ortografia e punteggiatura

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ortografia e punteggiatura
ORTOGRAFIA E PUNTEGGIATURA
L’ORTOGRAFIA è l’insieme delle regole che ci consentono di scrivere correttamente.
ALCUNE REGOLE IMPORTANTI
- Si scrivono con la I parole come: superficie,
sufficiente, specie, igiene, usciere, scienza, coscienza, cielo,
cieco, pasticciere, crociera, società …
- Non vogliono la I:
a) conoscenza, celeste, cena, pasticceria, camice (da
lavoro), beneficenza, piacere, faccenda …
b) i plurali delle parole che finiscono in –cia , -gia,
quando sono preceduti da consonante.
Es. spiaggia > spiagge
c) i plurali delle parole che finiscono in –scia, quando la
i non è accentata.
Es. Ascia > asce.
d) Si scrivono con la CU le seguenti parole e i loro derivati:
cultura, cuoco, cuoio, cuore, scuola, taccuino,circuito, custode, cospicuo, innocuo,
acuto, lacustre, proficuo, promiscuo, vacuo, arcuato, acuire, arcuare, circuire, cuocere,
evacuare, percuotere, discutere, scuotere.
e) Davanti a b e p si usa sempre la M. Es. Bambino, compare…
f) G e Z non si raddoppiano davanti alle terminazioni – ione, -ionale, -ia, -ie, -io.
Es. ragione, razione, nazionale, furbizia, grazia, fregio…
La sillaba è quella parte di ogni parola che si può pronunciare con una sola
emissione di voce.
A seconda del numero di sillabe di cui si compongono le parole, esse possono essere:
- monosillabi (si, qui, mai…)
- bisillabi (ca-ne, or-so…)
- trisillabi (a-mi-co, con-giun-to, o-do-re…)
- polisillabi (quattro o più vocali. Ad es. re-ga-la-re, dol-cis-si-ma-men-te…)
COME SI SUDDIVIDONO LE PAROLE IN SILLABE?
1)
2)
3)
4)
5)
1 consonante forma sillaba con la vocale o il dittongo seguenti. Es. a-mi-ci-zia.
Digrammi e trigrammi + vocale non si dividono mai. Es. i-gno-ran-te
Dittonghi e trittonghi non si dividono mai. Es. mia-go-la-re, fuo-co
Le consonanti doppie si dividono.Es. pel-le.
Un gruppo di consonanti forma sillaba con la vocale che segue quando può dare
inizio a parole italiane. Es. in-ca-stra-to > straniero.
6) Il gruppo CQ si divide sempre.
7) Le vocali che formano uno iato si dividono sempre. Es. po-e-ta.
ORTOGRAFIA E PUNTEGGIATURA
DOVE METTERE/ NON METTERE L’ACCENTO.
Non vogliono l’accento:
-
qui, qua
Vogliono l’accento:
-
sì (contrario di no)
-
né (negazione)
-
dì (giorno)
-
così
-
lì, là (avverbi di luogo)
-
dà (verbo dare)
-
sé (pronome riflessivo)
-
è (verbo)
-
tè (bevanda)
E… L’APOSTROFO?
-
-
UNO, NESSUNO, QUALCUNO, TALE, QUALE seguiti da vocale diventano
UN, NESSUN, QUALCUN, TAL, QUAL senza apostrofo (si tratta di un
troncamento)
Es. un albero, nessun amico, qualcun altro, tal affetto, qual è.
po’ (troncamento di poco) vuole l’apostrofo
Gli imperativi (forme verbali di imperativo tronco) da’, fa’, di’, sta’, va’ vogliono
l’apostrofo.
LA PUNTEGGIATURA
La punteggiatura ha nella lingua scritta il posto dell’intonazione, cioè delle pause e
delle sfumature espressive del linguaggio orale.
Punto fermo.
- Indica una pausa prolungata.
- Segnala che il pensiero fino a quel momento espresso è terminato. Dopo il punto
ci vuole sempre la lettera MAIUSCOLA.
- Se il punto fermo indica anche la conclusione dell’argomento, è preferibile andare
a capo.
Oggi a scuola sono stato interrogato in storia e ho preso un bel voto.
Domani ci sarà il compito di italiano.
Punto e virgola.
- Segna una pausa di media durata.
- Si usa quando si vuole spezzare un periodo senza però concluderlo.
Aveva cantato davvero bene; lo applaudirono tutti a lungo.
Due punti.
- Introduce il discorso diretto.
- Si usa per spiegare meglio ciò che è stato detto immediatamente prima (Paolo era
triste: teneva la testa abbassata e gli occhi socchiusi)
- Introduce un elenco o una enumerazione (Al negozio compra: penne, matite…)
ORTOGRAFIA E PUNTEGGIATURA
Virgola.
- Indica una pausa breve.
- Separa aggettivi o sostantivi in una elencazione (la tua auto è elegante, sportiva,
scattante…)
- Dopo il vocativo (Giorgio, vieni a trovarmi domani?)
- Dopo sì, no, bene.
- Prima di ma, però, anzi, invece, se, sebbene.
- Per segnalare una apposizione (Carla, la madre di Guido,è molto gentile)
- Per separare una frase accidentale (Carla, a quanto si dice, è molto gentile)
- RICORDA: Non si usa tra soggetto e verbo né tra verbo e complemento
oggetto.
Punto interrogativo.
- Si pone alla fine di una domanda o richiesta espresse in modo diretto.
Punto esclamativo.
- Si usa per indicare meraviglia, stupore, dolore, particolari stati d’animo o per
esprimere un ordine.
Puntini di sospensione.
- Servono per lasciare il discorso in sospeso
• perché se ne intuisce la conclusione (Smettila di urlare, altrimenti…)
• per esprimere dubbio, incertezza (Ma…non saprei…)
• Per dare maggiore risalto alla parola seguenti (io volevo dirti che…ti amo)
Segno grafico: Parentesi
- Si usano per indicare una parte non del tutto necessaria al discorso. Es. Questa
reazione chimica sprigionerà Co2 ( anidride carbonica).
Quando usare la MAIUSCOLA?
Dopo il punto fermo, il punto interrogativo, il punto esclamativo.
Per la prima parola di un discorso diretto, dopo le virgolette o la lineetta.
Con
Cognomi, nomi propri, soprannomi (Cesare)
Nomi geografici (Francia)
Nomi di festività (Natale)
Nomi di corpi celesti quando indicano il pianeta o la stella (il Sole)
Nomi di popoli quando non hanno funzione di aggettivo (i Romani)
Nomi di piazze, vie, monumenti (piazza Libertà)
Titoli di opere letterarie, cinematografiche e dei periodici (Zanna Bianca; La
Stampa)
• Nomi di secoli, epoche storiche e correnti artistiche (il Duecento, il
Risorgimento)
- Signore, Signora e tutti gli aggettivi e i pronomi personali riferiti al destinatario nell’uso
burocratico e commerciale (In riferimento alla Sua lettera, Le chiediamo di inviarci il n.
del Suo codice fiscale…)
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