La pagina del Corriere di Bologna con il testo integrale degli articoli

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Corriere di Bologna - BOLOGNA sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-07-02 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE
Design, negozi e hi-tech Nasce la stazione del
futuro
Il giapponese Isozaki vince il concorso per il nuovo nodo ferroviario Il tetto
sarà una «Piastra» con pozzi di luce, rivoluzionata l'intera area
Allo studio del nipponico vanno 750mila euro. L'opera si sviluppa su 600 metri di
lunghezza, gli edifici non sono più alti di 20
È il progetto dell'architetto giapponese Arata Isozaki, allievo di Kenzo Tange, il vincitore del
concorso internazionale indetto da Comune e Fs per la nuova stazione. Un'opera che «cambierà
una parte consistente del profilo urbanistico della nostra città», come ha dichiarato ieri il sindaco
Sergio Cofferati nell'annunciare il vincitore insieme all'amministrazione delegato di Ferrovie dello
Stato Mauro Moretti, alla presidente della commissione Gae Aulenti, alla presidente della Provincia
Beatrice Draghetti e all'assessore regionale ai trasporti Alfredo Peri. Il progetto di Isozaki, che si è
presentato con Ove Arup & Partners, società di ingegneria con oltre settemila collaboratori in tutto
il mondo, e con lo studio italiano M+T & Partners, è stato votato all'unanimità dalla giuria sui nove
progetti arrivati alla fine della gara (c'erano anche un concorrente americano che non ha
presentato il progetto e altri due che sono stati esclusi). Al vincitore va un assegno da 750 mila
euro. Il costo dell'opera è di 340 milioni di euro, soldi che saranno trovati dalla valorizzazione delle
aree ferroviarie dismesse. I lavori dovrebbero partire tra un anno e mezzo al massimo e terminare
nel 2014.
Vista dall'alto la nuova stazione ricorda una tela di Lucio Fontana con i famosi tagli. Per Fs invece
enfatizza le ferite subite dalla stazione e dalla città nel 1980. «Non abbiamo pensato a un omaggio
a Fontana, anche se Isozaki conosce bene l'arte italiana, ma ci è sembrato il disegno grafico idoneo
per la copertura con i lucernai e le corti interne che consentono di avere la luce naturale in tutta la
stazione», spiega Andrea Maffei della Arata Isozaki Associati, dal '97 collaboratore del noto
architetto. Il nuovo volto della stazione si sviluppa lungo 600 metri di lunghezza con edifici che
non superano mai i 20 metri d'altezza, «perché abbiamo voluto rispettare le dimensioni degli
edifici circostanti », sottolinea Maffei. Sono tre gli elementi fondamentali della nuova stazione che
avrà nuovi accessi dal ponte di Galliera, da via Carracci e davanti alla nuova sede comunale.
La Piastra È la stazione nuova, il volume di passaggio tra un'area e l'altra e di raccordo tra le varie
modalità di trasporto. È formata da una serie di corti interne vetrate e bucate, attraverso cui filtra
la luce naturale, fino a livello dei binari. È uno spazio commerciale su due livelli, il secondo dei quali
offre luoghi diversi e terrazze. All'interno c'è una sala polifunzionale multiuso. Il bianco è il colore
dominate: intonaco all'esterno, tetto coperto da ghiaia e resine bianche per gli interni. Questo
contenitore è collegato alla vecchia stazione, che subirà il restyling all'interno del progetto di
Grandi Stazioni con gli spazi a vetrata che si affacciano su piazza Medaglie d'Oro. Da qui si accede
ai binari dell'alta velocità.
Il Tubo È una galleria a forma di ellisse che collega la Piastra all'Isola. Si sviluppa su due piani con
tapis roulant che attraversano negozi e spazi commerciali.
L'Isola È l'edificio affacciato sulla nuova sede comunale e dovrebbe essere il capolinea del people
mover. Ospita la centrale termica che fornirà energia elettrica, acqua calda e fredda all'intera
stazione, con un risparmio stimato da Fs del 30-35%. Ci sarà anche un impianto sportivo, per
ferrovieri e cittadini.
Il nuovo hotel L'edificio all'angolo tra viale Pietramellara e il ponte di via Matteotti verrà ristrutturato
e trasformato in hotel, in collegamento con il nuovo atrio d'ingresso della stazione. Sarà ampliato ai
piani alti con una nuova struttura in vetro acciaio per creare terrazzi panoramici e suite di lusso.
Area ex Ie In via Matteotti verrà recuperato questo edificio di Rfi, ampliato, vetrato. Avrà un tetto
verde, il piano terra con servizi (biblioteca di quartiere) e i piani superiori per uffici. Un polo
direzionale, lo definisce Fs.
Altri edifici Fa parte del progetto Isozaki (perché previsto dal bando) anche la sistemazione
dell'area Bovi Campeggi dove sorgerà un centro direzionale con edifici alti 20 metri, un nuovo
parco sul Navile, un piano terra commerciale e due parcheggi sotterranei. In via Muggia, dove un
tempo c'era il Livello 57 nell'area ex Oma sarà realizzata una residenza per studenti.
La superficie complessiva da edificare è di 162 mila metri quadrati, 42 mila dei quali per la
stazione. Dei 340 milioni di investimento, circa 160 milioni sono solo per la nuova stazione, il resto
per le opere accessorie e la riqualificazione delle aree ferroviarie.
M. Ama.
Corriere di Bologna - BOLOGNA sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-07-02 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE
L'architetto Allievo del progettista del Fiera District: «L'opera caratterizzerà la città»
Arata, l'erede di Kenzo Tange E la città si scopre
made in Japan
«C'è un elemento di continuità giapponese che guarda a Bologna, che nessuno poteva prevedere
ma che si è realizzato, e chissà se vuole dire qualcosa ». È lo stesso sindaco Sergio Cofferati a
sottolineare il curioso parallelo per cui quarant'anni dopo la progettazione delle Torri alla Fiera da
parte di Kenzo Tange è un altro giapponese, per di più suo allievo, a disegnare la nuova stazione.
Arata Isozaki, nato a Oita nel 1931, è uno dei più grandi architetti del mondo. Ha firmato oltre
trecento edifici, tra cui il Palahockey per le Olimpiadi di Torino, il palazzo dello sport Saint Jourdi a
Barcellona, la nuova stazione di Ueno a Tokyo solo per citarne alcuni. È anche tra gli autori della
nuova Fiera City Life di Milano che vedrà l a luce nel 2014.
«Per concretizzare questo progetto, giur iamo di fronte a tutti di impegnarci con il massimo
sforzo», sono le parole di ringraziamento dello stesso Isozaki lette ieri dall'amministratore di Fs
Mauro Moretti. «Alla nuova stazione — spiega l'architetto — bisogna attribuire il ruolo che concilia il
futuro ed il passato in tutti i sensi. Far nascere un carattere peculiare della città, al confine tra il
nuovo e il vecchio, è stato il nostro principale obiettivo e la nostra proposta per il progetto». «Gli
edifici urbani devono essere rispettati», prosegue Isozaki, ma è «necessario che sia applicata la
tecnologia contemporanea di massimo livello, creare uno spazio dove si possa sperimentare l'arte
architettonica». Sono proprio questi gli elementi che hanno portato i membri della commissione a
votare in modo compatto a favore di questo progetto che rispetta in tutto gli obiettivi di Comune e
Fs inseriti nel bando.
Il suo progetto è stato presentato ieri pomeriggio anche al Congresso mondiale degli architetti in
corso a Torino. E a settembre sarà alla Biennale Architettura di Venezia. Ma essere sul
palcoscenico internazionale non è una novità per l'architetto nipponico che ha iniziato l'attività
professionale nel 1954 nello studio di Kenzo Tange di cui era stato allievo all'Università di Tokyo (ed
oggi è considerato il suo erede). Con il maestro, ha iniziato a girare Bologna proprio ai tempi delle
Torri. Dunque conosce bene la città, tanto da aver presentato uno studio di contesto di Bologna
che ha colpito molto favorevolmente i membri della commissione, come ha evidenziato ieri la
presidente Gae Aulenti.
Nel 1963 ha fondato la Arata Isozaki & Associates che vanta ormai una carriera quarantennale e la
progettazione e realizzazione di edifici in tutto il mondo. È del '98 il progetto per la nuova entrata
del centro culturale Caixa Forum di Barcellona, del 2000 l'Ohio Museum of Science and Industry,
del '98 la Concert Hall di Nara in Giappone, del '94 il Padiglione di Cultura giapponese a Cracovia, in
Polonia. Insomma, un pedigree di tutto rispetto per l'autore della stazione del terzo millennio.
Marina Amaduzzi