Ariosto - La fuga di Angelica

Transcript

Ariosto - La fuga di Angelica
qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwerty
Progetto Libri digitali dell'Istituto 16 Valpantena – Verona
uiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd
fghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzx
cvbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq
Ludovico Ariosto
wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyui
All'inseguimento di Angelica
opasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfg
hjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxc
vbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq
wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyui
opasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfg
hjklzxcvbnmqwertyuiopasdfghjklzxc
vbnmqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmq
wertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyui
opasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasdfg
hjklzxcvbnmrtyuiopasdfghjklzxcvbn
mqwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwert
yuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopas
Ludovico Ariosto
All’inseguimento di Angelica
L'Orlando furioso, canto I, ottave 11 – 72
Per rendere più agevole la comprensione, vengono alternati passi in prosa a passi
originali.
Siamo nel Canto I. Dopo il proemio e la dedica, Ariosto inizia il suo racconto da dove
l’ha interrotto Boiardo nell’Orlando Innamorato: in India, in Media e in Tartaria il
paladino ha affrontato e vinto per Angelica numerose prove, che gli hanno
procurato onori e fama poi l’ha portata con sé in Occidente, all’accampamento di
Carlo Magno, impegnato in una dura lotta contro gli infedeli.
Protagonista di questo canto è la bella Angelica, simile alla rosa, figlia di Galafrone,
re del paese saraceno del Catai, esperta di medicina e arti magiche, di cui il paladino
Orlando è da gran tempo innamorato. Ma anche Rinaldo, cugino di Orlando, è
innamorato di lei e fra i paladini scoppia la lite. Per riportare la calma, Carlo Magno
affida Angelica al duca Namo di Baviera e la promette in premio a chi, fra i due
guerrieri, combatterà con più valore nel prossimo scontro.
Nella battaglia i cristiani vengono sconfitti e Angelica, approfittando della
confusione, fugge dalla tenda rimasta incustodita, balza a cavallo e si rifugia in un
bosco dove vagano guerrieri cristiani e saraceni, tutti innamorati di lei e tutti alla
ricerca di cose o persone che hanno perduto.
Nel bosco la fanciulla s’imbatte in un cavaliere.
11
Indosso la corazza, l'elmo in testa,
la spada al fianco, e in braccio avea lo scudo;
e più leggier correa per la foresta,
ch'al pallio rosso il villan mezzo ignudo.
Timida pastorella mai sì presta
2
non volse piede inanzi a serpe crudo,
come Angelica tosto il freno torse,
che del guerrier, ch'a piè venìa, s'accorse.
12
Era costui quel paladin gagliardo,
figliuol d'Amon, signor di Montalbano,
a cui pur dianzi il suo destrier Baiardo
per strano caso uscito era di mano.
Come alla donna egli drizzò lo sguardo,
riconobbe, quantunque di lontano,
l'angelico sembiante e quel bel volto
ch'all'amorose reti il tenea involto.
È Rinaldo, che sta inseguendo il cavallo Baiardo; appena vede Angelica si lancia a
piedi al suo inseguimento. Nella fuga, la bella donna giunge lungo un ruscello dove si
trova un guerriero saraceno.
14
Su la riviera Ferraù trovosse
di sudor pieno e tutto polveroso.
Da la battaglia dianzi lo rimosse
un gran disio di bere e di riposo;
e poi, mal grado suo, quivi fermosse,
perché, de l'acqua ingordo e frettoloso,
l'elmo nel fiume si lasciò cadere,
né l'avea potuto anco riavere.
Ferraù sta cercando di ritrovare l’elmo che nel fiume si lasciò cadere mentre si
dissetava dopo la battaglia. Ferraù e Rinaldo iniziano una crudele battaglia e
Angelica ne approfitta per fuggire di nuovo.
Alla fine i due guerrieri si rendono conto che in quel momento combattere fra loro
non porta altro che danno e Rinaldo propone a Ferraù di unire le forze per cercarla
insieme e di rimandare lo scontro a quando avranno ripreso Angelica.
3
21
Al pagan la proposta non dispiacque:
così fu differita la tenzone;
e tal tregua tra lor subito nacque,
sì l'odio e l'ira va in oblivione,
che 'l pagano al partir da le fresche acque
non lasciò a piedi il buon figliuol d'Amone:
con preghi invita, ed al fin toglie in groppa,
e per l'orme d'Angelica galoppa.
22
Oh gran bontà de' cavallieri antiqui!
Eran rivali, eran di fé diversi,
e si sentian degli aspri colpi iniqui
per tutta la persona anco dolersi;
e pur per selve oscure e calli obliqui
insieme van senza sospetto aversi.
Da quattro sproni il destrier punto arriva
ove una strada in due si dipartiva.
Così la cercano insieme (e invano) nel bosco finché giungono ove una strada in due
si dipartiva: qui si dividono affidandosi alla fortuna.
Ferraù, dopo un lungo girovagare, si ritrova di nuovo al ruscello e decide di
continuare la ricerca del suo elmo; ma vede di mezzo il fiume un cavalliero/insino al
petto uscir, d’aspetto fiero. È il fantasma di Argalia, fratello di Angelica, che Ferraù
ha ucciso in duello e spogliato delle armi, promettendo però di restituirgliele
gettando l’emo nel fiume (rio). Ferraù non ha mantenuto la promessa: Argalia gli fa
aspri rimproveri (Ah mancator di fe’, marrano!) e lo invita a non cercare più l’elmo
smarrito bensì a conquistarne con più onore un altro, per esempio quello di
Orlando, che forse è anco migliore. Ferraù, pieno di vergogna, giura che d’ora in poi
porterà solo l’elmo di Orlando e parte alla sua ricerca.
4
Intanto, neppure Rinaldo ha trovato Angelica, però ha visto passare al galoppo il
cavallo Baiardo e si è lanciato al suo inseguimento.
32
Non molto va Rinaldo, che si vede
saltare inanzi il suo destrier feroce:
Ferma, Baiardo mio, deh, ferma il piede!
che l'esser senza te troppo mi nuoce. Per questo il destrier sordo, a lui non riede
anzi più se ne va sempre veloce.
Segue Rinaldo, e d'ira si distrugge:
ma seguitiamo Angelica che fugge.
Angelica, nel frattempo, continua a fuggire senza meta (Fugge tra selve spaventose e
scure,/per lochi inabitati, ermi e selvaggi).
34
Qual pargoletta o damma o capriuola,
che tra le fronde del natio boschetto
alla madre veduta abbia la gola
stringer dal pardo, o aprirle 'l fianco o 'l petto,
di selva in selva dal crudel s'invola,
e di paura trema e di sospetto:
ad ogni sterpo che passando tocca,
esser si crede all'empia fera in bocca.
Finché non giunge in un luogo che sembra sicuro e si ferma per riposare.
Ma proprio lì vicino si è fermato il saraceno Sacripante, il cavallier dolente che
piange e si lamenta per aver perduto proprio lei, l’amata Angelica. La principessa del
Catai lo ascolta di nascosto e decide di approfittare della situazione: esce
all’improvviso dal cespuglio, abbraccia il suo innamorato e gli chiede di aiutarla a
ritornare nel Catai. Sacripante, pieno di gioia, pensa che finalmente potrà far sua
Angelica ma, improvvisamente, appare un misterioso cavaliere.
5
60
Ecco pel bosco un cavallier venire,
il cui sembiante è d'uom gagliardo e fiero:
candido come nieve è il suo vestire,
un bianco pennoncello ha per cimiero.
Re Sacripante, che non può patire
che quel con l'importuno suo sentiero
gli abbia interrotto il gran piacer ch'avea,
con vista il guarda disdegnosa e rea.
C’è un nuovo duello: Sacripante ne esce sconfitto e umiliato. L’umiliazione diventa
ancora più grande quando un messaggero che passa di lì per caso in groppa a un
ronzino, gli fa una straordinaria rivelazione.
68
Mentre costei conforta il Saracino,
ecco col corno e con la tasca al fianco,
galoppando venir sopra un ronzino
un messagger che parea afflitto e stanco;
che come a Sacripante fu vicino,
gli domandò se con un scudo bianco
e con un bianco pennoncello in testa
vide un guerrier passar per la foresta.
69
Rispose Sacripante: - Come vedi,
m'ha qui abbattuto, e se ne parte or ora;
e perch'io sappia chi m'ha messo a piedi,
fa che per nome io lo conosca ancora. Ed egli a lui: - Di quel che tu mi chiedi
io ti satisfarò senza dimora:
tu dei saper che ti levò di sella
l'alto valor d'una gentil donzella.
70
6
Ella è gagliarda ed è più bella molto;
né il suo famoso nome anco t'ascondo:
fu Bradamante quella che t'ha tolto
quanto onor mai tu guadagnasti al mondo. Poi ch'ebbe così detto, a freno sciolto
il Saracin lasciò poco giocondo,
che non sa che si dica o che si faccia,
tutto avvampato di vergogna in faccia.
il misterioso cavaliere è dunque una donna, la valorosa e bellissima Bradamante,
sorella di Rinaldo, alla ricerca del suo amato Ruggero. Tacito e muto, Sacripante
decide di riservare a un momento più sereno l’amore con Angelica e parte con lei in
groppa al suo cavallo. Ma hanno percorso appena due miglia, quando un terribile
rumore fa tremare la foresta.
72
Non furo iti due miglia, che sonare
odon la selva che li cinge intorno,
con tal rumore e strepito, che pare
che triemi la foresta d'ogn'intorno;
e poco dopo un gran destrier n'appare,
d'oro guernito e riccamente adorno,
che salta macchie e rivi, ed a fracasso
arbori mena e ciò che vieta il passo.
È Baiardo, il cavallo di Rinaldo che, sfuggito di mano al suo padrone, galoppa a
briglia sciolta per il bosco. Sacripante cerca di afferrarlo per il morso, ma il cavallo si
mette a scalciare. Gli si avvicina Angelica, e il destriero si mette a farle festa come un
cagnolino. ma mentre Angelica e Sacripante stanno ripartendo in groppa a Baiardo,
sopraggiunge Rinaldo a piedi. Questi ama Angelica tanto quanto lei lo odia. In
passato i sentimenti dei due erano esattamente il contrario, è stata una fontana
incantata ad invertire la situazione.
Esercizi
1. Chi è Angelica?
7
2.
3.
4.
5.
6.
Quali cavalieri cristiani sono innamorati di lei?
Cosa decide di fare Carlo Magno?
In quali luoghi fugge Angelica?
Chi la trova?
Il canto è una sequenza incalzante di colpi di scena. I personaggi infatti si
buttano in avventure sempre diverse che, in alcuni casi, li riportano al punto
di partenza. Ricostrisci le azioni dei personaggi:
a. Rinaldo: alla ricerca del suo cavallo, incontra ...
b. Ferraù. fermo al ruscello a bere, incontra ...
c. Sacripante:
d. Baiardo:
7. In che modo Ferraù e Rinaldo, nemici in guerra e rivali in amore, dimostrano
di saper rispettare il codice della lealtà cavalleresca?
8