Ciclobby Notizie 3/2014

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Ciclobby Notizie 3/2014
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n. 3-2014
CICLOBBY
Notiziario trimestrale
dell’associazione
cicloambientalista
Fiab CICLOBBY onlus
via Borsieri 4/E 20159 Milano
tel. e fax 02.69311624
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Aderente alla FIAB-Federazione
Italiana Amici della Bicicletta onlus
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Notizie
!!!!!!!!!!!!
Finalmente
la Cicloalzaia
Martesana intitolata
a Gigi Riccardi
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Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Milano.
In caso di mancato recapito inviare al CMP Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi.
FIAB Ciclobby @ciclobby
Onlus
In questo numero:
Cerchia dei Navigli a 30 km/h:
moderato ma non troppo
2
La passerella ciclopedonale
come metafora
4
Cantieri: fare e rifare... ma mai
pedalare?
6
Bici in campo: verso Expo 2015
7
Dossier ciclabilità:
gli errori da non fare (2)
8
Lettera aperta al premier Renzi 10
Associazione: è tempo
di rinnovare la tessera
11
Raccontare la ciclabilità:
le zone 30, Paolo Sarpi
e qualcosa in più
14
In ricordo di Aurelio Heger
18
Verso il nuovo codice
della strada
18
Senso unico eccetto bici:
perché siamo favorevoli
18
Nello scorso numero di
Ciclobby Notizie abbiamo
dato ampiamente conto
degli aggiornamenti
relativi alla nostra
proposta di intitolare a
Gigi Riccardi la
Cicloalzaia Martesana,
proposta che, votata dalla
giunta comunale
all’unanimità nel maggio
2013, non era stata
autorizzata dal prefetto.
I
l motivo del blocco da parte del prefetto era che non erano trascorsi i
dieci anni dalla morte, previsti come
regola dalla legge vigente. Dopo l’incontro con il prefetto vicario, avvenuto nel mese di giugno, abbiamo formalizzato al prefetto medesimo e al sindaco di Milano la richiesta di revisione della precedente valutazione negativa, alla luce della documentazione che abbiamo consegnato a supporto delle nostre motivazioni, inclusa una
lettera che abbiamo ricevuto dal presidente
della European Cyclists’ Federation, Manfred
Neun.
l 7 ottobre è arrivata a sorpresa, a mezzo
posta elettronica certificata, la tanto attesa
comunicazione del prefetto che “a seguito
della ulteriore documentazione pervenuta,
autorizza” l’apposizione della targa commemorativa in ricordo di Luigi Riccardi.
I
segue >>>
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CICLOBBY NOTIZIE n. 3/2014
Periodico registrato
Aut. Trib. Milano n. 36 del 29.01.2002
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Editore: Ciclobby onlus
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Direttore responsabile: Paolo Hutter
Redattore capo
Eugenio Galli ([email protected])
Responsabile coordinamento redazionale
Donata Schiannini
Hanno collaborato: Aldo Allegri, Mariella Berti,
Angela Bonaccorso, Stefania Conversano,
Alfredo Drufuca, Erminia Falcomatà,
Stefania Fuso Nerini, Paolo Gandolfi,
Andrea Malan, Giuseppe Marchi, Walter
Monici, Valerio Montieri, Christian Novak,
Pietro Scafati.
Per le foto si ringraziano: Mariella Berti, Guia
Biscàro (ricerca iconografica e foto), Erik
Brennes, Marco Capecchi, Flavio Lauri,
Giuseppe Marchi, Stefano Lodi, Carlo Porta
Maffè, Andrea Scagni
Grafica e impaginazione Silvia Malaguti
Stampa Grafiche Liberalato srl, Mestre (VE)
Questo numero è stato chiuso
il 9 novembre 2014
Per la stampa di questo notiziario neppure un albero
è stato abbattuto: Ciclobby Notizie è realizzato in
carta riciclata al 100% e stampato con inchiostri
biologici.
Fiab Ciclobby onlus
è l’associazione
ambientalista milanese,
aderente alla FIAB, che
promuove l’uso della bici
per la mobilità quotidiana
e per il tempo libero, tutela
i diritti dei ciclisti, rivendica
lo sviluppo di una mobilità
sostenibile e sicura.
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(presidente) [email protected]
(segreteria) [email protected]
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M2 fermate Gioia e Garibaldi
M5 fermate Garibaldi e Isola
Passante Ferroviario P.ta Garibaldi FS.
Presidente Fiab CICLOBBY onlus:
Eugenio Galli
Apertura sede: da Mar a Ven: ore 17.00-19.00
Sabato:
S
iamo molto lieti che il prefetto abbia saputo comprendere e accogliere le nostre
motivazioni per rivedere l’autorizzazione in
precedenza negata, premiando la nostra pazienza e perseveranza. Ringraziamo quindi
anche i responsabili degli uffici ministeriali
preposti.
ra attendiamo di poter festeggiare insieme alle autorità la posa della targa, che
avverrà a “Cassina de’ pomm”, dove la Cicloalzaia si stacca da via Melchiorre Gioia,
sabato 13 dicembre alle ore 15. Noi ci troviamo lì alle 14.45 per assistere alla cerimonia e
ascoltare i saluti delle autorità e dei famigliari. Poi ci muoviamo per raggiungere la bella
sala dell’Anfiteatro nel parco Martesana, dove il festeggiamento continua e si trasforma
nella Festa degli auguri, felicemente emigrata lì dalla nostra sede. I dettagli sugli orari
potrebbero subire variazioni: verificare in
tempo utile sul sito o in segreteria.
a scelta del 13 dicembre è nata da una nostra proposta: infatti, come ricorda il bel
video Gigi Riccardi e la rivoluzione delle biciclette, prodotto dalla Provincia di Milano
nel 2008, e che vedremo all’Anfiteatro, proprio il 13 dicembre 1986, anche allora un sabato, Gigi aveva lanciato un appuntamento a
tutti i ciclisti milanesi per andare a ripulire
l’Alzaia Martesana, così iniziando di fatto a
dare il via alla trasformazione nel luogo che
oggi tutti conosciamo.
oi parteciperemo a questa cerimonia e
ci farà ancora più piacere se saremo in
tanti a ricordare un caro amico che ci ha lasciati troppo presto, ma che ha anche donato tanto a molti di noi e a cui l'intero movimento cicloambientalista italiano deve certamente moltissimo.
E.G.
O
L
N
via Pietro Borsieri 4/E - 20159 Milano MI
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Amici della Bicicletta
che aderisce a European
Cyclists’
Federation
2 CICLOBBY NOTIZIE 3/14
S
u questa scelta, nei mesi di settembre
e ottobre, le cronache cittadine si sono riempite di polemiche, perplessità, informazioni a volte fuorvianti,
speranze e timori.
Sicuramente la scelta è da condividere.
L’area interessata rappresenta il cuore della
città, il reticolo storico più fitto, con strade
strette e a volte tortuose, zone pedonali e
poche direttrici che consentono un vero e
proprio attraversamento diretto. Una rete
viaria all’interno della quale, già così com’è,
è difficile pensare a una velocità di percorrenza maggiore dei 30 chilometri all’ora che
garantisca minime condizioni di sicurezza
nella guida. All’interno di questo reticolo poche sono davvero le strade che consentono
alte velocità. Sicuramente corso Europa, teatro, non a caso, di uno dei più recenti incidenti mortali che hanno coinvolto un ciclista.
uindi introdurre il limite dei 30 chilometri all’ora nel centro del centro di Milano può sembrare una scelta coraggiosa solo
nel panorama milanese e in linea generale
italiano, ma appare poco più di un atto dovuto se pensiamo ad altre esperienze straniere, e in qualche caso anche italiane. Lasciando stare la solita Germania e la Danimarca, che appare per noi una sorta di chimera, basta prendere la pianta di grandi metropoli europee, come Londra e Parigi, per
vedere che la diffusione delle zone a 30 chilometri (o a 20 miglia) all’ora è elemento
fondante delle nuove politiche della mobilità nelle grandi aree urbane.
er questo motivo riteniamo che a questo
provvedimento, per avere una vera efficacia, dovrebbero essere aggiunti due ingredienti essenziali: l’estensione e la comunicazione.
Q
P
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Milanociclabile
Un centro moderato,
ma non troppo
Fra i provvedimenti relativi alla mobilità cittadina da
realizzare entro il fatidico primo maggio dell’anno
prossimo, inizio di Expo, c’è la realizzazione della zona 30
nel centro storico. Fortemente voluta dal Consiglio di
zona 1, riguarderà tutta l’area posta all’interno della
cerchia dei navigli.
proprio il bordo.
a, dicevamo, c’è
anche un altro ingrediente importante:
quello che lavora sulla
condivisione dei provvedimenti. Ezra Pound
diceva “la pace viene
dalla comunicazione”.
E forse nella piccola
guerra della mobilità
quotidiana (in fondo
guerra vera, con morti
e feriti) la comunicazione può creare le
condizioni per aiutare
a comprendere cosa si voglia fare ed evitare
inutili veti, almeno quelli dettati dalla non
comprensione o dalla non conoscenza. Non
a caso una delle più riuscite sperimentazioni
italiane di moderazione del traffico, nel
quartiere Mirafiori a Torino, è stata preparata
e accompagnata da un intenso lavoro di comunicazione e condivisione. Recentemente
M
I
nnanzitutto l’area interessata dal provvedimento dovrebbe riguardare tutta Area C (e
non solo la cerchia più ristretta del centro
storico). Il funzionamento di Area C è sicuramente un merito di questa amministrazione,
con risultati importanti, quali il calo del traffico e degli incidenti, e pure di alcune emissioni inquinanti come le black carbon (la
frazione più tossica delle polveri sottili): un
dato ormai acquisito, un progetto pluripremiato, una conquista consolidata. Un segno
tangibile di una diversa politica della mobilità. Forse l’unico davvero “visibile” e percepito nel panorama cittadino.
a sua “specialità” è quindi ormai entrata
nel codice visivo dei suoi abitanti e rappresenta, già ora, un confine urbano oltre il
quale “succede altro”. Visto in questo modo,
a nostro parere, può diventare non così
complicato trasformarlo anche nel confine
della prima e più grande area cittadina a traffico moderato. Questa estensione diventa
strategica pensando anche che, nelle rilevazioni dei censimenti che Fiab Milano Ciclobby fa ogni anno, è emerso che una parte
considerevole del traffico ciclistico che entra
in area C non passa all’interno della cerchia
dei navigli, ma si smista prima o ne percorre
L
anche il Comune di Bologna ha intrapreso
questa strada, cercando di sfatare i luoghi
comuni che più spesso sono legati a questo
provvedimento. Come per esempio quello
relativo ai tempi di percorrenza. Solo 5 secondi ogni 500 metri, come dire meno di un
minuto per un percorso di 5 chilometri (percorso medio casa-lavoro a Milano), a fronte
di una riduzione dell’entità degli incidenti
stradali (giorni di prognosi) del 70 %. E al di
là di aspetti meno “verificabili”, seppur fondamentali, come la qualità della vita e la godibilità dello spazio urbano, forse questi due
elementi (il tempo teoricamente “perso” ad
andare un po’ meno forte, e la sicurezza stradale) dovrebbero essere messi in luce nella
comunicazione, anche perché la diretta connessione che esiste fra velocità e gravità dell’incidente è un concetto non ancora sufficientemente diffuso e compreso.
ualche mese fa mi è capitato di commentare, per un quotidiano milanese, la
notizia di un incidente che aveva visto protagonisti un autobus di linea e un ciclista, lungo via Carducci. La foto di cronaca era impressionante: la bici piegata, in parte ancora
sotto il pesante mezzo, non faceva presagire
niente di buono. Io non conoscevo la dinamica dei fatti. Il giornalista mi ha spiegato
che entrambi i mezzi “non andavano forte” e
che l’incidente non aveva causato gravi danni al ciclista, solo qualche graffio e molto
spavento. Il giornalista poi mi chiedeva cosa
fare per aumentare la sicurezza dei ciclisti. Io
mi sono permesso di dirgli “Ma mi scusi, lei
mi ha già dato la risposta”; e lui “In che senso?”; e io “A che velocità andavano i mezzi
coinvolti?” “Mmh, non troppo veloci”. Ecco,
appunto.
Valerio Montieri
Q
Ladri a lunga
percorrenza
La bici non è adatta solo ai percorsi
brevi, va benissimo anche per i lunghi
viaggi, e non solo per quelli eccezionali che ci vengono proposti nelle
belle serate di BiciMondo: peccato
che questo Parigi-Milano in bici sia il
risultato di un furto, perché questa,
parcheggiata in via Ampère e lì fotografata da qualcuno di Critical Mass,
è una bici del Vélib, il servizio parigino
di bici condivise. Sul FaceBook di Critical Mass si è scatenata, giustamente,
una valanga di critiche con la proposta, anche, di “lucchettare” per punizione la bici rubata. Giusto,
perché se rubare una bici privata è sbagliato, rubarne una pubblica è sbagliatissimo. E che a nessun
francese venga in mente di rubarne una delle nostre BikeMi!
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Milanociclabile
Q
ualche mese fa, dopo la posa con
una colossale gru, è stata inaugurata
l’attesa passerella ciclopedonale
che, scavalcando via Melchiorre
Gioia, crea una ideale continuità tra
corso Garibaldi, corso Como, la
nuova piazza Gae Aulenti e il quartiere di
viale della Liberazione.
È il cosiddetto Quartiere di Porta Nuova che
si caratterizza, con le sue volumetrie, i segni
e gli spazi rinnovati, come una parte importante della Milano che cambia, restituendo
un nuovo volto alla città.
L’equilibrio delle forme, la capacità di creare
vuoti accoglienti con la qualità degli spazi
pubblici e dell’arredo urbano sono requisiti
essenziali per la vivibilità di ciò che, altrimenti, rischia di essere un luogo artefatto,
una sorta di rendering in versione concreta,
magari asetticamente bello nei suoi tratti
geometrici, ma non vissuto.
Relativamente al nuovo quartiere abbiamo
già ospitato su Ciclobby Notizie (n. 2/2013, 1
e 2/2014) alcuni interventi con opinioni diverse, pro e contro.
Qui vorrei soffermarmi in particolare su un
luogo – la “passerella ciclopedonale”, appunto – che sembra contenere in sé tratti
emblematici di una concezione dell’urbanistica nella Milano contemporanea.
Il punto di osservazione è, ancora una volta
per noi, il sellino della bicicletta. E, da questo angolo visuale, viene da dire che la passerella ciclopedonale appare figlia della stessa idea contenuta nel progetto dell’adiacente
tunnel di Porta Nuova. C’è un evidente fil
rouge che lega le due realizzazioni.
Rispetto al tunnel, la passerella è ovviamen-
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La passerella ciclopedonale
come metafora
La passerella
ciclopedonale che scavalca
via Melchiorre Gioia
appare figlia della stessa
idea contenuta nel
progetto del tunnel di
Porta Nuova.
te e senza dubbio più interessante sul piano
estetico, in quanto elemento di unione con
la creazione di una connessione visibile, ma,
dal punto di vista funzionale, anch’essa rivela la sua distanza rispetto alle esigenze di
continuità del ciclista che si muove nello
spazio urbano come city user, procedendo
straight, diretto alla meta, e non come turista
che vaga cercando stupore, zig-zagando alla
scoperta di luoghi sconosciuti.
Così, il tunnel, pomposamente detto “ecologico” al momento della sua inaugurazione
nell’estate 2009, è stato reso inaccessibile alle bici con una segnaletica che ne riserva il
transito ai soli veicoli a motore, costringendo
il ciclista a peregrinare lungo direttrici diverse e tortuose (motivo per cui abbiamo, sempre nel 2009, protestato e manifestato).
Con una logica non dissimile, la passerella,
una volta scavalcata via Melchiorre Gioia,
nega la discesa in sella alla bici, presentando
al ciclista varie rampe di scale, nessuna delle
quali attrezzata per chi procede su due ruote
(neppure per condurle a mano), e un ascensore che riporta al piano stradale, ma ancora
al di qua dell’attraversamento di via Gioia.
Quindi, alla piazza si sale (o da essa si scende) con la bici attraverso due rampe (una in
via De Castillia, l’altra verso corso Como),
ma non dalla passerella che dovrebbe unire
questo percorso in direzione Buenos Aires /
Città studi.
Ecco dunque perché riteniamo che quella
passerella ciclopedonale sia un po’ la metafora di una concezione ancillare della ciclabilità che ancora abita le menti di chi progetta. Una ciclabilità che, da un lato, viene affermata con gesti architettonici ipertrofici,
segni quasi monumentali anche quando non
necessari; dall’altro, risulta priva di attenzione funzionale alle basilari esigenze di coloro
– i ciclisti – cui l’opera si annuncia destinata
(altrimenti, basterebbe chiamarla solo passerella “pedonale”).
Qualcuno obietta: “insomma, quanto vi lamentate: non è che in ogni progetto si deve
pretendere che si debba parlare di ciclabilità”.
Non sono del tutto d’accordo con questa affermazione, che è sconfessata dalla logica e
dalle best practices internazionali, anche perché, se non si adotta questo criterio di progettazione nelle trasformazioni urbane, si
continuerà fatalmente ad assistere allo sviluppo di una ciclabilità frazionata, perdendo, una dopo l’altra, tutte le occasioni di
cambiamento e dovendosi poi accontentare
di rimedi ex post, se e quando possibili.
Ma, se anche fosse vera la prospettiva indicata dall’obiezione di cui sopra, allora qui
l’errore sta nel nome: perché chiamare “ciclopedonale” ciò che realmente ciclabile
non è? Perché definire “ecologico” un tunnel
che ammette il transito ai soli veicoli a motore, vietandolo alle bici e, sostanzialmente,
escludendo persino i pedoni?
La nuova urbanistica, dentro e fuori dalle città, deve prestare la massima attenzione a
non creare o aggiungere fratture sul territorio (si pensi, come esempio da non replicare, a ciò che è stata la realizzazione della Fiera di Rho: anche qui con nostre contestazioni agli enti coinvolti, rimaste del tutto senza
risposta), contribuendo invece con intelligenza al superamento di quelle eventualmente esistenti.
“
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Respirare parole:
una Milano sostenibile
in 12 racconti
le
Questa attenzione va data ben prima della
realizzazione e già sin dalle prime fasi progettuali, perché rimediare successivamente o
non è possibile, o è estremamente costoso.
D’altro canto, ad analoga valutazione soggiace la rete, inutilmente monumentale, di
piste ciclabili realizzate intorno agli edifici
del Quartiere Porta Nuova, anche in questo
caso costruite dal privato con la modalità
dello “scomputo oneri di urbanizzazione”, di
cui la storia della ciclabilità milanese è purtroppo piena, che drena risorse collettive
senza restituire, in questi casi, una effettiva
utilità.
Di quegli svincoli, di quei moncherini senza
senso, di quelle isole con cordoli in pietra, di
quella inutile ipertrofia, di quelle piste disegnate da progettisti che forse non hanno mai
inforcato una bici in vita loro se non occasionalmente e non sanno misurarsi con le effettive, concrete esigenze quotidiane del cycle
commuter, davvero Milano non ha più bisogno.
Perché, alla fine, avremo sì tanta ciclabilità
sulla carta, ma di scarsa qualità, poco fruibile e appetibile, sia per chi la bici la usa già,
sia per chi vorrebbe poterla utilizzare. E non
può essere questo il cambiamento che tutti
auspichiamo.
Eugenio Galli
“Respirare parole”, il laboratorio-concorso di scrittura,
organizzato dal Comune di Milano in collaborazione con le
Biblioteche comunali e gli Sportelli di energia, curato da
Letteratura rinnovabile e dedicato alla Milano che vorremmo,
si è concluso con la pubblicazione del libro Respirare Parole
che raccoglie i dodici racconti vincitori.
I
l 14 ottobre, a Palazzo Marino, il
Comune di Milano ha presentato
la pubblicazione ed è stata consegnata l'ormai mitica” bicicletta parlante” a Flavia Rampichini, bibliotecaria milanese, autrice del racconto che si è classificato primo.
Dotate di un avanzato sistema di
amplificazione senza fili, azionato
a distanza, le biciclette parlanti diffondono storie, da ferme o in movimento, trasmettendo brani tratti
da audiolibri.
'assessore alla cultura Filippo Del Corno, presente alla premiazione, ha detto:
“Tanti cittadini milanesi che hanno partecipato a questo concorso
letterario
hanno raccontato la
nostra città con fantasia e passione.
Hanno immaginato
e sognato come sa-
L
rà la Milano del dopo Expo. Più bella, più aperta e anche sorprendente.
Un esercizio di creatività collettiva
che genera nuova cultura, nuovi incontri, nuova socialità”.
emersa negli scritti una Milano
sostenibile e futuribile fatta di
cieli tersi, più biciclette e alberi al
posto dei palazzi. Gli scritti sono stati selezionati e valutati da una giuria
tecnica presieduta da Massimo Cirri
e composta da Gianni Biondillo,
Carlo Boccadoro, Guido Duiella, Maurizio
Matrone, Paolo Nori, Elena Sommariva e
Bruno Villavecchia, oltre che da me Mariella. Il libro sarà distribuito in tutte le biblioteche comunali e
i racconti saranno pubblicati sul
sito del Comune
di Milano.
Mariella Berti
È
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Parole su due ruote
Non ho la bicicletta
“
!
“È successa una cosa curiosa. Sei anni fa mi hanno
invitato a fare da testimonial per Fiab, a Bicinfesta di
primavera di Ciclobby. Continuavo a tergiversare ed
ero un po’ imbarazzato. Poi l’ho confessato agli
organizzatori: “Non ho la bicicletta”. E loro di rimando
mi hanno detto: “Non ti preoccupare”. E mi hanno
regalato questa bellissima Rossignoli con cui sono
dovuto tornare a casa. Da quel momento ho fatto
tutto quello che si faceva da ragazzi, a 40 anni e
passa. All’inizio ero un vero tamarro, salivo sui
marciapiedi, prendevo le scorciatoie, ma adesso ho
imparato anche l’etichetta del buon ciclista”.
Gianni Biondillo,
dall’intervista a “BC” luglio-agosto 2014.
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Fare e rifare…
ma mai pedalare?
Nel novembre del 2012 l’amministrazione
comunale ha presentato un progetto di percorsi ciclabili
che aveva l’obiettivo di ricucire i tanti tratti di pista
ciclabile esistenti nella zona est della città. Ma oggi…
I
n particolare era stato finanziato il percorso Susa-Garibaldi che prevedeva interventi
di moderazione del traffico nei controviali
di viale Romagna, la realizzazione di una
corsia in controsenso in via Donatello
nonché il collegamento con la ciclabile di
via Morgagni e il futuro tratto di viale Tunisia. Un
progetto non di respiro amplissimo, ma sicuramente un tentativo per mettere in rete e far
funzionare meglio il patrimonio esistente. Un
tratto cruciale di questo itinerario era rappresentato dall’attraversamento di viale Abruzzi. A
questo si è giustamente provveduto durante i lavori di realizzazione della corsia riservata per gli
autobus, terminati nella primavera del 2014.
Realizzati scivoli e predisposizioni per i semafori, ci si aspettava l’intervento su via Donatello.
Quest’estate invece abbiamo visto, con sorpresa, asfaltare la via senza inserire la nuova corsia
ciclabile né riorganizzare la sosta.
Dalla risposta a un’interpellanza del consigliere
Marco Cappato veniamo a sapere che l’iter burocratico è ancora lungo e per la realizzazione
di questa opera si parla del 2016(sic!). Quindi, se
tutto va bene, quattro anni per realizzare un
percorso tutto sommato breve e nel quale sono
previsti solo elementi di collegamento e poche
opere strutturali.
Sappiamo bene quanto sia difficile operare in un
contesto complesso come quello milanese, ma
sorprende che anche laddove le decisioni vengono prese, il risultato è spesso, e di nuovo, la
creazione di monconi e tratti senza significato
con la conseguente necessità, quasi endogena, di
fare e rifare i lavori più volte. Per quanto ci si
proverà, infatti, la recente asfaltatura di via Donatello dovrà essere mandata all’aria dando
sempre quel segnale di scarso coordinamento e
di assenza di un disegno strategico complessivo.
La mancata realizzazione del percorso su via
Donatello priva inoltre la città di una sperimentazione che aspettavamo da tempo. In quel tratto infatti è previsto lo spostamento della sosta
verso la carreggiata in modo da disincentivare la
sosta in seconda fila, onnipresente in quella via e
sempre pericolosissima, e la creazione di un percorso ciclabile nel senso contrario a quello di
marcia delle autovetture. Una soluzione a basso
costo adottata in molte città europee e anche
italiane.
Come dire, forse l’ennesima occasione sfiorata
o mancata. Per ora e per qualche anno, nel marciapiede allargato all’angolo fra viale Abruzzi e
via Paracelso, sostano indisturbati una decina di
scooter, agevolati nella salita e discesa appunto
dagli scivoli pensati per la ciclabile.
Valerio Montieri
19 settembre 2014: bike to work - in bici al lavoro
(chi va in bici al lavoro merita un premio)
Per il terzo anno consecutivo Regione
Lombardia - DG Infrastrutture e Mobilità - ha
aderito alla Settimana Europea della Mobilità,
promuovendo le attività svolte in collaborazione
con Fiab.
ueste attività riguardano la pubblicazione del 3° Rilevamento delle Infrastrutture per la mobilità ciclistica e lo svolgimento del 3° Rilevamento dei ciclisti nelle dodici città capoluogo. Azioni, entrambe, inserite nel
Piano Regionale della Mobilità ciclistica approvato dalla Giunta regionale lo
scorso 11 aprile.
All’evento bike to work - in bici al lavoro, organizzato da Fiab Milano Ciclobby
per promuovere l’utilizzo della bicicletta anche per gli spostamenti casa-lavoro, hanno partecipato, per la prima volta, l’assessore regionale Alberto
Cavalli e alcuni consiglieri regionali.
La promozione dell’iniziativa tra i dipendenti di Regione Lombardia è avvenuta tramite i canali di comunicazione interna e ha visto il coinvolgimento
del Mobility Manager dell’Amministrazione.
Il ritrovo fissato in Piazza Duca D’Aosta (di fronte alla Stazione Centrale)
ha consentito ad alcuni di effettuare, con diverse modalità, il tragitto treno/trasporto pubblico locale + bici per recarsi al lavoro: l’assessore Cavalli,
in arrivo da Brescia con il treno, ha utilizzato una bici di Regione Lombardia
parcheggiata nella piazza, il coordinatore regionale Fiab, Piercarlo Bertolotti, è arrivato da Cremona in treno con la sua bici al seguito, mentre altri,
raggiunto il punto di ritrovo con la metropolitana, hanno utilizzato le biciclette di BikeMi.Altri dipendenti, invece, hanno compiuto in bici tutto il tragitto casa-Duca D’Aosta-lavoro.
Si è scelto di raggiungere la sede della Regione, in Piazza Città di Lombar-
Q
6 CICLOBBY NOTIZIE 3/14
dia, non seguendo il percorso più breve ma quello più adatto ai ciclisti, per
strade meno trafficate e piste ciclabili.
All’arrivo, ai partecipanti è stata offerta la colazione.
Per consultare i documenti del Piano: www.trasporti.regione.lombardia.it sezione Mobilità Ciclistica.
Erminia Falcomatà(dirigente Viabilità e Rete ciclabile,
Direzione Infrastrutture e Mobilità Regione Lombardia)
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Milanociclabile
Bici in campo
Un itinerario per esplorare le
trasformazioni del territorio attorno
al sito di Expo 2015.
D
a cinque anni Fiab Milano Ciclobby e il
Politecnico di Milano (DAStU, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani,
Christian Novak con Alessandro Giacomel e Paolo Pileri) organizzano un itinerario in bicicletta attorno alle aree di Expo 2015
dal nome evocativo Bici in campo: una esplorazione anomala del territorio posto attorno al sito di Expo, fra lacerti di spazi agricoli, i retri della
città, aree abbandonate o in attesa, orti, luoghi
del tempo libero, cascine, parchi urbani, nuovi
boschi e aree naturalistiche, nuove infrastrutture, piste ciclabili, fabbriche, parcheggi, luoghi della
prostituzione, infrastrutture, canali.
ualcosa di molto diverso da un itinerario
turistico. Una esplorazione in bicicletta, in
gruppo, con una guida esperta, attraverso un
pezzo di metropoli dai forti contrasti, con eccellenze naturalistiche e storiche, ma anche
spazi privi di ogni cura, dimenticati, in attesa, retri, spazi non privi di una certa connotazione
surreale, che pochi conoscono e che pochi frequentano, o aree trasformate da poco, nuovi
quartieri, nuovi parchi, nuove piste ciclabili, nuove infrastrutture. Esplorare il territorio in questo modo pone chi fa questa esperienza di fronte a interrogativi. L'indifferenza si annulla di
fronte all'evidenza delle cose, si prende posizione, si discute... è bello, è brutto, è meglio o peggio di prima.
'iniziativa è nata da una ricerca svolta dal Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del
Politecnico di Milano e dalla Fondazione Cariplo
avviata nel 2009 con l'intento di dare un proprio
contributo al progetto di Expo, nella direzione
di una più stretta relazione fra il sito espositivo,
il tema dell'esposizione (nutrire il pianeta) e il
territorio agricolo tutto attorno. Una domanda
di fondo ci si riproponeva: a Expo si parlerà di
agricoltura, di cibo, di sostenibilità, e tutto attor-
Q
L
no cosa succederà al poco territorio agricolo rimasto? Le nuove infrastrutture, i parcheggi, le
nuove aree produttive e i centri commerciali, le
nuove strutture ricettive che nasceranno attorno al sito come incideranno sulla sopravvivenza
dell'agricoltura, come trasformeranno il paesaggio? Il rischio è quello di trovarci di fronte a una
grande e insanabile contraddizione fra le finalità
dell'esposizione e il consumo, la frammentazione, l'avvilimento degli spazi naturali e agricoli in
tutto il nord ovest dell'area metropolitana milanese.
n cinque anni di esplorazioni, prima con un accurato ed esteso sopralluogo, che ha prodotto
una mostra fotografica esposta in Triennale a Milano con 7500 visitatori e un catalogo, e poi con
l'iniziativa di Bici in campo abbiamo visto, mostrato, spiegato a migliaia di cittadini cosa stava avvenendo e cosa poteva avvenire nel sito di Expo e
attorno a esso.
bbiamo visto e analizzato una notevole
quantità di trasformazioni, non tutte negative, ma capaci, nel loro insieme, di cambiare per
sempre il volto dei 4 milioni di metri quadri di
spazi aperti attorno al sito di Expo.
ono nati tanti nuovi parchi, soprattutto fra
Milano e i comuni di prima cintura, Pero innanzi tutto. È cresciuto e si è rafforzato con
opere degne della migliore progettazione nord
europea il Bosco in città, con nuove forestazioni,
aree umide, orti comuni. Sta nascendo a ovest di
Pero un nuovo parco, con aree verdi, orti, nuove
piantumazioni e due ponti verdi sull'autostrada
A4, fra i primi in Lombardia. Gli interventi nel
Parco dei Fontanili sono di grande interesse,
nuovi boschi, recuperi di fontanili, aree attrezzate. Infine gli interventi attorno al sito della fiera,
con il nuovo parco lineare.
tanno crescendo a ritmo sostenuto nuove piste ciclabili, spesso esito di compensazioni
I
ambientali di grandi infrastrutture: le piste ciclabili attorno al tracciato della Tav Milano-Torino, i
percorsi nel Parco dei Fontanili, i percorsi del
Parco delle Cave e del Bosco in città di Milano, i
percorsi attorno al sito della Fiera di Rho, i percorsi a Pero, i nuovi ponti ciclabili, 2 sull’autostrada A4, uno a Mazzo di Rho, due in zona Portello a Milano, uno sull’autostrada Milano Laghi
in costruzione. Il progetto delle "Vie d'Acqua" di
Expo, contrastato dai comitati milanesi in difesa
dei parchi di cintura, è sospeso nella parte meridionale ma prosegue con la connessione fra il sito di Expo e il parco delle Groane a nord e da
qui con il sistema del Villoresi.
n progetto importante per il sistema cicloturistico lombardo, ma con una progettazione al suolo in alcuni tratti particolarmente
impattante e non in grado di valorizzare il territorio e le sue risorse, neppure l'utilizzo delle vicinali esistenti.
bbiamo osservato il nascere di tante nuove
costruzioni, soprattutto capannoni produttivi, attorno al tracciato autostradale, molti ancora con un cartello affittasi, nuovi quartieri residenziali, tutti in ambiti prima agricoli, nuovi
centri commerciali e nuovi alberghi.
a l'impatto più forte sul paesaggio è quello
provocato dalle nuove infrastrutture, alcune in costruzione, come la Rho-Monza, fortemente osteggiata, e altre tre strade, cadute invece nel silenzio: la variante della Varesina, una
connessione fra la statale del Sempione e la statale Varesina, e più piccole varianti a Rho.
el complesso le trasformazioni sono ingenti e capaci nel loro insieme, pur attraverso
processi decisionali diversi, di cambiare il volto
di questo pezzo di metropoli e di innescare a
sua volta nuove trasformazioni e una frammentazione del residuo paesaggio agricolo.
Christian Novak
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Dossier ciclabilità: gli errori da n
E
siste un diffuso pregiudizio che tende, ancora oggi, a ridurre
ogni discussione sul tema della ciclabilità ad una semplice equazione: bici = piste ciclabili.
È un pregiudizio che cozza spesso anche con il buon senso e
quasi sempre elude o ignora il confronto con le migliori esperienze,
nazionali e internazionali.
Questa equazione falsa, questa idea semplicistica e diabolica a un
tempo, che ci inchioda tutti a un eterno presente, non può essere in
grado di rispondere in chiave moderna alle esigenze complesse di
una mobilità ciclistica diffusa e sicura, che deve essere invece
l’obiettivo primario alla cui concretizzazione e sviluppo è necessario
indirizzare ogni sforzo.
Proseguiamo la pubblicazione (avviata nel numero 2/2014 di Ciclobby Notizie) dell’articolo redatto da Alfredo Drufuca di Polinomia
Srl, con i contributi di Matteo Dondè, Eugenio Galli (Fiab), Valerio
Montieri (Fiab) e Luigi Torriani (Polinomia), sugli errori da evitare.
Con l’auspicio che possa essere una ulteriore occasione di alimentazione culturale, di ciò che non può essere solo considerato un sapere meramente tecnico, patrimonio di una ristretta élite. Compito nostro è anche quello di favorire conoscenza critica e dibattito, per una
partecipazione informata. Che è poi la vera essenza della democrazia. Buona lettura.
E.G
.
Per una città ciclabile:
le cose da non fare
La prima e più importante questione che le azioni per la difesa e diffusione della mobilità ciclistica urbana deve saper affrontare è quella della costruzione di un contesto generale "amico" della bicicletta, nel quale cioè
sia possibile per un ciclista muoversi ovunque in modo confortevole e sicuro.
Gli elementi che concorrono a formare un tale contesto sono diversi e
di diversa natura, e vanno dal comportamento degli utenti motorizzati,
alla corretta distribuzione dei servizi urbanistici, alla qualità dello spazio
pubblico, ai livelli di servizio offerti dal trasporto pubblico ecc.
L'elemento che si intende qui approfondire è quello dell'assetto delle
strade e della circolazione, con particolare riferimento a quegli aspetti
che, anche se consentiti o esplicitamente previsti dalla normativa vigente,
è invece opportuno evitare a causa della loro intrinseca incompatibilità
con la circolazione delle biciclette.
1-Milano, via delle Forze Armate. 16,5 metri di attraversamento
libero di una strada da 2000 veicoli/h sono da ritenersi assolutamente inaccettabili. Soprattutto se si pensa che l’attraversamento porta ad una scuola elementare.
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Non viene invece qui trattata la questione della moderazione del traffico,
che resta tra tutti lo strumento in assoluto più importante su cui deve
potersi basare qualunque politica per la ciclabilità, questione per la quale
si rimanda agli ormai numerosi e ben strutturati riferimenti tecnici.
Alcuni degli aspetti discussi riguardano anche la circolazione pedonale.
Occorre tuttavia tener presente che il ciclista a volte, soprattutto quando deve affrontare situazioni particolarmente complesse o pericolose,
scende dal sellino e diviene pedone...
L'importanza che va attribuita agli aspetti dei quali di seguito si discute è
piuttosto evidente: progettare oggi interventi compatibili con la circolazione ciclabile riduce un domani la necessità di realizzare costosi e spesso poco efficaci interventi per la sua protezione.
I punti esaminati nel documento sono i seguenti:
1. Le aree pedonali
2. Strade e zone a traffico limitato
3. Gli attraversamenti pedonali
4. Gli attraversamenti ciclabili
5. Corsie di accelerazione/decelerazione
6. Diversioni, immissioni e merging di corsie
7. Corsie di preselezione per la svolta a destra ai semafori
8. Corsie di preselezione per la svolta a sinistra ai semafori
9. Le corsie per la svolta a destra continua
10. Strade pluricorsia
11. Corsie riservate del mezzo pubblico
12. Sosta non parallela
13. Carreggiate ristrette
14. Bordi e fondo
15. Grandi rotatorie
16. Nuove espansioni insediative
17. Cantieri stradali
3. Gli attraversamenti pedonali
Non vi sono indicazioni normative circa la lunghezza massima degli attraversamenti di una strada, anche se è del tutto evidente che situazioni come quelle rappresentate nelle foto sotto riportate costituiscono punti di
pericolosità elevatissima, che dovrebbero essere sempre accuratamente
evitate.
Pertanto, quando un attraversamento richieda di affrontare più di una
corsia per senso di marcia, o comunque in presenza di flussi rilevanti, è
indispensabile inserire una isola centrale di dimensioni adeguate al ricovero di una bicicletta, cioè pari a 2 metri (minimo assoluto 1,8 metri).
2-Reggio Emilia, via Emilia Ospizio. La presenza dell’isola centrale facilita enormemente l’attraversamento di pedoni e ciclisti,
che possono affrontare separatamente le due correnti di traffico.
(foto Dondé)
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a non fare
(2a puntata)
4. Gli attraversamenti
ciclabili
3-Milano, via Monteverdi. “Solo” 13 metri di attraversamento libero di una strada a 4 corsie. Sulla destra la solita scuola elementare.
Pur essendo questo un tema relativo non allo spazio stradale generico
ma alle piste ciclabili, pure è importante sollevarlo anche in questa sede
per l'importanza che riveste e per la grande confusione che lo accompagna.
Non è infatti raro vedere in corrispondenza dei punti di attraversamento
posti lungo piste o corsie ciclabili l'imposizione di segnali (a volte solo
orizzontali) di “dare la precedenza” o di “stop”, in genere spiegati dalla
volontà di indurre prudenza nel ciclista. Altre volte l'attraversamento, pur
segnalato con la apposita segnaletica orizzontale, è accompagnato impropriamente dal segnale di “fine pista ciclabile”. Raramente viene invece utilizzato il pittogramma della bicicletta a terra per avvisare i veicoli della
presenza della pista, o lo si usa in modo corretto cioè rivolto agli automobilisti.
È ovviamente indispensabile che questi punti vengano trattati in modo
omogeneo e corretto, senza 'inventare' combinazioni segnaletiche che,
per quanto giustificate dalle migliori intenzioni, divengono solo motivo di
confusione nei comportamenti oltre che nell'accertamento delle responsabilità in caso di incidenti.
4- Legnano, via Bainsizza. Oltre al segnale di stop posto sulla ciclabile all'incrocio con una strada secondaria, viene omessa la segnaletica orizzontale di attraversamento ciclabile.
6-Sesto Fiorentino, via Di Vittorio. La segnaletica a terra è solo
pedonale, e la continuità ciclabile è senza motivo interrotta.
5- Settimo Milanese, via Libertà. Qui la segnaletica di attraversamento è impropriamente accompagnata dai triangoli di 'dare la
precedenza'. Da notare anche il doppio 'stop' sulla strada laterale.
7-Sesto Fiorentino, via Di Vittorio. Qui la segnaletica orizzontale
che garantisce la continuità della pista è presente, ma viene comunque posto il segnale di 'fine pista'.
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Caro Renzi,
rimonta in bicicletta
Il 18 agosto 2014 il nostro Valerio Montieri ha scritto
al presidente del consiglio questa lettera. Con noi,
attende risposta.
aro Matteo, di presidenti del consiglio in
bicicletta me ne ricordo pochi. L’immagine istituzionale richiama alla mente una
gran coda di auto blu forse interrotta, in
tempi di spending review, da un Enrico Letta che entra a palazzo Chigi con la sua monovolume familiare. Più sobrio certo, ma
sempre di macchina si trattava. Unica vera
eccezione il ciclista Romano Prodi, incline,
per sua stessa ammissione, a sbuffare e sudare lungo le salite dell’appennino bolognese alla vigilia di ogni decisione importante. Ho sempre quindi visto con piacere il
tuo arrivare leggero in bicicletta alle varie
Leopolde e ad altri importanti appuntamenti politici. Quindi mi rivolgo a te soprattutto
in quanto ciclista e utilizzatore della bici in
città perché ritengo che, nel ragionamento
che voglio fare, l’esperienza diretta, oltre alla conoscenza di dati concreti, possa fare la
differenza.
’argomento che voglio porre alla tua attenzione riguarda proprio l’uso ragionevole della bici in città. In particolare il contromano ciclabile, soluzione che consente
di percorrere in bicicletta una strada a senso unico anche nel senso contrario alle auto. Questo provvedimento è stato recentemente stralciato, in commissione trasporti,
dalla proposta di modifica al Codice della
Strada grazie, si fa per dire, ad un emendamento dei deputati di Scelta Civica.
nnanzitutto chiariamoci riguardo alle parole. Contromano fa pensare a qualcosa di
non naturale, contro la logica. A questo
preferisco sicuramente la definizione di
senso unico eccetto bici o, meglio, doppio
senso ciclistico, come lo chiamano ad
esempio i francesi. Doppio nel vero senso
della parola, perché raddoppia le possibilità di spostamento all’interno di un ambito,
quello urbano, dove lo spazio è risorsa
scarsa e preziosa. Si tratta di un provvedimento in vigore in quasi tutta Europa, spe-
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I
rimentato ed efficace. L’elenco di buone
pratiche da cui prendere spunto è pressoché infinito e i risultati delle sperimentazioni completamente positivi. In Italia, anche a
seguito di un parere del ministero, è stato
adottato più o meno timidamente in tante
realtà grandi e piccole.
vantaggi sono evidenti. Innanzitutto la sicurezza: automobilista e ciclista sono di
fronte, si guardano come in un normale
doppio senso, in nessun caso è stata evidenziata una particolare pericolosità o un aumento dell’incidentalità. Si tratta inoltre di
una soluzione efficace perché consente
spostamenti diretti e rapidi al ciclista evitando la tortuosità dei percorsi automobilistici.
Infine, riguardando la sola segnaletica, consente alle amministrazioni locali di intervenire in tempi brevi, con costi contenuti, modificando ed integrando in qualsiasi momento le soluzioni adottate. Questo provvedimento insieme alla moderazione del
traffico e ad altri oggetto di modifica del
Codice della Strada (le case avanzate ai semafori, le corsie bus e bici, ecc.) consentirebbe di rendere le strade delle nostre città
utilizzabili e sicure anche per i ciclisti. I
vantaggi sarebbero rapidi ed evidenti sia riguardo alla riduzione del traffico che alla
vivibilità degli spazi urbani.
uindi presidente ti chiedo, al di là degli
impegni istituzionali, di rimontare simbolicamente in bici, e soprattutto di farci salire il tuo governo perché la modernizzazione di questo paese passa sicuramente anche attraverso una mobilità nuova, sostenibile ed efficiente. In una parola, forse solo
un po’ più furba di quella attuale. Nei tuoi
ultimi interventi parli spesso di coraggio: in
questo caso ne basta forse solo un pizzichino unito ad una generosa dose di buonsenso.
Arch. Valerio Montieri
(Gruppo tecnico Fiab Milano Ciclobby)
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Domenica 14 dicembre 2014 e 25 gennaio 2015
Porte aperte a Ciclobby
per rinnovo iscrizioni e bicisicura
È vero, si può rinnovare anche sul sito e pagare via internet, ma perché non approfittare
dell’occasione per venire in sede, fare due chiacchiere e magari verificare con nostri
meccanici lo stato di salute della vostra bicicletta? Domenica 14 dicembre 2014 e domenica 25 gennaio 2015 la sede di Ciclobby è aperta e vi aspettiamo dalle 10 alle 18:
un’occasione in più, anzi due, per rinnovare subito la tessera a Fiab Milano Ciclobby.
Fino a fine febbraio 2015 siamo aperti anche lunedì. 17.00-19.00
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rima di pensare al futuro buttiamo un
pensiero al 2014, che è entrato nella
sua fase autunnale e sta quasi per finire.
Ancora un anno difficile sotto molti
punti di vista, con venti di guerra a livello internazionale e una crisi che non accenna a
risolversi. È invece sotto gli occhi di tutti il momento di grazia che sta vivendo la bicicletta e in
pochi anni l’immagine del ciclista urbano è passata da prototipo dello “sfigato” a simbolo del
“trendy”. Ormai non c’è spot pubblicitario in cui
non si veda, almeno di striscio, passare uno in bicicletta, che sia la campagna per un olio dietetico
o per un’assicurazione auto.
E in tutta questa abbondanza come ce la siamo
cavata noi di Fiab? Possiamo dire non male: a livello nazionale è cresciuto il numero della associazioni aderenti (ora siamo a quota 142) e di
conseguenza il numero dei soci (16.000 il dato
del 2014). Anche a Milano abbiamo tenuto, risalendo oltre i 1300 soci e recuperando così la
piccola perdita che avevamo avuto nel 2013.
Certamente, però, non siamo riusciti a intercettare in modo consistente il momento favorevole
che la bicicletta sta vivendo. Perché? Una prima
risposta è senz’altro che molti ancora non ci conoscono e non sanno dei vantaggi che l’iscrizione a un’associazione Fiab comporta. E poi usare
la bici è un gesto così semplice, un po’ come
camminare, che molti non pensano che sia importante far parte di un’associazione che difende i diritti dei ciclisti e ne porta avanti le istanze.
Invece è vero che la bici è diventata di moda, ma
non sembra proprio che chi si occupa di mobilità se ne sia accorto davvero.
A Milano la progettazione per migliorare la ciclabilità ha imboccato una strada che ci sembra poco efficace in termini di costi/benefici, e a livello
nazionale il “senso unico eccetto bici” fatica a
entrare nel nuovo Codice della strada.
Insomma, di strada da fare ce n’è ancora molta e
per questo è importante avere un’associazione
sempre più forte: la campagna iscrizioni 2015 è
aperta, rinnovate subito l’iscrizione a Fiab Milano Ciclobby e parlatene con chi non ci conosce – la pubblicità diretta è una delle forme più
efficaci – raccontategli del piacere di un’uscita
domenicale in compagnia o del corso di manutenzione che vi ha permesso di imparare a prendervi cura della vostra bicicletta. Ditegli che
l’iscrizione è un gesto importante per dare il
proprio sostegno all’associazione che porta
avanti i nostri diritti di ciclisti e si spende per una
politica a favore della mobilità dolce, nella nostra
città e su tutto il territorio nazionale.
Stefania Fuso Nerini
Assemblea
dei soci
Sabato 7 marzo 2015 alle 14.45, nella nostra
sede di via Borsieri, si tiene l’Assemblea
annuale, aperta a tutti i soci.
Partecipa anche tu!
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vita di associ azione
QUOTE ASSOCIATIVE 2015
(nuovi soci e rinnovi)
Socio ordinario
€ 30
Socio ordinario con abbonamento
alla rivista BC
€ 36
Socio sostenitore
€ 50
Socio benemerito
€ 80
Familiare di un socio
€ 20
Gruppi familiari
(senza limite di numero)
€ 70
Da 15 a 18 anni e studenti € 20
Da 15 a 18 anni e studenti con
abbonamento alla rivista BC € 26
Fino a 14 anni (nati nel 2001) € 5
La tessera Fiab Ciclobby ha validità
gennaio-dicembre.
L’abbonamento a BC, la rivista bimestrale della Fiab su ambiente, movimento, cultura, è riservato a soci ordinari, studenti, gruppi familiari, sostenitori e benemeriti. Per i soci ordinari
e studenti è necessario richiederlo al
momento dell’iscrizione versando un
contributo spese di 6 euro.
Ora che la bici è di moda,
facciamo diventare una
moda iscriversi a FIAB
Per sostenere con noi i diritti dei ciclisti, avere
l’assicurazione RC, partecipare a gite e giri d’arte.
Rinnovate subito per non
perdere i vantaggi dei soci
FIAB
Ricordatevi che è necessario rinnovare entro il
prossimo mese di marzo per:
1. non perdere la copertura assicurativa RC,
che risponde dei danni che potremmo causare con la nostra bicicletta;
2. mantenere il diritto al servizio di consulenza
assicurativa e legale per il recupero dei danni
che altri potrebbero provocare a noi;
3. partecipare a gite, giri d’arte, incontri, corsi di
manutenzione della bicicletta e a tutte le diverse iniziative che i soci attivi organizzano;
4. restare aggiornati su quanto accade nel mondo delle due ruote grazie a “Ciclobby Notizie”, alla rivista “BC”, al calendario
annuale”Pedala con noi” e alle mail e Newsletter che i soci ricevono;
5. ottenere agevolazioni nei Ciclobby Point e
beneficiare di tutte le convenzioni stipulate
dalla Fiab, vantaggi talvolta così consistenti da
ripagare ampiamente il costo dell’iscrizione,
come per esempio lo sconto del 10% praticato da alcuni operatori turistici sulle vacanze in bicicletta (per poter vedere le numerose convenzioni visitate il sito Fiab e andate
alla pagina www.biciviaggi.it “Agenzie ed
Operatori Turistici che organizzano viaggi in
bicicletta”).
Potete rinnovare la tessera passando in se-
de negli orari di segreteria (dal martedì al venerdì dalle 17 alle 19, ma fino afine febbraio
anch eil lunedì, e il sabato dalle 10 alle 12) oppure in occasione di una delle nostre iniziative, ma
se proprio non potete venire a trovarci è sempre possibile iscriversi e pagare direttamente
online sul sito www.ciclobby.it.
Da quest’anno è disponibile anche la tessera
virtuale, che riceverete direttamente via email.
Un nuovo Ciclobby Point, profumato!
L’Erbolario è un’erboristeria: ma perché,
allora, è anche un Ciclobby Point? Lo abbiamo scoperto entrando in questo bel
negozio.
n via Teodosio, quasi all’incrocio con via Porpora, due vetrine che invogliano a entrare: è un’erboristeria di quelle belle, l’Erbolario, aperto a Milano dal 1994. Se entri, poi, è ancora meglio: scaffali di legno con i prodotti divisi per categoria (io, lo confesso, guardo subito quelli per i capelli, se
mai ci fosse qualcosa che aiuti il mio bianco a guadagnarsi il nome di “argento”), colori tenui (che non vuol dire tristi), una bella seggiolina, anche
lei di legno (una cortesia per il/la cliente che non ha voglia o non si sente
di stare in piedi), e poi, strano!, una pompa da bicicletta, di quelle comode,
che si usano stando in piedi e gonfiano bene rapidamente. Che cosa ci fa una pompa
in mezzo a tutto ciò che si può ricavare
dal mondo vegetale, profumi, creme, tisane, oli essenziali? Beh, se la seggiolina è una
cortesia, questa è proprio una “pompa di
cortesia”. Non una fissa, fuori sul marciapiede, dove sarebbe presto vandalizzata
come è già accaduto in casi simili; no: tu lasci fuori la bici, entri, chiedi la pompa che è
lì vicino alla porta, te la porti fuori, gonfi la
tua gomma e riporti dentro. Già, lasci fuori la bici, ma dove la leghi? Paletti dove le-
I
gare ce ne sono lì fuori, ma le bici a Milano sono sempre di più e qualche
volta fai fatica a trovarne uno libero. Per questo Daniela Alberici, la titolare e anima del negozio, ha chiesto al Comune di collocare lì una rastrelliera, non solo per i suoi clienti ma per tutti quelli che arrivano in bici: il marciapiede è largo, ci può stare.
osì abbiamo conosciuto Daniela: prima di tutto, è una ciclista urbana,
una cioè che in città si sposta quasi soltanto in bici; poi, è una che concepisce un negozio come uno spazio di socialità in cui si viene accolti con
un sorriso e si viene ascoltati, un luogo dove non solo si vende e si compra, ma si trova compagnia, si conoscono persone, si scambiano idee e conoscenze. Un “negozio di vicinato”, dice lei quasi con orgoglio, ma il suo
“vicinato” è grande, può arrivare anche a tutta Milano, perché in bici i posti lontani diventano molto, ma molto, più vicini.
osì, per il vicinato ciclistico, Daniela ha voluto diventare Ciclobby Point: oltre a tenere in
negozio il nostro materiale (Notiziario, Pedala
con noi), oltre allo sconto del 10% su tutti i suoi
prodotti a chi mostra una tessera Fiab, in dicembre offre a tutti il bel calendario L’erbolario 2015
e ai primi 50 ciclo-clienti un regalo a sorpresa a
misura di ciclista. Non ti resta che andare a prenderli!
Donata Schiannini
C
C
Erboristeria L’ERBOLARIO Abbracciabosco via Teodosio 46, 20131 Milano
tel. 02/2362453
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entre pedali si apre il sipario sui nuovi
paesaggi che incontri. La bicicletta ti porta, infatti, verso nuovi luoghi affascinanti e diversi da quelli che conosci.
Per rivivere insieme le vostre esperienze, attendo la segnalazione dei racconti e delle immagini
delle vostre vacanze in bici per le serate della
prossima stagione (mariagabriella.berti@ libero.it). Per ora, in programma:
M
Giovedì 22 gennaio ore 18.30, Libreria
Popolare di via Tadino 18
Quasi quasi mi faccio l’Eroica Lino
Gallo presenta il suo libro Quasi quasi mi faccio
l’Eroica (Ediciclo editore). Il racconto lungo un
BiciMondo
anno della preparazione all’Eroica, la ciclostorica più famosa del mondo, e un ritratto sentimentale della Milano da pedalare e non solo.
Con l’autore dialogano alcuni de suoi protagonisti.
Giovedì 29 gennaio ore 21.00, sede Fiab
Milano Ciclobby, via Borsieri 4
La Costa d’Argento e le sue Riserve naturali Maria Gabriella Berti presenta racconto e immagini della ciclovacanza
vissuta con gli amici di Fiab Livorno La Triglia in
Hai qualcosa da dire? Meglio, da scrivere?
Sei iscritto a Fiab Milano Ciclobby? A un’altra associazione Fiab? Non sei iscritto, ma vai in bici, e Ciclobby Notizie ti è capitato in mano?
Se vuoi scrivere qualcosa che riguarda la bicicletta, e il traffico con il quale la bicicletta si
confronta ogni giorno, manda una mail a Ciclobby Notizie; sarà pubblicata, se ritenuta di interesse, eventualmente con una risposta, come succede normalmente sui giornali. Scrivi a [email protected].
bicicletta e i Pandaciclisti del Wwf Livorno, per
scoprire Orbetello e la sua laguna, le vestigia
della città romana di Cosa, il Tombolo della Feniglia, il Giardino dei Tarocchi e l'Oasi Wwf del
lago di Burano. La serata è in ricordo di Aurelio
Heger, che ha pedalato con noi.
Giovedì 26 febbraio ore 2100, sede Fiab
Milano Ciclobby, via Borsieri 4
Dalle Ebridi alle Higlands, magica
Scozia! In bici tra isole sferzate dal vento e
incantevoli castelli alla ricerca della magia (e dei
single malt) scozzesi. Racconto e immagini di
Michele Cesareo e Maria Cristina Negro.
Mariella Berti
I
“ragazzi” di varia età, Andrea P., Vittoria,
Rosalba, Marco e Fabio, erano accompagnati dai loro educatori Alessandro e Barbara.
L’ultimo incontro si è svolto al parco Sempione in maggio per una pedalata con il nostro
quadriciclo, che ha riscosso molto successo. Non
so quanto, in fatto di meccanica, siamo riusciti a
trasmettere, forse soltanto la soddisfazione di riuscire a combinare qualcosa, ma sicuramente noi
abbiamo imparato di più.
… una telefonata. Era Alessandro: “Venerdì
facciamo una festa qui al centro, per l’inaugurazione dell’officina per la riparazione delle
biciclette. Ci sarete?”. Mi ha preso alla sprovvista perché avevo già archiviato nella memoria quell’esperienza. Ho risposto: “Si. Sicura-
vete amici che come voi amano andare in bicicletta, in città o nel
tempo libero? Vi diamo qualche idea per un regalo di Natale. Innanzitutto, se non sono ancora soci Fiab, potrebbe essere una bella
idea regalare loro l’iscrizione all’associazione: si ricorderanno di voi tutto l’anno, quando riceveranno notiziari e newsletter e magari li convincerete anche a venire con voi a qualche gita.
Ma ci sono belle idee anche per budget più limitati, come le Tshirt Sostenibile (la bici) insostenibile (l’auto), nella versione da uomo e da
donna, il dischetto NO OIL, la fascia riflettente ferma pantaloni o il
copri sellino.
E poi ci sono i libri, un regalo sempre gradito. Non si sbaglia scegliendo i
due evergreen della nostra Anna Pavan: MILANO è bella IN BICI e Evviva MILANO IN BICI, che con stile leggero ci
portano alla scoperta di tante bellezze della
nostra città, sconosciute a molti milanesi e
anche alle normali guide turistiche. Se
l’editore continua a ristamparli un
motivo ci sarà!
Ma c’è anche una bella novità,
un libro realizzato dal Circolo Filologico Milanese a
cui hanno contribuito alcuni nostri soci coordinati
da Paola Barsocchi, di cui non finiamo di scoprire le doti. Milàn:
passaa, present, fantasii contiene
fatti, aneddoti, esperienze, ricordi e
tradizioni di docenti e simpatizzanti
della Sezione di Cultura Milanese del
Circolo Filologico, ma anche di soci di
associazioni cittadine come la nostra, la
A
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Natale 2014: un bici - r
Famiglia Meneghina-Società del Giardino, il Pontificio Istituto Missioni Estere, l’Opera Cardinal Ferrari. Associazioni che, si legge nella presentazione
del libro, “hanno contribuito e contribuiscono ad arricchire, ciascuna nel
proprio ambito, el nost Milàn”. Un altro contributo del Circolo Filologico
Milanese impegnato nel valorizzare una lingua che rischia di perdersi e con
essa il patrimonio storico, artistico e culturale di Milano.
Vi sorprenderà scoprire che ben sei dei testi sono di nostri soci e amici, da
Paola Barsocchi ad Anna Pavan, da Massimo Dossi a Bruno Delfrate, da Do-
La T-shirt con il messaggio
sostenibile, nera e beige,
anche nella versione
donna, più aderente
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vita di associ azione
Grazie ragazzi
Tra marzo e aprile presso la sede Ciclobby si sono svolti degli
incontri con alcuni ospiti del centro “Il Melograno” per un breve
corso di riparazione delle biciclette con il fine di aprire presso il
loro centro una piccola officina.
mente qualcuno ci sarà”.
Era per l’ultimo venerdì del mese di luglio e incombeva l’idea delle vacanze. Ho provato a sentire Massimo Dossi, che era stato l’anima degli
incontri, perché se è vero che ognuno di noi ha
qualcosa dentro che lo sprona ad aiutare chi ha
di meno, lui ne ha una montagna insieme a tan-
ta, ma veramente tanta, pazienza. Niente da fare, era già da un po’ in vacanza.
Sul momento mi son sentito un po’
derubato del mio tempo poi però è
prevalsa la soddisfazione per il fatto
che erano riusciti ad aprire l’officina e
mi sono ritornate in mente quelle poche mattine passate coi “ragazzi” a
smontare ruote, riparare gomme bucate, regolare freni e vederli girare per
parco Sempione con il quadriciclo…
poche cose per la verità ma la loro gioia quando il lavoro riusciva mi aveva
riempito il cuore.
Mi son detto: “No. Ho tutto il tempo
che voglio, non posso mancare”.
Ed eccomi qui al Melograno. Una quarantina di
“ragazzi” e “ragazze” delle età più diverse e con
le più diverse disabilità. Sono in ritardo e la festa
è già incominciata ma vengo subito preso in
consegna da Andrea P. che mi racconta mescolando l’igiene intima (che probabilmente è il suo
argomento preferito) con il disegno che ha fatto per l’officina. Passo poi in consegna a Rosalba
che mi porta nei loro orticelli e mi regala un rametto di basilico fresco che hanno coltivato. Poi
due tiri di pallone in una partita dove ognuno
gioca come può, da solo contro tutti. Un pezzo
di dolce, un bicchiere di aranciata e nel frattempo arrivano tutti i genitori.Tutto diventa frenetico, tutti devono dire qualcosa.
“È l’ora di inaugurare l’officina” tuona Alessandro e tutti si accalcano davanti al box chiuso. Ci
sono cinque nastrini colorati da tagliare; uno
per ogni nostro allievo. Giallo per Rosalba, verde per Andrea P., blu per Marco, rosso per Fabio
e arancio per Vittoria. Zac! Si taglia e a me
l’onore di aprirlo.
Finalmente vedo sulla parete di fondo il disegno
stilizzato di una bicicletta, fatto da Andrea P., le
chiavi appese in ordine, un po’ di biciclette, qualcuna già riparata che viene regalata.
Non è molto ma gli occhi dei “ragazzi” scintillano di gioia e soddisfazione e se devo dire la verità i miei non sono da meno, anzi sono due
fontane. Mi allontano con la scusa che è tardi e
che devo tornare a casa ma non prima di aver
promesso che i nostri incontri, in qualche modo, continueranno.
Grazie Alessandro, grazie Barbara, grazie “ragazzi”.
Giuseppe Marchi
i - regalo per i vostri amici ciclisti
nata Schiannini a Silvia Malaguti. E a proposito, è di Silvia anche il
nuovo Bimbi in bici, edito da Ediciclo, un manuale prezioso per
chi porta con sé i bambini in bicicletta.
Come vedete sono tante idee che saranno sicuramente gradite:
comprando questi regali da noi contribuirete anche a sostenere la
nostra associazione.
Stefania Fuso Nerini
I due libri di Anna Pavan,
con itinerari in bicicletta
nella nostra città
la targa NO OIL, per
un piccolo pensiero
Il gilet rifrangente per
rendersi visibili
La guida pratica
per genitori
in bici
Il libro con le attività
delle associazioni,
scritto in dialetto
milanese
CICLOBBY NOTIZIE 3/14 13
ciclobbyNotizie14-3:Layout 1 22/11/14 15:53 Pagina 14
vita di associ azione
C
ome gli altri incontri, anche questo
prevedeva un pubblico sopralluogo,
perché tutti potessero constatare personalmente le modalità di realizzazione
della zona 30 attivata dal Comune la
scorsa primavera.
Si tratta di una zona molto ampia compresa tra
le vie Canonica, Procaccini e Montello, caratterizzata da vie piuttosto strette e con una destinazione funzionale residenziale e commerciale
abbastanza omogenea.
Già esistono esempi di zone 30 estese in alcune
aree periferiche, pensiamo a Quarto Oggiaro o
a Villapizzone, ma l’attuale amministrazione fino
a oggi ha realizzato interventi relativi a singole
strade o piccole aree, come ad esempio con il
“progetto strade scolastiche”, mentre i progetti
di grandi zone 30 sono ancora in fase propositiva e riguarderanno alcuni quartieri, ma non la
città nel suo complesso.
L’occasione per la realizzazione dell’intervento
di moderazione del traffico in zona Sarpi è venuta dal fatto che il quartiere fa parte di una zona a
traffico limitato (ZTL), in cui già da tempo si erano manifestate pressioni da parte di associazioni
e comitati di cittadini per il controllo degli orari
del commercio all’ingrosso, particolarmente attivo in zona, e anche per la riduzione della velocità e più in generale per una migliore regolamentazione del traffico nelle strade strette e affollate del quartiere.
Di fatto, in questo caso, la decisione per la zona
30 è stata promossa dall’Assessorato al Commercio, come ulteriore rinforzo della ZTL, piuttosto che dal settore Mobilità, e se, da un lato,
questo ha consentito una relativa rapidità di attuazione del provvedimento, dall’altra parte risulta discutibile per quanto riguarda le modalità
di attuazione e le scelte progettuali.
La concreta realizzazione dell’intervento è consistita nell’apposizione della segnaletica verticale
di inizio e fine della zona 30, nei varchi già presidiati dalle telecamere di controllo del traffico
commerciale, e nella posa, in alcune delle strade
del quartiere, di una serie di dissuasori in plastica tipo 3M, i quali, tacendo ogni considerazione
di carattere estetico, si dimostrano del tutto inidonei a realizzare una efficace moderazione del
traffico e, per converso, risultano fortemente disagevoli per chi si sposta in bici. In sostanza, si
In Costa
Rica
Il nostro amico Erik Brennes, da qualche mese consulente alle Nazioni Unite
presso il programma in
Costa Rica in temi di disagio sociale, va al lavoro in
bici e con la targa NO
OIL che gli abbiamo regalato. Eccolo.
Mercedes Mas
14 CICLOBBY NOTIZIE 3/14
Raccontare la ciclabilità:
“Le zone 30, Paolo Sarpi
e qualcosa in più”
Lo scorso 23 settembre si è svolto il secondo incontro
della serie “Raccontare la ciclabilità”. Abbiamo dato
appuntamento in via Paolo Sarpi.
tratta di una realizzazione base, di costo minimo,
che risolve solo in parte i problemi del quartiere
e ne crea alcuni altri.
Il progetto alla base della richiesta dei residenti
era più complesso ed era stato realizzato da
Fiab Ciclobby, il cui Gruppo tecnico aveva lavorato nell’ambito di un bando Cariplo del 2009 finalizzato allo studio della ciclabilità milanese e
alla elaborazione di proposte di soluzione che
erano state poi presentate al Comune nel 2011,
con un piano di azione denominato Ciclomilano.
Questo piano prevedeva una serie di interventi,
quali la interruzione o inversione del senso di
marcia di alcune strade, la realizzazione di castellane, incroci rialzati a livello marciapiede nelle intersezioni più pericolose, sistemi di moderazione della velocità tramite restringimento o deviazione della carreggiata stradale, tratti di corsie o
piste ciclabili di connessione negli itinerari inter-
ni al quartiere e di
collegamento verso
l’esterno, adeguata segnaletica orizzontale.
Interventi complessivamente di costo limitato ma molto più efficaci per ridurre traffico, rumore e pericolo,
e riqualificare l’uso
degli spazi pubblici; interventi che potranno
comunque essere realizzati in futuro senza
costi aggiuntivi, grazie
al fatto che la realizzazione attuale non utilizza strutture permanenti e potrà quindi essere
facilmente modificata.
Il sopralluogo nel quartiere che abbiamo effettuato a settembre, iniziato nella via Sarpi, isola
pedonale, ha poi raggiunto la via Giusti, dove abbiamo constatato gli effetti dei dissuasori in plastica, posti a 150 metri l’uno dall’altro, nel rallentare la velocità non solo delle auto ma persino
delle biciclette che sobbalzano in modo fastidioso; addirittura, se si procede a velocità sostenuta, questi ostacoli diventano potenzialmente pericolosi. Tali dissuasori sono anche stati criticati
durante una assemblea di quartiere per il rumore che producono, che risulta molesto soprattutto di notte.
In via Canonica si è constatata l’opportunità di
collocare una castellana all’incrocio con il percorso pedonale che, dalle scuole, si dirige verso
La vita, la bicicletta
Vicino alla stazione di
Monza, agosto 2014. Una
parete spoglia, di quelle
lasciate senza finestre per
poterci addossare un altro palazzo, che però non
è mai arrivato. E invece è
arrivato un genio che ha
messo la vita su quella parete. La vita, la bicicletta.
Grazie a Carlo Porta Maffè che ha fotografato per
noi questo capolavoro.
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uesta volta settembre è stato clemente:
quando arrivo alla postazione di viale Tunisia/corso Buenos Aires alle nove e mezza del
mattino, c’è un pallido sole e la temperatura è
piacevole. Se piove, come è successo un paio
d’anni fa, va male a noi rilevatori ma soprattutto ai ciclisti, il che falsa le rilevazioni (lo ammetto, anch’io temo l’acqua e spesso lascio la bici a
casa quando piove... non siamo mica olandesi).
Comunque, l’annata 2014 si preannuncia bene:
il traffico di due ruote a pedali è intenso. La
nostra postazione è “strategica”, perché oltre
alle bici si contano anche motocicli e automobili; l’effetto è un po’ deprimente: purtroppo la
maggior parte delle due ruote sono a motore!
Aggancio la bici a una delle rastrelliere installate da non molto in corso Buenos Aires e c’è il
solito dubbio: «Tu cosa conti?» chiede il collega che è pronto a cedere il cambio. Non ho
Q
il parco Sempione; superata via Rosmini, abbiamo verificato la pericolosità della via Aleardi, in
cui le auto sono indotte a forti accelerazioni dalla presenza di una fila continua di paletti dissuasori sul marciapiede che creano una sensazione
di corsia protetta per le auto e restringono il
passaggio pedonale. In questa via, dove non sono
stati collocati dissuasori, si è già verificato un incidente mortale a danno di un ciclista che procedeva controsenso, investito da un furgone che
avanzava a forte velocità.
Criticata anche la scelta di interrompere la continuità del percorso pedonale alle intersezioni
lungo la via Sarpi, dove i veicoli in transito dalle
strade laterali, a cui è stata lasciata la precedenza, tagliano la zona pedonale senza alcuna moderazione di velocità.
Dopo il sopralluogo, e una breve pausa per la cena, l’incontro è proseguito nella sede di Ciclobby. Nei primi interventi Walter Monici e Valerio
Montieri hanno raccontato l’esperienza del
quartiere Sarpi come sopra descritta (ossia, il
progetto Ciclomilano e le sue evoluzioni).
Poi Dario Manuetti, dell’associazione “La città
possibile” di Torino, ha illustrato l’esperienza della prima, e per ora unica, zona 30 realizzata a Torino, nel quartiere Mirafiori Nord, che fu possibile grazie alla stretta collaborazione tra l’associazione e l’amministrazione comunale allora in carica.
Poi Matteo Dondè ha spiegato con una efficace
serie di immagini le modalità seguite in quelle
che definisce “esperienze di zona 30 dal basso”,
svoltesi nelle città di Terni, Modena e Casalmaggiore, con la realizzazione diretta da parte dei
cittadini di zone di traffico a velocità moderata.
In queste esperienze, una sorta di workshop cittadino, la partecipazione degli abitanti nel lavoro,
preceduta e accompagnata da una intensa campagna preliminare di ascolto e sensibilizzazione,
ha consentito di creare zone a velocità limitata,
con spazio condiviso. Questo risultato è stato
raggiunto tramite il ridisegno degli stalli di sosta
delle auto per ottenere la deviazione dell’asse
stradale, il restringimento al minimo consentito
delle carreggiate, la collocazione di elementi di
arredo urbano, la creazione di aree per scopi
pubblici e ricreativi lungo la strada.
I risultati di queste esperienze, in origine previste per pochi giorni, sono stati talmente positivi
e le sistemazioni hanno riscosso un tale consenso, che tutti i cittadini e in particolare i commercianti ne hanno chiesto il mantenimento, constatando come questi interventi consentano di vivificare i centri storici e riportarvi le persone, ora
attratte dai centri commerciali.
Dopo una vivace discussione, l’incontro si è
concluso osservando che, se si fosse maggiormente curata la comunicazione e il ruolo attivo
dei cittadini, nella funzione di orientare positivamente le decisioni dell’amministrazione, si sarebbe potuto, e forse si potrà in futuro, arrivare
alla realizzazione di una zona 30 più vicina al
progetto Ciclomilano e in grado di assicurare
una migliore qualità e vivibilità allo spazio urbano, che è poi uno degli obiettivi coessenziali agli
interventi di moderazione del traffico.
Walter Monici
cato che la mia convinzione – di incivili ce n’è
in tutte le categorie – non sia condivisa da tutti: non sono di questa opinione molti pedoni,
per esempio, che hanno il dente avvelenato
contro i ciclisti. Almeno uno di loro ogni anno
(non sempre lo stesso) viene a trovarmi quando faccio il turno di rilevazione. Ormai lo riconosco: di solito è maschio, pensionato, si aggira
per qualche secondo all’angolo guardando me
e i colleghi, e poi parte all’attacco. «Cosa fate,
contate le bici?» «Sì, e anche moto e automobili». «Ah, bene. Contate anche quelle laggiù in
fondo che attraversano il semaforo di viale Regina Giovanna?» «Sì, se le vediamo». «Ah, bene.
Ma lo sa che spesso i ciclisti vanno a 30 all’ora
lì in via Spallanzani (dove c’è l’area ciclopedonale, ndr) e uno a momenti mi viene addosso?»
«Mi spiace, so che anche fra i ciclisti c’è qualcuno che non rispetta il codice. Ma adesso mi la-
Traffico intenso
Uno dei meravigliosi volontari del censimento (noi lo
chiamiamo così, anche se il nome esatto è “rilevazione”) racconta la sua esperienza in una postazione particolare: quella dove si contano anche auto e moto.
neppure il tempo per riflettere, che un altro rilevatore arriva e afferma
perentorio «Io voglio
contare le bici!». Ideologicamente giusto, per carità... ma qualcuno deve pur
fare il “lavoro sporco”;
quindi quest’anno io conterò le quattro ruote. Rispetto alle bici ci sono
due difficoltà: sono molte
di più (sigh) e vanno più
veloci, specie se lanciate.
La tecnica è quindi di contarle a blocchi e poi, quando il semaforo diventa rosso, trascrivere il numero. Ogni “verde” vale da 20 a 30 auto verso
il centro, un po’ meno (a quest’ora) verso la
periferia.
La partenza delle auto all’arrivo del verde non
ha nulla a che vedere con quella delle moto. A
parte qualche scalmanato, partono senza
sgommare, anche perché vanno verso Porta
Venezia, e lì alla mattina alla nove non c’è tanto
da sfrecciare. Le moto invece si sentono come
alla partenza di un Gran Premio, e si dispongono anche – approfittando della loro agilità – in
una schiera da quattro, sei, anche otto moto
davanti alle automobili. Pronti, verde, via! Se
penso che a Londra sono le bici ad avere il diritto di schierarsi davanti a tutti...
Premessa: io sono del parere che il rispetto
delle regole sia diffuso in maniera relativamente omogenea, cioè bassa, tra i milanesi: dall’automobilista al ciclista al pedone. Tutti noi in bicicletta imprechiamo contro le quattro ruote
che ci tagliano la strada e i pedoni che passeggiano sulla poche ciclabili, ma vediamo anche
gente pedalare su stretti marciapiedi o senza
luci in piena notte. L’incrocio dove ci troviamo,
poi, è un esempio perfetto delle varie casistiche, dai passaggi con il rosso (tutti gli utenti
della strada) alle svolte a sinistra vietate. Pec-
scia contare, per favore?» Quello di quest’anno
è stato uno scambio civilissimo, ma ricordo
esempi di pedoni ben più incattiviti; alla faccia
dell’alleanza tra “utenti deboli” della strada.Per
fortuna la conta di quest’anno è incoraggiante,
almeno per me (poi vedremo i numeri...). I
drappelli di biciclette si susseguono numerosi
e folti nell’ora di punta, nonostante il corso
Buenos Aires – dove è stata persa l’occasione
di creare una corsia ciclabile – non sia certo
l’arteria più favorevole alla convivenza con auto e moto. In corso Buenos Aires, come in viale Tunisia, spicca una caratteristica tutta italiana
che contribuisce, a mio avviso, al disordine del
traffico e ai comportamenti scorretti: la quasi
totale assenza di segnaletica orizzontale. Se anche in una strada così ampia mancano quasi
del tutto le strisce che la dividono in corsie,
l’utente meno disciplinato la può interpretare
come una pista... e cambiare direzione senza
indicarlo. Non ho portato il trespolo per sedermi, e per un attimo ho imprecato per la dimenticanza; da in piedi, però, si vede e si conta
meglio. A misurare il traffico, comunque, il tempo passa abbastanza veloce... Sono già le undici
e mezza, il mio turno è finito.Arrivederci all’anno prossimo!
Andrea Malan
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vita di associ azione
Le donne di Villa vanno
in bicicletta!
Ormai lo sanno tutti che noi siamo quelli delle
biciclette, e ci chiedono di tutto: anche di fare scuola
guida bici a ragazze straniere che non hanno mai messo
il sedere su un sellino. E il bello è che noi lo facciamo.
V
illa Pallavicini è un’associazione culturale
che ha sede quasi in fondo a via Padova,
vicino a piazza Costantino, e organizza diverse attività con e per i cittadini stranieri
della zona: per le donne, per esempio, accanto alla scuola di italiano c’è un programma di
socializzazione che spazia dalla cucina al corso
per la patente auto (tenuto da una volontaria
taxista). Ma qualcuna di loro vorrebbe imparare
anche ad andare in bicicletta, e così entra in ballo Fiab Milano Ciclobby. Di solito a chi vuole
questo insegnamento chiediamo di iscriversi alla nostra associazione, ma forse queste donne
non se lo possono permettere e il Consiglio di
presidenza decide che chiederemo invece a Villa
Pallavicini di tenere, nella sua sede molto frequentata, i nostri calendari e volantini a disposizione del pubblico. Affare fatto, e si parte.
Qui sotto potete seguire l’esperienza di due
degli istruttori. A me resta il piacevole compito
di ringraziare, anche a nome loro, per la squisita
cena marocchina che ci è stata offerta, in una
bella giornata di giugno, nel giardino di Villa.
Donata Schiannini
alcune giovani madri pensavano anche di poter
portare poi i bambini a scuola con la loro due
ruote, una volta acquisita una sufficiente padronanza di guida. Con Aldo Allegri, Elena Facchi e
Marco Capecchi ho accettato con piacere la richiesta e così la scuola è partita.
La maggior parte delle donne erano libere solo
verso l’ora di pranzo, e di loro ci siamo occupati Aldo e io, entrambi felicemente pensionati e
quindi liberi di giorno. Delle poche disponibili
nel tardo pomeriggio si sono occupati Elena e
Marco, dopo l’orario di lavoro.
In principio c’è stata qualche resistenza di troppo da parte delle allieve ad acquisire autonomia,
giustificata però dalla loro esperienza prece-
Pietro
Qualche mese fa la nostra Donata riceveva, da
Villa Pallavicini in Crescenzago, la richiesta di un
corso di scuola bici da disporre per giovani
donne straniere, che si ripromettevano di acquistare così una maggior libertà di movimento;
dente che non aveva mai dato spazio all'utilizzo
della bici.
Alla fine del corso alcune hanno acquisito una
discreta autonomia, altre abbisognano di qualche lezione ancora (che terremo in primavera),
qualcuna ha interrotto perché incinta e qualcuna nuova ha fatto sapere che, se ricominciamo,
sarebbe interessata.
Pietro Scafati
Aldo
L'infaticabile Donata mi chiede, come socio Ciclobby, di dare una mano a insegnare a delle ragazze straniere (in maggioranza arabe) l'arte di
andare in bicicletta. Considerando che l'ultima
volta che l'ho fatto risale a 40 anni addietro, ed
era per le mie figlie, la cosa un poco mi preoccupa. Fortunatamente avrò con me Pietro Scafati, ultra sperimentato istruttore e dotato soprattutto di una pazienza infinita.
L'appuntamento è a Villa Pallavicini, vicino a
piazza Costantino, in fondo a via Padova. Le ragazze arrivano quasi puntuali e sono tutte giovanissime, piene di figli e di buona volontà di imparare. Per i primi rudimenti ciclistici ci spostiamo in una laterale della piazza, una piccola via
dove una bellissima cascina ristrutturata, un'antichissima e altrettanto bella chiesa e un ex palazzo signorile d'epoca convivono
con gli anonimi palazzi della periferia milanese.
La parte teorica viene sbrigata a gesti, considerando che le reciproche
conoscenze linguistiche lasciano
parecchio a desiderare. Le ragazze
sono impazienti di passare subito
alla pratica, ma una volta in sella occorre in qualche modo tenerle perché non cadano, e come tenerle
per evitare spiacevoli fraintendimenti? Forse una preoccupazione
inutile, perché di fatto non sembra
poi che le donne abbiano problemi,
comunque Pietro risolve facendo
indossare loro una cintura, ci attac-
uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
L
ettere all’associazione
La vita del ciclista
non è per nulla facile
Abbiamo ricevuto da una nostra simpatizzante questa lettera,
che pubblichiamo insieme alla risposta inviata dal presidente di
Fiab Milano Ciclobby.
Caro Presidente, sono una ragazza di 28 anni, trasferitasi da quasi un anno
nella città di Milano e che da qualche mese ha fatto della bicicletta il suo
quasi esclusivo mezzo di trasporto. Perché? fa bene a me e all'ambiente!
Da ciclista entusiasta e convinta, però, nelle ultime settimane mi sto trasformando in ciclista demoralizzata e talvolta spaventata. In una città con
frequenti tratti di pavé, porfido, binari tranviari, incroci pericolosi, traffico
nervoso, la vita del ciclista non è per nulla facile. Ci si sente di troppo per
gli automobilisti perché intralciamo la loro viabilità, e infastidiamo i pedoni
se, per evitare i pericoli di alcune strade e sentirci più sicuri, percorriamo
16 CICLOBBY NOTIZIE 3/14
[email protected]
dei tratti sui marciapiedi. E le nostre piste ciclabili? Siamo ben felici di percorrerle quando non ci sono automobili parcheggiate e quando i pedoni si
decidono a fare uso dei marciapiedi.
Proprio oggi mi sono imbattuta in diversi scooter che, per evitare la coda,
hanno deciso di passare sulla pista ciclabile (fra l'altro una pista delimitata
da cordolo laterale, quindi più stretta e senza vie di fughe laterali se non in
prossimità di incroci e passi carrai).
Come può essere tollerata una situazione del genere? Siamo già scarsamente tutelati, spesso in pericolo perché Milano non è ancora una città a
misura di ciclista, perché pedoni e auto e ciclomotori devono invadere i
nostri spazi? Noi che vogliamo amare e tutelare la nostra città, cercando di
renderla meno grigia, che desideriamo un'aria più respirabile, strade meno
rumorose, e un'atmosfera più vivibile, per tutti. Perché siamo ancora così
discriminati?
Si starà chiedendo perché ho deciso di scrivere questo messaggio proprio
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Questa morte ingiusta
cheremo a quella.
Via, si parte… partenze laboriose e subito finite, ondeggiamenti paurosi, muri sfiorati, e noi
dietro con il fiato corto. Alcune all'inizio non
riescono a sincronizzare i movimenti, ma ancora una volta è Pietro che risolve, togliendo i pedali alla bicicletta per abituare le ragazze a rimanere in equilibrio con i piedi per terra. Questo
dà loro sicurezza e dopo poche lezioni notiamo
con soddisfazione che cominciano ad avere un
minimo di autonomia. Ancora qualche lezione e
riescono a percorrere tutta la strada con una
certa sicurezza, a volte osservate e incoraggiate
bonariamente da anziane signore dai lombi generosi che transitano sicure in bicicletta provenienti dal vicino mercato.
Sento che altre ragazze vorrebbero imparare a
usare la bicicletta e sicuramente noi saremo ancora disponibili e forse anch'io avrei bisogno di
istruzione visto che nel ripetere il gesto di salire
in bicicletta, gesto che compio da cinquant'anni,
sono caduto e mi sono fratturato un piede.
Aldo Allegri
AAA bici piccola
cercasi
Per la scuola guida bici di Villa Pallavicini, che riprende in primavera, cerchiamo due o tre bici da donna misura
24, perché le nostre allieve per lo più
non sono molto alte, inoltre con la bici
bassa sono più tranquille perché riescono ad appoggiare bene i piedi a terra. Quest’anno ci siamo arrangiati con
qualche prestito, per la ripresa vorremmo attrezzarci meglio.
Se hai una bicicletta del 24, o una “graziella”, che non ti serve, la puoi regalare o anche solo prestare per qualche
mese? Grazie
(scrivi a [email protected] oppure a donata@lemmari,it )
Hilda, 63 anni, argentina. Avrei preferito di gran lunga
che le nostre storie non si incrociassero mai,
men che meno in circostanze simili.
Lunedì 6 ottobre un Tir l'ha travolta
nella rotonda davanti a San Felice
(Segrate) mentre, come tutti i giorni, stava rientrando dal lavoro in bicicletta. È andata così a ingrossare
le fila di coloro che vengono definiti "vittime della strada": un patetico eufemismo visto che non è la
strada a fare vittime, ma la velocità, la trasgressione delle regole, il
menefreghismo, l'aggressività, la
mancanza di rispetto della vita altrui. E l'assenza di pene adeguate
e di una regolare vigilanza nell'applicazione della normativa. È
ormai una giungla quotidiana se,
sulla strada come altrove, si lotta
per la sopravvivenza, deboli contro più deboli,
con i furbi che continuano ad aver la meglio sui
fessi, che sono poi quelli che si impongono di
rispettare i codici, qualunque essi siano.
Per uscire da questo groviglio mentale e fisico
il cammino è lungo, ma non impossibile: modifica del codice della strada con abbassamento
dei limiti di velocità, educazione stradale seria
nelle scuole, sanzionamento pesante, effettivo
e costante delle infrazioni, percezione dello
spazio urbano e periurbano come spazio condiviso, in cui siano sì applicate le norme, ma soprattutto prevalga il rispetto dell'altro.
Per quanto riguarda la bici e chi la usa, è indispensabile che le amministrazioni comprendano che il ciclista non è (soltanto) un uomo o
una donna che utilizza le due ruote per svago
o per un po' di attività sportiva: la bicicletta è
un mezzo di trasporto alternativo (o complementare) all'auto e ai mezzi pubblici, adoperato per compiere i percorsi che ogni giorno
portano verso il luogo di lavoro o di studio.
Chi opta per la bicicletta, a prescindere dalle
motivazioni che lo spingono a farlo, compie
una scelta che ha comunque un effetto positivo sul traffico generale e sul benessere di tutti:
diminuisce il numero di automobili in circolazione
e contribuisce a
tenere bassi i livelli
di inquinamento.
Queste persone
devono essere facilitate (se non premiate) nella loro
scelta, non ostacolate: quindi, almeno
nelle zone dove si riscontra un sostanzioso flusso giornaliero di ciclisti, vanno
sviluppate reti di percorsi facilitati che non
siano frammentate né allunghino le distanze
tanto da non essere prese in considerazione.
La rotonda di San Felice ne è un esempio perfetto. Viene quotidianamente attraversata da
studenti che si recano al liceo di zona e da gente che va al lavoro, come Hilda. Tutte queste
persone hanno il diritto di percorrere la strada
più breve in totale sicurezza: è impensabile che
ogni giorno si debba perdere tempo e fare il giro dell'oca per raggiungere passerelle e sovrappassi posizionati senza un criterio logico; è
assurdo che la stessa società che consente all'automobilista di abbandonare il suo veicolo a
piacimento, in doppia o tripla fila, su passi carrabili o su strisce pedonali solo perché vuole
camminare il meno possibile per raggiungere la
sua meta, imponga al ciclista che ci tiene a salvarsi la pelle di percorrere chilometri e chilometri, scalare ponti realizzati da tecnici che
non hanno mai messo le chiappe su un sellino.
Domenica 11 ottobre Fiab-Segrateciclabile ha
voluto ricordare con un piccolo raduno nel
luogo dell'incidente, per trasmettere alla famiglia di Hilda affetto e solidarietà.
Stefania Conversano
uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
a lei. Questa e-mail vuole essere un po' una denuncia e dare voce a quello che forse pensano molti ciclisti come me. Quello che spero è che possiate aiutarmi a capire come comportarmi in alcune situazioni, quali sono i miei diritti e ad esempio cosa fare quando trovo delle
auto parcheggiate sulla pista. E soprattutto il mio desiderio è quello di riuscire a sensibilizzare pedoni e automobilisti a rispettare chi sceglie un altro mezzo di trasporto. In fondo le nostre vite hanno tutte uguale valore!
Grazie per l'attenzione.
Angela Bonaccorso
Gentile Angela,
quello che lei osserva e lamenta è esattamente il motivo che ha indotto alcune persone, poco meno
di trent’anni fa, a costituire la nostra associazione.
Non so se questo possa rassicurarla o ulteriormente demoralizzarla.
Sappia comunque che il poco o tanto che c'è, i piccoli o meno piccoli miglioramenti che in questi decenni ci sono stati, a Milano e nel nostro paese, non sarebbero probabilmente esistiti se un nucleo
ostinato, caparbio, tenace, paziente e competente di persone non avesse deciso di dedicare il proprio impegno a questi temi.
Per questo motivo, mentre la invito a non demordere nella sua ostinazione, mi permetto di invitarla
a iscriversi alla nostra associazione. Un saluto cordiale
Eugenio Galli
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Aurelio Heger,
un uomo
speciale
urelio era un uomo speciale, cultore
della cultura, appassionato studente
anche quando si trovava a insegnare e compagno di tante pedalate, rimarrà sempre
nel ricordo di chi lo ha conosciuto.
Lo vedo ancora, nelle mie gite, ultimo del
gruppo perché si fermava a vedere tutto
quello che c’era da vedere e a fotografare.
Non poteva essere altrimenti, essendo stato insegnante ed essendo ancora appassionato di fotografia.
Amante anche della buona cucina: molti
suoi giri arrivavano in antiche locande o ristoranti per gustare piatti tipici della tradizione locale o di quella ebraica, alla quale
apparteneva. Memorabile la gita a Mortara
per mangiare il salame crudo d’oca ecumenico.
La bicicletta (di biciclette ne aveva tante
A
n Italia molte cose non funzionano bene, tra queste anche il Codice della Strada. Una delle ragioni è che sono
stati apportati via via negli anni tanti grandi e piccoli cambiamenti, che si sono stratificati nel testo trasformandolo in una babele di regole. Alcuni risultati sono arrivati,
soprattutto per la sicurezza nel traffico extraurbano e
autostradale, altri no. Per esempio il traffico delle città
continua a funzionare male, ad essere insicuro e caotico.
Nelle città italiane gli incidenti sono diminuiti meno e
con loro i morti e i feriti. Ne fa le spese l’utenza più vulnerabile, ciclisti e pedoni, anziani e bambini. Le città devono essere più sicure e la mobilità più efficiente e sostenibile. Serve una riforma profonda, una riscrittura complessiva, che ricostruisca l’ispirazione, il senso e la chiarezza delle regole. I riferimenti in questo senso non mancano, basta guardare in altri paesi europei per scoprire
come sono stati fatti passi in avanti sia sulla sicurezza, sia
sul rispetto delle regole.
a riforma stabilisce gli indirizzi che diventeranno modifiche puntuali. Gli indirizzi sono pochi ma chiari e seguono tre filoni principali, la semplificazione, la sicurezza e
la sostenibilità. Alla fine dovremo avere un Codice della
Strada più snello e facile da capire e applicare, strade e città più sicure, un ambiente migliore e maggiore qualità urbana. Il codice della strada è nato nel 1959, per rispondere alla necessità di organizzare la motorizzazione di massa. La riforma del 1992 aggiornò quello stesso obiettivo,
inquadrandolo nel più maturo contesto dell’ingegneria
dei trasporti. Con le modifiche degli ultimi anni sono stati introdotti alcuni punti necessari alla sicurezza stradale.
Oggi dobbiamo completare l’opera di presidio della sicurezza e spogliare il Codice di tutte le parti burocratiche,
mettendolo al passo con le tecnologie nuove. Oggi la consistenza del parco veicolare ha raggiunto la cifra dei 50
milioni di unità, la gente si muove di più e con mezzi diversi e nuovi. Il codice della strada deve diventare uno strumento utile ed efficace nella gestione di tale poderoso fenomeno, con ordine e sicurezza. Insomma un Codice della Strada 2.0. Ma cos’è il codice della strada? Il codice della strada è lo strumento attraverso cui si regola il rappor-
I
Aurelio!) credo sia stata la sua passione
più forte e in bicicletta ha terminato la sua
vita terrena nel pomeriggio del 17 agosto
scorso, precipitando per diversi metri da
un tornante del Maloja.
Shalom aleikhem, Aurelio
Mariella Berti
Un’eredità dal nostro amico Aurelio
Pochi mesi prima di lasciarci in quello sciagurato
incidente, Aurelio Heger aveva scritto una lettera a
Isabella Bossi Fedrigotti, per le pagine milanesi del
Corriere. Ecco qui sotto la lettera, pubblicata il 7 marzo
2014, e la (sconsolata) risposta.
Cara Fedrigotti, ho letto le due lettere di Piero Moroni e approfitto per portare un esempio che
calza appieno con il suo discorso. Parlo di Gaggiano che pensiamo come due file di palazzi barocchi che si riflettono nel Naviglio e basta. Ora questi palazzi nascondono un vasto territorio
fatto di cascine, chiese e monumenti che sarebbe interessantissimo per Expo. Certo, il Comune
si è attivato per i percorsi ciclabili e per le riserve naturali, ha promosso visite e giri in collaborazione con il Fai, ma ci sono esempi meravigliosi di recupero come la Certosa di Vigano, come la
chiesa parrocchiale di Vigano, nonostante la mancanza degli affreschi della facciata sciaguratamente strappati nel 1964, come altri tesori nascosti e che non si vogliono riscoprire per una
lunga serie di motivi. Penso agli affreschi quattrocenteschi della chiesa di Sporzano, fatti intonacare da Carlo Borromeo, che ci racconterebbero moltissimo sulla pittura lombarda del primo
‘400; e anche agli affreschi della cappella di Donato del Conte, non più visitabili per questioni
familiari dei proprietari, che si stanno degradando con rischio di crollo dell’affresco nella lunetta
d’ingresso. Per i beni ecclesiastici il decano del territorio è più interessato a occuparsi delle persone in difficoltà, ma cosa ci vuole a inviare in Curia un progetto già pronto con relativa documentazione? Siamo in tanti ad avere bellissimi progetti, io sono solo il fotografo che ha cercato
di svegliare i dormienti, ma realizzare dei cantieri-scuola per il restauro da collegare alle accademie, creare una rete di percorsi guidati è un sogno che urta contro l’incapacità di tante persone che hanno lo stesso fine di unirsi in maniera produttiva. Io mi aspetterei che Expo servisse
a unificare progetti culturali come questo.
Aurelio Heger
La lettera di Piero Moroni che chiedeva percorsi culturali intorno a Milano per i visitatori del 2015 sta suscitando una serie di grida di dolore che
salgono dal ricchissimo ma spesso nascosto o dimenticato territorio storico-artistico lombardo. La sua è forse
una delle più accorate. Tuttavia, da
quanto ho potuto capire dalla lettera
dell’amministratore delegato di Explora, la società di promozione turistica
creata per Expo, resteranno, purtroppo, con tutta probabilità, inascoltate.
Isabella Bossi Fedrigotti
18 CICLOBBY NOTIZIE 3/14
Il nuovo Codice delle
Strada mette al centro le
persone
L
i tratta della possibilità di far circolare, a determinate
condizioni, le biciclette nei due sensi su strade a senso unico per gli altri veicoli.
Questa norma (che non è l’unica del pacchetto legislativo, né la più importante, ma che rappresenta certamente una cartina di tornasole della reale volontà di
cambiamento) è stata respinta in commissione alla Camera, poco prima della pausa estiva, sulla base di un
emendamento di una parlamentare di Scelta civica, privo di motivazione e senza che risulti traccia di discussione. Si è poi innescato un dibattito mediatico perlomeno approssimativo nei contenuti, in cui anche il ministro Lupi si è sentito di dire la sua, bocciando la proposta senza peraltro aver cura di documentarsi. Né è
mancato chi ha affermato che una simile norma non
può funzionare da noi perché è lontana dalla cultura
del nostro paese.
Ma la delicata materia della sicurezza stradale può essere governata con le mere opinioni? O non appare invece necessario rispondere alle critiche e ai commenti
in modo oggettivamente fondato?
S
ciclobbyNotizie14-3:Layout 1 22/11/14 15:54 Pagina 19
mondo
che pedala
il
Il Codice della Strada, un’idea
la normativa di altri Paesi
europei, la condivisione
dello spazio, l’integrazione dei flussi di traffico, il
Riportiamo qui un intervento, che il nostro presidente Eugenio Galli ha definito
miglioramento delle fun“molto bello, visionario, innovativo e stimolante”, di Paolo Gandolfi, ex assessore
zioni dedicate al trasporalla mobilità di Reggio Emilia, oggi parlamentare e nostro referente sui temi della to pubblico, alla mobilità
"mobilità nuova".
ciclistica e pedonale, alla
diffusione di zone sicure
dove le attività residenziali, scolastiche, commerciali o ricreative, siano salvaguardate. La sostenibilità ambientale e sociale dei sistemi di
mobilità è il secondo punto fondamentale della
riforma. Oggi la mobilità deve per forza essere
sostenibile, altrimenti si rischia il collasso del sistema dei trasporti, soprattutto nelle città. Il codice della strada deve favorire i mezzi meno inquinanti, migliorando il benessere delle persone
e la qualità delle vita. La semplificazione e l’aggiornamento del Codice è il terzo punto, per favorire una maggiore semplicità del testo, della
to tra le persone nel momento in cui queste si
più felici. Per queste ragioni si deve lavorare con
segnaletica, degli adempimenti burocratici, delle
muovono. Considerando che quasi tutta la popouno spirito nuovo e aperto e liberarsi dai propri
sanzioni.
lazione si muove e che alla mobilità si dedicano
pregiudizi in materia. In questo senso occorre
nche la strada e lo spazio pubblico devono
crescenti quantità di tempo e risorse, ne deriva
anche cambiare linguaggio parlando di mobilità e
diventare più semplici e razionali a beneficio
che tutto questo muoversi genera una quantità
non più di traffico, di spazio pubblico e non più
dell’attenzione e della serenità degli utenti. Il riimpressionante di relazioni, superiore a qualsiasi
solo di strada, ma soprattutto di persone e non
spetto delle regole, che deve essere sempre ceraltra forma di rete sociale. In altre parole la modi veicoli. Devono essere le persone al centro
to e controllato, va perseguito anche attraverso
bilità è il più potente sistema di interrelazione tra
della norma e non i mezzi di trasporto.Vediamo
l’educazione e il radicamento della natura benii cittadini. Se mi si passa il paragone, la mobilità è
ora i punti di rifermento principali della riforma.
gna delle norme stesse. Le sanzioni e i controlli
il più grande e reale social network di cui è dotaIn primo luogo, com’è ovvio che sia, la sicurezza,
devono essere commisurate al pericolo causato
ta la comunità umana e il codice della strada è lo
principio che deve essere posto alla base di
ad altri e a sé. La semplificazione è anche l’aperstrumento che lo regola.
qualsiasi politica di trasporto.
tura alle innovazioni tecnologiche, informatiche
l codice della strada in ultima analisi regola
a riforma rafforza il concetto di sicurezza e lo
e telematiche che possano contribuire a rendel’enorme fenomeno che quotidianamente imestende all’utenza vulnerabile. In tutte le
re le strade più sicure e la vita degli utenti della
pegna la quasi totalità delle persone e degli spascelte la sicurezza delle persone deve prevalere
strada più semplice. La riforma deve mettere al
zi aperti ad uso collettivo, la mobilità. Nel fare
su qualsiasi altre esigenza funzionale ed econocentro della propria azione le persone, la loro siuna buona riforma si può aiutare la mobilità ad
mica. Nell’idea di futuro che dobbiamo persecurezza e il loro benessere, non certo le strade
essere più sicura, sostenibile ed efficiente, nel faguire ci sono certamente tante cose importanti,
o i veicoli. L’ambizione a una mobilità migliore
re un ottima riforma il codice della strada può
ma non possiamo rinunciare ai bambini che si
passa quindi dalla valorizzazione del comportaanche far funzionare meglio le relazioni tra i citmuovono in libertà nei quartieri in cui vivono e
mento e della componente soggettiva che ogni
tadini, renderle più feconde, rendere la società
alla quantità di problemi risolti che ci sono dieutente della strada apporta, nel rendere il rispetpiù creativa, più intelligente, più smart come si
tro questo semplice fatto. Su questo il Codice
to delle regole sempre più naturale, lo spazio
direbbe oggi e rendere quindi i cittadini non sodella strada ha un ruolo importante. È fondastradale sempre più sicuro e democratico e l’atlo più sicuri, più sani e più produttivi, ma anche
mentale cambiare la mobilità urbana in linea con
to quotidiano di muoversi sempre più bello.
A
I
L
Senso unico eccetto bici:
entrerà nel Codice della Strada?
Da qualche mese è in discussione al Parlamento la riforma del
Codice della Strada finalizzata a dare, negli intenti dichiarati dal
legislatore, maggiore attenzione alla mobilità sostenibile, alla
pedonalità, alla ciclabilità.Tra le misure proposte vi è quella di
regolamentare il “senso unico eccetto bici”.
al punto di vista delle regole giova ribadire che
il senso unico eccetto bici (Double sens cyclable, Contraflow cycling o Radfahren gegen die Einbahnstraße o Sens Unique Limité o BEV/beperkt eenrichtingsverkeer, secondo le denominazioni assunte
nei vari ordinamenti) esiste in tutta Europa, e funziona con successo da anni. In Germania le prime
applicazioni risalgono addirittura alla fine degli anni
Ottanta; a Parigi è in corso dal 2010. Ma l’Italia si rifiuta di fare proprie le migliori esperienze degli altri
D
paesi in fatto di mobilità e di sicurezza stradale.
La richiesta di introdurre il "senso unico eccetto
bici" è stata avanzata da Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), da Fiab e altre associazioni
ciclistiche e ambientaliste per la “Mobilità nuova”,
con il preciso obiettivo di incrementare lo sviluppo della ciclabilità nei nostri centri urbani allineando l’Italia ai paesi europei.
Praticamente, si tratta di consentire ai ciclisti di
procedere nel senso inverso a quello delle auto, in
presenza di alcune condizioni - nelle zone a 30
km/h e su strade a senso unico sufficientemente
larghe - ma sempre a discrezione dell’Amministrazione locale.Tale “eccezione” deve essere regolata
da un’apposita e chiara segnaletica.
Questa misura di governo del traffico, che integra
e non esaurisce certamente le politiche a sostegno della mobilità dolce, presenta molti vantaggi,
ampiamente documentati.
Innanzitutto, crea percorsi più brevi e diretti per il
ciclista, così di fatto incentivando e favorendo l’utilizzo della bici per gli spostamenti in città. Consente poi ai ciclisti di evitare strade principali che siano maggiormente trafficate o pericolose. Inoltre,
grazie al contatto visivo degli utenti della strada
che la reciproca visibilità garantisce, favorisce condizioni di migliore sicurezza. Il provvedimento costituisce altresì una misura di completamento a
basso costo della rete ciclabile esistente, come
elemento di raccordo di zone a traffico moderato,
segue >>>
CICLOBBY NOTIZIE 3/14 19
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mondo
che pedala
il
Vuoi la pace? Pedala!
Quest’anno era il 28 settembre, una bella
giornata di sole, finalmente dopo questa pazza
estate. Ci siamo stati, come ogni volta, con i
nostri meravigliosi volontari che hanno
accompagnato attraverso la città sette grandi
gruppi di ciclisti arrivati da città e paesi di
quattro province. E qui puoi leggere qualche loro
impressione.
Cominciamo con il nostro presidente, Eugenio Galli, che quando alla fine i
responsabili delle Acli gli hanno chiesto di ringraziare i nostri accompagnatori, ha aggiunto laconicamente: mi unisco ai ringraziamenti a tutti i volontari.
Laconico anche Siro Palestra, accompagnatore del percorso viola, nord 2:
una bellissima manifestazione. Con lui, sempre con il percorso viola, e accompagnatrice per la prima volta, Lucia Lochi: sono stata contenta di aver
partecipato alla manifestazione. Ho avuto a che fare con le mie preoccupazioni messe a tacere dal paziente Siro e dal sorriso di Davide. Spero di esserci alla prossima che mi hanno detto è fra due anni. Ed ecco il sorridente Davide Domaschio, nuovo anche lui: come prima esperienza è stata molto
positiva.Tutto si è svolto in allegria e abbiamo visto tanti visi sorridenti intorno al percorso. I milanesi (della città e della provincia) sono pronti per una
reale mobilità sostenibile. È stato bello assistere alla commozione di una turista israeliana in piazza Duomo che si è complimentata per l'iniziativa e si
augura che anche quella terra tormentata trovi finalmente la pace.
E ora dal percorso arancio, Sud, parla Pietro Scafati: abbiamo condotto il
numeroso gruppo fino al Duomo con andatura regolare e un piacevole continuo scampanellare. Sono stato colpito favorevolmente dai molti bambini e
ragazzi che, accompagnati dai genitori, rendevano il clima della pedalata caldamente permeato da un godimento sportivo-filiale. Con lui, oltre a Vanna
Bartesaghi, c’era Marco Cocchetti che ha scritto: ero presente da Rozzano, si è radunato un bel gruppo già dalle ore 9.40, ragazzi e qualche bambino,
positiva la partecipazione del comune e assessori e il banchetto di accoglienza… portare il gruppo a velocità moderata non è semplice specie perché
l'entusiasmo trascina.
Dopo Marco Cocchetti, l’altro che prende sempre la guida del gruppo fin da
fuori Milano è naturalmente Andrea Scagni, della famiglia Scagni-Malaguti,
quelli di Rho (che, se non lo sapete, si chiamano rhodensi). Dal percorso
rosso, Nord Ovest, dopo aver lamentato che i vigili motociclisti milanesi
vanno troppo veloci, Andrea racconta: in compenso, novità quasi epocale, olsegue >>>
zone pedonali, piste, corsie ciclabili, creando dunque le condizioni per una maggiore permeabilità
ai ciclisti attraverso la città.
A fronte di questi numerosi e oggettivi benefici vi
è chi si accanisce nella ricerca di problemi alle soluzioni, e non viceversa.
Una delle obiezioni più frequenti è che il “senso
unico eccetto bici” metta in pericolo i ciclisti.
I numeri però dicono altro. È bene sapere, infatti,
che in Italia l’80% degli incidenti con investimento
di ciclisti è laterale, mentre solo l’8% è di tipo
frontale. Di questi, la percentuale che avviene nelle zone 30 è irrilevante. Al contrario, il 60% degli
incidenti ai ciclisti in città avviene in corrispondenza degli incroci, e di questi addirittura la metà
in incroci segnalati. Ciò conferma senza possibilità
di equivoco che non è il semaforo a proteggere il
ciclista, ma sono la velocità ridotta e la visibilità.
Per citare un caso emblematico, a Bruxelles, dove
il “controsenso ciclabile” è ammesso sulla quasi
20 CICLOBBY NOTIZIE 3/14
tre ai vigili in moto si è presentano un vigile in bici (evento mai successo di
mia esperienza, sempre solo quelli con le motorazze)! Gli ho chiesto, mi ha
confermato che è 20 anni che segue le manifestazioni "a piedi", ma di quelle
in bici aveva fatto sinora solo Cyclopride in primavera, prima mai nessuna.
Anche Savino Mazzillo seguiva il percorso rosso, sia pure da battitore libero com’è sua consuetudine da fedelissimo dei servizi d’ordine. E racconta:
Expo 2015, mi fa un po’ di paura, troppi buchi strade rotte vie interminabili
chiuse, la Milan è diventata una gran gruviera formaggio con i buchi non chiusi neanche bene… Ma noi ieri con le nostre forze abbiamo abbattuto il potere. Bimbi giovani ed anziani arrivati da tutte le direzioni per piombare infine
in centro di Milano, grande emozione, riuscendo infine a portar tutti sotto la
Madonnina che felice ci ha detto “continua uomo, benvenuto in mezzo a chi
pedala e desidera la pace”.
Dal percorso azzurro, Sud Ovest, ecco Stefania Fuso Nerini: io a ogni
accompagnamento di Vlpp perdo almeno un chilo per la tensione, ma visto
La nostra mobilità sostenibile
Quest’anno la manifestazione metteva l’accento in particolare sul tema
dell’ambiente e delle fonti di energia, che molto spesso sono causa di
conflitti e di vere e proprie guerre. In piazza Duomo, sindaci e assessori
arrivati in bici con i cortei, e altri rappresentanti di istituzioni civili e religiose, hanno letto brevi dichiarazioni rivolte ai governi e all’Onu per il
raggiungimento degli obiettivi del millennio. Ecco quella che ha letto il
nostro presidente Eugenio Galli:
Con Vuoi la pace? Pedala! scegliamo la mobilità sostenibile per le
nostre città che vogliamo sempre più a impatto zero, con maggiori
investimenti di riqualificazione energetica e investimenti in forme
di energia rinnovabile.
totalità delle strade a senso unico – per uno sviluppo lineare di circa 400 km –, il 95% degli incidenti che hanno coinvolto ciclisti è avvenuto su
strade prive di "controsenso ciclabile" e solo il 5%
su strade che lo prevedono. Di questo 5%, inoltre, solo la metà riguarda ciclisti che procedevano
“controsenso”. Questi dati negano quindi in modo netto una maggiore pericolosità del “senso
unico eccetto bici”.
D’altronde ci sono anche città italiane, come Bolzano, Reggio Emilia, Ferrara, Lodi, Padova che hanno già introdotto in via sperimentale questo
provvedimento con innumerevoli vantaggi: a Reggio Emilia, ad esempio, l’uso della bicicletta è aumentato del 9% e l’incidentalità in generale è diminuita del 6%.
Però, una volta smontato l’argomento sicurezza,
ecco che i cercatori di problemi invocano l’alibi
della diversità culturale italiana: rassegnatevi, la nostra situazione è diversa: da noi manca il senso civico.
Facciamo sempre molta attenzione quando vengono proposti argomenti concernenti la “diversità”.
Altrove la cultura è diversa... le città sono diverse... la situazione è diversa... le risorse sono diverse... gli spazi sono diversi…
Dietro questi concetti si nascondono spesso, in
modo più o meno consapevole, degli alibi di chi in
realtà non vuole cambiare nulla: questo è il vero
problema politico, in Italia.
Ricordo una frase dell’allora sindaco Letizia Moratti che, nel corso di un’intervista rilasciata a Isabella Bossi Fedrigotti durante un giro in tram, richiesta dei motivi della scarsa ciclabilità milanese
(citando l’esempio concreto di via Torino e della
sua sostanziale inaccessibilità alle bici, e prevedendo che la rete ciclabile, pur ampliata, sarebbe rimasta poca cosa rispetto a quella di altre metropoli europee), il sindaco rispose allargando le
braccia: «Bisognerebbe cambiare la mentalità…».
Già, ma di chi?
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Appuntamenti
che non mi fa male anche quest'anno sono stata
contenta di come è andata. E lo spettacolo dal
sagrato è sempre davvero emozionante.
Il percorso blu, Sud Est, era guidato da Chiara
e Cesare Casiraghi, che raccontano: il gruppo
era ordinato e allegro, i tempi sono stati rispettati. Arrivando in San Babila abbiamo visto alla
nostra sinistra il gruppo del percorso azzurro
che attraversava i Navigli in parallelo con noi.
Un piccolo ciclista di 5 anni che pedalava come
un forsennato in prima linea dietro l'auto dei vigili, vedendo gli azzurri ha commentato: "Ma noi
abbiamo pedalato di più!"
E infine, una matricola del percorso verde,
Nord, Francesco Cigada: è stata una pedalata
festosa e tranquilla; un percorso unitario e amichevole; un vociare di sorrisi e campanelli. Si è
pedalato in buona continuità senza intoppi ai
semafori; la gente attorno e sui marciapiedi ci
ha accolto gioiosamente; nessun segnale di intolleranza dai (pochi) automobilisti bloccati dal
nostro gruppo. Qui nella piazza ci sono state
forse troppo parole, inevitabilmente troppe ripetizioni…; bene i palloncini colorati lasciati andare nel cielo alla fine. È stata quindi una esperienza certamente pacifica e serena; la gente mi
è sembrata tornare a casa contenta, ma senza
avere vissuto intense emozioni o particolari sintonie.
Ma no, ho sbagliato a scrivere “infine”: c’eravamo anche noi, quelli del percorso giallo, da
Nord-Est. Siamo arrivati in piazza per ultimi e
siamo riusciti a infilarci al posto giusto: con noi
la bandiera della pace era completa (l’ultima
volta, lo confesso, un paio di colori erano al posto sbagliato). La gente intorno ci guardava,
ascoltava poco di quello che veniva detto dal
palco, ma sembrava capire, se non altro, che avevamo pedalato per la Pace. Così come lo avevano capito i tanti pedoni che, in corso Vittorio
Emanuele, senza lamentarsi troppo avevano lasciato passare noi e, prima di noi, il gruppone
verde. Per me, era già un bel risultato.
Donata Schiannini
È evidente che il cambiamento richiede anche lo
sforzo di uscire dal rassicurante perimetro delle
proprie abitudini. Ma la storia recente ci è decisamente di aiuto.
Chi avrebbe mai detto che, in Italia, si sarebbe
smesso di fumare nei locali pubblici? Eppure è
successo. Chi avrebbe creduto che avremmo fatto la raccolta differenziata? Eppure... E, proprio
nel campo della mobilità, che dire dell’uso delle
cinture di sicurezza e del casco per la moto?
Allora, respingiamo al mittente l’alibi della “cultura”, che, senza ragionevolezza, costringe il nostro
Paese a restare fermo in una posizione di retroguardia. E pensiamo, più correttamente, a come
cambiare le modalità di partecipazione e coinvolgimento della politica, alla ricerca di risposte di
buon senso. I cittadini sono spesso molto più
avanti dei loro rappresentanti.
Noi, dopo anni di discussioni sterili, non possiamo più attendere.
Eugenio Galli
Pubblichiamo solo gli appuntamenti definiti
al momento di andare in stampa poichè
è in arrivo il calendario 2015.
Dicembre
clisti! Dalle 10.00 alle 18.00, Sede FIAB Milano
Ciclobby. Proposta di: Gruppo Segreteria - segrete-
Fuori Sede
[email protected], tel. 02 69311624
Mercoledì 3 Dicembre
Cicloturistica
Fiab Milano Ciclobby è in centro durante l'ora di pranzo! Oggi c'è la possibilità
GF
km 50
Domenica 14 Dicembre
di avere informazioni circa le attività dell'associazione durante l'ora di pranzo in centro. Dalle
13.15 alle 14.30, Negozio Civico ChiAmaMilano
- Via Laghetto, 2. Proposta di:Vanna Bartesaghi - van-
Lungo le tiepide sponde del lago di Como (2a parte) Giro alto del lago di Como da
[email protected], cell. 389 6797311
Soncini - [email protected], tel. 039380811, cell.
3387535471
Cicloturistica
km 60
Menaggio ai Pian di Spagna, Colico e Bellano. Ritrovo h 09:00 Mi Centrale. Proposta di: Giordano
Domenica 7 Dicembre
Langhirano, capitale del prosciutto Il
torrente Parma ci accompagnerà nella patria del
prosciutto. Proposta di: Roberto Facchini
Fuori Sede
Sabato 13 Dicembre
Targa con dedica della ciclovia Martesana a Gigi Riccardi Dopo anni di attesa ci
sarà la cerimonia di scopertura della targa con
cui a Cassina de Pomm la ciclovia del Naviglio
Martesana verrà dedicata a Gigi Riccardi. Poi
trasferimento al parco Martesana - sala Anfiteatro (ore 16.15 circa) per proiezione del video
''Gigi Riccardi e la rivoluzione delle biciclette''prodotto dalla Provincia di Milano nel 2008 cui
seguiranno testimonianz, ricordi e festa fino alle
20.00. Ritrovo h 14.45, Cassina de Pomm.
In Sede
Domenica 14 Dicembre
Porte aperte a Ciclobby! Per poter iscriversi all'associazione o rinnovare le tessere (e
magari anche fare un controllo allo stato della bicicletta) la sede sarà aperta. E' anche l'occasione
per scegliere un regalo di Natale per gli amici ci-
Per partecipare
alle cicloescursioni
Lo spirito con cui si partecipa alle iniziative di
FIAB Ciclobby è quello di collaborazione e
autonomia. Collaborazione perché tutte le nostre attività sono svolte da volontari; autonomia
perché Ciclobby non è un’agenzia turistica e
quindi ognuno deve essere in grado di gestire
eventuali inconvenienti che dovessero presentarsi nel corso delle attività. I capogita faranno il
possibile per aiutare chiunque abbia bisogno, ma
nulla è dovuto da parte loro.
Le regole che seguono servono proprio a minimizzare gli inconvenienti e le incomprensioni.
Le attività proposte da FIAB Ciclobby sono normalmente aperte a tutti, anche se ad
alcuni eventi occorre iscriversi e per alcune gite
in città è richiesta una quota. Sono invece riservate ai soci le cicloescursioni.
Prenotazioni
Per le cicloescursioni che si svolgono la domenica
e che prevedono l’utilizzo del treno è obbligatoria
IMPORTANTEin!iziative
se le
Verificate sempre er
sono conf matementi:
na
o se ci sono aggior
bby.it
lo
ic
sul sito www.c segreteria:
o telefonando in
24
tel. 02-69.31.16.10
,30-12
h
b
mar-ven h 17-19 sa
Cicloturistica
km 60
Domenica 14 Dicembre
Alla mostra dei presepi Visitiamo la mostra di presepi in una chiesa sconsacrata. Ritrovo h 09:15 Cassina de Pomm Martesana Via M.
Gioia. Proposta di:Vinicio Bevilacqua, Pietro Soprani
In Sede
Martedì 16 Dicembre
Consiglio Direttivo Fiab Milano Ciclobl’iscrizione entro le ore 12 del sabato precedente (con versamento della quota dove prevista). Per le altre attività dovranno essere rispettate le indicazioni degli organizzatori. In caso di quota o caparra queste dovranno essere versate contestualmente all’iscrizione. Le iscrizioni di norma possono essere effettuate presso la segreteria (in sede o telefonando).
Bicicletta e abbigliamento
I partecipanti devono presentarsi con la bicicletta in ordine (cambio, freni e luci perfettamente
funzionanti) e adatta al percorso, con camere
d’aria di scorta, pompa e attrezzi per le riparazioni.
Consigliamo di utilizzare sempre il casco
e di indossare indumenti adatti.
La partecipazione alle iniziative di FIAB Ciclobby Onlus implica la conoscenza e l’accettazione del Regolamento di partecipazione, consultabile presso la sede o
sul sito. Sottoscrivere la domanda di ammissione alle
attività dell’associazione e prendere visione delle norme che ne regolano lo svolgimento è un modo per
partecipare con spirito collaborativo e consapevole.
CICLOBBY NOTIZIE 3/14 21
ciclobbyNotizie14-3:Layout 1 22/11/14 15:54 Pagina 22
by Riunione mensile per il coordinamento e la
Fiab Milano Ciclobby. Proposta di: Vinicio Be-
gestione delle attività dell'associazione. Ritrovo
h 20.30, Sede Fiab Milano Ciclobby . Info: segrete-
vilacqua, Pietro Soprani
[email protected], tel. 02 69311624
BiciMondo
Fuori Sede
Quasi quasi mi faccio L'Eroica Lino Gal-
Giovedì 22 Gennaio
Mercoledì 17 Dicembre
Fiab Milano Ciclobby è in centro durante l'ora di pranzo! Durante l'ora di
pranzo oggi è possibile avere in centro notizie
circa le attività dell'associazione. Dalle 13.15 alle
14.30, Negozio Civico ChiAmaMilano - Via Laghetto, 2. Proposta di: Vanna Bartesaghi - vanna.bar-
lo presenta il suo libro “Quasi quasi mi faccio
l'Eroica” (Ediciclo Editore). Racconto lungo un
anno della preparazione all'Eroica, la ciclostorica più famosa del mondo, e ritratto sentimentale della Milano da pedalare e non solo. Con l'autore dialogheranno alcuni de suoi protagonisti.
h 18.30, Libreria Popolare di via Tadino - Milano
via Tadino 18. Proposta di: Maria Gabriella Berti -
[email protected], cell. 389 6797311
[email protected], cell. 348 7815237
Fuori Sede
In Sede
Venerdì 19 Dicembre
Domenica 25 Gennaio
Paella sangria e tanta allegria Cena e
tombolata gioiosamente in compagnia. Ritrovo
h 20:00, Trattoria "Lo Stuzzichino", Via Porro
Lambertenghi 13. Termine iscrizione: 17/12
20:00 Proposta di: Raffaele Peccioli - [email protected], cell. 3398236496
Milano Arte
Domenica 21 Dicembre
Milano e la Belle Epoque Breve giro cittadino accompagnati dall'arch. Rocculi e da Marialuisa Bonivento, l'argomento del giro verrà segnalato successivamente. Ritrovo h 10.00, Piazzetta Reale, partenza alle 10.15. Proposta di: Arch.
Rocculi/Marialuisa Bonivento - [email protected]
Cicloturistica
GH km 100
Domenica 28 Dicembre - Venerdì 2
Gennaio
Capodanno in Istria: Bici, Trekking e
Terme Viaggio per festeggiare il Capodanno.
Proposta di: Stefania Maffei - [email protected], cell.
338 4294284
Porte aperte a Ciclobby! Per rinnovo
iscrizioni e Bicisicura. È vero, si può rinnovare anche sul sito e pagare via internet, ma
perché non approfittare dell'occasione per venire in sede, fare due chiacchiere e magari verificare insieme ai nostri meccanici lo stato di salute della vostra bicicletta? Dalle 10.00 alle
18.00, Sede FIAB Milano Ciclobby. Proposta di:
Gruppo Segreteria - [email protected], tel. 02
69311624
Cicloturistica
GF km 60
Mercoledì 14 Gennaio
Fiab Milano Ciclobby è in centro durante l'ora di pranzo! Oggi è possibile avere informazioni sull'attività dell'associazione anche in centro durante l'intervallo di pranzo.
Dalle 13.15 alle 14.30, Negozio Civico ChiAmaMilano - Via Laghetto, 2.Proposta di:Vanna Bartesaghi - [email protected], cell. 389 6797311
In Sede
Giovedì 15 Gennaio
Consiglio Direttivo Fiab Milano Ciclobby Riunione mensile per il coordinamen-
difficoltà
(da sommarsi alla pendenza)
aereo+bici
auto+bici
treno+bici
pullman+bici
traghetto+bici
metro+bici
funivia+bici
anche per ragazzi
evento nazionale FIAB
K
H
G
J
F
MM
W
FIAB
Febbraio
Cicloturistica
Gita a Montisola Piacevole gita nell'isola di
Domenica 8 Febbraio
lago più grande d'Europa. Proposta di: Roberto Facchini - [email protected], cell. 338
9005578
Santuario di Caravaggio Visiteremo il
Santuario costruito sul luogo dove nel 1432 era
apparsa la Madonna. Ritrovo h 09:00 Cassina
de Pomm Martesana Via M. Gioia. Proposta di:Vini-
Fuori Sede
Mercoledì 28 Gennaio
km 95
cio Bevilacqua, Pietro Soprani
Fiab Milano Ciclobby è in centro durante l'ora di pranzo! Durante l'intervallo
Fuori Sede
di pranzo oggi è possibile ricevere informazioni
sulle attività dell'organizzazione anche in centro. Dalle 13.15 alle 14.30, Negozio Civico
ChiAmaMilano - Via Laghetto, 2. Proposta di:Vanna
Fiab Milano Ciclobby è in centro durante l'ora di pranzo! Per chi vuole riceve-
IMPORTANTEin!iziative
se le
Verificate sempre er
sono conf mate enti:
nam
o se ci sono aggior
bby.it
lo
sul sito www.cicsegreteria:
o telefonando in
24
tel. 02-69.31.16.10
,30-12
h
b
mar-ven h 17-19 sa
Mercoledì 11 Febbraio
re informazioni durante l'intervallo di pranzo
oggi è possibile anche in centro. Dalle 13.15 alle
14.30, Negozio Civico ChiAmaMilano - Via Laghetto, 2. Proposta di: Vanna Bartesaghi - vanna.bar-
fo: [email protected], tel. 02 69311624
La Costa d'Argento e le sue Riserve
naturali Racconto e immagini di Maria Ga-
Domenica 18 Gennaio
Milano del ventennio Giro cittadino accompagnati dall'arch. Rocculi. Ritrovo h 10.00,
Piazzetta Reale, partenza alle 10.15. Proposta di:
Arch. Rocculi/Marialuisa Bonivento - [email protected]
km 30
Domenica 18 Gennaio
Milano per la Cassoeula Si va a mangiare la cassoeula. Ritrovo h 11:00 Sede
Data da definire
La ciclovacanza di Ciclobby in Alsazia
e le pedalate di quest’anno. Racconto e
immagini dell’esperienza di gruppo dell’estate
scorsa in Alsazia. Presentazione del calendario
2015 delle pedalate di Fiab Milano Ciclobby e
delle ciclovacanze Fiab. Proposta di: Andrea Scagni,
coordinatore cicloturismo Fiab Milano Ciclobby, cell.
339 3226541
Domenica 15 Febbraio
BiciMondo
Milano Arte
Speciale
Milano Arte
to e la gestione delle attività dell'associazione.
Ritrovo h 20.30, Sede Fiab Milano Ciclobby. In-
!!! 22 CICLOBBY NOTIZIE 3/14
montagna
[email protected], cell. 389 6797311
Fuori Sede
Cicloturistica
collina
Domenica 25 Gennaio
Bartesaghi - [email protected], cell. 389
6797311
Gennaio
LEGENDA
pianura
Giovedì 29 Gennaio
Milano e i suoi segreti Breve giro cittadino
accompagnati dall'arch. Rocculi. Ritrovo h 10.00,
Piazzetta Reale, partenza alle 10.15. Proposta di:
Arch. Rocculi/Marialuisa Bonivento - [email protected]
briella Berti della ciclovacanza, con gli amici di
Fiab Livorno - La Triglia in bicicletta e i Pandaciclisti del WWF Livorno, alla scoperta di Orbetello e la sua Laguna, le Vestigia della Città romana di Cosa, il Tombolo della Feniglia, il Giardino
dei Tarocchi e l'Oasi WWF del lago di Burano.
La serata è in ricordo di Aurelio Heger che ha
pedalato con noi. h 21.00, Sede Fiab Milano Ciclobby. Proposta di: Maria Gabriella Berti - mariaga-
Cicloturistica
[email protected], cell. 348 7815237
Consiglio Direttivo Fiab Milano Ciclobby Riunione mensile per il coordinamento
km 75
Domenica 15 Febbraio
Il cerchio del Parco Agricolo Sud Un giro nel parco sud. Ritrovo h 09:30 Mi - Chiesetta di San Cristoforo. Proposta di: Vinicio Bevilacqua,
Pietro Soprani
In Sede
Martedì 17 Febbraio
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
!
ciclobbyNotizie14-3:Layout 1 22/11/14 15:54 Pagina 23
e la gestione delle attività dell'associazione. Ritrovo h 20.30, Sede Fiab Milano Ciclobby . Info:
Parliamo di biciclette: fisiologia sportiva La seconda delle due serate aperte a tutti e
In Sede
[email protected], tel. 02 69311624
che anticipano i corsi di manutenzione di base
ed avanzato. Si parlerà della fisiologia del nostro
corpo sottoposto alla fatica dell'attività sportiva,
postura in bicicletta, di stretching e dei metodi
per defaticare. Dalle 21.00 alle 23.00, Sede FIAB
Milano Ciclobby. Proposta di: Gruppo meccanici - se-
Consiglio Direttivo Fiab Milano Ciclobby Riunione mensile per il coordinamento e la
gestione delle attività dell'associazione. h 20.30,
Sede FIAB Milano Ciclobby. Info: segreteria@ci-
[email protected], tel. 02 69311624
Speciale
In Sede
Venerdì 20 Febbraio
Parliamo di biciclette: consigli per l'acquisto della bicicletta. La prima delle due
serate aperte a tutti e che anticipano i corsi di
manutenzione di base ed avanzato. Si parlerà di
biciclette e di come scegliere il mezzo più idoneo alle singole esigenze sia per ciclisti provetti
che per principianti. Dalle 21.00 alle 23.00, Sede
FIAB Milano Ciclobby. Proposta di: Gruppo meccanici - [email protected], tel. 02 69311624
Cicloturistica
Gkm 80
Domenica 22 Febbraio
Da Mantova a Parma Gita in pianura tra
Giovedì 12 Marzo
clobby.it, tel. 02 69311624
Dal 14 al 22 marzo
Marzo
Cicloturistica
km 90
Domenica 1 Marzo
Nelle campagne fra i Navigli (primo giro) Pavia e il suo ponte sul Ticino. Ritrovo h
09:00 P. Za 24 Maggio (Darsena). Proposta di: Vinicio Bevilacqua, Pietro Soprani
Aspettando Bicinfesta… 8 giorni con
Fiab Milano Ciclobby Appuntamenti vari che ruotano intorno ai nostri temi. Dettagli nel prossimo numero. www.ciclobby.it
[email protected]
Cicloturistica
Gkm 70
Domenica 15 Marzo
due belle città. Proposta di: Roberto Facchini - [email protected], cell. 338 9005578
In Sede
Venerdì 6 Marzo - Venerdì 27 Marzo
Girovagando in Franciacorta Novità di
percorsi random, sterrato 20% Proposta di: Rober-
Fuori Sede
Corso di base manutenzione e riparazione Coro di base per la manutenzione della
to Facchini - [email protected], cell. 338
9005578
Mercoledì 25 Febbraio
Fiab Milano Ciclobby è in centro durante l'ora di pranzo! Per chi trova la sede
lontana oggi è possibile avere informazioni sulle
attività dell'associazione anche in centro. Dalle
13.15 alle 14.30, Negozio Civico ChiAmaMilano
- Via Laghetto, 2. Proposta di:Vanna Bartesaghi - [email protected], cell. 389 6797311
bicicletta, dedicato alla teoria ed alla pratica dei
primi rudimenti per non rimanere a piedi lontano da casa. Le serate sono quattro, venerdì 6, 13,
20 e 27 marzo. Prenotazione obbligatoria, posti
limitati e riservati ai soci. Dalle 21.00 alle 23.00,
Sede FIAB Milano Ciclobby. Proposta di: Gruppo
meccanici - [email protected], tel. 02 69311624
In Sede
BiciMondo
Sabato 7 Marzo
Giovedì 26 Febbraio
Dalle Ebridi alle Higlands, magica Scozia! In bici tra isole sferzate dal vento e incantevoli castelli alla ricerca della magia (e dei single
malt) scozzesi. Racconto e immagini di: Michele
Cesareo e Maria Cristina Negro. h 21.00, Fiab
Milano CIclobby - via Borsieri 4/E Milano. Propo-
Assemblea dei soci Fiab Milano Ciclobby 2015 Assemblea annuale dei soci dell'associazione con il resoconto e la discussione delle
attività svolte negli ultimi 12 mesi. Partecipa anche tu! h 14.45, Sede Fiab Milano Ciclobby . Info:
[email protected], tel. 02 69311624
sta di: Maria Gabriella Berti - [email protected], tel. 3487815237
Cicloturistica
In Sede
Trucazzano Dalla Martesana al lodigiano. Ri-
Venerdì 27 Febbraio
Bevilacqua, Pietro Soprani
km 90
Domenica 8 Marzo
Ciclomanifestazione
Domenica 22 Marzo
Bicinfesta di Primavera.
La 29a edizione del nostro grande appuntamento primaverile con tutti i ciclisti milanesi parte alle ore 10.30 da via Dante.
Dettagli nel prossimo numero. Ritrovo h
9.00 via Dante angolo p.za Cairoli.
www.ciclobby.it [email protected]
Cicloturistica
km 105
Domenica 29 Marzo
Castello di Belgioioso Al castello di Belgioioso. Ritrovo h 09:00 P. za 24 Maggio. Proposta di:
Vinicio Bevilacqua, Pietro Soprani
trovo h 10:00 Sede Ciclobby. Proposta di: Vinicio
Iscriviti a Fiab Milano Ciclobby!
Ci sono 10 buoni motivi per iscriversi...
1. Assicurazione RC bici 24/24 h.
2. Consulenza legale e assicurativa gratuite
per risarcimento danni.
3. Abbonamento annuale alla rivista BC
(con soli 6 euro in più)
4. Gite in città e fuori, per “tutte le gambe”.
5. Cicloviaggi, raduni e attività culturali
organizzati da Ciclobby e altre associazioni Fiab.
6. Corsi di manutenzione e riparazione bici.
7. Informazione costante, tramite sito, mailing list,
notiziario "Ciclobby Notizie".
8. Sconti e agevolazioni nei negozi convenzionati
di Milano (Ciclobby Point) e in tutta Italia
presso alberghi, tour operator e altro.
9. Gilet fluorescente in regalo, se sei un nuovo
iscritto.
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in Italia, sostiene i ciclisti, si batte per la loro e la tua
sicurezza e rivendica lo sviluppo di una mobilità
sostenibile e sicura.
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Socio ordinario
Socio ordinario
con abbonamento rivista BC
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Da 15 a 18 anni e studenti
Da 15 a 18 anni e studenti
con abbonamento rivista BC
Fino a 14 anni (nati nel 2001)
• passare in sede dal martedì al venerdì
30 €
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L’abbonamento a BC, la rivista bimestrale
della Fiab su ambiente, movimento, cultura, è
riservato a soci ordinari, studenti, gruppi familiari, sostenitori e benemeriti. Per i soci
ordinari e studenti è necessario richiederlo
al momento dell’iscrizione versando un contributo spese di 6 ⇔.
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ore 17-19, ma fino a fine febbraio anche
lunedì, sabato ore 10.30-12 (solo
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con sistema Paypal, per possessori
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dal nostro sito www.ciclobby.it
nella sezione “Come iscriversi”
bonifico bancario intestato a
CICLOBBY onlus presso Intesa
Sanpaolo. Iban IT 68 G 03069 01631
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versamento su conto corrente
postale n. 11 35 82 07 intestato a:
CICLOBBY onlus - via Borsieri 4/E 20159 Milano
Per il c.c. postale e il bonifico bancario è
importante indicare la causale del versamento
(‘nuovo socio’ o ‘rinnovo’) per i nuovi soci con
nome, cognome, indirizzo, telefono, data di
nascita, professione, e-mail.
! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! CICLOBBY NOTIZIE 3/14 23 !!!
ciclobbyNotizie14-3:Layout 1 22/11/14 15:54 Pagina 24
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via Porpora 151 - Tel. 02.2847956
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www.laspicciola.com [email protected]
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Tel. 02 91672273 [email protected]
Il Biciclettaio
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Riva Auto SAS
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via A. Sforza (ang. via Spaventa 1) Tel. 02.8461286
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5
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Zona 5
La Bicicletteria
Zona 6
3
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www.brompton.it [email protected]
2
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9
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Zona 1
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