Superfici artificiali e naturali: studio preliminare

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Superfici artificiali e naturali: studio preliminare
“Superfici artificiali e naturali: studio preliminare delle
sensazioni in calciatori di diversa età”
Dott. Matteo D’Elia*, Prof. Mario Marella*, Dott. Matteo Levi Micheli*,
Dott.ssa Elena Castellini*
* Laboratorio di Metodologia dell’Allenamento e Biomeccanica – Settore Tecnico
FIGC
Il presente studio ha preso spunto dalla convinzione che, in una corretta analisi sull’uso delle
superfici di erba artificiale nel calcio, non potesse essere ignorato il parere dei giocatori, ovvero di
coloro che sono chiamati in prima persona ad utilizzarli, coloro cioè che “scendono in campo”.
Questo studio non vuole, e non può essere ritenuto, una ricerca esaustiva sulle superfici
artificiali; essendo il risultato di una indagine condotta attraverso un questionario di
autovalutazione, esso si basa su dati numerici di tipo soggettivo, ed è quindi da considerarsi uno
“studio preliminare” nella valutazione dell’uso dei manti artificiali nel gioco del calcio.
L’indagine, sviluppata attraverso l’autovalutazione, assume dunque una valenza relativa per una
successiva indagine oggettiva, che avrà la possibilità di individuare con più facilità le variabili da
prendere in esame e, conseguentemente, di mirare con più precisione verso l’obiettivo della ricerca
stessa.
Con l’intervista proposta ai giocatori, si è dunque tentato di individuare, attraverso il loro
vissuto, quali fossero i vantaggi e gli svantaggi dell’utilizzo dei manti artificiali rispetto alle altre
superfici fino ad oggi utilizzate nel calcio (erba naturale e terra battuta), di evidenziare eventuali
relazioni tra grado di esperienza raggiunto dai calciatori sulla superficie sintetica e valutazione da
loro espressa e di indagare sulle possibili problematiche di tipo fisico connesse con l’utilizzo di
esse.
MATERIALI E METODI
L’intervista è stata somministrata nei mesi di aprile e maggio del 2005 ad un totale di 332
calciatori di alta prestazione partecipanti ai seguenti campionati F.I.G.C.: “Allievi” (139 soggetti),
“Juniores” (65 soggetti) e “Prime squadre” (128 soggetti). Tutte le interviste sono state
somministrate dal medesimo operatore, il sottoscritto D’Elia Matteo, che ha utilizzato una
procedura standard.
Il questionario utilizzato è composto di tre parti principali.
Nella prima vi sono domande di “screening”, dove agli intervistati è richiesto di indicare l’età, il
ruolo, il numero di esperienze fatte sul sintetico (secondo le partite e secondo gli allenamenti) ed,
infine, la tipologia di superficie sulla quale sono abituati a giocare o ad allenarsi in alternativa alla
superficie artificiale (nel caso di squadre che utilizzano alternativamente il sintetico ed un altro tipo
di terreno) oppure sulla quale giocavano o si allenavano abitualmente in passato (nel caso di
squadre abituate ad utilizzare sempre la superficie artificiale) (“Superficie di controllo”).
Nella seconda parte dell’intervista, si passa ad indagare sulle sensazioni relative al gioco su tale
superficie: viene infatti richiesto di esprimere un giudizio in riferimento ad una determinata
sensazione, provata sulla superficie sintetica, prendendo come termine di paragone la medesima
sensazione percepita sulla cosiddetta “superficie di controllo”.
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Il giudizio viene espresso selezionando un valore numerico da 1 a 10 sulla scala graduata
riportata al di sotto della domanda stessa dove al numero 5 corrisponde il termine “uguale”.
Spostandosi verso destra o verso sinistra di tale numero, dunque, si va a determinare una
valutazione più o meno positiva o negativa per quella sensazione ricevuta sul manto artificiale nel
confronto con quella sulla “superficie di controllo”.
Questa seconda parte rappresenta, dunque, l’elemento centrale dell’intervista stessa. Essa è
composta da 14 quesiti (items) che, nell’analisi dei risultati, sono suddivisi in tre “categorie”:
1. la prima, denominata “Sensazioni tecniche”, fa riferimento alla tecnica specifica
(controllo, guida, trasmissione e tiro della palla:);
2. la seconda, “Interazione palla/superficie”, è composta da domande relative a tre aspetti
differenti del contatto palla/superficie (qualità e altezza del rimbalzo e velocità della palla
a terra:);
3. la terza categoria, infine, prende in esame l’interazione giocatore/superficie ed è
composta da 7 quesiti che sono relativi a sensazioni quali impegno fisico, capacità di
scatto e di decelerazione, cambio di direzione, capacità di elevazione, equilibrio ed
impatto con il terreno (“Sensazioni fisiche”).
La terza parte del questionario tende ad indagare sulla eventuale presenza di problematiche di
tipo fisico connesse alla pratica calcistica sulla superficie artificiale. E’ composta da un unico
quesito, il numero 15, che è stato rivolto esclusivamente ai calciatori che si allenavano “sempre” o
“spesso” sulla superficie sintetica (176 calciatori, di cui 40 “Allievi”, 48 “Juniores” e 88
appartenenti alle “Prime squadre”). A tali soggetti è stato richiesto di fare riferimento unicamente
alla prima esperienza di allenamenti su tale superficie, escludendo quella in corso se successiva.
Il quesito comprende una “griglia”, che permette all’intervistato di segnalare uno o più distretti
anatomici colpiti dalle eventuali sintomatologie dolorose durante la prima stagione di allenamenti
effettuata sul manto artificiale; i distretti inseriti sono: caviglia, ginocchia, schiena, problemi
muscolari ed il termine “altro”, nel caso in cui il problema riguardi una parte diversa del corpo.
L’elaborazione statistica dei dati è stata condotta attraverso il software “Statgraphics Centurion
XV” (Statpoint, Inc.); per l’analisi dei risultati sono stati in particolar modo utilizzate le funzioni “PValue ANOVA” e la “Simple Regression”.
ANALISI PER “SUPERFICIE DI CONTROLLO”
Il campione è qui distinto nei due seguenti gruppi:
ƒ coloro che hanno fatto riferimento alla superficie in erba naturale (“gruppo erba
naturale”), composto da 125 intervistati
ƒ coloro che hanno fatto riferimento alla superficie in terra battuta (“gruppo terra
battuta”), composto da 207 intervistati.
ƒ “Sensazioni tecniche”
Il “gruppo terra battuta” esprime degli ottimi giudizi (controllo 8,45, guida 8,66, trasmissione
8,08 e tiro 7,80): per essi è molto più semplice eseguire gesti tecnici specifici sulla superficie
artificiale, che non sulla terra battuta.
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Fig. 1
Anche il “gruppo erba naturale”, seppur con minore nettezza, ha espresso una valutazione
positiva a proposito delle 4 “sensazioni tecniche” (rispettivamente 6,53, 6,74, 6,48 e 6,27 per
controllo, guida, trasmissione e tiro); ciò rappresenta sicuramente un ottimo traguardo raggiunto
dalle ditte costruttrici dei manti artificiali: i calciatori abituati a giocare sull’erba naturale indicano
infatti, a tale proposito, sensazioni leggermente migliori sulla superficie sintetica!
Va sottolineata la presenza di differenze statisticamente significative per tutti gli items
appartenenti a questa categoria di sensazioni (coefficiente di significatività p = 0,0000 per controllo,
guida, trasmissione e tiro).
ƒ “Interazione palla/superficie”
Le sensazioni relative alla interazione palla/superficie, riscontrate nei due gruppi, presentano
delle differenze statisticamente significative per gli items relativi alla qualità del rimbalzo ed alla
velocità della palla a terra (p = 0,0000 in tutti e due i casi), ma non per quello relativo all’altezza
del rimbalzo.
Il “gruppo erba naturale” giudica la qualità del rimbalzo sul sintetico come molto simile a
quello sulla superficie di controllo (5,21); anche questo risultato va sicuramente a favore dei manti
erbosi artificiali.
Il “gruppo terra battuta” ha espresso una valutazione molto positiva per tale sensazione (7,34).
Ciò è facilmente comprensibile: il rimbalzo sulla superficie in terra battuta è spesso imprevedibile
e “casuale” per la frequente irregolarità dei fondi così fatti; agli occhi dei calciatori abituati a tale
situazione, la “perfezione” della superficie sintetica appare come qualcosa di decisamente
migliore.
L’altezza del rimbalzo è giudicata in modo similare dai due gruppi ed indicano un rimbalzo
appena più alto sul manto artificiale, sia nei confronti dell’erba naturale (5,67), che della terra
battuta (5,89). Dunque, la sensazione relativa a tale caratteristica della interazione
palla/superficie, è sul manto artificiale molto simile ad ambedue le “superfici di controllo”.
Il campione abituato alla superficie in erba naturale valuta la velocità della palla sulla
superficie artificiale come nettamente maggiore, 7,80, rispetto a quella sull’erba naturale.
Anche chi è abituato alla terra battuta giudica la velocità sul manto sintetico come superiore a
quella che la palla acquisisce sulla terra battuta (6,45). In questo caso il valore indica, però, una
diversità non così accentuata come avviene per il “gruppo erba naturale”.
ƒ “Sensazioni fisiche”
All’interno di questa categoria di sensazioni, le differenze più accentuate emergono per gli items
relativi ad impegno fisico, cambi di direzione, equilibrio ed impatto a terra (fig. 2). In effetti, sono
risultate essere statisticamente significative le sole differenze a carico di questi 4 items appena
citati (con un coefficiente di significatività p rispettivamente pari a 0,0336, 0,0002, e 0,0000 sia per
equilibrio che per impatto a terra).
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Fig. 2
L’impegno fisico appare leggermente superiore sul manto artificiale sia al “gruppo terra battuta”,
sia al “gruppo erba naturale”; per il primo si riscontra un giudizio di leggera differenza con la
“superficie di controllo” (6,27), mentre per l’altro tale gap è un po’ più accentuato (6,74).
A proposito della sensazione di fatica, si rileva tra gli intervistati una maggiore similarità con la
terra battuta e non, come ci si sarebbe potuto aspettare, con il manto in erba naturale. Per il
“gruppo erba naturale” fare una prestazione sul manto sintetico è dunque più faticoso di quanto
non lo possa essere per coloro che sono abituati alla terra battuta.
I risultati relativi agli items capacità di scatto, capacità di decelerazione e capacità di
elevazione indicano con chiarezza che le sensazioni ad esse relative relative sono molto simili sulla
terra battuta o sull’erba naturale; nel loro confronto la superficie in erba artificiale pare avere un
leggero vantaggio. E’ ipotizzabile che ciò sia dovuto alla maggiore compattezza della superficie
sintetica rispetto alle altre due; a ciò consegue una sensazione di maggiore stabilità e tenuta del
terreno per gli appoggi che permette di eseguire una frenata o una rapida accelerazione con
maggiore facilità.
Verosimilmente sono sempre queste caratteristiche della superficie artificiale a determinare la
buona valutazione, registrata in ambedue i gruppi, anche per gli items relativi a cambi di direzione
ed equilibrio dinamico.
L’impatto a terra è giudicato in modo molto differente dai due campioni. Mentre il “gruppo terra
battuta” esprime un giudizio decisamente positivo nei confronti di questa sensazione sull’erba
artificiale, 7,58, il “gruppo erba naturale” indica un parere negativo a tale proposito, 4,17.
Questi risultati, tra loro così contrastanti, sono riconducibili al fatto che mentre cadere o fare una
scivolata sulla terra battuta porta conseguenze spesso dolorose nei calciatori, sul manto in erba
naturale ciò reca quasi delle piacevoli sensazioni. Così, il “gruppo terra battuta” riceve delle
sensazioni molto positive quando entra in contatto con il manto artificiale; il “gruppo erba
naturale” sente invece l’opposto. Probabilmente, il severo giudizio da parte di coloro che sono
abituati all’erba naturale è da ricondurre a ciò che apprezzano dopo avere eseguito un “takle
scivolato” sulle due superfici. A tale proposito, il manto sintetico si differenzia di più da quello
naturale, in quanto, sul primo, l’attrito che si crea fra la pelle e l’erba è minimo ed il corpo scivola
senza problemi; sul secondo si crea invece un maggiore attrito che frena il corpo provocando
abrasioni nelle zone del corpo entrate in contatto con il terreno.
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ANALISI INCROCIATA: “ESPERIENZA” E “SUPERFICIE DI CONTROLLO”
In questa parte l’analisi dei risultati è svolta suddividendo il campione per superficie di controllo
e per numero di esperienze fatte sulla superficie artificiale. Coloro che fanno parte del “gruppo terra
battuta”, sono stati quindi suddivisi in due gruppi in base alle esperienze accumulate sul sintetico:
ƒ uno è composto da 172 calciatori, che hanno indicato di allenarsi spesso o sempre e
di giocare qualche volta o spesso (“gruppo terra tante esperienze”);
ƒ l’altro è formato da 35 soggetti che, invece, hanno segnalato di non allenarsi mai o
qualche volta e di giocare qualche volta o spesso (“gruppo terra poche esperienze”).
Il “gruppo erba naturale” è stato suddiviso, a sua volta, in due gruppi:
ƒ il primo è composto da 36 intervistati che hanno segnalato di allenarsi spesso o
sempre e di giocare qualche volta o spesso (“gruppo erba tante esperienze”);
ƒ il secondo è formato da 89 calciatori che hanno indicato di non allenarsi mai o
qualche volta e di non giocare mai, qualche volta o spesso (“gruppo erba poche
esperienze”).
Terra battuta: poche esperienze vs tante esperienze
ƒ “Sensazioni tecniche”
Per i 4 items relativi a questa categoria di sensazioni, si evidenzia la tendenza a giudicare in
modo sempre più positivo le sensazioni relative alla gestualità sport-specifica con l’aumentare del
numero di esperienze.
Per i giudizi relativi a guida, trasmissione e tiro sono state anche rilevate delle differenze
statisticamente significative fra i due gruppi di campione (coefficiente di significatività p
rispettivamente uguale a 0,0013 0,0118 e 0,0233). Lo stesso risultato non è emerso per i giudizi
relativi al controllo, ma anche a proposito di questo item si rileva una migliore valutazione fra
coloro che sono più esperti sulla superficie artificiale.
Fig. 3
ƒ “Interazione palla/superficie”
Anche per la velocità della palla e l’altezza del rimbalzo sono i più esperti ad indicare i valori
più alti. La qualità del rimbalzo della palla è valutata in modo ancora più diverso dai due gruppi. A
carico di questo item è stata infatti riscontrata una differenza statisticamente significativa fra di essi
(p = 0,0013).
Vi è quindi una difficoltà nella lettura del rimbalzo della palla nelle prime esperienze sul manto
artificiale (esso è sicuramente differente sulle due superfici e migliore sul sintetico); con il crescere
della esperienza sembra migliorare la sua interpretazione.
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ƒ
“Sensazioni fisiche”
Fig. 4
La differenza più eclatante, all’interno di questa categoria, si riscontra nei giudizi espressi per le
sensazioni relative all’impatto a terra. Per questo item è stata infatti registrata una differenza
statisticamente significativa fra i due gruppi (p = 0,0000).
Certamente entrambi i gruppi di campione esprimono un parere positivo; coloro che ancora non
hanno raggiunto una grande confidenza con la superficie artificiale, però, non manifestano una
spiccata preferenza per le sensazioni ricevute sul sintetico rispetto a quelle ricevute sulla terra
battuta (6,09).
I dati relativi all’impegno fisico indicano come i calciatori che hanno accumulato un minor
numero di esperienze sentono, anche se in piccola misura, di fare più fatica di quelli che sono più
abituati a giocare sulla superficie artificiale.
Gli items relativi a capacità di scatto e di decelerazione, cambio di direzione, capacità di
elevazione e di equilibrio sono in linea con quelli fino ad ora riportati: per i meno esperti si
rilevano sempre delle valutazioni di poco inferiori a quelle di coloro che hanno una maggiore
esperienza sulla superficie sintetica.
Erba naturale: poche esperienze vs tante esperienze
ƒ “Sensazioni tecniche”
Il grafico relativo ai 4 items della categoria “sensazioni tecniche” (fig. 5) per i due gruppi
abituati a giocare e ad allenarsi sull’erba naturale, riflette esattamente l’andamento del grafico
relativo ai due gruppi abituati alla terra battuta (fig. 3). La maggiore confidenza raggiunta con la
superficie artificiale determina, ancora una volta, una valutazione di migliore espressione delle
capacità tecniche.
Sia per il controllo, che per la guida e la trasmissione della palla, sono state riscontrate delle
differenze statisticamente significative tra i due gruppi (con un coefficiente di significatività p
rispettivamente pari a 0,0244, 0,0375 e 0,0456). Anche per l’item relativo al tiro, nonostante la
differenza non risulti essere significativa, si rileva un giudizio più positivo da parte del “gruppo
tante esperienze”.
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Fig. 5
ƒ “Interazione palla/superficie”
Le differenze riscontrate fra i due gruppi, a carico di questa categoria di sensazioni, non sono
rilevanti. In effetti per nessuno di essi la differenza è risultata come statisticamente significativa.
E’ però confermato l’andamento generale per il quale i valori di coloro che hanno raggiunto
una maggiore dimestichezza con la superficie artificiale sono superiori a quelli di coloro ne hanno
meno.
E’ in modo particolare a carico della qualità del rimbalzo che si riscontra un miglioramento del
giudizio in seguito ad un numero maggiore di esperienze accumulate sul manto artificiale.
L’indicazione che scaturisce dalla analisi di questi dati è inoltre la percezione di una velocità
della palla, sul manto sintetico, nettamente superiore rispetto a quella sul manto naturale.
ƒ
“Sensazioni fisiche”
Il grafico di fig. 6 conferma l’andamento generale fin qui riscontrato: nel gruppo composto dai
più esperti, tranne il caso relativo all’impegno fisico, si rilevano giudizi sempre più alti rispetto al
gruppo dei meno esperti.
Fig. 6
La sensazione di fatica dopo prestazione sul sintetico è leggermente più accentuata nel “gruppo
poche esperienze”.
I risultati riscontrati per capacità di scatto e di decelerazione, cambio di direzione, capacità di
elevazione e di equilibrio, ribadiscono l’andamento secondo il quale ad un maggior numero di
esperienze accumulate dai calciatori corrispondono delle migliori valutazioni da parte loro.
Il risultato relativo all’impatto a terra indica la presenza, più volte emersa, di un fenomeno
secondo il quale il calciatore che da poco utilizza la superficie artificiale “accetta” di mal grado i
contatti con essa in seguito alle cadute; solo dopo qualche tempo, egli sente di aver migliorato
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questo “rapporto” con il manto artificiale. Sia per coloro che sono più esperti che per coloro che lo
sono meno, però, le sensazioni relative all’impatto a terra, in seguito alle cadute, sono comunque
migliori sul manto erboso naturale.
“PROBLEMATICHE FISICHE” CONNESSE ALL’UTILIZZO DELLE SUPERFICI
ARTIFICIALI
L’obiettivo è quello di indagare sulla eventuale presenza di problematiche fisiche legate alla
necessità del sistema funzionale di mettere in atto degli adattamenti indispensabili, al fine di
ottenere una performance ottimale sulla superficie in erba artificiale. Essa non è quindi una indagine
conoscitiva di tipo infortunistico.
Problemi fisici – “Tutti”
Quasi la metà del campione, 85 soggetti, equivalenti al 48% del totale, riferisce di avere
riportato, alla prima stagione di allenamenti sul sintetico, un maggior numero di problematiche
fisiche rispetto a quelle generalmente subite durante le stagioni precedenti.
Il risultato di questa indagine ribadisce la centralità e la reale esistenza del concetto di
morfofunzionalità nell’allenamento di atleti di alta prestazione: la presenza di un così alto numero
di soggetti con problemi fisici, correlati all’utilizzo della nuova tipologia di superficie, non indica
necessariamente una inadeguatezza della superficie artificiale per il gioco del calcio, bensì una loro
difficoltà nell’adattarsi ad essa.
I problemi muscolari sono i più frequenti all’interno di questa popolazione di calciatori (42 casi
corrispondenti al 30% del totale).
Il secondo distretto più interessato da problemi fisici è l’articolazione della caviglia (31 casi, il
23% del totale), seguita da quelli relativi all’articolazione del ginocchio (27 casi, 20%) e da quelli
connessi alla schiena (23 casi, 17%). Una piccola parte degli intervistati,13 casi corrispondenti al
10%, indica di aver subito problemi riferiti ad “altro” (molto diversificati tra di loro, come, per
esempio, tallonite, pubalgia, tendinite, dolori vari, ecc.).
Problemi fisici - “Allievi”
Rispetto al totale degli intervistati, tra gli “Allievi”, coloro che, durante la prima stagione sul
sintetico, hanno avvertito più problemi fisici rispetto al passato (n = 13), sono in netta minoranza
rispetto alla somma di coloro che ne hanno percepito un numero minore (n = 3) o uguale (n = 24).
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Anche all’interno di questo campione di intervistati, appartenente alla categoria “Allievi”, si
rileva una maggiore frequenza per i problemi muscolari (7 casi, corrispondenti al 47%). Per gli altri
distretti (schiena, ginocchia, caviglie e altro) si registra, invece, una distribuzione tra loro
omogenea.
Tra i calciatori più giovani, l’utilizzo delle superfici in erba artificiale pare avere conseguenze
fisiche poco rilevanti; il minore tempo dedicato alla pratica induce, infatti, una morfofunzionalità
“meno strutturata”. Ciò rende i loro sistemi funzionali meno rigidi e più plastici, ovvero capaci di
comprendere ed assorbire più velocemente i nuovi stimoli, facilitando un adattamento di maggiore
efficacia ed evitando situazioni di stress per l’apparato locomotore in generale.
Problemi fisici - “Juniores”
A differenza di quanto riscontrato per la categoria “Allievi”, in questo caso, si registra un grande
numero di soggetti (23 calciatori, corrispondenti al 48% del totale) che dichiarano di avere avuto
più problemi fisici durante la prima stagione di allenamenti sul manto artificiale.
Ad una maggiore specializzazione morfofunzionale, corrisponde, quindi, un più alto numero di
problemi fisici, connessi al cambio di superficie utilizzata in allenamento.
All’interno del gruppo “Juniores” la localizzazione topografica delle problematiche fisiche si
differenzia dal resto del campione: mentre precedentemente è stata rilevata una frequenza più alta
per i problemi di tipo muscolare, in questo caso sono più numerose quelle relative alle articolazioni
di ginocchia (n = 8) e caviglie (n = 10) che rappresentano rispettivamente il 28 ed il 31% dei
distretti totali indicati.
Problemi fisici - “Prime squadre”
In questo caso, sono ben 50, su un totale di 88, le risposte positive al quesito 15 dell’intervista.
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Il 57% degli intervistati, più di 1 su 2, riferisce di avere avuto più problemi fisici durante la
prima stagione di allenamenti sul manto artificiale rispetto al passato. Questo dato è una ulteriore
conferma dell’esistenza di una stretta relazione tra grado di morfofunzionalità raggiunto e la
plasticità delle risposte di adattamento di un sistema funzionale: al crescere della prima,
corrisponde una diminuzione della seconda.
Tra i calciatori più evoluti, i problemi di tipo muscolare sono i più frequenti (29 casi, equivalenti
al 33% del totale).
Un altro aspetto non meno importante da evidenziare, è la presenza di un numero elevato di
problemi fisici associati. In effetti, la somma del numero totale di casi segnalati dai 50 calciatori del
campione, corrisponde a 89: all’ interno di questo gruppo, sono numerosi coloro che indicano più
distretti del corpo interessati da sintomatologia.
Calcolando, per ogni categoria, il rapporto tra la somma totale dei casi riscontrati ed il numero di
soggetti che hanno risposto positivamente al quesito 15, si ottiene un indice che esprime una misura
più realistica dei calciatori interessati da più problemi fisici ( “indice dei problemi fisici associati”,
“I.P.F.A”).
Quanto più alto è tale indice, tanto più elevato il numero di soggetti, appartenenti a quel gruppo,
che hanno sofferto di problemi fisici relativi a più di un solo distretto corporeo.
“Allievi”
“Juniores”
“Prime squadre”
Totale
casi
15
32
89
:
:
:
:
Totale
risposte positive
13
23
50
=
=
=
=
“I.P.F.A.”
1,15
1,39
1,78
Per il gruppo “Prime squadre” si registra l’indice più alto (1,78): quasi tutti i calciatori di questo
gruppo indicano, mediamente, 2 distretti interessati da problemi fisici.
L’indice relativo agli “Juniores”, 1,39, significa che tale fenomeno è meno frequente; infine, esso
si riduce quasi a 0, con un rapporto vicino ad 1 (1,15), all’interno del gruppo “Allievi”.
La tendenza generale riscontrata porta, quindi, ad affermare che al crescere della età e,
conseguentemente, della specializzazione morfofunzionale del sistema, corrisponde un aumento sia
del numero assoluto dei problemi fisici, sia di quelli associati; la diminuita capacità
dell’organismo di rispondere, in maniera veloce ed adeguata, al nuovo contesto con il quale si
trova ad interagire, determina delle difficoltà più accentuate nell’adattamento.
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CONCLUSIONI
Per le superfici in erba artificiale di ultima generazione si riscontrano, tra i calciatori, delle buone
impressioni. In effetti, anche coloro che sono abituati ai manti erbosi naturali esprimono valutazioni
positive riguardo all’utilizzo delle superfici sintetiche o, in ogni caso, giudicano molto simili i due
terreni di gioco. I manti artificiali, unanimemente, sono considerati di gran lunga migliori dei campi
da gioco in terra battuta; i calciatori abituati a quest’ultimo terreno esprimono, infatti, ottime
valutazioni, specialmente in relazione alla esecuzione dei gesti tecnici.
D’altra parte dalle sensazioni dei calciatori emergono anche degli aspetti da migliorare che
riguardano la velocità della palla e l’impatto a terra. Nell’analisi dei risultati, infatti, è costante una
percezione di maggior velocità della palla sul sintetico, sia rispetto alla terra battuta, sia, ed in modo
più accentuato, rispetto all’erba naturale. Inoltre, l’impatto a terra è giudicato in modo negativo dai
calciatori abituati a gareggiare sull’erba naturale, mentre, comprensibilmente, coloro che fanno
riferimento alla terra battuta esprimono un giudizio positivo al riguardo.
I risultati di questa ricerca indicano chiaramente come, nei calciatori di alta prestazione, il
passaggio da una superficie di tipo naturale ad una di tipo artificiale comporti degli adattamenti che
coinvolgono quasi tutte le componenti del sistema funzionale del calciatore: quanto più è ampia
l’esperienza del calciatore nel gioco sul sintetico, tanto più egli sente su tale superficie di esprimere
al meglio le proprie capacità tecniche, cognitive (in modo particolare l’interpretazione del rimbalzo
della palla) e fisiche.
Allo stesso tempo i calciatori al primo anno di allenamenti sul manto artificiale risentono di un
numero più elevato di problemi fisici rispetto al passato, in una percentuale corrispondente al 48%
del campione totale. La frequenza di queste problematiche pare essere strettamente connessa con
l’età dei calciatori: i più giovani accusano problematiche fisiche in percentuali minori rispetto ai
calciatori più anziani. All’interno di quest’ultimo gruppo aumenta, inoltre, il numero di risentimenti
fisici associati tra loro.
Tutto ciò è ragionevolmente riconducibile al grado di sviluppo morfofunzionale raggiunto dal
calciatore che influisce notevolmente sulle sue capacità di adattamento alla nuova superficie di
gioco.
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