I nomi delle franchigie NFL

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I nomi delle franchigie NFL
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16/03/2017 2017rEurope/Berlin 08:24
Gioco di riferimento: Sport Americani - Football NFL
News scritta da "capelca" il 08/09/09, 10:06
I nomi delle franchigie NFL
Tra animali, sondaggi, industrie e carte di credito, i motivi della scelta del
nickname delle franchigie NFL.
Piccola premessa: questo pezzo è stato scritto poco dopo il Superbowl XLII da un
tifoso dei New England Patriots, quindi parlerà di sole 31, delle attuali franchigie
NFL. Una è stata debellata dalla mia mente, d’ufficio!
Dopo il Superbowl XLII, tra una lacrimuccia e un tentativo di suicidio con
popcorn, al pensiero di dover affrontare le orde di “amici” anti-Pats, ripensavo
alla frase di chiusura del Superbowl XXXVI, il primo dopo l’11 settembre, che
vide i Patriots vincere a sorpresa contro i Meravigliosi Rams di Warner, Faulk
&CO: “We’re all Patriots and tonight, The Patriots, are WORLD
CHAMPIONS!!!”.
Quella vittoria sembrò quasi...“Divina”, dato che nessuna squadra aveva un
nickname più consono...all’occasione ed al momento storico.
Mentre cercavo di affogare le mie pene nel dolce limbo dei ricordi, mi son chiesto
da dove derivassero i nickname delle franchigie Nfl. Chi si fosse preso l’arduo
onere, o onore, di decidere che i Patrioti avrebbero giocato a Foxboro piuttosto
che al “Mile High Stadium” o chi avesse associato acciaierie e delfini alle grandi
dinastie di questo sport.
Come da costume nella società americana, la decisione del nickname della
franchigia è stata spesso opera del proprietario, della serie: “Io caccio i soldi e io
decido!!!”.
Ne è un esempio Oakland: spinti da un insano senso democratico, i dirigenti
decidono di lasciare ai fans la scelta e indicono un sondaggione, risultato: Senors.
Forse uno sbadato impiegato ha sbagliato a scrivere il risultato visto che ad
Oakland giocano i Raiders!
Decisamente più semplice il caso dei Carolina Panthers, così ribattezzati dal
Presidente e figlio del proprietario Mark Richardson, che ne scelse anche i colori.
Particolare, per quanto riguarda i colori, è la storia degli Arizona Cardinals. Il
team agli inizi del secolo era conosciuto come “Normals” e giocava con delle
divise marroni, comprate dall’Università di Chicago. Finché un giornalista fece
notare al proprietario, Chris O’Brien, che quelle divise erano “faded red” (rosso
scolorito), ma lui prontamente rispose che quelle divise non erano scolorite bensì
“Cardinal Red” (rosso cardinale).
Parlando di football a Chicago si pensa subito ai Bears. Alla loro nascita, la
franchigia si chiamava Staleys (in onore del Main Sponsor, la Staley Starch
Company) e giocava a Decatur. Nel 1921 George Halas comprò i Decatur Staleys
e li spostò a Chicago, sempre in Illinois. Il team divideva il campo da gioco, il
Wrigley Field, con i Chicago Cubs del Baseball. A quel punto Halas pensò che, se
i giocatori di baseball si chiamavano Cubs (Cubs Bear = Orsacchiotto) i suoi,
molto più grossi e cattivi, dovevano per forza essere i Bears!
Un’altra squadra che dovette cambiare il proprio originario nickname per
concomitanza con un team di baseball fu l’America’s Team, i Dallas Cowboys.
Inizialmente conosciuti come Steers (Manzi), la franchigia scelse come nome
“Rangers”, visto che la locale squadra di baseball, così chiamata, era sull’orlo del
ritiro. Ma quando questi decisero di posticipare il ritiro di un anno, onde evitare
scomode sovrapposizioni, i proprietari, Clint Murchison Jr. e Bedford Wynne,
decisero di rinominare la squadra Cowboys.
L’assonanza con la limitrofa squadra di baseball, i Mets, oltre che la vicinanza
all’aeroporto LaGuardia, furono invece all’origine del nickname dei New York
Jets, che fino al 1963 erano conosciuti come Titans. La nuova dirigenza sperava
così di “far decollare” le prestazioni della franchigia.
Dovette fare i conti con l’abbondanza di “parenti del regno animale” anche
George A. Richards quando, dopo aver comprato i Portsmouth Spartans nel 1934,
li trasferì a Detroit. Scelse per il suo team il nickname Lions, perché “il leone è il
re della giungla e noi speriamo di diventare i re della Lega” (purtroppo per loro, di
Barry Sanders c’è ne è stato uno solo…); inoltre, la “MoTown” pullulava di
“Felini” tra i Tigers del baseball e i rivali footballistici dei Panthers, poi ritiratisi
di lì a breve.
Sempre in ambito felino, ma di più facile “concepimento”, il nome per la
franchigia di Cincinnati, i Bengals; il proprietario, Paul Brown, decise infatti di
riprendere il nome della vecchia franchigia di football della città, per mantenere
una connessione col passato del football professionistico di Cincinnati”.
Un’altra squadra che ha scelto il suo nome per “onorare il territorio” sono i
Minnesota Vikings. Il proprietario, Bert Rose, decise di chiamare così la neonata
franchigia del Minnesota, poiché molti degli abitanti del luogo avevano origini
scandinave.
Di natura più politica, invece, è il nickname dei Kansas City Chiefs, infatti “The
Chief” altri non era che l’allora sindaco della Città Roe Bartle, che convinse
Lamar Hunt a trasferire i Dallas Texans nella sua città, assicurando un
allargamento dello stadio e garantendo il triplo degli spettatori registrati in Texas:
Negocios son Negocios!
Politico è anche il motivo della scelta del nome della franchigia di Philadelphia,
gli Eagles. Quando Bert Bell acquisì la società, nel 1933, si era negli anni del
New Deal; così, scelse l’aquila (simbolo del piano di riforme economiche e
sociali di Roosevelt) come auspicio per un “Nuovo Corso” della franchigia.
Facilmente riconducibile a “motivazioni patriottiche” è la scelta del nickname dei
New England Patriots! La scelta del nome è un tributo alla leggendaria “Midnight
Ride” di Paul Revere, patriota americano, che cavalcò una notte intera per
avvisare John Hancock e Samuel Adams dei movimenti dell’esercito inglese
prima delle battaglie di Lexington e Concord.
Un chiaro riferimento storico è presente anche nel nickname di un’altra grande
dinastia: i San Francisco 49ers. Infatti, il nome 49ers è un tributo allo spirito
avventuroso dei protagonisti della “Gold Rush”, la corsa all’oro che si svolse sulle
montagne della Sierra Nevada ad est di San Francisco nel 1849.
Alla loro nascita, invece, gli attuali Washington Redskins dividevano nome e
campo con i Boston Braves. Il nickname Redskins fu adottato in seguito, quando
la squadra si trasferì nel leggendario Fenway Park (Boston). Il nome fu mantenuto
anche quando, nel 1937, il team si trasferì nella Capitale.
Nello stesso periodo, 1936, in quel di Cleveland nasceva una nuova franchigia, i
Rams. Il nome fu suggerito dal GM Wetzel, tifoso dei Fordham Rams e subito
approvato dal proprietario Homer Marshman, soddisfatto dall’ “acustica” del
nome. Il nome sopravvisse a due traslochi, prima a Los Angeles (1946) ed infine a
St.Louis (1995).
Fortunatamente, gli USA hanno anche un’anima più “Democratica”, infatti, ci
sono diversi team che devono il loro nickname al “vox populi” ovvero ai loro
fans! È il caso dell’ultima nata in casa NFL, gli Houston Texans. Il 6 settembre
2000, un contest stabilì il nome della franchigia; i battuti furono “Apollos”,
“Bobcats”, “Stallions” e “Wildcatters”.
Nel 1991, a Jacksonville, gli sconfitti furono invece “Sharks”, “Stingrays” e
“Panthers” quando la città fu chiamata a scegliere il nickname per la nascitura
squadra: i Jaguars.
Non fu la città, bensì una giuria di esperti a scegliere il nome della squadra di
Tampa Bay: furono vagliate 400 ipotesi, prima di scegliere Buccaneers, in onore
del “Gasparilla Pirate Festival” una celebrazione annuale che ricorda l’invasione
del pirata Jose Gaspar; i battuti: “Buzzards”, “Sea Horses” e ... “Mafia”!
Il forte legame con il mare spinse i cittadini di Seattle a scegliere, nel 1975,
Seahawks come nome per la squadra della loro città.
Rimanendo in tema di “Uccelli predatori”, gli Atlanta Falcons devono il loro
nome a Julia Elliot, un’insegnante di Griffin, che nel 1965 suggerì Falcons perchè
“il falco è fiero e dignitoso, con animo impavido e combattente”.
Meno originale, ma fortemente connessa alla tradizione sportiva locale, è la scelta
del nome Broncos per la squadra di Denver, infatti, la denominazione risultata
vincitrice nel sondaggio del 1960 si rifaceva all’omonimo team che affrontò nel
1921 la Midwest Baseball League.
Assolutamente legata alla tradizione sportiva locale è la scelta del nickname
Browns per la franchigia di Cleveland. Un sondaggio del 1945 scelse Browns in
onore di Paul Brown, primo coach e GM della squadra, oltre che importante
figura dello sport dell’Ohio, ma Brown stesso pose il veto a questa scelta. La
scelta successiva era “Panthers”, nome che non poté essere usato in quanto già di
proprietà di un’altra squadra locale, mai decollata. Si tornò quindi alla prima
scelta.
Non alla tradizione sportiva, ma alla tradizione locale, è dovuta la scelta del
nickname dei New Orleans Saints! Un sondaggio scelse come nickname Saints
poiché la squadra nacque il giorno di “Tutti i Santi” (“All Saints Day”, 1
novembre) e nella città famosa per il jazz e la marcia “When the Saints Go
Marching In”.
Rimanendo nel “Deep South” è particolare la storia dei Tennessee Titans: la
franchigia nacque a Houston col nome di Oilers, vista la grande produzione di
petrolio tipica del Texas. Dopo il trasferimento a Nashville, in Tennessee, come
Tennessee Oilers, il proprietario Bud Adams organizzò un concorso per la scelta
del nome, che doveva rispecchiare la forza, la leadership e le altre eroiche qualità
della città. Si scelse Titans, anche per le connessioni con la cultura ellenica visto
che Nashville era considerata la “Atene del Sud”.
Altro nickname storico è quello dei Buffalo Bills. Nata originariamente come
Bisons, la squadra decise di cambiar nome per differenziarsi dalle omonime
squadre di Hockey e Baseball. Nel 1947 James Breuil, il nuovo proprietario,
indisse un concorso che vide vincitore Bills, in onore di William F. Cody alias
Buffulo Bill, su “Bullets”, “Nickels” e “Blue Devils”.
Nessuna connessione con la città, invece, per gli Iindianapolis Colts. Infatti,
quando la franchigia si è spostata a Indianapolis nel 1984 ha mantenuto il
precedente nickname appartenuto a quella di Baltimore, che Charles Evans
suggerì in un concorso in onore della tradizione di corse e allevamento dei cavalli
della cittadina del Maryland, e perché…. “Suona bene nei titoli dei giornali”.
Per il ritorno nella NFL, nel 1996 Baltimore ha deciso di scomodare addirittura il
grande Edgar Allan Poe; infatti il nome Ravens è un omaggio al leggendario
pennuto dell’omonima poesia del Maestro del Terrore, vissuto proprio a
Baltimore mentre realizzava la sua opera.
“Il delfino è una delle creature marine più veloci e intelligenti, può attaccare e
uccidere uno squalo o una balena. I marinai ritengono un cattivo presagio ferirne
uno”. Così il proprietario Joe Robbie motivò la scelta quando, l’ 8 ottobre del
1965, annunciò il nome della nuova franchigia di Miami. Robert Swanson, che
propose il nome, vinse due abbonamenti vitalizi alle gare casalinghe dei Dolphins.
Alla scelta parteciparono in 19.843 e gli sconfitti furono: “Mariners”,
“Marauders”, “Mustangs”, “Missiles”, “Moons”, “Sharks” e Suns.
Nati nel 1960 a Los Angeles, invece, gli attuali San Diego Chargers devono il loro
nome a Gerald Courtney, che si aggiudicò un viaggio tutto incluso ad Acapulco e
Mexico City, proponendo il nome “Chargers”. Tre le ragioni della scelta: “ha un
suono dinamico”, “nella nuova immagine coordinata della franchigia c’e un
cavallo” (“charger” è anche un destriero) e perché il proprietario, Barron Hilton,
dell’omonima catena di Hotels, aveva appena lanciato la Carte Blanche, una carta
di credito (charge = “caricare” le spese sulla carta di credito).
Figli delle realtà industriali locali sono invece i Green Bay Packers ed i Pittsburgh
Steelers.
Earl “Curly” Lambeau e George Calhoun decisero di metter su una squadra di
football, era il 1919. Il capo di Lambeau alla “Indian Packaging Company”, Frank
Peck, si occupò di procurare magliette, attrezzatura e spazio per gli allenamenti.
Questo portò la gente ad associare la neonata franchigia con la Compagnia che
produceva scatole.
Aveva tutta l’intenzione di ricordare la principale industria locale, invece, Art
Rooney Sr. quando nel 1940 cambiò il nome della squadra di football
professionistico di Pittsburgh in Steelers, lasciando il vecchio nickname “Pirates”
all’Università locale
P.S.: quando tra 2/3 anni avrò digerito la sconfitta dei Pats nel Superbowl XLII,
magari si potrà completare l’articolo inserendo anche la storia del nick dei Giants,
che Tim Mara prese in prestito dalla famosa squadra di baseball, i Giants appunto,
con i quali divideva il Polo Grounds Stadium.
La squadra di baseball deve il suo nome alle “gigantesche” costruzioni che si
trovavano a New York.
Di Raffaele Tortora aka Gimli 97
Scritto il 23/03/2008
Tratto da www.endzone.it
Ultima modifica effettuata da "capelca" il 08/09/09, 15:06