autore, narratore, punto di vista - Aula Virtual Maristas Mediterránea
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Elementi di narratologia: autore, narratore, punto di vista La narratologia è la disciplina che studia gli aspetti e le componenti del testo narrativo. Distinzione fondamentale da operare in ogni narrazione è quella tra autore, narratore e punto di vista. AUTORE L’autore è la persona reale che scrive, la figura storica dello scrittore. Sono autori, p. es., Omero, Alessandro Manzoni, J. K. Rowling. NARRATORE Il narratore NON è l'autore: è colui a cui appartiene la voce narrante, colui che racconta la storia e si incarica di far procedere la vicenda e di reggerne le fila dall'inizio alla conclusione. L’autore, dunque, è un individuo che esiste o è esistito, mentre il narratore è un dispositivo, un meccanismo. È un narratore, p. es., Ismaele in Moby Dick, il cui autore è Herman Melville. Distinguiamo due tipi di narratore, il narratore esterno e il narratore interno. Narratore esterno Racconta una vicenda nella quale non ha parte, che riguarda personaggi a lui estranei. Il narratore non è tra i personaggi. Si può trattare di un narratore impersonale, come la voce che narra la vicenda di Harry Potter nei romanzi a lui dedicati, o la voce che narra la vicenda di Achille nell’Iliade. Oppure può esserci un narratore individuabile, che dice “io”, ma che riferisce una storia della quale per qualche via è giunto a conoscenza. In generale, il narratore esterno si esprime in terza persona. Esempio L’americano e la ragazza che era con lui sedettero a un tavolino all’ombra, fuori dell’edificio. Faceva molto caldo e l’espresso di Barcellona sarebbe arrivato dopo quaranta minuti. “Cosa prendiamo?”, domandò la ragazza. (Da Colline come elefanti bianchi di Hernest Hemingway) Narratore interno (io narrante) 1 Il narratore è un personaggio della vicenda. Viene anche chiamato “io narrante”, perché è un narratore che dice “io” e che racconta la sua storia. Il narratore esterno, perciò, si esprime in prima persona. Esempio Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa — non importa ch'io vi dica quanti — avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m'interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po', e di vedere così la parte acquea del mondo. Faccio in questo modo, io, per cacciar la malinconia e regolare la circolazione. (Da Moby Dick di Herman Melville) I livelli della narrazione: narratore di primo e di secondo grado Può capitare che il narratore principale (narratore di primo grado) affidi una porzione di racconto a un altro narratore (narratore di secondo grado). Celebre è il caso dell'Odissea: qui il narratore è esterno, ma alla corte di Alcinoo il personaggio Odisseo prende la parola e racconta il suo viaggio (narratore interno). Esempio Quando il palo d’ulivo nel fuoco già stava Per infiammarsi, benché fosse verde, splendeva terribilmente, allora in fretta io lo toglievo dal fuoco, e intorno i compagni mi stavano; certo un dio ci ispirò gran coraggio. (Dall’Odissea di Omero: Odisseo racconta ad Alcinoo la sua avventura con Polifemo) FOCALIZZAZIONE O PUNTO DI VISTA La focalizzazione (o punto di vista) è l'angolo visuale da cui sono narrate le vicende. La scelta del punto di vista in un testo narrativo è importante, perché il narratore potrà raccontare certe cose e non altre. Bisogna fare attenzione a non confondere il punto di vista con la voce narrante! Adottare il punto di vista di un personaggio non significa necessariamente che la voce narrante debba dire “io”. Esempio La strada era deserta, dimodoché, se non avesse sentito un ronzio lontano che indicava un gran movimento, gli sarebbe parso d’entrare in una città disabitata. Andando avanti, senza saper cosa si pensare, vide per terra certe strisce bianche e soffici, come di neve; ma neve non poteva essere; che non viene a strisce, né, per il solito, in quella stagione. Si chinò sur una di quelle, guardò, toccò, e trovò ch’era farina. “Grand’abbondanza,” disse tra sé, “ci dev’essere in Milano, se straziano in questa maniera la grazia di Dio. 2 (Dai Promessi sposi di Alessandro Manzoni) In questo caso parla un narratore esterno (lo stesso che troviamo in tutto il romanzo), ma gli occhi che vedono sono quelli del personaggio, Renzo, che per la prima volta in vita sua sta entrando nella grande città e riconosce gradualmente quello che si trova davanti a lui. Distinguiamo focalizzazione interna, focalizzazione esterna, focalizzazione zero. 1. Focalizzazione interna Il narratore sa soltanto quanto sa il personaggio, non dispone di alcuna informazione in più. Il narratore tipicamente adotta la focalizzazione interna, filtrando gli eventi che narra attraverso la propria ottica. Abbiamo visto però, con l’esempio dei Promessi sposi, che la focalizzazione interna si può però avere anche con il narratore esterno che, pur narrando in terza persona, mostra gli eventi dal punto di vista di un personaggio. 2. Focalizzazione esterna Il narratore si limita a registrare alcuni aspetti dell'ambiente, le caratteristiche fisiche dei personaggi e i loro dialoghi. Infatti, ne sa meno dei personaggi, di cui non conosce il mondo interiore: nulla sa di quanto passa per la loro mente, di quanto faranno; la loro condizione può essere ricostruita solo dai brandelli di informazioni che si possono ricavare dai loro gesti e dalle loro parole. Quando assistiamo a un film, p. es., ci troviamo di fronte a una situazione del genere. La focalizzazione esterna viene usata per ottenere effetti di suspense o stuzzicare la curiosità del lettore: poiché fornisce con parsimonia informazioni su personaggi e situazioni, che devono essere rivelate solo al momento dello scioglimento, è tipica del giallo. La focalizzazione esterna, inoltre, dà un carattere “oggettivo” alla narrazione: sapendo meno dei personaggi, il narratore non interviene a orientare il lettore, che si trova come collocato di fronte a una situazione reale, alla fotografia di un “pezzo” di vita vera. Per questo la tecnica si diffuse presso la corrente letteraria del Verismo (secondo Ottocento), che si riproponeva di rappresentare la realtà in modo oggettivo e impersonale. 3. Focalizzazione zero (narratore onnisciente) Il narratore sa di più di quanto sappiano i personaggi, sa tutto: conosce le loro azioni, le loro parole, i loro pensieri e i loro sentimenti, il passato e il futuro – può dunque anticipare eventi che non si sono ancora verificati –, esprime valutazioni e giudizi. Il narratore è generalmente esterno alla vicenda, si pone come un osservatore al di sopra delle parti e non adotta il punto di vista di alcun personaggio particolare. Per questo si parla di “focalizzazione zero”, perché non c'è una specifica focalizzazione. 3 Il narratore che sceglie tale focalizzazione si definisce narratore onnisciente (ovvero “che sa tutto”). Un narratore onnisciente è, p. es., il narratore dei Promessi sposi. 4