RISCHIO FUGA DALL`ITALIA «Auchan e Carrefour scappano se
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RISCHIO FUGA DALL`ITALIA «Auchan e Carrefour scappano se
Estratto da pag. Martedì 21/05/2013 10 Direttore Responsabile Diffusione Testata Maurizio Belpietro 105.127 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. RISCHIO FUGA DALL'ITALIA «Auchan e Carrefour scappano se stangano ancora i consumi» Allarme di Resca (Confimprese): «L'aumento dell'Iva farà calare ancora le vendite, mentre i costi delle aziende saranno gli stessi. Così gli stranieri preferiscono andarsene» (i) 12.873: i collaboratori, T il 98% dei quali è anche azionista 11 : le regioni dove è attiva Auchan (§) L'insegna Auchan è presente in Italia dal 1989 T e costituisce una delle principali realtà I della grande distribuzione___________ ® 57: gli ipermercati, di cui 51 a gestione diretta, T 5 in franchising ed 1 affiliato I NUMERI Auchan (§) L'insegna Auchan è presente in Italia dal 1989 T e costituisce una delle principali realtà I della grande distribuzione___________ ® 57: gli ipermercati, di cui 51 a gestione diretta, T 5 in franchising ed 1 affiliato 11 : le regioni dove è attiva Carrefour ) 19 regioni Auchan (§) L'insegna (i) 12.873: i collaboratori, T il 98% dei quali è anche azionista ) Oltre 23.000 collaboratori Auchan è presente in Italia (S) Formati: 4 ipermercati, T supermercati, prossimità, cash & carry dal 1989 T e costituisce una delle principali realtà I della grande Ripartizione cifra d'affari per formato Dati in % a dicembre 2009 distribuzione___________ ® 57: gli ipermercati, di cui 51 a gesti (8)83 milioni: il numero di scontrini raggiunti I nel 2011 negli ipermercati Auchan______ ne diretta, T 5 in franchising ed 1 affiliato 11 : le regioni dove è attiva Carrefour ) Prossimità 13,6% 19 regioni Auch Cash & Carry e altri 4,8% n (§) L'insegna (i) 12.8 Supermercati 37,4% 3: i collaboratori Ipermercati 44,2% T il 98% dei qua • 3 miliardi il fatturato nel 2011 i è anche azionista ) Oltre 23.000 • 6,82 miliardi di euro: la cifra di affari lorda nel 2009 collaboratori Auchan è presente in Italia (S) Formati: 4 i buonsenso». Parla con la consueta determinazione Mario Resca, presidente di Confimprese, la Confindustria delle catene di distribuzione (96 associati di gran blasone, trecento marchi, Perché parla di buon senso? «Perché, come dimostra l'esperienza recente, gli aumenti dell'Iva fanno scendere i consumi e quindi il gettito fiscale per 10 Stato. Le imprese, a fronte del diradarsi della clientela, sono costrette a :::NINOSUNSERI ••• rallentare gli investimenti. In «Congelare l'aumento dell'Iva queste condizioni alcuni è solo una scelta economica: è stranieri stanno riflettendo sulle ragioni della loro un'operazione di recessione sarà un disastro». • Un dipendente costa U 52% in più rispetto all'Ue. I consumi? Giù del 2,3 MARIO RESCA (Oly) Si parla di noi Acni si riferisce? «Auchan sta vendendo dodici ipermercati. Secondo voci insistenti Carrefour vorrebbe ridimensionarsi se non addirittura abbandonare l'Italia. Se non si ferma questa spirale tra tasse e Ma perché gli stranieri si vogliono ritirare «Perché il calo dei consumi provocato dagli inasprimenti fiscali diminuisce gli incassi. I costi fissi, a cominciare da quelli del personale o l'energia, sono invece sostanzialmente incomprimibili. Ne soffrono i margini Pag. 1 Estratto da pag. Martedì 21/05/2013 10 Direttore Responsabile Diffusione Testata Maurizio Belpietro 105.127 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. e a nessuno piace lavorare Qualche cifra «Nel mese di marzo l'osservatorio Confimprese Lab-Nielsen non ha registrato aumenti di fatturato tra le imprese del nostro sistema». Con l'aria che tira non è nemmeno un pessimo risultato. «Si sbaglia. Nel settore alimentare e della casa il giro d'affari è calato del 2,1% e le quantità acquistate del 2,3%. Emerge inoltre che il 54% degli italiani compra solo l'essenziale e taglia il superfluo. Per il resto dell'anno, 11 nostro osservatorio prevede un'ulteriore contrazione delle quantità acquistate e una variazione del carrello della spesa. Il nostro Paese ha bisogno di riacquisire competitivita per tornare a crescere e attrarre investimenti esteri». Checosa serve «Una politica esattamente opposta a quella perseguita finora. L'abbiamo già visto con Monti che non funziona». Maestri che sbagliano «In maniera clamorosa. Hanno sottoposto il Paese ad uno sforzo incredibile giocandolo interamente sul fronte delle tasse. Non hanno fatto nulla per lo sviluppo e anche sulle grandi riforme avrei qualcosa da obiettare». Per esempio «Le pare possibile che dopo appena un anno sia già necessario rimettere le mani su entrambe le manovre della Fornero. Tanto pensioni che lavoro. La politica, in questo caso non c'entra visto che la maggioranza di oggi è la stessa di prima. Ci sono criticità tecniche che ora il nuovo governo cercherà di rimediare». Che cosa non vi piace nelle leggi firmate dalla Fornero? «Come Confimprese avevamo già segnalato l'anno scorso durante il dibattito parlamentare le cose che non andavano. Proprio quelle su cui adesso il governo pensa di intervenire. Penso all'eliminazione dei sessanta giorni di intervallo del contratto maggiore flessibilità in entrata. Bene anche la riduzione del cuneo fiscale: per i nostri associati un addetto alla vendita ha un costo orario lordo superiore del 51,8% rispetto ad altri Paesi europei a fronte di un costo orario netto E così si torna sempre al problema della tasse. «Fino a quando lo Stato non sarà in grado di eliminare gli sprechi e di riformare la sua amministrazione non ci sarà nulla da fare. Purtroppo i ministri del dicastero che dirigono, conoscono, molto spesso, solo il percor- «Con la flessibilità e le liberalizzazioni. A cominciare dagli orari. Ogni impresa deve aprire e chiudere quando ritiene più opportuno. Adesso, invece, vedo molti assessori che sono tentati di tornare indietro sulle aperture domenicali. A spingerli il sindacalismo più radicale. Dimenticano, però, che ormai la domenica è il giorno con gli incassi maggiori». so che li porta dali scrivania». Un po' apocalittica come previsione, non trova «Ho fatto per tre anni il direttore generale al Ministero del Beni Culturali. Non le dico che cosa ho visto». È passato più di un anno e mezzo. Ce lo può raccontare. «Ho visto sprechi, inefficienze e forme più o meno occulte di corruzione da lasciare sbalorditi. La meritocrazia è una parola di cui, nell'amministrazione pubblica, non si conosce nemmeno il significato. Ho cercato di oppormi e di bonificare il sistema ma le assicuro che è praticamente impossibile. Se non c'è una volontà generale e molta determinazione non si va da Qualche esempio? «Due su tutti. Il Museo di Reggio Calabria destinato a dare una sistemazione più dignitosa ai bronzi di Riace. Doveva essere promo a marzo 2011 in tempo per le celebrazioni dell'Unità di Invece «Invece siamo a maggio 2013, i Bronzi sono ancora dov'erano. Il nuovo Museo non è ancora promo ma nel frattempo, da quello che ho letto, il costo è E poi «Poi il Maxxi di Roma. Anche Torniamo al commercio? «Abbiamo bisogno di grande flessibilità. Nell'Unione Europea a 27 l'Italia è terzultima nell'indice di competitivita Come si recupera il ritardo? a termine oppure alla previsione di incentivi alle imprese che stabilizzano gli apprendisti. Sono modifiche che creano Si parla di noi Pag. 2