Etiopia - Shanthi

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Etiopia - Shanthi
Anno XXIX n. 1 - Periodico semestrale dell’A.M.I.
Spediz. In abbonamento postale art. 2 comma 20/c
Legge 662/96 Filiale di Milano Aut. del Tribunale
di Milano n. 730 del Registro Periodici 10.11.2000
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2014
viaggi di solidarietà nelle terre degli uomini
SHANTHI
ereitnorf
inimou ilged erret ellen iterges iggassap e iggaiv
in distribuzione gratuita
EDITORIALE
Lo zoo di Tripoli
IN PRIMO PIANO
ETIOPIA
Povertà, fame,
malattie... ma anche
progetti d'aiuto, scuole,
musica, favole, ricordi
e tante speranze!
Qui foto mosaico
COOPERAZIONE
I motivi che portano
AMI a scegliere
i progetti d'aiuto
internazionale
I progetti AMI
del 2013/14
CONVIVENZE
Educazione ambientale
e vacanze: un connubio
vincente
SOSTEGNO A
DISTANZA
Un caffè al giorno
per permettere a un
bambino di crescere
nel suo Paese
Si prova, ma non ci si sazia mai
del piacere del mondo!
(Proverbio abissino)
Sede Legale: via A. Moro 7 - 20090 Buccinasco (MI)
Sede Operativa: via A. Manzoni 10/4
20090 Buccinasco (MI) tel 02 45701705 /fax 02 45708630
Codice Fiscale: 97018760153
Sito internet: http://www.amiweb.org
La sede è aperta: mercoledì e venerdì sera
L’AMI “Amici Missioni Indiane ONLUS” è un’associazione di volontariato nata nel 1982.
È stata riconosciuta ufficialmente Ente Morale autorizzato all’attività nelle procedure di Adozione Internazionale con il Decreto del Ministero dell’Interno nr. 34/2000 del 06/09/2000 (cfr: http://www.
amiweb.it/decrem97.htm oppure Gazzetta Ufficiale del 21/7/97 rif. n. 97A5684).
L’AMI è stata fondata nel 1982 per iniziativa di un piccolo numero di famiglie adottive, allo scopo di
inviare beni di prima necessità nelle Missioni Indiane gestite dalle Suore di Carità delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa.
Dopo i primi anni di attività, che hanno visto incrementarsi sensibilmente il numero dei soci, AMI ha riorganizzato la propria attività focalizzando le iniziative principalmente in tre settori:
Chi Siamo
ADOZIONE INTERNAZIONALE
AMI è un ente autorizzato a svolgere tutte le attività nelle procedure di Adozione Internazionale, dall’accoglimento della coppia avente già il decreto di idoneità fino al completamento di tutto l’iter adottivo.
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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
AMI sviluppa progetti di cooperazione internazionale, da sola o con altre organizzazioni, attraverso l’invio di materiali (vestiario, medicinali ecc.) e di contributi finanziari per la costruzione e il mantenimento di
asili, scuole, dispensari, case per la popolazione locale, implementazione di piccole attività produttive,
sviluppo e realizzazione. Collabora in progetti co-finanziati dalla Commissione Adozioni Internazionali.
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SOSTEGNO A DISTANZA
AMI promuove e realizza il sostegno a distanza (comunemente chiamata adozione a distanza) di minori in stato di bisogno. L’obiettivo è di avvicinare famiglie, gruppi e singoli a bambini e bambine che
necessitano di sostegno economico per proseguire gli studi nel proprio Paese; mediante interventi individuali di istruzione si pongono anche le basi per la crescita delle comunità locali.
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Quote associative annuali:
Socio ordinario: € 60,00
Socio sostenitore: € 5,00 (senza alcun limite)
Sponsorizzazioni: € 180,00
Le nostre zone
Bergamo:
Castel San Giorgio (SA):
Limena (PD):
La Spezia:
Mantova:
Piacenza:
Roma:
Stiava (LU):
035.713916
081.951504
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06.70453637
0584.970071
Modalità di versamento dei contributi
Per bonifici relativi a: pagamento quote sociali, quote adozioni a distanza,
donazioni, contributi per la realizzazione di progetti, ricavi mercatini e feste
• C/C bancario intestato a: Amici Missioni Indiane ONLUS
Deutsche Bank – Ag. D via Pirelli, Milano
IBAN IT62 G031 0401 6040 0000 012 663
• C/C bancario intestato a: Amici Missioni Indiane ONLUS
Banca Intesa San Paolo – Ag. 2140 via Pirelli, Milano
IBAN IT54 N030 6909 5480 0000 8724 189
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Via A.Moro 7– 20090 Buccinasco (MI)
n°Conto 20216206 • ABI 07601 • CAB 01600 • CIN P
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Per bonifici relativi a: conferimento
del mandato, quote referente estero, spese di traduzione e documenti, partecipazione a corsi pre o post
adozione, e altro inerente l’adozione Internazionale contattate il Vostro
referente in AMI.
Lo zoo di Tripoli
EDITORIALE
di Paolo Tortiglione
[email protected]
Poco tempo fa mi trovavo in Turchia per una visita accademica, quando sul volo di rientro mi capita
di conoscere una cooperante di una ONG che aveva da poco finito il suo anno di lavoro a Tripoli.
Nell’era della connessione globale ormai in treno
non si parla più, non si fanno più conoscenze con
gente di cui alla fine del viaggio non saprai o non
ti ricorderai mai il nome (salvo quelli che vi hanno
trovato il compagno o compagna della loro esistenza), non ci si racconta più la vita... tutti sono attratti dagli smartphone, tablet e mail, e paradossalmente l’aereo rimane ancora l’unico posto dove
internet, almeno per qualche ora, non ti raggiunge!
Questa giovane, circa trentenne, stava rientrando a
casa, in Italia, dopo circa 12 mesi passati a Tripoli senza sosta, ma nelle sue parole si sentiva ancora l’emozione di un periodo trascorso in trincea. Nei
suoi occhi riviveva le immagini di queste immense
folle di migranti provenienti dall’Africa subsahariana. Esseri umani allo stremo, senza alcuna speranza e senza ormai più patria…
Il suo racconto, reale e vissuto, che ha mosso questo
editoriale, partiva dalle esigenze di cercare di fare
qualcosa per queste persone, tramite progetti, aiuti, cooperazioni internazionali di ONG che si dedicano a questo. Ma alla fine, per quanti proget-
ti si possano fare, è sempre una goccia nel mare...
per non considerare tutta la corruzione locale che
si nasconde dietro tanti di questi progetti. Tantissimi migranti giungono in Libia dal Somaliland
(in pratica una “repubblica” non riconosciuta dall’
ONU) di conseguenza senza alcun documento valido a fare alcunché o ad andare da nessuna parte. Attraversano Somalia, Etiopia, Sudan e Chad.
Partono a decine di migliaia. Moltissimi muoiono di stenti o ammazzati lungo il viaggio. Vi arrivano ogni giorno a decine e decine, dopo aver fatto
viaggi di mesi nei doppifondi di un TIR, o in condizioni da bestie. “Sono talmente tanti i migranti
africani arrivati in Libia con l'intenzione di raggiungere l'Europa che lo zoo di Tripoli è stato trasformato in un centro di raccolta.” È quanto scriveva tempo fa il "Guardian" inglese, precisando che
a fronte del sovraffollamento dei 22 centri per rifugiati, lo zoo, chiuso dal 2011, viene ora usato per
accogliere i migranti raccolti nelle strade. E questi
migranti si affollano poi la mattina su alcune strade dove vengono presi da avventori e da furgoni che
li portano nei pozzi di petrolio o di gas a fare lavori che nemmeno un animale forse farebbe, senza alcuna garanzia, senza la certezza di poter tornare.
Ma non c’è scelta. Mi raccontava che salire su un
SHANTHI
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SHANTHI
barcone di quelli che portano in Italia costa almeno
1000 euro, e per gente che non ha nulla, la maggior parte, e che a fine giornata, se va bene, avrà
solo un piatto di riso, la cifra è un sogno e il salire sul barcone un sogno ancora più grande. Per cui
si accontentano. Alla Libia, dice, pare queste persone servono, sono carne da macello, schiavi senza
patria, senza nome, senza alcun diritto, senza ambasciata, senza passaporto. I più fortunati portano
con loro un trapano, qualche attrezzo, qualche vanga... Avranno, solo loro misero attrezzo, qualche
possibilità in più di essere presi dalle strade e portati in questi posti di lavoro. Hanno una speranza.
La guerra tra di loro è continua, si guarda alla sopravvivenza, di tanto in tanto passa la polizia libica che ne prende un po’ e li mette in centri di raccolta che sono peggio di uno zoo. Ma cosa fa di fatto
la polizia libica? C’è poco da girarci attorno: vengono venduti a trafficanti. E, dato lo stato in cui si
trovano, c’è da crederci, meglio essere venduti che rimanere nelle prigioni libiche.
Invito tutti a guardare il film “Come un uomo sulla
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terra”. È un grido, una denuncia che arriva dal deserto e che non è ancora arrivata alla maggior parte noi. Si trova ormai anche su Youtube in versione integrale, facilmente recuperabile. È di qualche
anno fa ma documenta in modo oltre che reale, raccontato dalla viva voce dei migranti, lo stato delle
cose prima della guerra libica e soprattutto cosa fa
e ha fatto questa polizia libica. Continuando il suo
racconto, la ragazza però riferiva che a oggi la situazione è solo peggiorata, dopo anni e anni, nessun miglioramento. È di questi giorni la notizia che
i nostri carabinieri hanno finito di addestrare la
polizia libica, per la fase del dopo rivolta. Non c’è
che da sperare che sia in atto un vero cambiamento e una nuova sensibilizzazione. E, nel caso non
lo fosse, che si faccia tutti noi uno sforzo a considerare queste persone come tali, non come migranti.
Non trattiamoli così, nudi e senza dignità, come si è
ben visto in televisione poco tempo fa con le immagini nel centro di accoglienza di Lampedusa.
Non sono i nuovi animali dello zoo di Tripoli.
Per inviare lettere, commenti,
osservazioni… potete scrivere a
[email protected] o all’indirizzo:
A.M.I. Redazione Shanthi,
Cascina Robbiolo, Via A.Moro, 7
20090 Buccinasco (MI)
In questo numero...
Viaggi di solidarietà
nelle terre degli uomini
Shanthi Frontiere
Anno XXIX - n. 1
Periodico semestrale dell’A.M.I.
Spedizione in abbonamento
postale art. 2 comma 20/c
Legge 662/96 Filiale di Milano
Autorizzazione del Tribunale
di Milano n. 730 del Registro
Periodici 10.11.2000
Direttore responsabile:
Paolo Tortiglione
[email protected]
Redazione:
Giovanni Bassi, Chiara Biraghi,
Flavio Brognoli, Chiara Romano,
Fabiana Polese
pag. 1 EDITORIALE
Lo zoo di Tripoli
di Paolo Tortiglione
pag. 4 LETTERE & TESTIMONIANZE
La Giordania per i profughi siriani di Massimo Rossi - Vento di Terra
IN PRIMO PIANO ETIOPIA
pag. 6 Viaggio a Dankal (Etiopia)
pag. 8
pag. 12
di Rosa Tonutti, viaggiatrice, con Argonauti Explorers ha partecipato a progetti di conoscenza
e solidarietà in Sud Sudan
Etiopia: uno dei paesi più poveri al mondo
di Chiara Biraghi, assistente sociale, scrive su Pensieri Sociali
Una fame... nera
di Chiara Romano, Laureata in diritto internazionale, appassionata di diritto umanitario
e cooperazione, scrive per passione
pag. 14 Come sono nate le scuole di Fonko e Lereba
di Massimo Bocale, viaggiatore appassionato e instancabile, fotografo e autore di libri e documentari
su... tutto il mondo!
pag. 18
IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... MEDICINA
Etiopia: i rischi per la salute del bambino
di Dott.ssa E. Salvatici, Dott.ssa C. Paramithiotti, Dott.ssa R. Arancio, Dott.ssa M. Crosa,
Prof. Marcello Giovannini, Equipe Clinica Pediatrica Osp. S.Paolo, Università degli Studi di Milano
IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... MUSICA
pag. 24 La nuova realtà della musica etiope
di Cristian Maddalena, giovane musicista del Lazio
Hanno collaborato
a questo numero:
R. Arancio, Camilla Baldina,
Giovanni Bassi, Chiara Biraghi,
Massimo Bocale, Flavio Brognoli,
Martina Brusa Cecilia Cremonesi, M.
Crosa Marcello Giovannini, Alfredo
Lazzeri, Cristian Maddalena, C.
Paramithiotti, Chiara Romano,
Isabella
Ronchieri,
Massimo
Annibale Rossi, Rosa Tonutti, Saverio
Tosato, E. Salvatici, Alessia Vecchio,
Stefano Zoia
AMI Gruppo Veneto e AMI Gruppo
Versilia
IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... CUCINA
pag. 32 Una cucina per tutti i gusti
di Flavio Brognoli, padre adottivo, cuoco per passione, è con AMI dal ‘94, è responsabile degli aiuti
foto di copertina:
Paolo Tortiglione
EVENTI
pag. 33 Feste, incontri e…
Le vignette di pp. 9 e 37
sono di Flavio Maracchia
Il disegno di p. 28 è di Chiara Vecchio
Grafica e impaginazione:
Imagidea.it
Stampa:
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tel. 0377.452057 - [email protected]
Sede A.M.I. e redazione Shanthi
Cascina Robbiolo Via A. Moro, 7
20090 Buccinasco (MI)
tel./fax 02.4501705
pag. 26
IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... ADOTTARE
Pensieri sull’Etiopia
di Giovanni Bassi, genitore adottivo, architetto, insegna al Politecnico di Milano ed è
appassionato di disegno
IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... TI RACCONTO
pag. 28 L’amore, la pazienza e… i baffi del leone
Favola etiope
pag. 30
IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... RECENSIONI
Abbiamo scelto per voi
di Saverio Tosato, papà di AMI-Veneto che attende suo figlio dall’Etiopia; per accoglierlo al meglio cerca di conoscere il suo Paese leggendo, guardando film e... condividendo!
gli appuntamenti di AMI, AMI - Veneto e AMI - Versilia
CONVIVENZE
pag. 34 Alla scoperta del parco delle Alpi Apuane
di Alfredo Lazzeri, coordinatore del U.O.C Valorizzazione Territoriale del Parco Regionale delle Alpi Apuane;
Isabella Ronchieri, specialista in attività di Educazione Ambientale U.O.C Valorizzazione Territoriale del Parco Regionale delle Alpi Apuane
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
pag. 36 Pensare i progetti di sviluppo...
di Flavio Brognoli
pag. 38 I progetti AMI 2013/14
pag. 44 Bilancio dell'associazione
SOSTEGNO A DISTANZA
pag. 47 Un sostegno davvero... speciale!
di Martina Brusa, laureata in Design degli interni, ha sempre avuto nel cuore anche il sociale. Da qualche tempo ha maturato la convinzione di voler conseguire un’altra laurea in Scienze dell’educazione;
Camilla Baldina, sorella adottiva, laureata in Scienze del servizio sociale, sta ora svolgendo la
magistrale in Politiche e servizi sociali per le famiglie, i minori e le comunità
pag. 49 SOSTIENIMI
a cura di Cecilia Cremonesi
LETTERE
&
TESTIMONIANZE
Dedichiamo questo spazio alle lettere e testimonianze inviate alla redazione.
Accoglieremo segnalazioni di esperienze interessanti, in linea con gli obiettivi
AMI, ma anche argomenti che riterrete importante segnalarci e brevi comunicazioni.
[email protected]
La Giordania per i profughi siriani
La ONG Vento di Terra ci informa sempre in modo puntuale
e prezioso di realtà che abbiamo deciso di non ignorare.
SHANTHI
Sono quasi 2.500.000 le persone che hanno lasciato la Siria dall’inizio della guerra interna nel 2011,
che tutt’ora affligge il Paese, cercando asilo nei Paesi confinanti. Si tratta di uno dei più grandi esodi
di rifugiati della storia recente, a oggi non ancora
terminato.
I numeri sono sempre più allarmanti: si contano
più di 100.000 morti e 2 milioni di rifugiati, di cui
1 milione bambini. Oltre il 97% dei rifugiati siriani vengono ospitati dai Paesi confinanti e questo
comporta un peso non indifferente sulle infrastrutture, l’economia e la società dei Paesi stessi.
Secondo l’UNHCR i rifugiati siriani in Giordania sono 591.922 (stima aggiornata al 4 Febbraio 2014).
La maggioranza dei rifugiati si trova nella parte
Nord del Paese, con una particolare concentrazione
nel Governatorato di Mafraq (195.564 persone),
Irbid (129.837 persone), Amman (147.348 perso-
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ne) e Zarqa (50.764 persone).
La maggior parte dei “richiedenti” non ha preso
posizione durante il conflitto. Ha dal principio vissuto la guerra come una calamità, un evento esecrabile che presto avrebbe avuto fine. Descrivono le due
parti in lotta come ugualmente frammentate e parimenti spietate. Le emigrazioni sono avvenute a ondate, ma la maggioranza ha resistito finché le case
non sono state colpite.
I primi “richiedenti” sono giunti all’inizio del 2012,
trovando una calda accoglienza. Il problema è che
in breve un rivolo si è trasformato in torrente, quindi in un fiume in piena. Ora la Giordania, la cui
popolazione di 6,3 milioni è per il 60% di origine
palestinese, ospita quasi 600 mila rifugiati siriani.
Il Governo Giordano ha mantenuto sino ad ora la
sua politica di frontiere aperte, e i rifugiati continuano ad arrivare con un flusso stimato attorno
alle 1.000 nuove persone al giorno.
I siriani in Giordania non posseggono il privilegio
d’esser profughi e sono censiti dall’Onu - ma non
dal governo - come “richiedenti asilo”.
Malgrado lo sforzo umanitario sia considerevole,
non è in grado di soddisfare i bisogni di base dei
profughi e le persone che vivono nelle host communities sono decisamente più svantaggiate dei residenti nel campo di Zaatari.
Vento di Terra ha deciso di intervenire a sostegno
dei profughi siriani in Giordania. In questi mesi
sta realizzando un lavoro di analisi del contesto e
dei bisogni, tramite missioni del proprio staff locale nelle città di Irbid, Mafraq, Zarqua e nel campo
profughi di Zatari.
Massimo Rossi
[email protected]
SHANTHI
In Giordania sono presenti circa 550.000 profughi
siriani, di cui oltre 291.000 bambini.
Circa il 20% risiede nel campo profughi di Zaatari, nella provincia di Mafraq, al nord della Giordania, che rimane ad oggi l’unico campo attrezzato
e gestito da UNHCR. Il restante 80% è invece disperso nelle cosiddette “host communities”, concentramenti di profughi nelle città, spesso all’interno
di quartieri già affollati e degradati, sui quali ha
già pesato un’ondata di “ospiti” iracheni a seguito dell’ultima guerra del Golfo, e di immigrati egiziani. I profughi sono alloggiati spesso in appartamenti affittati e sovraffollati (con costi degli affitti
aumentati a dismisura), spesso in abitazioni di fortuna al di sotto dei minimi standard igienici e abitativi.
Molte famiglie di rifugiati senza reddito mandano
i propri figli a lavorare per garantirsi la sopravvivenza.
Secondo un recente studio condotto dall’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati nel campo rifugiati
di Zaatari, in Giordania, la maggior parte dei 680
negozi e attività impiega bambini. I risultati di un
accertamento effettuato in 11 dei 12 governatorati
della Giordania mostrano che quasi una famiglia
di rifugiati su due tra quelle prese in esame fa affidamento, in parte o interamente, sul reddito prodotto da un minore. Il rapporto dell’UNHCR evi-
denzia anche come il numero di bambini che non
vanno a scuola sia più alto di quelli che la frequentano. Più della metà di tutti i minori siriani in età
scolare che si trovano in Giordania non frequenta
la scuola.
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ETIOPIA
PRIMO PIANO
di Rosa Tonutti
Viaggio a Dankal (Etiopia)
Per cominciare... presentiamo l'ospite di questo numero
di Shanthi: l'Etiopia, un Paese che ci è "vicino" non
solo per motivi storici ma soprattutto perché è il luogo
d'origine di molti nostri figli.
Prima di approfondire, insieme ai nostri autori, i
problemi che tormentano questo Stato, di conoscerne
le tradizioni, di cercare le " tracce di AMI" su questo
territorio, proviamo a esplorarlo, almeno in parte, con
l'aiuto dei nostri "coinquilini di rivista", i viaggiatori di
Frontiere.
Emozioni forti da questa terra desolata, abbandonata dalla clemenza di un qualche dio
che protegge e vivifica: il nulla qui è prepotente e dominante, come il sole che non dà
tregua, come il vento che solleva la polvere e
gli stracci che spesso coprono le capanne. Mi
sono chiesta come il popolo Afar possa vivere:
leggi negli intensi occhi delle stupende donne e dei loro bambini la durezza del vivere
quotidiano, nelle loro tende collocate nelle
sterminate pietraie la difficoltà a gestire una
famiglia e continuare a procreare. I bambini
continuano tuttavia a sorridere, a voler giocare, incuriositi da ciò che indossiamo e da
come ci muoviamo.
SHANTHI
Danakil
Siamo nella depressione dancala e da qui risaliamo per giungere a piedi sull’Erta Ale,
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nuova faticosa meta “d’inferno”; arriviamo
che ormai è buio. Raggiungiamo la bocca del
vulcano che ci offre tutta la sua inquietudine;
ascoltiamo la sua voce, osserviamo i suoi rossi
tormenti, osservatori inermi di questa vita ribollente che ha stravolto la terra circostante.
Le pieghe di questa nera distesa di lava parlano di una terra sconvolta e difficile, come difficile è la bianca piana del sale dove centinaia di
uomini bruciati dal sole estraggono lastre che
verranno poi trasportate dai cammelli in una
sterminata e paziente processione fino alla
lontana Berahle. Anche qui colpisce la forza
e la capacità di resistere degli uomini che con
gli occhi bruciati e le mani incallite riescono a
sorridere davanti ai nostri invadenti obiettivi e
a offrirti il loro tè e un pezzo del loro pane e
dei cammelli, teneri nella loro pazienza, sfiniti
dai chilometri percorsi, ma anch’essi in silen-
ziosa attesa di ripartire. Lasci l’accecante biancore del lago salato e ancora percorri strade
a volta impossibili, fai i conti con il fango e la
sabbia che blocca anche la nostra tecnologia
e infine ti si apre un nuovo mondo fantastico,
colorato, spaventoso e affascinante: il Dallol
nella sua bellezza primordiale quasi ti spaventa e insieme ti cattura. Qui la natura sembra
essere impazzita, al culmine di una creazione
delirante e geniale. Un militare segue attento
i miei passi e avverto la sua silenziosa sollecitudine a non sostare da sola, lontano dal gruppo; all’orizzonte una sagoma armata sorveglia
la piana: siamo a 20 km dal confine eritreo,
zona ad alto rischio, dove la tensione e il pericolo li senti sulla pelle. I colori e le forme della
natura ti riprendono, cammini in un giardino
pietrificato, pozze d’acqua ribollente propongono nuovi colori, vapori odoranti di zolfo ti
ricordano che la vita è in agguato, che nulla
è fermo. Forse questo è il luogo più bello ed
emozionante che finora ho incontrato.
Etiopia in breve
Nome completo: Repubblica Federale
Democratica d'Etiopia
Lingue ufficiali: amarico, tigrino
Altre lingue: italiano, inglese
Capitale: Addis Abeba
(3.041.000 abitanti)
Forma di governo: Repubblica Federale
Indipendenza: dall'Italia 31/01/1947
Ingresso nell'ONU: 13 novembre 1945
Superficie totale: 1.127.127 km²
(acque 0,7 % del territorio)
Popolazione totale: 85.949.541 ab.
Densità: 83 ab./km²
Tasso di crescita: 2,9%
Nome degli abitanti: Etiopi
Confini: Eritrea, Gibuti, Somalia, Kenya,
Sudan, Sudan del Sud
Fuso orario: UTC +3
Valuta: Birr etiope
PIL (nominale): 42.516 milioni di $
PIL pro capite (nominale): 490 $
Prefisso tel.: +251
Inno nazionale: Whedefit Gesgeshi
Woude Henate Ethiopia
Festa nazionale: 5 maggio
Dati (2012) Wikipedia
SHANTHI
L’altopiano
Cominci a risalire e gli altopiani svelano nuovi
paesaggi, selvaggi e accoglienti insieme; giungi nel Tigray e sei nei luoghi della spiritualità. Cammini ancora ed entri nel silenzio delle
chiese scavate nella roccia che a volte nascondono piccoli capolavori di devozione religiosa:
pareti affrescate raccontano le vite dei santi,
parlano di Maria, conservano i libri sacri e
preziose croci, gelosamente custodite. Vi sono
monasteri, abbarbicati sulla montagna, che accolgono ancora monaci e anche alcune monache, anziane, che sembrano vivere di stenti,
ammalorate nel fisico. La via della spiritualità
ci porta infine alla Gerusalemme dei cristiani
copti d’Etiopia: Lalibela che contiene nel ventre della sua terra undici chiese, scavate nella roccia, tali da essere quasi invisibili se non
quando si è prossimi al baratro.
Centinaia e centinaia di pellegrini avvolti nei
bianchi shamma celebreranno insieme e per
l’intera notte il Natale copto. Difficile assistere a un’assemblea così folta di
popolo pregante, cullato e a volte addormentato da un canto ripetitivo e infinito che percorre l’intera notte in attesa, alle prime luci
del giorno, della processione dei diaconi e
chierici che in cerchio e con abiti distinti escono e circondano la chiesa di Bet Maryam, in
una danza oscillante e ipnotica, accompagnata da canti.
Ho visto pellegrini vecchi nei loro stracci chiedere la carità, altri pregare indifferenti al trambusto che li circondava, donne pregare e piangere insieme, bambini dormire avvolti in un
sacco, volti inebetiti illuminati dalla luce fioca
delle candele: un mondo a me sconosciuto,
difficile da capire agli occhi di un occidentale,
ma ho percepito la forza del loro incontro, di
corpi e di spiriti. Ricorderò questi stessi uomini e donne, il giorno seguente, ripercorrere il
lungo cammino a ritroso, lungo strade polverose ed assolate, accompagnati da un fagotto
di cenci e un po’ di pane, veri pellegrini di un
tempo da noi ormai lontano.
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ETIOPIA
PRIMO PIANO
di Chiara Biraghi
[email protected]
Etiopia: uno dei paesi
più poveri al mondo
La povertà è un segno tangibile in Etiopia, testimoniata
non solo dalle cifre riportate nell'articolo, ma anche
dal fiorire di numerosi progetti d'aiuto. Anche AMI
partecipa a questa impresa... Ma lo scopriremo nei
prossimi articoli!
Nulla è scandaloso quanto gli stracci
e nessun crimine è vergognoso quanto la povertà.
(G. Farquhar)
L’Etiopia, situata nell’Africa orientale, è considerato lo Stato africano più antico per via della
sua identità plurimillenaria e la mescolanza fra
etnie e lingue diverse, che fin dai tempi antichi
popolano quell’area.
Fondamentali i dati forniti da “Cia/The World
Factbook” per poter comprendere meglio la situazione socio-demografica di questo stato: la
popolazione totale ammonta a 96.633.458 (stimata per luglio 2014), con un tasso di crescita
del 2,89%, con un tasso di natalità pari a 37,66
nascite/1000 ab. e un tasso di mortalità pari a
8,52 decessi/1000 ab.
Significativi sono i dati inerenti all’aspettativa di
vita pari a circa 60 anni, nonché quelli riguardo
l’età media che è di circa 18, questo dato indica
come la popolazione etiope sia per la maggior
parte giovane.
SHANTHI
Alla luce di questi dati si evince che la fetta più
ampia di popolazione è in età scolastica, tuttavia il tasso di alfabetizzazione è solo del 39% e
l’aspettativa di “vita scolastica” è di soli 7 anni,
mentre il 53% dei bambini fra i 5-14 anni lavora. Dai dati 2011 sull’Etiopia elaborati dall’Unesco, nel Southern Nations and Nationalities
Peoples Regional State (SNNPRS), emerge un
quadro preoccupante: il 30% dei bambini dai
7 ai 16 anni non ha mai frequentato la scuola,
il 21% dei giovani dai 17 ai 22 l’ha frequentata
per meno di 2 anni, il 39% per meno di 4.
A causa delle numerose guerre civili che devastano il paese, le ricorrenti siccità e nonostante le politiche di liberalizzazione, la situazione
economica etiope è ancora da considerarsi
molto fragile, infatti l’Etiopia è ritenuto uno dei
paesi più poveri al mondo, secondo le statistiche ISU (Indice di Sviluppo umano) si trova al
173° posto (su 186) nell’anno corrente.
Le condizioni alimentari del paese non sono
accettabili, in quanto, l’incertezza alimentare
colpisce la gran parte della popolazione che
vive con circa un dollaro statunitense al giorno,
basandosi su una precaria attività di agricoltura
8
... il 30% dei bambini dai 7 ai 16 anni
non ha mai frequentato la scuola...
ed allevamento.
Anche la Sanità versa in condizioni critiche, dai dati
diffusi dal Ministero
della Sanità Etiope e
dall’OMS (Organizzazione Mondiale
della Sanità) le cause sono legate alla
presenza di infezioni prevenibili e deficienze nutrizionali.
Le malattie trasmissibili rappresentano fra
il 60 e l’80 per cento dei
problemi sanitari del Paese. Altri elementi che aggravano la situazione sono la difficoltà
nell’accesso all’acqua potabile (solo per il
42% della popolazione) e all’assistenza sanitaria (0,18 posti letto ogni 1000 abitanti – Dati
CIA World Factbook), e infine la spesa per la
salute è pari al 3.9% del PIL. Le strutture sanitarie sono dei piccoli centri di salute ciascuno dei
quali deve occuparsi in media di circa diecimila persone. Gli ospedali veri e propri sono 143,
cioè un ospedale ogni 1.8 milioni di abitanti. I
medici sono 1.806, ossia uno ogni cinquantaseimila abitanti. Le principali cause di morte sono
le malattie infettive, come la malaria e la lebbra,
e sessualmente trasmissibili.
Per tutti coloro che appartengono ai cosiddetti paesi “civilizzati” e industrializzati, i dati
emersi e le condizioni di vita degli etiopi (e
di tante altre popolazioni) possono sembrare incredibili, il numero sempre maggiore di
progetti a favore di queste persone e queste
problematiche, invece, sottolinea quanto grave sia la situazione in diverse aree del mondo.
Bambini, adulti, anziani, gli esseri umani in
ogni parte del mondo in cui si trovano, devono poter godere di tutti i diritti sanciti dalla
“Dichiarazione Internazionale dei diritti umani”, poiché è fondamentale non privare una
persona della sua dignità. SHANTHI
I dati riportati sono sicuramente allarmanti,
ma i progetti attivi per sostenere questo paese
sono numerosi e riguardano l’area sanitaria,
socio – educativa e sviluppo agricolo.
Il primo da menzionare è la firma del “Nuovo Programma Paese 2013 - 2015” da parte
dell’ex Vice Ministro agli Affari Esteri, Pistelli,
in una sua visita presso la capitale Addis Abeba
nel maggio 2013. Questo “Nuovo Programma
Paese” prevede due settori di sviluppo, quello
agricolo e quello dei servizi di base: istruzione, sanità e igiene.
Il progetto “Bosco Children 1 e 2” che mira
alla prevenzione e alla riabilitazione dei ragazzi di strada. Fenomeno in forte aumento
in Etiopia causato dalle gravi condizioni di
povertà in cui gravano le famiglie. Attraverso
la scuola, la formazione professionale in un
clima di condivisione, il progetto si prefigge
di recuperare i ragazzi, dando loro la possibilità di imparare un mestiere. Presso il Centro
di Bosco Children è possibile sia imparare un
mestiere per pernottare, i posti, però, limitati hanno portato alla costruzione del Centro
“Bosco Children 2” che consta di otto dormitori, dodici aule per la scuola, quattro workshop, teatro, lavanderia, refettorio, cucine e
uffici. “Bosco Children” è un
progetto che vuole superare
le logiche dell’assistenzialismo e fornire concretamente gli strumenti
per la crescita e l’educazione dei ragazzi
facenti parte del
progetto, restituendo loro anche la dignità di “persona”.
Un altro interessante
progetto è “E9 Centro
Blein” che propone attività di alfabetizzazione
per adulti e bambini, promozione dell’inserimento nel
sistema scolastico e orientamento
al lavoro per i giovani. Diverse sono le skills
acquisite, dalle lingue all’informatica, all’acquisizione di capacità per lo svolgimento di un
lavoro. Il Centro Blein, però, non si esaurisce
con l’offerta formativa ed educativa, perché
offre anche soluzioni ai problemi legati alla
sanità, a problemi psico sociali, economici e
di igiene e favorendo lo sviluppo di comunità.
Immancabile è “Medici Senza Frontiere” che
è presente in Etiopia dal 1985 impegnandosi
a garantire accesso gratuito alla cure sanitarie
di base, accesso ai servizi pre e post natali, monitoraggio delle emergenze ed infine, grazie
alle sue unità cliniche mobili, ha raggiunto le
aree più remote del paese offrendo in media
366 consultazioni al mese.
Il progetto idrico nei distretti di Halaba e
Shashaman finanziato dal Ministero degli Affari Esteri, nel luglio 2013, con l’obiettivo di
migliorare l’accesso a fonti d’acqua sicura e
ai servizi igienico e sanitari di base. Sono stati
costruiti pozzi, è stata aumentata la distribuzione idrica presso i servizi sanitari, maggior
accesso alle latrine e sono stati fatti corsi di
formazione per la manutenzione tecnica.
9
ETIOPIA
PRIMO PIANO
di Chiara Romano
[email protected]
Una fame... nera
La fame nel mondo e in Etiopia
Una panoramica attenta sulle cause e gli sviluppi del
problema della fame in Etiopia, nel panorama più vasto
del continente africano.
SHANTHI
C’è abbastanza cibo nel mondo perché tutti
ricevano l’alimentazione necessaria per vivere
una vita sana e produttiva.
Ripeto: c’è abbastanza cibo nel mondo perché
tutti ricevano l’alimentazione necessaria per vivere una vita sana e produttiva.
Incredibile, dati alla mano.
Circa 842 milioni di persone affamate respirano, in questo momento, nel mondo. 842 milioni di persone, per render chiaro il concetto,
sono l’equivalente della popolazione di USA,
Unione Europea e Giappone messe insieme.
Questo significa che, in questo momento, nel
mondo, una persona su otto ha fame; non un
languore, non voglia di qualcosa di buono,
fame.
Nel nostro mondo 100 milioni di bambini soffrono gli effetti della malnutrizione e per 2,5
milioni di loro ogni anno, questa, è causa di
morte.
2,5 milioni l’anno significa 35.000 al giorno.
35.000 bambini al giorno muoiono nel mondo
perché non hanno di che mangiare.
10
Tra il 1970 ed il 1997 il numero di persone affamate nel mondo fu drasticamente ridotto da
959 a 791 milioni. Purtroppo questo incredibile traguardo è stato nuovamente superato... a
marcia indietro quando, dal 1997, il numero
degli affamati ha ripreso ad aumentare al vertiginoso ritmo di quasi 4 milioni l’anno.
Tra il 2001 e il 2003, il numero di persone malnutrite nel mondo è arrivato a 854 milioni. Gli
ultimi dati testimoniano che, per la prima volta
dopo 15 anni, il numero di persone che soffre
la fame nel mondo è iniziato nuovamente a calare: da 1,02 miliardi nel 2009 a 925 milioni nel
2010; fino ad arrivare a 870 milioni nel 2012 ed
842 milioni, infine, nel 2013.
Vivendo in un mondo in cui ci sarebbe abbastanza cibo per garantire a tutti l’alimentazione
necessaria a vivere una vita sana e produttiva, è
aberrante come fame e malnutrizione rappre-
sentino, a livello mondiale, una delle più diffuse cause di morte. Drammaticamente ironico
notare, sul rovescio della medaglia, che circa
8.2 milioni di persone muoiono di cancro ogni
anno nel mondo e circa 17 milioni di malattie
cardiache. Bisognerebbe riflettere sul fatto che
entrambi questi disturbi, che sono le principali cause di morte dei tempi moderni nei paesi
sviluppati, sono, nella quasi totalità dei casi,
dovuti al fatto che chi, potendo mangiare tutto, avendo a disposizione ogni cibo prodotto
sulla faccia della terra, ne faccia uso eccessivo,
sbilanciato o scorretto. Drammaticamente ironico, come dicevo.
Oltre metà della popolazione
etiope vive con meno di un dollaro al giorno; come un nostro
caffè...
L’Africa purtroppo è un continente in preda
alla fame. Qui, gli affamati arrivano ad essere
1 persona su 4.
Nell’Africa sub-sahariana, dove vive la maggior
parte di questi, si registra un dato davvero allarmante: il tasso degli affamati si è alzato del 2%
ogni anno dal 2007 a oggi.
Ci sarebbe da chiedersi se la fame, che striscia
e miete vittime in Africa come in altre parti del
mondo, sia una piaga selettiva che colpisce a
sua discrezione alcuni lasciando illesi gli altri...
O se, come qualcuno potrebbe ipotizzare,
questa fame sia qualcosa di millimetricamente pilotato dall’uomo, ovvero dalle politiche
che governano le riserve di cibo e le economie
mondiali.
Certamente le caratteristiche climatiche di un
luogo, come anche il livello di civilizzazione e il
contesto politico, incidono fortemente sulla situazione alimentare dello stesso. Tuttavia, non
possiamo accontentarci di questo per spiegare
il fatto che ogni anno milioni di bambini mal-
nutriti e denutriti muoiono e milioni di padri e
madri sono costretti a soffrire la fame loro stessi, nel tentativo di far sopravvivere i propri figli.
Contrariamente a quanto generalmente si creda, meno dell’8 per cento degli affamati lo è
per effetto di un’emergenza. La fame è molto
più da considerarsi un elemento radicato in alcuni luoghi, difficile da debellare a causa dei
complessi meccanismi e dell’intricato concatenarsi dei fattori che lo reggono.
Ogni singola scelta è dettata
dalla fame.
Il fattore principale nel determinare la carestia
in Etiopia sta nella povertà endemica. La popolazione ha a stento, nel quotidiano, mezzi sufficienti per sopravvivere. La capacità di reagire
ad uno shock, con prospettive a breve e lungo
termine, detta anche resilienza, non appartiene ad una popolazione che sopravvive a stento
SHANTHI
Essere affamati in Etiopia
L’Etiopia si trova nel Corno d’Africa e ha una
popolazione di più di 67 milioni di persone
delle quali l’84% vive in zone rurali.
Oltre metà della popolazione etiope vive con
meno di un dollaro al giorno; come un nostro
caffè, sì.
L’economia etiope è quasi esclusivamente basata sull’agricoltura: il 60% delle esportazioni
e l’80% degli impieghi sono legati all’agricoltura. Il governo etiope incentiva fortemente le
esportazioni poiché le vede come mezzo per
colmare i debiti con i paesi esteri. Tali debiti
sono stati per la maggior parte contratti al fine
di comprare armi da utilizzare nei vari conflitti
e guerre civili che hanno coinvolto questa nazione.
La fame è un problema in Etiopia; è un problema che si fonda su ragioni climatiche, politiche
ed economiche.
Questo paese ha visto diverse carestie, in parti-
colar modo, si ricorda come devastante quella
verificatasi dal 1983 al 1985.
Se ci si chiede quale sia il motivo di queste carestie, la risposta più semplice, nonché supportata da evidenze tangibili, è quella legata alla
situazione climatica. La scarsità delle piogge
e la conseguente siccità rappresentano, ovviamente, una minaccia per il buon andamento
dei raccolti; essendo questi la fonte principe,
se non unica, per il sostentamento della popolazione, una volta compromesso il raccolto si
compromette la sicurezza alimentare in toto.
C’è da dire, però, che lunghi periodi di siccità
si verificano in diverse parti del mondo senza
determinare gli stessi, catastrofici, effetti sulla
situazione alimentare. Ed ecco perché, nonostante la mancanza di piogge giochi un ruolo
cruciale, questa non possa essere considerata
l’unica causa delle frequenti carestie.
11
SHANTHI
in situazioni normali.
La popolazione etiope, al dilagare di una carestia, reagisce vendendo i propri attrezzi, le
proprie terre, mandando a lavorare i propri figli o peggio vendendoli, e mangiando sempre
meno. Questo popolo straziato diventa, così,
sempre più debole e sempre meno in grado di
provvedere al proprio sostentamento; sempre
meno in grado di fare scelte logiche basate sul
lungo periodo, che portino a un miglioramento e consolidino una capacità di autosostenersi. Nessuno, in queste condizioni, sarebbe in
grado di pensare al futuro, al domani. Ogni
singola scelta è dettata dalla fame.
12
Avete mai sentito parlare di commercio equo e
solidale? Suppongo di sì. Si tratta di un sistema
che incoraggia i piccoli e medi produttori dei
paesi in via di sviluppo a esportare, pagando
loro un compenso giusto e commisurato al ricavo che si otterrà nei paesi sviluppati, che importano il prodotto per poi commercializzarlo.
Ecco. Il commercio solidale esiste certamente
anche in Etiopia dove però, nonostante questa
eccezione, impera un sistema di commercio
fortemente iniquo nei confronti della forza
lavoro etiope, sfruttata e sottopagata spesso da
datori di lavoro giunti dall'estero a tal proposito. Inoltre, i prodotti sono per lo più comprati,
a prezzi incredibilmente bassi, da acquirenti internazionali che spingono a produrne enormi
quantità da esportare (prevalentemente caffè), riducendo al minimo la parte dei raccolti
destinati al sostentamento della popolazione.
Per altro, in Etiopia la popolazione non è proprietaria della terra che coltiva. Questa viene
assegnata dal Governo sulla base del numero
dei componenti della famiglia per poi esser ridistribuita ogni pochi anni. Ogni volta che la
terra è ridistribuita, sempre più persone partecipano alla distribuzione, e questo, chiaramente, comporta una diminuzione della fetta pro
capite.
Come se non bastasse, dover sfruttare un sempre più piccolo appezzamento per produrre
quanto necessario, porta a una degradazione
della terra che, iper-sfruttata, risulta sempre
meno fertile e produttiva.
Dal punto di vista istituzionale i problemi non
mancano. Circa 7 milioni di etiopi ricevono sostegno in termini alimentari da parte del Governo, ma la distribuzione del cibo è purtroppo fortemente politicizzata.
Infrastrutture pressoché inesistenti ed una lacunosa gestione delle risorse (gli aiuti spesso
arrivano in aree dove non sono necessari e diventano un surplus che non viene reindirizzato
andando sprecato), purtroppo, contribuiscono ad acutizzare il problema fame.
Circa 600.000 persone furono
prelevate dai militari e costrette, anche con la forza, a muoversi verso Sud...
Ad aggravare questa situazione già sufficientemente delicata, in Etiopia, negli anni 90, si
sono susseguiti numerosi conflitti ed il 60% del
budget nazionale è stato speso in armi e affini.
Essendo l’Etiopia un paese socialista, ha in pas-
sato ricevuto supporto economico dall’URSS.
Però, nel 1984, durante una delle più feroci
carestie che hanno colpito l’Etiopia, l’URSS
non intervenne in tal senso mentre Europa e
Stati Uniti si mostrarono riluttanti a concedere
gli aiuti. Infine, quando gli aiuti arrivarono, il
Governo non li distribuì nelle aree dove si trovavano i ribelli (che combattevano per smantellare, per l’appunto, il governo dittatoriale in
atto), ossia in quelle dove era maggiormente
necessario, ma ne trattenne buona parte e la
spese in armi per difendersi dai ribelli stessi.
Per questo il Governo fu duramente criticato a
livello internazionale come anche dai suoi sostenitori interni.
Un discutibile tentativo di risanare la situazione alimentare nel Paese venne messo in pratica dal Governo negli anni 1985 e ’86. Circa
600.000 persone furono prelevate dai militari e
costrette, anche con la forza, a muoversi verso
Sud lasciando le loro terre e le fattorie.
Molti scapparono tentando di sottrarsi al trasferimento coatto, molti altri fuggirono in seguito per tornare alle loro terre.
Diverse organizzazioni che si occupano di diritti umani e la comunità internazionale criticarono duramente queste misure, soprattutto
per il fatto che decine di migliaia di persone
morirono proprio a causa del trasferimento.
Un altro controverso tentativo del Governo
fu quello della “villagizzazione”, tuttora in
atto. Similmente a quanto previsto dal progetto descritto in precedenza, si prevedeva il
trasferimento forzato della popolazione per
convogliarla in villaggi precostituiti, nei quali
il Governo si impegnava a garantire i servizi e
le infrastrutture essenziali: acqua, scuole, assistenza medica e terre.
Visti i precedenti, il popolo etiope tende a diffidare dei trasferimenti incentivati dal Governo.
Molte persone, infatti, si sono rifiutate e si rifiutano tutt’oggi di spostarsi; in ogni caso è da
sottolineare che il Governo non ha garantito
quei servizi e quelle infrastrutture che erano
alla base della riuscita del progetto.
Nel complesso, a oggi, la “villagizzazione” ha
reso affamate più persone di quante non ne
abbia salvate. Sta prendendo piede lo strisciante dubbio che questo spostamento forzato non
fosse, neanche nei piani iniziali, mirato ad aiutare una popolazione afflitta, bensì, a destinare
alla coltivazione commerciale le terre lasciate
libere dalle persone spostate.
Si tratterebbe, per dirla chiaramente, di “land
grabbing”; pratica sostenuta da imprese estere
e multinazionali che incentivano i Governi di
paesi in via di sviluppo a lasciar loro, a un prezzo irrisorio, sempre più vasti appezzamenti, distruggendo le economie locali.
Per concludere, l’instabilità politica, la mancanza di fiducia nelle istituzioni a causa dei
reiterati soprusi e la situazione climatica contingente hanno gettato la nazione in uno stato
di collasso economico e insicurezza alimentare
dal quale impiegherà anni ad uscire.
SHANTHI
13
ETIOPIA
PRIMO PIANO
di Massimo Bocale
[email protected]
Come sono nate le scuole
di Fonko e Lereba
L’avventura che ha portato alla realizzazione delle scuole
in Etiopia di Fonko e Lereba, un viaggio che parte da una
scena di povertà e degrado per arrivare alla speranza
di un futuro più giusto per molti.
Quando nel 1992 organizzammo per la prima
volta un viaggio nella lontana valle del fiume
Omo, l’Etiopia era un paese distrutto abitato
da popolazioni che a stento cercavano di sopravvivere alle carestie provocate oltre che dalle calamità naturali anche dalla guerra civile
che da anni era combattuta contro la spietata
dittatura imposta dal sanguinario Menghistu.
In quel periodo l’Etiopia era per l’immaginario collettivo un paese difficile: di quei lontani
territori i media ci facevano conoscere solo le
tragiche guerre che vi si combattevano, le devastanti carestie e le tremende ondate di siccità
che a macchia di leopardo ciclicamente la devastavano.
SHANTHI
Durante il nostro breve soggiorno nella capitale, in quel particolare momento molto pericolosa per le troppe armi ancora in circolazione
tra i “ribelli”, una scena terrificante ci colpì
profondamente tanto da condizionare il no-
14
In un'aula della scuola di Lereba.
stro modo di osservare da quel momento in
poi il terzo mondo: alcuni bambini sudici e seminudi si contendevano con vigore e frenesia
l’acqua da bere accumulatasi in pozzanghere
lungo il ciglio della strada dopo un insperato
temporale estivo. Piegati come cani assetati
riempivano con rapidità il palmo della mano
per bere con foga: questo gesto ripetuto con
ansietà svariate volte, questo dover fare in fretta prima che il prezioso liquido fosse assorbito
dall’arido terreno ci colpì ulteriormente. No!
Esclamai rivolgendomi a Piera, mia moglie, e
continuai indignato a commentare: non è giusto che la vita di questa gente sia un continuo
supplizio, prima le carestie poi la guerra e ora
questo dover gareggiare per bere un po’ d’acqua; dobbiamo fare qualcosa conclusi.
Negli anni successivi seguirono altri viaggi che
ci portarono a visitare l’intero territorio etiope,
un territorio, per noi, ancora pieno di fascino.
Sopra, la scuola di Fonko in costruzione e la foresteria;
Sotto, Lereba: la costruzione del magazino della macina e una scuola.
Questa conoscenza ci è stata utile quando
ci dedicammo alla stesura del libro “appunti di viaggio” intitolato: Etiopia, il cuore antico
dell’Africa Nera, pubblicato nel 2003 dalla Casa
Editrice Polaris. Dopo alcuni mesi ci arrivarono alcune proposte e tra queste c’era anche quella di suor
Hirut che aveva come scopo la realizzazione
di un centro educativo per i bambini Vasai,
un’etnia poverissima che vive solo grazie a occupazioni saltuarie come guardiani o custodi
di animali nel territorio di Hosanna, una città
a circa 240 chilometri a sud di Addis Abeba
e luogo ideale per concretare questo nostro
antico sogno di solidarietà.
La combinazione vincente è
stata: la voglia di fare qualcosa
per gli altri, l’amicizia con suor
Elisa e con Silvano Caldana e
una discreta dose di fortuna.
Nel maggio 2011, dopo un’attesa durata tre
lunghi anni, a Lareba è stato realizzato, grazie
alla partecipazione di altre associazioni, il pozzo che fornisce acqua potabile anche all’intero
villaggio. La trivella giunta da Addis Abeba ha
dovuto perforare circa 250 metri di roccia durissima prima di raggiungere un eccezionale
bacino fossile che, secondo le analisi chimiche
fatte nella capitale fornirà acqua minerale di
ottima qualità per centinaia d’anni.
SHANTHI
Nel dicembre del 2005 in occasione di un
invito a pranzo nella missione di suor Elisa,
una straordinaria suora della “Congregazione delle Suore della Divina Provvidenza di
Piacenza” e missionaria in Etiopia dal 1973,
raccontammo delle nostre varie esperienze di
viaggio, della stesura del libro e di quei primi
turbamenti vissuti nel lontano 1992 e di quelli
che numerosi si susseguirono negli anni. La
informammo, inoltre, del nostro desiderio
di donare i diritti d’autore che avevamo fin lì
incassato dalla vendita del libro per fare qualcosa d’importante e duraturo per i bambini
poveri ed emarginati dell’Etiopia (una scuola,
un pozzo o un centro sportivo) ma anche per
contraccambiare quanto l’Africa ci aveva dato
e insegnato in quegli anni. La sollecitammo
pertanto di trovare il luogo più adatto e bisognoso. Raccontai questa emozionante novità a Silvano
Caldana (Presidente dell’AMI e mio carissimo
amico) chiedendogli un contributo finanziario e, vista la sua esperienza, anche un aiuto
tecnico.
Seguirono vari incontri con altre associazioni
per cercare altri sponsor finché il 20 novembre 2006 l’AMI raccoglie dalla C.A.I. (Commissione Adozioni Internazionali – Presidenza del Consiglio dei Ministri) un importante
finanziamento grazie al quale nel gennaio del
2007 è iniziata la costruzione della scuola di
Fonko e nel dicembre dello stesso anno quella di Lereba.
Nel frattempo Suor Hirut ottenne dai comuni di Fonko e Lereba due bellissimi appezzamenti di terreno adatti a ospitare le due piccole scuole.
15
I Vasai
I Vasai sono una minoranza etnica che vive nel
sud dell’Etiopia, nel distretto di Hosanna. Dal
XVI secolo hanno vissuto lavorando la ceramica, la falegnameria e la concia, tramandando
solo oralmente la loro arte e i loro modelli
educativi di generazione in generazione senza
creare una vera scuola.
Per curare le malattie fanno ricorso, ancora
oggi, alla medicina tradizionale e alle pratiche
magiche sostenute dagli sciamani.
Piera dipinge un'aula di Lereba.
Ora le due scuole sono gestite dall’associazione “Bright Vision Hope Village and Community Development”, una onlus fondata dall’ex
suora Hirut la quale, con fondi raccolti presso altre associazioni, ha realizzato a Fonko la
palazzina foresteria (formata da due camere
con bagno) e a Lereba un capannone con mulino elettrico per macinare i cereali. Con i volontari locali ha, inoltre, costruito un pollaio
e impiantato un orto per produrre il cibo necessario a sfamare i bambini delle due scuole.
SHANTHI
Questa in breve è la storia delle scuole di Fonko e Lereba. Ora molti si chiederanno quale sia stato il segreto del buon esito? Nessun
mistero ha guidato quest’avventura. La combinazione vincente è stata: la voglia di fare
qualcosa per gli altri, l’amicizia con suor Elisa
e con Silvano Caldana e una discreta dose di
fortuna.
16
Massimo all'inaugurazione della scuola di Fonko.
I Vasai soccombono senza riuscire a dimostrare la loro identità sociale e i loro talenti.
L’arte della ceramica consentiva, fino a una
trentina d’anni fa, di avere guadagni sufficienti
a vivere ma da quando le moderne tecnologie
hanno sostituito i classici utensili in terra cotta
e l’attività tradizionale non è più remunerativa
si è verificato un pesantissimo impatto sull’economia del gruppo e sulla qualità della loro vita.
Oggi più del 99 per cento dei Vasai non ha
un’istruzione. Nei loro villaggi, formati da
scalcinati tucul in fango e paglia, mancano
addirittura le più elementari strutture urbanistiche come strade, acqua potabile e corrente
elettrica. Da sempre la popolazione locale è
costretta a percorrere a piedi svariati chilometri e affrontare pericoli di ogni genere per raccogliere l’acqua fangosa dal fiume che scorre
nella sottostante valle.
I Vasai consci di questa situazione soccombono, ormai assuefatti alla frustrazione, senza riuscire a dimostrare la loro identità sociale e i
Scolari nella scuola di Lereba.
loro talenti. L’inadeguatezza ai cambiamenti
sociali potrebbe essere frutto anche della mancanza d’istruzione e di una scarsa politica d’integrazione nel territorio.
In entrambe le scuole vi lavorano sei maestre,
il custode-giardiniere diurno, il guardiano notturno, e due donne che curano la cucina e le
pulizie. Tutti percepiscono uno stipendio mensile per dodici mesi l’anno.
La costruzione della scuola di Lereba iniziata
invece nel dicembre del 2007 è entrata in funzione nel settembre del 2008 sebbene sprov-
Progetti futuri
Dallo scorso mese di ottobre, su diretta iniziativa dell’AMI, è iniziato l’ampliamento della
scuola di Fonko (due aule e tre docce) e tra
breve dovrebbero essere avviati analoghi lavori
in quella di Lereba.
Nel dicembre 2012 abbiano intrapreso con alcuni amici la raccolta fondi per costruire nella
scuola di Fonko un laboratorio professionale
da utilizzare per l’insegnamento della falegnameria ai ragazzi di 13-15 anni.
Ora, a distanza di circa sette anni dal primo
intervento, in quei terreni trascurati sono sorti
due interessanti centri educativi perfettamente
funzionanti che hanno come principale obiettivo quello di facilitare, con azioni educative
appropriate, l’integrazione dei Vasai nella società e quello di favorire negli alunni e nei loro
genitori una crescita umana e culturale.
SHANTHI
La costruzione
La costruzione della scuola di Fonko, racchiusa
all’interno di un recinto, è iniziata nel gennaio
del 2007 ed è stata inaugurata a fine ottobre
dello stesso anno alla presenza di Abba Hagos
Hayish, segretario generale della Chiesa Cattolica etiope.
L’edificio è stato costruito in bolognini su una
struttura di cemento armato per resistere nel
tempo anche con poca manutenzione. Il tetto in lamiera poggia su una solida orditura in
legno.
La scuola comprende: una segreteria, tre aule
molto spaziose, un salone per la ricreazione,
un locale adibito a cucina e dispensa e un’ampia tettoia che funge da refettorio. Sono altresì
presenti tre bagni, il pozzo con la tanica per
la raccolta dell’acqua, e nel vasto giardino, in
parte piantumato con alberi d’alto fusto, trovano posto i giochi per i bimbi quali lo scivolo, la
giostra e l’altalena.
vista dell’acqua potabile. Nel dicembre dello
stesso anno la sua apertura è stata inaugurata
alla presenza di varie autorità locali quali il sindaco, il vescovo della diocesi di Soddo-Hosanna e suor Alessandra, una mitica suora missionaria che da oltre quarant’anni svolge la sua
attività nelle regioni più povere dell’Etiopia.
Sia la struttura sia l’ampiezza di questa scuola
sono simili a quella di Fonko.
In questo periodo ogni scuola è frequentata da
circa duecento bambini ai quali è offerto loro
anche il cibo del mezzogiorno.
17
ETIOPIA
...in SALUTE
Etiopia: i rischi per
la salute del bambino
Nutrizione, immunità e infezioni
di Dott.ssa E.
Salvatici, Dott.ssa C.
Paramithiotti, Dott.ssa
R. Arancio, Dott.ssa M.
Crosa, Prof. Marcello
Giovannini
Prof. M. Giovannini
Clinica
Pediatrica
Ospedale San
Paolo,
Università degli
Studi di Milano
Quali sono i problemi di salute dei bambini adottati
dall'Etiopia? Come possiamo riconoscerli? E soprattutto,
una volta arrivati in Italia, come possiamo debellarli?
Chiediamo aiuto ai nostri "amici" dell'ospedale San
Paolo!
Secondo l’ultimo report della Commissione
per le Adozioni Internazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri(1), nel 2013
l’Etiopia si colloca al secondo posto, dopo
la Federazione Russa, tra i Paesi di provenienza dei bambini adottati da Paese straniero. I bambini etiopi sono giunti in Italia
in maggior numero rispetto al 2012, quando
l’Etiopia figurava al quarto posto dopo Federazione Russa, Colombia e Brasile. Una conoscenza approfondita delle patologie presenti nel loro Paese d’origine e di quelle che
più frequentemente vengono diagnosticate
all’arrivo in Italia, con le relative terapie, diviene quindi fondamentale per i pediatri che
si occupano dei bisogni di salute dei bambini
adottati.
SHANTHI
Principali patologie
18
La Repubblica Federale Democratica d'Etiopia è uno stato dell'Africa orientale tra i più
poveri del mondo: occupa infatti la 174^ posizione nella valutazione dell'indice di sviluppo umano dell'UNDP (United Nations Development Programme).
Le condizioni igienico-sanitarie del Paese
sono molto precarie e contribuiscono a una
mortalità infantile che supera il 15% con
un'aspettativa di vita alla nascita di 59 anni:
dati nettamente peggiori della
già drammatica condizione media africana.(2)
Nel presente lavoro definiamo
in breve le malattie più diffuse
sul territorio etiope e di maggiore interesse pediatrico, che sono
quelle di natura infettiva, tra cui
tubercolosi, HIV, malaria e meningite da Meningococco di tipo
A. Si ritiene infatti che nei paesi
in via di sviluppo, tra i bambini,
sette morti su dieci siano causate
da malattie infettive.
Va ricordato inoltre che malnutrizione e
limitato accesso all'acqua potabile (solo il
22% della popolazione ha accesso a tale risorsa, con un notevole divario tra zone urbane e rurali) hanno come conseguenza le frequenti malattie gastrointestinali, importanti
concause di più della metà dei decessi in età
pediatrica.
Le malattie infettive
Tubercolosi
La tubercolosi è una malattia infettiva causata da Micobacterium tubercolosis, batterio trasmesso per via aerea da pazienti con
tubercolosi polmonare attiva attraverso le
goccioline di flugge aerosolizzate con tosse,
starnuti e il parlare.
Meno del 10% dei bacilli inalati raggiunge
gli alveoli dove viene fagocitato dai macrofagi alveolari. Nella maggior parte dei soggetti
immunocompetenti, il micobatterio rimane
latente a livello polmonare e si ha la formazione del così detto granuloma tubercolare
polmonare (area di necrosi centrale con
infiltrato di macrofagi, linfociti e istiociti):
in tale caso si parla di infezione tubercolare. Nei soggetti immunodepressi, spesso nei
bambini, oppure in caso di reinfezione esogena o riattivazione endogena (per calo del-
le difese immunitarie), si ha invece la vera e
propria malattia tubercolare.
L'Etiopia è uno dei primi paesi in Africa per
numero di pazienti infettati da Micobacterium
tubercolosis; più di un terzo della popolazione
è stato esposto al micobatterio e si stima che
lo 0,62% degli etiopi abbia una tubercolosi
in fase attiva. Più del 25% dei nuovi casi di
tubercolosi colpisce soggetti di età inferiore
ai 15 anni.(3)
La maggior parte dei bambini infettati presenta una forma latente diagnosticata attraverso l'intradermoreazione di Mantoux, test
cutaneo di primo livello. Tre dei bambini
etiopi giunti alla nostra attenzione presentavano positività dell’intradermoreazione di
Mantoux. Sono stati pertanto sottoposti ad
ulteriori accertamenti, follow-up infettivologico pediatrico e eventuale terapia farmacologica.
I sintomi più comuni della tubercolosi primaria polmonare nei bambini sono aspecifici: tosse e febbre prolungate, ritardo di
crescita. Non di rado tuttavia si riscontrano
manifestazioni extra-polmonari come linfoadenite, nefrite, meningite, osteomielite e
malattia tubercolare disseminata (tubercolosi miliare).(4)
La malattia tubercolare, se non adeguatamente trattata, ha una mortalità che supera il 50%, complici anche l'alta prevalenza
di coinfezione tubercolosi/HIV (30%) e le
scarse condizioni igienico-sanitarie e nutrizionali.
Malaria
La malaria è una malattia protozoaria trasmessa tramite la puntura di una zanzara appartenente al genere Anopheles. Gli uomini
vengono infettati quasi esclusivamente da
quattro specie del protozoo Plasmodium: P.
falciparum, P. vivax, P. ovale, P. malariae. L’infezione ha inizio quando una Anopheles femmina inocula gli sporozoiti del Plasmodium
tramite la puntura. Gli sporozoiti vengono
trasportati per via ematica al fegato dove iniziano a riprodursi. Gli epatociti infarciti si
rompono e i parassiti si riversano in circolo
invadendo i globuli rossi. La malattia è causata dagli effetti diretti della distruzione degli
eritrociti da parte del parassita e dalla risposta dell’ospite.
Le prime manifestazioni della malaria sono
aspecifiche e simili a quelle delle malattie
virali minori: malessere generale, cefalea,
astenia, disturbi addominali, nausea, vomito
e dolori muscolari, seguiti da febbre intermittente.
La malaria è presente su quasi tutto il territorio etiope, solo le aree al di sopra dei 2.5002.700 metri di altitudine sono relativamente
indenni dal pericolo di contagio. Sono stimati 556 casi per 100.000 abitanti all’anno. I
bambini sono maggiormente a rischio di manifestazioni cliniche severe, mentre gli adulti
esposti da anni a infezioni ripetute hanno sviluppato un buon grado di immunità e quin-
SHANTHI
HIV
L'HIV (Human Immunodeficiency Virus) è un
retrovirus responsabile della sindrome da
immunodeficienza acquisita (AIDS). La trasmissione avviene sia per via parenterale, attraverso sangue e fluidi corporei, sia per via
verticale, con un rischio di trasmissione perinatale del 25% circa.
L’HIV si replica all'interno dei linfociti CD4,
causando una progressiva linfocitopenia e
quindi immunodepressione con progressiva
suscettibilità a malattie infettive sempre più
severe (AIDS).
L'infezione è largamente diffusa in Etiopia:
attualmente sono segnalati più di 750.000
sieropositivi e l’incidenza annua fra gli adulti
è dello 0,03% con più di 20.000 nuovi casi
all'anno. I bambini etiopi infettati dal virus
HIV sono 168.000 e ogni anno si registrano
più di 7.000 nuove infezioni. È da segnalare
che, solo in Etiopia, nel 2012, il virus dell'HIV
è stato responsabile di 11.000 morti tra i minori di 15 anni.(5) Fino ad ora, nessuno dei
bambini adottati provenienti da paese stra-
niero giunti alla nostra attenzione è risultato
positivo per infezione da HIV.
Sebbene molti bambini nati da madre HIV
positiva siano asintomatici, alcuni mostrano
fin da subito diversi segni e sintomi clinici tra
cui ritardo di crescita, epatosplenomegalia e
infezioni batteriche ricorrenti. Le infezioni
opportunistiche associate a quella da HIV in
fase avanzata, come la polmonite da Pneumocistis carinii, sono condizioni che spesso in
assenza di adeguati trattamenti portano alla
morte.(3)
19
SHANTHI
di resistono agli attacchi gravi della malattia.
Si ritiene che la malaria sia responsabile di
più dell’8% delle morti dei bambini sotto i
5 anni.(6) A causa della mancanza di documentazione attendibile non viene stimata la
percentuale di bambini etiopi giunti al nostro Day Hospital che abbia avuto la malaria.
A tutti viene però consigliata un’immediata
valutazione pediatrica, con eventuali approfondimenti ematochimici, in caso di febbre.
20
Infezioni da Meningococco di tipo A
Neisseria meningitidis (o meningococco) è un
batterio responsabile di due malattie acute
pericolose per la vita: la meningite meningococcica e la meningococcemia fulminante.
Raramente può determinare anche artriti
settiche, polmoniti, pericarditi e congiuntiviti. Tale batterio presenta come unico
ospite l’uomo e viene trasmesso attraverso
le secrezioni respiratorie. Possiamo distinguere cinque diversi sierogruppi (A, B, C,
Y, W-135) responsabili di oltre il 90% di malattia meningococcica nel mondo. I ceppi
di sierogruppo A sono quelli maggiormente
associati a epidemie ricorrenti nell’Africa
sub-sahariana, la così detta “cintura africana
della meningite”. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Africa,
durante le ondate epidemiche, si calcolano
incidenze pari a 500-1.000 casi ogni 100.000
abitanti.(7) Qui la malattia è costantemente
endemica e ogni 8-15 anni circa esplode in
vaste epidemie che insorgono in tempi diversi nei vari Paesi. Il 50% dei soggetti colpiti
sono bambini dai 3 mesi di vita ai 5 anni. Le
difficoltà nell’affrontare l’emergenza epidemica in Africa sono molteplici: ritardi di
notifica, velocità di propagazione dell’epide-
mia (anche più di 5.000 casi in una settimana), lontananza degli ospedali più attrezzati, mancanza di disponibilità di antibiotici e
difficoltà di approvvigionamento del vaccino
per problemi di trasporto, stoccaggio e somministrazione.(8)
Malnutrizione e disidratazione
La malnutrizione è uno dei maggiori problemi di salute pubblica in Etiopia: secondo i
dati forniti dall’UNICEF il 29% dei bambini
al di sotto dei 5 anni risulta gravemente sottopeso e il 44% mostra un evidente arresto
della crescita.
I bambini sottopeso sono particolarmente a
rischio di sviluppare gastroenteriti persistenti e infezioni secondarie che spesso aggravano il loro già precario stato nutrizionale.
La severa malnutrizione infatti influenza sia
l’immunità innata che quella acquisita, causando una diminuzione rispettivamente di
citochine e anticorpi. Essa comporta pertanto un’aumentata suscettibilità alle infezioni,
con episodi più frequenti, prolungati, di
maggior severità, un maggior rischio di riattivazione delle infezioni virali e di sviluppo di
infezioni opportunistiche.
I bambini sono più vulnerabili a causa
dell’inadeguato apporto di micronutrienti
(come ferro, zinco, ecc…), conseguenza sia
dell’insufficiente intake, sia del malassorbimento intestinale dovuto a infezioni ed infestazioni da parassiti.(9) Secondo le più recenti
stime la carenza di micronutrienti è responsabile di circa il 7,3% delle morti nel mondo.
Malnutrizione, infezioni e infestazioni intestinali derivano da condizioni di povertà,
scarsa igiene e limitato accesso all’acqua potabile. In Etiopia solo l’11% della popolazio-
ne totale vive in condizioni igienico-sanitarie
accettabili e il 22% ha accesso all’acqua potabile.(10)
In considerazione di tali dati, a tutti i bambini che afferiscono al nostro Day Hospital
vengono prescritti un multivitaminico e, in
base ai valori ematochimici (stato de ferro),
un’integrazione marziale.
Il nostro Day Hospital
all'arrivo in Italia
Alcuni laboratori dispongono della possibilità di ricerca degli antigeni fecali di Giardia e
E. hitolytica, e di test sierologici, per esempio
per Schistosoma.(12)
Gli schemi terapeutici attualmente raccomandati prevedono l’impiego di farmaci per
bocca (per esempio metronidazolo, tinidazolo, paramomicina, albendazolo),(11, 12) la
cui reperibilità in Italia rimane un problema. Negli ultimi anni si è infatti assistito alla
scomparsa dal mercato della formulazione
in sospensione orale, fondamentale per l’età
pediatrica. Data la crescente domanda di tali
farmaci dovuta al continuo incremento di
bambini immigrati ed adottati, ci si augura
che le formulazioni pediatriche tornino ad
essere disponibili al più presto.(12)
L’esecuzione dell’esame coproparassitologico di controllo deve essere prescritta ad almeno venti giorni dal termine della terapia
farmacologica.
All’arrivo in Italia, i bambini etiopi sono spesso affetti non solo da parassitosi intestinale,
ma anche cutanea. La patologia in questione è la Tinea. Le infezioni da Tinea vengono
classificate in base alla localizzazione anatomica: Tinea capitis (cuoio capelluto), Tinea
corporis (corpo), Tinea pedis (piedi), Tinea
cruris (inguine), Tinea unguium (unghie).
Le manifestazioni cliniche sono variabili a
seconda del sito di infezione e della risposta
immunitaria del paziente.
Tinea capitis è la più frequente infezione
SHANTHI
Dal 2005 è attivo presso la Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Paolo di Milano il Progetto Check-up Bambini del Mondo volto
ad accogliere i bambini adottati provenienti
da qualsiasi paese e le loro famiglie. Oggi la
Clinica Pediatrica figura tra i Centri appartenenti al Gruppo di Lavoro Nazionale per il
Bambino Immigrato della Società Italiana di
Pediatria (GLNBI – SIP). Dal 2005 il nostro
Day Hospital ha accolto 50 bambini provenienti dall'Etiopia.
Al termine delle due giornate che il bambino e la sua famiglia trascorrono presso il
Day Hospital della nostra Clinica Pediatrica,
grazie ad anamnesi mirata, esame obiettivo e
accertamenti ematochimici e strumentali ad
ampio spettro, siamo spesso in grado di definire una diagnosi. Nella maggior parte dei
casi si tratta di una patologia di pertinenza
infettivologica.
In particolare con l’esame coproparassitologico eseguito su un campione a fresco e tre
campioni raccolti a giorni alterni in formalina, si evidenzia una parassitosi intestinale nel
40% dei bambini.
Il patogeno rilevato più frequentemente risulta essere Giardia intestinalis (lamblia) nel
60% dei bambini affetti da parassitosi, seguito da Entamoeba histolytica (30%). Più rare le
infestazioni da elminti: Hymenoloepis nana e
Trichuris trichiuria. Le parassitosi intestinali
colpiscono bambini provenienti da tutti i Paesi, in particolare l’80% degli etiopi.
Il contagio avviene per via oro-fecale, sia direttamente mediante contaminazione delle mani con feci di un soggetto infetto, sia
indirettamente mediante consumo di cibi
o acqua contaminati da uova, larve, cisti o
oocisti. Soltanto per alcuni parassiti, come
lo Schistosoma, la trasmissione avviene invece
per via transcutanea.
Dal punto di vista clinico, le parassitosi possono essere asintomatiche, oppure manifestarsi con alvo diarroico (mediamente tre
evacuazioni giornaliere semiliquide maleodoranti), raramente con emissione di feci
muco-ematiche, con eliminazione del parassita visibile a occhio nudo (elminti). Alcuni
bambini lamentano dolore addominale ricorrente, prurito generalizzato e si presentano con sintomi e segni clinici ed ematochimici di malassorbimento, in particolare peso
inferiore al terzo percentile per età, carenza
marziale, anemia sideropenica. Nei casi di
infestazione da elminti, ma non in quelle da
protozoi, a livello ematochimico sono spesso
rilevabili eosinofilia e valore di immunoglobuline E superiore alla norma.(11) Nei soggetti sintomatici è sempre opportuno escludere
un’immunodeficienza congenita o acquisita.
La diagnosi di parassitosi intestinale viene
posta mediante l’esame microscopico diretto
a fresco delle feci. Non essendo però sempre
possibile esaminarle nelle ore immediatamente successive all’evacuazione, risulta utile l’inclusione delle feci stesse in un fissativo quale la formalina. Si ottiene la massima
sensibilità quando vengono esaminati tre o
più campioni in formalina raccolti a giorni
alterni. È necessario ricordare tuttavia che il
coproparassitologico è un esame di difficile
lettura che può dare molti falsi negativi.(12)
21
SHANTHI
22
fungina nei bambini. Più del 90% delle tineae capitis è causato dal fungo dermatofita
Trichophyton tonsurans. La trasmissione può
avvenire direttamente tramite il contatto con
persone o animali infetti, oppure indirettamente tramite il terreno contaminato. Essa è
facilitata da scarsa igiene, sovraffollamento,
scambio di cappelli, spazzole, cuscini e altri
oggetti di uso quotidiano. I funghi patogeni sono ubiquitari, ma i climi caldo-umidi
favoriscono il contagio. Alcuni studi hanno
stimato che, in Etiopia, circa il 55-60% tra
bambini in età scolare presenta un’infezione da Tinea.(13) Tra i bambini etiopi visitati
presso la nostra Clinica nel 2013 il 50% era
affetto da Tinea capitis e solo l’1% anche da
Tinea corporis.
Frequentemente il paziente si presenta con
una chiazza alopecica di dimensioni variabili, con superficie lievemente desquamante e
scarsi segni infiammatori. I capelli appaiono
spezzati a qualche millimetro dal cuoio capelluto.
Tinea corporis, detta anche tigna, è l’altra
dermatofitosi da cui sono spesso affetti i
bambini giunti alla nostra attenzione. Essa si
presenta tipicamente con una chiazza piana,
eritemato-desquamativa, ovalare, con risoluzione centrale, margini netti e pruriginsa. La
chiazza tende ad aumentare di diametro e a
confluire con chiazze vicine, a formare larghe aree figurate. Si può presentare a tronco, ad arti o a livello del volto.
Spesso prima dell’arrivo in Italia, vengono
prescritti corticosteroidi topici, che possono
mascherare la lesione attenuandone, solo
temporaneamente, la componente infiammatoria.
I bambini affetti vengono inviati a un followup dermatologico pediatrico e sottoposti ad
adeguata terapia farmacologica topica e per
bocca.
Tra le problematiche non infettivologiche,
prendiamo in esame il deficit di vitamina D.
Tutti i bambini provenienti dall’Etiopia, che
hanno eseguito gli esami ematochimici presso il nostro Day Hospital, ne sono risultati
affetti. La vitamina D e i suoi derivati sono
i principali fattori regolatori dell’omeostasi
di calcio e fosforo e dell’integrità del tessuto osseo. Recentemente sono anche risultati
coinvolti nell’ottimale funzionamento del sistema immunitario (14).
La Vitamina D è presente in natura in due
forme: la vitamina D2 o Calciferolo è contenuta in alcuni alimenti di origine vegetale, la
vitamina D3 o Colecalciferolo è presente invece negli alimenti di origine animale, quali
latte e latticini, ma soprattutto pesce e tuorlo
d’uovo. Essa viene inoltre biosintetizzata a livello della cute, grazie ai raggi ultravioletti
UV-B. Ecco quindi che i bambini etiopi, con
colorito scuro della pelle e spesso in condizioni di malnutrizione, risultano carenti di
tale vitamina.
Dal punto di vista clinico la condizione di carenza è asintomatica fino a quando non raggiunge livelli tali da manifestarsi con il rachitismo, patologia caratterizzata da difetto di
mineralizzazione del tessuto osseo in fase di
crescita. L’osso non calcificato risulta privo
di rigidità e quindi più a rischio di fratture.
Uno dei primi segni clinici è rappresentato
dall’assottigliamento delle ossa del cranio
(craniotabe), che, essendo più deboli, tendono a formare prominenze (caput quadratum). Si ha infatti l’impressione che i bambini affetti abbiano la testa di dimensioni
maggiori rispetto al resto del corpo. Anche a
livello del torace vi sono evidenti alterazioni,
come ad esempio lo sterno proiettato anteriormente (pectus carinatum o torace a piccione) e il solco a livello sottocostale (solco
di Harrison). I bambini affetti da rachitismo
presentano inoltre un’eruzione dentaria ritardata e con difetti dello smalto.
Risulta coinvolto anche il tessuto muscolare,
ipotrofico e ipotonico.
Il fabbisogno quotidiano di Vitamina D in
età pediatrica risulta essere di 400 UI.(15)
Dal momento che spesso nei bambini tale
fabbisogno non viene soddisfatto da alimenti ed esposizione solare, si rende necessaria
una supplementazione farmacologica.
Come specificato in precedenza, al termine
del percorso presso il nostro Day Hospital, ai
bambini adottati giunti Italia da Paese straniero, in particolare se affetti da parassitosi
intestinale, con pelle scura e con parametri
nutrizionali non ottimali, viene prescritta
una terapia a base di fermenti lattici, al fine
di riequilibrare la flora intestinale, e di vitamina D, per correggere la condizione di defi-
cit e coprire il fabbisogno quotidiano.
Mediante cicli terapeutici adeguati per le
malattie infettive da cui sono spesso affetti,
grazie a un immediato e accurato intervento
nutrizionale e a uno stretto follow-up clinico,
i pediatri che lavorano al Progetto Check-up
Bambini del Mondo presso la Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Paolo sono in grado
quindi di rispondere ai bisogni di salute dei
bambini adottati provenienti dall’Etiopia e
da altri Paesi in via di sviluppo.
Bibliografia
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LARN, revisione 2012.
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ETIOPIA
...in MUSICA
di Cristian Maddalena
[email protected]
La nuova realtà
della musica etiope
In Shanthi 1-2007, disponibile al sito www.shanthi.it,
abbiamo parlato della musica tradizionale etiope, ora
è tempo di... "andare avanti" per conoscere una musica
moderna, capace di mescolarsi ad altre identità pur
conservando le proprie radici.
SHANTHI
Non è difficile oggi,
girando per le strade
di Addis Abeba, trovarsi faccia a faccia
con i grandi manifesti che sponsorizzano
l’ultimo disco di qualche artista etiope. Infatti, la musica etiope
attuale è una realtà
in crescente sviluppo,
che affonda le proprie radici nella storia, per culminare in
un presente ricco di
influenze pop, dub,
jazz e reggae.
Un importante conTeddy Afro - Manifesti giganti del popolarissitributo allo sviluppo
mo cantante Teddy Afro ricoprono alcuni palazzi
della capitale Etiope.
di questa musica, fino
a poco tempo fa poco
conosciuta al di fuori
dell'Etiopia, è venuto dalla nascita di alcune
etichette discografiche disposte a investire
sugli artisti etiopi, come in passato fece l’etichetta francese “Buda Musique” che pubblicò il primo LP di musica etiope (“Ere Mela
Mela” di Mahmoud Ahmed). Importante per
la diffusione della musica etiope è stato anche lo sviluppo di internet, che ne ha reso
più accessibile l'ascolto (http://sodere.com/audio).
24
Oggi i giovani musicisti etiopi si stanno facendo strada nel mondo della discografia
mondiale: non è difficile, girando su canali musicali come MTV, imbattersi nel video
di Kenna Zemedkun un etiope fuggito in
Inghilterra con la famiglia e approdato al
successo nel 2003 con l’album elettro-pop
"New Sacred Cow", prodotto da Fred Durst dei
Limp Bizkit.
Samuel Yirga è un esempio ancora più lampante dell'emergere di questi musicisti; il
giovane compositore si forma in una scuola
di musica etiope e approda al successo grazie
a una collaborazione anglo-etiope chiamata:
Dub Colossus. I Dub Colossus, con all’attivo
tre CD, fondono la musica tradizionale etiope degli Azmari con influenze Ethio-Jazz e
Dub e Reggae.
Durante questa collaborazione, il giovane
Yirga viene notato dall’etichetta discografica di Peter Gabriel, che gli farà pubblicare il
suo primo disco d’esordio: Guzo ("Viaggio", in amarico).
Mai stanco di far conoscere la propria musica e le proprie tradizione, Yirga fonda una
band funk interamente etiope chiamata The
Nubian Arc.
La forza e il segno che contraddistinguono
questi nuovi artisti sono evidenti in Teddy
Afro; un azmai (letteralmente "cantastorie")
in piena regola, che attraverso la sua musica pop-elettronica contesta i regimi politici
etiopi, sempre in prima linea per far valere i
suoi diritti e quelli del suo popolo.
Il suo attaccamento alla terra natia è talmente forte da indurlo a dedicare diversi brani al
defunto imperatore d'Etiopia Hailé Selassié
Mulatu Astake - Il pi˘ noto percussionista etiope, particolarmente conosciuto per aver coniato il termine "EthioJazz".
SHANTHI
e ad altre personalità etiopi che
si sono distinte nel mondo.
Ma il musicista moderno che più
ha influenzato la nuova musica
etiope è senz’altro Mulatu Astatke, complice anche l’etichetta
francese menzionata in precedenza “Buda Musique". Mulatu,
formatosi musicalmente negli
Stati Uniti con personaggi del
calibro di Duke Ellington, ha
portato il jazz nella nativa Etiopia coniando il termine “EthioJazz” per indicare la contaminaAddis Acoustic Project- L'antica tradizione delle orchestre etiopi.
zione etiope dello stile jazz.
Forte delle collaborazioni con
il gruppo The Heliocentrics e
Musica africana a Roma
dopo l'incontro con la The Either/Orche- L’istituto Centrale per la Demoetnoantropostra, del Massachusetts, ad Addis Abeba nel logia/Museo Nazionale delle Arti e Tradizio2004, Mulatu continua a portare la sua mu- ni Popolari, in collaborazione con l’Universica e le tradizioni del suo popolo in tutto il sità di Tor Vergata di Roma, ha organizzato
mondo.
a febbraio una serie di incontri rivolti alla
Anche lo sviluppo delle orchestre etiopi, musica e alla cultura africana.
nate poco più di un secolo fa (ricordiamo Punto di partenza di questa esperienza è stal’orchestra formata dai 40 orfani armeni ta la partecipazione del musicologo austriache diventerà l’orchestra ufficiale etiope co Gerhard Kubik che per anni, armato del
Arba Lijoch), come musica da cerimonia suo clarinetto e di un registratore, ha girato
per il negus neghesti, sono una realtà atti- in lungo e in largo il continente per carpire i
vissima, non solo nella propria terra ma an- segreti della musica africana.
che nel resto del mondo.
Il musicologo ha mostrato e discusso alcuni
L’Addis Acoustic Project è un'orchestra reperti della propria collezione privata di docomposta dai migliori musicisti e veterani di cumenti sonori, fotografici e cinematografici
Addis Adeba: la loro musica si rifà alla mu- relativa a ben 88 lingue diverse, in 18 paesi
sica popolare del passato rivisitata in chiave africani.
decisamente moderna, e si avvicina anche In seguito il musicologo si è soffermato sulla
al tanto amato Ethio-Jazz, complici anche le musica "kwela", una musica da ballo nata in
numerose collaborazioni avvenute tra i mu- Sudafrica negli anni quaranta dalla fusione
sicisti e Mulatu Astatke.
della musica tradizionale e dello swing-jazz.
Questa orchestra suona una volta alla setti- Di ciò ha proposto anche un'esibizione, in
mana al locale “Jazzamba” della capitale ed versione acustica, con il gruppo: "Donal Kacè stata definita la nuova “Buena vista social hamba’s Kwela Heritage Jazz Band".
Club” etiope.
Tante sono ancora le realtà artistiche pre- Il gruppo era composto da:
senti, così come sono numerosi gli eventi Sinosi Mledo (flauto Pennuwhistle, chitarra
che si organizzano in tutti i continenti per e voce)
portare questa musica all’attenzione mon- Gerhard Kubik (clarinetto, chitarra e voce)
diale.
Moya A. Malamusi (basso a una corda o SkifSi sta sviluppando un nuovo linguaggio che fle Bass)
parla delle proprie tradizioni, del desiderio Christopher “Khilizibe” Gerald (Sonaglio e
di riappropriarsi di secoli di storia, durante voce)
i quali la musica etiope è rimasta segregata
in quella "porzione d’Africa". Sta nascendo Questo tipo di musica è molto differente dal
una nuova sensibilità che spinge, sempre tradizionale Ethio-Jazz, ma ascoltarla dal vivo
più spesso, i musicisti a sperimentare e a è stato come ascoltare secoli di storia narrata
mescolare generi tra loro diversi. Tutto que- da chi di questa cultura ha fatto un vero e
sto fermento condurrà, in un futuro prossi- proprio stile di vita.
mo, alla conquista del mondo ad opera di
quest’arte che, per noi spettatori assonnati,
risulta ancora un’incognita.
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ETIOPIA
Pensieri sull'Etiopia
...in ADOZIONE
di Giovanni Bassi
[email protected]
I colori e i profumi di una terra lontana si fanno concreti
nelle parole di un padre che rivive i momenti più
importanti dell'inizio della grande avventura di costruire
una famiglia.
Camminando stancamente lungo il corridoio, nell’attesa che i ragazzi finalmente vadano a dormire, sfilo dalla libreria
la guida “Etiopia e Eritrea”. Nella prima
pagina leggo un appunto di mia moglie:
“Questa volta bisogna prepararsi per un
viaggio che dura una vita..." 7 marzo 2005.
Parte un mezzo sorriso, quasi un ghigno...:
eh già!
Ricordo frammenti di conversazioni fra
neogenitori italiani o fra italiani ed etiopi,
seduti in qualche ristorante di Addis Abeba o nei giardini degli Hotel, a far finta
di parlare della storia della regina di Saba,
SHANTHI
Ashenafi (anni 16) e Tigist (anni 9) sono i
nostri figli, adottati in Etiopia in due momenti distinti. Sono loro l’unico pezzo di
Etiopia che conosciamo bene, che è diventato parte di noi, nel nostro viaggio che
prosegue con le ovvie tempeste, bonacce,
e qualche volta, dai, vento di crociera.
Per il resto, tutto sommato, dell’Etiopia
sappiamo ben poco. All’inizio, come dei
bravi “marines”, nello strenuo addestramento AMI alla missione, avevamo studiato
tutta la storia passata e recente del Corno
d’Africa: dagli antichi regni, ai giorni nostri; usi e costumi, religione, cibo, lingua
(i più precisi e indomiti si procuravano in
maniera misteriosa dizionari amarico–inglese e certi ancora più tosti amarico–italiano, medaglia al valore!).
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Come una famiglia diventa tale grazie al contributo di tutti, così questo bellissimo disegno è stato composto "mettendo insieme"
i disegni di ciascun componente della famiglia Bassi... Complimenti!
L’odore inconfondibile del berberè, prodigiosa miscela di
spezie, che si sente ovunque ad
Addis Abeba...
con la faccia contratta, un turbinio di sentimenti, nervi, occhi pesti che in realtà
tradivano un unico pensiero disperato: voglio andare a casa!
Due su tutte:
Ashenafi. Alto e stranito di fronte a
una signora Almaz, fondatrice dell’omonimo istituto, ormai stanca e malata che
esce dalla sua casa per salutarlo. Lo rivede
dopo sei anni. La volta precedente si era
chinata per salutarlo bisbigliandogli qualcosa nell’orecchio. Cosa, non lo saprà mai
nessuno.
Tigist. È seduta con noi sul sedile posteriore nella macchina di Fekede. È sera,
stiamo andando all’aeroporto perché finalmente si parte. Nel silenzio Tigist e
Fekede parlano. Fekede, lo osservo, tradisce una leggera tensione, ma parla come
sempre con pazienza. Mi concentro. Per la
Tigi sono le ultime parole in amarico.
Domani parlerà italiano.
SHANTHI
Tuttavia, tornati dalla missione, come sempre quando impari le cose in fretta e per
fini strumentali, ci siamo dimenticati tutto. A oggi per me l’Etiopia, oltre ad averla
sempre fra i piedi sotto forma di figli, si
riduce a poche cose, qualche sensazione
e alcuni ricordi forti che certo, quelli no,
non possono svanire.
Ancora adesso provo un fremito quando
entro da Saba, il nostro ristorante etiope.
L’odore inconfondibile del cibo, del berberè, prodigiosa miscela di spezie, riporta
veloce a quei luoghi, frequentati per pochi
giorni intensi. Quell’odore si sente ovunque ad Addis Abeba, fuori e dentro i locali, per le strade, mischiato all’odore acre
della legna e della gomma che bruciano,
o agli scarichi delle vecchie macchine che
rantolano per le strade.
Un simpatico compagno di avventura, durante l’ultima “missione”, preso da una
terribile logorrea isterica, mi spiegava il
motivo tecnico dell’odore emanato da
quei motori con una dovizia di particolari
che, rispetto al pianto ripetuto e disperato
di mia figlia, risultavano molto stridenti.
Si potrebbe poi parlare di immagini, di elementi ricorrenti: i tanti uccelli che volteggiano in continuazione nel cielo pieno di
nuvole. Gli eucalipti che sorgono ovunque
disordinatamente. I tetti di lamiera grigia
o arrugginita che riflettono alle prime luci
dell’alba, quando tu dall’aereo osservi fra
le nuvole l’Etiopia, verde, che finalmente compare, e allora guardi tua moglie e
deglutisci. Si potrebbero raccontare tante
cose sull’Etiopia, ma per noi che in questo
caso non siamo turisti, né viaggiatori, le
immagini rimangono altre.
27
ETIOPIA
...in RACCONTO
[email protected]
L'amore, la pazienza e...
i baffi del leone
Abbiamo riscritto per tutti i "nostri" bambini e per i loro
genitori questa favola etiope, che ci insegna come la
pazienza e l'ascolto siano la via per condurci all'amore.
E di pazienza, sulla via dell'adozione, bisogna portarne
tanta!
SHANTHI
C'era una volta una donna che aveva sposato un vedovo. La prima
moglie dell'uomo era morta per una grave malattia e lo aveva lasciato
solo con il figlioletto di pochi anni. Amina, così si chiamava la seconda
moglie, era felice perché con il matrimonio avrebbe accolto anche il
bambino: ella infatti desiderava moltissimo avere un figlio e sentiva di
volere bene al piccolo già come se fosse stato suo.
Ma il bambino soffriva ancora così tanto per la perdita della madre che
non accettava Amina. Nella sua giovane testolina pensava che se la madre era morta, la colpa fosse della nuova matrigna. Così, non accettava
né cibo né carezze dalla donna e le faceva dei piccoli dispetti: metteva
in disordine i suoi abiti, rompeva le ciotole del cibo ben impilate nella
cucina... Se Amina cucinava il pollo, lui diceva che desiderava solo pane
e frutta, e quando lei portava in tavola questi cibi, il bambino lì sparpagliava sul tavolo dicendo che non aveva più fame e che tutto ciò che lei
28
cucinava era cattivo, perché "lei" era cattiva.
Amina che desiderava tantissimo farsi amare dal piccolo, in un primo
momento ci rimase molto male, e provò ad accontentare tutti i suoi
capricci, poi cominciò ad arrabbiarsi, a sgridarlo e punirlo, ma anche
ciò non servì a nulla; allora Amina pensò che forse la colpa era sua, se
non era capace di farsi voler bene... Era arrivato il momento di chiedere
aiuto.
Così, il giorno dopo decise di recarsi dallo stregone del villaggio: era un
uomo molto anziano e saggio e certamente avrebbe potuto aiutarla.
Arrivata alla sua presenza raccontò tutto ciò che era accaduto fino ad
allora, dei suoi tentativi di farsi voler bene e dei rifiuti del bimbo.
L'uomo saggio ascoltò in silenzio, senza mai interrompere e alla fine le
chiese con voce profonda:
- Ma tu saresti davvero disposta a tutto pur di conquistarti il suo affetto?
- Certamente! - rispose con convinzione Amina.
- Allora c'è un solo modo per riuscirci, ma è molto pericoloso... Dovrò
fare una magia potente e per farla ho bisogno di due baffi di leone, che
tu dovrai procurarti, tutta da sola. Ma senza uccidere il leone!
- Povera me - esclamò Amina - come potrò mai rubare i baffi a una belva così feroce?
Lo stregone però non rispose: ormai aveva detto ciò che doveva fare.
Amina tornò a casa molto demoralizzata, ma dopo una notte insonne si
alzò decisa a conquistarsi i suoi baffi: fossero necessari cento anni!
Così trascorse tutto il primo giorno a osservare il leone nascosta sopra
un lontano albero, per conoscerlo meglio, scrutare le sue debolezze,
conoscere le sue abitudini. E così il secondo, e il terzo...
Poi, Amina cominciò a farsi più coraggiosa e si nascose dietro un cespuglio non troppo lontano. Da lì, ogni giorno, serviva al leone un vassoio
colmo di carne, ogni giorno lasciava il vassoio sempre un po' più vicino
al leone, fino ad arrivare sulla soglia della sua tana.
Finché il leone si abituò talmente alla presenza di Amina da lasciarla
avvicinare alle sue terribili fauci e a lasciarsi strappare un paio di baffi,
senza quasi accorgersene.
SHANTHI
La donna, felicissima, corse allora dallo stregone e gli consegnò i baffi
dicendogli: - Eccoli, ora preparami il filtro magico.
Ma lo stregone, senza neppure guardare i baffi, le rispose: - Non posso
fare nulla, non crederai che bastino dei baffi per conquistare l'amore di
un figlio!
Amina allora si mise a piangere: - Ma come? Me lo avevi promesso... E
ora io cosa posso fare?
Lo stregone alzò finalmente lo sguardo e sorridendo concluse: - Ma non
vedi che la "magia" è già nelle tue mani? Non ti resta che fare con il
bambino ciò che hai fatto con il leone...
29
RECENSIONI
Abbiamo scelto per voi
Storie e romanzi che vengono dall'Etiopia, di coraggio, di
dolore e di amore, per conoscere meglio questo Paese, non
solo con la testa, ma anche con il cuore.
di Saverio Tosato
[email protected]
Mamma Africa
di Melissa Fay Greene
Edizioni Mondadori
Mamma Africa è la storia di Haregwoin Teferra, eroina per caso di
Addis Abeba, che ha trasformato il profondo dolore per la morte
del marito e di una figlia nel coraggio di accogliere e allevare decine di orfani dell’Aids. Haregwoin era sull’orlo di una profonda
depressione quando il prete del suo villaggio le portò due bambini,
figli di due fra i milioni di morti che il virus dell’Hiv provoca in
Africa (gli orfani dell’Aids in Africa sono circa venti milioni negli
ultimi sette anni). A dispetto delle resistenze dei propri familiari,
li prese con sé e iniziò a rivivere insieme a loro. Ma questo era solo
l’inizio. La voce si sparse in fretta, e ogni giorno arrivarono a bussare alla sua porta genitori sieropositivi oramai in fin di vita, supplicandola di accogliere i loro
piccoli. Oltre ogni limite economico e di buon senso, Haregwoin ha continuato ad allargare
la sua famiglia, fino a creare un vero e proprio asilo per orfani e un rifugio per le madri
ammalate. La vicenda esemplare e commovente di Haregwoin è narrata con scrupolosità da
reportage e pathos da romanzo. Un libro pieno di coraggio, amore e speranza.
Volevo salvarli tutti
SHANTHI
di Claire Bertschinder con Fanny Blake
Edizioni Sperling & Kupfer
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Una giovane infermiera, attorniata da migliaia di profughi etiopi
affamati, ha il compito disumano di scegliere quali bambini nutrire, sapendo bene che gli esclusi non supereranno la notte. È il
1984 e l'infermiera è Claire Bertschinger. Assegnata dal Comitato
Internazionale della Croce Rossa a Macallè, una remota cittadina
dell'Etiopia settentrionale, è incaricata di gestire un centro di alimentazione supplementare, deve confrontarsi con la cronica scarsità di mezzi e risorse. Michael Buerk, corrispondente della BBC,
filma e manda in onda le immagini scioccanti del processo di selezione dei bambini denutriti. L'intervista rilasciata da Claire al reporter spinge quindi Bob
Geldof a dar vita all'associazione umanitaria Band Aid e al Live Aid, il concerto di solidarietà
del 13 luglio 1985, iniziative che raccolgono milioni di sterline in favore dei profughi. Nel
frattempo la malaria costringe Claire ad abbandonare la sua missione, lasciandola tormentata dal ricordo delle terribili scelte che è stata costretta a fare e di tutte le persone che non ha
potuto salvare. Ma vent'anni dopo, persuasa dallo stesso reporter che l'aveva intervistata, l'infermiera torna in Etiopia, per scoprire con emozione che i bambini sopravvissuti grazie a lei
la ricordano ancora e la chiamano "Mamma Claire". Basandosi sulle lettere scritte dall'Africa
ai genitori e sui suoi diari, Claire ricostruisce e narra la propria storia, costellata di dolorose
contraddizioni, di incontenibile entusiasmo e di profondo scoramento.
La porta delle lacrime
di Abraham Verghese
Edizioni Mondadori
Una giovane suora infermiera venuta dall'India muore al Missing
Hospital di Addis Abeba dando alla luce due gemelli maschi, Shiva e Marion, dopo una gravidanza segreta. Thomas Stone, medico
dell'ospedale e probabile padre dei due figli, fugge devastato dal dolore. È Marion Stone a raccontare la sua lunga, epica storia che comincia con un'infanzia serena accanto ai genitori adottivi - anch'essi
medici a Missing - e al fratello, al quale è unito da un forte legame
e da una grande passione per la medicina. E poi la fuga in Etiopia,
il tradimento del fratello che seduce Genet, la ragazza che Marion
ama e che segnerà la sua vita per sempre; infine Marion in America, medico in un ospedale del
Bronx, quando si vedrà costretto ad affidare la propria vita al padre che lo ha abbandonato e
al fratello che lo ha tradito.
Dal ventre della iena
di Nega Mezlekia
Edizioni Mondadori
Pescando dalle leggende e dall'immaginario africano, dalla storia
del suo paese (l'Etiopia) e dalla sua personale esperienza, l'autore
ci offre un singolare, attraente memoir di forte presa emotiva e
singolare valore letterario, in cui ricorda con vivida immaginazione
la sua infanzia nell'arida cittadina di Jijiga in Etiopia, e la sua adolescenza negli anni più duri e tormentati nella storia del suo paese.
Scritto con ironia leggera, grande forza narrativa e un indomabile
spirito di sopravvivenza, e pieno degli umori, dei suoni, dei colori,
degli odori dell'Africa, il libro è il potente ritratto di un mondo in
cui i limiti della verosimiglianza e della credibilità vengono continuamente rimessi in questione.
!
Shanthi ha una pagina web ed una pagina Facebook Shanthi Frontiere.
Potete scaricare da shanthi.it liberamente tutti i numeri
arretrati e dialogare con la redazione in tempo reale!
Web: www.shanthi.it - Facebook: Shanthi Frontiere
SHANTHI
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ETIOPIA
...in CUCINA
di Flavio Brognoli
[email protected]
Una cucina per tutti i gusti
Abbiamo già parlato della cucina etiope nella rivista:
abbiamo descritto la cerimonia del caffè e dato la
ricetta degli stuzzichini che in genere l'accompagnano,
i dabo kolo, nel numero 2007-1, abbiamo descritto
come cucinare lo zighinì nel numero 2011-1 (se volete
recuperare queste ricette e avete regalato le riviste a una
vecchia zia... potete scaricarle dal sito www.shanthi.it),
ma la cucina etiope ha ancora tanto da offrire!
La cucina etiope è una delle più variegate
dell'Africa: piatti ricchi di verdure, legumi
trasformati in farine e in creme, salse piccanti e naturalmente l'immancabile enjera,
la "piadina" fatta con il teff, un cereale antichissimo, che porta in sé ancora il sapore di
popolazioni nomadi oltre che essere un prodotto ricco non solo di fibre e carboidrati,
ma anche di proteine!
Ho scoperto che, anche per seguire le norme religiose (in Etiopia sono rappresentate
tutte e tre le religioni monoteiste ebraismo,
cristianesimo e islamismo) la preparazione
dei cibi ha dovuto "adattarsi" a esigenze differenti. Per questo la cucina etiope è molto
ricca di piatti vegetariani e numerose ricette
sono apprezzate anche dai vegani...
Insomma, c'è n'è per tutti i gusti!
SHANTHI
Tra i piatti tipici ho trovato la ricetta di una
crema di legumi: ceci, fave o piselli...: lo shirò viene usato per accompagnare verdure,
carni, é servito sull'enjera, ma anche, in una
versione meno liquida, come zuppa.
Chissà che la panissa genovese, un budino di
farina di ceci che si mangia affettato e fritto
o condito con olio e sale, non abbia parenti
etiopi!
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Shirò
Ingredienti (per 4 persone)
3 cucchiai di farina di ceci (in sostituzione potete bollire piselli o fave e poi passarli con il passaverdura)
Berberè (miscela di spezie etiope, tra le
quali lo zenzero)
½ cucchiaio di olio evo
½ litro di acqua
½ cucchiaio di pomodoro concentrato
½ cipolla
1 spicchio di aglio
La ricetta. Tritate la cipolla finemente e
fatela appassire con un po' d'acqua.
Dopo circa 10 minuti aggiungete l'olio e
fate rosolare per 4-5 minuti.
Unite lo spicchio di aglio, il berberè , l’acqua, il pomodoro e portate il tutto a bollitura. Aggiustate di sale e unite la farina di
ceci (se usate i legumi bolliti, dovere aggiungere meno acqua).
Fate cuocere fino a raggiungere la cremosità desiderata.
E... venti d'estate
EVENTI
Come e dove “incontrare” AMI
Arriva l'estate, le vacanze e le feste all'aperto. Occasioni per poterci
incontrare, scambiare esperienze, emozionarci insieme... e magari
anche aiutarci a vicenda per organizzare eventi che siano occasioni
di incontro e per aiutare anche gli AMIci "lontani", in Etiopia, India, Brasile, Colombia...
EVENTI AMI MILANO 2014
31 maggio / 1 giugno 2014
FESTA dell’ASSOCIAZIONE
Cascina Fagnana
Buccinasco (Milano)
Per info e prenotazioni pranzo:
[email protected]
ATTIVITA' AMI VENETO 2014
AMI V
E
Nell’ambito della 19° Festa delle Associazioni
organizzata dal comune di Buccinasco, si terrà il nostro tradizionale pranzo e la lotteria, la
griglieria e il grande mercatino e una dimostrazione pratica di Shiatsu, a cura di un socio
AMI, in cui tutti possono provare i benefici di
questa disciplina. Location: parco spina Azzurra e mensa scuola media di via Tiziano.
Sabati Tematici (10.00 – 12.00)
Sala Barchessina, Comune di Limena (PD)
10 Maggio 2014: Quali bisogni speciali? Il
punto di vista dello psicologo
Dott.ssa Rossella Forese e Dott.ssa Giulia Ferrari
Ottobre 2014: Quali bisogni speciali? Il punto
di vista del pediatra
Dott. Giorgio Zavarise
Restiamo in contatto! Cerca tutti gli eventi e le occasioni di crescita e incontro di AMI, in
tutte le sue sedi, nei siti dedicati. E partecipa attivamente alla crescita dell'associazione!
www.amiweb.org
[email protected]
[email protected]
SHANTHI
Sul sito trovate il calendario di tutti gli incontri 2013-2014 Ami Veneto per le coppie in
attesa, le famiglie in post-adozione, e anche
N E T O per i nostri cuccioli...
www.amiweb.org
33
CONVIVENZE
di Alfredo Lazzeri e
Isabella Ronchieri
[email protected]
educazioneambientale@
parcapuane.it
Alla scoperta del parco
delle Alpi Apuane
I centri estivi rappresentano per i ragazzi l’opportunità
di fare nuove esperienze, conoscere tante persone e
condividere progetti e obiettivi comuni. E può anche
essere un modo per comprendere e amare, in un contesto
protetto, l’ambiente naturale che ci circonda.
L’importanza dei centri estivi?! Be’ è difficile spiegarlo, ma ci proverò.
Credo che sia importante stare in compagnia, fare conoscenze, imparare e vivere momenti emozionanti all’interno di un gruppo… Inoltre è
stupendo stare lontano dai genitori per una settimana… no?? Devo dire,
però, che all’inizio è difficoltoso fare nuove amicizie: alcuni bambini ti sorridono da subito e ti stringono la mano presentandosi, altri,
invece di sorridere, iniziano a prenderti in giro e lì è veramente complicato starci insieme; ma i centri estivi sono importanti anche per queste
situazioni che ti insegnano che ogni persona ha qualcosa di speciale e magico.
Io al Parco Apuane non solo mi sono divertita, ma ho imparato tante cose che
nemmeno sapevo, da una cosa banale come il giochino “la mucca con le macchie”
a una cosa più difficile come il processo per la realizzazione di una valigia o la
produzione del miele.
Le escursioni nei boschi, poi, sono state una delle cose più belle che ricordo,
ovviamente dopo “fare il cuoco”, cioè dovevamo cucinare noi ragazzi da soli. Secondo me queste sono esperienze che uno deve fare almeno una volta nella vita;
se potessi tornare indietro nel tempo, sicuramente andrei al giorno in cui insieme
alle mie compagne di stanza avevamo organizzato un mega pigiama party… che bella
notte! Addirittura avevamo creato un film in cui io ero la paziente malata e loro
mi dovevano salvare operandomi! Oppure ritornerei a quando i nostri istruttori
avevano organizzato un torneo del tiro con l’arco: lì non sono andata molto bene
perché sono arrivata ultima, ma mi avevano rassicurato che arrivavano anche
dalla Francia pur di prendere “l’ultimo tacchino”… secondo me lo dicevano solo
per consolarmi… in fondo in fondo che debbo fare? Mica siamo sempre bravi!
SHANTHI
Dinknesh
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L’esperienza dei soggiorni estivi ha regalato al
Parco momenti di grande gratificazione dati
principalmente dalla soddisfazione che i ragazzi ci hanno comunicato negli anni.
Il progetto "L'estate nei parchi e nelle aree
protette toscane - Alla scoperta del Parco delle Alpi Apuane", iniziato nel 2008, consiste in
esperienze residenziali di educazione ambientale che si svolgono nel territorio del Parco in
strutture ricettive che hanno sottoscritto un
disciplinare con il quale si impegnano a effettuare scelte gestionali ecosostenibili e che per
questo sono state certificate dal Parco come
“Esercizio consigliato”.
Ogni soggiorno sviluppa, oltre alle normali
attività tipiche di questo tipo di esperienza,
una tematica specifica: la conoscenza dell’ambiente naturale, i prodotti tipici del Parco,
la mobilità sostenibile, il geoparco, l’agricoltura, la fauna, la flora, lo sport in montagna,
la sicurezza, teatro ambiente, la musica delle
Apuane, i borghi e gli
alpeggi, le energie rinnovabili.
Le finalità del progetto sono molteplici, da
quelle istituzionali e
statutarie del Parco, a
quelle più prettamente educative e di divertimento. L’esperienza
dovrà essere realizzata
tenendo conto degli
aspetti che favoriscono stili di vita salutari,
una corretta alimentazione, una costante e
giornaliera attività fisica e un’attenzione particolare anche ai consumi, con l’obiettivo di
lasciare nei ragazzi segni concreti di un’esperienza di convivenza, che li stimoli ad applicare metodi virtuosi replicabili nelle loro famiglie (raccogliere rifiuti in forma differenziata,
risparmiare acqua potabile, ridurre i consumi
di energia).
Le proposte sono indirizzate a due fasce di
età: in quella per bambini tra gli otto e gli
undici anni si privilegiano attività volte a sviluppare un corretto comportamento nell’ambiente naturale; per i ragazzi tra i dodici e i
quattordici anni proponiamo attività più impegnative incentrate sulla scoperta, lo sport e
IL PARCO REGIONALE DELLE ALPI APUANE
Il Parco Regionale delle Alpi Apuane si trova
in Toscana, in provincia di Massa Carrara e
di Lucca. Caratterizzato da montagne di poco
inferiori ai 2000 m. s.l.m. che si innalzano a
pochi chilometri dal mare, racchiude paesaggi
suggestivi e variegati.
Un Parco che piace ai più giovani è un Parco capace di guardare al futuro. Quest’anno,
il 24 maggio si festeggerà la Giornata Europea dei Parchi, una giornata commemorativa che dal 1999 coinvolge le aree protette europee con la finalità di avvicinare le persone
alla natura e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della bellezza naturale preservata nelle aree protette e l'importanza della
conservazione e gestione sostenibile di quei luoghi, proponendo questo tema: "Parchi per la
Natura. Parchi per il benessere. Parchi per
la pace." Le esperienze residenziali che il Parco propone si possono sintetizzare perfettamente in questo tema.
SHANTHI
I soggiorni seguono una metodologia comune dal momento dell’accoglienza con le presentazioni fatte in cerchio, in modo che tutti
possano guardarsi in faccia. Anche le regole della settimana sono condivise e ognuno
espone le proprie aspettative per l’esperienza.
L’attenzione si concentra sempre sull’importanza di essere un gruppo, una squadra, e sul
senso di responsabilità che ognuno deve avere nei confronti degli altri. Ai ragazzi, divisi
in sottogruppi, vengono affidati piccoli lavori
da svolgere quotidianamente (apparecchiare,
sparecchiare, rispondere al telefono ecc.). Il
gioco è una componente molto importante
per favorire l’apprendimento: giochi di esplorazione per scoprire l’ambiente in modo autonomo, giochi di ricerca per avere informazioni su determinate tematiche, giochi per
favorire la creazione di un gruppo unito e
solidale. Non mancano i laboratori manuali
(con materiale di recupero e oggetti del bosco, corsi di cucina, cesteria e intreccio ecc.)
per stimolare la creatività dei ragazzi.
la sicurezza in montagna.
I ragazzi sono condotti in questa scoperta
dalle Guide del Parco, professionisti abilitati
dall'Ente per accompagnare i visitatori in sicurezza nelle aree più affascinanti del Parco
Regionale delle Alpi Apuane, dalle vette alle
cavità carsiche avvicinandoli alla natura nei
suoi molteplici aspetti.
Anche quest’anno proponiamo questa esperienza: calendario e programmi dei soggiorni
saranno disponibili dal mese di maggio sul
sito www.parcapuane.it
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COOPERAZIONE
di Flavio Brognoli
[email protected]
Pensare i progetti di sviluppo...
Ognuno di noi ha motivazioni proprie per cercare di
aiutare chi vive nel dolore e nella povertà, ma quali
sono gli obiettivi che si prefigge un'associazione, anzi,
la "nostra" associazione? Ecco una buona occasione per
fare chiarezza su ciò.
In Shanthi/Frontiere raccontiamo periodicamente i progetti che stiamo realizzando, o
che abbiamo appena concluso, ma raramente
abbiamo parlato delle nostre motivazioni, dei
criteri e della filosofia con i quali approcciamo la realizzazione dei progetti stessi.
Le realtà in cui operiamo sono di povertà e
di emarginazione e proprio per questo "progettare lo sviluppo" ci offre l'opportunità di
sperimentare rapporti nuovi tra popoli e culture diverse; è cercare la "via dello sviluppo"
insieme alle comunità dei paesi in cui operiamo, allo scopo di costruire una convivenza
rispettosa dei diritti di ogni uomo; è provare
a dare risposte concrete, e praticabili, alla soluzione dei problemi di queste comunità tenendo sempre a mente che è nostro dovere
sostenere queste persone e non trasformare
la loro società.
SHANTHI
Lo sviluppo è tale se la dignità umana resta al
centro di tutte le scelte: economiche, politiche
e sociali. Credo che ogni persona abbia il diritto di avere delle opportunità che gli consentano di crescere e di realizzare la propria vita.
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Il settore della crescita educativa è ritenuto prioritario...
Per questi motivi i nostri progetti si focalizzano dunque sui più giovani offrendo loro
percorsi di alfabetizzazione, formazione professionale, educazione alimentare (e prevenzione medica) e progetti per il recupero e il
reinserimento familiare, scolastico e professionale dei ragazzi di strada.
Progetti importanti sono in corso e sono stati
realizzati con la donna come protagonista: il
"Safe moter and child" dove prestiamo attenzione alla donna in gravidanza, le insegniamo
a non sottovalutare il suo stato di salute (attraverso la prevenzione medica) e a curare
anche la sua alimentazione, fornendo cibo e
vitamine necessarie (educazione alimentare),
per portare a termine la gravidanza con i minori rischi possibili.
Oppure il nostro intervento dopo lo tsunami
del 2004 nella zona di Pondicherry dove a
tutt'oggi è in corso il progetto "Servizi sanitari
di cura per donne e bambini in villaggi costie-
ri e dell'entroterra di Cuddalore" che prevede
la formazione di 10 medici che saranno da
supporto al già esistente "Centro della Salute"
di Kannaranpettai formato da personale medico prevalentemente al femminile.
E prima di questo avevamo attuato un progetto che supportava la popolazione dei villaggi della zona, istituendo dei centri di primo soccorso con la formazione di personale
infermieristico che erano le donne stesse dei
villaggi.
Il settore della crescita educativa è ritenuto,
da AMI, prioritario tra i propri interventi poiché riteniamo che l'educazione sia il punto di
partenza per un percorso/processo di sviluppo duraturo e rispettoso della realtà e tradizioni locali.
Per concludere, mi sembra importante ribadire il concetto che la centralità della persona
è la filosofia che guida la scelta dei progetti
di AMI, volti principalmente a sostenere la
crescita autonoma di tanti giovani, donne e
bambini e per la formazione di persone attive
e responsabili che sappiano portare il senso
del proprio impegno in ogni ambito della
propria esistenza.
SHANTHI
I progetti
AMI agisce non solo nelle zone più remote e
povere dell’Africa, dell'India e del Sud America, ma interviene anche nelle periferie urbane
e sociali di questi paesi. Qui il degrado umano
è ancora più accentuato perché centinaia di
migliaia di persone, provenienti dai villaggi,
si riversano nelle metropoli con la speranza di
trovare un lavoro; ma per la stragrande maggioranza di loro questi spostamenti si rivelano
solo un'ulteriore sofferenza perché alla difficoltà di trovare un lavoro si somma quella di
trovare una casa dove vivere con la propria famiglia. Purtroppo ciò non si avvera quasi mai
ed essi sono costretti a vivere in condizioni disumane, accalcandosi negli agglomerati che
nascono a ridosso delle grandi città. In India
si chiamano slums, in Brasile favelas, ma queste parole nascondono tutte la stessa realtà:
condizioni di vita disumane senza i mezzi per
fronteggiare la fame o le eventuali epidemie
che in questi luoghi sono sempre presenti.
Per affrontare tutto ciò, AMI opera da molti
anni con progetti mirati ad alleviare la difficile condizione di vita di queste persone per cui
abbiamo, e stiamo realizzando, progetti come
"Salute e igiene per i bambini delle scuole degli slums" in Kakinada, città di oltre 400.000
abitanti nello stato dell'Andra Pradesh; "Acqua per gli abitanti degli slums" che prevede la
realizzazione di 15 pozzi che possano andare
in profondità e “pescare” così acqua più pulita all’interno dei numerevoli slums presenti a
Kakinada; e anche la "Casa di accoglienza per
bambini infettivi" in Addis Abeba. 37
I progetti AMI 2013/14
BRASILE
PROGETTO
DESCRIZIONE
PREVENTIVO €
FONDI
EROGATI 2013 €
Centro NOVO
MAROTINHO
(biblioteca – ludoteca)
Favela di Novo Marotinho
Salvador de Bahia
Il progetto prevede di creare un
spazio/giardino strutturandolo con giochi didattici (giochi
di società ed educativi) e sportivi (ping pong, biliardino, corde,
tappeto elastico e un piccolo
campo per praticare sport).
5.000
5.000
5X1000
del 2010
entrata 2012
Centro COMUNITARIO
PAOLO VI
(scuola materna e doposcuola)
Favela di Valeria
Salvador de Bahia
Il progetto si propone di creare un’area esterna, adiacente
alla scuola, per le attività ludiche dei bambini, che altrimenti rimarrebbero tutto il giorno in
spazi ristretti e al chiuso.
Il progetto prevede di creare
un spazio/giardino con una
copertura (per il sole e la pioggia) strutturandola con giochi
didattici.
Questo spazio potrà poi anche essere utilizzato per la
Comunità, per incontri con i
genitori, eventi culturali che
coinvolgano le famiglie dei
bambini e l’intera comunità.
5.000
5.000
Uso parziale
5X1000
del 2011
BRINQUEDOTECA
COMUNITARIA
(Educazione, Cultura e
Arte per
bambini e adolescenti)
São Sebastião (Periferia di
Brasilia)
Il progetto si prefigge di essere
di sostegno ai costi di gestioni della struttura (affitto, spese,
stipendio operatori ecc.).
17.000
17.000
5X1000
del 2010
entrata 2012
ESPACO PROGREDIR
Barrio de Miguel Couto
Nova Iguacu
Offrire opportunità di formazione/socializzazione ai bambini e ragazzi della comunità locale.
Offrire sostegno psicologico,
sociale, pedagogico.
Aiutare le famiglie all’inserimento nella società.
Favorire modelli di relazione
sociale positivi.
70.534
(finanziato
CAI)
17.636
Finanziamento
CAI
€ 52.898
da erogare
nel 2014
dopo
finanziamento
CAI
Il Progetto si propone di sostenere le attività dei Centri Comunitari indicati e seguiti da
AMI, finanziando il pagamento dello stipendio di 2 educatori: un educatore che seguirà
i bambini con un corso di arte
infantile, animazione e introduzione al Teatro e un educatore che insegnerà musica (chitarra e flauto). Entrambe le
attività sono molto importanti e complementari alle attività
di sostegno scolastico che frequentano i bambini nei Centri.
10.000
10.000
Uso parziale
5X1000
del 2011
Progetto educatori di
Arte Infantile e Musica
• Centro comunitario Santo Antonio nella Favela di
Brotas
• Centro comunitario P.re
Heitor
Frisotti nella Favela di Canabrava
• Centro comunitario Paolo VI
nella Favela di Valeria
Salvador de Bahia
FONTE FINANZIAMENTO
E “DEBITO 2014”
PROGETTO
DESCRIZIONE
PREVENTIVO €
FONDI
EROGATI 2013 €
CREAZIONE DEL CORO
DELLA BRINQUEDOTECA MUNICIPALE BRINCASTELO
Neropolis
Goias
Il progetto nasce dalla grande
domanda di lezioni di canto e
musica che abbiamo costatato tra i famigliari dei bambini
che frequentano la Brinquedoteca e dal fatto che, la propria
Brinquedoteca, come spazio
culturale comunitario, può offrire alla città la creazione di un
coro professionale che realizzi
presentazioni periodiche negli
eventi promossi dalla Segreteria di Educazione, dalla Camera Municipale, dal Comune
o dalla stessa Brinquedoteca. Attualmente stiamo offrendo soltanto due attività artistiche: danza del ventre e ballo
per bambini. Questo progetto
vuole così aggiungere alle attività della Brinquedoteca, lezioni di canto e la creazione di
un coro per, inizialmente, 80
bambini, tra i 6 e i 12 anni.
4.000
4.000
Finanziamento
AMI
111.534
58.636
52.898
TOTALE PROGETTI BRASILE
FONTE FINANZIAMENTO
E “DEBITO 2014”
COLOMBIA
PROGETTO
DESCRIZIONE
PREVENTIVO €
FONDI
EROGATI 2013 €
FONTE FINANZIAMENTO
E “DEBITO 2014”
Adesione al Programma di Sostegno dell’ICBF, rivolto ai ragazzi maggiorenni uscenti dal circuito di protezione dell’Istituzione.
Ancora non si ha avuto conferma dell’avvio del Progetto.
7.000
Da rivalutare
nel 2014
TOTALE PROGETTI COLOMBIA
7.000
7.000
COSTA D’AVORIO
D’AVORIO
PROGETTO
SCUOLA PRIMARIA
Tabagne
DESCRIZIONE
Avendo contribuito, negli anni precedenti, alla costruzione della Scuola Materna e Centro Nutrizionale,
nel 2012 si è convenuto di aderire alla richiesta dell’Istituto Ravasco
per la costruzione della Scuola Primaria. I lavori, iniziati nel 2012,
sono quasi al termine e con l’invio
dell’ultima trance dovrebbero terminare entro il 1° semestre dell’anno.
TOTALE PROGETTI COSTA D’AVORIO
PREVENTIVO €
FONDI
EROGATI 2013 €
FONTE FINANZIAMENTO
E “DEBITO 2014”
Finanziamento
AMI
20.000
10.000
20.000
10.000
Differenza da
erogare nel
2014
10.000
ETIOPIA
PROGETTO
DESCRIZIONE
PREVENTIVO €
BIFTU Women
Association
Municipio di Bishoftu
Bishoftu
Sostegno delle attività svolte dalla
BIFTU Women Association che si incentrano sull’opera di sensibilizzazione della popolazione femminile
della zona, tramite riunioni periodiche dove vengono discusse le problematiche sociali con particolare
attenzione alla cura e all’educazione dei figli.
DARAARAA Women
Association
Municipio di Bishoftu
Bishoftu
Sostegno delle attività svolte dalla DARAARAA Women Association che si incentrano sull’opera di
sensibilizzazione della popolazione femminile della zona, tramite
riunioni periodiche dove vengono
discusse le problematiche sociali con particolare attenzione alla
cura e all’educazione dei figli.
Casa di
Accoglienza per
Bambini infettivi
Addis Abeba
Proseguimento del Progetto di mantenimento della struttura.
Kibebe Tsehay
Orphanage
Center
Woreda 4, Guellel
Sub-city,
Addis Abeba
Il Progetto si prefigge di sostenere economicamente il costante approvvigionamento di latte in polvere per i bambini neonati di tutto
l’Istituto e provvedere anche al pagamento dello stipendio di alcune
assistenti ai bambini (Carengivers
-1 Nannie e 2 Nurse).
Igiene e salute
per tutti
BRIGHT VISION HOPE
VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT
Fonko e Lereba
2 blocchi di n° 3 docce cad.,
ad uso pubblico, localizzate
all’interno dei compound delle
scuole di Fonko e Lereba.
Istruzione per tutti
BRIGHT VISION HOPE
VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT
Fonko e Lereba
2 blocchi di 4 aule cad., per istituzione corsi elementari dalla 1°
classe alla 4° classe, localizzati all’interno dei Compound delle esistenti scuole materne di Fonko e Lereba
26.000
Istruzione per tutti
BRIGHT VISION HOPE
VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT
Fonko e Lereba
Mantenimento dello staff di una
scuola per un anno dall’inizio
dell’attività.
10.000
Laboratorio Fonko
BRIGHT VISION HOPE
VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT
Fonko e Lereba
Costruzione di un laboratorio per
l'apprendimento di lavori artigianali (falegname, idraulico, fabbro ecc.)
TOTALE PROGETTI ETIOPIA
3.500
3.500
20.000
7.000
10.000
18.000
80.000
FONDI
EROGATI 2013 €
3.500
FONTE
E “DEBITO 2014”
Uso
parziale
5X1000
del 2011
3.500
Uso
parziale
5X1000
del 2011
17.400,00
Uso
parziale
5X1000
del 2011
7.000
5X1000
del 2010
entrata
2012
10.000
5X1000
del 2010
entrata
2012
25.898
5X1000
del 2010
entrata
2012
Sviluppo anno 2014
Iniziata attività
di raccolta fondi.
Probabile sviluppo
2014/15
INDIA
PROGETTO
ACCOGLIENZA
MINORI E FAMIGLIE
Panamaram – Wyanad
(Kerala)
SERVIZI SANITARI DI
CURA PER DONNE E
BAMBINI IN
VILLAGGI COSTIERI E
DELL’ENTROTERRA DI
CUDDALORE
(Tamil Nadu)
DESCRIZIONE
PREVENTIVO €
FONDI
EROGATI 2013 €
Sostegno al mantenimento del Samadhana Bhavan, coprendo le
spese primarie per il cibo e le cure
necessarie a migliorare le condizioni degli assistiti.
Lavori all’edificio per migliorarne
l’agibilità ed in particolare la recinzione del terrazzo con una ringhiera di sicurezza.
17.000
17.000
Prosecuzione di un Progetto già
in corso.
Formazione personale addetto
alla salute che sarà di circa 10
unità e:
•Saranno formati con il Programma approvato dall’Università Nazionale Indira Gandhi di New
Delhi
•Ogni addetto assisterà 250 famiglie (c.ca 1.000 persone)
•L’accento sarà più sulla continuazione dei programmi esistenti
e coprirà anche il resto della popolazione organizzando campi
che faranno riferimento al più vicino centro della salute.
•Gli addetti avranno un diploma
dall’Università alla fine dell’anno.
•Questo potrebbe aiutarli a lavorare successivamente anche altrove dopo la fine del progetto.
•Il Centro di Formazione sarà
presso il Centro Salute di Kannaranpettai a Cuddalore.
•Sarà presente un team di persone già formate che insegneranno nei corsi e assisteranno e “guideranno” gli addetti durante la
loro pratica “ sul campo”.
25.000
22.000
FONTE
E “DEBITO 2014”
Finanziamento
AMI
(€ 3.000,00
mantenimento
+
€ 14.000,00
lavori edificio)
Novartis
2012
(38.635)
PROGETTO
HOLY CHILD SCHOOL
(costruzione del primo
piano)
Jewdhara, Ambika Kalna
(West Bengala)
MISSION TO
THE NATIONS
SAFE MOTHER AND
CHILD KAKINADA
(Andhra Pradesh)
MISSION TO
THE NATIONS
SUPPORT TO
WIDOWS
Kakinada
(Andhra Pradesh)
MISSION TO
THE NATIONS
ACQUA PER
GLI ABITANTI
DEGLI SLUM
Kakinada
(Andhra Pradesh)
MISSION TO
THE NATIONS
AIUTO AGLI
ALLUVIONATI
DESCRIZIONE
Il Progetto complessivo prevede
la realizzazione di una scuola di
tre piani. La costruzione dell’edificio è stata affidata a una Società Edile specializzata e il costo
complessivo ammonta a c.ca €
450.000,00.
AMI, con il contributo di NOVARTIS FARMA e dei suoi Collaboratori, ha già partecipato
economicamente nel 2012 alla
costruzione di un intero piano.
Nel 2013 l’impegno è quello di
partecipare finanziariamente alla
realizzazione del 2° piano.
il progetto prevede l’aiuto a 250
donne per portare a termine la
gravidanza in condizioni “normali”. AMI, con i programmi di
Sponsorizzazione, si farà’ carico, almeno per alcuni anni, di
supportare sia il nascituro che la
mamma.
In Kakinada il responsabile della
Mission to the Nations (Rev. Paparao) ha individuato circa 500
vedove molto povere e senza fissa dimora. Non hanno alcun supporto. AMI si farà carico di seguire 100 di vedove, povere e
senza fissa dimora, e fornire loro,
tramite la supervisione di Mission
to the Nations, il cibo necessario
per alimentarsi.
Nello specifico verrà fornito:
riso,cipolle,patate, legumi ed altre verdure.
Il progetto prevede la realizzazione di n° 15 pozzi per poter andare in profondità e “pescare”
acqua più pulita all’interno dei
numerevoli slums presenti a Kakinada.
In ogni slum, ci sono circa 7501.200 famiglie.
Sostegno inserito in corso d’anno
in seguito gravi eventi atmosferici
PREVENTIVO €
15.000
6.000
5.000
6.000
FONDI
EROGATI 2013 €
15.000
FONTE
E “DEBITO 2014”
Novartis
2012
(38.635)
6.000
5X1000
del 2010
entrata
2012
5.000
5X1000
del 2010
entrata
2012
6.000
5X1000
del 2010
entrata
2012
Uso parziale
5X1000
del 2011
5.000
5.000
79.000
76.000
0
315.534
211.934
97.898
Kakinada
(Andhra Pradesh)
TOTALE PROGETTI INDIA
TOTALE PROGETTI AMI GENERALE
Riassunto Progetti da Completare / Rivalutare nel 2014
PROGETTO
DESCRIZIONE SINTETICA
IMPORTO €
BRASILE
ESPACO PROGREDIR
Barrio de Miguel Couto
Nova Iguacu
Offrire opportunità di formazione/socializzazione a
bambini e ragazzi della comunità locale.
Offrire sostegno psicologico, sociale, pedagogico.
Aiutare le famiglie all’inserimento nella società.
Favorire modelli di relazione sociale positivi.
52.898
(finanziato
CAI)
COLOMBIA
Adesione al Programma di Sostegno dell’ICBF, rivolto ai ragazzi maggiorenni uscenti dal circuito di protezione dell’Istituzione. Ancora non si ha avuto conferma
dell’avvio del Progetto.
7.000
COSTA D'AVORIO
Scuola Primaria
Tabagne
Costruzione della Scuola Primaria.
10.000
ETIOPIA
Istruzione per tutti
BRIGHT VISION HOPE VILLAGE and
COMMUNITYDEVELOPMENT
Fonko e Lereba
Mantenimento dello staff di una scuola per un anno
dall’inizio dell’attività.
10.000
Laboratorio Fonko
BRIGHT VISION HOPE VILLAGE and
COMMUNITYDEVELOPMENT
Fonko e Lereba
Costruzione Laboratorio per apprendimento lavori artigianali (falegname, idraulico, fabbro, ecc.).
18.000
TOTALE
97.898
Stato patrimoniale e
Rendiconto gestionale
BILANCIO
di Redazione Shanthi
[email protected]
Riportiamo qui di seguito il bilancio dell’associazione
approvato nell’ultima assemblea dei soci.
Anche nel 2013 è stata adottata una contabilità
rispondente a criteri civilistici e si è quindi redatto un
bilancio composto da Stato Patrimoniale e Rendiconto
Gestionale.
Lo Stato Patrimoniale evidenzia un totale delle Attività
pari a 1.039.746 euro.
STATO PATRIMONIALE aggiornato al 31-dic-2013
Descrizione
Attività
TERRENI E FABBRICATI
Immobile Buccinasco
338.800
Fondo garanzie ente morale
51.645
Fondo riserva volontaria indivisibile
10.732
Arredamento Buccinasco, Padova,
Versilia
6.833
Fondo riserva volontaria divisibile
14.643
Macchine d'ufficio Buccinasco,
Padova, Versilia
2.970
Fondo patrimoniale associativo
869.426
TITOLI D'INVESTIMENTO
Fondo monetario
RISULTATO D'ESERCIZIO
76.853
RIMANENZE DI MAGAZZINO
Magazzino Buccinasco
Associati c/anticipazioni
Avanzo gestione caratteristica
10.376
FONDO AMM.TO FABBRICATI
15.673
ANTICIPAZIONI AD ASSOCIATI
F.do amm.to immobile Buccinasco
25.410
F.DO AMMORTAMENTO ATTREZZATURE IND./COMM.
1.500
BANCHE C/C
F.do amm.to arredamento
3.803
F.do amm.to macchine d'ufficio
1.671
Banche
469.548
DEBITI VARI
Banco Posta
53.879
Anticipazioni da associati
1.040
Anticipazioni da sostenitori
43.721
Anticipazioni varie da destinare
7.275
Totale Passività
1.039.746
BANCHE ESTERE C/C
SHANTHI
Passività
CAPITALI E RISERVE
ATTREZZATURE IND./COMM.
44
Descrizione
Banche
60.109
CASSA
Cassa contanti e assegni
12.948
ERARIO C/ RITENUTE E CREDITI d'IMPOSTA
Ritenute subite su interessi attivi
630
Totale Attività
1.039.746
RENDICONTO GESTIONALE al 31-dic-2013
Descrizione
Oneri
COSTI
Descrizione
Proventi
RICAVI
Spese realizzazioni progetti e invio
aiuti/donazioni
131.430
Quote sociali
29.430
Sponsorizzazioni inviate
329.105
Quote sostegno a distanza
390.394
Finanziamento progetti con 5 per mille
87.505
Donazioni
12.586
Spese manifestazioni, sottoscrizioni e
artigianato
6.492
Finanziamenti per progetti
102.016
Reso conferimento mandati
2.693
Sottoscrizione per progetti/aiuti
29.799
Spese organizzazioni corsi adozione
39.529
Erogazione 5 per mille Irpef
79.928
Spese traduzioni e varie adozioni
33.844
Sottoscrizione a premi
10.026
Spese mantenimento minori
4.148
Introiti manifestazioni
7.356
Compensi e rimborsi spese a referenti esteri
87.131
Offerta artigianato
5.648
Pubblicazione rivista Shanthi e altre stampe
26.347
Conferimento mandati
80.200
Spese varie
333
Contributi corsi adozioni
26.785
Contributi per traduzioni
30.387
Ricavi vari
7.197
Contributi per compensi referenti esteri
90.60
VARIAZIONI RIMANENZE
Magazzino iniziale
17.401
COSTI PER UTENZE
Energia elettrica, gas e acqua potabile
4.868
Contributi per mantenimento minori
394
Spese telefoniche ordinarie
6.880
Contributi per relazioni post adozione interne
22.186
Contributi incontri Centro Psicologia Clinica
9.116
11.525
COSTI PER UTENZE
Riscaldamento
245
Contributi per colloqui con psicologhe
Energia elettrica
1.196
VARIAZIONI RIMANENZE
COSTI PER SERVIZI E CONSULENZE
Magazzino finale
15.673
Compensi psicologhe e prestazioni diverse
21.709
PROVENTI FINANZIARI VARI
Compensi psicologhe Centro
psicologia Clinica
21.370
Interessi attivi bancari e postali
506
SPESE COMMERCIALI
Spese viaggi e rappresentanza
6.432
Spese viaggi e rappresentanza adozioni
27.204
SPESE AMMINISTRATIVE
Cancelleria varia
3.792
Spese postali
13.663
SPESE GENERALI
Assicurazioni
711
LOCAZIONE E CANONI
Canoni di locazione immobili
23.878
Spese varie locazione immobili
3.996
Spese condominiali sede Buccinasco
2.020
ONERI TRIBUTARI
740,88
Tributi e ritenute fiscali
20.224
SHANTHI
Imposte e tasse deducibili
ALTRI COSTI DI ESERCIZIO
Perdite su cambi
12.318
ONERI FINANZIARI VERSO BANCHE
Commissioni e spese bancarie
3.833
AMM.TI ORDINARI IMMOB. MATERIALI
Amm.to ordinari fabbricati civili
10.164
Amm.to ordinario arredamento
1.025
Amm.ti ordinari macchine d'ufficio
594
Totale Oneri
951.392
Totale Proventi
961.769
Avanzo Gestione Caratteristica
10.376
Disavanzo Gestione Caratteristica
0,00
45
Ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto AMI onlus attraverso la donazione del 5 per mille.
Anche quest'anno AMI Amici missioni Indiane Onlus è stata inserita tra le organizzazioni
di volontariato alle quali potrà essere destinato il 5 per mille dell'IRPEF.
Il vostro sostegno consentirà di finanziare progetti di aiuto in collaborazione con i nostri
"partner storici" fra tutti Argonauti Explorer e Obiettivo sul Mondo.
A pagina 36 della rivista sono spiegati i principi e le motivazioni che muovono l'impegno
di AMI nella cooperazione internazionale. Nelle tabelle di pp. 38-43 trovate i progetti
concreti in cui sono stati investiti i proventi del 5 per mille degli anni passati.
Ricordate che, per destinare il 5 per mille ad AMI basta apporre la propria firma nello
spazio contraddistinto dalla voce:
"Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, alle
associazioni di promozione sociale e alle associazioni e fondazioni riconosciute che operano
nei settori di cui all'art.10, c. 1, lett. a) del D.Lsg n. 46 del 1997" e indicare il nostro codice
fiscale:
97018760153
La scelta di destinare il 5 per mille non modifica l'importo dell'IRPEF dovuta.
CF 97018760153 - cc/c postale 20216206
Sostegno a Distanza:
efficace strumento
per uno sviluppo possibile
SOSTEGNO A DISTANZA
(ADOZIONI A DISTANZA)
Se avete letto l'articolo di pagina 10 avrete certamente
capito che in alcune situazioni basta il costo di un
caffè al giorno per aiutare un bambino a sopravvivere.
Grazie al SAD, AMI sostiene la crescita di altre 200
bambini nella loro crescita.
Parlo per esperienza personale: quando nel
2012 ho visitato i villaggi di Fonko e Lareba,
a 280 km a sud di Addis Abeba, ho effettivamente potuto verificare quanto il sostegno a
distanza sia efficace, e anzi necessario, se si
vuole dare un aiuto concreto. Non si tratta di
assistenzialismo; significa spingere dall’esterno affinché sia possibile una crescita autonoma. In Etiopia, del resto, non esistono politiche di welfare per la popolazione e mancano
anche alcuni elementi fondamentali di base.
Con il sostegno a distanza, invece, la crescita è possibile. Nei villaggi sopra citati sono
nate due scuole materne, che attualmente
si stanno ampliando per poter offrire anche
un’istruzione elementare, è stato costruito un
pozzo, un forno in cui cuocere il pane, un
mulino, l’orto per i pasti dei bambini e un’infermeria con i medicinali di prima necessità.
EtiHope è una pagina Facebook
nata nel 2012 con lo scopo di informare sull'operato di Hope Village, O.N.G.
fondata dall'etiope Hirut Tadesse, ma
non solo; essa ha come obiettivo anche
quello di promuovere una maggiore conoscenza dell'Etiopia a partire dalle sue
tradizioni, aggiornare riguardo a eventi
e raccolte fondi, stimolare donazioni e
l'avvio di nuovi Sostegni a Distanza, per
i quali Hope Village collabora con AMI.
facebook.com/hopevillageEtiopia
SHANTHI
Dove manca quasi tutto, la vita è fatta di piccole conquiste quotidiane: una stuoia su cui
dormire, un pasto al giorno, qualcosa da indossare per coprirsi quando scendono le temperature. L’enormità di cose che vi ruotano
attorno e che per noi sono essenziali, nella
povertà sono un di più. E probabilmente
per questa ragione un gesto che nell’opulenza passerebbe inosservato per chi ha poco o
niente è un gesto grande.
Nei poveri villaggi dell’Etiopia e anche nella
caotica Addis Abeba, la povertà è un pesante
e triste comune denominatore. Tra le conseguenze principali vi sono la mancanza di istruzione e d’igiene, elementi che, sommandosi,
generano e alimentano altra povertà in una
drammatica escalation.
In questo contesto il Sostegno a Distanza
rappresenta un valido strumento per porre
le basi di una crescita positiva delle condizioni di vita della popolazione. Le fondamenta
sono sicuramente i bambini che, grazie al sostegno che ricevono, possono frequentare la
scuola materna e primaria, ricevere un pasto
al giorno, cure mediche di cui necessitano e,
per quanto possibile, una dose di serenità in
più. I risultati sono certamente positivi e ben
evidenti, e la certezza che un sistema di questo genere possa funzionare è data dal sorriso
dei bambini quando valicano il cancello della
scuola a cui i più piccoli amano andare, quando porti loro vestitini nuovi che brandiscono
come trofei e poi stringono al petto perché
nessuno glieli tocchi, quando, stranamente silenziosi per l’indole focosa che li caratterizza
in giovanissima età, aspettano che venga loro
dato il pranzo o la merenda.
di Martina Brusa
[email protected]
e Camilla Baldina
[email protected]
47
... quanto il sostegno a distanza
sia efficace, e anzi necessario...
SHANTHI
Tutto questo è stato possibile grazie a finanziamenti di privati e dell’AMI.
Oltre ad essere la principale protagonista nei
progetti delle due scuole, AMI è promotrice
di 70 SaD di bambini della scuola di Fonko.
Il sostegno è mirato e si valutano le necessità
specifiche del bimbo. Ne è un esempio la piccola Burtukan, che è stata ferita dall’esplosione di una mina mentre rincasava; il sostegno
che riceveva ha reso possibile cure mediche
più specifiche ed accertamenti che senza questo aiuto non sarebbero stati possibili. Ma anche la riparazione del tukul, la capanna tipica
48
dei villaggi in cui vivono il bambino e la sua
famiglia, non è inusuale e anzi è necessario
per il benessere del minore.
Gli esempi che sono stati riportati rappresentano solo una porzione limitata della realtà e,
tuttavia, bastano per dimostrare quanto concreto sia l’aiuto che viene dato con il Sostegno
a Distanza.
AMI gestisce anche circa 200 SaD ad Addis
Abeba, una parte di questi bambini (120),
segnalati dai servizi sociali, fanno parte di
un programma di istruzione, nel quale i più
meritevoli ottengono ulteriori incentivi allo
studio. I rimanenti SaD sono su segnalazione
dell’Istituto Almaz, che, oltre a collaborare
con AMI per l’adozione internazionale, segue
le famiglie disagiate della zona.
Sostienimi
Sin dai primi anni, l’AMI ha pensato che il
sostegno a distanza (adozione a distanza) di
bambini e ragazzi per sostenerli negli studi
potesse costituire un valido strumento per favorire un loro progresso autonomo.
Nelle realtà in cui operiamo cerchiamo di
realizzare un progetto individuale, di studio
o di formazione professionale, che favorisca,
nel medio termine, l’inserimento nella realtà
sociale e professionale locale e contemporaneamente diventino risorse per la stessa collettività.
L’AMI segue attualmente circa 2.700 giovani.
Come effettuare
un sostegno a distanza?
Come primo passo, la persona o famiglia che
desidera fare un sostegno a distanza (sostenitori) contatta l’Associazione e dà comunicazione della propria disponibilità. Il passo successivo è l’invio da parte nostra di una scheda
informativa del ragazzo/a individuato/a anche tenendo conto delle eventuali indicazioni di chi effettua il SaD circa il Paese (India,
Brasile, Etiopia, ecc), l’età e il sesso.
Solo dopo aver ricevuto la scheda il sostenitore invierà il contributo di 180 € annui, in una
o più rate, con le modalità contenute nei documenti spediti assieme alla scheda.
Eventuali eccedenze rispetto alla quota saranno comunque inviate al ragazzo/a.
Da parte AMI vengono trattenuti 15 €: circa la
metà serve a coprire le spese di gestione delle
adozioni a distanza, l’altra metà per finanziare progetti e interventi di aiuto in loco.
La cifra è sufficiente in generale per gli studi
primari, mentre gli studi secondari assorbono
interamente la cifra, in quanto comportano
il soggiorno in college o l’iscrizione a scuole
private.
Una o due volte all’anno riceviamo notizie
sulla salute e sull’andamento scolastico dei
ragazzi, che vengono distribuite ai sostenitori.
A seconda dell’età del ragazzo/a sarà possibile una corrispondenza diretta più frequente.
Non è esclusa la possibilità di visitare sul luogo
i giovani sostenuti e le realtà in cui vivono. La
durata del sostegno a distanza è
legata caso per caso alle esigenze
del ragazzo/a, alla sua età e al tipo
di studi; di regola essa è pluriendi Cecilia Cremonesi
nale anche se il sostenitore può
[email protected]
decidere di interromperla, così
come le Missioni possono trovarsi nella condizione di terminarla
quando non sono più in grado di seguire il
ragazzo/a.
Nel caso di interruzione del sostegno chiediamo di essere informati tempestivamente
in modo da consentire l’abbinamento del
ragazzo/a a un nuovo sostenitore. Dove operiamo?
INDIA
La presenza maggiore è negli Stati del Kerala e Tamil Nadu, dove, in collaborazione
con le Suore di Maria Bambina, seguiamo
circa 2.200 bambini in una trentina di località. Alcuni sono orfani e vivono presso le
Suore, molti appartengono a famiglie povere e frequentano la scuola della Missione o
hanno contatti coi piccoli dispensari che le
Suore gestiscono in zone rurali o negli slum
delle città.
Ancora nel Tamil Nadu, a Pondicherry un
centinaio di bambine/ragazze è seguito per
l’asilo, il doposcuola e l’apprendimento
dell’inglese.
La nostra presenza nel continente indiano si
estende anche ad altri Stati:
Karnataka (India Sud-Occidentale): sostegno di una missione di suore nel distretto del
Dharward che accoglie soprattutto ragazze
povere.
SHANTHI
Grazie al tuo contributo
un mondo diverso sarà possibile!
SOSTEGNO A DISTANZA
(ADOZIONI A DISTANZA)
49
I nostri punti di contatto
Sede AMI e REDAZIONE SHANTHI:
Cascina Robbiolo - via Aldo Moro, 7
20090 Buccinasco (MI)
Tel 02 45701705 Fax 02 45708630
(apertura: mercoledì e venerdì sera)
LE NOSTRE ZONE
Bergamo:
035-713916
Limena (PD):
049-8848183
La Spezia:
0187-701114
Mantova:
0376-245259
Piacenza:
0523-896247
Stiava (LU):
0584-970071
SITO INTERNET:
http://www.amiweb.org
Jharkand - ex Bihar (India Nord-Orientale):
sostegno di ragazze della comunità tribale
dei Santals, una comunità antica ed emarginata; si consente loro di studiare, cercando
al contempo di valorizzarne la tradizione
culturale.
West Bengala (India Orientale): sosteniamo
a distanza ragazzi in età scolare, orfani o appartenenti a famiglie povere degli slum di
Calcutta.
SHANTHI
BANGLADESH
In questo stato, tra i più poveri al mondo, le
Suore del Cuore Immacolato di Maria Regina
gestiscono piccoli dispensari e centri dove le
donne possono imparare taglio e cucito, per
sostentare le loro famiglie. In tre villaggi ab-
50
biamo in corso circa 340 adozioni a distanza.
Inoltre collaboriamo con dei padri nella Diocesi di Khulna che seguono una trentina di
ragazze e ragazzi per consentire loro di avanzare negli studi.
BRASILE
Rio de Janeiro: la baixada fluminense è una
zona periferica tra le più violente del mondo; qui il sostegno a distanza assume il significato di una prevenzione, togliendo molti
ragazzi dalla strada.
Aiutiamo quattro gruppi di ragazzi: il primo
frequenta la “Escola Nossa Senhora Aparecida”, una piccola scuola per i più poveri; il
secondo è alla casa-asilo Sao Judas Tadeu di
Heliopolis, dove i bambini passano la giornata; il terzo è quello dell’asilo di Xavantes,
uno dei barios più miserabili e degradati
della zona; il quarto è legato alla comunità
di base di Sao Francisco de Assis. Due maestre seguono bambini e famiglie. Sempre
nell’area di Rio, il Centro Arminda Marques
segue i ragazzi nelle attività di dopo scuola,
con le stesse finalità. ETIOPIA
Recentemente abbiamo avviato altre 60 SaD
in Addis Abeba collaborando con l’Istituto
Almaz. Con il Comune di Addis Abeba è stato
avviato, nel 2006, un programma di sostegno
di oltre 120 bambini e ragazzi che frequenta-
no le scuole pubbliche.
Nei villaggi di Fonko e Lereba seguiamo circa
50 bambini affidati alle cure di Hirut.
NIGERIA
A Ngugo, nello Stato di Imo, dal 1988 le “Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue”
gestiscono, con una ventina di suore, una
scuola materna e una elementare. Di recente è stato costruito un orfanotrofio, la “Hope
House”, che ospita tra gli altri bambini orfani
di genitori vittime dell’AIDS.
GUATEMALA
A Chacaltè, a 40 km dalla costa del Pacifico,
è sorta una struttura polivalente che ospita
400 ragazzi che sono assistiti nello studio. La
struttura, nata grazie all’impegno di Padre
De Leon, di volontari locali e di un gruppo
di universitari di La Spezia, si fa carico anche
dell’assistenza sanitaria alla popolazione.
COSTA D’AVORIO
Tabagne: tramite l’Istituto Ravasco Suore
della Congregazione figlie dei Sacri Cuori
di Gesù e Maria sosteniamo gli studi superiori di 30 ragazze.
Modalità di versamento dei contributi
C/C bancario intestato: Amici Missioni Indiane ONLUS
Intesa Sanpaolo – Ag. 1907 via Pirelli, Milano
IBAN IT54 N030 6909 5480 0000 8724 189
C/C postale intestato: Amici Missioni Indiane ONLUS
Via A.Moro 7 – 20090 Buccinasco (MI)
n°Conto 20216206 ABI 07601 CAB 01600 CIN P
IBAN IT84 P076 0101 6000 0002 0216 206
SHANTHI
Per bonifici relativi a: pagamento quote sociali, quote adozioni a distanza,
donazioni, contributi per la realizzazione di progetti, ricavi mercatini e/o feste
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