Le startup sono uno strumento solo per i giovani di talento, uhm …

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Le startup sono uno strumento solo per i giovani di talento, uhm …
Le startup sono uno strumento solo
per i giovani di talento, uhm …
Innovazione nelle aziende e startup sono tra i
termini più usati nei convegni e nei seminari in
questi mesi. Ma non tutti hanno colto il rapporto
profondo e intrinseco che esiste tra i due. Nelle
imprese dove il successo ha sclerotizzato
processi e organizzazione è necessario creare
innovazione
all’esterno
del
perimetro
dell’azienda stessa utilizzando proprio le
startup. Queste devono nascere e crescere fuori
dai confini aziendali per essere eventualmente
integrate una volta consolidate sul mercato.
L’altro giorno stavo ascoltando un imprenditore
mio amico che mi parlava della necessità di fare
innovazione nella sua impresa ma della difficolta
di farla realmente. Prodotti e processi ormai
consolidati e standard rendevano molto difficile
avviare e realizzare un percorso di innovazione sia
nell’approccio manageriale interno all’azienda sia
nei prodotti e servizi per i clienti. Quando ho
provato ad accennargli alle startup, un mondo a lui
forse sconosciuto, il mio interlocutore mi ha
sorpreso. Conosceva benissimo le startup e tutto
l’universo che gira intorno: business angels,
venture capital, etc. Mi ha spiegato che stava
considerando di fare qualche investimento
personale in quel mondo in un’ottica di gestione
allargata del suo portafoglio personale. A quel
punto sono io che ho stupito il mio interlocutore,
spiegando che il mio accenno alle startup non era
un suggerimento per la sua gestione finanziaria ma
una modalità concreta per fare innovazione nella
sua impresa. Infatti innovazione in azienda e
startup sono due termini usati molto spesso insieme
ma di cui non tutti colgono il rapporto intrinseco.
L’innovazione, sia nei processi interni per essere
più efficienti sia nei prodotti/servizi offerti ai
clienti per essere più efficaci differenziandosi sul
mercato, è la condizione necessaria per un ritorno
alla crescita e allo sviluppo.
[Uno dei segreti di Procter & Gamble, la più
grande azienda mondiale di beni di consumo
con un fatturato di quasi 80 miliardi di dollari,
è la capacità di innovare sia nei processi interni
dove ha inventato e continua a innovare la
funzione marketing sia nello sviluppo di nuovi
prodotti con uno sforzo continuo di
miglioramento.]
D’altro canto le startup sono nell’immaginario
collettivo le nuove imprese dei giovani nerd, cioè
dei giovani appassionati e dotati di talento nelle
informatica e nelle tecnologie dell'informazione,
che sognano di creare le nuove Facebook o Google.
Ed è vero! Inoltre le startup sono aiutate da
politiche fiscali e di politica industriale perché sono
l’unico strumento utile a creare posti di lavoro.
[Negli USA le startup, aziende con meno di
cinque anni, creano ogni anno 3 milioni di posti
di lavoro mentre le vecchie aziende perdono
ogni anno 1 milione di posti.]
Ma in realtà aziende consolidate e startup hanno
ormai un rapporto virtuoso. Nelle imprese dove
abitudini e tradizioni hanno oramai sclerotizzato
processi e organizzazione è necessario portare
all’esterno tutta l’attività di Ricerca e Sviluppo: sia
la fase di ricerca pura sia l’attività di
ingegnerizzazione e di lancio sul mercato. Ed è
questo il rapporto tra imprese e startup. Le imprese
devono selezionare le startup in linea con il loro
business, fornire alle stesse un ambiente fisico e un
minimo supporto economico per consentirne la
crescita ma poi lasciare libero e senza vincoli il
nuovo imprenditore di creare e gestire la nuova
realtà con processi snelli e flessibili. Solo una volta
che la startup avrà una presenza consolidata sul
mercato si potrà valutare se e come integrarla
nell’azienda preesistente importando innovazione
e nuovi modelli di business.
Luigi Riva è Presidente Strategic Management
Partners