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SOSTENIBILITA’
Packaging Observer – Novembre 2008
Emozioni “verdi” in tasca
Nel confectionary il confronto fra materiali da imballaggio è acceso più che mai. Le nuove
proposte in metallo e in materiali plastici stimolano i costruttori di macchine automatiche e i
progettisti di confezioni in cartoncino a realizzare soluzioni ancor più pratiche, semplici, a
ridotto consumo di materiale e soprattutto a maggior impatto a scaffale
I farmaci non sono caramelle. Ma quando si vuol
somministrare l’amara medicina, ecco che la pillola
diventa zuccherata, per convincere un bambino riottoso,
come pure un gatto sospettoso. Pillole e caramelle
hanno forma, consistenza, a volte sapore, comuni ed
anche un destino comune: finire in bocca, ma con stimoli
all’ingestione completamente diversi. Le prime si
prendono per dovere, le altre per piacere. Ne esistono
altri due di elementi comuni: alcuni ingredienti, come lo
zucchero, gli amidi e la gomma
arabica, e nel lontano passato anche il luogo dove si vendevano. “Ma
le farmacie sono ben diverse dalle drogherie”, diranno scandalizzati i
miei lettori. Certo, eppure in un passato lontano i droghieri (che nel
medioevo si chiamavano speziali) avevano nel loro assortimento
anche tisane, coadiuvanti della digestione, polveri, infusi e cialdini
miracolosi, preparati secondo antiche ricette. Se vi capita di
passeggiare per Bologna e d’infilarvi in via Galliera, concedetevi una
piccola sosta alla Drogheria della Pioggia: vi servirà un ombrello per
ripararvi dal diluvio di caramelle (sfuse e confezionate, italiane ed
estere) presenti in più di 250 tipi diversi.
Infine, c’è un sesto elemento che accomuna medicine e
caramelle: il packaging. Vietatissimo è confondere l’utente, ma
se alla fine si osservano le strutture delle confezioni, ecco che
per entrambe le classi di prodotto si ritrovano molte analogie.
La forma e le caratteristiche di pillole e zuccherini non sono
l’unica ragione di questa parentela, pesano molto di più
l’ergonomia e l’occasione del consumo (o dell’assunzionesomministrazione).
Per il marketing, invece, sono due mondi diametralmente opposti. Il farmaco non deve
sedurre, la caramella invece sì e in questo è profondamente “femmina”: usa tutte le
malizie per farsi conquistare, dalla vista al tatto, dal gusto al profumo, fino all’udito. Sì,
perché nel mondo del packaging, quello dei bonbon è uno dei pochi che comunica anche
con il rumore: essenziale per riconoscere il desiderato pacchetto al buio delle tasche o di
una borsa, per soppesarne il contenuto, per richiamare l’attenzione di un bambino, per
sapere se stanno per finire. Nel caso delle caramelle, il consumo raramente è abitudinario
e invece più istintivo e d’impulso: ecco che l’aspetto della confezione stimola l’acquisto
molto di più che non la funzionalità. Diversamente succede per le gomme da masticare: in
questo caso il riacquisto è spesso stimolato, oltre che dal piacere del gusto, proprio della
comodità, dalla semplicità nell'estrarre il confetto dal contenitore; qui l’atto di consumo è
infatti più automatico e spesso nervoso.
Packaging Observer – Novembre 2008
La praticità è quindi il punto di forza dell’astuccio in
polipropilene che sta diventando protagonista del lancio di
Mentos nel settore delle gomme. Sollevata e asportata la
linguetta che fa da sigillo di garanzia (però, dove buttarla?)
si agisce su un tappo-cerniera a scatto che si apre
comodamente, con una mano sola. La geometria interna
del coperchio è studiata perché possa accogliere uno o due
confetti mentre si inclina l’astuccio: eccoli scivolare
nell’alloggiamento, pronti al prelievo, senza doverne toccare
altri. In più, questo pratico imballo si chiude ermeticamente: potrebbe anche cadere in
acqua o per terra senza problemi, non entra nulla e non esce nulla. Pesa 10 grammi e ne
porta 30 di prodotto.
Eleganza d’acciaio
Anche lo storico marchio svizzero Ricola propone la sua
innovazione per le caramelle gommose: oltre a una classica
scatoletta rettangolare in banda stagnata con coperchiocerniera a scatto, sono vendute anche in una busta in
materiale plastico laminato, con apertura a strappo e
richiusura con zip a pressione, saldato all’interno vicino alla
zona dello strappo. Con questa confezione flessibile si
perdono sia l’effetto “stand up” sia l’igiene del prelievo: non
sempre una sola gomma cade per scivolamento nel palmo
della mano, spesso viene invece prelevata con due dita inserite dentro il sacchetto.
Quanto a tenuta, le prestazioni sono le medesime dell’astuccio di Mentos. Tuttavia, il
rapporto fra il peso del packaging e quello del prodotto è sensibilmente diverso: appena
2,8 grammi per 30 grammi, senza contare che il volume di questa busta, proprio perché
flessibile, è meglio sfruttato rispetto a quello di un contenitore rigido all’interno del quale lo
spazio vuoto risulta sempre maggiore. La confezione “sorella”, quella in banda stagnata,
pesa 29,15 grammi ma trasporta 60 grammi di prodotto: il rapporto fra i due pesi è ancor
più sbilanciato rispetto non solo alla busta (50%) ma anche all’astuccio in polipropilene.
Quasi assenti sono la prestazione igienica in fase di prelievo e la tenuta (scambio d’aria
attraverso i fori delle cerniere e lungo il bordo di contatto fra coperchio e corpo del
contenitore).
Il marchio tedesco Hacez, specialista in cioccolato, propone
il consumo di dragées e pastiglie di cioccolata con una
modalità simile a quella di gomme e caramelle. Ha scelto un
astuccio in metallo con sistema di apertura per scorrimento
(sliding) e dalla forma suggestiva ed ergonomica: la
geometria della sezione laterale è quella di un settore
circolare, che permette di adattarsi alle curve del corpo, in
modo da riporre l’astuccio senza fastidio nelle tasche
posteriori di un pantalone oppure in quelle interne di una
giacca. Una buona ergonomia si riscontra anche nella prova “al volante”: un guidatore
potrebbe aprire la scatoletta con una mano sola e rovesciare direttamente la pastiglia di
cioccolata o il dragée direttamente in bocca senza farli cadere prima nell’altra mano.
Tuttavia, questa soluzione risulta piuttosto “sbilanciata”: non solo il peso del materiale
supera il contenuto, ma è necessaria una guaina interna in materiale plastico per la
protezione del prodotto, per consentire lo scivolamento e la corretta fuoriuscita di un
singolo pezzo ed evitare che escano di colpo tutti insieme.
Packaging Observer – Novembre 2008
Un classico contenitore per caramelle, molto utilizzato come
gadget, è quello della svizzera Hoffmann: si tratta di KlickKlac, una scatola in due pezzi in cui il coperchio, simile a un
grande tappo corona, è provvisto di alette che si sganciano
e agganciano al bordo del contenitore: basta esercitare la
pressione di un dito sopra il coperchio stesso per aprire, e
la pressione di due dita sui bordi per richiudere. Queste
azioni producono un suono simpatico e divertente. La
soluzione Klick-Klak rientra nella categoria dei packaging
promozionali, è meno utilizzata per prodotti di marca e di largo consumo: il suo fascino
deriva più dalla semplicità e dal divertimento sonoro del sistema di apertura e richiusura
piuttosto che dalla praticità d’uso. La confezione cilindrica non è facile da gestire negli
espositori da banco, non ha una superficie verticale che cattura l’occhio del consumatore,
occupa spazio in fase di trasporto e stoccaggio e risulta “pesante” rispetto al peso di
prodotto contenuto.
Sempre in metallo, ma utilizzata per il marchio commerciale
delle caramelle della catena Dansk Supermarked, è Ruzz
Mints: il contenitore scelto dal co-paker Back11Basics
affascina per l’eleganza e l’effetto a bassorilievo che
riproduce i contorni delle pastiglie. Il sistema di apertura a
scatto e la forma della scatola richiamano il linguaggio degli
accendini: ottima idea per un prodotto, quello delle mentine
rinfrescanti, particolarmente gradito ai fumatori incalliti e a
quelli pentiti. Alla velocità e semplicità di apertura non
corrispondono però dei vantaggi in termini di prelievo e assunzione del prodotto. Inoltre, il
rapporto fra peso della scatoletta e peso del prodotto risulta ancora una volta sbilanciato a
favore del contenitore.
E i materiali cellulosici?
La caramella nuda, subito pronta per lo stile di consumo
moderno, è nata in confezioni di metallo; poi i grandi volumi
di produzione e consumo hanno reso necessari sistemi di
confezionamento più veloci. Con la nascita dello stick
appare la confezione avvolgente (wraparound) di file di
pastiglie nude oppure avvolte in film plastico. Lo stick
perderà poi progressivamente quote di mercato a favore
degli astucci, il più famoso dei quali è il contenitore
rettangolare con coperchio a scatto ideato per il settore
delle gomme e poi adottato anche per caramelle dure e morbide. Nato negli anni ’80 da un
brevetto della svizzera Zeiler, il Flip Top Box ha rivoluzionato non solo lo stile di consumo,
ma anche il marketing delle caramelle: l’astuccio ha permesso di valorizzare il brand e di
declinarlo in infinite varianti di gusto e forma non solo negli espositori di bar e pasticcerie,
ma anche in quelli della barriera casse dei supermercati. In confezioni singole o multipack,
le caramelle in astuccio hanno così trovato nuova forza di comunicazione in nuovi canali di
vendita, maggiore velocità di confezionamento, stimoli a più elevata frequenza di consumo
grazie alla maggior praticità della confezione. La simpatia suscitata da questa soluzione è
stata crescente e costante, eppure il consumatore ha evidenziato negli anni un aspetto
critico: la tenuta della chiusura non è ottimale, l’aggancio della linguetta all’interno del
coperchio è debole e capita spesso che l’astuccio si apra inavvertitamente quando riposto
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in tasca o in una borsa. Progettisti e produttori di macchine si sono cimentati nel cercare
una soluzione al problema, ma quello della tenuta non era l’unico: l’astuccio si è sempre
più diffuso ma ha prodotto un effetto di “omologazione”. La creatività si è messa in moto,
alla ricerca di soluzioni in grado di generare differenziazione nella forma dell’astuccio e nel
sistema di apertura, dosaggio e chiusura. La libertà creativa, comunque, non è infinita:
occorre sempre fare i conti con le macchine automatiche che formano, incollano,
riempiono e chiudono l’astuccio: perfezione della scatoletta, velocità del processo e costo
della macchina sono i vincoli per i costruttori di sistemi automatici. Con la cartotecnica
l’innovazione è relativamente più semplice: per variare dimensioni e forma di un
contenitore in metallo, non occorre l’attrezzaggio apposito delle linee di taglio e
assemblaggio della lamiera, e il processo di decorazione è
più veloce ed economico rispetto alla litografia. Nel caso
invece di contenitori in materiale plastico, il vincolo alla
libertà creativa è il costo dello stampo: ogni forma ne
richiede uno a sé, oltre ai costi per la materia prima. Inoltre,
c’è il vantaggio di un rapporto fra il peso del contenitore e
quello del prodotto contenuto nettamente a favore delle
crescenti istanze ambientali. La creatività, dunque, ha meno
vincoli e le macchine formatrici e confezionatrici trattano
astucci di forme, strutture e sistemi di apertura-chiusura differenti. Per esempio, l’astuccio
scelto da Extra di Wrigley’s si presenta con lo stesso
sistema di apertura usato per il Flip Top Box ma in versione
angolare e con un foro di uscita del prodotto che evita che
tutti i confetti escano accidentalmente. Altre soluzioni, come
quella adottata per la liquirizia Saila di Leaf Italia, sono del
tipo Shaker Box e prevedono invece che il lato più corto
dell’astuccio possa scorrere verso l’alto e liberare un foro
per l’uscita del tronchetto di liquirizia; anche questo sistema
evita fuoriuscite accidentali.
I vincoli dell’automazione
Ma nell’evoluzione dell’offerta, nel settore confectionary non vi
sono soltanto caramelle e gomme nude da confezionare. Per
esempio, il blister viene scelto per prodotti con caratteristiche
particolari e posizionamenti a metà strada fra il parafarmaco e il
prodotto funzionale (come le gomme per l’igiene orale). In
questo caso, il blister può essere venduto anche senza imballo
secondario ma rassicura e comunica meglio se inserito in un
astuccio che presenti il prodotto, ne spieghi le caratteristiche, lo
protegga dalla luce, quando necessario, e da urti ed attriti.
L’italiana Gima, specializzata in macchine automatiche per
l’imballaggio primario e secondario, ha studiato una soluzione
versatile per ottimizzare il consumo di cartoncino necessario agli
astucci dedicati ai blister, ma senza sacrificare la praticità: da un
fustellato piatto che sfrutta al massimo la bobina quasi senza sfridi, si possono ottenere
sia un astuccio a portafoglio (wallet) sia un incarto rigido del tipo “sleeve”. Il lato lungo del
blister viene incollato sul lato lungo interno del fustellato, che in automatico viene poi
richiuso intorno al blister. Se si aggiungono due punti di colla si assicura la chiusura di
questa confezione a portafoglio che può essere aperta sollevando il lato lungo; questo lato
può essere richiuso e fissato grazie a una linguetta prevista nel fustellato. Se invece non si
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fissa il blister all’interno del fustellato, questi può essere
sfilato lungo uno dei due lati corti. In linea con la crescente
attenzione all’ecologia, Gima propone una seconda
innovazione per il mercato delle gomme. In genere il
consumatore, dopo aver consumato, ha il problema di
gettarle: se si trova in casa, in auto o in ufficio cerca un
pezzetto di carta o un cestino e comunque affronta il
disagio di toccarle con le mani e di distaccarle dalle dita. Se
si trova fuori casa, spesso le getta per terra. Quanto fastidio
procura calpestare una gomma per strada? Ma soprattutto, quanto inquina vedere i
marciapiedi imbrattati di gomme schiacciate dai piedi dei
passanti? Di recente in alcune città tedesche sono state
varate ordinanze per multare anche chi butta le gomme per
strada: le amministrazioni, infatti, si sono accorte quanto
costa ripulire i marciapiedi dei centri storici e delle aree
pedonali. Gima propone un prototipo di astuccio che
prevede una tasca porta-carte (detto booklet): con un
semplice gesto della mano, si tira il lembo della prima
cartina che si usa per avvolgere la gomma e buttarla negli
appositi cestini portarifiuti.
Un’altra innovazione sempre cartotecnica arriva da Acma
G.D di gruppo Coesia. Il brevetto Zip Top consiste in un
astuccio il cui sistema di apertura è privo di coperchio:
infatti, la parte superiore si apre “telescopicamente” tirando
la sommità con due dita. La parte di astuccio che fuoriesce
dà la possibilità di differenti fori, da collocare sia sul lato
corto sia sul lato lungo. Zip Top, oltre ad essere intuitivo
come utilizzo, assicura la tenuta della chiusura e offre un
vantaggio ulteriore: nasce da un unico fustellato di cartoncino e può essere utilizzato da
macchine confezionatrici in grado di trattare anche altre tipologie di astucci. Zip Top nasce
nell’azienda che ha scritto la storia mondiale del packaging delle
caramelle e che nelle sue tasche mantiene nascosti numerosi altri
brevetti di confezioni in cartoncino in fase di collaudo e realizzati
dalla divisione Innovative Packaging Technology: IPT opera
attraverso criteri di progettazione integrata (cliente, fornitore di
materiali costruttore di macchine e designer) per fornire soluzioni
personalizzate.
La norvegese Brynild Gruppen specializzata nel settore
dolciario, ha di recente rilanciato il marchio storico Dent
di confetti: il riposizionamento è avvenuto grazie
soprattutto a un nuovo astuccio che utilizza un nuovo
sistema di apertura e richiusura. Il packaging è privo di
pellicola di avvolgimento, che serve a garantire l’integrità
della confezione: il nuovo fustellato prevede invece una
perforazione del cartoncino nella parte frontale, in
corrispondenza dell’immagine della caramella Ment. E’
sufficiente premere a fondo su questo “bottone-caramella” per la prima apertura. Se
invece non c’è resistenza da parte del cartoncino, significa che la confezione è già stata
aperta. Il punto di forza del nuovo astuccio è quindi non solo nell’assenza del film di
avvolgimento, non solo nel sistema tamper evident ma soprattutto nel fatto che per aprire
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occorre “toccare” l’immagine del prodotto; la sua forma è fortemente distintiva ed
associata al marchio. Inoltre il sistema previene l’apertura accidentale. Partner tecnologico
di questa innovazione è la danese Schur Pack, in collaborazione con Stora Enso.
Infine, da Nord Milano, cartotecnica storica specializzata nel settore
confectionary ed oggi in evoluzione anche verso altri comparti,
arriva la proposta del sistema brevettato Safety Click, una soluzione
specifica al problema dell’apertura accidentale di un astuccio Flip
Top. Nella parte del fustellato relativa al top, è stata aggiunta
un’ulteriore aletta in posizione centrale; una volta che l’astuccio è
stato confezionato, questa aletta può
essere sollevata con un dito e la parte
inferiore può essere inserita in un pretaglio
realizzato sulla parte frontale dell’astuccio.
Grazie a una particolare cordonatura,
l’aletta bascula e permette l’aggancio del
coperchio, così da evitare l’apertura
accidentale. Oggi viene utilizzata dal
marchio italiano Ambrosoli per la gamma di caramelle dure in astuccio. L’azienda
milanese ha in fase di perfezionamento altri brevetti relativi agli astucci per caramelle e
gomme nude: per esempio, un sistema dispenser che prevede un’apertura di spigolo,
ubicata sulla testa dell’astuccio e in grado di riprodurre il suono tipico del Flip Top. Questa
soluzione è alternativa sia ad alcune tipologie di dispenser in plastica sia a soluzioni
cartotecniche simili ma che richiedono fasi di
incollatura complesse. Accanto a questa soluzione,
Nord Milano presenta una seconda versione dotata di
un sistema “tamper evident”. Infine, sono in corso
ricerche e sperimentazioni sui materiali cellulosici: in
collaborazione con le cartiere, l’azienda lombarda
studia cartoncini privi di politene aggiunto per creare
l’effetto barriera ma in ogni caso capaci di evitare la
migrazione degli inchiostri dalla superficie esterna a
quella interna, a contatto con l’alimento.
Nella ricerca della miglior soluzione possibile non
mancano prototipi di estrema flessibilità, adatti sia al
mondo del farmaco sia a quello di gomme e caramelle.
Per chi desidera mostrare il contenuto, mantenere
igiene e sicurezza di ogni singolo pezzo, proporre
l’aspetto ecologico dell’ecoricarica, garantire la
massima tenuta possibile e semplificare l’erogazione e
il consumo al punto di superare la prova “al volante” o
fra le mani di persone anziane, ecco la proposta di
Idealpack: si tratta di Idealpill, la sintesi del maggior
numero di desideri possibili da entrambe le parti,
produttori e consumatori.
Una rotellina montata sul top di un contenitore standard
permette l’espulsione in modo pratico e sicuro di
ciascuno pezzo, preconfezionato in strisce. Una sfida di efficienza, quest’ultima, al mondo
delle soluzioni cartotecniche che continuano a mantenere una quota di mercato rilevante
grazie alla flessibilità e alla libertà di design. Su quali aspetti, quindi, proseguire
l’evoluzione? La forma del contenitore sarà determinante per distinguere il prodotto, ma in
agguato c’è sempre il giudizio del consumatore finale sulla praticità. E l’ambiente? A
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ciascuno le sue valutazioni, ma dal punto di vista della prevenzione, meno pesa il
packaging e meno spazio vuoto rimane, meglio sarà per tutti.
Marchio
Prodotto
Materiale del
pack
Peso della
confezione
Peso del
prodotto
Tenuta
del top
Barriera
all’aria
Si apre con
una mano
Mentos
Ricola
Gomme
Caramelle
gommose
Caramelle
gommose
Dragées
PP
PE
10,90
2,8
30
30
Elevata
Elevata
Elevata
Elevata
Sì
No
Banda
stagnata
Banda
stagnata
Banda
stagnata
29,15
60
Media
Bassa
Sì
32
Media
Media
Sì
20
Media
Media
Sì
20
25
Media
Bassa
Sì
9
38,90
Bassa
Media
Sì
5
4,3 (+2,75 di blister)
22
27
18
Media
Media
Elevata
Media
Media
Massima
Sì
No/Sì
No
5,15
25-30
Media
Media
Sì
5,75
3
4,90
1,0 (solo dispenser)
23
24
36
variabile
Elevata
Alta
Elevata
Massima
Media
Media
Media
Massima
No
Sì
No
Sì
Ricola
Hacez
KlickKlakHoffmann
Ruzz
Mints
Pastiglie
Flip Top
Box
Wrigley’s
Saila
Gimaprototipo
Gimaprototipo
Confetti, pastiglie
Banda
stagnata
Cartoncino
Confetti
Liquerizia
Confetti in blister
Cartoncino
Cartoncino
Cartoncino
Gomme
Acma
Dent
Ambrosoli
Idealpackprototipo
Confetti
Caramelle dure
Caramelle dure
Confectionary e
farmaci
Cartoncino e
carta
Cartoncino
Cartoncino
Cartoncino
PP
Pastiglie
39,80 (3,65
guaina in PE)
16,60
per
Packaging Observer – Novembre 2008