Etiopia - Shanthi
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Etiopia - Shanthi
Anno XXIX n. 1 - Periodico semestrale dell’A.M.I. Spediz. In abbonamento postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 Filiale di Milano Aut. del Tribunale di Milano n. 730 del Registro Periodici 10.11.2000 1 2014 viaggi di solidarietà nelle terre degli uomini SHANTHI ereitnorf inimou ilged erret ellen iterges iggassap e iggaiv in distribuzione gratuita EDITORIALE Lo zoo di Tripoli IN PRIMO PIANO ETIOPIA Povertà, fame, malattie... ma anche progetti d'aiuto, scuole, musica, favole, ricordi e tante speranze! Qui foto mosaico COOPERAZIONE I motivi che portano AMI a scegliere i progetti d'aiuto internazionale I progetti AMI del 2013/14 CONVIVENZE Educazione ambientale e vacanze: un connubio vincente SOSTEGNO A DISTANZA Un caffè al giorno per permettere a un bambino di crescere nel suo Paese Si prova, ma non ci si sazia mai del piacere del mondo! (Proverbio abissino) Sede Legale: via A. Moro 7 - 20090 Buccinasco (MI) Sede Operativa: via A. Manzoni 10/4 20090 Buccinasco (MI) tel 02 45701705 /fax 02 45708630 Codice Fiscale: 97018760153 Sito internet: http://www.amiweb.org La sede è aperta: mercoledì e venerdì sera L’AMI “Amici Missioni Indiane ONLUS” è un’associazione di volontariato nata nel 1982. È stata riconosciuta ufficialmente Ente Morale autorizzato all’attività nelle procedure di Adozione Internazionale con il Decreto del Ministero dell’Interno nr. 34/2000 del 06/09/2000 (cfr: http://www. amiweb.it/decrem97.htm oppure Gazzetta Ufficiale del 21/7/97 rif. n. 97A5684). L’AMI è stata fondata nel 1982 per iniziativa di un piccolo numero di famiglie adottive, allo scopo di inviare beni di prima necessità nelle Missioni Indiane gestite dalle Suore di Carità delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa. Dopo i primi anni di attività, che hanno visto incrementarsi sensibilmente il numero dei soci, AMI ha riorganizzato la propria attività focalizzando le iniziative principalmente in tre settori: Chi Siamo ADOZIONE INTERNAZIONALE AMI è un ente autorizzato a svolgere tutte le attività nelle procedure di Adozione Internazionale, dall’accoglimento della coppia avente già il decreto di idoneità fino al completamento di tutto l’iter adottivo. [email protected] COOPERAZIONE INTERNAZIONALE AMI sviluppa progetti di cooperazione internazionale, da sola o con altre organizzazioni, attraverso l’invio di materiali (vestiario, medicinali ecc.) e di contributi finanziari per la costruzione e il mantenimento di asili, scuole, dispensari, case per la popolazione locale, implementazione di piccole attività produttive, sviluppo e realizzazione. Collabora in progetti co-finanziati dalla Commissione Adozioni Internazionali. [email protected] SOSTEGNO A DISTANZA AMI promuove e realizza il sostegno a distanza (comunemente chiamata adozione a distanza) di minori in stato di bisogno. L’obiettivo è di avvicinare famiglie, gruppi e singoli a bambini e bambine che necessitano di sostegno economico per proseguire gli studi nel proprio Paese; mediante interventi individuali di istruzione si pongono anche le basi per la crescita delle comunità locali. [email protected] Quote associative annuali: Socio ordinario: € 60,00 Socio sostenitore: € 5,00 (senza alcun limite) Sponsorizzazioni: € 180,00 Le nostre zone Bergamo: Castel San Giorgio (SA): Limena (PD): La Spezia: Mantova: Piacenza: Roma: Stiava (LU): 035.713916 081.951504 049.8848183 0187.701114 0376.245259 0523.896247 06.70453637 0584.970071 Modalità di versamento dei contributi Per bonifici relativi a: pagamento quote sociali, quote adozioni a distanza, donazioni, contributi per la realizzazione di progetti, ricavi mercatini e feste • C/C bancario intestato a: Amici Missioni Indiane ONLUS Deutsche Bank – Ag. D via Pirelli, Milano IBAN IT62 G031 0401 6040 0000 012 663 • C/C bancario intestato a: Amici Missioni Indiane ONLUS Banca Intesa San Paolo – Ag. 2140 via Pirelli, Milano IBAN IT54 N030 6909 5480 0000 8724 189 • C/C postale intestato a: Amici Missioni Indiane ONLUS Via A.Moro 7– 20090 Buccinasco (MI) n°Conto 20216206 • ABI 07601 • CAB 01600 • CIN P IBAN IT84 P076 0101 6000 0002 0216 206 Per bonifici relativi a: conferimento del mandato, quote referente estero, spese di traduzione e documenti, partecipazione a corsi pre o post adozione, e altro inerente l’adozione Internazionale contattate il Vostro referente in AMI. Lo zoo di Tripoli EDITORIALE di Paolo Tortiglione [email protected] Poco tempo fa mi trovavo in Turchia per una visita accademica, quando sul volo di rientro mi capita di conoscere una cooperante di una ONG che aveva da poco finito il suo anno di lavoro a Tripoli. Nell’era della connessione globale ormai in treno non si parla più, non si fanno più conoscenze con gente di cui alla fine del viaggio non saprai o non ti ricorderai mai il nome (salvo quelli che vi hanno trovato il compagno o compagna della loro esistenza), non ci si racconta più la vita... tutti sono attratti dagli smartphone, tablet e mail, e paradossalmente l’aereo rimane ancora l’unico posto dove internet, almeno per qualche ora, non ti raggiunge! Questa giovane, circa trentenne, stava rientrando a casa, in Italia, dopo circa 12 mesi passati a Tripoli senza sosta, ma nelle sue parole si sentiva ancora l’emozione di un periodo trascorso in trincea. Nei suoi occhi riviveva le immagini di queste immense folle di migranti provenienti dall’Africa subsahariana. Esseri umani allo stremo, senza alcuna speranza e senza ormai più patria… Il suo racconto, reale e vissuto, che ha mosso questo editoriale, partiva dalle esigenze di cercare di fare qualcosa per queste persone, tramite progetti, aiuti, cooperazioni internazionali di ONG che si dedicano a questo. Ma alla fine, per quanti proget- ti si possano fare, è sempre una goccia nel mare... per non considerare tutta la corruzione locale che si nasconde dietro tanti di questi progetti. Tantissimi migranti giungono in Libia dal Somaliland (in pratica una “repubblica” non riconosciuta dall’ ONU) di conseguenza senza alcun documento valido a fare alcunché o ad andare da nessuna parte. Attraversano Somalia, Etiopia, Sudan e Chad. Partono a decine di migliaia. Moltissimi muoiono di stenti o ammazzati lungo il viaggio. Vi arrivano ogni giorno a decine e decine, dopo aver fatto viaggi di mesi nei doppifondi di un TIR, o in condizioni da bestie. “Sono talmente tanti i migranti africani arrivati in Libia con l'intenzione di raggiungere l'Europa che lo zoo di Tripoli è stato trasformato in un centro di raccolta.” È quanto scriveva tempo fa il "Guardian" inglese, precisando che a fronte del sovraffollamento dei 22 centri per rifugiati, lo zoo, chiuso dal 2011, viene ora usato per accogliere i migranti raccolti nelle strade. E questi migranti si affollano poi la mattina su alcune strade dove vengono presi da avventori e da furgoni che li portano nei pozzi di petrolio o di gas a fare lavori che nemmeno un animale forse farebbe, senza alcuna garanzia, senza la certezza di poter tornare. Ma non c’è scelta. Mi raccontava che salire su un SHANTHI 1 SHANTHI barcone di quelli che portano in Italia costa almeno 1000 euro, e per gente che non ha nulla, la maggior parte, e che a fine giornata, se va bene, avrà solo un piatto di riso, la cifra è un sogno e il salire sul barcone un sogno ancora più grande. Per cui si accontentano. Alla Libia, dice, pare queste persone servono, sono carne da macello, schiavi senza patria, senza nome, senza alcun diritto, senza ambasciata, senza passaporto. I più fortunati portano con loro un trapano, qualche attrezzo, qualche vanga... Avranno, solo loro misero attrezzo, qualche possibilità in più di essere presi dalle strade e portati in questi posti di lavoro. Hanno una speranza. La guerra tra di loro è continua, si guarda alla sopravvivenza, di tanto in tanto passa la polizia libica che ne prende un po’ e li mette in centri di raccolta che sono peggio di uno zoo. Ma cosa fa di fatto la polizia libica? C’è poco da girarci attorno: vengono venduti a trafficanti. E, dato lo stato in cui si trovano, c’è da crederci, meglio essere venduti che rimanere nelle prigioni libiche. Invito tutti a guardare il film “Come un uomo sulla 2 terra”. È un grido, una denuncia che arriva dal deserto e che non è ancora arrivata alla maggior parte noi. Si trova ormai anche su Youtube in versione integrale, facilmente recuperabile. È di qualche anno fa ma documenta in modo oltre che reale, raccontato dalla viva voce dei migranti, lo stato delle cose prima della guerra libica e soprattutto cosa fa e ha fatto questa polizia libica. Continuando il suo racconto, la ragazza però riferiva che a oggi la situazione è solo peggiorata, dopo anni e anni, nessun miglioramento. È di questi giorni la notizia che i nostri carabinieri hanno finito di addestrare la polizia libica, per la fase del dopo rivolta. Non c’è che da sperare che sia in atto un vero cambiamento e una nuova sensibilizzazione. E, nel caso non lo fosse, che si faccia tutti noi uno sforzo a considerare queste persone come tali, non come migranti. Non trattiamoli così, nudi e senza dignità, come si è ben visto in televisione poco tempo fa con le immagini nel centro di accoglienza di Lampedusa. Non sono i nuovi animali dello zoo di Tripoli. Per inviare lettere, commenti, osservazioni… potete scrivere a [email protected] o all’indirizzo: A.M.I. Redazione Shanthi, Cascina Robbiolo, Via A.Moro, 7 20090 Buccinasco (MI) In questo numero... Viaggi di solidarietà nelle terre degli uomini Shanthi Frontiere Anno XXIX - n. 1 Periodico semestrale dell’A.M.I. Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 Filiale di Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 730 del Registro Periodici 10.11.2000 Direttore responsabile: Paolo Tortiglione [email protected] Redazione: Giovanni Bassi, Chiara Biraghi, Flavio Brognoli, Chiara Romano, Fabiana Polese pag. 1 EDITORIALE Lo zoo di Tripoli di Paolo Tortiglione pag. 4 LETTERE & TESTIMONIANZE La Giordania per i profughi siriani di Massimo Rossi - Vento di Terra IN PRIMO PIANO ETIOPIA pag. 6 Viaggio a Dankal (Etiopia) pag. 8 pag. 12 di Rosa Tonutti, viaggiatrice, con Argonauti Explorers ha partecipato a progetti di conoscenza e solidarietà in Sud Sudan Etiopia: uno dei paesi più poveri al mondo di Chiara Biraghi, assistente sociale, scrive su Pensieri Sociali Una fame... nera di Chiara Romano, Laureata in diritto internazionale, appassionata di diritto umanitario e cooperazione, scrive per passione pag. 14 Come sono nate le scuole di Fonko e Lereba di Massimo Bocale, viaggiatore appassionato e instancabile, fotografo e autore di libri e documentari su... tutto il mondo! pag. 18 IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... MEDICINA Etiopia: i rischi per la salute del bambino di Dott.ssa E. Salvatici, Dott.ssa C. Paramithiotti, Dott.ssa R. Arancio, Dott.ssa M. Crosa, Prof. Marcello Giovannini, Equipe Clinica Pediatrica Osp. S.Paolo, Università degli Studi di Milano IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... MUSICA pag. 24 La nuova realtà della musica etiope di Cristian Maddalena, giovane musicista del Lazio Hanno collaborato a questo numero: R. Arancio, Camilla Baldina, Giovanni Bassi, Chiara Biraghi, Massimo Bocale, Flavio Brognoli, Martina Brusa Cecilia Cremonesi, M. Crosa Marcello Giovannini, Alfredo Lazzeri, Cristian Maddalena, C. Paramithiotti, Chiara Romano, Isabella Ronchieri, Massimo Annibale Rossi, Rosa Tonutti, Saverio Tosato, E. Salvatici, Alessia Vecchio, Stefano Zoia AMI Gruppo Veneto e AMI Gruppo Versilia IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... CUCINA pag. 32 Una cucina per tutti i gusti di Flavio Brognoli, padre adottivo, cuoco per passione, è con AMI dal ‘94, è responsabile degli aiuti foto di copertina: Paolo Tortiglione EVENTI pag. 33 Feste, incontri e… Le vignette di pp. 9 e 37 sono di Flavio Maracchia Il disegno di p. 28 è di Chiara Vecchio Grafica e impaginazione: Imagidea.it Stampa: T.R.E.G srl - Guardamiglio (LO) tel. 0377.452057 - [email protected] Sede A.M.I. e redazione Shanthi Cascina Robbiolo Via A. Moro, 7 20090 Buccinasco (MI) tel./fax 02.4501705 pag. 26 IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... ADOTTARE Pensieri sull’Etiopia di Giovanni Bassi, genitore adottivo, architetto, insegna al Politecnico di Milano ed è appassionato di disegno IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... TI RACCONTO pag. 28 L’amore, la pazienza e… i baffi del leone Favola etiope pag. 30 IN PRIMO PIANO ETIOPIA IN... RECENSIONI Abbiamo scelto per voi di Saverio Tosato, papà di AMI-Veneto che attende suo figlio dall’Etiopia; per accoglierlo al meglio cerca di conoscere il suo Paese leggendo, guardando film e... condividendo! gli appuntamenti di AMI, AMI - Veneto e AMI - Versilia CONVIVENZE pag. 34 Alla scoperta del parco delle Alpi Apuane di Alfredo Lazzeri, coordinatore del U.O.C Valorizzazione Territoriale del Parco Regionale delle Alpi Apuane; Isabella Ronchieri, specialista in attività di Educazione Ambientale U.O.C Valorizzazione Territoriale del Parco Regionale delle Alpi Apuane COOPERAZIONE INTERNAZIONALE pag. 36 Pensare i progetti di sviluppo... di Flavio Brognoli pag. 38 I progetti AMI 2013/14 pag. 44 Bilancio dell'associazione SOSTEGNO A DISTANZA pag. 47 Un sostegno davvero... speciale! di Martina Brusa, laureata in Design degli interni, ha sempre avuto nel cuore anche il sociale. Da qualche tempo ha maturato la convinzione di voler conseguire un’altra laurea in Scienze dell’educazione; Camilla Baldina, sorella adottiva, laureata in Scienze del servizio sociale, sta ora svolgendo la magistrale in Politiche e servizi sociali per le famiglie, i minori e le comunità pag. 49 SOSTIENIMI a cura di Cecilia Cremonesi LETTERE & TESTIMONIANZE Dedichiamo questo spazio alle lettere e testimonianze inviate alla redazione. Accoglieremo segnalazioni di esperienze interessanti, in linea con gli obiettivi AMI, ma anche argomenti che riterrete importante segnalarci e brevi comunicazioni. [email protected] La Giordania per i profughi siriani La ONG Vento di Terra ci informa sempre in modo puntuale e prezioso di realtà che abbiamo deciso di non ignorare. SHANTHI Sono quasi 2.500.000 le persone che hanno lasciato la Siria dall’inizio della guerra interna nel 2011, che tutt’ora affligge il Paese, cercando asilo nei Paesi confinanti. Si tratta di uno dei più grandi esodi di rifugiati della storia recente, a oggi non ancora terminato. I numeri sono sempre più allarmanti: si contano più di 100.000 morti e 2 milioni di rifugiati, di cui 1 milione bambini. Oltre il 97% dei rifugiati siriani vengono ospitati dai Paesi confinanti e questo comporta un peso non indifferente sulle infrastrutture, l’economia e la società dei Paesi stessi. Secondo l’UNHCR i rifugiati siriani in Giordania sono 591.922 (stima aggiornata al 4 Febbraio 2014). La maggioranza dei rifugiati si trova nella parte Nord del Paese, con una particolare concentrazione nel Governatorato di Mafraq (195.564 persone), Irbid (129.837 persone), Amman (147.348 perso- 4 ne) e Zarqa (50.764 persone). La maggior parte dei “richiedenti” non ha preso posizione durante il conflitto. Ha dal principio vissuto la guerra come una calamità, un evento esecrabile che presto avrebbe avuto fine. Descrivono le due parti in lotta come ugualmente frammentate e parimenti spietate. Le emigrazioni sono avvenute a ondate, ma la maggioranza ha resistito finché le case non sono state colpite. I primi “richiedenti” sono giunti all’inizio del 2012, trovando una calda accoglienza. Il problema è che in breve un rivolo si è trasformato in torrente, quindi in un fiume in piena. Ora la Giordania, la cui popolazione di 6,3 milioni è per il 60% di origine palestinese, ospita quasi 600 mila rifugiati siriani. Il Governo Giordano ha mantenuto sino ad ora la sua politica di frontiere aperte, e i rifugiati continuano ad arrivare con un flusso stimato attorno alle 1.000 nuove persone al giorno. I siriani in Giordania non posseggono il privilegio d’esser profughi e sono censiti dall’Onu - ma non dal governo - come “richiedenti asilo”. Malgrado lo sforzo umanitario sia considerevole, non è in grado di soddisfare i bisogni di base dei profughi e le persone che vivono nelle host communities sono decisamente più svantaggiate dei residenti nel campo di Zaatari. Vento di Terra ha deciso di intervenire a sostegno dei profughi siriani in Giordania. In questi mesi sta realizzando un lavoro di analisi del contesto e dei bisogni, tramite missioni del proprio staff locale nelle città di Irbid, Mafraq, Zarqua e nel campo profughi di Zatari. Massimo Rossi [email protected] SHANTHI In Giordania sono presenti circa 550.000 profughi siriani, di cui oltre 291.000 bambini. Circa il 20% risiede nel campo profughi di Zaatari, nella provincia di Mafraq, al nord della Giordania, che rimane ad oggi l’unico campo attrezzato e gestito da UNHCR. Il restante 80% è invece disperso nelle cosiddette “host communities”, concentramenti di profughi nelle città, spesso all’interno di quartieri già affollati e degradati, sui quali ha già pesato un’ondata di “ospiti” iracheni a seguito dell’ultima guerra del Golfo, e di immigrati egiziani. I profughi sono alloggiati spesso in appartamenti affittati e sovraffollati (con costi degli affitti aumentati a dismisura), spesso in abitazioni di fortuna al di sotto dei minimi standard igienici e abitativi. Molte famiglie di rifugiati senza reddito mandano i propri figli a lavorare per garantirsi la sopravvivenza. Secondo un recente studio condotto dall’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati nel campo rifugiati di Zaatari, in Giordania, la maggior parte dei 680 negozi e attività impiega bambini. I risultati di un accertamento effettuato in 11 dei 12 governatorati della Giordania mostrano che quasi una famiglia di rifugiati su due tra quelle prese in esame fa affidamento, in parte o interamente, sul reddito prodotto da un minore. Il rapporto dell’UNHCR evi- denzia anche come il numero di bambini che non vanno a scuola sia più alto di quelli che la frequentano. Più della metà di tutti i minori siriani in età scolare che si trovano in Giordania non frequenta la scuola. 5 ETIOPIA PRIMO PIANO di Rosa Tonutti Viaggio a Dankal (Etiopia) Per cominciare... presentiamo l'ospite di questo numero di Shanthi: l'Etiopia, un Paese che ci è "vicino" non solo per motivi storici ma soprattutto perché è il luogo d'origine di molti nostri figli. Prima di approfondire, insieme ai nostri autori, i problemi che tormentano questo Stato, di conoscerne le tradizioni, di cercare le " tracce di AMI" su questo territorio, proviamo a esplorarlo, almeno in parte, con l'aiuto dei nostri "coinquilini di rivista", i viaggiatori di Frontiere. Emozioni forti da questa terra desolata, abbandonata dalla clemenza di un qualche dio che protegge e vivifica: il nulla qui è prepotente e dominante, come il sole che non dà tregua, come il vento che solleva la polvere e gli stracci che spesso coprono le capanne. Mi sono chiesta come il popolo Afar possa vivere: leggi negli intensi occhi delle stupende donne e dei loro bambini la durezza del vivere quotidiano, nelle loro tende collocate nelle sterminate pietraie la difficoltà a gestire una famiglia e continuare a procreare. I bambini continuano tuttavia a sorridere, a voler giocare, incuriositi da ciò che indossiamo e da come ci muoviamo. SHANTHI Danakil Siamo nella depressione dancala e da qui risaliamo per giungere a piedi sull’Erta Ale, 6 nuova faticosa meta “d’inferno”; arriviamo che ormai è buio. Raggiungiamo la bocca del vulcano che ci offre tutta la sua inquietudine; ascoltiamo la sua voce, osserviamo i suoi rossi tormenti, osservatori inermi di questa vita ribollente che ha stravolto la terra circostante. Le pieghe di questa nera distesa di lava parlano di una terra sconvolta e difficile, come difficile è la bianca piana del sale dove centinaia di uomini bruciati dal sole estraggono lastre che verranno poi trasportate dai cammelli in una sterminata e paziente processione fino alla lontana Berahle. Anche qui colpisce la forza e la capacità di resistere degli uomini che con gli occhi bruciati e le mani incallite riescono a sorridere davanti ai nostri invadenti obiettivi e a offrirti il loro tè e un pezzo del loro pane e dei cammelli, teneri nella loro pazienza, sfiniti dai chilometri percorsi, ma anch’essi in silen- ziosa attesa di ripartire. Lasci l’accecante biancore del lago salato e ancora percorri strade a volta impossibili, fai i conti con il fango e la sabbia che blocca anche la nostra tecnologia e infine ti si apre un nuovo mondo fantastico, colorato, spaventoso e affascinante: il Dallol nella sua bellezza primordiale quasi ti spaventa e insieme ti cattura. Qui la natura sembra essere impazzita, al culmine di una creazione delirante e geniale. Un militare segue attento i miei passi e avverto la sua silenziosa sollecitudine a non sostare da sola, lontano dal gruppo; all’orizzonte una sagoma armata sorveglia la piana: siamo a 20 km dal confine eritreo, zona ad alto rischio, dove la tensione e il pericolo li senti sulla pelle. I colori e le forme della natura ti riprendono, cammini in un giardino pietrificato, pozze d’acqua ribollente propongono nuovi colori, vapori odoranti di zolfo ti ricordano che la vita è in agguato, che nulla è fermo. Forse questo è il luogo più bello ed emozionante che finora ho incontrato. Etiopia in breve Nome completo: Repubblica Federale Democratica d'Etiopia Lingue ufficiali: amarico, tigrino Altre lingue: italiano, inglese Capitale: Addis Abeba (3.041.000 abitanti) Forma di governo: Repubblica Federale Indipendenza: dall'Italia 31/01/1947 Ingresso nell'ONU: 13 novembre 1945 Superficie totale: 1.127.127 km² (acque 0,7 % del territorio) Popolazione totale: 85.949.541 ab. Densità: 83 ab./km² Tasso di crescita: 2,9% Nome degli abitanti: Etiopi Confini: Eritrea, Gibuti, Somalia, Kenya, Sudan, Sudan del Sud Fuso orario: UTC +3 Valuta: Birr etiope PIL (nominale): 42.516 milioni di $ PIL pro capite (nominale): 490 $ Prefisso tel.: +251 Inno nazionale: Whedefit Gesgeshi Woude Henate Ethiopia Festa nazionale: 5 maggio Dati (2012) Wikipedia SHANTHI L’altopiano Cominci a risalire e gli altopiani svelano nuovi paesaggi, selvaggi e accoglienti insieme; giungi nel Tigray e sei nei luoghi della spiritualità. Cammini ancora ed entri nel silenzio delle chiese scavate nella roccia che a volte nascondono piccoli capolavori di devozione religiosa: pareti affrescate raccontano le vite dei santi, parlano di Maria, conservano i libri sacri e preziose croci, gelosamente custodite. Vi sono monasteri, abbarbicati sulla montagna, che accolgono ancora monaci e anche alcune monache, anziane, che sembrano vivere di stenti, ammalorate nel fisico. La via della spiritualità ci porta infine alla Gerusalemme dei cristiani copti d’Etiopia: Lalibela che contiene nel ventre della sua terra undici chiese, scavate nella roccia, tali da essere quasi invisibili se non quando si è prossimi al baratro. Centinaia e centinaia di pellegrini avvolti nei bianchi shamma celebreranno insieme e per l’intera notte il Natale copto. Difficile assistere a un’assemblea così folta di popolo pregante, cullato e a volte addormentato da un canto ripetitivo e infinito che percorre l’intera notte in attesa, alle prime luci del giorno, della processione dei diaconi e chierici che in cerchio e con abiti distinti escono e circondano la chiesa di Bet Maryam, in una danza oscillante e ipnotica, accompagnata da canti. Ho visto pellegrini vecchi nei loro stracci chiedere la carità, altri pregare indifferenti al trambusto che li circondava, donne pregare e piangere insieme, bambini dormire avvolti in un sacco, volti inebetiti illuminati dalla luce fioca delle candele: un mondo a me sconosciuto, difficile da capire agli occhi di un occidentale, ma ho percepito la forza del loro incontro, di corpi e di spiriti. Ricorderò questi stessi uomini e donne, il giorno seguente, ripercorrere il lungo cammino a ritroso, lungo strade polverose ed assolate, accompagnati da un fagotto di cenci e un po’ di pane, veri pellegrini di un tempo da noi ormai lontano. 7 ETIOPIA PRIMO PIANO di Chiara Biraghi [email protected] Etiopia: uno dei paesi più poveri al mondo La povertà è un segno tangibile in Etiopia, testimoniata non solo dalle cifre riportate nell'articolo, ma anche dal fiorire di numerosi progetti d'aiuto. Anche AMI partecipa a questa impresa... Ma lo scopriremo nei prossimi articoli! Nulla è scandaloso quanto gli stracci e nessun crimine è vergognoso quanto la povertà. (G. Farquhar) L’Etiopia, situata nell’Africa orientale, è considerato lo Stato africano più antico per via della sua identità plurimillenaria e la mescolanza fra etnie e lingue diverse, che fin dai tempi antichi popolano quell’area. Fondamentali i dati forniti da “Cia/The World Factbook” per poter comprendere meglio la situazione socio-demografica di questo stato: la popolazione totale ammonta a 96.633.458 (stimata per luglio 2014), con un tasso di crescita del 2,89%, con un tasso di natalità pari a 37,66 nascite/1000 ab. e un tasso di mortalità pari a 8,52 decessi/1000 ab. Significativi sono i dati inerenti all’aspettativa di vita pari a circa 60 anni, nonché quelli riguardo l’età media che è di circa 18, questo dato indica come la popolazione etiope sia per la maggior parte giovane. SHANTHI Alla luce di questi dati si evince che la fetta più ampia di popolazione è in età scolastica, tuttavia il tasso di alfabetizzazione è solo del 39% e l’aspettativa di “vita scolastica” è di soli 7 anni, mentre il 53% dei bambini fra i 5-14 anni lavora. Dai dati 2011 sull’Etiopia elaborati dall’Unesco, nel Southern Nations and Nationalities Peoples Regional State (SNNPRS), emerge un quadro preoccupante: il 30% dei bambini dai 7 ai 16 anni non ha mai frequentato la scuola, il 21% dei giovani dai 17 ai 22 l’ha frequentata per meno di 2 anni, il 39% per meno di 4. A causa delle numerose guerre civili che devastano il paese, le ricorrenti siccità e nonostante le politiche di liberalizzazione, la situazione economica etiope è ancora da considerarsi molto fragile, infatti l’Etiopia è ritenuto uno dei paesi più poveri al mondo, secondo le statistiche ISU (Indice di Sviluppo umano) si trova al 173° posto (su 186) nell’anno corrente. Le condizioni alimentari del paese non sono accettabili, in quanto, l’incertezza alimentare colpisce la gran parte della popolazione che vive con circa un dollaro statunitense al giorno, basandosi su una precaria attività di agricoltura 8 ... il 30% dei bambini dai 7 ai 16 anni non ha mai frequentato la scuola... ed allevamento. Anche la Sanità versa in condizioni critiche, dai dati diffusi dal Ministero della Sanità Etiope e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) le cause sono legate alla presenza di infezioni prevenibili e deficienze nutrizionali. Le malattie trasmissibili rappresentano fra il 60 e l’80 per cento dei problemi sanitari del Paese. Altri elementi che aggravano la situazione sono la difficoltà nell’accesso all’acqua potabile (solo per il 42% della popolazione) e all’assistenza sanitaria (0,18 posti letto ogni 1000 abitanti – Dati CIA World Factbook), e infine la spesa per la salute è pari al 3.9% del PIL. Le strutture sanitarie sono dei piccoli centri di salute ciascuno dei quali deve occuparsi in media di circa diecimila persone. Gli ospedali veri e propri sono 143, cioè un ospedale ogni 1.8 milioni di abitanti. I medici sono 1.806, ossia uno ogni cinquantaseimila abitanti. Le principali cause di morte sono le malattie infettive, come la malaria e la lebbra, e sessualmente trasmissibili. Per tutti coloro che appartengono ai cosiddetti paesi “civilizzati” e industrializzati, i dati emersi e le condizioni di vita degli etiopi (e di tante altre popolazioni) possono sembrare incredibili, il numero sempre maggiore di progetti a favore di queste persone e queste problematiche, invece, sottolinea quanto grave sia la situazione in diverse aree del mondo. Bambini, adulti, anziani, gli esseri umani in ogni parte del mondo in cui si trovano, devono poter godere di tutti i diritti sanciti dalla “Dichiarazione Internazionale dei diritti umani”, poiché è fondamentale non privare una persona della sua dignità. SHANTHI I dati riportati sono sicuramente allarmanti, ma i progetti attivi per sostenere questo paese sono numerosi e riguardano l’area sanitaria, socio – educativa e sviluppo agricolo. Il primo da menzionare è la firma del “Nuovo Programma Paese 2013 - 2015” da parte dell’ex Vice Ministro agli Affari Esteri, Pistelli, in una sua visita presso la capitale Addis Abeba nel maggio 2013. Questo “Nuovo Programma Paese” prevede due settori di sviluppo, quello agricolo e quello dei servizi di base: istruzione, sanità e igiene. Il progetto “Bosco Children 1 e 2” che mira alla prevenzione e alla riabilitazione dei ragazzi di strada. Fenomeno in forte aumento in Etiopia causato dalle gravi condizioni di povertà in cui gravano le famiglie. Attraverso la scuola, la formazione professionale in un clima di condivisione, il progetto si prefigge di recuperare i ragazzi, dando loro la possibilità di imparare un mestiere. Presso il Centro di Bosco Children è possibile sia imparare un mestiere per pernottare, i posti, però, limitati hanno portato alla costruzione del Centro “Bosco Children 2” che consta di otto dormitori, dodici aule per la scuola, quattro workshop, teatro, lavanderia, refettorio, cucine e uffici. “Bosco Children” è un progetto che vuole superare le logiche dell’assistenzialismo e fornire concretamente gli strumenti per la crescita e l’educazione dei ragazzi facenti parte del progetto, restituendo loro anche la dignità di “persona”. Un altro interessante progetto è “E9 Centro Blein” che propone attività di alfabetizzazione per adulti e bambini, promozione dell’inserimento nel sistema scolastico e orientamento al lavoro per i giovani. Diverse sono le skills acquisite, dalle lingue all’informatica, all’acquisizione di capacità per lo svolgimento di un lavoro. Il Centro Blein, però, non si esaurisce con l’offerta formativa ed educativa, perché offre anche soluzioni ai problemi legati alla sanità, a problemi psico sociali, economici e di igiene e favorendo lo sviluppo di comunità. Immancabile è “Medici Senza Frontiere” che è presente in Etiopia dal 1985 impegnandosi a garantire accesso gratuito alla cure sanitarie di base, accesso ai servizi pre e post natali, monitoraggio delle emergenze ed infine, grazie alle sue unità cliniche mobili, ha raggiunto le aree più remote del paese offrendo in media 366 consultazioni al mese. Il progetto idrico nei distretti di Halaba e Shashaman finanziato dal Ministero degli Affari Esteri, nel luglio 2013, con l’obiettivo di migliorare l’accesso a fonti d’acqua sicura e ai servizi igienico e sanitari di base. Sono stati costruiti pozzi, è stata aumentata la distribuzione idrica presso i servizi sanitari, maggior accesso alle latrine e sono stati fatti corsi di formazione per la manutenzione tecnica. 9 ETIOPIA PRIMO PIANO di Chiara Romano [email protected] Una fame... nera La fame nel mondo e in Etiopia Una panoramica attenta sulle cause e gli sviluppi del problema della fame in Etiopia, nel panorama più vasto del continente africano. SHANTHI C’è abbastanza cibo nel mondo perché tutti ricevano l’alimentazione necessaria per vivere una vita sana e produttiva. Ripeto: c’è abbastanza cibo nel mondo perché tutti ricevano l’alimentazione necessaria per vivere una vita sana e produttiva. Incredibile, dati alla mano. Circa 842 milioni di persone affamate respirano, in questo momento, nel mondo. 842 milioni di persone, per render chiaro il concetto, sono l’equivalente della popolazione di USA, Unione Europea e Giappone messe insieme. Questo significa che, in questo momento, nel mondo, una persona su otto ha fame; non un languore, non voglia di qualcosa di buono, fame. Nel nostro mondo 100 milioni di bambini soffrono gli effetti della malnutrizione e per 2,5 milioni di loro ogni anno, questa, è causa di morte. 2,5 milioni l’anno significa 35.000 al giorno. 35.000 bambini al giorno muoiono nel mondo perché non hanno di che mangiare. 10 Tra il 1970 ed il 1997 il numero di persone affamate nel mondo fu drasticamente ridotto da 959 a 791 milioni. Purtroppo questo incredibile traguardo è stato nuovamente superato... a marcia indietro quando, dal 1997, il numero degli affamati ha ripreso ad aumentare al vertiginoso ritmo di quasi 4 milioni l’anno. Tra il 2001 e il 2003, il numero di persone malnutrite nel mondo è arrivato a 854 milioni. Gli ultimi dati testimoniano che, per la prima volta dopo 15 anni, il numero di persone che soffre la fame nel mondo è iniziato nuovamente a calare: da 1,02 miliardi nel 2009 a 925 milioni nel 2010; fino ad arrivare a 870 milioni nel 2012 ed 842 milioni, infine, nel 2013. Vivendo in un mondo in cui ci sarebbe abbastanza cibo per garantire a tutti l’alimentazione necessaria a vivere una vita sana e produttiva, è aberrante come fame e malnutrizione rappre- sentino, a livello mondiale, una delle più diffuse cause di morte. Drammaticamente ironico notare, sul rovescio della medaglia, che circa 8.2 milioni di persone muoiono di cancro ogni anno nel mondo e circa 17 milioni di malattie cardiache. Bisognerebbe riflettere sul fatto che entrambi questi disturbi, che sono le principali cause di morte dei tempi moderni nei paesi sviluppati, sono, nella quasi totalità dei casi, dovuti al fatto che chi, potendo mangiare tutto, avendo a disposizione ogni cibo prodotto sulla faccia della terra, ne faccia uso eccessivo, sbilanciato o scorretto. Drammaticamente ironico, come dicevo. Oltre metà della popolazione etiope vive con meno di un dollaro al giorno; come un nostro caffè... L’Africa purtroppo è un continente in preda alla fame. Qui, gli affamati arrivano ad essere 1 persona su 4. Nell’Africa sub-sahariana, dove vive la maggior parte di questi, si registra un dato davvero allarmante: il tasso degli affamati si è alzato del 2% ogni anno dal 2007 a oggi. Ci sarebbe da chiedersi se la fame, che striscia e miete vittime in Africa come in altre parti del mondo, sia una piaga selettiva che colpisce a sua discrezione alcuni lasciando illesi gli altri... O se, come qualcuno potrebbe ipotizzare, questa fame sia qualcosa di millimetricamente pilotato dall’uomo, ovvero dalle politiche che governano le riserve di cibo e le economie mondiali. Certamente le caratteristiche climatiche di un luogo, come anche il livello di civilizzazione e il contesto politico, incidono fortemente sulla situazione alimentare dello stesso. Tuttavia, non possiamo accontentarci di questo per spiegare il fatto che ogni anno milioni di bambini mal- nutriti e denutriti muoiono e milioni di padri e madri sono costretti a soffrire la fame loro stessi, nel tentativo di far sopravvivere i propri figli. Contrariamente a quanto generalmente si creda, meno dell’8 per cento degli affamati lo è per effetto di un’emergenza. La fame è molto più da considerarsi un elemento radicato in alcuni luoghi, difficile da debellare a causa dei complessi meccanismi e dell’intricato concatenarsi dei fattori che lo reggono. Ogni singola scelta è dettata dalla fame. Il fattore principale nel determinare la carestia in Etiopia sta nella povertà endemica. La popolazione ha a stento, nel quotidiano, mezzi sufficienti per sopravvivere. La capacità di reagire ad uno shock, con prospettive a breve e lungo termine, detta anche resilienza, non appartiene ad una popolazione che sopravvive a stento SHANTHI Essere affamati in Etiopia L’Etiopia si trova nel Corno d’Africa e ha una popolazione di più di 67 milioni di persone delle quali l’84% vive in zone rurali. Oltre metà della popolazione etiope vive con meno di un dollaro al giorno; come un nostro caffè, sì. L’economia etiope è quasi esclusivamente basata sull’agricoltura: il 60% delle esportazioni e l’80% degli impieghi sono legati all’agricoltura. Il governo etiope incentiva fortemente le esportazioni poiché le vede come mezzo per colmare i debiti con i paesi esteri. Tali debiti sono stati per la maggior parte contratti al fine di comprare armi da utilizzare nei vari conflitti e guerre civili che hanno coinvolto questa nazione. La fame è un problema in Etiopia; è un problema che si fonda su ragioni climatiche, politiche ed economiche. Questo paese ha visto diverse carestie, in parti- colar modo, si ricorda come devastante quella verificatasi dal 1983 al 1985. Se ci si chiede quale sia il motivo di queste carestie, la risposta più semplice, nonché supportata da evidenze tangibili, è quella legata alla situazione climatica. La scarsità delle piogge e la conseguente siccità rappresentano, ovviamente, una minaccia per il buon andamento dei raccolti; essendo questi la fonte principe, se non unica, per il sostentamento della popolazione, una volta compromesso il raccolto si compromette la sicurezza alimentare in toto. C’è da dire, però, che lunghi periodi di siccità si verificano in diverse parti del mondo senza determinare gli stessi, catastrofici, effetti sulla situazione alimentare. Ed ecco perché, nonostante la mancanza di piogge giochi un ruolo cruciale, questa non possa essere considerata l’unica causa delle frequenti carestie. 11 SHANTHI in situazioni normali. La popolazione etiope, al dilagare di una carestia, reagisce vendendo i propri attrezzi, le proprie terre, mandando a lavorare i propri figli o peggio vendendoli, e mangiando sempre meno. Questo popolo straziato diventa, così, sempre più debole e sempre meno in grado di provvedere al proprio sostentamento; sempre meno in grado di fare scelte logiche basate sul lungo periodo, che portino a un miglioramento e consolidino una capacità di autosostenersi. Nessuno, in queste condizioni, sarebbe in grado di pensare al futuro, al domani. Ogni singola scelta è dettata dalla fame. 12 Avete mai sentito parlare di commercio equo e solidale? Suppongo di sì. Si tratta di un sistema che incoraggia i piccoli e medi produttori dei paesi in via di sviluppo a esportare, pagando loro un compenso giusto e commisurato al ricavo che si otterrà nei paesi sviluppati, che importano il prodotto per poi commercializzarlo. Ecco. Il commercio solidale esiste certamente anche in Etiopia dove però, nonostante questa eccezione, impera un sistema di commercio fortemente iniquo nei confronti della forza lavoro etiope, sfruttata e sottopagata spesso da datori di lavoro giunti dall'estero a tal proposito. Inoltre, i prodotti sono per lo più comprati, a prezzi incredibilmente bassi, da acquirenti internazionali che spingono a produrne enormi quantità da esportare (prevalentemente caffè), riducendo al minimo la parte dei raccolti destinati al sostentamento della popolazione. Per altro, in Etiopia la popolazione non è proprietaria della terra che coltiva. Questa viene assegnata dal Governo sulla base del numero dei componenti della famiglia per poi esser ridistribuita ogni pochi anni. Ogni volta che la terra è ridistribuita, sempre più persone partecipano alla distribuzione, e questo, chiaramente, comporta una diminuzione della fetta pro capite. Come se non bastasse, dover sfruttare un sempre più piccolo appezzamento per produrre quanto necessario, porta a una degradazione della terra che, iper-sfruttata, risulta sempre meno fertile e produttiva. Dal punto di vista istituzionale i problemi non mancano. Circa 7 milioni di etiopi ricevono sostegno in termini alimentari da parte del Governo, ma la distribuzione del cibo è purtroppo fortemente politicizzata. Infrastrutture pressoché inesistenti ed una lacunosa gestione delle risorse (gli aiuti spesso arrivano in aree dove non sono necessari e diventano un surplus che non viene reindirizzato andando sprecato), purtroppo, contribuiscono ad acutizzare il problema fame. Circa 600.000 persone furono prelevate dai militari e costrette, anche con la forza, a muoversi verso Sud... Ad aggravare questa situazione già sufficientemente delicata, in Etiopia, negli anni 90, si sono susseguiti numerosi conflitti ed il 60% del budget nazionale è stato speso in armi e affini. Essendo l’Etiopia un paese socialista, ha in pas- sato ricevuto supporto economico dall’URSS. Però, nel 1984, durante una delle più feroci carestie che hanno colpito l’Etiopia, l’URSS non intervenne in tal senso mentre Europa e Stati Uniti si mostrarono riluttanti a concedere gli aiuti. Infine, quando gli aiuti arrivarono, il Governo non li distribuì nelle aree dove si trovavano i ribelli (che combattevano per smantellare, per l’appunto, il governo dittatoriale in atto), ossia in quelle dove era maggiormente necessario, ma ne trattenne buona parte e la spese in armi per difendersi dai ribelli stessi. Per questo il Governo fu duramente criticato a livello internazionale come anche dai suoi sostenitori interni. Un discutibile tentativo di risanare la situazione alimentare nel Paese venne messo in pratica dal Governo negli anni 1985 e ’86. Circa 600.000 persone furono prelevate dai militari e costrette, anche con la forza, a muoversi verso Sud lasciando le loro terre e le fattorie. Molti scapparono tentando di sottrarsi al trasferimento coatto, molti altri fuggirono in seguito per tornare alle loro terre. Diverse organizzazioni che si occupano di diritti umani e la comunità internazionale criticarono duramente queste misure, soprattutto per il fatto che decine di migliaia di persone morirono proprio a causa del trasferimento. Un altro controverso tentativo del Governo fu quello della “villagizzazione”, tuttora in atto. Similmente a quanto previsto dal progetto descritto in precedenza, si prevedeva il trasferimento forzato della popolazione per convogliarla in villaggi precostituiti, nei quali il Governo si impegnava a garantire i servizi e le infrastrutture essenziali: acqua, scuole, assistenza medica e terre. Visti i precedenti, il popolo etiope tende a diffidare dei trasferimenti incentivati dal Governo. Molte persone, infatti, si sono rifiutate e si rifiutano tutt’oggi di spostarsi; in ogni caso è da sottolineare che il Governo non ha garantito quei servizi e quelle infrastrutture che erano alla base della riuscita del progetto. Nel complesso, a oggi, la “villagizzazione” ha reso affamate più persone di quante non ne abbia salvate. Sta prendendo piede lo strisciante dubbio che questo spostamento forzato non fosse, neanche nei piani iniziali, mirato ad aiutare una popolazione afflitta, bensì, a destinare alla coltivazione commerciale le terre lasciate libere dalle persone spostate. Si tratterebbe, per dirla chiaramente, di “land grabbing”; pratica sostenuta da imprese estere e multinazionali che incentivano i Governi di paesi in via di sviluppo a lasciar loro, a un prezzo irrisorio, sempre più vasti appezzamenti, distruggendo le economie locali. Per concludere, l’instabilità politica, la mancanza di fiducia nelle istituzioni a causa dei reiterati soprusi e la situazione climatica contingente hanno gettato la nazione in uno stato di collasso economico e insicurezza alimentare dal quale impiegherà anni ad uscire. SHANTHI 13 ETIOPIA PRIMO PIANO di Massimo Bocale [email protected] Come sono nate le scuole di Fonko e Lereba L’avventura che ha portato alla realizzazione delle scuole in Etiopia di Fonko e Lereba, un viaggio che parte da una scena di povertà e degrado per arrivare alla speranza di un futuro più giusto per molti. Quando nel 1992 organizzammo per la prima volta un viaggio nella lontana valle del fiume Omo, l’Etiopia era un paese distrutto abitato da popolazioni che a stento cercavano di sopravvivere alle carestie provocate oltre che dalle calamità naturali anche dalla guerra civile che da anni era combattuta contro la spietata dittatura imposta dal sanguinario Menghistu. In quel periodo l’Etiopia era per l’immaginario collettivo un paese difficile: di quei lontani territori i media ci facevano conoscere solo le tragiche guerre che vi si combattevano, le devastanti carestie e le tremende ondate di siccità che a macchia di leopardo ciclicamente la devastavano. SHANTHI Durante il nostro breve soggiorno nella capitale, in quel particolare momento molto pericolosa per le troppe armi ancora in circolazione tra i “ribelli”, una scena terrificante ci colpì profondamente tanto da condizionare il no- 14 In un'aula della scuola di Lereba. stro modo di osservare da quel momento in poi il terzo mondo: alcuni bambini sudici e seminudi si contendevano con vigore e frenesia l’acqua da bere accumulatasi in pozzanghere lungo il ciglio della strada dopo un insperato temporale estivo. Piegati come cani assetati riempivano con rapidità il palmo della mano per bere con foga: questo gesto ripetuto con ansietà svariate volte, questo dover fare in fretta prima che il prezioso liquido fosse assorbito dall’arido terreno ci colpì ulteriormente. No! Esclamai rivolgendomi a Piera, mia moglie, e continuai indignato a commentare: non è giusto che la vita di questa gente sia un continuo supplizio, prima le carestie poi la guerra e ora questo dover gareggiare per bere un po’ d’acqua; dobbiamo fare qualcosa conclusi. Negli anni successivi seguirono altri viaggi che ci portarono a visitare l’intero territorio etiope, un territorio, per noi, ancora pieno di fascino. Sopra, la scuola di Fonko in costruzione e la foresteria; Sotto, Lereba: la costruzione del magazino della macina e una scuola. Questa conoscenza ci è stata utile quando ci dedicammo alla stesura del libro “appunti di viaggio” intitolato: Etiopia, il cuore antico dell’Africa Nera, pubblicato nel 2003 dalla Casa Editrice Polaris. Dopo alcuni mesi ci arrivarono alcune proposte e tra queste c’era anche quella di suor Hirut che aveva come scopo la realizzazione di un centro educativo per i bambini Vasai, un’etnia poverissima che vive solo grazie a occupazioni saltuarie come guardiani o custodi di animali nel territorio di Hosanna, una città a circa 240 chilometri a sud di Addis Abeba e luogo ideale per concretare questo nostro antico sogno di solidarietà. La combinazione vincente è stata: la voglia di fare qualcosa per gli altri, l’amicizia con suor Elisa e con Silvano Caldana e una discreta dose di fortuna. Nel maggio 2011, dopo un’attesa durata tre lunghi anni, a Lareba è stato realizzato, grazie alla partecipazione di altre associazioni, il pozzo che fornisce acqua potabile anche all’intero villaggio. La trivella giunta da Addis Abeba ha dovuto perforare circa 250 metri di roccia durissima prima di raggiungere un eccezionale bacino fossile che, secondo le analisi chimiche fatte nella capitale fornirà acqua minerale di ottima qualità per centinaia d’anni. SHANTHI Nel dicembre del 2005 in occasione di un invito a pranzo nella missione di suor Elisa, una straordinaria suora della “Congregazione delle Suore della Divina Provvidenza di Piacenza” e missionaria in Etiopia dal 1973, raccontammo delle nostre varie esperienze di viaggio, della stesura del libro e di quei primi turbamenti vissuti nel lontano 1992 e di quelli che numerosi si susseguirono negli anni. La informammo, inoltre, del nostro desiderio di donare i diritti d’autore che avevamo fin lì incassato dalla vendita del libro per fare qualcosa d’importante e duraturo per i bambini poveri ed emarginati dell’Etiopia (una scuola, un pozzo o un centro sportivo) ma anche per contraccambiare quanto l’Africa ci aveva dato e insegnato in quegli anni. La sollecitammo pertanto di trovare il luogo più adatto e bisognoso. Raccontai questa emozionante novità a Silvano Caldana (Presidente dell’AMI e mio carissimo amico) chiedendogli un contributo finanziario e, vista la sua esperienza, anche un aiuto tecnico. Seguirono vari incontri con altre associazioni per cercare altri sponsor finché il 20 novembre 2006 l’AMI raccoglie dalla C.A.I. (Commissione Adozioni Internazionali – Presidenza del Consiglio dei Ministri) un importante finanziamento grazie al quale nel gennaio del 2007 è iniziata la costruzione della scuola di Fonko e nel dicembre dello stesso anno quella di Lereba. Nel frattempo Suor Hirut ottenne dai comuni di Fonko e Lereba due bellissimi appezzamenti di terreno adatti a ospitare le due piccole scuole. 15 I Vasai I Vasai sono una minoranza etnica che vive nel sud dell’Etiopia, nel distretto di Hosanna. Dal XVI secolo hanno vissuto lavorando la ceramica, la falegnameria e la concia, tramandando solo oralmente la loro arte e i loro modelli educativi di generazione in generazione senza creare una vera scuola. Per curare le malattie fanno ricorso, ancora oggi, alla medicina tradizionale e alle pratiche magiche sostenute dagli sciamani. Piera dipinge un'aula di Lereba. Ora le due scuole sono gestite dall’associazione “Bright Vision Hope Village and Community Development”, una onlus fondata dall’ex suora Hirut la quale, con fondi raccolti presso altre associazioni, ha realizzato a Fonko la palazzina foresteria (formata da due camere con bagno) e a Lereba un capannone con mulino elettrico per macinare i cereali. Con i volontari locali ha, inoltre, costruito un pollaio e impiantato un orto per produrre il cibo necessario a sfamare i bambini delle due scuole. SHANTHI Questa in breve è la storia delle scuole di Fonko e Lereba. Ora molti si chiederanno quale sia stato il segreto del buon esito? Nessun mistero ha guidato quest’avventura. La combinazione vincente è stata: la voglia di fare qualcosa per gli altri, l’amicizia con suor Elisa e con Silvano Caldana e una discreta dose di fortuna. 16 Massimo all'inaugurazione della scuola di Fonko. I Vasai soccombono senza riuscire a dimostrare la loro identità sociale e i loro talenti. L’arte della ceramica consentiva, fino a una trentina d’anni fa, di avere guadagni sufficienti a vivere ma da quando le moderne tecnologie hanno sostituito i classici utensili in terra cotta e l’attività tradizionale non è più remunerativa si è verificato un pesantissimo impatto sull’economia del gruppo e sulla qualità della loro vita. Oggi più del 99 per cento dei Vasai non ha un’istruzione. Nei loro villaggi, formati da scalcinati tucul in fango e paglia, mancano addirittura le più elementari strutture urbanistiche come strade, acqua potabile e corrente elettrica. Da sempre la popolazione locale è costretta a percorrere a piedi svariati chilometri e affrontare pericoli di ogni genere per raccogliere l’acqua fangosa dal fiume che scorre nella sottostante valle. I Vasai consci di questa situazione soccombono, ormai assuefatti alla frustrazione, senza riuscire a dimostrare la loro identità sociale e i Scolari nella scuola di Lereba. loro talenti. L’inadeguatezza ai cambiamenti sociali potrebbe essere frutto anche della mancanza d’istruzione e di una scarsa politica d’integrazione nel territorio. In entrambe le scuole vi lavorano sei maestre, il custode-giardiniere diurno, il guardiano notturno, e due donne che curano la cucina e le pulizie. Tutti percepiscono uno stipendio mensile per dodici mesi l’anno. La costruzione della scuola di Lereba iniziata invece nel dicembre del 2007 è entrata in funzione nel settembre del 2008 sebbene sprov- Progetti futuri Dallo scorso mese di ottobre, su diretta iniziativa dell’AMI, è iniziato l’ampliamento della scuola di Fonko (due aule e tre docce) e tra breve dovrebbero essere avviati analoghi lavori in quella di Lereba. Nel dicembre 2012 abbiano intrapreso con alcuni amici la raccolta fondi per costruire nella scuola di Fonko un laboratorio professionale da utilizzare per l’insegnamento della falegnameria ai ragazzi di 13-15 anni. Ora, a distanza di circa sette anni dal primo intervento, in quei terreni trascurati sono sorti due interessanti centri educativi perfettamente funzionanti che hanno come principale obiettivo quello di facilitare, con azioni educative appropriate, l’integrazione dei Vasai nella società e quello di favorire negli alunni e nei loro genitori una crescita umana e culturale. SHANTHI La costruzione La costruzione della scuola di Fonko, racchiusa all’interno di un recinto, è iniziata nel gennaio del 2007 ed è stata inaugurata a fine ottobre dello stesso anno alla presenza di Abba Hagos Hayish, segretario generale della Chiesa Cattolica etiope. L’edificio è stato costruito in bolognini su una struttura di cemento armato per resistere nel tempo anche con poca manutenzione. Il tetto in lamiera poggia su una solida orditura in legno. La scuola comprende: una segreteria, tre aule molto spaziose, un salone per la ricreazione, un locale adibito a cucina e dispensa e un’ampia tettoia che funge da refettorio. Sono altresì presenti tre bagni, il pozzo con la tanica per la raccolta dell’acqua, e nel vasto giardino, in parte piantumato con alberi d’alto fusto, trovano posto i giochi per i bimbi quali lo scivolo, la giostra e l’altalena. vista dell’acqua potabile. Nel dicembre dello stesso anno la sua apertura è stata inaugurata alla presenza di varie autorità locali quali il sindaco, il vescovo della diocesi di Soddo-Hosanna e suor Alessandra, una mitica suora missionaria che da oltre quarant’anni svolge la sua attività nelle regioni più povere dell’Etiopia. Sia la struttura sia l’ampiezza di questa scuola sono simili a quella di Fonko. In questo periodo ogni scuola è frequentata da circa duecento bambini ai quali è offerto loro anche il cibo del mezzogiorno. 17 ETIOPIA ...in SALUTE Etiopia: i rischi per la salute del bambino Nutrizione, immunità e infezioni di Dott.ssa E. Salvatici, Dott.ssa C. Paramithiotti, Dott.ssa R. Arancio, Dott.ssa M. Crosa, Prof. Marcello Giovannini Prof. M. Giovannini Clinica Pediatrica Ospedale San Paolo, Università degli Studi di Milano Quali sono i problemi di salute dei bambini adottati dall'Etiopia? Come possiamo riconoscerli? E soprattutto, una volta arrivati in Italia, come possiamo debellarli? Chiediamo aiuto ai nostri "amici" dell'ospedale San Paolo! Secondo l’ultimo report della Commissione per le Adozioni Internazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri(1), nel 2013 l’Etiopia si colloca al secondo posto, dopo la Federazione Russa, tra i Paesi di provenienza dei bambini adottati da Paese straniero. I bambini etiopi sono giunti in Italia in maggior numero rispetto al 2012, quando l’Etiopia figurava al quarto posto dopo Federazione Russa, Colombia e Brasile. Una conoscenza approfondita delle patologie presenti nel loro Paese d’origine e di quelle che più frequentemente vengono diagnosticate all’arrivo in Italia, con le relative terapie, diviene quindi fondamentale per i pediatri che si occupano dei bisogni di salute dei bambini adottati. SHANTHI Principali patologie 18 La Repubblica Federale Democratica d'Etiopia è uno stato dell'Africa orientale tra i più poveri del mondo: occupa infatti la 174^ posizione nella valutazione dell'indice di sviluppo umano dell'UNDP (United Nations Development Programme). Le condizioni igienico-sanitarie del Paese sono molto precarie e contribuiscono a una mortalità infantile che supera il 15% con un'aspettativa di vita alla nascita di 59 anni: dati nettamente peggiori della già drammatica condizione media africana.(2) Nel presente lavoro definiamo in breve le malattie più diffuse sul territorio etiope e di maggiore interesse pediatrico, che sono quelle di natura infettiva, tra cui tubercolosi, HIV, malaria e meningite da Meningococco di tipo A. Si ritiene infatti che nei paesi in via di sviluppo, tra i bambini, sette morti su dieci siano causate da malattie infettive. Va ricordato inoltre che malnutrizione e limitato accesso all'acqua potabile (solo il 22% della popolazione ha accesso a tale risorsa, con un notevole divario tra zone urbane e rurali) hanno come conseguenza le frequenti malattie gastrointestinali, importanti concause di più della metà dei decessi in età pediatrica. Le malattie infettive Tubercolosi La tubercolosi è una malattia infettiva causata da Micobacterium tubercolosis, batterio trasmesso per via aerea da pazienti con tubercolosi polmonare attiva attraverso le goccioline di flugge aerosolizzate con tosse, starnuti e il parlare. Meno del 10% dei bacilli inalati raggiunge gli alveoli dove viene fagocitato dai macrofagi alveolari. Nella maggior parte dei soggetti immunocompetenti, il micobatterio rimane latente a livello polmonare e si ha la formazione del così detto granuloma tubercolare polmonare (area di necrosi centrale con infiltrato di macrofagi, linfociti e istiociti): in tale caso si parla di infezione tubercolare. Nei soggetti immunodepressi, spesso nei bambini, oppure in caso di reinfezione esogena o riattivazione endogena (per calo del- le difese immunitarie), si ha invece la vera e propria malattia tubercolare. L'Etiopia è uno dei primi paesi in Africa per numero di pazienti infettati da Micobacterium tubercolosis; più di un terzo della popolazione è stato esposto al micobatterio e si stima che lo 0,62% degli etiopi abbia una tubercolosi in fase attiva. Più del 25% dei nuovi casi di tubercolosi colpisce soggetti di età inferiore ai 15 anni.(3) La maggior parte dei bambini infettati presenta una forma latente diagnosticata attraverso l'intradermoreazione di Mantoux, test cutaneo di primo livello. Tre dei bambini etiopi giunti alla nostra attenzione presentavano positività dell’intradermoreazione di Mantoux. Sono stati pertanto sottoposti ad ulteriori accertamenti, follow-up infettivologico pediatrico e eventuale terapia farmacologica. I sintomi più comuni della tubercolosi primaria polmonare nei bambini sono aspecifici: tosse e febbre prolungate, ritardo di crescita. Non di rado tuttavia si riscontrano manifestazioni extra-polmonari come linfoadenite, nefrite, meningite, osteomielite e malattia tubercolare disseminata (tubercolosi miliare).(4) La malattia tubercolare, se non adeguatamente trattata, ha una mortalità che supera il 50%, complici anche l'alta prevalenza di coinfezione tubercolosi/HIV (30%) e le scarse condizioni igienico-sanitarie e nutrizionali. Malaria La malaria è una malattia protozoaria trasmessa tramite la puntura di una zanzara appartenente al genere Anopheles. Gli uomini vengono infettati quasi esclusivamente da quattro specie del protozoo Plasmodium: P. falciparum, P. vivax, P. ovale, P. malariae. L’infezione ha inizio quando una Anopheles femmina inocula gli sporozoiti del Plasmodium tramite la puntura. Gli sporozoiti vengono trasportati per via ematica al fegato dove iniziano a riprodursi. Gli epatociti infarciti si rompono e i parassiti si riversano in circolo invadendo i globuli rossi. La malattia è causata dagli effetti diretti della distruzione degli eritrociti da parte del parassita e dalla risposta dell’ospite. Le prime manifestazioni della malaria sono aspecifiche e simili a quelle delle malattie virali minori: malessere generale, cefalea, astenia, disturbi addominali, nausea, vomito e dolori muscolari, seguiti da febbre intermittente. La malaria è presente su quasi tutto il territorio etiope, solo le aree al di sopra dei 2.5002.700 metri di altitudine sono relativamente indenni dal pericolo di contagio. Sono stimati 556 casi per 100.000 abitanti all’anno. I bambini sono maggiormente a rischio di manifestazioni cliniche severe, mentre gli adulti esposti da anni a infezioni ripetute hanno sviluppato un buon grado di immunità e quin- SHANTHI HIV L'HIV (Human Immunodeficiency Virus) è un retrovirus responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). La trasmissione avviene sia per via parenterale, attraverso sangue e fluidi corporei, sia per via verticale, con un rischio di trasmissione perinatale del 25% circa. L’HIV si replica all'interno dei linfociti CD4, causando una progressiva linfocitopenia e quindi immunodepressione con progressiva suscettibilità a malattie infettive sempre più severe (AIDS). L'infezione è largamente diffusa in Etiopia: attualmente sono segnalati più di 750.000 sieropositivi e l’incidenza annua fra gli adulti è dello 0,03% con più di 20.000 nuovi casi all'anno. I bambini etiopi infettati dal virus HIV sono 168.000 e ogni anno si registrano più di 7.000 nuove infezioni. È da segnalare che, solo in Etiopia, nel 2012, il virus dell'HIV è stato responsabile di 11.000 morti tra i minori di 15 anni.(5) Fino ad ora, nessuno dei bambini adottati provenienti da paese stra- niero giunti alla nostra attenzione è risultato positivo per infezione da HIV. Sebbene molti bambini nati da madre HIV positiva siano asintomatici, alcuni mostrano fin da subito diversi segni e sintomi clinici tra cui ritardo di crescita, epatosplenomegalia e infezioni batteriche ricorrenti. Le infezioni opportunistiche associate a quella da HIV in fase avanzata, come la polmonite da Pneumocistis carinii, sono condizioni che spesso in assenza di adeguati trattamenti portano alla morte.(3) 19 SHANTHI di resistono agli attacchi gravi della malattia. Si ritiene che la malaria sia responsabile di più dell’8% delle morti dei bambini sotto i 5 anni.(6) A causa della mancanza di documentazione attendibile non viene stimata la percentuale di bambini etiopi giunti al nostro Day Hospital che abbia avuto la malaria. A tutti viene però consigliata un’immediata valutazione pediatrica, con eventuali approfondimenti ematochimici, in caso di febbre. 20 Infezioni da Meningococco di tipo A Neisseria meningitidis (o meningococco) è un batterio responsabile di due malattie acute pericolose per la vita: la meningite meningococcica e la meningococcemia fulminante. Raramente può determinare anche artriti settiche, polmoniti, pericarditi e congiuntiviti. Tale batterio presenta come unico ospite l’uomo e viene trasmesso attraverso le secrezioni respiratorie. Possiamo distinguere cinque diversi sierogruppi (A, B, C, Y, W-135) responsabili di oltre il 90% di malattia meningococcica nel mondo. I ceppi di sierogruppo A sono quelli maggiormente associati a epidemie ricorrenti nell’Africa sub-sahariana, la così detta “cintura africana della meningite”. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Africa, durante le ondate epidemiche, si calcolano incidenze pari a 500-1.000 casi ogni 100.000 abitanti.(7) Qui la malattia è costantemente endemica e ogni 8-15 anni circa esplode in vaste epidemie che insorgono in tempi diversi nei vari Paesi. Il 50% dei soggetti colpiti sono bambini dai 3 mesi di vita ai 5 anni. Le difficoltà nell’affrontare l’emergenza epidemica in Africa sono molteplici: ritardi di notifica, velocità di propagazione dell’epide- mia (anche più di 5.000 casi in una settimana), lontananza degli ospedali più attrezzati, mancanza di disponibilità di antibiotici e difficoltà di approvvigionamento del vaccino per problemi di trasporto, stoccaggio e somministrazione.(8) Malnutrizione e disidratazione La malnutrizione è uno dei maggiori problemi di salute pubblica in Etiopia: secondo i dati forniti dall’UNICEF il 29% dei bambini al di sotto dei 5 anni risulta gravemente sottopeso e il 44% mostra un evidente arresto della crescita. I bambini sottopeso sono particolarmente a rischio di sviluppare gastroenteriti persistenti e infezioni secondarie che spesso aggravano il loro già precario stato nutrizionale. La severa malnutrizione infatti influenza sia l’immunità innata che quella acquisita, causando una diminuzione rispettivamente di citochine e anticorpi. Essa comporta pertanto un’aumentata suscettibilità alle infezioni, con episodi più frequenti, prolungati, di maggior severità, un maggior rischio di riattivazione delle infezioni virali e di sviluppo di infezioni opportunistiche. I bambini sono più vulnerabili a causa dell’inadeguato apporto di micronutrienti (come ferro, zinco, ecc…), conseguenza sia dell’insufficiente intake, sia del malassorbimento intestinale dovuto a infezioni ed infestazioni da parassiti.(9) Secondo le più recenti stime la carenza di micronutrienti è responsabile di circa il 7,3% delle morti nel mondo. Malnutrizione, infezioni e infestazioni intestinali derivano da condizioni di povertà, scarsa igiene e limitato accesso all’acqua potabile. In Etiopia solo l’11% della popolazio- ne totale vive in condizioni igienico-sanitarie accettabili e il 22% ha accesso all’acqua potabile.(10) In considerazione di tali dati, a tutti i bambini che afferiscono al nostro Day Hospital vengono prescritti un multivitaminico e, in base ai valori ematochimici (stato de ferro), un’integrazione marziale. Il nostro Day Hospital all'arrivo in Italia Alcuni laboratori dispongono della possibilità di ricerca degli antigeni fecali di Giardia e E. hitolytica, e di test sierologici, per esempio per Schistosoma.(12) Gli schemi terapeutici attualmente raccomandati prevedono l’impiego di farmaci per bocca (per esempio metronidazolo, tinidazolo, paramomicina, albendazolo),(11, 12) la cui reperibilità in Italia rimane un problema. Negli ultimi anni si è infatti assistito alla scomparsa dal mercato della formulazione in sospensione orale, fondamentale per l’età pediatrica. Data la crescente domanda di tali farmaci dovuta al continuo incremento di bambini immigrati ed adottati, ci si augura che le formulazioni pediatriche tornino ad essere disponibili al più presto.(12) L’esecuzione dell’esame coproparassitologico di controllo deve essere prescritta ad almeno venti giorni dal termine della terapia farmacologica. All’arrivo in Italia, i bambini etiopi sono spesso affetti non solo da parassitosi intestinale, ma anche cutanea. La patologia in questione è la Tinea. Le infezioni da Tinea vengono classificate in base alla localizzazione anatomica: Tinea capitis (cuoio capelluto), Tinea corporis (corpo), Tinea pedis (piedi), Tinea cruris (inguine), Tinea unguium (unghie). Le manifestazioni cliniche sono variabili a seconda del sito di infezione e della risposta immunitaria del paziente. Tinea capitis è la più frequente infezione SHANTHI Dal 2005 è attivo presso la Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Paolo di Milano il Progetto Check-up Bambini del Mondo volto ad accogliere i bambini adottati provenienti da qualsiasi paese e le loro famiglie. Oggi la Clinica Pediatrica figura tra i Centri appartenenti al Gruppo di Lavoro Nazionale per il Bambino Immigrato della Società Italiana di Pediatria (GLNBI – SIP). Dal 2005 il nostro Day Hospital ha accolto 50 bambini provenienti dall'Etiopia. Al termine delle due giornate che il bambino e la sua famiglia trascorrono presso il Day Hospital della nostra Clinica Pediatrica, grazie ad anamnesi mirata, esame obiettivo e accertamenti ematochimici e strumentali ad ampio spettro, siamo spesso in grado di definire una diagnosi. Nella maggior parte dei casi si tratta di una patologia di pertinenza infettivologica. In particolare con l’esame coproparassitologico eseguito su un campione a fresco e tre campioni raccolti a giorni alterni in formalina, si evidenzia una parassitosi intestinale nel 40% dei bambini. Il patogeno rilevato più frequentemente risulta essere Giardia intestinalis (lamblia) nel 60% dei bambini affetti da parassitosi, seguito da Entamoeba histolytica (30%). Più rare le infestazioni da elminti: Hymenoloepis nana e Trichuris trichiuria. Le parassitosi intestinali colpiscono bambini provenienti da tutti i Paesi, in particolare l’80% degli etiopi. Il contagio avviene per via oro-fecale, sia direttamente mediante contaminazione delle mani con feci di un soggetto infetto, sia indirettamente mediante consumo di cibi o acqua contaminati da uova, larve, cisti o oocisti. Soltanto per alcuni parassiti, come lo Schistosoma, la trasmissione avviene invece per via transcutanea. Dal punto di vista clinico, le parassitosi possono essere asintomatiche, oppure manifestarsi con alvo diarroico (mediamente tre evacuazioni giornaliere semiliquide maleodoranti), raramente con emissione di feci muco-ematiche, con eliminazione del parassita visibile a occhio nudo (elminti). Alcuni bambini lamentano dolore addominale ricorrente, prurito generalizzato e si presentano con sintomi e segni clinici ed ematochimici di malassorbimento, in particolare peso inferiore al terzo percentile per età, carenza marziale, anemia sideropenica. Nei casi di infestazione da elminti, ma non in quelle da protozoi, a livello ematochimico sono spesso rilevabili eosinofilia e valore di immunoglobuline E superiore alla norma.(11) Nei soggetti sintomatici è sempre opportuno escludere un’immunodeficienza congenita o acquisita. La diagnosi di parassitosi intestinale viene posta mediante l’esame microscopico diretto a fresco delle feci. Non essendo però sempre possibile esaminarle nelle ore immediatamente successive all’evacuazione, risulta utile l’inclusione delle feci stesse in un fissativo quale la formalina. Si ottiene la massima sensibilità quando vengono esaminati tre o più campioni in formalina raccolti a giorni alterni. È necessario ricordare tuttavia che il coproparassitologico è un esame di difficile lettura che può dare molti falsi negativi.(12) 21 SHANTHI 22 fungina nei bambini. Più del 90% delle tineae capitis è causato dal fungo dermatofita Trichophyton tonsurans. La trasmissione può avvenire direttamente tramite il contatto con persone o animali infetti, oppure indirettamente tramite il terreno contaminato. Essa è facilitata da scarsa igiene, sovraffollamento, scambio di cappelli, spazzole, cuscini e altri oggetti di uso quotidiano. I funghi patogeni sono ubiquitari, ma i climi caldo-umidi favoriscono il contagio. Alcuni studi hanno stimato che, in Etiopia, circa il 55-60% tra bambini in età scolare presenta un’infezione da Tinea.(13) Tra i bambini etiopi visitati presso la nostra Clinica nel 2013 il 50% era affetto da Tinea capitis e solo l’1% anche da Tinea corporis. Frequentemente il paziente si presenta con una chiazza alopecica di dimensioni variabili, con superficie lievemente desquamante e scarsi segni infiammatori. I capelli appaiono spezzati a qualche millimetro dal cuoio capelluto. Tinea corporis, detta anche tigna, è l’altra dermatofitosi da cui sono spesso affetti i bambini giunti alla nostra attenzione. Essa si presenta tipicamente con una chiazza piana, eritemato-desquamativa, ovalare, con risoluzione centrale, margini netti e pruriginsa. La chiazza tende ad aumentare di diametro e a confluire con chiazze vicine, a formare larghe aree figurate. Si può presentare a tronco, ad arti o a livello del volto. Spesso prima dell’arrivo in Italia, vengono prescritti corticosteroidi topici, che possono mascherare la lesione attenuandone, solo temporaneamente, la componente infiammatoria. I bambini affetti vengono inviati a un followup dermatologico pediatrico e sottoposti ad adeguata terapia farmacologica topica e per bocca. Tra le problematiche non infettivologiche, prendiamo in esame il deficit di vitamina D. Tutti i bambini provenienti dall’Etiopia, che hanno eseguito gli esami ematochimici presso il nostro Day Hospital, ne sono risultati affetti. La vitamina D e i suoi derivati sono i principali fattori regolatori dell’omeostasi di calcio e fosforo e dell’integrità del tessuto osseo. Recentemente sono anche risultati coinvolti nell’ottimale funzionamento del sistema immunitario (14). La Vitamina D è presente in natura in due forme: la vitamina D2 o Calciferolo è contenuta in alcuni alimenti di origine vegetale, la vitamina D3 o Colecalciferolo è presente invece negli alimenti di origine animale, quali latte e latticini, ma soprattutto pesce e tuorlo d’uovo. Essa viene inoltre biosintetizzata a livello della cute, grazie ai raggi ultravioletti UV-B. Ecco quindi che i bambini etiopi, con colorito scuro della pelle e spesso in condizioni di malnutrizione, risultano carenti di tale vitamina. Dal punto di vista clinico la condizione di carenza è asintomatica fino a quando non raggiunge livelli tali da manifestarsi con il rachitismo, patologia caratterizzata da difetto di mineralizzazione del tessuto osseo in fase di crescita. L’osso non calcificato risulta privo di rigidità e quindi più a rischio di fratture. Uno dei primi segni clinici è rappresentato dall’assottigliamento delle ossa del cranio (craniotabe), che, essendo più deboli, tendono a formare prominenze (caput quadratum). Si ha infatti l’impressione che i bambini affetti abbiano la testa di dimensioni maggiori rispetto al resto del corpo. Anche a livello del torace vi sono evidenti alterazioni, come ad esempio lo sterno proiettato anteriormente (pectus carinatum o torace a piccione) e il solco a livello sottocostale (solco di Harrison). I bambini affetti da rachitismo presentano inoltre un’eruzione dentaria ritardata e con difetti dello smalto. Risulta coinvolto anche il tessuto muscolare, ipotrofico e ipotonico. Il fabbisogno quotidiano di Vitamina D in età pediatrica risulta essere di 400 UI.(15) Dal momento che spesso nei bambini tale fabbisogno non viene soddisfatto da alimenti ed esposizione solare, si rende necessaria una supplementazione farmacologica. Come specificato in precedenza, al termine del percorso presso il nostro Day Hospital, ai bambini adottati giunti Italia da Paese straniero, in particolare se affetti da parassitosi intestinale, con pelle scura e con parametri nutrizionali non ottimali, viene prescritta una terapia a base di fermenti lattici, al fine di riequilibrare la flora intestinale, e di vitamina D, per correggere la condizione di defi- cit e coprire il fabbisogno quotidiano. Mediante cicli terapeutici adeguati per le malattie infettive da cui sono spesso affetti, grazie a un immediato e accurato intervento nutrizionale e a uno stretto follow-up clinico, i pediatri che lavorano al Progetto Check-up Bambini del Mondo presso la Clinica Pediatrica dell’Ospedale San Paolo sono in grado quindi di rispondere ai bisogni di salute dei bambini adottati provenienti dall’Etiopia e da altri Paesi in via di sviluppo. Bibliografia Commissione per le Adozioni Internazionali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazio ne con l’Istituto degli Innocenti. Rapporto unicef 2005. The Earth institute at Columbia University, Center for national health development in Ethiopia. T. S. Murray, M.E. Groth, C. Weitzman, M. Cappello. Epidemiology and management of infectious disease in international adoptees. Clin. Microbiol. Rev. 2005, 18(3):510. AIDS Resource center. HIV/AIDS Estimates and Projections in Ethiopia, 2011-2016. Country profile president’s malaria initiative (PMI) Ethiopia. WHO: “Group A e C meningococcal vaccines”. Weekly Epidemiological Record 1999, 74: 297-304. WHO: “WHO Report on global surveillance of epidemic-prone infectious diseases” 2000. Bemnet Amare, Beyene Moges, [...], and Afework Kassu. Micronutrient levels and nutritional stat us of school children living in Northwest Ethiopia. Nutr. J. 2012; 11:108 Nguyen NL1, Gelaye B, Aboset N, Kumie A, Williams MA, Berhane Y. 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"andare avanti" per conoscere una musica moderna, capace di mescolarsi ad altre identità pur conservando le proprie radici. SHANTHI Non è difficile oggi, girando per le strade di Addis Abeba, trovarsi faccia a faccia con i grandi manifesti che sponsorizzano l’ultimo disco di qualche artista etiope. Infatti, la musica etiope attuale è una realtà in crescente sviluppo, che affonda le proprie radici nella storia, per culminare in un presente ricco di influenze pop, dub, jazz e reggae. Un importante conTeddy Afro - Manifesti giganti del popolarissitributo allo sviluppo mo cantante Teddy Afro ricoprono alcuni palazzi della capitale Etiope. di questa musica, fino a poco tempo fa poco conosciuta al di fuori dell'Etiopia, è venuto dalla nascita di alcune etichette discografiche disposte a investire sugli artisti etiopi, come in passato fece l’etichetta francese “Buda Musique” che pubblicò il primo LP di musica etiope (“Ere Mela Mela” di Mahmoud Ahmed). Importante per la diffusione della musica etiope è stato anche lo sviluppo di internet, che ne ha reso più accessibile l'ascolto (http://sodere.com/audio). 24 Oggi i giovani musicisti etiopi si stanno facendo strada nel mondo della discografia mondiale: non è difficile, girando su canali musicali come MTV, imbattersi nel video di Kenna Zemedkun un etiope fuggito in Inghilterra con la famiglia e approdato al successo nel 2003 con l’album elettro-pop "New Sacred Cow", prodotto da Fred Durst dei Limp Bizkit. Samuel Yirga è un esempio ancora più lampante dell'emergere di questi musicisti; il giovane compositore si forma in una scuola di musica etiope e approda al successo grazie a una collaborazione anglo-etiope chiamata: Dub Colossus. I Dub Colossus, con all’attivo tre CD, fondono la musica tradizionale etiope degli Azmari con influenze Ethio-Jazz e Dub e Reggae. Durante questa collaborazione, il giovane Yirga viene notato dall’etichetta discografica di Peter Gabriel, che gli farà pubblicare il suo primo disco d’esordio: Guzo ("Viaggio", in amarico). Mai stanco di far conoscere la propria musica e le proprie tradizione, Yirga fonda una band funk interamente etiope chiamata The Nubian Arc. La forza e il segno che contraddistinguono questi nuovi artisti sono evidenti in Teddy Afro; un azmai (letteralmente "cantastorie") in piena regola, che attraverso la sua musica pop-elettronica contesta i regimi politici etiopi, sempre in prima linea per far valere i suoi diritti e quelli del suo popolo. Il suo attaccamento alla terra natia è talmente forte da indurlo a dedicare diversi brani al defunto imperatore d'Etiopia Hailé Selassié Mulatu Astake - Il pi˘ noto percussionista etiope, particolarmente conosciuto per aver coniato il termine "EthioJazz". SHANTHI e ad altre personalità etiopi che si sono distinte nel mondo. Ma il musicista moderno che più ha influenzato la nuova musica etiope è senz’altro Mulatu Astatke, complice anche l’etichetta francese menzionata in precedenza “Buda Musique". Mulatu, formatosi musicalmente negli Stati Uniti con personaggi del calibro di Duke Ellington, ha portato il jazz nella nativa Etiopia coniando il termine “EthioJazz” per indicare la contaminaAddis Acoustic Project- L'antica tradizione delle orchestre etiopi. zione etiope dello stile jazz. Forte delle collaborazioni con il gruppo The Heliocentrics e Musica africana a Roma dopo l'incontro con la The Either/Orche- L’istituto Centrale per la Demoetnoantropostra, del Massachusetts, ad Addis Abeba nel logia/Museo Nazionale delle Arti e Tradizio2004, Mulatu continua a portare la sua mu- ni Popolari, in collaborazione con l’Universica e le tradizioni del suo popolo in tutto il sità di Tor Vergata di Roma, ha organizzato mondo. a febbraio una serie di incontri rivolti alla Anche lo sviluppo delle orchestre etiopi, musica e alla cultura africana. nate poco più di un secolo fa (ricordiamo Punto di partenza di questa esperienza è stal’orchestra formata dai 40 orfani armeni ta la partecipazione del musicologo austriache diventerà l’orchestra ufficiale etiope co Gerhard Kubik che per anni, armato del Arba Lijoch), come musica da cerimonia suo clarinetto e di un registratore, ha girato per il negus neghesti, sono una realtà atti- in lungo e in largo il continente per carpire i vissima, non solo nella propria terra ma an- segreti della musica africana. che nel resto del mondo. Il musicologo ha mostrato e discusso alcuni L’Addis Acoustic Project è un'orchestra reperti della propria collezione privata di docomposta dai migliori musicisti e veterani di cumenti sonori, fotografici e cinematografici Addis Adeba: la loro musica si rifà alla mu- relativa a ben 88 lingue diverse, in 18 paesi sica popolare del passato rivisitata in chiave africani. decisamente moderna, e si avvicina anche In seguito il musicologo si è soffermato sulla al tanto amato Ethio-Jazz, complici anche le musica "kwela", una musica da ballo nata in numerose collaborazioni avvenute tra i mu- Sudafrica negli anni quaranta dalla fusione sicisti e Mulatu Astatke. della musica tradizionale e dello swing-jazz. Questa orchestra suona una volta alla setti- Di ciò ha proposto anche un'esibizione, in mana al locale “Jazzamba” della capitale ed versione acustica, con il gruppo: "Donal Kacè stata definita la nuova “Buena vista social hamba’s Kwela Heritage Jazz Band". Club” etiope. Tante sono ancora le realtà artistiche pre- Il gruppo era composto da: senti, così come sono numerosi gli eventi Sinosi Mledo (flauto Pennuwhistle, chitarra che si organizzano in tutti i continenti per e voce) portare questa musica all’attenzione mon- Gerhard Kubik (clarinetto, chitarra e voce) diale. Moya A. Malamusi (basso a una corda o SkifSi sta sviluppando un nuovo linguaggio che fle Bass) parla delle proprie tradizioni, del desiderio Christopher “Khilizibe” Gerald (Sonaglio e di riappropriarsi di secoli di storia, durante voce) i quali la musica etiope è rimasta segregata in quella "porzione d’Africa". Sta nascendo Questo tipo di musica è molto differente dal una nuova sensibilità che spinge, sempre tradizionale Ethio-Jazz, ma ascoltarla dal vivo più spesso, i musicisti a sperimentare e a è stato come ascoltare secoli di storia narrata mescolare generi tra loro diversi. Tutto que- da chi di questa cultura ha fatto un vero e sto fermento condurrà, in un futuro prossi- proprio stile di vita. mo, alla conquista del mondo ad opera di quest’arte che, per noi spettatori assonnati, risulta ancora un’incognita. 25 ETIOPIA Pensieri sull'Etiopia ...in ADOZIONE di Giovanni Bassi [email protected] I colori e i profumi di una terra lontana si fanno concreti nelle parole di un padre che rivive i momenti più importanti dell'inizio della grande avventura di costruire una famiglia. Camminando stancamente lungo il corridoio, nell’attesa che i ragazzi finalmente vadano a dormire, sfilo dalla libreria la guida “Etiopia e Eritrea”. Nella prima pagina leggo un appunto di mia moglie: “Questa volta bisogna prepararsi per un viaggio che dura una vita..." 7 marzo 2005. Parte un mezzo sorriso, quasi un ghigno...: eh già! Ricordo frammenti di conversazioni fra neogenitori italiani o fra italiani ed etiopi, seduti in qualche ristorante di Addis Abeba o nei giardini degli Hotel, a far finta di parlare della storia della regina di Saba, SHANTHI Ashenafi (anni 16) e Tigist (anni 9) sono i nostri figli, adottati in Etiopia in due momenti distinti. Sono loro l’unico pezzo di Etiopia che conosciamo bene, che è diventato parte di noi, nel nostro viaggio che prosegue con le ovvie tempeste, bonacce, e qualche volta, dai, vento di crociera. Per il resto, tutto sommato, dell’Etiopia sappiamo ben poco. All’inizio, come dei bravi “marines”, nello strenuo addestramento AMI alla missione, avevamo studiato tutta la storia passata e recente del Corno d’Africa: dagli antichi regni, ai giorni nostri; usi e costumi, religione, cibo, lingua (i più precisi e indomiti si procuravano in maniera misteriosa dizionari amarico–inglese e certi ancora più tosti amarico–italiano, medaglia al valore!). 26 Come una famiglia diventa tale grazie al contributo di tutti, così questo bellissimo disegno è stato composto "mettendo insieme" i disegni di ciascun componente della famiglia Bassi... Complimenti! L’odore inconfondibile del berberè, prodigiosa miscela di spezie, che si sente ovunque ad Addis Abeba... con la faccia contratta, un turbinio di sentimenti, nervi, occhi pesti che in realtà tradivano un unico pensiero disperato: voglio andare a casa! Due su tutte: Ashenafi. Alto e stranito di fronte a una signora Almaz, fondatrice dell’omonimo istituto, ormai stanca e malata che esce dalla sua casa per salutarlo. Lo rivede dopo sei anni. La volta precedente si era chinata per salutarlo bisbigliandogli qualcosa nell’orecchio. Cosa, non lo saprà mai nessuno. Tigist. È seduta con noi sul sedile posteriore nella macchina di Fekede. È sera, stiamo andando all’aeroporto perché finalmente si parte. Nel silenzio Tigist e Fekede parlano. Fekede, lo osservo, tradisce una leggera tensione, ma parla come sempre con pazienza. Mi concentro. Per la Tigi sono le ultime parole in amarico. Domani parlerà italiano. SHANTHI Tuttavia, tornati dalla missione, come sempre quando impari le cose in fretta e per fini strumentali, ci siamo dimenticati tutto. A oggi per me l’Etiopia, oltre ad averla sempre fra i piedi sotto forma di figli, si riduce a poche cose, qualche sensazione e alcuni ricordi forti che certo, quelli no, non possono svanire. Ancora adesso provo un fremito quando entro da Saba, il nostro ristorante etiope. L’odore inconfondibile del cibo, del berberè, prodigiosa miscela di spezie, riporta veloce a quei luoghi, frequentati per pochi giorni intensi. Quell’odore si sente ovunque ad Addis Abeba, fuori e dentro i locali, per le strade, mischiato all’odore acre della legna e della gomma che bruciano, o agli scarichi delle vecchie macchine che rantolano per le strade. Un simpatico compagno di avventura, durante l’ultima “missione”, preso da una terribile logorrea isterica, mi spiegava il motivo tecnico dell’odore emanato da quei motori con una dovizia di particolari che, rispetto al pianto ripetuto e disperato di mia figlia, risultavano molto stridenti. Si potrebbe poi parlare di immagini, di elementi ricorrenti: i tanti uccelli che volteggiano in continuazione nel cielo pieno di nuvole. Gli eucalipti che sorgono ovunque disordinatamente. I tetti di lamiera grigia o arrugginita che riflettono alle prime luci dell’alba, quando tu dall’aereo osservi fra le nuvole l’Etiopia, verde, che finalmente compare, e allora guardi tua moglie e deglutisci. Si potrebbero raccontare tante cose sull’Etiopia, ma per noi che in questo caso non siamo turisti, né viaggiatori, le immagini rimangono altre. 27 ETIOPIA ...in RACCONTO [email protected] L'amore, la pazienza e... i baffi del leone Abbiamo riscritto per tutti i "nostri" bambini e per i loro genitori questa favola etiope, che ci insegna come la pazienza e l'ascolto siano la via per condurci all'amore. E di pazienza, sulla via dell'adozione, bisogna portarne tanta! SHANTHI C'era una volta una donna che aveva sposato un vedovo. La prima moglie dell'uomo era morta per una grave malattia e lo aveva lasciato solo con il figlioletto di pochi anni. Amina, così si chiamava la seconda moglie, era felice perché con il matrimonio avrebbe accolto anche il bambino: ella infatti desiderava moltissimo avere un figlio e sentiva di volere bene al piccolo già come se fosse stato suo. Ma il bambino soffriva ancora così tanto per la perdita della madre che non accettava Amina. Nella sua giovane testolina pensava che se la madre era morta, la colpa fosse della nuova matrigna. Così, non accettava né cibo né carezze dalla donna e le faceva dei piccoli dispetti: metteva in disordine i suoi abiti, rompeva le ciotole del cibo ben impilate nella cucina... Se Amina cucinava il pollo, lui diceva che desiderava solo pane e frutta, e quando lei portava in tavola questi cibi, il bambino lì sparpagliava sul tavolo dicendo che non aveva più fame e che tutto ciò che lei 28 cucinava era cattivo, perché "lei" era cattiva. Amina che desiderava tantissimo farsi amare dal piccolo, in un primo momento ci rimase molto male, e provò ad accontentare tutti i suoi capricci, poi cominciò ad arrabbiarsi, a sgridarlo e punirlo, ma anche ciò non servì a nulla; allora Amina pensò che forse la colpa era sua, se non era capace di farsi voler bene... Era arrivato il momento di chiedere aiuto. Così, il giorno dopo decise di recarsi dallo stregone del villaggio: era un uomo molto anziano e saggio e certamente avrebbe potuto aiutarla. Arrivata alla sua presenza raccontò tutto ciò che era accaduto fino ad allora, dei suoi tentativi di farsi voler bene e dei rifiuti del bimbo. L'uomo saggio ascoltò in silenzio, senza mai interrompere e alla fine le chiese con voce profonda: - Ma tu saresti davvero disposta a tutto pur di conquistarti il suo affetto? - Certamente! - rispose con convinzione Amina. - Allora c'è un solo modo per riuscirci, ma è molto pericoloso... Dovrò fare una magia potente e per farla ho bisogno di due baffi di leone, che tu dovrai procurarti, tutta da sola. Ma senza uccidere il leone! - Povera me - esclamò Amina - come potrò mai rubare i baffi a una belva così feroce? Lo stregone però non rispose: ormai aveva detto ciò che doveva fare. Amina tornò a casa molto demoralizzata, ma dopo una notte insonne si alzò decisa a conquistarsi i suoi baffi: fossero necessari cento anni! Così trascorse tutto il primo giorno a osservare il leone nascosta sopra un lontano albero, per conoscerlo meglio, scrutare le sue debolezze, conoscere le sue abitudini. E così il secondo, e il terzo... Poi, Amina cominciò a farsi più coraggiosa e si nascose dietro un cespuglio non troppo lontano. Da lì, ogni giorno, serviva al leone un vassoio colmo di carne, ogni giorno lasciava il vassoio sempre un po' più vicino al leone, fino ad arrivare sulla soglia della sua tana. Finché il leone si abituò talmente alla presenza di Amina da lasciarla avvicinare alle sue terribili fauci e a lasciarsi strappare un paio di baffi, senza quasi accorgersene. SHANTHI La donna, felicissima, corse allora dallo stregone e gli consegnò i baffi dicendogli: - Eccoli, ora preparami il filtro magico. Ma lo stregone, senza neppure guardare i baffi, le rispose: - Non posso fare nulla, non crederai che bastino dei baffi per conquistare l'amore di un figlio! Amina allora si mise a piangere: - Ma come? Me lo avevi promesso... E ora io cosa posso fare? Lo stregone alzò finalmente lo sguardo e sorridendo concluse: - Ma non vedi che la "magia" è già nelle tue mani? Non ti resta che fare con il bambino ciò che hai fatto con il leone... 29 RECENSIONI Abbiamo scelto per voi Storie e romanzi che vengono dall'Etiopia, di coraggio, di dolore e di amore, per conoscere meglio questo Paese, non solo con la testa, ma anche con il cuore. di Saverio Tosato [email protected] Mamma Africa di Melissa Fay Greene Edizioni Mondadori Mamma Africa è la storia di Haregwoin Teferra, eroina per caso di Addis Abeba, che ha trasformato il profondo dolore per la morte del marito e di una figlia nel coraggio di accogliere e allevare decine di orfani dell’Aids. Haregwoin era sull’orlo di una profonda depressione quando il prete del suo villaggio le portò due bambini, figli di due fra i milioni di morti che il virus dell’Hiv provoca in Africa (gli orfani dell’Aids in Africa sono circa venti milioni negli ultimi sette anni). A dispetto delle resistenze dei propri familiari, li prese con sé e iniziò a rivivere insieme a loro. Ma questo era solo l’inizio. La voce si sparse in fretta, e ogni giorno arrivarono a bussare alla sua porta genitori sieropositivi oramai in fin di vita, supplicandola di accogliere i loro piccoli. Oltre ogni limite economico e di buon senso, Haregwoin ha continuato ad allargare la sua famiglia, fino a creare un vero e proprio asilo per orfani e un rifugio per le madri ammalate. La vicenda esemplare e commovente di Haregwoin è narrata con scrupolosità da reportage e pathos da romanzo. Un libro pieno di coraggio, amore e speranza. Volevo salvarli tutti SHANTHI di Claire Bertschinder con Fanny Blake Edizioni Sperling & Kupfer 30 Una giovane infermiera, attorniata da migliaia di profughi etiopi affamati, ha il compito disumano di scegliere quali bambini nutrire, sapendo bene che gli esclusi non supereranno la notte. È il 1984 e l'infermiera è Claire Bertschinger. Assegnata dal Comitato Internazionale della Croce Rossa a Macallè, una remota cittadina dell'Etiopia settentrionale, è incaricata di gestire un centro di alimentazione supplementare, deve confrontarsi con la cronica scarsità di mezzi e risorse. Michael Buerk, corrispondente della BBC, filma e manda in onda le immagini scioccanti del processo di selezione dei bambini denutriti. L'intervista rilasciata da Claire al reporter spinge quindi Bob Geldof a dar vita all'associazione umanitaria Band Aid e al Live Aid, il concerto di solidarietà del 13 luglio 1985, iniziative che raccolgono milioni di sterline in favore dei profughi. Nel frattempo la malaria costringe Claire ad abbandonare la sua missione, lasciandola tormentata dal ricordo delle terribili scelte che è stata costretta a fare e di tutte le persone che non ha potuto salvare. Ma vent'anni dopo, persuasa dallo stesso reporter che l'aveva intervistata, l'infermiera torna in Etiopia, per scoprire con emozione che i bambini sopravvissuti grazie a lei la ricordano ancora e la chiamano "Mamma Claire". Basandosi sulle lettere scritte dall'Africa ai genitori e sui suoi diari, Claire ricostruisce e narra la propria storia, costellata di dolorose contraddizioni, di incontenibile entusiasmo e di profondo scoramento. La porta delle lacrime di Abraham Verghese Edizioni Mondadori Una giovane suora infermiera venuta dall'India muore al Missing Hospital di Addis Abeba dando alla luce due gemelli maschi, Shiva e Marion, dopo una gravidanza segreta. Thomas Stone, medico dell'ospedale e probabile padre dei due figli, fugge devastato dal dolore. È Marion Stone a raccontare la sua lunga, epica storia che comincia con un'infanzia serena accanto ai genitori adottivi - anch'essi medici a Missing - e al fratello, al quale è unito da un forte legame e da una grande passione per la medicina. E poi la fuga in Etiopia, il tradimento del fratello che seduce Genet, la ragazza che Marion ama e che segnerà la sua vita per sempre; infine Marion in America, medico in un ospedale del Bronx, quando si vedrà costretto ad affidare la propria vita al padre che lo ha abbandonato e al fratello che lo ha tradito. Dal ventre della iena di Nega Mezlekia Edizioni Mondadori Pescando dalle leggende e dall'immaginario africano, dalla storia del suo paese (l'Etiopia) e dalla sua personale esperienza, l'autore ci offre un singolare, attraente memoir di forte presa emotiva e singolare valore letterario, in cui ricorda con vivida immaginazione la sua infanzia nell'arida cittadina di Jijiga in Etiopia, e la sua adolescenza negli anni più duri e tormentati nella storia del suo paese. Scritto con ironia leggera, grande forza narrativa e un indomabile spirito di sopravvivenza, e pieno degli umori, dei suoni, dei colori, degli odori dell'Africa, il libro è il potente ritratto di un mondo in cui i limiti della verosimiglianza e della credibilità vengono continuamente rimessi in questione. ! Shanthi ha una pagina web ed una pagina Facebook Shanthi Frontiere. Potete scaricare da shanthi.it liberamente tutti i numeri arretrati e dialogare con la redazione in tempo reale! Web: www.shanthi.it - Facebook: Shanthi Frontiere SHANTHI 31 ETIOPIA ...in CUCINA di Flavio Brognoli [email protected] Una cucina per tutti i gusti Abbiamo già parlato della cucina etiope nella rivista: abbiamo descritto la cerimonia del caffè e dato la ricetta degli stuzzichini che in genere l'accompagnano, i dabo kolo, nel numero 2007-1, abbiamo descritto come cucinare lo zighinì nel numero 2011-1 (se volete recuperare queste ricette e avete regalato le riviste a una vecchia zia... potete scaricarle dal sito www.shanthi.it), ma la cucina etiope ha ancora tanto da offrire! La cucina etiope è una delle più variegate dell'Africa: piatti ricchi di verdure, legumi trasformati in farine e in creme, salse piccanti e naturalmente l'immancabile enjera, la "piadina" fatta con il teff, un cereale antichissimo, che porta in sé ancora il sapore di popolazioni nomadi oltre che essere un prodotto ricco non solo di fibre e carboidrati, ma anche di proteine! Ho scoperto che, anche per seguire le norme religiose (in Etiopia sono rappresentate tutte e tre le religioni monoteiste ebraismo, cristianesimo e islamismo) la preparazione dei cibi ha dovuto "adattarsi" a esigenze differenti. Per questo la cucina etiope è molto ricca di piatti vegetariani e numerose ricette sono apprezzate anche dai vegani... Insomma, c'è n'è per tutti i gusti! SHANTHI Tra i piatti tipici ho trovato la ricetta di una crema di legumi: ceci, fave o piselli...: lo shirò viene usato per accompagnare verdure, carni, é servito sull'enjera, ma anche, in una versione meno liquida, come zuppa. Chissà che la panissa genovese, un budino di farina di ceci che si mangia affettato e fritto o condito con olio e sale, non abbia parenti etiopi! 32 Shirò Ingredienti (per 4 persone) 3 cucchiai di farina di ceci (in sostituzione potete bollire piselli o fave e poi passarli con il passaverdura) Berberè (miscela di spezie etiope, tra le quali lo zenzero) ½ cucchiaio di olio evo ½ litro di acqua ½ cucchiaio di pomodoro concentrato ½ cipolla 1 spicchio di aglio La ricetta. Tritate la cipolla finemente e fatela appassire con un po' d'acqua. Dopo circa 10 minuti aggiungete l'olio e fate rosolare per 4-5 minuti. Unite lo spicchio di aglio, il berberè , l’acqua, il pomodoro e portate il tutto a bollitura. Aggiustate di sale e unite la farina di ceci (se usate i legumi bolliti, dovere aggiungere meno acqua). Fate cuocere fino a raggiungere la cremosità desiderata. E... venti d'estate EVENTI Come e dove “incontrare” AMI Arriva l'estate, le vacanze e le feste all'aperto. Occasioni per poterci incontrare, scambiare esperienze, emozionarci insieme... e magari anche aiutarci a vicenda per organizzare eventi che siano occasioni di incontro e per aiutare anche gli AMIci "lontani", in Etiopia, India, Brasile, Colombia... EVENTI AMI MILANO 2014 31 maggio / 1 giugno 2014 FESTA dell’ASSOCIAZIONE Cascina Fagnana Buccinasco (Milano) Per info e prenotazioni pranzo: [email protected] ATTIVITA' AMI VENETO 2014 AMI V E Nell’ambito della 19° Festa delle Associazioni organizzata dal comune di Buccinasco, si terrà il nostro tradizionale pranzo e la lotteria, la griglieria e il grande mercatino e una dimostrazione pratica di Shiatsu, a cura di un socio AMI, in cui tutti possono provare i benefici di questa disciplina. Location: parco spina Azzurra e mensa scuola media di via Tiziano. Sabati Tematici (10.00 – 12.00) Sala Barchessina, Comune di Limena (PD) 10 Maggio 2014: Quali bisogni speciali? Il punto di vista dello psicologo Dott.ssa Rossella Forese e Dott.ssa Giulia Ferrari Ottobre 2014: Quali bisogni speciali? Il punto di vista del pediatra Dott. Giorgio Zavarise Restiamo in contatto! Cerca tutti gli eventi e le occasioni di crescita e incontro di AMI, in tutte le sue sedi, nei siti dedicati. E partecipa attivamente alla crescita dell'associazione! www.amiweb.org [email protected] [email protected] SHANTHI Sul sito trovate il calendario di tutti gli incontri 2013-2014 Ami Veneto per le coppie in attesa, le famiglie in post-adozione, e anche N E T O per i nostri cuccioli... www.amiweb.org 33 CONVIVENZE di Alfredo Lazzeri e Isabella Ronchieri [email protected] educazioneambientale@ parcapuane.it Alla scoperta del parco delle Alpi Apuane I centri estivi rappresentano per i ragazzi l’opportunità di fare nuove esperienze, conoscere tante persone e condividere progetti e obiettivi comuni. E può anche essere un modo per comprendere e amare, in un contesto protetto, l’ambiente naturale che ci circonda. L’importanza dei centri estivi?! Be’ è difficile spiegarlo, ma ci proverò. Credo che sia importante stare in compagnia, fare conoscenze, imparare e vivere momenti emozionanti all’interno di un gruppo… Inoltre è stupendo stare lontano dai genitori per una settimana… no?? Devo dire, però, che all’inizio è difficoltoso fare nuove amicizie: alcuni bambini ti sorridono da subito e ti stringono la mano presentandosi, altri, invece di sorridere, iniziano a prenderti in giro e lì è veramente complicato starci insieme; ma i centri estivi sono importanti anche per queste situazioni che ti insegnano che ogni persona ha qualcosa di speciale e magico. Io al Parco Apuane non solo mi sono divertita, ma ho imparato tante cose che nemmeno sapevo, da una cosa banale come il giochino “la mucca con le macchie” a una cosa più difficile come il processo per la realizzazione di una valigia o la produzione del miele. Le escursioni nei boschi, poi, sono state una delle cose più belle che ricordo, ovviamente dopo “fare il cuoco”, cioè dovevamo cucinare noi ragazzi da soli. Secondo me queste sono esperienze che uno deve fare almeno una volta nella vita; se potessi tornare indietro nel tempo, sicuramente andrei al giorno in cui insieme alle mie compagne di stanza avevamo organizzato un mega pigiama party… che bella notte! Addirittura avevamo creato un film in cui io ero la paziente malata e loro mi dovevano salvare operandomi! Oppure ritornerei a quando i nostri istruttori avevano organizzato un torneo del tiro con l’arco: lì non sono andata molto bene perché sono arrivata ultima, ma mi avevano rassicurato che arrivavano anche dalla Francia pur di prendere “l’ultimo tacchino”… secondo me lo dicevano solo per consolarmi… in fondo in fondo che debbo fare? Mica siamo sempre bravi! SHANTHI Dinknesh 34 L’esperienza dei soggiorni estivi ha regalato al Parco momenti di grande gratificazione dati principalmente dalla soddisfazione che i ragazzi ci hanno comunicato negli anni. Il progetto "L'estate nei parchi e nelle aree protette toscane - Alla scoperta del Parco delle Alpi Apuane", iniziato nel 2008, consiste in esperienze residenziali di educazione ambientale che si svolgono nel territorio del Parco in strutture ricettive che hanno sottoscritto un disciplinare con il quale si impegnano a effettuare scelte gestionali ecosostenibili e che per questo sono state certificate dal Parco come “Esercizio consigliato”. Ogni soggiorno sviluppa, oltre alle normali attività tipiche di questo tipo di esperienza, una tematica specifica: la conoscenza dell’ambiente naturale, i prodotti tipici del Parco, la mobilità sostenibile, il geoparco, l’agricoltura, la fauna, la flora, lo sport in montagna, la sicurezza, teatro ambiente, la musica delle Apuane, i borghi e gli alpeggi, le energie rinnovabili. Le finalità del progetto sono molteplici, da quelle istituzionali e statutarie del Parco, a quelle più prettamente educative e di divertimento. L’esperienza dovrà essere realizzata tenendo conto degli aspetti che favoriscono stili di vita salutari, una corretta alimentazione, una costante e giornaliera attività fisica e un’attenzione particolare anche ai consumi, con l’obiettivo di lasciare nei ragazzi segni concreti di un’esperienza di convivenza, che li stimoli ad applicare metodi virtuosi replicabili nelle loro famiglie (raccogliere rifiuti in forma differenziata, risparmiare acqua potabile, ridurre i consumi di energia). Le proposte sono indirizzate a due fasce di età: in quella per bambini tra gli otto e gli undici anni si privilegiano attività volte a sviluppare un corretto comportamento nell’ambiente naturale; per i ragazzi tra i dodici e i quattordici anni proponiamo attività più impegnative incentrate sulla scoperta, lo sport e IL PARCO REGIONALE DELLE ALPI APUANE Il Parco Regionale delle Alpi Apuane si trova in Toscana, in provincia di Massa Carrara e di Lucca. Caratterizzato da montagne di poco inferiori ai 2000 m. s.l.m. che si innalzano a pochi chilometri dal mare, racchiude paesaggi suggestivi e variegati. Un Parco che piace ai più giovani è un Parco capace di guardare al futuro. Quest’anno, il 24 maggio si festeggerà la Giornata Europea dei Parchi, una giornata commemorativa che dal 1999 coinvolge le aree protette europee con la finalità di avvicinare le persone alla natura e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della bellezza naturale preservata nelle aree protette e l'importanza della conservazione e gestione sostenibile di quei luoghi, proponendo questo tema: "Parchi per la Natura. Parchi per il benessere. Parchi per la pace." Le esperienze residenziali che il Parco propone si possono sintetizzare perfettamente in questo tema. SHANTHI I soggiorni seguono una metodologia comune dal momento dell’accoglienza con le presentazioni fatte in cerchio, in modo che tutti possano guardarsi in faccia. Anche le regole della settimana sono condivise e ognuno espone le proprie aspettative per l’esperienza. L’attenzione si concentra sempre sull’importanza di essere un gruppo, una squadra, e sul senso di responsabilità che ognuno deve avere nei confronti degli altri. Ai ragazzi, divisi in sottogruppi, vengono affidati piccoli lavori da svolgere quotidianamente (apparecchiare, sparecchiare, rispondere al telefono ecc.). Il gioco è una componente molto importante per favorire l’apprendimento: giochi di esplorazione per scoprire l’ambiente in modo autonomo, giochi di ricerca per avere informazioni su determinate tematiche, giochi per favorire la creazione di un gruppo unito e solidale. Non mancano i laboratori manuali (con materiale di recupero e oggetti del bosco, corsi di cucina, cesteria e intreccio ecc.) per stimolare la creatività dei ragazzi. la sicurezza in montagna. I ragazzi sono condotti in questa scoperta dalle Guide del Parco, professionisti abilitati dall'Ente per accompagnare i visitatori in sicurezza nelle aree più affascinanti del Parco Regionale delle Alpi Apuane, dalle vette alle cavità carsiche avvicinandoli alla natura nei suoi molteplici aspetti. Anche quest’anno proponiamo questa esperienza: calendario e programmi dei soggiorni saranno disponibili dal mese di maggio sul sito www.parcapuane.it 35 COOPERAZIONE di Flavio Brognoli [email protected] Pensare i progetti di sviluppo... Ognuno di noi ha motivazioni proprie per cercare di aiutare chi vive nel dolore e nella povertà, ma quali sono gli obiettivi che si prefigge un'associazione, anzi, la "nostra" associazione? Ecco una buona occasione per fare chiarezza su ciò. In Shanthi/Frontiere raccontiamo periodicamente i progetti che stiamo realizzando, o che abbiamo appena concluso, ma raramente abbiamo parlato delle nostre motivazioni, dei criteri e della filosofia con i quali approcciamo la realizzazione dei progetti stessi. Le realtà in cui operiamo sono di povertà e di emarginazione e proprio per questo "progettare lo sviluppo" ci offre l'opportunità di sperimentare rapporti nuovi tra popoli e culture diverse; è cercare la "via dello sviluppo" insieme alle comunità dei paesi in cui operiamo, allo scopo di costruire una convivenza rispettosa dei diritti di ogni uomo; è provare a dare risposte concrete, e praticabili, alla soluzione dei problemi di queste comunità tenendo sempre a mente che è nostro dovere sostenere queste persone e non trasformare la loro società. SHANTHI Lo sviluppo è tale se la dignità umana resta al centro di tutte le scelte: economiche, politiche e sociali. Credo che ogni persona abbia il diritto di avere delle opportunità che gli consentano di crescere e di realizzare la propria vita. 36 Il settore della crescita educativa è ritenuto prioritario... Per questi motivi i nostri progetti si focalizzano dunque sui più giovani offrendo loro percorsi di alfabetizzazione, formazione professionale, educazione alimentare (e prevenzione medica) e progetti per il recupero e il reinserimento familiare, scolastico e professionale dei ragazzi di strada. Progetti importanti sono in corso e sono stati realizzati con la donna come protagonista: il "Safe moter and child" dove prestiamo attenzione alla donna in gravidanza, le insegniamo a non sottovalutare il suo stato di salute (attraverso la prevenzione medica) e a curare anche la sua alimentazione, fornendo cibo e vitamine necessarie (educazione alimentare), per portare a termine la gravidanza con i minori rischi possibili. Oppure il nostro intervento dopo lo tsunami del 2004 nella zona di Pondicherry dove a tutt'oggi è in corso il progetto "Servizi sanitari di cura per donne e bambini in villaggi costie- ri e dell'entroterra di Cuddalore" che prevede la formazione di 10 medici che saranno da supporto al già esistente "Centro della Salute" di Kannaranpettai formato da personale medico prevalentemente al femminile. E prima di questo avevamo attuato un progetto che supportava la popolazione dei villaggi della zona, istituendo dei centri di primo soccorso con la formazione di personale infermieristico che erano le donne stesse dei villaggi. Il settore della crescita educativa è ritenuto, da AMI, prioritario tra i propri interventi poiché riteniamo che l'educazione sia il punto di partenza per un percorso/processo di sviluppo duraturo e rispettoso della realtà e tradizioni locali. Per concludere, mi sembra importante ribadire il concetto che la centralità della persona è la filosofia che guida la scelta dei progetti di AMI, volti principalmente a sostenere la crescita autonoma di tanti giovani, donne e bambini e per la formazione di persone attive e responsabili che sappiano portare il senso del proprio impegno in ogni ambito della propria esistenza. SHANTHI I progetti AMI agisce non solo nelle zone più remote e povere dell’Africa, dell'India e del Sud America, ma interviene anche nelle periferie urbane e sociali di questi paesi. Qui il degrado umano è ancora più accentuato perché centinaia di migliaia di persone, provenienti dai villaggi, si riversano nelle metropoli con la speranza di trovare un lavoro; ma per la stragrande maggioranza di loro questi spostamenti si rivelano solo un'ulteriore sofferenza perché alla difficoltà di trovare un lavoro si somma quella di trovare una casa dove vivere con la propria famiglia. Purtroppo ciò non si avvera quasi mai ed essi sono costretti a vivere in condizioni disumane, accalcandosi negli agglomerati che nascono a ridosso delle grandi città. In India si chiamano slums, in Brasile favelas, ma queste parole nascondono tutte la stessa realtà: condizioni di vita disumane senza i mezzi per fronteggiare la fame o le eventuali epidemie che in questi luoghi sono sempre presenti. Per affrontare tutto ciò, AMI opera da molti anni con progetti mirati ad alleviare la difficile condizione di vita di queste persone per cui abbiamo, e stiamo realizzando, progetti come "Salute e igiene per i bambini delle scuole degli slums" in Kakinada, città di oltre 400.000 abitanti nello stato dell'Andra Pradesh; "Acqua per gli abitanti degli slums" che prevede la realizzazione di 15 pozzi che possano andare in profondità e “pescare” così acqua più pulita all’interno dei numerevoli slums presenti a Kakinada; e anche la "Casa di accoglienza per bambini infettivi" in Addis Abeba. 37 I progetti AMI 2013/14 BRASILE PROGETTO DESCRIZIONE PREVENTIVO € FONDI EROGATI 2013 € Centro NOVO MAROTINHO (biblioteca – ludoteca) Favela di Novo Marotinho Salvador de Bahia Il progetto prevede di creare un spazio/giardino strutturandolo con giochi didattici (giochi di società ed educativi) e sportivi (ping pong, biliardino, corde, tappeto elastico e un piccolo campo per praticare sport). 5.000 5.000 5X1000 del 2010 entrata 2012 Centro COMUNITARIO PAOLO VI (scuola materna e doposcuola) Favela di Valeria Salvador de Bahia Il progetto si propone di creare un’area esterna, adiacente alla scuola, per le attività ludiche dei bambini, che altrimenti rimarrebbero tutto il giorno in spazi ristretti e al chiuso. Il progetto prevede di creare un spazio/giardino con una copertura (per il sole e la pioggia) strutturandola con giochi didattici. Questo spazio potrà poi anche essere utilizzato per la Comunità, per incontri con i genitori, eventi culturali che coinvolgano le famiglie dei bambini e l’intera comunità. 5.000 5.000 Uso parziale 5X1000 del 2011 BRINQUEDOTECA COMUNITARIA (Educazione, Cultura e Arte per bambini e adolescenti) São Sebastião (Periferia di Brasilia) Il progetto si prefigge di essere di sostegno ai costi di gestioni della struttura (affitto, spese, stipendio operatori ecc.). 17.000 17.000 5X1000 del 2010 entrata 2012 ESPACO PROGREDIR Barrio de Miguel Couto Nova Iguacu Offrire opportunità di formazione/socializzazione ai bambini e ragazzi della comunità locale. Offrire sostegno psicologico, sociale, pedagogico. Aiutare le famiglie all’inserimento nella società. Favorire modelli di relazione sociale positivi. 70.534 (finanziato CAI) 17.636 Finanziamento CAI € 52.898 da erogare nel 2014 dopo finanziamento CAI Il Progetto si propone di sostenere le attività dei Centri Comunitari indicati e seguiti da AMI, finanziando il pagamento dello stipendio di 2 educatori: un educatore che seguirà i bambini con un corso di arte infantile, animazione e introduzione al Teatro e un educatore che insegnerà musica (chitarra e flauto). Entrambe le attività sono molto importanti e complementari alle attività di sostegno scolastico che frequentano i bambini nei Centri. 10.000 10.000 Uso parziale 5X1000 del 2011 Progetto educatori di Arte Infantile e Musica • Centro comunitario Santo Antonio nella Favela di Brotas • Centro comunitario P.re Heitor Frisotti nella Favela di Canabrava • Centro comunitario Paolo VI nella Favela di Valeria Salvador de Bahia FONTE FINANZIAMENTO E “DEBITO 2014” PROGETTO DESCRIZIONE PREVENTIVO € FONDI EROGATI 2013 € CREAZIONE DEL CORO DELLA BRINQUEDOTECA MUNICIPALE BRINCASTELO Neropolis Goias Il progetto nasce dalla grande domanda di lezioni di canto e musica che abbiamo costatato tra i famigliari dei bambini che frequentano la Brinquedoteca e dal fatto che, la propria Brinquedoteca, come spazio culturale comunitario, può offrire alla città la creazione di un coro professionale che realizzi presentazioni periodiche negli eventi promossi dalla Segreteria di Educazione, dalla Camera Municipale, dal Comune o dalla stessa Brinquedoteca. Attualmente stiamo offrendo soltanto due attività artistiche: danza del ventre e ballo per bambini. Questo progetto vuole così aggiungere alle attività della Brinquedoteca, lezioni di canto e la creazione di un coro per, inizialmente, 80 bambini, tra i 6 e i 12 anni. 4.000 4.000 Finanziamento AMI 111.534 58.636 52.898 TOTALE PROGETTI BRASILE FONTE FINANZIAMENTO E “DEBITO 2014” COLOMBIA PROGETTO DESCRIZIONE PREVENTIVO € FONDI EROGATI 2013 € FONTE FINANZIAMENTO E “DEBITO 2014” Adesione al Programma di Sostegno dell’ICBF, rivolto ai ragazzi maggiorenni uscenti dal circuito di protezione dell’Istituzione. Ancora non si ha avuto conferma dell’avvio del Progetto. 7.000 Da rivalutare nel 2014 TOTALE PROGETTI COLOMBIA 7.000 7.000 COSTA D’AVORIO D’AVORIO PROGETTO SCUOLA PRIMARIA Tabagne DESCRIZIONE Avendo contribuito, negli anni precedenti, alla costruzione della Scuola Materna e Centro Nutrizionale, nel 2012 si è convenuto di aderire alla richiesta dell’Istituto Ravasco per la costruzione della Scuola Primaria. I lavori, iniziati nel 2012, sono quasi al termine e con l’invio dell’ultima trance dovrebbero terminare entro il 1° semestre dell’anno. TOTALE PROGETTI COSTA D’AVORIO PREVENTIVO € FONDI EROGATI 2013 € FONTE FINANZIAMENTO E “DEBITO 2014” Finanziamento AMI 20.000 10.000 20.000 10.000 Differenza da erogare nel 2014 10.000 ETIOPIA PROGETTO DESCRIZIONE PREVENTIVO € BIFTU Women Association Municipio di Bishoftu Bishoftu Sostegno delle attività svolte dalla BIFTU Women Association che si incentrano sull’opera di sensibilizzazione della popolazione femminile della zona, tramite riunioni periodiche dove vengono discusse le problematiche sociali con particolare attenzione alla cura e all’educazione dei figli. DARAARAA Women Association Municipio di Bishoftu Bishoftu Sostegno delle attività svolte dalla DARAARAA Women Association che si incentrano sull’opera di sensibilizzazione della popolazione femminile della zona, tramite riunioni periodiche dove vengono discusse le problematiche sociali con particolare attenzione alla cura e all’educazione dei figli. Casa di Accoglienza per Bambini infettivi Addis Abeba Proseguimento del Progetto di mantenimento della struttura. Kibebe Tsehay Orphanage Center Woreda 4, Guellel Sub-city, Addis Abeba Il Progetto si prefigge di sostenere economicamente il costante approvvigionamento di latte in polvere per i bambini neonati di tutto l’Istituto e provvedere anche al pagamento dello stipendio di alcune assistenti ai bambini (Carengivers -1 Nannie e 2 Nurse). Igiene e salute per tutti BRIGHT VISION HOPE VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT Fonko e Lereba 2 blocchi di n° 3 docce cad., ad uso pubblico, localizzate all’interno dei compound delle scuole di Fonko e Lereba. Istruzione per tutti BRIGHT VISION HOPE VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT Fonko e Lereba 2 blocchi di 4 aule cad., per istituzione corsi elementari dalla 1° classe alla 4° classe, localizzati all’interno dei Compound delle esistenti scuole materne di Fonko e Lereba 26.000 Istruzione per tutti BRIGHT VISION HOPE VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT Fonko e Lereba Mantenimento dello staff di una scuola per un anno dall’inizio dell’attività. 10.000 Laboratorio Fonko BRIGHT VISION HOPE VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT Fonko e Lereba Costruzione di un laboratorio per l'apprendimento di lavori artigianali (falegname, idraulico, fabbro ecc.) TOTALE PROGETTI ETIOPIA 3.500 3.500 20.000 7.000 10.000 18.000 80.000 FONDI EROGATI 2013 € 3.500 FONTE E “DEBITO 2014” Uso parziale 5X1000 del 2011 3.500 Uso parziale 5X1000 del 2011 17.400,00 Uso parziale 5X1000 del 2011 7.000 5X1000 del 2010 entrata 2012 10.000 5X1000 del 2010 entrata 2012 25.898 5X1000 del 2010 entrata 2012 Sviluppo anno 2014 Iniziata attività di raccolta fondi. Probabile sviluppo 2014/15 INDIA PROGETTO ACCOGLIENZA MINORI E FAMIGLIE Panamaram – Wyanad (Kerala) SERVIZI SANITARI DI CURA PER DONNE E BAMBINI IN VILLAGGI COSTIERI E DELL’ENTROTERRA DI CUDDALORE (Tamil Nadu) DESCRIZIONE PREVENTIVO € FONDI EROGATI 2013 € Sostegno al mantenimento del Samadhana Bhavan, coprendo le spese primarie per il cibo e le cure necessarie a migliorare le condizioni degli assistiti. Lavori all’edificio per migliorarne l’agibilità ed in particolare la recinzione del terrazzo con una ringhiera di sicurezza. 17.000 17.000 Prosecuzione di un Progetto già in corso. Formazione personale addetto alla salute che sarà di circa 10 unità e: •Saranno formati con il Programma approvato dall’Università Nazionale Indira Gandhi di New Delhi •Ogni addetto assisterà 250 famiglie (c.ca 1.000 persone) •L’accento sarà più sulla continuazione dei programmi esistenti e coprirà anche il resto della popolazione organizzando campi che faranno riferimento al più vicino centro della salute. •Gli addetti avranno un diploma dall’Università alla fine dell’anno. •Questo potrebbe aiutarli a lavorare successivamente anche altrove dopo la fine del progetto. •Il Centro di Formazione sarà presso il Centro Salute di Kannaranpettai a Cuddalore. •Sarà presente un team di persone già formate che insegneranno nei corsi e assisteranno e “guideranno” gli addetti durante la loro pratica “ sul campo”. 25.000 22.000 FONTE E “DEBITO 2014” Finanziamento AMI (€ 3.000,00 mantenimento + € 14.000,00 lavori edificio) Novartis 2012 (38.635) PROGETTO HOLY CHILD SCHOOL (costruzione del primo piano) Jewdhara, Ambika Kalna (West Bengala) MISSION TO THE NATIONS SAFE MOTHER AND CHILD KAKINADA (Andhra Pradesh) MISSION TO THE NATIONS SUPPORT TO WIDOWS Kakinada (Andhra Pradesh) MISSION TO THE NATIONS ACQUA PER GLI ABITANTI DEGLI SLUM Kakinada (Andhra Pradesh) MISSION TO THE NATIONS AIUTO AGLI ALLUVIONATI DESCRIZIONE Il Progetto complessivo prevede la realizzazione di una scuola di tre piani. La costruzione dell’edificio è stata affidata a una Società Edile specializzata e il costo complessivo ammonta a c.ca € 450.000,00. AMI, con il contributo di NOVARTIS FARMA e dei suoi Collaboratori, ha già partecipato economicamente nel 2012 alla costruzione di un intero piano. Nel 2013 l’impegno è quello di partecipare finanziariamente alla realizzazione del 2° piano. il progetto prevede l’aiuto a 250 donne per portare a termine la gravidanza in condizioni “normali”. AMI, con i programmi di Sponsorizzazione, si farà’ carico, almeno per alcuni anni, di supportare sia il nascituro che la mamma. In Kakinada il responsabile della Mission to the Nations (Rev. Paparao) ha individuato circa 500 vedove molto povere e senza fissa dimora. Non hanno alcun supporto. AMI si farà carico di seguire 100 di vedove, povere e senza fissa dimora, e fornire loro, tramite la supervisione di Mission to the Nations, il cibo necessario per alimentarsi. Nello specifico verrà fornito: riso,cipolle,patate, legumi ed altre verdure. Il progetto prevede la realizzazione di n° 15 pozzi per poter andare in profondità e “pescare” acqua più pulita all’interno dei numerevoli slums presenti a Kakinada. In ogni slum, ci sono circa 7501.200 famiglie. Sostegno inserito in corso d’anno in seguito gravi eventi atmosferici PREVENTIVO € 15.000 6.000 5.000 6.000 FONDI EROGATI 2013 € 15.000 FONTE E “DEBITO 2014” Novartis 2012 (38.635) 6.000 5X1000 del 2010 entrata 2012 5.000 5X1000 del 2010 entrata 2012 6.000 5X1000 del 2010 entrata 2012 Uso parziale 5X1000 del 2011 5.000 5.000 79.000 76.000 0 315.534 211.934 97.898 Kakinada (Andhra Pradesh) TOTALE PROGETTI INDIA TOTALE PROGETTI AMI GENERALE Riassunto Progetti da Completare / Rivalutare nel 2014 PROGETTO DESCRIZIONE SINTETICA IMPORTO € BRASILE ESPACO PROGREDIR Barrio de Miguel Couto Nova Iguacu Offrire opportunità di formazione/socializzazione a bambini e ragazzi della comunità locale. Offrire sostegno psicologico, sociale, pedagogico. Aiutare le famiglie all’inserimento nella società. Favorire modelli di relazione sociale positivi. 52.898 (finanziato CAI) COLOMBIA Adesione al Programma di Sostegno dell’ICBF, rivolto ai ragazzi maggiorenni uscenti dal circuito di protezione dell’Istituzione. Ancora non si ha avuto conferma dell’avvio del Progetto. 7.000 COSTA D'AVORIO Scuola Primaria Tabagne Costruzione della Scuola Primaria. 10.000 ETIOPIA Istruzione per tutti BRIGHT VISION HOPE VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT Fonko e Lereba Mantenimento dello staff di una scuola per un anno dall’inizio dell’attività. 10.000 Laboratorio Fonko BRIGHT VISION HOPE VILLAGE and COMMUNITYDEVELOPMENT Fonko e Lereba Costruzione Laboratorio per apprendimento lavori artigianali (falegname, idraulico, fabbro, ecc.). 18.000 TOTALE 97.898 Stato patrimoniale e Rendiconto gestionale BILANCIO di Redazione Shanthi [email protected] Riportiamo qui di seguito il bilancio dell’associazione approvato nell’ultima assemblea dei soci. Anche nel 2013 è stata adottata una contabilità rispondente a criteri civilistici e si è quindi redatto un bilancio composto da Stato Patrimoniale e Rendiconto Gestionale. Lo Stato Patrimoniale evidenzia un totale delle Attività pari a 1.039.746 euro. STATO PATRIMONIALE aggiornato al 31-dic-2013 Descrizione Attività TERRENI E FABBRICATI Immobile Buccinasco 338.800 Fondo garanzie ente morale 51.645 Fondo riserva volontaria indivisibile 10.732 Arredamento Buccinasco, Padova, Versilia 6.833 Fondo riserva volontaria divisibile 14.643 Macchine d'ufficio Buccinasco, Padova, Versilia 2.970 Fondo patrimoniale associativo 869.426 TITOLI D'INVESTIMENTO Fondo monetario RISULTATO D'ESERCIZIO 76.853 RIMANENZE DI MAGAZZINO Magazzino Buccinasco Associati c/anticipazioni Avanzo gestione caratteristica 10.376 FONDO AMM.TO FABBRICATI 15.673 ANTICIPAZIONI AD ASSOCIATI F.do amm.to immobile Buccinasco 25.410 F.DO AMMORTAMENTO ATTREZZATURE IND./COMM. 1.500 BANCHE C/C F.do amm.to arredamento 3.803 F.do amm.to macchine d'ufficio 1.671 Banche 469.548 DEBITI VARI Banco Posta 53.879 Anticipazioni da associati 1.040 Anticipazioni da sostenitori 43.721 Anticipazioni varie da destinare 7.275 Totale Passività 1.039.746 BANCHE ESTERE C/C SHANTHI Passività CAPITALI E RISERVE ATTREZZATURE IND./COMM. 44 Descrizione Banche 60.109 CASSA Cassa contanti e assegni 12.948 ERARIO C/ RITENUTE E CREDITI d'IMPOSTA Ritenute subite su interessi attivi 630 Totale Attività 1.039.746 RENDICONTO GESTIONALE al 31-dic-2013 Descrizione Oneri COSTI Descrizione Proventi RICAVI Spese realizzazioni progetti e invio aiuti/donazioni 131.430 Quote sociali 29.430 Sponsorizzazioni inviate 329.105 Quote sostegno a distanza 390.394 Finanziamento progetti con 5 per mille 87.505 Donazioni 12.586 Spese manifestazioni, sottoscrizioni e artigianato 6.492 Finanziamenti per progetti 102.016 Reso conferimento mandati 2.693 Sottoscrizione per progetti/aiuti 29.799 Spese organizzazioni corsi adozione 39.529 Erogazione 5 per mille Irpef 79.928 Spese traduzioni e varie adozioni 33.844 Sottoscrizione a premi 10.026 Spese mantenimento minori 4.148 Introiti manifestazioni 7.356 Compensi e rimborsi spese a referenti esteri 87.131 Offerta artigianato 5.648 Pubblicazione rivista Shanthi e altre stampe 26.347 Conferimento mandati 80.200 Spese varie 333 Contributi corsi adozioni 26.785 Contributi per traduzioni 30.387 Ricavi vari 7.197 Contributi per compensi referenti esteri 90.60 VARIAZIONI RIMANENZE Magazzino iniziale 17.401 COSTI PER UTENZE Energia elettrica, gas e acqua potabile 4.868 Contributi per mantenimento minori 394 Spese telefoniche ordinarie 6.880 Contributi per relazioni post adozione interne 22.186 Contributi incontri Centro Psicologia Clinica 9.116 11.525 COSTI PER UTENZE Riscaldamento 245 Contributi per colloqui con psicologhe Energia elettrica 1.196 VARIAZIONI RIMANENZE COSTI PER SERVIZI E CONSULENZE Magazzino finale 15.673 Compensi psicologhe e prestazioni diverse 21.709 PROVENTI FINANZIARI VARI Compensi psicologhe Centro psicologia Clinica 21.370 Interessi attivi bancari e postali 506 SPESE COMMERCIALI Spese viaggi e rappresentanza 6.432 Spese viaggi e rappresentanza adozioni 27.204 SPESE AMMINISTRATIVE Cancelleria varia 3.792 Spese postali 13.663 SPESE GENERALI Assicurazioni 711 LOCAZIONE E CANONI Canoni di locazione immobili 23.878 Spese varie locazione immobili 3.996 Spese condominiali sede Buccinasco 2.020 ONERI TRIBUTARI 740,88 Tributi e ritenute fiscali 20.224 SHANTHI Imposte e tasse deducibili ALTRI COSTI DI ESERCIZIO Perdite su cambi 12.318 ONERI FINANZIARI VERSO BANCHE Commissioni e spese bancarie 3.833 AMM.TI ORDINARI IMMOB. MATERIALI Amm.to ordinari fabbricati civili 10.164 Amm.to ordinario arredamento 1.025 Amm.ti ordinari macchine d'ufficio 594 Totale Oneri 951.392 Totale Proventi 961.769 Avanzo Gestione Caratteristica 10.376 Disavanzo Gestione Caratteristica 0,00 45 Ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto AMI onlus attraverso la donazione del 5 per mille. Anche quest'anno AMI Amici missioni Indiane Onlus è stata inserita tra le organizzazioni di volontariato alle quali potrà essere destinato il 5 per mille dell'IRPEF. Il vostro sostegno consentirà di finanziare progetti di aiuto in collaborazione con i nostri "partner storici" fra tutti Argonauti Explorer e Obiettivo sul Mondo. A pagina 36 della rivista sono spiegati i principi e le motivazioni che muovono l'impegno di AMI nella cooperazione internazionale. Nelle tabelle di pp. 38-43 trovate i progetti concreti in cui sono stati investiti i proventi del 5 per mille degli anni passati. Ricordate che, per destinare il 5 per mille ad AMI basta apporre la propria firma nello spazio contraddistinto dalla voce: "Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, alle associazioni di promozione sociale e alle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all'art.10, c. 1, lett. a) del D.Lsg n. 46 del 1997" e indicare il nostro codice fiscale: 97018760153 La scelta di destinare il 5 per mille non modifica l'importo dell'IRPEF dovuta. CF 97018760153 - cc/c postale 20216206 Sostegno a Distanza: efficace strumento per uno sviluppo possibile SOSTEGNO A DISTANZA (ADOZIONI A DISTANZA) Se avete letto l'articolo di pagina 10 avrete certamente capito che in alcune situazioni basta il costo di un caffè al giorno per aiutare un bambino a sopravvivere. Grazie al SAD, AMI sostiene la crescita di altre 200 bambini nella loro crescita. Parlo per esperienza personale: quando nel 2012 ho visitato i villaggi di Fonko e Lareba, a 280 km a sud di Addis Abeba, ho effettivamente potuto verificare quanto il sostegno a distanza sia efficace, e anzi necessario, se si vuole dare un aiuto concreto. Non si tratta di assistenzialismo; significa spingere dall’esterno affinché sia possibile una crescita autonoma. In Etiopia, del resto, non esistono politiche di welfare per la popolazione e mancano anche alcuni elementi fondamentali di base. Con il sostegno a distanza, invece, la crescita è possibile. Nei villaggi sopra citati sono nate due scuole materne, che attualmente si stanno ampliando per poter offrire anche un’istruzione elementare, è stato costruito un pozzo, un forno in cui cuocere il pane, un mulino, l’orto per i pasti dei bambini e un’infermeria con i medicinali di prima necessità. EtiHope è una pagina Facebook nata nel 2012 con lo scopo di informare sull'operato di Hope Village, O.N.G. fondata dall'etiope Hirut Tadesse, ma non solo; essa ha come obiettivo anche quello di promuovere una maggiore conoscenza dell'Etiopia a partire dalle sue tradizioni, aggiornare riguardo a eventi e raccolte fondi, stimolare donazioni e l'avvio di nuovi Sostegni a Distanza, per i quali Hope Village collabora con AMI. facebook.com/hopevillageEtiopia SHANTHI Dove manca quasi tutto, la vita è fatta di piccole conquiste quotidiane: una stuoia su cui dormire, un pasto al giorno, qualcosa da indossare per coprirsi quando scendono le temperature. L’enormità di cose che vi ruotano attorno e che per noi sono essenziali, nella povertà sono un di più. E probabilmente per questa ragione un gesto che nell’opulenza passerebbe inosservato per chi ha poco o niente è un gesto grande. Nei poveri villaggi dell’Etiopia e anche nella caotica Addis Abeba, la povertà è un pesante e triste comune denominatore. Tra le conseguenze principali vi sono la mancanza di istruzione e d’igiene, elementi che, sommandosi, generano e alimentano altra povertà in una drammatica escalation. In questo contesto il Sostegno a Distanza rappresenta un valido strumento per porre le basi di una crescita positiva delle condizioni di vita della popolazione. Le fondamenta sono sicuramente i bambini che, grazie al sostegno che ricevono, possono frequentare la scuola materna e primaria, ricevere un pasto al giorno, cure mediche di cui necessitano e, per quanto possibile, una dose di serenità in più. I risultati sono certamente positivi e ben evidenti, e la certezza che un sistema di questo genere possa funzionare è data dal sorriso dei bambini quando valicano il cancello della scuola a cui i più piccoli amano andare, quando porti loro vestitini nuovi che brandiscono come trofei e poi stringono al petto perché nessuno glieli tocchi, quando, stranamente silenziosi per l’indole focosa che li caratterizza in giovanissima età, aspettano che venga loro dato il pranzo o la merenda. di Martina Brusa [email protected] e Camilla Baldina [email protected] 47 ... quanto il sostegno a distanza sia efficace, e anzi necessario... SHANTHI Tutto questo è stato possibile grazie a finanziamenti di privati e dell’AMI. Oltre ad essere la principale protagonista nei progetti delle due scuole, AMI è promotrice di 70 SaD di bambini della scuola di Fonko. Il sostegno è mirato e si valutano le necessità specifiche del bimbo. Ne è un esempio la piccola Burtukan, che è stata ferita dall’esplosione di una mina mentre rincasava; il sostegno che riceveva ha reso possibile cure mediche più specifiche ed accertamenti che senza questo aiuto non sarebbero stati possibili. Ma anche la riparazione del tukul, la capanna tipica 48 dei villaggi in cui vivono il bambino e la sua famiglia, non è inusuale e anzi è necessario per il benessere del minore. Gli esempi che sono stati riportati rappresentano solo una porzione limitata della realtà e, tuttavia, bastano per dimostrare quanto concreto sia l’aiuto che viene dato con il Sostegno a Distanza. AMI gestisce anche circa 200 SaD ad Addis Abeba, una parte di questi bambini (120), segnalati dai servizi sociali, fanno parte di un programma di istruzione, nel quale i più meritevoli ottengono ulteriori incentivi allo studio. I rimanenti SaD sono su segnalazione dell’Istituto Almaz, che, oltre a collaborare con AMI per l’adozione internazionale, segue le famiglie disagiate della zona. Sostienimi Sin dai primi anni, l’AMI ha pensato che il sostegno a distanza (adozione a distanza) di bambini e ragazzi per sostenerli negli studi potesse costituire un valido strumento per favorire un loro progresso autonomo. Nelle realtà in cui operiamo cerchiamo di realizzare un progetto individuale, di studio o di formazione professionale, che favorisca, nel medio termine, l’inserimento nella realtà sociale e professionale locale e contemporaneamente diventino risorse per la stessa collettività. L’AMI segue attualmente circa 2.700 giovani. Come effettuare un sostegno a distanza? Come primo passo, la persona o famiglia che desidera fare un sostegno a distanza (sostenitori) contatta l’Associazione e dà comunicazione della propria disponibilità. Il passo successivo è l’invio da parte nostra di una scheda informativa del ragazzo/a individuato/a anche tenendo conto delle eventuali indicazioni di chi effettua il SaD circa il Paese (India, Brasile, Etiopia, ecc), l’età e il sesso. Solo dopo aver ricevuto la scheda il sostenitore invierà il contributo di 180 € annui, in una o più rate, con le modalità contenute nei documenti spediti assieme alla scheda. Eventuali eccedenze rispetto alla quota saranno comunque inviate al ragazzo/a. Da parte AMI vengono trattenuti 15 €: circa la metà serve a coprire le spese di gestione delle adozioni a distanza, l’altra metà per finanziare progetti e interventi di aiuto in loco. La cifra è sufficiente in generale per gli studi primari, mentre gli studi secondari assorbono interamente la cifra, in quanto comportano il soggiorno in college o l’iscrizione a scuole private. Una o due volte all’anno riceviamo notizie sulla salute e sull’andamento scolastico dei ragazzi, che vengono distribuite ai sostenitori. A seconda dell’età del ragazzo/a sarà possibile una corrispondenza diretta più frequente. Non è esclusa la possibilità di visitare sul luogo i giovani sostenuti e le realtà in cui vivono. La durata del sostegno a distanza è legata caso per caso alle esigenze del ragazzo/a, alla sua età e al tipo di studi; di regola essa è pluriendi Cecilia Cremonesi nale anche se il sostenitore può [email protected] decidere di interromperla, così come le Missioni possono trovarsi nella condizione di terminarla quando non sono più in grado di seguire il ragazzo/a. Nel caso di interruzione del sostegno chiediamo di essere informati tempestivamente in modo da consentire l’abbinamento del ragazzo/a a un nuovo sostenitore. Dove operiamo? INDIA La presenza maggiore è negli Stati del Kerala e Tamil Nadu, dove, in collaborazione con le Suore di Maria Bambina, seguiamo circa 2.200 bambini in una trentina di località. Alcuni sono orfani e vivono presso le Suore, molti appartengono a famiglie povere e frequentano la scuola della Missione o hanno contatti coi piccoli dispensari che le Suore gestiscono in zone rurali o negli slum delle città. Ancora nel Tamil Nadu, a Pondicherry un centinaio di bambine/ragazze è seguito per l’asilo, il doposcuola e l’apprendimento dell’inglese. La nostra presenza nel continente indiano si estende anche ad altri Stati: Karnataka (India Sud-Occidentale): sostegno di una missione di suore nel distretto del Dharward che accoglie soprattutto ragazze povere. SHANTHI Grazie al tuo contributo un mondo diverso sarà possibile! SOSTEGNO A DISTANZA (ADOZIONI A DISTANZA) 49 I nostri punti di contatto Sede AMI e REDAZIONE SHANTHI: Cascina Robbiolo - via Aldo Moro, 7 20090 Buccinasco (MI) Tel 02 45701705 Fax 02 45708630 (apertura: mercoledì e venerdì sera) LE NOSTRE ZONE Bergamo: 035-713916 Limena (PD): 049-8848183 La Spezia: 0187-701114 Mantova: 0376-245259 Piacenza: 0523-896247 Stiava (LU): 0584-970071 SITO INTERNET: http://www.amiweb.org Jharkand - ex Bihar (India Nord-Orientale): sostegno di ragazze della comunità tribale dei Santals, una comunità antica ed emarginata; si consente loro di studiare, cercando al contempo di valorizzarne la tradizione culturale. West Bengala (India Orientale): sosteniamo a distanza ragazzi in età scolare, orfani o appartenenti a famiglie povere degli slum di Calcutta. SHANTHI BANGLADESH In questo stato, tra i più poveri al mondo, le Suore del Cuore Immacolato di Maria Regina gestiscono piccoli dispensari e centri dove le donne possono imparare taglio e cucito, per sostentare le loro famiglie. In tre villaggi ab- 50 biamo in corso circa 340 adozioni a distanza. Inoltre collaboriamo con dei padri nella Diocesi di Khulna che seguono una trentina di ragazze e ragazzi per consentire loro di avanzare negli studi. BRASILE Rio de Janeiro: la baixada fluminense è una zona periferica tra le più violente del mondo; qui il sostegno a distanza assume il significato di una prevenzione, togliendo molti ragazzi dalla strada. Aiutiamo quattro gruppi di ragazzi: il primo frequenta la “Escola Nossa Senhora Aparecida”, una piccola scuola per i più poveri; il secondo è alla casa-asilo Sao Judas Tadeu di Heliopolis, dove i bambini passano la giornata; il terzo è quello dell’asilo di Xavantes, uno dei barios più miserabili e degradati della zona; il quarto è legato alla comunità di base di Sao Francisco de Assis. Due maestre seguono bambini e famiglie. Sempre nell’area di Rio, il Centro Arminda Marques segue i ragazzi nelle attività di dopo scuola, con le stesse finalità. ETIOPIA Recentemente abbiamo avviato altre 60 SaD in Addis Abeba collaborando con l’Istituto Almaz. Con il Comune di Addis Abeba è stato avviato, nel 2006, un programma di sostegno di oltre 120 bambini e ragazzi che frequenta- no le scuole pubbliche. Nei villaggi di Fonko e Lereba seguiamo circa 50 bambini affidati alle cure di Hirut. NIGERIA A Ngugo, nello Stato di Imo, dal 1988 le “Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue” gestiscono, con una ventina di suore, una scuola materna e una elementare. Di recente è stato costruito un orfanotrofio, la “Hope House”, che ospita tra gli altri bambini orfani di genitori vittime dell’AIDS. GUATEMALA A Chacaltè, a 40 km dalla costa del Pacifico, è sorta una struttura polivalente che ospita 400 ragazzi che sono assistiti nello studio. La struttura, nata grazie all’impegno di Padre De Leon, di volontari locali e di un gruppo di universitari di La Spezia, si fa carico anche dell’assistenza sanitaria alla popolazione. COSTA D’AVORIO Tabagne: tramite l’Istituto Ravasco Suore della Congregazione figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria sosteniamo gli studi superiori di 30 ragazze. Modalità di versamento dei contributi C/C bancario intestato: Amici Missioni Indiane ONLUS Intesa Sanpaolo – Ag. 1907 via Pirelli, Milano IBAN IT54 N030 6909 5480 0000 8724 189 C/C postale intestato: Amici Missioni Indiane ONLUS Via A.Moro 7 – 20090 Buccinasco (MI) n°Conto 20216206 ABI 07601 CAB 01600 CIN P IBAN IT84 P076 0101 6000 0002 0216 206 SHANTHI Per bonifici relativi a: pagamento quote sociali, quote adozioni a distanza, donazioni, contributi per la realizzazione di progetti, ricavi mercatini e/o feste 51