspetto come in fig. 2, a forma di prisma catarifrangente o di specchio tridimensionale, con in più un dispositivo MOEMS (Optical MEMS) mobile, per la modulazione. Non è comunque da escludersi una eventuale sorgente laser a bordo del granello stesso che permetterebbe allora una trasmissione attiva di luce (ancora figura 2).Il sistema basato su laser potrebbe essere impiegato all’aperto. Ricetrasmissione via radio Ognuno dei granelli è in grado di trasmettere o ricevere autonomamente, via onde radio, i dati utili. Le potenze in gioco dovrebbero consentire comunicazioni a distanze tipiche del migliaio di metri, dato che il sorvolo, soprattutto in caso di ostilità, deve avvenire in sicurezza. La dimensione limitata dei chip, delle antenne e della Potenza disponibile rende evidente la difficoltà di funziona- mento. Infatti, pur a frequenze di 5 GHz, la dimensione dell’antenna, operante in λ/2, è ancora dell’ordine dei 25 mm. La potenza inoltre è inversamente proporzionale al quadrato della distanza e l’attenuazione di tratta è influenzata dalle condizioni atmosferiche viste le alte frequenze in gioco. In orizzontale invece, a 24 GHz di frequenza con 9 mW di potenza, si possono realizzare collegamenti anche di 500 m. Al contrario del laser, il vantaggio delle onde radio è che possono essere utilizzate al chiuso o con collegamento non in vista. Configurazione master slave Per ovviare agli inconvenienti di potenza e di visibilità di cui sopra, si può utilizzare un sistema in cui i chip (slave) comunicano con una unità madre (master) situata nelle vicinanze, a poche decine di metri e questa, dotata di un apparato ricetrasmittente più potente o a laser, è così in grado a sua volta di costituire un “ponte” tra la stazione madre (tipicamente il velivolo o un autoveicolo in ricognizione) e il singolo mote. CONCLUSIONI La miniaturizzazione spinta sta per portare una rivoluzione nell’ambito della misura e del controllo. Anche se al momento la Polvere Intelligente è confinata al campo militare, in un futuro assai prossimo, diverrà certamente di uso comune per il monitoraggio su ampia scala, dando vita alla cosiddetta Intelligenza Diffusa che apparirà invisibile ma onnipresente intorno a noi, consapevoli o inconsapevoli spettatori. Gli unici svantaggi che al momento si possono intravedere riguardano un suo eventuale uso non etico e, soprattutto, data la grande diffusione libera, una sua possibile pericolosità, in caso di ingestione o inalazione. Speriamo che la tossicità sia bassa e il comportamento all’interno dell’organismo sia assimilabile a quello dei semi della frutta che non hanno interazioni con esso e che ritornano, alla fine, nell’ambiente stesso. Comunque, per la tranquillità di tutti, possiamo anche aggiungere che studi seri in tal senso sono già iniziati. Paolo Chiastra BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE www.darpa.mil/mto/mems www.media.mit.edu/resenv http://robotics.eecs.berkeley.edu/ “Dai sensori intelligenti ai microsensori” Assolombarda - 6 marzo 2001 - Progetto finalizzato MADESS CNR INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 L A P A G I N A D E L L A F O N D A Z I O N E • Istituzione: la Fondazione è stata istituita il 2 ottobre 1998. • Scopo: valorizzare e tutelare l’ingegnere con iniziative complementari alle attività istituzionali svolte dall’Ordine. • Attività principale: organizzare e gestire corsi di formazione ed eventi per lo sviluppo continuo della professionalità degli ingegneri. • Collegamento con l’Ordine: attraverso il CdA, composto dai Consiglieri dell’Ordine. In data 3 agosto 2004 la Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, prima in Italia tra Ordini e Fondazioni, ha ottenuto la certificazione per il sistema di gestione della qualità ISO 9001 per “Progettazione ed Erogazione di Corsi formativi ed Eventi informativi”. La Fondazione è attualmente impegnata anche per riottenere l’accreditamento presso la Regione per l’acesso ai Fondi Sociali Europei per la formazione (FSE). L’accreditamento era già stato ottenuto nel 2002, venne poi sospeso nel 2003 in quanto non certificato. PROSSIMI EVENTI IN PROGRAMMA ■ Corso a pagamento ■ Evento gratuito 16-23-30 settembre 7-14 ottobre 2005 Corso di istruzione PROGETTAZIONE PER TUTTI: DALLE BARRIERE ARCHITETTONICHE AL “DESIGN FOR ALL”, PROGETTARE PER ESIGENZE DIVERSE Euro 300,00 + iva 29 settembre 2005 Seminario IL SISTEMA DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI 20 settembre 2005 Seminario CODICE DELLA PRIVACY 12-19-26 ottobre 2005 2° corso d’aggiornamento STRUTTURE METALLICHE: Aspetti normativi, progettuali e realizzativi nell’ingegneria civile e industriale (in collaborazione col Collegio Tecnici dell’ Acciaio) Euro 335,00 + iva 21-28 settembre 2005 Incontro d’aggiornamento ed orientamento TARIFFE E PARCELLE settembre/ottobre/novembre 2005 Corso di formazione MANAGEMENT PER INGEGNERI 4° mod. 22/23 settembre 5° mod. 20/21 ottobre 6° mod. 17/18 novembre Test finale 25 novembre INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 Ottobre 2005 - febbraio 2006 12° corso di istruzione PREVENZIONE INCENDI Euro 1200,00 + iva 4-11-18 novembre 2005 5° corso di istruzione NOZIONI DI BILANCIO E DI CONTROLLO DI GESTIONE Euro 335,00 + iva 9 novembre 2005 Incontro d’aggiornamento VERSO UNA NUOVA ARCHITETTURA EDUCATIVA E FORMATIVA “INTELLIGENTE” 16 novembre 2005 Incontro semestrale LA PREVIDENZA PER INGEGNERI E ARCHITETTI LA RIFORMA DELLE PENSIONI 2004 23 novembre 2005 Seminario GLI ARCHIVI INFORMATICI: PROBLEMATICHE DI INTEGRITÀ NEL TEMPO Per gli incontri gratuiti inviare la propria adesione via e-mail o fax alla Segreteria della Fondazione: fax 02794916 - e-mail: fondazione@or dineingegneri.milano.it Per i corsi a pagamento è necessario compilare la scheda di iscrizione reperibile anche sul sito: www.ordineingegneri.milano.it PAGINA 47 L E G G I E D E C R E T I Determinazione 6 aprile 2005 n. 3 (G.U. n. 143 del 22.06.05) Appalti misti e requisiti di qualificazione. a cura di Maria Grazia Sonzogno EDILIZIA Legge 25 giugno 2005 n.109 (G.U. n. 146 del 25 giugno 2005) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 2005 n. 63, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo e la coesione territoriale, nonché per la tutela del diritto d’autore. STRUTTURE Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 maggio 2005 (Suppl. Ord. n. 85 alla G.U. n. 107 del 10 maggio 2005) Ulteriori modifiche ed integrazioni all’ Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministrin.3274 del 20 marzo 2003, recante “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”. (Ordinanza n. 3431). La presente Ordinanza n. 3431 proroga di tre mesi (8 agosto 2005) l’entrata in vigore dell’Ordinanza n. 3274, apportando altresì a quest’ultima modifiche agli allegati 2 e 3. AUTORITÀ LAVORI PUBBLICI Determinazione 2 marzo 2005 n.1 Esclusione dalle gare nel caso di soggetti responsabili di aver reso false dichiarazioni in merito ai requisiti e alle condizioni rilevanti per la partecipazione alle procedure di gara dai dati in possesso dell’Osservatorio dei lavori pubblici. Determinazione 2 marzo 2005 n. 2 (G.U. n. 120 del 25.05.05) Consegna dei lavori sotto riserva di legge, ai sensi dell’articolo 129 del D.P.R. 21 dicembre 1999, n.554. PAGINA 48 PREVENZIONE INCENDI Decreto 28 aprile 2005 Ministero dell’Interno (G.U. n. 116 del 20 maggio 2005) Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esecizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi. IMPIANTI Decreto 6 giugno 2005 Ministero dell’Interno (G.U. n. 150 del 30 giugno 2005) Modalità per l’installazione di sistemi di videosorveglianza negli impianti sportivi di capienza superiore alle diecimila unità, in occasione di competizioni sportive riguardanti il gioco del calcio. SICUREZZA Decreto 4 aprile 2005 n. 95 Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti (Suppl. Ord. n. 105/L alla G.U. n. 130 del 7 giugno 2005) Regolamento di sicurezza recante norme tecniche per le navi destinate esclusivamente al noleggio per finalità turistiche. Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 giugno 2005 n. 3437 (G.U. n. 137 del 15 giugno 2005) Interventi urgenti di protezione civile per la messa in sicurezza delle grandi dighe delle regioni di Liguria ,Marche e Lazio. Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 giugno 2005 n. 3438 (G.U. n.1 38 del 16 giugno 2005) Interventi urgenti di protezione civile per la messa in sicurezza delle grandi dighe della regione Toscana. Decreto 6 giugno 2005 Ministero dell’Interno (G.U. n. 150 del 30 giugno 2005) Modifiche ed integrazioni al decreto ministeriale 18 marzo 1996, recante norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi. VARIE Legge 18 aprile 2005 n. 62 (Suppl. Ord. n. 76/L alla G.U. n. 96 del 27 aprile 2005) Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’italia alle Comunitarie Europee. Legge comunitaria 2004. Si segnalano in particolare: • (art.23, 24 e 25) modifiche rilevanti alla normativa sui lavori pubblici (109/94) e a quella sugli appalti di servizi (157/95). Dette modificazioni riguardano la nozione dei contratti misti, gli incarichi di progettazione sotto i 100.000 Euro, le società di ingegneria, l’affidamento diretto della direzione lavori al progettista e modalità di selezione del promotore. • abrogazione dei commi 8, 9, 10 e 11 dell’art. 188 del DPR 554/99 e conseguente abolizione degli elenchi speciali dei collaudatori • art 29 modifiche al D.lgs, n. 626/94 riguardante la sicurezza dei macchinari. Decreto 6 maggio 2005 Ministero delle Comunicazioni (G.U. n. 131 dell’8 giugno 2005 Riconoscimento degli organismi competenti in materia di compatibilità elettromagnetica. Legge 14 maggio 2005 n. 80 (Suppl. Ord. n. 91/L alla G.U. n. 111 del 14 maggio 2005) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, recante disposizioni urgenti nell’ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico, sociale e territoriale. Deleghe al Governo per la modifica del codice di procedura civile in materia di processo di cassazione e di arbitrato nonché per la riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali (decreto competitività). Molte le disposizioni relative a settori e materie più disparati, tra cui segnaliamo: • comma 4-quinquies dell’art. 2: novità per la convocazione dell’Assemblea per l’elezione dei Consigli degli Ordini, apportata modifica al primo comma dell’art. 3 del decreto legislativo luogoteneziale 23 novembre 1944 n. 382. • comma 1 dell’art. 3: modifiche alla disciplina della denuncia inizio attività (DIA) contenuta nell’art. 19 della L. 241/90 • sempre all’art. 3 altre modifiche in materia di semplificazione amministrativa INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 V • comma 16-sexies dell’art.5: modifiche alla disciplina degli arbitrati negli appalti pubblici. Legge 16 maggio 2005 n. 82 (Suppl. Ord. 93/L alla G.U. n. 112 del 16 maggio 2005) Codice dell’amministrazione digitale. Entra in vigore dal 1 gennaio 2006. Provvedimento 22 aprile 2005 Agenzia delle Entrate (Suppl. Ord. n. 99 alla G.U. n. 123 del 28 maggio 2005) Approvazione di n.206 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settori relativi alle attività economiche nel settore delle manifatture, dei servizi, del commercio e delle attività professionali da utilizzare nel periodo d’imposta 2004. Volume IV – Attività economiche nel settore delle attività professionali. Decreto Legislativo 9 maggio 2005 n. 96 (Suppl. Ord. n. 106/L alla G.U. n. 131 dell’8 giugno 2005) Revisione della parte aeronautica del codice della navigazione, a norma dell’art. 2 della legge 9 novembre 2004, n. 265. Decreto Legislativo 20 giugno 2005 n. 122 (G.U. n. 155 del 6 luglio 2005) Disposizioni per la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire a norma della Legge 2 agosto 2004 n. 210. Decreto-legge 30 giugno 2005 n. 115 (G.U. n. 151 del 1 luglio 2005) Disposizioni urgenti per assicurare la funzionalità di settori della pubblica amministrazione. Art. 4 “Elezioni degli organi degli Ordini professionali” : “...................le elezioni degli enti territoriali sono indette alla data del 15 settembre 2005......” Adeguamento Tariffa prestazioni urbanistiche Maggio 2005 1470,9 INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 I T A A S S O C I A T I V A ORGANIZZATO DALLA COMMISSIONE IGIENE E SICUREZZA Un seminario sull’esercizio degli apparecchi a pressione Oltre alla illustrazione della nuova normativa, l’incontro si è proposto di fornire chiarimenti sui dubbi interpretativi e sulle contraddizioni che il D.M. 329/2004 ha introdotto. iovedì 18 maggio, promosso dalla Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano ed organizzato dalla Commissione Sicurezza ed Igiene sul Lavoro dell’Ordine, si è svolto presso la sala Bracco del Circolo della Stampa di Corso Venezia un seminario sul tema:“D.M. 1 dicembre 2004, n. 329 - Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all'articolo 19 del Decreto Legislativo 25 febbraio 2000, n. 93”. Scopo dell’incontro, cui hanno partecipato molti colleghi operanti nel settore della gestione aziendale e della sicurezza come dipendenti o liberi professionisti, è stata l’illustrazione del Decreto Ministeriale n. 329, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 22 del 28 gennaio 2005 che fissa le disposizioni per la verifica degli impianti ove siano presenti insiemi o attrezzature regolamentate secondo la Direttiva PED 97/23/CE. Relatori del seminario sono stati l’Ing. Alfonso De Lucia referente per la normativa PED dell’ISPESL di Milano e l’Ing. Adriano Paolo Bacchetta membro della Commissione Igiene e Sicurezza. Come noto, con normativa “PED” (acronimo di Pressure Equipment Directive) si indica una direttiva europea (Direttiva n. 97/23/CE) avente come scopo la sicurezza delle attrezzature a pressione e degli insiemi che debbono rispettare specifici Requisiti Essenziali di Sicurezza (RES) tali da non pregiudicare la salute e la sicurezza delle persone o degli animali domestici o la sicurezza dei beni. L’art. 19 del D.Lgs. 93/2000 prevedeva che, con uno o più Decreti da emanarsi entro un anno dalla entrata in vigore del Decreto Legislativo stesso (cioè entro il 18/04/2001) dovevano essere state armonizzate le prescrizioni vigenti in materia di “primo impianto ed esercizio” ai contenuti della Direttiva n. 97/23/CE; invece sono dovuti passare quasi quattro anni per vedere l’e- G manazione del D.M. 329/2004 che, di fatto, aveva il compito ambizioso di riorganizzare un campo normativo ampio quale quello dell’esercizio degli apparecchi a pressione. Nonostante la lunga gestazione, il nuovo Decreto introduce alcune rilevanti difficoltà applicative a partire dalla mancata abrogazione della normativa previgente: infatti il D.M. 329/2004 si affida al principio, valido ma di difficile applicazione, che intende superate quelle parti delle norme esistenti che risultano essere in conflitto con i dettami della Direttiva n. 97/23/CE. Inoltre l’aver esteso l’applicazione di quanto previsto dal D.M. 329/2004 anche a tutte le apparecchiature a pressione già in servizio ed anche a parti di impianto, quali le tubazioni, di fatto finora escluse dall’applicazione della normativa sugli apparecchi a pressione, certamente sarà fonte di grandi problemi. A questi si aggiungono anche la mancanza di specifiche tecniche relative alle verifiche (esiste solo un rimando a specifiche tecniche relative all’esercizio che dovranno essere redatte dall’ISPESL in collaborazione con l’UNI tenuto conto delle direttive emanate dal CEN e che dovranno essere oggetto di concerto tra il Ministero delle Attività Produttive e quello del Lavoro e delle Politiche Sociali) ed un possibile dubbio interpretativo sull’individuazione dei soggetti previsti per le verifiche ed i controlli, genericamente denominati nel D.M.“soggetti preposti”. Considerata l'importanza di conoscere da subito le nuove disposizioni per potersi adeguare, la Commissione Igiene e Sicurezza dell’Ordine ha ritenuto importante che, oltre alla illustrazione della nuova normativa, l’incontro si proponesse principalmente di fornire chiarimenti sia su tali dubbi interpretativi sia sulle contraddizioni che il D.M. 329/2004 ha introdotto e che, ad oggi, sono oggetto di un vivace confronto tra gli esperti della materia. Adriano Paolo Bacchetta PAGINA 49 A B S T R A C T S AIR POLLUTION (pag. 13-18) The article, published in two parts, examines and analyses the different sources of The air pollution, both in the cities and in the "hinterland", with precise historical References and hints at possible solutions. THE AWARD OF ISO CERTIFICATION FOR 2004 ENVIRONMENT GIVEN TO THE ELECTRIC NET OF ENEL DISTRIBUTION (pag. 19-20) In October 2004 the Business Electrical Net area of ENEL Distribution S.p.A, which has the task to develop , to keep efficient the net of electrical distribution of electrical energy, received the environment certification in accordance with UNI EN ISO 14001 rule from the Certification Committee Rina S.p.A.,accredited Sincert. The certificate proves that the above area has adopted a system of environment Handling according to the relative international rules for the handling of the Activities of distribution and conveyance of electrical energy. DIGITAL TERRESTRIAL TELEVISION (pag. 21-24) A presentation of “DTT – Digital Terrestrial Television”, the system that progressively will enter into our house and in a few years will pension off, and fully replace it, the Analog System, which have been used for more than 60 years all over the World.The impact on the user habits will be considerable: more programs, better sound&video quality and Internet-like services availability.After a brief sign to the digital television concepts, broadcasting systems and technical solutions adopted will be described. New services enjoyable will be mentioned, too. CHRONICLE OF AN INFORMATICS ATTACK (pag. 25-27) Surety of the information systems means surety that is not only technological but also organizational.The attack from the hackers of the informatics world always exists for everybody, firms, public institutions, financial institutions and private citizens. The "minimal surety measures", pointed out by the Privacy Code , in force since Januar y 2004 b y Law Decree 196/2003, must be considered by an enterprise as an investment and not only as a cost. Tunnels carried out with EPB (Earth PAGINA 50 Pressure Balanced Machines): the experiences on the Milanese territory. The article hints at the different methods of excavation and then deals in detail with the continuation of the Underground to the new Fair Pole in Pero. The work has been carried out with a full- section milling cutter (EPB) and is descr ibed in all its aspects.The Technical data is also supplied. THE ENGINEERS IN THE PUBLIC ADMINISTRATIONS (pag. 30-32) The public administration takes up the 10% of the whole of the employed engineers and therefore it offers an amount of work remarkable both for quantity and variety: Ministries, territorial bodies, Health National System, "Istituto Autonomo Case Popolari", state-controlled institutions. The article points out the job opportunities for a graduate in engineering. THE BOSSEA CAVE (pag. 32-33) Bossea is a touristic and historic cave of international fame . Its main features are the combined presence of wonderful aesthetic-environmental attractions and a high naturalistic-scientific interest. REMEMBERING A SUCCESSFUL ITALIAN PROJECT AT MANHATTAN (pag. 34-35) A 12 storey building of 1906, placed near Wall Street, was bought at the beginning of the 80s by BCI that was widening at that time and needed offices larger than the one in Park Avenue.The architect Gino Valle suggested the conservation and the restoring of the building.The customer accepted the solution, that was carried out by the author of the article according to the schedule, even with the difficulties caused by a yard placed in the centre of a large metropolis. EUROPE IN 2010: LOCAL AND LONG-DISTANCE MOBILITY IN THE GUIDED TRAFFIC (pag. 36-39) To support the economic balance of the future years it is necessary to transport at adequate costs and at certain times , by using all the means of transport. The European Community has provided to create a European net of transport open to the free circultation of people and goods and to all the transport workers. SCIENCE AND WORK AT VENICE ARSENAL (pag. 39-40) Venice Arsenal, founded nine centuries ago, (1104-2004) is an example ahead of its times in all its aspects and in its complexity. It is an example of ethic, social, economical, political, professional, educational, scientific, organizational and structural valencies. INVESTMENTS WITHOUT ANY FRONTIER (pag. 40-41) In the present economies for the production of goods and services on a world basis, the transformation of the handling f the project from analogic to digital offers the possibility to manage technically, economically and financially , from any seat, the project, the realization and the handling of technical and technological real estates in any part of world. THE "RENEWABLE" ENTERPRISE (pag. 42-43) The enterprise that is in a position to innovate continuously in the strategies, in the organization and in the business systems becomes the protagonist in the creation of values. Such an enterprise represents, in the same way as the clean technologies, a fundamental element for the environment protection and for the correct use of the energy and of the natural resources. PREMINENCE OF AN INTERDISCIPLINARITY APPROACH TO FACE THE COMPLEXITY (pag. 43-44) The de-industrialization has caused a change in the cultural profile of the engineer, which is mainly shown in the course of his professional path. More and more often the engineer is asked to get skills that are different from the specific ones acquired with the academic studies. These skills are anyhow acquired also by other professionals that can interact with the engineer on the same level. SMART DUST: REALITY OR LEGEND? (pag. 44-46) The technological innovation is often pushed by war needs, but the original aims are compensated the several advantages that the consequences in the civil field bring about to the human kind.The case should be that of the discovery whose possible applications are shown in the article. Moreover, its critical points are discussed. INGEGNERI MILANO SETTEMBRE 2005 COMPOSIZIONE DELLE COMMISSIONI Commissione per l’Etica Professionale Presidente: Domenico Perrone Vice Presidente: Alessandro Buccellati Membri: Ermenegildo Bardelli,Andrea Bazzani, Carlo Candiani, Gianni Capè, Sergio Fedeli, Gabriella Parlante, Gabriele Perucci, Matilde Schiavoni. Comitato di esperti per la Revisione delle Parcelle Professionali Presidente: Luigi Rainero Segretario: Gianni Capè Membri: Luigi Ernesto Amman, Pier Carlo Beretta, Giovanni Bosisio, Erberto Botti, Giovanni Contini, Sergio Fedeli, Carlo Guaineri, Pietro Harrasser, Mauro Langfelder, Giampiero Montalti, Giovanni Papetti, Gabriella Parlante, Gabriele Perucci. Commissione per l’Elenco dei Periti Presidente: Aldo Franchi Vice Presidente sezione civile: Alessandro Buccellati Vice Presidente sezione industriale: Alberto Caleca Vice Presidente dell’Informazione: Mauro Langfelder Membri: Alberto Avanzini, Elena Baj, Giovanni Bosisio, Renato Fabris, Francesco Fasella, P. Luigi Lusona, Silvestre Mistretta, M.Cristina Motta, Mario Orsi, Aldo Paraboni, Roberto Tomasucci. Commissione Ordinamento Professionale Presidente: Luciano Fassina Membri: Giacomo Andriola, Enrica Arcesi, Chiara Battistoni, Stefano Calzolari, Domenico Perrone, Luigi Rainero, Francesco Sannino,Alberto Sartori, Giuseppe Susani, Luca Strada, Pietro Vasco Tola, Cesare Turkheimer. Commissione Industria - Enti Pubblici Presidente: Alberto Caleca Vice Presidente: Alberto Avanzini Segretario: Liberato Ciccarelli Membri: Giorgio Babanicas, Nicola Barbera, Silvano Castelli, Marco Cecchini, Paolo Chiastra, Massimiliano Colombi. Gianfranco Conca, Luciano Fassina, Carlo Gaifami, Maurizio Gandolfo, Ambrogio Girotti, Enrico Memmo, Maria Cristina Motta, Raffaele Occhi, Mario Orsi, Luigi Pagliula, Domenico Perrone, Marco Petta, Mario Poggi, Costanzo Riva, Alberto Sartori, Matilde Schiavoni, Dante Segrini, Giulio Solero, Giovanni Zannerini. Commissione LL.PP. Presidente: Alberto Avanzini Membri: Ermenegildo Bardelli, Piercarlo Beretta, Roberto Capra,Valeria Dolcetta Capuzzo, Sergio Fedeli, Marcello Oneta, Roberto Petrali, Mario Pisani, Giuseppe Rapisarda, Marco Sala. Commissione per l’Aggiornamento Professionale e Formazione Presidente: Chiara Battistoni Vice Presidente: Stefano Calzolari Segretario: Alberto Ricci Membri: Elena Baj, Pierluigi Brivio, Claudio Cardosi, Carlo Gaifami, Mario Ghezzi, Maria Pina Limongelli, Claudio Magistroni, Antonio Mancini, Guido Martinelli, Antonio Migliacci, Federico Perotti, Alessandro Riva, Michele Rossi, Dante Segrini, Andrea Sommaruga, Dario Vanetti,Angela Poletti, Marco Trani, Giancarlo Volpi. Commissione Impianti Presidente: Gianangelo Bonfigli Vice Presidente: Giuseppe Rapisarda Membri: Giuseppe Belmonte,Alberto Caleca, Alberto Cantoni, Sergio Damiani, Antonio De Marco, Giulio Galli, Franco Gasparini, Rudy Handschin, Sergio Mammi, Claudio Mosca,Alfredo Previ, Giuseppe Quaranta, Maurizio Rossetti Conti, Carlo Zoppi Commissione Giovani Presidente: Luigi Rainero Vicepresidente: Roberto Tomassucci Membri: Maurizio Guido Abrate,Ambrogio Baseggio,Alberto Caleca, Stefano Calzolari, Andrea Cataldo, P. Giuseppe Dal Farra, Ottavio Lecis, Davide Luraschi, Marcello Oneta, Simone Pessina, Daniele Russo, Rosario Sorrentino,Alessandra Turconi. Commissione per l’Ingegneria dell’Informazione Presidente: Enrico Pio Mariani Membri: Pierangelo Aloisi, Gabriela Bonavoglia, Francesco Crescentini, Ivan Francia, Francesco Giovannini, Luigi Marchei, Marco Re, Gianluca Sironi,Andrea Sommaruga. Commissione Donne Ingegneri Presidente: Matilde Schiavoni Membri: Elena Baj, Chiara Battistoni,Alberto Caleca,Valeria Dolcetta Capuzzo,Amalia Ercoli, Carlo Gaifami, Maria Cristina Motta, Angelo Selis. Commissione Urbanistica Presidente: Michele Rossi Membri: Massimo Almagioni, Alessandro Buccellati, Franco Caputo, Vittorio Carnemolla,Vittore Ceretti, Francesco Angelo Citterio,Andrea Colombo, Galeazzo Conti, Salvatore Crapanzano, Giacomo Cusmano,Angelo Ferraresi, Mario Nova, Piero Ogna, Paolo Pileri, Enzo Porcu, Mario Rossetti, Alessandro Toccolini, Dario Vanetti. Commissione Qualità Presidente: Stefano Calzolari Membri: Giuseppe De Marte,Stefano Farné,Luigi Gaggeri, Fabio Pasello, Elena Roacchi, Guido Weiller,Bruno Zanini. Commissione Prevenzione Incendi Presidente: Franco Luraschi Membri: Giuseppe Bogani, Lorenzo Brignole, Pasquale Capuano,Ambrogio Carenzi, Oreste Ceravola, Fabio Collamati, Giovanni Contini, Alessandro Griffino, Paolo Lombardi, Sergio Mammi, Luca Marzola, Silvestre Mistretta, Zino Sarzi Braga, Enrico Schiatti, Marco Tomo. Commissione Catasto Presidente: Flavio Tresoldi Membri: Giampiero Alliori, Gianluca Chinetti, Francesco Citterio, Marco Gianninetto, Paolo Lorenzetti, Emilio Pessina, Marco Scaioni, Marino Sorarù. Commissione Telecomunicazioni Presidente: Gianni Confalonieri Vice Presidente: Alessandro Fenyves Segretario: Marco Mussini Membri: Franco Boffelli, Marco Manlio Brambilla, Alberto Caleca, Alessandro Carone, Massimo Chindemi, Edoardo Cottino, Francesco Crescentini, Guido Garrone, Claudio Magistroni, Giuseppina Moretti,Aldo Paraboni, Giordano Picchi, Francesco Romeo, Guido Tartara. Commissione Referenti Presidente: Alberto Caleca Vice Presidente: Paolo Jurkic Segretario: Massimo Chindemi Membri: Marco Agretti, Alberto Avanzini, Angelo Bargigia, Silvio Bosetti,Andrea Brenta, Giovanni Cappellari, Giovanni Caprara, Claudio Cardosi, Marco Cecchini, Gianni Chianetta, Massimo Chindemi, Michela Chiorboli, Liberato Ciccarelli, Giancandido Defendi, Roberto Dell’Orto, Giovanni Dembech, Alessandro Fenyves, Manlio Ferrari, Giuseppe Giordano, Giuseppe Grassi, Luciano Luccini, Antonio Mancini, Maurizio Mafessoni, Federico Mancosu, Marco Mussini, Riccardo Pellegatta,Alberto Pianta, Costanzo Riva, Daniele Roderi, Umberto Tibaldi. Commissione Sicurezza e Igiene sul Lavoro Presidente: Maria Cristina Motta Vice Presidente: Franco Baretich Membri: Adriano Bacchetta, Massimo Bardazza, Enrico Brigoli, Luigi Chiechi, Massimiliano Colombi, Roberto Denaro, Pietro Freschi, Chiara Lecis, Ottavio Lecis, Giuseppe Luraschi, Claudio Mosca, Demetrio Nava, Giuseppe Pantano, Fabio Pasello, Stefano Pelucchini, Enrico Persico, Gianni Peruzzo, Giorgio Pomesano, Giuseppe Quaranta, Zino Sarzi Braga. Commissione Bioingegneria Presidente: Alberto Caleca Vice Presidente: Sergio Cerutti Segretario: Monica Sivo Membri: Alessandro Bagno, Elena Baj,Anna Bianchi, Fulvio Falcone, Ugo Garbarini, Paolo Lago, Carlo Mambretti, Paolo Pessina, Vincenzo Ventimiglia. Commissione Innovazione e Ricerca Presidente: Mauro Langfelder Membri: Elena Baj, Franco Baretich,Ambrogio Baseggio, Giuseppe Belmonte, Stefano Calzolari, Claudio Cardosi,Amalia Ercoli Finzi, Ivan Francia, Davide Luraschi, Fabio Pasello, Federico Perotti, Alfredo Previ, Alberto Ricci, Francesco Romeo, Gianluca Sironi, Giulio Solero, Giuseppe Susani. Commissione Ambiente e Territorio Presidente: Mario Amadasi Membri: Enos Borrini, Paolo Centola, Gianni Chianetta, Carmelo Di Mauro, Tomaso Gerosa, Giuseppe Mantellini, Paolo Pileri, Franco Sironi, Claudio Tedesi.