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Mercoledì 9 Novembre 2016
MF NON PERFORMING LOAN
21
I SISTEMI PER RIDURRE I PASSAGGI DA IN BONIS A DETERIORATI
Npl, come evitare
una nuova valanga
Pagina a cura
di Stefania Peveraro
D
al 2018 il peso dei crediti
in bonis a rischio di caduta
nei deteriorati sarà molto
più gravoso per i bilanci
delle banche rispetto a quanto
accaduto sinora. In alcuni casi
persino doppio. Per questo oggi
è cruciale per gli istituti di credito dotarsi di sistemi in grado
di anticipare questi trend. Se ne
è parlato nei giorni scorsi a un
seminario organizzato a Milano
da Iside e BeBeez. «I regolatori, nazionali ed europei, si sono
espressi in un’ottica di anticipazione e prevenzione delle anomalie, piuttosto che di cura ex post»,
ha detto nel suo intervento Luca
Adinolfi, responsabile controllo crediti e rating attribution di
Bper, aggiungendo che «anche
i nuovi principi contabili sono
stati sviluppati con questo spirito. La vigilanza ha proposto uno
schema in cui i controlli di primo
livello devono dotarsi di indicatori in grado di intercettare subito
il deteriorarsi delle posizioni e i
controlli di secondo livello misurano le performance di questi ultimi». Così, aggiunge Adinolfi, «la
struttura organizzativa può creare
un sistema efficace di prevenzione delle anomalie, limitando il
numero dei passaggi dai crediti
in bonis classificati come stage
1 a quelli classificati come stage
2 e poi a crediti deteriorati (stage
3)». Adinolfi faceva ovviamente
riferimento al passaggio dall’applicazione del principio contabile
Ias 39 all’Ifrs9, che imporrà alle
banche accantonamenti basati
sulle perdite attese e non più su
quelle effettivamente registrate.
In pratica, mentre oggi le perdite
si devono rilevare solo al verificarsi di specifici eventi (impairment test), domani le banche
saranno chiamate ad anticipare
la rilevazione delle perdite ai
primi segnali di deterioramento.
I crediti in bonis, infatti, saranno distinti tra quelli con merito
creditizio stabile rispetto al momento dell’erogazione e quelli
con merito significativamente
peggiorato. Da qui il potenziale
impatto per il settore. Già dal
NON PERFORMING LOAN TREND
N Nel primo semestre 2016 i nuovi crediti deteriorati sono tornati ai livelli pre-crisi, il 3% dei
prestiti totali (Banca d’Italia), proseguendo il recupero iniziato a fine 2015, che a giugno 2016 ha
visto calare la consistenza delle sofferenze nette al
10,4% dei prestiti bancari. Intanto, le banche hanno molto aumentato la copertura dei crediti a rischio, e in base alle ispezioni Bce ancora in corso
si può prevedere che la maggior parte delle grandi
banche proceda a nuovi maxi-accantonamenti nel
2016, per avvicinare il valore di carico a quello di
mercato dei npl. Pertanto il 2017 potrebbe essere l’anno della svolta, soprattutto se andassero in
porto la maxi-cartolarizzazione da 27 miliardi di
euro lordi di Mps e quella, ancora non ufficiale,
da 20 miliardi di UniCredit, che farebbero la differenza ai fini della riduzione dello stock di bad loan
del sistema italiano e darebbero impulso ad altre
operazioni in cantiere. Molte altre iniziative sono
in via di negoziazione, anche grazie alla Gacs,
lo strumento approvato dal governo, che tuttavia
mostra tempi di avvio lunghi e costosi per le banche. Le premesse ci sono, le azioni già intraprese
provano che l’Italia non è a zero. Ma serve più
coraggio. Atlante 2, fondo di sistema per l’acquisto di Npl a un valore facciale più alto dei prezzi
«offerti» dai fondi stranieri, non è ancora partito
per mancanza di sottoscrittori. La soluzione ai
crediti in sofferenza è un mercato efficiente, con
operatori specializzati, special servicer e arranger:
nel 2015 le transazioni in Italia sono raddoppiate
rispetto al 2014, toccando a dicembre 19 miliardi
di euro. Il trend 2016 conferma quello del 2015 e
fa ben sperare per il 2017.
Gianluca Cervello
Primus Capital
da un’azienda potrebbe
2017 le rettifiche saIMPATTO SUGLI ACCANTONAMENTI non essere in linea con
ranno calcolate sia con
Nel passaggio al nuovo principio contabile
quella ritenuta più siil vecchio che con il
gnificativa da parte della
nuovo regime, che poi
IMPRESE
banca che analizza il suo
entrerà definitivamente
+134%
bilancio. Per capirci, una
in vigore l’anno succescosa è calcolare l’ebitda
sivo. Nel suo intervento
sottraendo dai ricavi da
allo stesso convegno,
vendite e prestazioni i
Armando Capone, seconsumi, i costi per sernior global consultant di
+118%
vizio e per godimento di
Experian, ha ricordato
beni di terzi e quelli del
uno studio fatto con il
personale. Altra cosa è
Cerved e anticipato da
includere la voce «altri
MF -Milano Finanza
ricavi». Numeri che da
lo scorso luglio, su un
soli possono cambiare
campione di 45 mila
IAS39
IFRS9
IFRS9
radicalmente lo scenaimprese debitrici per
Scenario base
Scenario stress
rio, anche perché a caun totale di 7 miliardi di
Fonte:
Cerved
Experian
scata possono cambiare
euro di crediti (di cui il
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
altri indicatori come il
70% assistiti da garanzia reale) e 80 mila privati per un in crescita dal +1,1% nel 2016 rapporto tra posizione finanziaria
totale di 9 miliardi di euro. Lo al +1,6% nel 2018), mentre in netta ed ebitda.
studio calcolava che circa il 16% caso di recessione (pil a -0,5% Altro set interessante di variabidei prestiti alle imprese e circa nel 2016, -1% nel 2017 e -0,1% li da analizzare è quello offerto
il 6% di quelli ai privati oggi in nel 2018) l’aumento sarebbe del dall’esame della Centrale dei Ribonis sono da considerare un- 134% per le imprese e del 95% schi di Banca d’Italia. Non il prospetto a disposizione della singoderperforming (cioè in stage 2), per i privati.
secondo la nuova classificazione Detto questo, quali strumenti in- la banca esposta verso l’azienda
Ifrs9: si tratta di crediti con una o dividuano in anticipo un’even- cliente, ma quello che Bankitalia
due rate non pagate o con un’ele- tuale tendenza al peggioramen- fornisce all’azienda che ne faccia
vata probabilità di default. E gli to del merito di credito? I bilanci esplicita richiesta e che include la
effetti sugli accantonamenti sono non bastano. Un sistema in grado sua posizione nei confronti delle
significativi, potrebbero raddop- di analizzare i dati di bilancio, singole banche per singole linee
piare sulle esposizioni in bonis a riclassificandoli in base alle pro- di credito in tempo quasi reale.
medio-lungo termine. Secondo prie esigenze è un buon punto di Un documento, però, che così
l’analisi, le rettifiche collettive partenza. Lo ha mostrato con i come consegnato dall’organo di
sui prestiti a medio-lungo termi- numeri Alessandro Fischetti, Vigilanza è molto complicato da
ne in bonis salirebbero del 118% co-fondatore di Leanus. Ricor- leggere. «Rendersi conto del fatper le imprese e del 62% per i dando per esempio che la riclas- to di essere la banca più esposta
privati nello scenario di base (pil sificazione dell’ebitda utilizzata verso una data azienda può esse-
re cruciale, così come può essere
importante sapere che una certa
azienda ha sconfinato su una
linea, quando in realtà avrebbe
avuto fondi sufficienti presso
un’altra banca per coprire la
propria posizione», spiega Paolo
Pellicciotti di MF Centrale Risk, che ha sviluppato un software
in grado di trasformare in grafici
e tabelle leggibili il mega-file di
Bankitalia. Ma non basta. Oltre
alle variabili puramente finanziarie se ne possono associare altre.
Per esempio la salute finanziaria
dei clienti delle aziende affidate.
Analisi che può essere appaltata
per esempio a una compagnia di
assicurazione crediti, che per definizione garantisce alle imprese
il pagamento delle proprie spettanze in caso di default del cliente
e il monitoraggio della situazione
dei clienti attuali e potenziali. Un
supporto importante nel caso di
apertura di nuovi mercati, soprattutto in Paesi esteri poco conosciuti, come spiega Massimo
Reale, direttore rischi di Euler
Hermes. E si può andare oltre,
per tenere conto dei rischi operativi. Perché, spiega Roberto
Mosca di The White Swan, «se
un’azienda risulta in equilibrio
finanziario, ma non è adeguatamente strutturata per affrontare
situazioni di stress operativo, potrebbe essere messa a rischio la
produzione e addirittura la continuità aziendale. Per questo è importante essere in grado di dare
una valutazione complessiva del
rischio aziendale che tenga conto
degli aspetti operativi, procedurali, di sicurezza e delle variabili
esterne (il cosiddetto enterprise
risk management».
Per le banche più tecnologiche,
poi, il futuro è nei big data. Startup del fintech come Borsa del
Credito li usano come variabili cruciali nell’algoritmo che
profila le imprese richiedenti
prestiti sulle piattaforme web,
pur utilizzando anche le classiche banche dati delle centrali
rischi: «Facebook, TripAdvisor
e altri siti social sono miniere di
informazioni in tempo reale sullo stato di salute delle imprese e
degli imprenditori», ha concluso
il fondatore Antonio Lafiosca.
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