Rapporto annuale 2011 - amnesty :: Rapporto annuale

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DUEMILA
MOZAMBICO
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RAPPORTO 2011
MISSIONI E RAPPORTI DI AMNESTY INTERNATIONAL
Delegati di Amnesty International hanno visitato la Mauritania a settembre e ottobre.
Mauritania: Submission to the UN Universal Periodic Review, novembre 2010 (AFR
38/001/2010)
Mauritania: The Human Rights Council cannot ignore the systematic use of torture (AFR
38/003/2010)
MOZAMBICO
REPUBBLICA DEL MOZAMBICO
Capo di stato: Armando Guebuza
Capo del governo: Aires Bonifacio Baptista Ali
(subentrato a Luísa Días Diogo a gennaio)
Pena di morte: abolizionista per tutti i reati
Popolazione: 23,4 milioni
Aspettativa di vita: 48,4 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 162/144‰
Alfabetizzazione adulti: 54%
La polizia ha commesso violazioni dei diritti umani come esecuzioni extragiudiziali e arresti arbitrari. Le forze di sicurezza hanno impiegato munizioni nel corso di manifestazioni, uccidendo 14 persone e ferendone oltre 400. Ci sono state denunce di tortura e
altri maltrattamenti nelle carceri.
CONTESTO
A gennaio, il presidente Armando Guebuza ha prestato giuramento per un secondo mandato. Lo stesso mese ha sostituito la primo ministro Luisa Días Diogo con Aires Bonifacio
Baptista Ali.
Almeno 10 persone sono state uccise durante linciaggi da parte di membri della comunità che si sono verificati nel paese durante l’anno. Decine sono rimaste ferite gravemente
durante tentativi di linciaggio. La maggior parte di questi episodi sono avvenuti nella
provincia di Sofala.
Ci sono state varie evasioni dal carcere. A gennaio, 51 reclusi sono fuggiti da una prigione
di Nampula; sette sono stati poi ricatturati. A marzo, tre prigionieri sono evasi da un car-
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AFRICA SUBSAHARIANA
cere di massima sicurezza di Maputo e a ottobre altri 17 sono fuggiti da una prigione di
Nampula. Sette secondini sono stati arrestati in relazione all’evasione di Maputo.
Centinaia di migranti privi di documenti, alcuni dei quali rifugiati, sono stati arrestati.
Pare che la maggior parte stesse tentando di entrare irregolarmente in Sudafrica. A giugno, nove persone sono annegate e più di 40 sono risultate disperse, dopo che un’imbarcazione che trasportava decine di migranti privi di documenti è affondata al largo
della costa della provincia di Capo Delgado.
A ottobre, il governo ha dichiarato pubblicamente il proprio impegno per una riforma del
sistema penitenziario e in particolare per ridurre il sovraffollamento nelle carceri. Si è
iniziato a discutere di un progetto di legge sulle alternative alle pene detentive.
Sempre a ottobre, il ministro dell’Interno è stato rimosso dall’incarico e spostato al ministero dell’Agricoltura. Questa decisione faceva seguito a una serie di proteste nelle province di Maputo e di Manica, nel corso delle quali la polizia ha usato munizioni contro
la folla, uccidendo 14 persone.
A novembre, il Mozambico ha ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e il relativo Protocollo opzionale.
POLIZIA
Poliziotti sono stati condannati per reati come aggressione, rapina, estorsione e omicidio.
In alcuni casi poliziotti sono stati uccisi o gravemente feriti da presunti criminali, apparentemente a causa dei loro legami con bande criminali.
USO ECCESSIVO DELLA FORZA
La polizia ha continuato a ricorrere a un uso eccessivo della forza nel corso di manifestazioni e per fermare presunti criminali. A maggio, il cadavere di Agostinho Chaúque,
che le autorità avevano definito come “nemico pubblico numero uno”, è stato rinvenuto
nella città di Matola, nei pressi dell’abitazione della sua famiglia. La polizia ha dichiarato
che era stato ucciso in uno scontro a fuoco nella città di Maputo.
A settembre, la polizia ha sparato sulla folla nelle province di Maputo e Manica, dove si teneva una manifestazione contro l’aumento dei prezzi del pane e di altri beni di prima necessità, durante la quale sono stati
bruciati pneumatici e bloccate le strade. Almeno 14 persone sono rimaste uccise e più di 400 ferite. La polizia
ha affermato di aver impiegato munizioni perché aveva finito i proiettili di gomma. Più di 140 persone sono
state arrestate per istigazione alla violenza. Le accuse contro molti di loro sono cadute in tribunale per mancanza di prove. Sebbene molti procedimenti penali relativi a manifestazioni alla fine dell’anno fossero ancora
in corso, nessuno sembrava legato all’uso di armi da fuoco da parte della polizia. Inoltre, nessuno è stato
ancora riconosciuto responsabile per un uso analogo di armi da fuoco durante le manifestazioni del 2008 .
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A settembre, la polizia ha sparato e ucciso un uomo conosciuto come Walter M.K., nella città di Maputo.
Secondo la polizia, quando gli hanno chiesto di esibire i suoi documenti, l’uomo ha tirato fuori una pistola
e ha aperto il fuoco. La polizia ha inoltre affermato che Walter M.K. era ricercato in relazione all’omicidio di
due poliziotti e per rapina a mano armata in banca. Sulla sua morte non sono note inchieste o indagini.
ARRESTI E DETENZIONI ARBITRARIE
Oltre agli arresti di massa seguiti alle proteste di settembre, sono giunte notizie di arresti e detenzioni arbitrarie da parte della polizia.
Il 10 agosto, Hermínio dos Santos, presidente del Forum mozambicano dei veterani di guerra (Fórum dos
Desmobilizados de Guerra de Moçambique – Fdgm) è stato arrestato, probabilmente perché stava pianificando di organizzare una manifestazione. Membri della forza di intervento rapido (Força de Intervenção
Rápida – Fir) hanno piantonato la sua abitazione per quattro giorni prima del suo fermo. È stato arrestato
da membri della polizia di pubblica sicurezza e della Fir, a quanto pare perché non aveva risposto a un
ordine di comparizione. Tuttavia, secondo le fonti, tale convocazione non gli era stata notificata personalmente. Egli è stato accusato di disobbedienza, quindi processato e prosciolto dal tribunale giudiziario di
Machava a Maputo, il 30 agosto.
TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI
Sono giunte denunce di trattamenti crudeli, disumani e degradanti nelle carceri. Ad
aprile, almeno sette reclusi del carcere di massima sicurezza della Brigada Operacional
di Maputo hanno raccontato alla ministro della Giustizia, durante una sua visita nella
prigione, che erano stati percossi, presi a calci, frustati e legati dai secondini. Uno ha riferito che le guardie avevano lasciato che altri reclusi lo picchiassero, unendosi poi al
pestaggio. Cinque prigionieri sono stati a quanto pare maltrattati come misura disciplinare, perché in possesso di telefoni cellulari; un altro è stato maltrattato per essere rientrato in ritardo nella sua cella, mentre un settimo non era a conoscenza dei motivi per
cui era stato picchiato. Il direttore del carcere e altri secondini sono stati sospesi ma a
fine anno non erano disponibili informazioni su procedimenti penali nei loro confronti.
RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL
Mozambique: Submission to the UN Universal Periodic Review, January 2011 (AFR
41/002/2010)
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