Energia, la frontiera è mobile il nucleare hi
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Energia, la frontiera è mobile il nucleare hi
Energia, la frontiera è mobile il nucleare hi-tech è in Oriente Mentre l'Europa ha frenato nella realizzazione di nuovi impianti dopo l'incidente di Fu shima, in Asia e nella Federazione lo sviluppo delle centrali procede a velocità spedita. MARTA COHEN RBTH Dall'inizio del nuovo secolo, nel campo dell'energia atomica vi è stato uno spostamento dello sviluppo tecnologico dall'Occidente verso i paesi dell'Asia. Secondo previsioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea), verso il2030 le potenzialità delle centrali nucleari dell'Europa e dell'America settentrionale subiranno rispettivamente una riduzione del 35% e del 17 %, quando nel contempo in Asia cresceranno di circa quattro volte. Oggi le prospettive dell'energia nucleare in Europa, e in particolare nei paesi più industrializzati, non sembrano essere promettenti come si vorrebbe. A seguito dell'incidente di Fukushima in Giappone, la Germania ha preso la decisione di rinunciare completamente alla produzione di energia nucleare fino al 2022. Per lo stesso motivo, l'Italia ha già declinato (insieme alla Francia) il piano di costruzione di quattro impianti. Nella stessa Francia, che per molti anni è stata all'avanguardia nel settore, il governo socialista - appena giunto al potere - ha proclamato la necessità di ridurre la produzione di nucleare dal 75% al 50%. Ciononostante, definire questa tendenza "a lungo termine" non è corretto. Lo sviluppo del nucleare nel mondo è ciclico: se domani si abbassasse l'estrazione a buon mercato del gas di scisto negli Stati Uniti o calassero gli incentivi per la produzione da fonti rinnovabili in Europa, che permettono alle compagnie di concorrere con altri tipi di energia, la domanda di nucleare in queste regioni potrebbe far ritorno. Inoltre, in tutti i paesi lo sviluppo dell'energia atomica è legato in buona misura al corso politico, come fa notare l'esperto indipendente, Aleksei Gavrilov «La recente vittoria schiacciante di Nicolas Sarkozy alle elezioni regionali francesi potrebbe essere letta come un preludio al rilancio di una politica più attiva a favore del nucleare», sottolinea l'esperto, ricordando che, nel periodo della sua presidenza, il leader dei conservatori transalpini si era espresso per lo sviluppo dell'energia atomica. Secondo Gavrilov. quanto più tempo passerà dai fatti di Flikushima, tanto maggiore sarà la probabilità di una ripresa dei dibattiti attorno alla costruzione di centrali nucleari di nuova generazione in Italia. Tenendo anche conto del fatto che, prima degli avvenimenti giapponesi, i piani di realizzazione degli impianti non erano lontani dal concretizzarsi. Poi il timore ha preso il sopravvento e ha influito sull'esito referendario. Lo stesso Giappone, d'altro canto, è a favore della ripresa del servizio degli impianti congelati, presenti sul proprio territorio. I leader mondiali delle tecnologie relative ai reattori nucleari sono compagnie nord americane ed europee, russe comprese: Areva, Westinghouse e Rosatom. Al momento però, la loro produzione non è così richiesta sul mercato (fa eccezione la compagnia russa, che sta portando avanti la costruzione di alcuni reattori sul territorio nazionale, in numero superiore a quelli di Francia e Stati Uniti considerati insieme). Non è dunque una casualità che le corporation nucleari mondiali si siano date alla conquista dei paesi dell'Asia centrale e sud-orientale, dell'Africa, dell'America Latina e del Medio Oriente. Il nuovo trend si spiega con una serie di fattori. Innanzitutto bisogna tenere presente che l'economia in rapida crescita di Cina, India, Malesia, Singapore, Vietnam e Corea del Sud favorisce lo sviluppo del consumo di energia. Secondo i dati dell'Agenzia internazionale dell'energia, nel periodo fra il 1990 e il 2008 la crescita dell'energia nucleare pro - capite in Cina è aumentata del 111 % e in India, del 42 %. E la corsa è proseguita anche in tempi più recenti. In secondo luogo, la lotta contro i cambiamenti climatici impone di fare ricorso all'energia pulita. La decisio- ne più adeguata, in questo caso, riguarda appunto l'energia nucleare, che combina grande potenza ad alta sicurezza. A patto, ovviamente, che vengano rispettate tutte le norme di sicurezza. Infine incidono le possibilità finanziarle a disposizione dei paesi asiatici, che consentono loro di realizzare grossi progetti infrastrutturali come la costruzione di centrali nucleari. Alcuni player come il già citato Rosatom propongono - insieme al progetto - diverse varianti di finanziamento, che può arrivare anche alla totalità dei costi necessari alla costruzione. L'azienda russa concede sostegni finanziari in forma di garanzie statali o partecipazioni azionarie nel capitale della futura centrale nucleare e nella produzione dell'energia elettrica. «La soluzione più adeguata, in questo caso, risulta proprio l'energia nucleare», dice Aleksandr Uvarov, capo del portale russo di informazione Atominfo.ru. «Questo perché combina elevata potenza e sicurezza, in conformità con i requisiti normativi». Tornando alle opportunità di crescita della domanda di nucleare in Europa e nell'America del nord, è necessario ricordare che sono proprio queste regioni ad aver creato le tecnologie atomiche, dapprima nell'uso militare, poi in quello civile. Tra le due sponde dell'Atlantico esiste un ramo dell'atomica molto sviluppato che garantisce, in senso più ampio, lo sviluppo del potenziale scientifico, delle tecnologie innovative e della produzione. Oltre a ciò, i paesi leader di queste regioni sono al contempo detentori di armi atomiche. Già questi motivi sono sufficienti a impedire che europei e nord-americani perdano le loro competenze nel settore. I NUMERI il peso del nucleare nel bilancio energetico dell'economia russa gli impianti in fase di costruzione nel mondo, basati su progetti elaborati nella Federazione Aleksei Gavrilov ESPERTO DELSETTO RE FIJfERGf=TICO Lo sviluppo dell'energia nucleare nel mondo è ciclico: se domani dovessero calare gli incentivi per le fonti rinnovabili in Europa, che permettono alle compagnie di concorrere con altri tipi di energia, la domanda di nucleare potrebbe far ritorno"