Il delfino, il pesce spada e la sirena

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Il delfino, il pesce spada e la sirena
Il delfino, il pesce spada e la sirena
Nella mia opera musicale “La Trabaccara”, in dialetto siciliano, ho immaginato che la
protagonista, una ragazza araba, che vive a Lampedusa, incontra in mezzo al mare un orco, che le
propone, di scegliere il pesce, quello giusto, per salvare ‘u so zitu, tenuto prigioniero nelle
profondità marine, fra un delfino, un pesce spada e una sirena.
La poveretta così ragiona: se scelgo il delfino, posso convincere con il giusto ragionamento l’orco
a rilasciare il mio fidanzato; se scelgo il pesce spada, lo costringo con la forza; se, invece, scelgo
la sirena, lo potrei ammaliare, emozionandolo.
Alla fine sceglie la sirena, che intona un meraviglioso canto; l’orco si commuove e lascia libero ‘u
zitu.
Nella realtà, ciò, ahimè, non accade, perché qualsiasi scelta tu faccia, anche la più indovinata,
alla fine il potere arrogante, sotto le vesti di uno sprezzante politico o di un superbo magistrato
o di un superiore “stronzo”di qualsiasi grado (perché costoro si nascondono dappertutto), non ti
danno mai ragione. E le sentenze che emanano sono il più delle volte inappellabili!
Questi superiori sono inaffondabili, mentre l’Arma affonda fra l’indifferenza generale.
L’ultima notizia, che ho letto, riguarda il candidato Berlusconi che, per recuperare il denaro per
l’abolizione dell’IMU, ha pensato di ridurre del 3% gli stipendi e le pensioni dei pubblici
dipendenti.
Non bastava averci tolto il sistema contributivo, per cui fra qualche anno prenderemo di
pensione il 35% in meno dell’ultimo stipendio; non averci più riconosciuto le cause di servizio;
averci bloccato tutti gli aumenti; averci tenuto senza una vera tutela sindacale; aver creato il
turpe contrasto fra Ufficiali del ruolo normale e quello speciale; aver creato una inutile qualifica
di Luogotenente invece di creare un ruolo di concetto e così via.
L’inganno doveva pur esserci perché dove andava a prendere i soldi costui per restituirci quanto
lo Stato ci ha tolto con l’IMU? Insomma, dobbiamo costantemente tenere il posteriore riparato
da una parete.
Alla fine noi facciamo la fine del pesce spada, che viene fiocinato perché ha un grosso difetto:
ha carni prelibate e la sua spada è fasulla e non gli consente alcuna difesa. Come il popolo che, in
balia totale di questi sciacalli, può essere solo dissanguato.
E se qualcuno si lamenta, viene accusato di essere un sovvertitore, un eversivo, un golpista.
Perché loro stanno sempre dalla parte della ragione. Perché hanno la forza, quella dei militari e
dei poliziotti, che ancora obbediscono a loro. Spero per poco!
Ma i guai per noi Italiani non finiscono qui. Apprendiamo che è stata costituita una Task Force
europea, un battaglione, ben addestrato ed equipaggiato, pronto a intervenire nelle aree di crisi
e nella gestione dei conflitti sociali e di ordine pubblico.
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Insomma, una super polizia europea, chiamata “Eurogendfor”, con personale delle Gendarmerie
(cioè polizie militari) della Francia, Spagna, Portogallo, Olanda, Italia e Romania. Germania e
Inghilterra sono rimaste fuori perché non hanno polizie militari, ma solo civili.
Questa forza costituisce il primo corpo militare europeo, con funzioni di polizia, sotto l’egida
della NATO, dell’ONU e dell’UE.
Il comando di questo Corpo è nella caserma “Chinotto” a Vicenza.
L’idea è nata a seguito del successo, avuto in Bosnia dalle MSU, cioè dalle Unità Multinazionali
Specializzate, create nel 1997 dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
Per la prima volta, l’Italia ha sopravanzato gli altri Stati nella creazione di un reparto speciale,
con compiti straordinari. Diceva bene qualcuno che l’unica cosa che funziona in Italia sono i
Carabinieri!
Però, con il trascorrere degli anni, il soggetto militare ha subito notevoli trasformazioni. Con il
trattato di Velsen, ratificato in Italia nel 2010, l’Eurogendfor non è sottoposto al controllo dei
parlamenti nazionali e nemmeno di quello europeo.
Le decisioni sul suo impiego spettano al CIMIN (Comitato Interministeriale di Alto Livello),
composto dai Ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi interessati.
Il comando operativo spetta ad un generale delle polizie militari dei Paesi sopra indicati, che
cambia ogni 24 mesi.
Il personale dell’Eurogendfor non è sottoposto alla giurisdizione penale del paese in cui opera.
Un vero e proprio esercito che obbedisce a logiche e strutture di potere, che sfuggono al
controllo democratico dei popoli europei.
E le polizie civili stanno a guardare? State tranquilli (si fa per dire). Anche loro sono state
sistemate. Sono state riunite nell’Europol, con gli stessi poteri dell’Eurogendfor.
Non solo. Anche le Procure hanno a livello europeo un referente unico: l’Eurojust.
Alla fine sono i cittadini, che, privi di ogni tutela giuridica, la prendono in saccoccia.
Debbono stare buoni, obbedienti e rispettosi della volontà politica di pochi e delle lobby
finanziarie controllate dalle banche. Potenza del denaro!
Quando si faranno gli Stati Uniti d’Europa, con un vero Parlamento e un Governo Federale che
tutto controlla?
La giovane araba, la Trabaccara, doveva scegliere fra 3 pesci per liberare il suo fidanzato.
I popoli europei debbono solo scegliere il tipo di pesce che li deve fottere. Perché loro non
fottono mai. Sono fottuti.
Ma la colpa è di loro, perché non hanno imparato la regola di Thomas Jefferson, politico
americano, divenuto in seguito Presidente degli Stati Uniti d’America, che ammoniva: “Un po’ di
ribellione di tanto in tanto è una buona cosa”.
E lo sarebbe in Italia e in Europa.
Ma chi accenderà la miccia e dove? Nel Nord o nell’estremo Sud?
Speriamo che sia uno che se ne intende e sappia far scoppiare un incendio, come è accaduto nei
Paesi Nord Africani.
Antonio Pappalardo
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