Uomini di buona volontà

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Uomini di buona volontà
Libero di leggere
martedì 3 maggio 2016
20
a cura di Orazio Dotta e Velia Chiesa
L’incipit
Non so a quale periodo della mia vita risalga, esattamente, la mia vocazione libraria. Fin da piccola
a volte passavo molte ore a sfogliare un libro di immagini o un grande volume illustrato. I miei regali
preferiti erano i libri, che si impilavano sui ripiani lungo i muri della mia cameretta. Quando compii
sedici anni i miei genitori mi permisero di ordinare una biblioteca di mio gusto.
Uomini di buona volontà
‘Niente su cui posare il capo’, di
Françoise Frenkel, Guanda, 298 p.
di Orazio Dotta
‘Niente su cui posare il capo’ è stato scritto a Ginevra fra il 1943 e il
1944 da Françoise Frenkel, un’ex
libraria ebrea di origine polacca
rifugiatasi dalla Francia nella città sul Lemano dopo un lungo periodo di persecuzioni per opera
dell’esercito tedesco durante la
Seconda guerra mondiale.
È la stessa autrice che ci spiega il
motivo di queste pagine autobiografiche: “I sopravvissuti hanno il
dovere di testimoniare affinché i
morti non siano dimenticati, né
restino sconosciuti gli oscuri atti
di abnegazione. Possano queste
pagine ispirare un pensiero pietoso per coloro che se ne sono andati per sempre, sfiniti dalla fatica o uccisi. Dedico questo libro
agli uomini di buona volontà che
generosamente, con inesauribile
coraggio, hanno opposto la volontà alla violenza e hanno resistito sino alla fine. Caro lettore, sii
loro riconoscente di quella riconoscenza che meritano le azioni
magnanime! Penso anche agli
amici svizzeri che mi hanno teso la mano quando mi sentivo
sprofondare e al sorriso limpido della mia amica Lie, che mi
ha aiutato a continuare a vivere”.
L’edizione del 1945 dall’editore ginevrino Jeheber (all’origine di
questa nuova pubblicazione con
la prefazione di Patrick Modiano)
è stata recentemente ritrovata a
Nizza in un mercatino di beneficenza e subito ripresa dalla casa
editrice Gallimard.
Le vicende narrate dalla Frenkel,
su di un arco temporale che va
dal 1921 al 1943, hanno la capacità
d’immergere il lettore nel clima
dell’epoca trascinandolo in un
crescendo d’inquietudine. La
stessa inquietudine vissuta dalla
protagonista e, allargando lo
sguardo, da migliaia di altre persone che nella Francia occupata
dai nazisti si sono trovate in gravi
difficoltà a causa delle ferree leggi razziali.
Nel 1921 la Frenkel, laureata in
lettere alla Sorbona, apre con
grande coraggio a Berlino una libreria dedicata alla letteratura
francese. Un’attività che le fa conoscere molte persone e intessere molti contatti. Tra crescenti
complicazioni, complice l’ascesa
del nazismo, decide nel luglio
1939, a pochi giorni dalla dichiarazione di guerra, di ritirarsi a Parigi. È l’inizio di un’odissea che
durerà per oltre tre anni. Gli sconvolgimenti bellici e l’invasione
della Francia da parte dei tede-
schi la costringono, viste le sue
origini ebraiche, a trovare rifugio
da amici nel Sud del Paese, dapprima ad Avignone e in seguito a
Nizza; città dalla quale dovrà di
nuovo fuggire per tentare di raggiungere la Svizzera. Un tentati-
PER I PIÙ GRANDI
vo difficile che le riserverà grandi
pene e profonde delusioni ma che
sfocerà, dopo un arresto e una
difficoltosa difesa, nell’approdo
sicuro a Ginevra. Un posto, finalmente, dove posare il capo.
La scrittura della Frenkel, contra-
riamente a quanto si possa pensare, visto il tema, non è opprimente ma lascia spazio alla speranza, lascia che tra le righe della
narrazione passi aria pulita. I persecutori nazisti o le autorità francesi, obbligate a far rispettare le
leggi, marcano costantemente la
loro presenza ma senza mai essere al centro della scena. Al centro
ci sono i perseguitati e tante persone di buona volontà che, rischiando la vita, si sono messe a
disposizione della Frenkel, nella
fattispecie, ma anche di tanti altri
nelle sue condizioni, per alleviare
le pene, per offrire rifugio, per indicare vie di fuga e inventare stratagemmi per il vivere quotidiano;
un vivere precario per la mancanza di beni, di sicurezza e di libertà.
Se l’autrice ce l’ha fatta, se ha potuto rendere testimonianza è stato grazie al coraggio di queste
persone che nelle difficoltà della
vita hanno saputo mantenere dignità e, soprattutto, una buona
dose di umanità; quell’umanità
che il potere costituito ha calpestato in modo infame.
Dopo l’uscita del libro, le tracce
della sua autrice si affievoliscono.
Si sa solo che nel 1945 fa ritorno a
Nizza, che nel 1958 fa una richiesta di risarcimento per i beni persi durante la guerra e che il 18
gennaio 1975 muore. ‘Niente su
cui posare il capo’ è la testimonianza di un’epoca, certo, ma anche il segno incontrovertibile di
come la letteratura sia un utile
strumento per non dimenticare
mai. A patto di leggere, naturalmente.
PER I PIÙ PICCOLI
Una lunga
storia
Librai
investigatori
Pensieri, parole Piccoli segreti
in libertà
dei geni
Il nemico
dei bulli
La maledizione
della strega
‘La scuola cattolica’, di Edoardo Albinati,
Rizzoli, 1’294 p.
‘Scarpe scure sul Quai Voltaire’
di Claude Izner, Tea, 374 p.
‘Sotto le ciglia chissà: i diari di Fabrizio
De André’, Mondadori, 237 p.
‘Che genio!’, Guido Sgardoli,
Ed. EL, dai 9 anni
‘Le avventure di Lungobraccio’, Sam
Nixon e Mark Rhodes, Nord-Sud, dai 7 anni
‘L’incantesimo di Roccabruna’,
Edoardo Cimberle, Ed. Notes, dai 9 anni
1’294 pagine è l’inusuale lunghezza di questo romanzo che appare
comunque funzionale al complesso racconto che vi è racchiuso. La storia prende spunto dal delitto del Circeo avvenuto a Roma
nel 1975: due ragazze furono violentate, seviziate e massacrate da
tre ragazzi “bene”. L’autore, che ha
lavorato al testo per dieci anni, è
stato compagno di scuola dei seviziatori e a distanza di quarant’anni racconta l’humus storico,
culturale e sociale nel quale questa gioventù era immersa: adolescenza, sesso, religione, violenza,
denaro, amicizia, vendetta tra i
tanti ingredienti del libro.
Le sorelle e libraie Liliane Korb e
Laurence Lefèvre, con lo pseudonimo di Claude Izner, hanno creato la figura dei librai investigatori
Legris e Pignot. L’ambiente storico in cui è immerso il nono romanzo della serie è quello della
Parigi di fine Ottocento, in cui imperversano l’affaire Dreyfus e il
“J’accuse” di Zola. In quest’avventura una serie di omicidi legati al
“mondo delle marmellate” viene
perpetrata da un losco figuro, di
cui si conoscono solo le sue scarpe scure, alla ricerca di un misterioso e importante opuscolo. A
Legris e Pignot l’arduo compito
di venire a capo del mistero.
“Un artista, che canti o che scriva,
deve mantenere un equilibrio di
giudizio. Guardando la realtà dalla cima della montagna. Scegliendosi così una solitudine volontaria (…)”. Questa è una delle tante
riflessioni, dei tanti aforismi, dei
tanti pensieri che appartengono
al cantautore Fabrizio De André e
che ora sono stati raccolti in questo volume destinato a donare al
lettore una visione privata, intima dell’artista genovese. Nel volume un’eterogeneità di contenuti provenienti da annotazioni, da
discorsi, da risposte a giornalisti,
da appunti sparsi ora conservati
presso l’Università di Siena.
Le vite di diciotto geni, uomini e
donne straordinari che hanno
lasciato un segno nella storia.
Com’erano da bambini? Che sogni avevano? Fisica, medicina,
letteratura, musica, pittura, cinema... Ciascuno nel proprio
campo si è meritato l’appellativo
di genio. In questo libro si scoprono curiosità e piccoli segreti
legati alle loro vite eccezionali.
Leggendo le loro storie scopriamo che, oltre a grandi personaggi, i geni sono stati persone
come noi, con difetti, paure, speranze e affetti, e, cosa più importante, che raramente pensavano
di essere dei geni!
Ricky Mitre è un ragazzino molto basso, un normale scolaro che
si trasforma in Lungobraccio,
nemico dei bulli, difensore dei
tappi, un eroe che arriva dappertutto. Una grande avventura e
un bizzarro incidente in un gabinetto (non fate domande). Colpa del maxibraccio o degli autori Mark e Sam? Entrambi vorrebbero essere dei buoni supereroi. Sam vorrebbe essere invisibile per spiare i cattivi e sapere
cosa hanno in mente. Mark invece, anche lui invisibile, ma per
sfuggire ai genitori quando deve
fare i compiti in cucina. Non resta che leggere il libro.
Un antico borgo: Roccabruna.
Una strega, uccisa sul rogo nel
1513. Due ragazzi: Enea e sua cugina Laura. E una leggenda: la
strega, in una fredda notte d’inverno, prima di morire tra le
fiamme lancia una terribile maledizione sugli abitanti del paese. Enea e Laura vogliono saperne di più, per questo cominciano
ad esplorare vecchie rovine e nascondigli.
I due ragazzi conosceranno la
vera storia della leggenda. Chi fu
davvero la donna bruciata e perché maledì il paese e quali verità
nasconde una misteriosa civetta
bianca?
La medium
on the road
Undici mesi
con i jihadisti
Stalking e
violenza
Una nonna
originale
Un libro
da ridere
Attraverso
i libri
‘Al di là del nero’, di Hilary Mantel,
Fazi Editore, 491 p.
‘Fuga dal carcere della Jihad’,
di Francis Collomp, Piemme 251 p.
‘Splendi più che puoi’, di Sara Rattaro,
Garzanti, 221 p.
‘Weekend con la nonna’, Stefan Boone,
Ed. Sinnos, dai 7 anni
‘I brutti nei guai’, Philip Ardagh,
Il Castoro, dai 9 anni
‘Il lupo che saltò fuori da un libro’,
Grégoire Mabire, Ed. Valentina, dai 5 anni
Alison è tormentata dai fantasmi
del suo difficile passato con cui
deve continuamente fare i conti.
Con la sua assistente Colette, donna cinica che ha appena abbandonato un marito inetto, e Morris,
un bizzarro fantasma, percorre le
periferie inglesi mettendosi a disposizione del pubblico quale
medium; attività che svolge grazie alle sue doti di deduzione psicologica e a un po’ di ciarlataneria. Un viaggio sul filo della sofferenza e dell’ironia dal quale traspare l’idea che le pene hanno il
pregio di farci crescere e che per
superare il dolore non vi è altra
strada che affrontarlo.
“Il pavimento è di terra battuta.
Nell’aria fluttua un forte odore di
muffa. I muri devono essere molto
umidi. A destra, contro la parete,
un materasso putrido. Di una
sporcizia incredibile. Senza lenzuola. E, di fianco, una stuoia di
paglia intrecciata. Dunque è qui. È
questo il posto dove marcirò (...).”
Questi sono i pensieri dell’ingegnere francese Francis Collomp
di stanza in Nigeria, che il 19 dicembre 2012 fu rapito da un commando di jihadisti. Questa la storia drammatica e dolorosa della
sua prigionia, della sua evasione e
dei retroscena dell’operazione gestita dai servizi segreti francesi.
L’amore è una cosa meravigliosa,
o meglio, dovrebbe esserlo. Non è
così per Emma, la protagonista di
questa drammatica storia. La
donna crede di trovare in Marco il
vero amore. Lui, inizialmente, la
capisce e le sa offrire le giuste attenzioni che però diventano sempre più insistenti fino a tramutarsi in violenza, sopraffazione e isolamento. Emma si ritrova ben
presto con un marito che non riconosce più. Solo la nascita della
piccola Martina le darà la forza di
ribellarsi: “Ho fatto certe scelte,
per salvare la mia famiglia, con la
stessa convinzione con cui Marco
desiderava distruggerla”.
Di cosa c’è bisogno per vivere un
weekend fantastico? Una casa
abbandonata da un gigante in
mezzo alla natura, un vicino
scorbutico, girini, zombie e molte puzzette. E una nonna capace
di trovare una soluzione strampalata quanto efficace a tutto.
Tra una gita in barca e un racconto dell’orrore, tra una danza
del fuoco e un panino di cacca di
formica il weekend in compagnia della nonna vola, imparando a stare insieme e vincere le
paure. Un racconto avventuroso
ed esilarante; quasi un album illustrato stampato con un font
ad alta leggibilità.
La coppia dei Brutti è schifosamente schifosa: giocano allo
scherzo più terribile in un assurdo danno per l’altro che li
porta a finire in guai più grandi
di loro. Se ne vanno in giro su
una roulotte trainata da due asini e tocca al piccolo Sunny tenerli lontano dai guai.
Ma i veri guai iniziano quando
la bizzarra famigliola si imbatte
a Villa Grande nel suo spiacevolissimo padrone di casa, Lord
Grande, nel suo gruppo di domestici molto arrabbiati, in un
elefante e in uno sciame d’api
agguerrito.
Dalla libreria di Zoe cadde un libro. L’urto fu così forte che ne
uscì fuori un lupo feroce con
denti appuntiti, era nero come la
pece ma così, solo soletto nella
camera di Zoe si sentiva impaurito, e aveva paura di un gatto
che, leccandosi i baffi, lo guardava minaccioso. A fatica tentava
di rientrare nel libro, ma non indovinando mai la pagina giusta
tutti lo cacciavano.
Entrò in una fiaba di principesse, poi in un libro pericoloso pieno di animali preistorici maleducati; poi, finalmente, l’incontro con Cappuccetto Rosso!