Noi e l`ambiente per un verde pulito

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Noi e l`ambiente per un verde pulito
NOI & L’AMBIENTE
PER UN VERDE PULITO
COMUNE DI
MARTINENGO
Assessorato all’Ecologia e Ambiente
www.comune.martinengo.bg.it
NOI E L’AMBIENTE,
SUGGERIMENTI PER STRINGERE NUOVI LEGAMI
A cura di Elena Serughetti e Gabriele Rinaldi
Orto Botanico di Bergamo ‘Lorenzo Rota’
Passeggiare in un parco, fare un giro in bicicletta per le strade di
campagna, godere del sole e della morbidezza dell’erba in un prato,
soffermarsi con i figli, i nipotini, la persona amica ad ammirare
il volo degli animali, il lavorio incessante degli insetti sociali, il
guizzo delle lucertole sui muri, annusare l’aria che sa di tiglio, di
robinia, di erba tagliata...
E poi leggere un libro all’ombra
fresca di un albero, fotografare
gli scorci del proprio giardino o
del boschetto che cambiano al
mutare della luce e delle stagioni.
O ancora, organizzare un picnic con gli amici, camminare a
piedi nudi sull’erba, rotolarsi e
fare capriole, piantare dei semi,
raccogliere le erbe, i frutti, le
foglie, coltivare un terrazzo,
fare l’orto.
Il nostro rapporto fisico, estetico, sensoriale, giocoso con gli
organismi vegetali e il loro habitat è ricco e profondo. Ogni
giorno stabiliamo legami con la natura che ci circonda, anche se
spesso non ne siamo consapevoli.
L’ambiente naturale arricchisce e dà sapore alla nostra vita, è come
una casa, in cui la qualità della vita dipende dalla qualità dei rapporti.
È bello uscire, stare all’aria aperta, prenderci cura di un organismo
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vegetale o di uno spazio verde che, per quanto piccolo, ci mette in
contatto con la natura.
Nelle prossime pagine scopriremo con l’Orto Botanico di Bergamo
alcuni semplici comportamenti.
La biodiversità vicino a noi:
un tesoro a nostra disposizione, tutto da scoprire
Un buon modo per partecipare alla conservazione della biodiversità
è quello di viverla, circondandosene, stabilendo dei legami affettivi
e di conoscenza.
ESPLORIAMOLA!
L’esplorazione è uno dei comportamenti consigliati. Siamo
circondati da una nutrita varietà di organismi, di forme viventi e di
ecosistemi, condividiamo lo spazio con loro, sono nostri compagni
di vita, perché ignorarli?
Dedichiamo un giorno o anche solo un’ora della nostra vita a questo
gioco: a partire dal cancello di casa appuntiamo, schizziamo su un
foglio le osservazioni riferite ad animali, piante incontrate, suoni
ascoltati, indichiamo i luoghi, disegniamo noi stessi e chi ci è vicino.
Non ha importanza se non conosciamo i nomi o se i gli schizzi ci
sembrano orribili. Poi appendiamo i fogli per qualche giorno in casa,
in cucina, su un mobile. Se scatta la voglia di ripetere l’esperienza,
il gioco è fatto.
Col tempo possiamo scoprire per nostro conto chi mangia chi, le
piante più veloci nel crescere, le più attrattive per le farfalle, le più
profumate e le più puzzolenti, quelle che vorremmo sempre avere
vicino a noi. C’è chi tra noi ha scoperto che non potrebbe vivere
senza vedere quotidianamente qualcosa di verde e vivo.
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Piante nostre
Ogni specie è il meraviglioso risultato dell’evoluzione, delle
profonde e complesse interrelazioni esistenti fra gli esseri
viventi, e tra questi e l’ambiente fisico dell’ecosistema.
Nelle campagne, sulle colline e le montagne della Bergamasca
vive una flora varia, anche di pregio, ricca di 3.500 entità
tassonomiche, comprese le specie esotiche avventizie o
naturalizzate. Non è necessario conoscerle tutte per apprezzarle
e contribuire a proteggerle, è sufficiente conservare gli habitat
e cercare le migliori forme di convivenza, come accade con
le persone.
CIRCONDIAMOCENE!
Far crescere piante autoctone anche nei giardini privati e nelle aree
pubbliche è una scelta intelligente e utile: sono piante ben adattate
alle condizioni locali, richiedono poca manutenzione e sono
importanti tasselli di corridoi ecologici.
Nel territorio di Martinengo sono presenti l’ontano nero, l’acero
campestre, l’orniello, il carpino bianco, la farnia, il biancospino,
il bagolaro, il tiglio, l’olmo campestre, il nocciolo, il ciliegio
selvatico..., tutte specie con qualità ornamentali. Questo non
significa che non si debbano usare le altre specie che hanno fioriture
affascinanti, le varietà colturali selezionate per la bellezza dei colori
e delle forme, ma possiamo scoprire che anche autoctono è bello!
Poche siepi da recinzione battono in bellezza quella mista di carpino,
acero campestre e biancospino potata almeno tre volte l’anno. I
roccoli e l’ars topiaria insegnano.
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APPREZZIAMOLA!
I filari e le siepi campestri tra i coltivi, lungo i fossati e le strade
trasformano le nostre zone naturalmente piatte in parchi verdeggianti
che appagano la vista, le arricchiscano di forme viventi, offrono
ombra, legname, riparo dal vento forte per le coltivazioni.
Le bordure tra un campo e
l’altro offrono spazi vitali per
uccelli e altri animali in grado
di predare insetti nocivi per
le coltivazioni. Consentono
catene alimentari più articolate
e stabili rispetto a quelle troppo
semplificate delle aree occupate
solo da campi coltivati.
Quanti chilometri di siepi campestri sono rimasti a Martinengo?
Quanti ne mancano? Quali sono le più antiche? Chi sono le persone
amiche delle siepi campestri? Puoi esserlo anche tu?
Il giardino sostenibile: buone pratiche in armonia
Chi possiede un giardino, un orto o altro spazio verde, grande o
piccolo che sia, può sentirsi in maggiore armonia con l’ambiente
naturale e al contempo con se stesso mettendo in pratica alcuni
semplici accorgimenti. L’Orto Botanico di Bergamo li ha già adottati
e sperimentati con soddisfazione.
Scopri e adotta anche tu l’orto sinergico
È un modo di coltivare l’orto domestico sperimentato con successo
in varie parti del mondo che riduce gli interventi, le ore di lavoro e
gli apporti di materiali, privilegia i meccanismi stessi della natura e
pone al centro dell’attenzione il rispetto della vitalità del suolo.
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Vediamolo brevemente attraverso l’applicazione di alcuni consigli
pratici.
1° Pacciamare, pacciamare, pacciamare
Per trattenere acqua nel terreno e ridurre l’evaporazione,
possiamo ricorrere alla pacciamatura, pratica antichissima molto
vantaggiosa.
Il terreno viene ricoperto
(minimo 10 cm) con materiali
organici a scelta tra paglia,
foglie secche, pula di riso, fieno,
erba di sfalcio, corteccia di
pino sminuzzata o altro (evitare
la segatura, nel decomporsi
impoverisce il suolo di azoto).
Questi permettono di ridurre gli sbalzi termici, mantengono una
temperatura del terreno più elevata nei mesi freddi e riducono
il bisogno di annaffiature nei mesi caldi, conservano il terreno
umido e ricco di vita, limitano moltissimo nel tempo la crescita di
infestanti riducendo drasticamente le ore dedicate a strappare le
erbe indesiderate!
2° Non lasciare suolo libero
La prima volta che prepari il terreno, vanga, mescola compost e
letame maturo (vecchio di almeno un anno) e poi pacciama.
Coltiva molte piante diverse sulla stessa superficie (guarda in un
prato polifitico cosa succede!), non estirparle ma tagliale alla base
quando sono da raccogliere (le radici nel decomporsi arricchiscono
la struttura del terreno, favoriscono la flora, la fauna del terreno e
le piante che verranno messe a dimora succcessivamente), muovi
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il terreno solo dove aggiungi le piantine da far crescere, studia le
consociazioni, varia molto le colture, non usare pesticidi. Negli
anni successivi non vangare, il sistema una volta stabilizzato si può
mantenere produttivo per molto tempo, anche senza l’aggiunta di
ammendanti.
Un’altra innovazione è la coltivazione in cassone, vale a dire in un
ampio contenitore alto 60-90 cm, in grado di rendere ancora più
comoda la coltivazione dell’orto sinergico, perché non ci si deve
piegare molto per le operazioni ordinarie.
Molti orti sinergici assumono l’aspetto di bordure ornamentali, ben
più interessanti esteticamente dei plotoncini di verdure!
3° Risparmiare l’acqua si può
Per i nostri spazi verdi l’ideale è utilizzare acqua piovana, gratuita
e a disposizione di tutti. L’acqua potabile è preziosa e costosa,
clorata: lasciamola solo per il consumo umano.
Bastano uno o più contenitori (cisterne, bidoni, vasche) da tenere
all’ombra, oppure interrati, ermetici o coperti con rete o tessuti
che impediscano alle zanzare di deporre le uova. Si trovano in
commercio molti modelli di costo contenuto, nuovi o rigenerati.
Alcuni orticoltori utilizzano l’acqua dei laghetti artificiali
naturaliformi belli da vedere, con qualche pesce che si nutre delle
larve di zanzara e piante acquatiche autoctone.
L’acqua, “l’oro del terzo millennio”, è presente su gran
parte del pianeta, ma solo una minima parte è disponibile
per l’Uomo: meno dell’1% del totale. L’acqua è vita, il suo
consumo è crescente e dispendioso. Dipende da noi farne un
buon uso!
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Si può risparmiare anche il 50% di acqua con un impianto sotto la
pacciamatura, eventualmente a goccia a goccia. In questo modo
si fornisce acqua direttamente alle radici, là dove serve, senza
disperderla, come avviene invece con gli spruzzatori. L’annaffiatura
può avvenire in qualsiasi momento della giornata, e non solo nelle
ore più fresche al mattino presto o alla sera, come è consigliato
quando il sistema di irrigazione è di tipo tradizionale.
4° Compostare, compostare, compostare
Gli scarti organici vegetali della cucina come frutta e verdura (evitare
carne e formaggio, molto attrattivi per i topi!), erba sfalciata, residui
fini della potatura, foglie degli alberi e altro, possono fornire un
eccellente fertilizzante, naturale ed economico. Evitando l’uso
di concimi chimici, non inquineremo la falda e otterremo prodotti
buoni e salutari.
Produrre il compost è semplice, ecco
alcune indicazioni: individuare uno
spazio non troppo soleggiato dove
posizionare il contenitore (fai-da-te
economico con legno o rete metallica,
oppure standard) o dove fare il cumulo
direttamente sul terreno; stratificare
i materiali accumulati alternandoli;
intercalare qualche badilata di terra; mantenere il compost
umido, ma evitare i ristagni d’acqua; se possibile, rivoltare
di tanto in tanto; favorire l’aerazione per aiutare l’azione
di batteri e fauna del suolo, lombrichi in primo luogo.
Osserveremo il nostro deposito trasformarsi nel giro di qualche
mese, arricchirsi di vita, aumentare di temperatura e poi restituirci
un materiale inodore, soffice e ricco di sostanze nutritive utili alle
nostre piante.
Il compost può dare molte soddisfazione a chi lo fa.
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5. Lottare biologicamente
Il ricorso massiccio ai fitofarmaci inquina le falde acquifere ed è
pericoloso per noi. La natura ha già dei rimedi efficaci e noi possiamo
disporne nei nostri spazi verdi: coccinelle, crisope, nematodi,
lucciole, batteri selezionati (e loro derivati) e altri organismi utili
possono tener lontani afidi, acari, cocciniglie, tripidi, limacce e
altri animali indesiderati. Si può ricorrere anche all’infuso di ortica,
all’olio di neem (Azadirachta indica, un albero indiano) e ad altri
rimedi semplici.
Contro le lumache, anziché usare la metaldeide, che inquina e
avvelena ogni organismo della catena alimentare (cani e gatti
compresi), è di gran lunga preferibile il fosfato ferrico, oppure la
cenere di legna (utilissima anche contro la cavolaia). Se l’orto è
piccolo, non escludiamo a priori la raccolta diretta: a volte basta giusto
un pò di pazienza in più e, studiando le abitudini dell’antagonista, si
interviene senza inquinare il mondo.
Molti prodotti si trovano ormai facilmente in commercio già pronti
all’uso e anche acquistare animali o derivati batterici antagonisti
non è più così difficile. Chiedi ai rivenditori di procurarti rimedi
consentiti dall’agricoltura biologica per i problemi di orto e
giardino.
Quando questi piccoli accorgimenti diventano delle buone
abitudini, rendiamo il nostro giardino non solo uno spazio bello e
funzionale, ma anche un luogo in cui ogni angolo riflette equilibrio
e armonia.
Prendersi cura di un giardino o di un orto in maniera sostenibile,
oltre a restituirci prodotti sani, ci permette di entrare profondamente
in contatto con la natura, riscoprendo la parte più spontanea di noi.
Mentre ci prendiamo cura del nostro orto o giardino, stiamo in realtà
prendendoci cura anche di noi stessi.
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MENO RIFIUTI?... SI PUÒ
A cura di Andrea Nani - Cooperativa ‘La Ringhiera’
Gli imballaggi costituiscono la maggior parte dei rifiuti che quotidianamente
produciamo. Come consumatori con un minimo di attenzione quando
andiamo a fare la spesa, possiamo con piccole azioni quotidiane, spingere
l’industria a ridurre la quantità di imballaggi che vengono immesse sul
mercato, orientando i nostri consumi sui prodotti che hanno a parità di
prezzo e qualità, una minore quantità di materiale di imballaggio.
Ecco di seguito un elenco di alcune azioni concrete che ciascuno di noi può
attuare, non è certo un elenco esaustivo e ognuno può trovarne delle altre.
- Quando andiamo a fare la spesa, usiamo borse di tessuto o juta che
durano a lungo anziché quelle di plastica, riutilizziamo più volte le borse
della spesa di plastica che già abbiamo in casa e poi passiamo alle borse
di stoffa.
- L’acqua potabile dei nostri rubinetti è di ottima qualità, ma se utilizziamo
l’acqua minerale privilegiamo quella nelle bottiglie di vetro col vuoto a
rendere. In questo modo non finiscono nei rifiuti gran parte delle bottiglie
di plastica.
- Acquistiamo frutta e verdura sfuse, in sacchetti di carta o cassette di
legno evitando le confezioni con cellophane o vaschette plastiche di varia
natura, o altri imballaggi del tutto superflui.
- Acquistiamo carne salumi e formaggi al banco e tagliati e affettati al
momento, ed evitiamo quelli confezionati in vaschette di varia natura.
- Acquistiamo il pane sfuso, riutilizzando magari il sacchetto di carta del
giorno prima, ed evitiamo il pane confezionato con la plastica.
- In genere privilegiamo le confezioni dei prodotti alimentari più grandi
in formato famiglia (e non quelle monodose tipo le bustine di zucchero da
pochi grammi o le marmellate monodose) in sacchetti leggeri o barattoli
di vetro, senza ulteriori materiali di imballaggio.
- Usiamo le saponette imballate nella carta piuttosto che i saponi liquidi,
in flaconi di plastica.
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- Per alcuni tipi di prodotti sono in commercio le ricariche (refil), in
questo modo si riutilizza il contenitore principale e si producono meno
rifiuti. Ci sono ad esempio per alcuni tipi di detersivi, pellicole per uso
alimentare, matite porta mine ed altro, oltre che detersivi di varia natura
concentrati da diluire in casa aggiungendo acqua, hanno un minore
involucro d’imballo.
- Acquistiamo oggetti che a parità di prodotto hanno una minor quantità
di imballaggio come ad esempio i CD nelle campane o con la custodia
slim e non con la custodia più spessa.
- Acquistiamo pile ricaricabili, anche se costano di più possono essere
ricaricate molte volte e quindi alla fine fanno risparmiare e riducono i
rifiuti pericolosi.
- Utilizziamo per le stampanti cartucce e toner rigenerati, realizzati
ricaricando materiali di consumo esauriti. È un altro modo per ridurre i
rifiuti pericolosi
- Evitiamo il più possibile stoviglie usa e getta in plastica, e se proprio le
dobbiamo utilizzare, scegliamo quelle a base di prodotti completamente
biodegradabili che possono essere compostate o raccolte con i rifiuti
organici.
- Per abiti e scarpe dismessi in buono stato, se non conosciamo nessuno
a cui regalarli, nei nostri paesi ci sono appositi cassoni di organizzazioni
umanitarie che li raccolgono per riutilizzarli. Usiamo tali contenitori in
modo corretto inserendovi solo ciò che realmente è ancora utilizzabile.
- Compriamo oggetti imballati con un unico tipo di materiale possibilmente
riciclato, così è più facile fare la raccolta differenziata.
- Per tanti oggetti di uso quotidiano quali elettrodomestici, ombrelli,
mobili ecc. se si rompono, spesso ci sono ancora artigiani in grado di
ripararli; prima di gettarli valutiamo se vale la penna ripararli.
PORTA E RIPORTA LA TUA SPORTA...
E LA NATURA NON SI SPORCA
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I RIFIUTI ABBANDONATI
I cestini porta rifiuti ubicati sul territorio comunale hanno lo scopo di
raccogliere esclusivamente quei rifiuti che sono prodotti da cittadini
che percorrono le strade e le piazze (scontrino della spesa, carta di
brioches o gelati, biglietti dell’autobus, carte di cicche, pacchetti di
sigarette, ecc...); non è assolutamente consentito smaltirvi i propri
rifiuti domestici, né rifiuti inquinanti o pericolosi (pile esaurite, farmaci
scaduti, ecc.).
I sacchetti dell’immondizia e i rifiuti abbandonati, soprattutto nelle
aree verdi, regalano uno spettacolo poco edificante agli occhi dei
cittadini. Restando abbandonati, spesso per più giorni in luoghi che
diventano quasi delle micro discariche abusive, questi rifiuti, oltre a
rappresentare un problema igienico, non potendo essere smaltiti con il
normale giro di raccolta, causano anche il rallentamento del servizio
ordinario.
I rifiuti abbandonati diventano inoltre facile pasto per animali che,
come i topi di fogna, possono rappresentare un veicolo di malattie.
Per l’utilizzo improprio dei cestini porta rifiuti e per l’abbandono di
rifiuti in genere, la vigente normativa prevede pesanti sanzioni.