Rapporto Industria - VELO
Transcript
Rapporto Industria - VELO
IL DISTRETTO SANITARIO PRIVATO PAVESE UN CASO DI SUCCESSO IMPRENDITORIALE AL SERVIZIO DELLA SOCIETÀ DI DARIO VELO E’ stato presentato a Pavia il “Secondo Rapporto su economia e finanza delle imprese manifatturiere pavesi”, a cura della Banca Regionale Europea e dell’Unione degli Industriali. L’edizione 2003 propone un’analisi organica del comparto della sanità, particolarmente importante per l’economia locale. Il settore sanitario privato pavese rappresenta un esempio della capacità di attivare un circuito virtuoso fra l’offerta di servizi sanitari di eccellenza, nuove tipologie di domanda di servizi sanitari non soddisfatta dalle strutture tradizionale, uso economico delle risorse, sviluppo che valorizza l’autofinanziamento. Non a caso, il 24% della popolazione assistita dalla sanità privata proviene da altre regioni italiane. Il 26 novembre è stato presentato il “Secondo rapporto su economia e finanza delle imprese manifatturiere pavesi”, voluto da BRE con la collaborazione dell’Unione degli Industriali. Il Rapporto fa il punto sull’evoluzione dell’economia pavese in generale e delle imprese manifatturiere in modo puntuale. Il Rapporto dà un quadro completo del sistema produttivo della provincia; tale conoscenza è importante perché è la base su cui fondare le iniziative, pubbliche e private, da cui dipendono lo sviluppo e la modernizzazione del sistema. Il rapporto 2003 comprende una novità, l’analisi, mai fino ad oggi realizzata in modo organico, di un comparto particolarmente importante per l’economia pavese: quello della sanità privata. Si tratta di un caso di successo imprenditoriale che si colloca a tutto diritto accanto alle imprese che tradizionalmente costituiscono l’ossatura del sistema economico. A Pavia si è strutturato un vero e proprio “distretto” della sanità privata ove operano, accanto agli enti pubblici, enti privati profit e non-profit, in perfetta sinergia. Il settore sanitario privato pavese rappresenta un esempio della capacità di attivare un circuito virtuoso fra l’offerta di servizi sanitari d’eccellenza, nuove tipologie di domanda di servizi sanitari non soddisfatta dalle strutture tradizionali, uso economico delle risorse, sviluppo che valorizza l’autofinanziamento. SECONDO RAPPORTO SU ECONOMIA E FINANZA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE PAVESI A CURA DI DARIO VELO L’esistenza di un “distretto sanitario” ha avuto un impatto positivo sull’innovazione e sulla qualità dei servizi sanitari offerti, attraverso il classico effetto di cross fertilization tipico di tutti i distretti. Fra le strutture si è avviato un processo di volta in volta di trasferimento delle conoscenze , di emulazione, di concorrenza o di collaborazione: questi meccanismi hanno rappresentato altrettante strade diverse per far sì che le soluzioni migliori messe a punto da una struttura si diffondessero anche nelle altre. Il successo del distretto sanitario ha prodotto una serie di benefici per tutta l’area, sia in termini di occupazione che di sviluppo economico del sistema. Gli occupati nella sanità privata sono oltre 2000; si tratta di personale altamente qualificato, in grado di produrre un elevato valore aggiunto. A ciò si aggiunge lo sviluppo dell’indotto, con un effetto moltiplicatore a vantaggio del sistema economico provinciale. Il sistema è in piena evoluzione. Fra il 1998 e il 2000 il numero degli occupati è cresciuto del 6%, soprattutto per effetto dello sviluppo delle case di cura che hanno visto un tasso di sviluppo interno del 30%. Questa dinamica positiva sta ancora ulteriormente sviluppandosi. Alcuni dati essenziali possono meglio definire la portata del fenomeno. La sanità privata a Pavia oggi rappresenta circa il 36% della offerta ospedaliera totale, 1342 letti contro 2398 del settore pubblico. La maggioranza è rappresentata da Fondazioni, prima per importanza la Fondazione Maugeri. In espansione risulta il gruppo S. Donato . Nel 2001 le strutture private sanitarie pavesi hanno erogato 41282 ricoveri, per un valore complessivo di circa 236 miliardi. Questo valore costituisce il 2,5% del fatturato prodotto dall’intero comparto ospedaliero lombardo. E’ un settore che porta ricchezza a Pavia. Un indicatore importante (economico, ma ancor più misuratore della qualità di servizi) è la capacità di “esportazione” dei servizi: il 24% della popolazione assistita dalla sanità privata proviene infatti da altre regione italiane. Per valutare questo dato, si pensi che il dato lombardo complessivo è del 9%. Questi dati assumono ancora più valore ove si consideri l’aspetto qualitativo. La sanità privata pavese nel suo insieme si caratterizza per una elevata qualità, in alcuni casi di preminenza a livello nazionale. E ciò che più conta è il fatto che tale eccellenza è su tutto il fronte. Abbiamo attività di formazione e ricerca a monte del momento assistenziale, fino alla riabilitazione che segue la “fase acuta” della cura. La logica di integrazione e continuità assistenziale pone la realtà pavese in posizione di avanguardia nell’ambito del panorama nazionale. Va sottolineato che in molti casi esiste una buona collaborazione fra pubblico e privato. Il fatto è che bisogna abbandonare il vecchio stereotipo secondo cui i privati sviluppano i settori in cui si guadagna lasciando al settore pubblico le attività più complesse. La riabilitazione in alcune patologie più complesse (pensiamo ai trapianti) è svolta dai privati pur in presenza di tariffe pubbliche che non coprono i costi. In cardiologia, nella cura dei tumori e in altre patologie complesse il settore privato raggiunge punte di eccellenza. Anche nella attività di pronto soccorso, da sempre monopolio del settore pubblico, vedremo l’ingresso del settore privato. Il problema non è più “cosa fa” il privato rispetto al pubblico, ma “come lo fa”. Se usa meglio le risorse, può ottenere servizi migliori a costi inferiori. In realtà in tutta l’Italia del nord la sanità privata è sempre più chiaramente orientata ad abbandonare il modello tradizionale della “clinica di lusso” per una élite, orientandosi verso una sanità di qualità rivolta a tutta la popolazione. Pensiamo alla riabilitazione. Sembra sia lecito affermare che le strutture leader in Italia siano il Don Orione e la Maugeri, entrambe strutture private non-profit. A Milano per la cardiochirurgia i due leader sono il Niguarda e S. Donato. La vecchia contrapposizione pubblico/privato è saltata: ciò che conta è essere bravi, sapere investire, far crescere strutture all’avanguardia. In sanità come per ogni altro settore è positiva la concorrenza, tutte le volte che è a favore dell’ammalato. Concorrenza regolamentata attentamente dalle Autorità, naturalmente: la salute è il primo bene pubblico, il più importante.