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048_072_ORTOGRAFIA
18 02 2005
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L’ortografia in breve
• Le principali regole ortografiche riguardano l’uso:
– di cu / qu
cuore, cuoco, circuito, quadro, equitazione;
– di cqu / ccu / qqu
acqua, accumulo, taccuino, soqquadro;
– di qu / gu
qualità, quaderno, guida, quiz, guizzo, quanto, guanto;
– di ni / gn / gni
niente, genio, Campania, gnocco, segno, ingegnere, compagnia, sogniamo;
– di mp / mb
stampa, rompere, bambino, ombrello;
– di li / gli
liana, lievito, mollica, balìa, milione, Virgilio, figlio, luglio, famiglia;
– di ce / cie
frecce, arance, camicie, farmacie, cielo, sufficiente, specie, socievole, crociera;
– di ge / gie
piogge, spiagge, valigie, ciliegie, bugie, effigie, raggiera, igiene;
– di sce / scie
scena, scende, scienza, coscienza, usciere, scie;
– della lettera h
che, chi, fachiro, sughero, ho, hai, ha, hanno, oh!, ahi!, ah!,
eh!, ohimè!;
– delle consonanti doppie babbo, spesso, applauso, sottrarre, appena, davvero, soprattutto, ebbene, neppure, piuttosto.
• Si chiama sillaba ogni gruppo di lettere che viene pronunciato con una sola emissione
di voce e che contiene almeno una vocale.
In base al numero di sillabe che le compongono, le parole possono essere:
– monosillabe
(se, lo, ma);
– bisillabe
(ca-sa, ven-de);
– trisillabe
(ta-vo-lo, mar-tel-lo);
– polisillabe
(per-do-na-re, con-si-de-re-vol-men-te).
Attenzione alla divisione delle parole in sillabe:
– per quanto riguarda le vocali: u-so, a-la, au-la, fiu-me, a-iuo-la, pa-u-ra, po-e-ta, e-ro-e.
– per quanto riguarda le consonanti: la-vo-ro, ris-sa, sce-na, fi-glio, scioc-co, mol-to, cam-po, que-sto,
o-sta-co-lo, i-nu-ti-le, di-sar-mo, tran-so-ce-a-ni-co.
• Si chiama accento tonico la forza o elevazione del tono della voce su una sillaba della
parola. A seconda della sillaba su cui cade l’accento, le parole possono essere:
– tronche
(città, gettò);
– piane
(amica, cavallo);
– sdrucciole
(medico, circolo);
– bisdrucciole
(portamelo, visitano).
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• L’accento grafico è il segno che mostra visivamente che la sillaba è accentata. Può essere:
– grave
(città);
– acuto
(póllo);
– circonflesso
(fûro).
Attenzione all’uso dell’accento grafico: sarò, libertà, già, giù, ciò, ventitré, è, là, lì, né, sé, tè...
È vietato su qui e qua.
È utile sulle parole omografe: àltero – altèro, càpitano – capitàno, lèggere – leggère.
• Si chiama elisione l’eliminazione della vocale finale di una parola davanti a un’altra
parola che inizia per vocale.
L’elisione vuole l’apostrofo: l’albero, nell’orto, bell’uomo, quell’orso, sant’Antonio.
L’elisione è vietata nei seguenti casi: da amare, da imitare; ci ama, ci odia, ci ubbidisce; li
aspetto, le ammiro; lo iato, la iena, lo iodio, la iuta.
• Si chiama troncamento la caduta della vocale o della sillaba finale di una parola davanti a un’altra parola che comincia per vocale o per consonante.
Il troncamento non vuole mai l’apostrofo: un uomo, buon anno, bel vestito, quel film,
san Paolo, fra Cristoforo, suor Agnese, dottor Neri.
• La punteggiatura serve a riprodurre graficamente, nella lingua scritta, le pause, le interruzioni, gli stati d’animo e tutti quegli elementi espressivi che nella lingua parlata sono
dati dall’intonazione.
Segni di punteggiatura o segni di interpunzione
.
punto o punto fermo
«» “ ”
virgolette (basse e alte)
,
virgola
––
lineette
;
punto e virgola
-
trattino
:
due punti
/
barretta obliqua
?
punto interrogativo
()
parentesi tonde
!
punto esclamativo
[]
parentesi quadre
...
puntini di sospensione
*
asterisco
Dopo il punto fermo, il punto interrogativo e il punto esclamativo si usa la lettera maiuscola.
• Usi della lettera maiuscola:
C’era una volta..., Paolo disse: «Ciao», Mario Rossi, il cane Fido, la Provvidenza, la Giustizia,
Roma, Francia, Alpi, Adriatico, la Luna, il Sole, la Pasqua, il Carnevale, Dio, la Madonna,
la Croce Rossa, il Seicento, il Rinascimento, i Greci, gli Etruschi, ACI, ONU...