Quotidiano Immobiliare

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Quotidiano Immobiliare
SITO WEB: http://www.linkiesta.it/
INFO: giornale digitale indipendente
DATA: 21/09/2016
Sofferenze, le banche possono venderle anche senza
dissanguarsi
Parla Riccardo Serrini, ad di Prelios Credit Servicing, la società che ha lavorato alla prima
Gacs italiana: «Nelle banche mancano le informazioni sui crediti, che permettono di
aumentarne moltissimo il valore. Con i dati e la garanzia statale il prezzo a Bari è salito al 31%
del valore lordo»
di Fabrizio Patti
C’è un punto chiave emerso dall’Npl Meeting di Venezia, organizzato da Banca Ifis e dedicato al
problema delle sofferenze bancarie. Un punto quasi sbalorditivo: nonostante si parli da anni di crisi del
nostro sistema bancario, i nostri istituti di credito ancora oggi, anno 2016 non hanno trovato il modo, il
tempo, le risorse, per sistematizzare i propri crediti. Si ritrovano con file scarni o faldoni di carta nei
sotterranei. Il risultato? Un prezzo che viene tagliato in maniera brutale. Gran parte della discesa
vertiginosa dei titoli azionari delle banche deriva proprio dal taglio del valore negli Npl che fu assegnato alle
quattro banche popolari del Centro Italia (Etruria, Marche, Ferrara, Chieti) lo scorso novembre, quando
furono messe in risoluzione. Nessun investitore ha più creduto che il valore a cui le sofferenze sono state
accantonate nei bilanci delle varie banche fosse realistico: il 35-40%, contro il misero 22% delle quattro
popolari - ed era pure una rettifica al rialzo rispetto al 17 e rotti suggerito o imposto dalla Direzione
generale Concorrenza della Commissione europea, come ha ricordato a Venezia Claudio Corsini, presidente
della bad bank delle quattro popolari.
Eppure, un caso recente sta dimostrando che quando le ricognizioni vengono fatte e quando vengono
attivate le garanzie pubbliche (Gacs) che l’Italia ha ottenuto dall’Unione europea (come contentino dopo il
divieto a una bad bank di sistema), il valore sale nettamente. Alla Popolare di Bari, la prima banca in Italia a
far ricorso alla Gacs, il prezzo ottenuto è stato pari al 31 per cento. Sono state smaltiti Npl da un valore
lordo di 500 milioni, a un prezzo di 150 milioni (il 31%, appunto). Una percentuale che non è troppo
distante dal 33% a cui Atlante (fondo privato ma creato su spinta pubblica e con al suo interno la Cassa
Depositi e Prestiti) dovrebbe acquistare la tranche senior della cartolarizzazione delle sofferenze di Monte
dei Paschi di Siena.
Come si è arrivati, dunque, al 31% di Bari? Lo abbiamo chiesto a Riccardo Serrini, amministratore
delegato di Prelios Credit Servicing, la società che per la Popolare di Bari ha svolto il compito di fare una
ricognizione e classificazione dei crediti deteriorati. Il lavoro è durato nove mesi e si è concluso in agosto,
tre mesi dopo le prime previsioni. La risposta è duplice: in primo luogo il valore è derivato dal fatto che, dei
150 milioni di euro di valore recuperabile dei crediti, l’84,5% è formato dalla tranche “senior”. Ossia da titoli
classificati come “investment grade” dalle agenzie di rating (nel caso specifico Moody’s e Dbrs). Ossia di
buona qualità. In secondo luogo dalla garanzia che mette lo Stato proprio sulla tranche senior, su cui si ha
un rendimento limitato: il valore dell’Euribor a tre mesi più 50 punti base, oltre all’1% del costo della
garanzia da girare allo Stato.
«Se vai sul mercato senza questi due passaggi il prezzo è quello delle quattro popolari, 21-22% - dice
Serrini -. A Bari invece il prezzo si alza perché non hai un compratore avvoltoio che vuole il 20% di
rendimento all’anno». I fondi di investimento specializzati in crediti deteriorati si finanziano al 20% circa e
quella cifra devono recuperare. Gli altri investitori istituzionali, come i fondi pensioni, sono tenuti ad avere
dei profili più prudenti e possono investire generalmente solo su prodotti finanziari con alto rating, come la
tranche senior della Gacs. Dato che si finanziano a tassi inferiori, possono richiedere rendimenti più bassi. I
fondi più aggressivi dovrebbero concentrarsi sulla tranche junior, che a Bari avrà rendimenti appunto tra il
15 e il 20 per cento.
Per questo, maggiore è la parte coperta da “investment grade”, maggiore è la possibilità di vendere a un
prezzo alto. «Per avere un livello alto di advanced rating - spiega Serrini - devi avere un servicer che abbia
ottime curve di recupero e che sia indipendente e vigilato da Banca d’Italia. Dev’essere un soggetto che le
agenzie di rating vanno a visitare e deve avere una storia credibile». Nel caso della Popolare di Bari,
aggiunge, le agenzie di rating non si sono limitate ad analizzare le posizioni correnti, ma ben 21mila
posizioni chiuse negli ultimi cinque anni.
Nell’Npl Meeting, come ricordato anche da Giovanni Bossi di Banca Ifis a Linkiesta, gli investitori si sono
mostrati ancora molto attendisti. Ciononostante, l’ad di Prelios Credit Servicing è convinto che siamo di
fronte a una svolta: «Il mondo bancario visti i risultati di Bari sta andando nella direzione di andare verso
una operazione pubblica - commenta -. Oggi chi non fa una Gacs distrugge il valore della banca». A fare
ricorso a una Gacs stanno pensando sia Carige sia Unicredit. Di certo c’è quella che sarà allestita per Mps,
dove il credito senior rappresenterà 6 dei 9 miliardi di valore netto dei crediti (considerando una
valutazione al 33% dei 27 miliardi di valore lordo da smaltire). A Siena come master servicer è stato scelto il
Credito Fondiario (Fonspa).
Una delle resistenze delle banche è la complessità delle operazioni necessarie per mettere in piedi il
meccanismo della Gacs e il tempo. «Ma con l’esperienza che abbiamo accumulato, possiamo scendere da
nove a tre mesi per una valutazione - dice Serrini -. Anche per una grande banca possono bastare un paio
di mesi. Certo, i tempi si allungano quando ci sono tanti documenti cartacei». Mettere tutti i crediti in fila
in un file non è che il primo passo, spiega l’operatore. Per determinare il prezzo di un credito con un
immobile a garanzia (cosiddetto “secured”) bisogna aggiungere varie informazioni: dove si trova l’edificio,
quanto tempo serve per finire lo sviluppo immobiliare, qual è lo stato di salute del mercato immobiliare
della zona di vendita, chi sono i potenziali acquirenti e così via. «La gente confonde spesso il mondo degli
Npl», dice l’ad di Prelios Credit Servicing. «Pensa che siano tutti uguali. Non è così. Anche nel mondo
“secured” abbiamo fatto trade dal 5% all’85% del prezzo. Il prezzo dipende dal sottostante: se non conosci
il sottostante, non sai se puoi venderlo bene. E l’agenzia di rating dove non ha informazioni taglia».
C’è un ultimo aspetto che Serrini vede positivamente: qualche miglioramento nella burocrazia. «L’aiuto
statale con la Gacs, la semplificazione e velocizzazione delle procedure e il processo telematico sono tre
basi che hanno permesso di ridurre i tempi di riscossione» commenta. Tra le procedure migliorata vengono
citate la possibilità di far scendere la base d’asta in maniera più consistente dalla prima seduta; la
sostituzione per giusta causa del curatore che in due anni non liquida gli attivi; il fatto che il valutatore
nominato dal tribunale venga pagato in percentuale sul prezzo di vendita e e non più sul prezzo da lui
stimato. Ci sono anche dei risultati tangibili: «Nel primo trimestre di quest’anno, a quel che ci dicono le
banche e i servicer, è emerso che più o meno il 25% delle aste si sono concluse con la vendita. L’anno
scorso era il 14% e due anni fa era l’8 per cento - spiega Serrini -. Spero che il ministero della Giustizia
renda pubbliche il prima possibile queste statistiche: prima rende pubblico che c’è stato un forte
miglioramento nella riduzione delle tempistiche e prima i prezzi sugli Npl saliranno».
Questa accelerazione dei tempi non significa che dall’Italia spariranno i crediti in sofferenza: finché ci
saranno fallimenti i crediti deteriorati rimarranno, casomai spostati dalle banche agli investitori specializzati.
C’è però da aggiungere che dal 2010 le banche stesse hanno dato sempre meno crediti alle imprese e con
più cautela, e che quindi il monte delle sofferenze in prospettiva dovrebbe scendere. In tutti i casi, sarebbe
una magra consolazione, dato che il credit crunch è una delle cause della ripresa sempre più infinitesimale
del Pil italiano.