Casa e mobilia nella Firenze medievale
Transcript
Casa e mobilia nella Firenze medievale
VIAGGIO NELLA STORIA Pierre Antonetti Casa e mobilia nella Firenze medievale STORIA Anche a Firenze, come in tutte le altre città del Medioevo, le case e la mobilia mutavano in relazione alla ricchezza. Che differenza enorme, infatti, tra le case dei poveri e quelle dei ricchi! Per non parlare dell’arredamento: pochi e di una semplicità spartana erano i mobili dei poveri; pregiati, elaborati e finemente decorati, invece, quelli dei ricchi. 1. stoppia: residui di VIAGGIO steli e foglie di una coltura, specialmente di cereali, rimasti sul terreno dopo la mietitura. spartana: conforme ai princìpi di rigida austerità e severità considerati tipici degli spartani antichi. 2. 1 Firenze è simile alle altre città del Medioevo. L’ambiente domestico muta in relazione alla ricchezza. Fra le catapecchie dei poveri e i palazzi degli aristocratici e dei grandi borghesi la differenza è enorme. Mentre questa è minore fra la casa di un artigiano medio e quella di un mercante agiato. Si fa presto a visitare la casa dei poveri. Addossata alla cinta di mura o alle rovine di qualche palazzo feudale, essa si compone, nella maggior parte dei casi, di un’unica stanza che serve, nello stesso tempo, da cucina e da camera da letto. Fatta in mattoni o più spesso in legno, coperta talvolta di stoppia1, costruita sul suolo senza cantine né fondamenta, è facile preda dei frequenti incendi che devastano la città. Ricovero rudimentale, affumicata dal focolare situato al centro dell’unica stanza e mal illuminata dall’apertura della porta o di un’unica finestra, situata su terra battuta, questa casa, nella sua estrema povertà, è ancora preferibile ai seminterrati dei vasti fabbricati o ai retrobottega senz’aria e senza luce di cui si contentano gli operai non qualificati o i domestici... per non parlare dei numerosissimi mendicanti e delle loro tane. Se i poveri si dovevano accontentare di una sola stanza, i ricchi potevano permettersi una vera sala da ricevimento distinta dalla camera da letto. Chiamata sala prima o sala madornale, veniva riservata unicamente agli ospiti di riguardo e ai grandi banchetti. Ma, per lungo tempo, in Italia come altrove, si ricevevano le persone intime nella camera da letto, fosse un principe o un papa, soprattutto durante i lunghi inverni rigidi allorché anche il più ricco appartamento usufruiva solo di un riscaldamento inconsistente. Nelle case dei poveri, dallo spazio limitato, oltre che rari i mobili sono anche semplici nella loro fattura, mentre sono elaborati nei palazzi dei ricchi. Nella cucina dei poveri, che è spessissimo, come si è detto, l’unica stanza, la mobilia è spesso costituita dalla sola tavola, talvolta fatta da un asse poggiato su dei cavalletti e che viene tolta alla fine dei pasti. Le sedie hanno la stessa semplicità spartana2; sono piuttosto sgabelli o anche tavole senza schienale appoggiate su cavalletti o con assi verticali. Rosetta Zordan, Il Narratore, Fabbri Editori © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education VIAGGIO 3. biasimata: critica- VIAGGIO STORIA ta, disapprovata. 4. predella: largo gra- dino di legno che fa da base a un mobile. 5. capoletto: drappo che si appendeva a capo del letto. NELLA STORIA Di contro, i ricchi dispongono di belle tavole in quercia massiccia, talora finemente lavorate, e di sedie con schienale, con i piedi ad x che sono tutt’oggi in uso a Firenze. Quando c’erano molte persone ci si sedeva su cassoni, che per l’occasione venivano ricoperti, secondo l’importanza dell’ospite e il tenore di vita del padrone di casa, di stoffe, di tappeti, di pellicce o anche di cuscini, estrema raffinatezza, biasimata3 dai predicatori. Per mangiare, ci si serviva di piatti che, semplici scodelle in legno nelle famiglie povere, erano, presso le famiglie benestanti, veri e propri piatti in terracotta, talvolta decorati da motivi floreali o da animali. I ricchi disponevano anche di piatti, bicchieri e brocche in argento lavorato, qualche volta dal fondo smaltato; cucchiai, forchette e coltelli in avorio finemente intarsiati. E, raffinatezza che si diffuse solo molto più tardi in Francia, il tovagliolo individuale era già ampiamente usato almeno nelle classi più agiate; fra i poveri invece si continuò per molto tempo a pulirsi le mani o con il proprio fazzoletto o con la tovaglia. I ricchi apprezzavano, anche, le tovaglie finemente lavorate riservate per i banchetti in occasione delle feste o per gli ospiti di riguardo. Nondimeno, restò per diverso tempo fra i poveri l’abitudine di mangiare in due in una medesima scodella. Ma la buona educazione esigeva che, prima o dopo il pasto, ci si lavasse le mani. Ma è nella camera da letto che le differenze sociali sono più evidenti. I più poveri dormono direttamente in terra su cui stendono un sacco, un panno o una rozza coperta; i meno poveri dormono invece su sacchi imbottiti di foglie di mais o di paglia, poggiati direttamente in terra o su delle tavole di legno. E si dorme completamente vestiti o quasi, così come è stato in uso nelle nostre campagne sino a tempi abbastanza recenti. I borghesi e gli aristocratici dormono, invece, in veri e propri letti, su materassi di crine, in lenzuola fini, sotto coperte e piumini. Il letto è posto su una bassa predella4, contornato da cassepanche che formano un tutt’uno con il telaio, sormontato da un baldacchino e chiuso da tendaggi. Alla testata, il capoletto5, era spesso di stoffa pregiata riccamente ricamata o dipinta. Al muro tendaggi, tappezzerie, stoffe, immagini sacre. È in questa stanza che le signore si truccano servendosi di piccoli mobili con specchi finemente incorniciati o adoperando specchi a mano in avorio elegantemente intarsiato. Qua e là qualche cassapanca per vestiti, un baule solitamente ferrato per oggetti preziosi e carte di famiglia, un armadio per vestiti o armi (la parola «armadio» indicava originariamente il posto in cui custodire le armi) che poteva essere sistemato nello spessore del muro e chiuso semplicemente con un tendaggio. (da «Medioevo», De Agostini-Rizzoli periodici, Milano, ottobre 1999, rid. e adatt.) 2 Rosetta Zordan, Il Narratore, Fabbri Editori © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education