Documento pdf - Chiesa Valdese di Torre Pellice

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Documento pdf - Chiesa Valdese di Torre Pellice
Care sorelle e cari fratelli in Cristo,
la storia delle tavole della legge che vengono spezzate da Mosè e poi ricostruite e riscritte una seconda
volta, potrebbe far pensare ad un loro difetto di fabbrica per cui è necessario rivolgersi all’assistenza
prevista dalla garanzia. Come spesso capita il pezzo non viene più riparato, ma sostituito con uno
nuovo. Proprio come ci potrebbe capitare, ad esempio, con un tablet (uno di quei nuovi computer
sottili con tecnologia touch, cioè con uso delle dita sullo schermo) nuovo di zecca che smette di
funzionare prima del previsto e che dobbiamo portare a riparare. Del resto la parola tablet in inglese
vuol dire proprio ‘tavoletta’ e, se ci pensiamo bene, le prime tavole della legge furono scritte in
modalità touch , cioè con il dito di Dio (Esodo 31,18)… il primo tablet della storia!
Ma perché questo primo tablet si era rotto? Il motivo lo conosciamo: a causa dell’infedeltà del popolo
d’Israele. La storia del vitello d’oro (Esodo 32) descrive la debolezza di questo popolo dal «collo duro»
che rompe subito la relazione di fiducia instaurata con Dio dopo la liberazione dalla schiavitù egiziana.
Ciò che non è chiaro è come mai quelle tavolette, che provengono da Dio e quindi sono il segno della
sua misericordia, vengono spezzate da Mosè. Come può spezzarsi la pazienza e la misericordia di Dio di
fronte al peccato dell’umanità? Non dovrebbe essere più forte di quest’ultimo?
Per capire questo punto importante dobbiamo allargare il nostro sguardo e comprendere l’episodio
narrato nel libro dell’Esodo alla luce del racconto di Genesi 1-8, dalla creazione del mondo al patto
stabilito dopo il diluvio universale. Scopriamo un parallelismo sorprendente.
La liberazione dall’Egitto è una sorta di ‘creazione’ del popolo d’Israele, una nascita simboleggiata in
maniera figurativa dalla rottura delle acque del Mar Rosso. Dopo la nascita, il popolo cresce e diventa
adolescente ed ha bisogno delle tavole della legge, di quelle indicazioni che gli permetteranno di vivere
da adulto. Particolare importanza ha in questo contesto la legge del sabato e del riposo, in cui il popolo
sta davanti al suo Dio e lo loda come suo Signore. La storia del vitello d’oro corrisponde poi alla caduta
di Adamo ed Eva e all’inizio di quell’escalation di violenza e corruzione che porterà al diluvio, cioè alla
rottura delle tavole della legge. Infine, il nuovo patto che Dio stabilisce con il suo popolo mediante le
nuove tavole della legge è lo stesso patto sancito dall’arcobaleno alla fine del diluvio. Si tratta in
entrambi i casi di una nuova creazione!
Cosa ci dice dunque questo parallelismo rispetto alla nostra domanda su Dio e sull’essere umano?
L’idea del patto stretto tra Dio e l’umanità ci descrive una relazione di reciproca fiducia tra i due
soggetti. Tutta la Bibbia parla di questa relazione e Gesù né è il garante, con la sua morte e
risurrezione. Il problema è che questa relazione viene compromessa quando uno dei due partner viene
meno al patto di fiducia. Questa rottura non è senza conseguenze (diluvio, rottura delle tavole, croce):
si tratterà di risalire faticosamente la cima del Monte Sinai e discutere con Dio! La storia dell’umanità,
raffigurata in maniera esemplare nella Bibbia, è costellata di conseguenze in seguito alla rottura del
patto con Dio. Il male che si manifesta nel mondo è nella maggior parte dei casi dovuto alla nostra poca
fiducia in Dio e al nostro allontanamento da Lui.
C’è però un secondo aspetto che descrive questo patto, cioè che uno dei due partner è proprio il Dio del
versetto 7, misericordioso, ma anche intransigente. Egli rinnova la sua promessa, non semplicemente
nonostante il fallimento umano, ma soprattutto perché gli esseri umani sono peccatori (Vedi Genesi
8,21). Dopo il diluvio, così come dopo la riscrittura delle tavole della legge, gli esseri umani sono
altrettanto peccatori. Ma appunto, per poter continuare a vivere, essi devono essere sostenuti dalla
promessa divina. Tra la prima e la seconda creazione, Dio decide di assumere la peccaminosità umana nel
suo progetto di salvezza. Poiché Israele continua ad essere un popolo dal «collo duro», esso abbisogna
della stretta presenza di Dio. Solo così può affrontare il futuro come qualcosa che val la pena di vivere.
Il perdono di Dio rivela dunque l’infedeltà umana per quella che è, un gioco pericoloso che può
compromettere la vita stessa; esso manifesta parimenti la misericordia di Dio come una grazia
imprevedibile, non calcolabile (saremmo condannati a morte), e non come indulgenza scontata (Dio è
buono e quindi mi perdonerà…). Sta a noi ricordare questa differenza! Amen.