Laghi, fiumi, montagna Piste ciclabili «on line»
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Laghi, fiumi, montagna Piste ciclabili «on line»
50 L’ECO DI BERGAMO GIOVEDÌ 31 MAGGIO 2012 Weekend A Accessori: il casco è colorato e necessario Fra gli accessori importanti per una gita ciclistica è il casco: realizzati con polistirolo, ce ne sono di tutti i tipi e colori, dai dieci fino a sopra i cento euro di spesa. [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ a Laghi, fiumi, montagna Piste ciclabili «on line» Le piste ciclabili Strade, ciclabili e sentieri della provincia di Bergamo Mappa degli itinerari in bici della Lombardia nel sito della Regione Anche i percorsi ciclistici nella Bergamasca presenti in Internet PAOLO ARESI a Ci sono percorsi ciclabili indimenticabili nella nostra regione, anche nella nostra provincia. E ce ne sono altri magari meno suggestivi, ma comunque piacevoli. Ci sono piste ciclabili da turismo, altre da lavoro, altre adatte a un pomeriggio all’aria aperta. Andiamo a scoprirle. Nel sito specifico della Regione si scrive che «La Lombardia è attraversata da una fitta rete di percorsi ciclabili che supera i tremila chilometri. La bicicletta è il mezzo ideale per scoprire i paesaggi e gli angoli nascosti del territorio lombardo. Itinerari collegati Un tratto della pista ciclabile della Valle Brembana fra Lenna e Piazza Brembana Nord e Laghi Sud. Le prime due ciclabili sono molto conosciute e davvero piacevoli da percorrere. Vediamone le caratteristiche segnalate dal sito della Regione. La ciclovia della Valle Seriana va da Ranica a Clusone, un collegamento ciclabile da Bergamo è previsto, ma non realizzato. La lunghezza totale è di trentuno chilometri di cui ben ventotto su pista ciclabile e soltanto tre su strada. La ciclovia della Valle Brembana si sviluppa per trentotto chilometri di cui ventitré su sede propria, dodici su strada a basso traffico e tre su strada a forte traffico. Tuttavia partendo da Zogno è possibile arrivare a Piazza Brembana (circa venti chilometri) praticamente sempre su pista ciclabile, in gran parte ricavata dalla vecchia sede della ferrovia della valle. Da San Pellegri- no il percorso attraversa luoghi incantevoli e si inoltra in gallerie scavate nella viva roccia che danno un senso di incanto. Della ciclovia Laghi Nord abbiamo già accennato. La ciclovia Laghi Sud è lunga quarantadue chilometri di cui ventisei di pista ciclabile, quindici su strada a basso traffico e un chilometro su strada a forte traffico. La ciclovia si sviluppa in pianura, parte da Fara Gera d’Adda, tocca Treviglio, Caravaggio, Fornovo San Giovanni, Cortenuova, Cividate al Piano, Calcio. Il sito internet Ma se vogliamo possiamo acquisire altre informazioni sulla ciclabilità di Bergamo andando a vedere il sito www.pisteciclabili.com/provincia-bergamo, sito piuttosto ricco di notizie dove si apre un’ampia finestra su pi- ste ciclabili, sentieri, percorsi ciclopedonali, percorsi misti... Scopriamo la pista ciclabile BarianoMorengo, di un chilometro e 230 metri, tutta in asfalto e scopriamo l’anello di Avolasio «Alla scoperta delle prealpi Orobie» di 18 chilometri su sentiero, con difficoltà «media», definito uno «splendido itinerario per mountain bike. E poi il percorso da Ponte S Pietro a Vaprio d’Adda, un anello da quaranta chilometri per mountain bike. Negli oltre cento itinerari incontriamo il gioiellino della città, la pista ciclabile che parte da via Baioni, raggiunge Valverde, S. Antonio, costeggia la Quisa e arriva a Sombreno con la possibilità di salire al santuario, in totale circa dieci chilometri. Insomma, pedalate per tutte le gambe. ■ Milano Tutti gli itinerari sono collegati fra loro, la descrizione di ogni singolo percorso parte e arriva, dove possibile, da una stazione ferroviaria per poter usufruire del servizio bici+treno». Il sito si chiama www.movimentolento.it e offre numerose informazioni oltre a una cartina dei percorsi ciclabili. Attenzione: tremila chilometri di «percorsi ciclabili» non significa tremila chilometri di «piste ciclabili». I percorsi in genere sono misti, parte su pista ciclabile, parte su strada. Prendiamo per esempio la «Ciclovia laghi nord» che da Predore va a Sarnico , Grumello del Monte, Bolgare, Carobbio, Brusaporto, Albano, Seriate, Mozzo, Ponte San Pietro, Terno d’Isola e approda a Calusco d’Adda: si tratta di 56 chilometri di cui soltanto ventidue in sede propria mentre ben trentatré chilometri si sviluppano su «sede promiscua», per quanto a basso traffico mentre un chilometro si trova su sede a «forte traffico». Le ciclovie segnalate per la Bergamasca sono quattro: Valle Seriana, Valle Brembana, Laghi ©RIPRODUZIONE RISERVATA BICICLETTE IN CITTÀ Nuova mobilità: andare oltre l’effetto «spezzatino» L e piste ciclabili di città sono note come «piste spezzatino» nel senso che trovi un tratto qua e un tratto là, ma difficilmente sono raccordate fra di loro in modo da costruire veri e propri collegamenti ciclabili fra le parti della città. Sarebbe importante uno sforzo in que- sta direzione: più che l’allestimento di nuovi e costosi percorsi ciclistici, la coniugazione, il raccordo di tutti quelli che già esistono. Vediamo un po’ quali sono le principali piste ciclabili della città. La più bella è senza dubbio la pista della Morla, la «Green way», ovvero la strada verde che parte da via Baioni e corre fra il torrente e il col- le arrivando a Valverde per poi raccordarsi con la pista della Quisa e raggiungere Sombreno. Un tracciato apprezzatissimo da ciclisti, podisti, famiglie, gente che semplicemente esce per una passeggiata. Al punto che la domenica in certi orari si crea addirittura un effetto intasamento. È una pista ciclabile, ciclopedonale, in prevalen- za per il tempo libero. Le altre piste sono di servizio e dovrebbero costituire una viabilità alternativa che favorisca l’uso della bicicletta a scapito dell’automobile e dello scooter. Per snellire il traffico e per ridurre le emissioni di anidride carbonica e di altri gas inquinanti. Segnaliamo una pista in direzione ovest, quella che va a Lo- reto-Longuelo e parte dalle Cinque Vie; un’altra in direzione est, quella che da borgo Palazzo va a Seriate; abbiamo poi la pista che punta a sud, quella che da via Zanica va ad Azzano San Paolo e poi a Zanica. Questi percorsi si sviluppano con una certa coerenza e continuità, ben segnalati. Non risultano correlati fra loro e non rie- scono a raggiungere in maniera efficace il centro cittadino. Infine da segnalare la bella pista che da Campagnola raggiunge l’aeroporto, con tanto di sottopasso alla rotatoria dell’asse interurbano. Anche in questo caso non esiste un vero collegamento con il centro. ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA 51 L’ECO DI BERGAMO GIOVEDÌ 31 MAGGIO 2012 Quale mezzo scegliere Su strada vola la bici da corsa Percorsi misti: ottima la trekking Quale bici usare? Mountain bike, corsa, trekking, normale bici da città o «city bike»? Anche per quanto riguarda il ciclismo, in Italia ci siamo fatti colonizzare dai termini inglesi. Come del resto ci siamo fatti soffiare buona parte della produzione dai marchi americani. Ma ci sono aziende che resistono, e bene, come la Bianchi che di recente ha aperto il suo nuovo negozio in pieno centro. La bici da scegliere per le passeggiate? Facile. Se si prediligono i sentieri si punta sul rampichino (neologismo italiano che non ha avuto molta fortuna) ovvero mountain bike. Se si vuole andare veloci su strada allora serve una bici da corsa. Se gli spostamenti riguardano la città e il lavoro, allora ci vorrà una bici da città, normalissima. E per il problema dei percorsi misti la soluzione è evidente, la bici da viaggio, ovvero la «trekking». Con la trekking fai i sentieri non difficili, puoi spostarti in città, raggiungi velocità anche discrete sull’asfalto. È robusta, può venire attrezzata con borsette e borsoni. In genere è provvista di ventiquattro velocità garantite dalle ot- to stelle posteriori e dalle tre anteriori (quelle del pedale, per intenderci). I prezzi, dolente nota. Per una discreta bici da corsa bisogna preventivare almeno mille euro, per una decente mountain bike qualcosa meno, una valida trekking parte dai cinquecento euro mentre la semplice bici da città può costituire la soluzione più economica. a Strada Ciclabile, ciclopedonale, sentiero Aribi, gite fuori porta e viaggi su due ruote L’associazione fondata 31 anni fa, prima in Italia Ogni settimana vengono organizzate escursioni a Tutti i sabati una gita. E tutte le domeniche. Da trentuno anni l’Aribi (Associazione per il rilancio della bicicletta) promuove le due ruote a pedali, si impegna per una nuova mobilità che lasci decisamente da parte l’automobile che asfissia la città. Dice il presidente onorario dell’Aribi, Angelo Mainetti, tra i fondatori dell’Associazione: «L’associazione è nata nel 1981 per un’esigenza che veniva già molto avvertita: una mobilità diversa, che limitasse lo strapotere delle automobili. Fino agli Anni Cinquanta la bicicletta era un mezzo di trasporto comune, con il boom economico venne messa in secondo piano e questo atteggiamento snobistico continuò negli Anni Settanta. Ma era evidente che il dominio assoluto dell’automobile doveva venire arginato per rendere di nuovo vivibili le città. Ecco, con questa idea fondammo l’Aribi». Che nel suo genere è stata una delle prime, se non la prima, associazione di ciclisti urbani. Oggi pressoché ogni città dispone di un suo gruppo di «promozione ciclistica», di solito affiliato alla Fiab, la Federazione italiana degli amici della bicicletta. Le gite. Ogni sabato i soci si incontrano alle 9.15 nei giardini accanto al Donizetti, dove si trovano laghetto e monumento. Dice la presidente, Claudia Ratti: «Alle gite del sabato mattina partecipa in media una quindicina di persone. Sono giri fuori porta, facili. Per esempio l’ultima volta siamo andati a Costa di Mezzate. Cerchiamo dei percorsi privi di traffico, naturalmente. Nel caso dell’ultima gita abbiamo seguito la pista ciclabile fino a Seriate e poi ad Albano, quindi abbiamo preso la stradina che sale sul monte Tomenone e tocca il ristorante Cantalupa, da lì abbiamo imboccato un Cremona La Bimbinbici è fra le iniziative organizzate dall’Aribi ampio sentiero che si sviluppava in alto sopra Brusaporto e Bagnatica e poi siamo scesi a Costa di Mezzate. Le guide di queste gite sono Anna Lorandi, Paolo Rosa, Guido Coppetti, Angelo Mainetti». Il sito dell’Aribi (www.aribi.it) presenta le gite e le attività dell’associazione. Per esempio a L’Aribi nacque nel 1981 per ridare dignità alla mobilità ciclistica Convegni, incontri, proposte e una attenta attività nelle scuole proposito delle gite raccomanda: «Assicuratevi che la bicicletta sia in buone condizioni: è opportuno portare sempre con sé almeno una camera d’aria di scorta, un piccolo set di attrezzi per le riparazioni e le luci. Si ricorda che è obbligatorio indossare il giubbino rifrangente nelle ore serali». Sono consigliati anche pompa, borraccia con acqua, casco. Alla domenica vengono invece proposte gite più impegnative. L’ultima si è svolta sul Ticino, guidata da Gianbianco Beni. L’Aribi ammette alle gite soltanto i suoi iscritti e quelli di «Cuore Batticuore» per ragioni assicurative. Dice la presidente: «Se qualcuno non iscritto vuole partecipare deve comunicarcelo in anticipo così facciamo una polizza per un solo giorno». ■ P. A. ©RIPRODUZIONE RISERVATA ITINERARI FUORI PORTA Pedalare fino a Milano lungo il Naviglio Martesana S e mettiamo il naso fuori dalla finestra, se usciamo dalla città, scopriamo che gli itinerari ciclistici di fascino abbondano. Per esempio, è possibile andare da Bergamo a Milano percorrendo un lungo tratto di pista ciclabile in serenità, senza il terrore della signora sul Suv che ti supera per poi subito sterzare a destra tagliandoti di netto la strada. Cose che capitano tutti i giorni. Anzi, volendo andare a Milano in bicicletta, si può prendere il treno da Bergamo (molti sono attrezzati), si scende a Cassano d’Adda e da Cassano si prende la pista ciclabile che conduce fino al centro di Milano, pista ricava- ta sulla riva del Naviglio Martesana che prende l’acqua dall’Adda. Questo naviglio venne costruito per volere di Francesco Sforza nel 1475 in soli tre anni. Aveva funzioni di irrigazione che tuttora mantiene, ma rappresentava anche un’importante via di collegamento con il lago di Como e quindi con i Grigioni... Una bella gita di trentuno chilometri in andata (poi c’è il ritorno, un po’ più faticoso perché in leggerissima salita). La pista è tutta asfaltata per cui si può utilizzare qualsiasi tipo di bicicletta. Per chi usa la bici da corsa è bene ricordare che sulle piste ciclabili le alte velocità sono sconsigliate per via che si incontrano ciclisti di ogni tipo, dalla massaia con la spesa, al vecchietto, al bambino con la bici a rotelle e dalla traiettoria imprevedibile. Di rara bellezza è il sentiero ciclabile dell’Adda che da Cassano raggiunge Lecco, percorso quasi interamente protetto, almeno fino a Olginate. Da Cassano si raggiungono Trezzo, Crespi, Paderno con il suo ponte, si ammirano le chiuse di Leonardo, più avanti si arriva a Imbersago con il suo celebre traghetto tuttora funzionante; si tocca anche l’abitato di Brivio che si apre davanti agli occhi del ciclista come un porticciolo che ha il sapore della fiaba (ma anche del pesce preparato dai ristorantini sulla riva...). ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA