Alla Poesia
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Alla Poesia
Guichigauss [email protected] Alla Poesia Il mio saluto alla Poesia, la donna di dolce armonia, che donò con gli occhi un sorriso, d’infinita soave bellezza, e la luce del bianco viso, alla mia breve giovinezza. Torino, 2000 - 2002 Se fossi poeta scriverei... Indice Maggio 2000 . . . . . . . . . . . . . Sul finire di giugno un sorriso... . . . L’ispirazione . . . . . . . . . . . . . Il sorriso che m’ha rapito . . . . . . Un mercoledı̀ nacque... . . . . . . . . Fra i miei vecchi appunti . . . . . . . Nel labirinto dell’esistenza . . . . . . Sorpresa e dono . . . . . . . . . . . . Poesia d’auguri . . . . . . . . . . . . Una goccia attraversa l’anima . . . . L’estro romantico . . . . . . . . . . . Ascolto i miei passi sull’asfalto . . . Versi segreti . . . . . . . . . . . . . . Serenata . . . . . . . . . . . . . . . . La poesia che tu stessa ispiri . . . . . La domanda che m’ha esiliato . . . . Ho smesso di sognare... . . . . . . . . Ultima lettera di un anonimo . . . . La costellazione di un sorriso . . . . Vorrei che finissero le parole . . . . . Le parole che non dirò mai, forse... . Un campo romano, Catuli Ara . . . . Vorrei due ali per poter volare . . . . “Lei non esiste”, il sogno s’è infranto Aspetta un attimo... grazie . . . . . . Mai più simili lacerazioni . . . . . . Serà mariposa hermosa . . . . . . . L’angoscia di un incubo silente . . . Nasceranno nuovi versi . . . . . . . . 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 3 4 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 Maggio 2000 Vedrai un quadro esposto in vetrina, una volta tolta la brina... uno spettacolo del cielo, l’azzurro e le sue sfumature crean un impalpabile velo. Alla base, varie figure, il profumo del campo verde, che in prospettiva si perde all’orizzonte cosı̀ basso ché sdraiato quel panorama l’artista vide. Col compasso e con la riga s’aiuta. Esclama di gioia, di pace infinita che gli donan l’amor, la vita. Rappresenta i suoi sentimenti, i sogni pieni di sapori e della speranza i momenti sulla tela con i colori. Poiché io non sono capace di disegnare la mia Pace, considero il vocabolario come una ricca tavolozza dove intinger, dietro il sipario, la penna che pian piano abbozza una poesia con la sua trama; cosı̀ come anche si ricama sul pentagramma le note, elaborate in armonia il scivolare sulle gote d’una lagrima, melodia, od il cadere delle gocce come mille e mille docce su quel fiume appena tracciato, dipinto dal cielo, ma ignoto, a dei “tetti rossi” affacciato, un paese che non mi è noto. 2 Sul finire di giugno un sorriso... Se fosse scoccato quel dardo? . Non ho mai staccato lo sguardo dai pensieri che son per lei, vivi per mezzo dei ricordi cosı̀ che in me spesso abita lei. Mi bastano due o tre accordi del silenzio della montagna ed un ruscello che lo bagna per avere l’impulso ch’avvia un qualsiasi ragionamento a concludere nella scia delle immagini, che mie sento, del suo vivere quotidiano, che conoscerei piano piano se lei, Poesia, me lo consentisse; sul finire di giugno un sorriso mi prese il cuore e nulla disse incontro cosı̀ improvviso... E ho pensato solo a te cercando di capire perché cosı̀ tanto mi rintontisco quando capita che t’incontro. È un qualcosa che non capisco e dentro me c’è uno scontro. Mi fa cosı̀ tanto impazzire, non so cosa mi fa sentire e non so neppure chi sia lei, ricordo solo che l’avevo intravista sul cinquantasei, di rivederla non credevo fosse sı̀ presto possibile, un bel sorriso incredibile; esilio dalla terra materna prima ancor che sia visibile l’illusione alla verde lanterna; Ai suoi occhi sono invisibile. 3 L’ispirazione Dall’aria romana: astrazione dovuta alla mia distrazione. Sono stati passi importanti a cui mi sono dedicato. Lavoro su pezzi mancanti di un rompicapo complicato, che risiede nella memoria o meglio dire nella scoria di un bel miraggio in mezzo al mare. Resta solo una roccia dura, che mi parla, cosı̀ mi pare, da lei si spoglia una figura usando martello e scalpello senza il bisogno di un modello. Già s’intravede la natura di una definizione chiara, agevole nella scrittura: Ispirazione, la più rara. Nella botte il vino dormiva, nella giara l’olio d’oliva e da qualche segreta parte viene custodita con zelo l’ispiratrice di quest’arte, parole dipinte sul telo. C’è una donna misteriosa della quale conosco la sosia, che spesso parla di se e di conseguenza di quella diventando un dialogo a tre senza che possa saperlo ella. Tal persona par non esista, della fantasia conquista, però mi rimane una pista che devo seguire col cuore. Qui di seguito d’una svista vi parlerò con mio stupore. 4 La notte di sabato cercai l’Ispirazione. Poi sostai in un punto da cui si vede quasi tutto (occhio! dico “quasi”), ma non la trovai nella sede ed il cuore riempı̀ i vasi, le arterie di affanni fiume travolgendo il freddo acume del mio ragionare più logico forse perché non c’è la luce non la trovo, non sono pratico. Oggi con il sole che scuce l’atmosfera nera profonda parto subito colla sonda però non la trovo ancora. Forse sbaglio. Gli occhi bendati dalla sicurezza che ignora i sentimenti miei versati colle lacrime. Ispirazione, in un sorriso descrizione, mandami un segnale qualunque affinché ti possa trovare; ma niente, son passate cinque lunghe ore, ora dimenticare fantastici versi mi tocca. L’indice sosta sulla bocca: silenzio, fate silenzio... impulso! il sangue mi scorre veloce lo risento tastando il polso mentre nella testa una voce rimbomba: Analizza, controlla, vedrai che poi la nebbia crolla. Un nome, un indizio fittizio che può dir tutto oppure niente, per dar allo strano tizio la parola è conveniente. 5 Ella cosı̀ m’ha riferito: Figura di un volto gradito perché ricorda un’amicizia instaurata da poco tempo, di cui evidenzio l’avarizia e anche “tiranno è il tempo”. Al che con un cursore nero scandaglio il fondo per intero della memoria, bel laghetto, per pescare i momenti esatti dove risiede il viso detto: l’ho trovata... ma siamo matti? Come può esser possibile che questa ragazza civile che da adesso ho ben presente custodisca l’Ispirazione? Il suo discorso è coerente almeno con la sua intenzione?. Di che colore sono i suoi occhi?. Saranno degli azzurri fiocchi o saranno dei quarzi verdi? Avranno il colore dell’ambra o l’infinito, ove ti perdi? Qui quella di sopra, nell’ombra: Aspettiamo il cielo pulito... se non hai ancora ben capito di chi si tratta te lo dico: qui c’è la sorpresa pazzesca, l’Ispirazione, caro amico, della qual magra pesca si trova in ciò che non ricordi. Si trova in ciò che non ricordi... echeggia fra di me più volte, cercando di capir, la frase... e le sospensioni son tolte ormai m’illumina la frase. 6 Adesso che alla soluzione della ricerca Ispirazione sono finalmente arrivato mi chiedo, come ho potuto esser cosı̀ inanimato e cosı̀ cieco, avrei dovuto costruire un rapporto diretto assieme a un dialogo perfetto in ogni concetto con loro, però non averli osservati negli occhi, riservo tesoro, che fossero dimenticati ha contribuito nettamente. Il cuore viveva strettamente. Ci volle una telefonata per scoprire l’unico senso della Ispirazione cercata: questa poesia non ha senso!! Mentre il mondo capitalista andava avanti nella sua lista restavo isolato nel mio con una calma impertinente; oltre al rio dei versi m’avvio: sono libero finalmente!! Si voleva paragonare l’astratto col concreto fare d’una funzione reale ennaria. Si è tentato di parlare della Ispirazione avversaria dal fascino particolare. Lei si svilupperà ancora in nuovi schietti versi d’ora mediante due occhi segregati nell’equazione relativa all’amicizia, onde legati, di colori tutta creativa. 7 Il sorriso che m’ha rapito Il sorriso che m’ha rapito dalla mente non è sparito, come lo conobbi ricordo: era coperto da una sciarpa di un colore senza bordo e portava con sé un’arpa fatta di vocali corde a cui le mie orecchie eran sorde per il frastuono della ressa adunata nel cinquantasei (di spinger non cessa a se stessa). Aspetta... conoscere vorrei la proprietaria, nel suo viso, di questo morbido sorriso, ma non mi lascia articolare un verbo e nemmeno finire: di un sorriso particolare si tratta... e non so definire. C’è un sorriso misterioso che è diventato prezioso perché allevia dalla vita, con lui c’è sempre una poesia dai capelli grano munita e gli occhi nocciola magia. Son quattro strofe a lungo cercate, un tempo dentro di me eran nate e all’ispirazione dedicate, non hanno bisogno di commento anzi fanno da riferimento e questa sera son rinate. Su di un’altra metrica si parte per un viaggio che può sembrar arte, si tratta di un gradevole impatto con la bellezza di colei che offre quel sorriso, senza un po’ si soffre, quel vorrei è adesso contatto. 8 Un mercoledı̀ nacque... Il Sesia sceso dalla montagna, la valle ai piedi di questa bagna. In questa domenica speciale risalta la festa di colori, suoni, profumi e buoni sapori della vostra stagione autunnale. Le note delle campane immagino, e qualche raggio dona fascino ai tetti rossi di Catuli Ara, il paese che include il focolare che, credo, ti vide sbocciare due volte: come la perla rara e poi come la dolce farfalla che si posa lieve sulla spalla. Un mercoledı̀ nacque un vagito, di questo strano mondo impaurito, esplose nel respiro gradito: alla sua vita ha reagito! L’intero k maggior di 20 sia con virgola 9, correnti, dov’è periodica la mantissa: basta d’un secondo un centesimo e si ha un (k + 1) − esimo, che per un anno la parte fissa di un numero reale sarà ed un bel dodici te lo darà; c’è da festeggiare la bellezza della giovinezza (ormai matura per come la intende la natura) e la propria semplice dolcezza. Auguri al sorriso ineffabile: equazione in R impossibile, talvolta anche nel campo complesso. Tenuta segreta da una sciarpa, forse grigia, e la nota di un’arpa che s’abbandona ad un dolce flesso. 9 Fra i miei vecchi appunti Da insolito furore rapito e dall’emozione poi concepito scrivo sui bordi dei miei quaderni ciò che l’ispirazione mi detta in fretta perché non mi aspetta, anche se poi passeranno inverni prima che sugli appunti già vecchi ritrovi quei versi. Fiori secchi, la mano tremante sul bastone, lo sguardo rivolto a quelle pagine, ritorna in me una remota immagine, un sorriso, luce, una canzone. Ecco, sfogliando con attenzione, sotto la curva di una funzione: Dolcezza disarmante, lo ammetto... sei bella! . Respiro, ermo in me resto. Sei davvero un mistero. Mi desto, dolce ricordo di quell’affetto. Ripescando... ecco fra le mie reti: La donna dei miei sogni segreti, con te non parlerò d’amore perché decisa me l’hai vietato, per questo d’incontrar ho evitato i tuoi occhi, anche se con il cuore del tuo sorriso mi rapisci . Eran dentro me discorsi lisci. Lei è troppo per me. N’ero certo. Se più la guardo, più ne ho paura. Quella d’un sentimento che matura, novità a cui non ero aperto, quando fui pronto... subito spento. Di averla vista sono contento, ma negli occhi non poterla guardare ridimensiona ogni mio sussulto. La speranza si perse in un singulto e fui costretto a dimenticare. 10 Nel labirinto dell’esistenza Nel labirinto dell’esistenza costruito con esatta sapienza la casualità mi ha donato un sottil filo per incontrare un sorriso, che inizia ad entrare in me... cosı̀ nel sogno son nato. La fiamma di una candela bianca muove l’ombra di una penna stanca affinché descriva la bellezza degli occhi che mi hanno conquistato, ogni difetto suo sublimato, il gesto del vento è la brezza. S’un foglio è scritta una parola, quella che spesso rimane in gola ogni volta che in me si rinnova lo stupore alla breve presenza della Poesia e della sua essenza. Una parola ch’è sempre nuova! Hai presente la costellazione, quella che nella immaginazione, a forma di bicicletta, sta? La luna, postina universale, tal considerazione risale ai poeti di secoli fa, pedalando su quella graziella percorre una luce lunga e snella per sussurrare agli occhi nocciola della destinataria il profumo delle parole, non solo di fumo, a lei confidate, color viola: Nella memoria di quello che fu conoscerò chi sei stata tu, allora mi renderò conto se il sorriso ineffabile puro, che qui in versi semplici catturo, rappresentò qualcosa per me. 11 Sorpresa e dono S’un campo in discesa verso il fiume, come in passato era mio costume, supino sull’erba; sul mio braccio planando vi atterra una farfalla, ignorandomi tranquilla balla; m’addormento, mi sento uno straccio. Ho bisogno di sognar sereno, poggio la testa sul soave seno della madre terra; mi trasporta via col suo gorgoglio l’acqua fresca fino alla sorgente che innesca sapori magici d’ogni sorta. Dolce figura che mi ristora un istante e lo sguardo la sfiora sulle sue labbra, appenna accennati rosa da un pennello d’artista, del disio d’un bacio regista; si svegliano i colori assonnati. Suole vestirsi d’un silenzioso soave dolce sorriso armonioso, neppure i quaternioni riescono a esprimere con termini propri la bellezza, che man mano scopri, per la mia vita sorpresa e dono. Lei è il canto di una sirena melodia dolce e tanto serena, che non oso adesso disturbare neppure col semplice ascolto, cosı̀ però non ho colto il volto dell’anima dell’antico mare; è come una rosa senza spine, dal lineamento semplice e fine vestita dalla rugiada in gocce, non oso con lo sguardo sfiorarla; quando è qui l’anima non parla, immobile come quelle rocce. 12 Poesia d’auguri Dal balcone parlo con le stelle, che sono luminose donzelle: A voi, che guidate i nostri passi, chiedo se potete descrivere il paese, che suole sentire il Sesia che brontola sui sassi. Dalla torre diroccata e sola con lo sguardo sognator si vola salendo sino al castello antico e giù in picchiata verso quello che fu un campo romano “bello”, poi di Carlo imperator amico. Fissato il sud, nel quarto quadrante c’è un giardin dove son infrante le leggi del cemento, la morsa! Un gatto tenta di arrampicarsi sulla vite da cui son scomparsi segni della primavera scorsa. Fiocco dopo fiocco i tetti rossi s’imbiancan, mentre i rami mossi dei pini di luci si addornano e don... don... suonano le campane mentre tin... tin... le sorelle nane; son giorni che gioie vi donano. Voci di bambini, grida di gioia, il racconto d’una antica storia; l’attesa dei doni per giorni interi e il crescere del trepidare sotto l’albero per pria scartare con gli occhi della bambina, che eri. Una breve via, scende lo sguardo, diventato postino, in ritardo arriva per poter consegnare una lettera, poesia d’auguri per il Natale ed i giorni futuri dell’anno che sta per cominciare. 13 Una goccia attraversa l’anima Una brezza culla gli aquiloni, a piedi nudi, coi pantaloni fin sulle ginocchia ripiegati, mi accolgono le acque trasparenti fredde del Sesia, i miei passi lenti fra i massi dal tempo levigati. Contro i sassi si crean onde e schiume, sono salti tremanti del fiume, ivi immergo le mani per bagnare e rinfrescare il mio volto esausto, senza dissetarmi son rimasto, senza smettere mai di sognare... le mani bagnate, una minaccia, uno spruzzo d’acqua sulla faccia, lei mi risponde con un sorriso, Dispettoso! , e mi spruzza a sua volta, mentre il cuore in silenzio l’ascolta, restando nei miei gesti indeciso. Lei è sorgente di ispirazione, mi parla attraverso l’emozione, sorpresa di un incontro rapito: il sole accarezza i suoi capelli, l’espressione degli occhi suoi belli sonnolenti, mi ritrovo smarrito. Una goccia attraversa l’anima, un pianto espresso in una lacrima perché tutto ricordo diventa, in essa si cela la mia vita, da triste umile poesia scandita, priva di sussulti e poi rallenta come il fiume giunto giù a valle, che indossa un verde azzurro sottil scialle. Nei tuoi occhi si trucca il cielo infinito con i colori dei suoi tramonti e delle sue aurore agli orizzonti, un quadro nel tuo cuor custodito. 14 L’estro romantico Cerco l’estro romantico puro, oggi ad incontrarlo son maturo. Sotto la pioggia di questa sera un’ombra si proietta sul muro figura che al mondo pria non c’era, mi par un simplesso, ne son sicuro, anche nella voce cosı̀ astratta e con la mia una richiesta scatta: Vegliami e vigilami affinché non ti perda col passar degli anni nella realtà, nei suoi inganni e danni e nella trappola dei perché. Ovunque sarò sempre presente, nascosto in mezzo alla gente o al niente, mi vedrai: nel dono d’un fiore giallo o rosso porto alla Poësia, la luce dalla dolce armonia; nei passi principali d’un ballo che la musica lieve trasporta e nell’anima melodia sorta; nell’illusione della speranza; nella sbronza di un amor lontano che mai ti tenderà una mano... eppur senti la dolce fragranza. Sarò lungo l’orizzonte rosso di un tramonto che il cuor t’ha scosso, dove potrai posare sereno assieme all’Ispirazione gli occhi; sarò libero fra i mille fiocchi, fra le righe dell’arcobaleno; nel sorriso della Primavera, quella che ricordi questa sera, anche nel suo morbido profumo. Sono in una scena impossibile in un sogno aperto incredibile già svanito come il grigio fumo. 15 Ascolto i miei passi sull’asfalto Ascolto i miei passi sull’asfalto nel silenzio della luna in smalto, è un sorriso aperto nel cielo, man mano scompare dietro il monte, son gocce di luce all’orizzonte e scende la notte col suo velo, è il giorno che ha chiuso gli occhi. Lontano l’eco di due rintocchi di campane e danzano le stelle con le luci al suon di una chitarra, che i miei sentimenti per te narra, si stringe a sé il cuore ribelle. C’è una valle su cui giace un fiume che tanto le piace il Sesia passa e quella tace. Osservare per un istante quel quadro attraverso la pace di quel sorriso interessante. In un attimo di ampio respiro, in cui in me stesso mi ritiro, il cuore si ferma silenzioso perché la graziosa Primavera suscita in costui emozione vera col suo sorriso misterioso. Nei suoi occhi si rispecchiano il cielo, i campi, privi del velo gelo, le montagne, dove nasce il Sesia, i fior, che coi colori irrompono nella monotonia, e compongono insieme il quadro della sua sosia. Ciao, già lo sai che emozione immensa sento in me quando il cuore ti pensa, grazie perché sei una meraviglia, grazie perché mi doni un sorriso, a cui rispondo un po’ indeciso. Lei è Venere, del Sesia figlia. 16 Versi segreti Ultime gocce accolte da una foglia, dalle nuvole il cielo si spoglia, regna la luna col suo sorriso riportando a un altro nei pensieri visto per soltanto un attimo ieri e poi ecco una voce d’improvviso: Sei quello che... ?. Si, sono quello che.... E spesso mi domando il perché: perché ho atteso quella Poesia, perché ho incrociato quel suo sguardo, perché arrivo sempre in ritardo a comprendere che cosa sia. Lei è per me pura ispirazione, nel parlarle strana sensazione momento che vorrei prolungare indugiando in qualunque discorso mentre della sua figura un sorso ne fan gli occhi: Sei spettacolare!. Può darsi che usi la fantasia, ma bello è cercar la magia: versi segreti d’amor nel cuore, son parole mai scritte, mai dette, ma facilmente vengono lette per l’emozione ed il buon umore nei miei gesti quando lei è presente, mentre il lume spento oppure assente; quando le mie mani cercano le sue come il contatto fra due amanti, ma si rifugian in tasca tremanti al solo sfiorar delle dita sue... ...qui l’anima dal reale si aliena e all’ombra della luna piena, nascosti dagli sguardi delle stelle, il silenzio accarezza le parole: dichiarazione d’amore al Sole... ... poi mi sveglia il freddo sulla pelle. 17 Serenata Nasce Sera serena silenziosa; con un cenno di sorriso si specchia negli occhi tuoi la luna vanitosa; sulle corde d’una chitarra vecchia una nota prova a essere intonata, mentre il Sesia brontolando sonnecchia. Della poesia si è innamorata la musica ed iniziano in coro sotto il tuo balcone una serenata. Un po’ incerto mi unisco a loro, vorrei dichiararti un bel verso d’amore, la tua pura essenza per me ristoro. Vestita del suo preferito colore, complice la notte strizza l’occhio, con le stelle per te disegna un fiore. S’uniscono al coro un grillo e un ranocchio, poi arriva una simpatica cicala, un folletto, alto fino al mio ginocchio, col flauto una melodia ti regala. Un attimo... che non si rompa l’incanto! Il cielo con il suo abito di gala, di Andromeda ricamato il suo manto, si presenta a questa improvvisa festa e sotto le stelle continua il canto; sembra una fiaba, ma qui chi si desta? Mi rispondi con un sorriso bello, silenziosa annuendo NO con la testa. Ce ne andiamo scavalcando il cancello, si è spenta la luce della camera... peccato, ci mancava il ritornello. 18 La poesia che tu stessa ispiri La luce d’un morbido sorriso negli occhi nocciola e nel tuo viso s’accende come il sole all’aurora per poi sbocciare in una danza, salti e passi pieni d’esultanza, coreografia senza dimora. Cosı̀ pel Natale sei già pronta, con puro spirito lo si affronta, emozione che l’anima prende aspettando che torni la neve, nel mentre in un bicchiere si beve l’allegria, che il rosso vin rende. Mondo di favole... ormai lontane che ritornano, ma chi rimane? Un gigante si è addormentato non lontano da qui... è il monte che ti saluta dall’orizzonte coi raggi del sole, appena svegliato, ed ora da dietro il suo ginocchio la luna sorride e strizza l’occhio alla bambina che è in te e sotto voce, come fa il Sesia, un segreto: Attraversando l’Asia arriva la magia per te. Magia sulla scia delle stelle, le renne le sue veloci ancelle, quanti doni! Ma vorrei la Pace... poi dodici tocchi di campana, con la sciarpa e la maglia di lana sul balcone e la notte che tace. Ho vissuto emozioni senza fiato... alla beltà della tua figura, alla purezza della tua anima. Firmato, la poesia che tu stessa ispiri. 19 La domanda che m’ha esiliato Nuoto nel silenzio del vuoto e dentro me forte mi scuoto, una figura nei pensieri, vorrei sognare con le stelle percorrendo nuovi sentieri come consiglia il cuor ribelle. Risacca, il respiro del mare, tranquillo mi lascio incantare, la notte, in attesa del giorno, fischietta una melanconia, la speranza non fa ritorno, svanisce in fretta la magia. Come può finire l’amore, dopo aver promesso col cuore: Per sempre l’anima per te sognando scriverà poesia, sorriso degli occhi per me è ispirazione e magia. Come può finire l’amore, dopo aver sentito il sapore della dolce semplicità della musica che sei tu e visto la complicità che hai coi colori lassù. Come può finire l’amore dopo che il profumo d’un fiore ha dato emozioni alla vita col ricordo di una carezza spesso attesa e poi più gradita, mentre nella vita amarezza. Prendo fiato, respiro il mare, prendo coraggio per parlare solo con me, c’é un rigore, la domanda che m’ha esiliato: Come può finire l’amore se non è neppure iniziato. 20 Ho smesso di sognare... Il dolce respiro di un canto, in silenzio ascoltando il pianto melanconico di un’anima; il vento custodisce il tormento, che non si placca con un lamento d’una limpida rossa lacrima. Il destino mi è contro, che affronto, e non c’è un diretto confronto, per ciò scrivo una lettera in versi all’estro romantico lontano; l’eco delle parole in me arcano, non si scorderanno anche se persi. Caro estro, ho smesso di sognare... non sono capace di regnare nel mondo delle illusioni perse la Poesia è ormai lontana... lontana da me sarà più sana e le mie pene nel pianto immerse. Caro estro, ho smesso di sognare... perché ormai non posso ignorare il fior che appassisce piano piano, i petali secchi non sanno più come accadeva in lor gioventù accarezzar Cuor cosı̀ invano. Caro estro, ho smesso di sognare... la fantasia non vuole bagnare coi suoi colori le mie speranze e le luci delle gocce notturne, che dei miei dolori saranno le urne, accorcian sempre più le distanze. Le mie parole non esistono, vecchie frasi al tempo resistono, sai, non c’è più nulla da dire... dialogo di frasi misurate, mi pare che si siano fermate le emozioni.. ora vorrei morire. 21 Ultima lettera di un anonimo Rimango con un sogno reciso, ultima lettera di un anonimo: mai dimenticherò il sorriso, con l’emozione intensa del cuore e le sensazioni all’improvviso abbandonate in un sogno... stupore... In aria da qui fino alla spiaggia una matita segna un sottil filo su di esso con la bici si viaggia, le braccia aperte a mo’ d’ali, volo! le montagne di colpo ingaggia... ...con qualche verso rimango solo... Seduto su di uno scoglio spoglio lo sguardo là dove inizia il tramonto e nella mia mente un bianco foglio con la penna pronto ad ascoltare ogni sussurro, che va in rigoglio, della fantasia mia e del mare. Con l’anima resto ancora scosso, la luna danza sul mare increspato che presenta un orizzonte rosso, il cielo si accentua verso il blu che un mantello di stelle ha indosso... stella cadente, il desiderio sei tu. Scusa, vivono ancora versi in me scorrono come il fiume in piena cui pura sorgente si trova in te sempre tu l’unica ispirazione che mi detta poesia cara a me, al tuo sorriso grande emozione. Immagine del ricordo tolto da una matita magica, che accenna le morbide linee del tuo volto ogni espressione degli occhi nocciola lo sbocciar del sorriso ha colto... ... mi sono addormentato sul Viola. 22 La costellazione di un sorriso La costellazione di un sorriso, sai, le stelle han già deciso: zittiscono la stella cadente a cui il mio desiderio confidai, mesta:Non si realizzerà mai; oggi la luce risulta assente, ma non è l’unica, lo sono anch’io; il sogno se ne va senza dir addio: si racconta che sia stato un sorriso, affascinante per la sua dolcezza, per l’attimo di soave carezza, a quel contatto brivido impreciso. Dall’ombra s’affaccia un profilo, il destino lo traccia con un filo, che nell’aspetto è ben più bello, auguro a costui miglior sorte nel rendere alla luce la corte. Vorrei... che fosse errore d’un pastello. Leggende bisbigliano da lontano che esiste un frutto divino strano, chi lo mangia non avrà più dolore, che forte sconvolge ogni sentimento, cancellerà poi ogni mio tormento, dovuti alla sofferenza del cuore. Subito, lo vorrei per me cercare, non vedo l’ora di dimenticare! Esilio dalle illusioni vane, è una sensata decisione per non subire la derisione del verso che in me afflitto rimane. Decido, non voglio più quel frutto, che porta all’oblio, ricordi in lutto, solo ora mi accorgo di me stesso e che ogni sentimento vissuto arricchisce l’indole tessuto del mio essere, cosı̀ m’è concesso. 23 Vorrei che finissero le parole Un ultimo desiderio di un sogno e qui d’un vecchio poeta ho bisogno per esprimerlo, ma non trovo alcuno; nube stanca sulla luna s’appoggia, resto sotto le luci della pioggia, solo con me... non è giunto nessuno. Ascolto il cigolio della ruota, che il silenzio dall’aria intorno svuota, la solitudine è qui gradita, dove facevan eco i miei pensieri, che poi percorrono ignoti sentieri sulla soglia della notte infinita. Resto beffato dal mio stesso verso, esiliato, vagabondo e poi perso, ed ora ospite di un lugubre bosco, a voi altri già noto da illustre canto; al telefono rispondo ormai affranto: Son spiacente, ma non ti conosco. Al che percepisco il soave sorriso, che non si scorda cosı̀ d’improvviso, ispirazione che mi donò versi; cosı̀ lei:Quando mi incontri cosa fai? . Poichè il cuore non ti scorderà mai fermo il battito in quei momenti persi . Persi: non so vivere quando c’è lei, mentre fra me e me: Che cretino che sei! e non c’è nessuno che mi smentisce. Se fossi poeta scriverei... Amore, imponendo la rima con dolore, perché la speranza si affievolisce, perché m’illude come sempre suole. Vorrei che finissero le parole cosı̀ da non scrivere più poesia e dimenticare ogni verso scritto per esser libero nel mio tragitto, per non vivere più nella nostalgia. 24 Le parole che non dirò mai, forse... Raggi d’ombra traspirano di giorno, l’eclisse d’un verso che non fa ritorno, dipinto a china del suo gelido eco, il fascino del vuoto lo attira, il bacio della morte l’ha reso cieco, cosı̀ la più bella emozione spira. Potrebbe essere che mi sia perso, brucerà ogni singolo verso e non deve restarne la memoria, il mio presente è già passato non sto cercando la vana gloria, l’orgoglio ne verrebbe calpestato. Ciò che mi rimane è questo onore: Sono un idiota. Senza rancore; mi volto dietro, lascio la vita, grido senza voce la mia rabbia, l’Illusione non m’è stata mai gradita, il suo ritratto era sulla sabbia. Non ho mai capito nulla di poesia, ho vissuto solo di fantasia, adesso voglio dimenticare, la Fonte per sempre prosciugata, il lutto della luna da ascoltare, la mia stella si è addormentata. Non lo so quando rivedrò l’anima vestita di una sola lacrima, cioè senza data e senza loco; Sogno, questa volta non mi freghi! Una promessa che vale poco e non c’è bisogno che mi spieghi. Pensieri effimeri e ineffabili a quelli profondi e spiegabili, non si tratta di riempire un foglio, ma di ascoltare l’Ispirazione, che non è più qui, ne sono spoglio. Ricominciare? Disperazione! 25 Un campo romano, Catuli Ara Catuli Ara, era un campo romano, dalla mia via e da me lontano. Una fagiolata a Carnevale, sóvva maestá al Babacciu e la sóvva fómna, la Plandrascia, in costume la banda musicale. Canto, chiasso, gioia dei bambini, stupefatti quando son vicini i giocolieri d’arte e di strada; scherzi, burle di buffi pagliacci senza lacci e colorati stracci; quel mondo fantastico li aggrada. Verso metà settembre la festa dell’uva, osterie dove si resta in buona simpatica compagnia le taverne o in Piazza o sotto i portici; fuochi d’artificio, luci di vortici, colori, figure e tanta magia. Poi c’è la Fiera di San Martino ricorrenza brindata col vino tradizione a novembre attesa, che arriva da tempi lontani, con i suoi personaggi più strani, il nebbiolo e una buona intesa.... Odori e rumori di mercato, un po’ di tempo va dedicato tra le bancarelle: da un ritratto di natura viva ad indumenti, e da ogni sorta di arredamenti, alle ubriacanti lingue di gatto. Un soffio ed il cielo dipinge il lago, del respiro del bosco m’appago. Dalla collina ogni sensazione: il Sesia scorre solo e tranquillo, nella tua città canta un grillo; mi perdo in qualsiasi direzione. 26 Vorrei due ali per poter volare Il riflesso sul mare tradisce, esausto lo sguardo si smarrisce nel percepire oltre l’orizzonte ho sempre desiderato il volo... geloso del gabbiano sul molo, poi di vedetta sul faro in fronte. Son libero, ad occhi aperti sognare, vorrei due ali per poter volare, sulle mie braccia portarti via verso le magiche sensazioni che la natura offre, le emozioni della lontana terra mia. Lascia che ti trasporti nel ballo della mia fantasia, a cavallo del vento lungo l’oceano blu e sfiorerai la pelle del cielo che con l’alba si trucca con zelo. Un’impennata e si sale su, fino alle nubi rosse arrivare per poi planar radente sul mare lasciando una scia per l’onda d’urto più spediti e più profonda traccia ed il vento mite sulla faccia; confermo, alla realtà un bel furto. Frenare, fermarsi, respirare, ripartire, istinto, accelerare; sorvolare montagne, foreste, mari, deserti, antiche rovine, senza fiato a ogni nuovo confine, il nuovo giorno sei tu... che feste dei colori dell’autunno recente, mi perdo nel tuo sguardo sfuggente, se prendo le tue mani... vertigini, forti emozioni che ho gradito, intensità del verso smarrito, dove sono le sue vere origini. 27 “Lei non esiste”, il sogno s’è infranto Non ci credo... non è possibile, il fatto ha dell’incredibile, eppure ero presente all’incontro, resto ancora sorpreso e perplesso. Di che si tratta? Che è successo? Ero pronto ad un cruciale scontro; pronto a porre fine a questo sogno di cui certo non ho più bisogno, maldicendo che fosse esistito; Non so cosa hai nei pensieri tuoi, perché poi mi cerchi se non mi vuoi? Cosı̀ mi fai male, l’hai capito? . Vorrei che non ci fosse mai... Quando nella mia anima tornerai ti accogerai che ora odio l’amore, sai, cosı̀ starò meglio di prima, rifugio nella più alta cima, e mai più un simile dolore. ma... un dolce singhiozzo mi smentisce, c’è uno ostacolo che non finisce; una lacrima cade sul foglio sconvolta lei ha il bel viso rosso, il cuore mi piange, son commosso, ho messo da parte l’orgoglio. Per lei il sentimento ancora vive o meglio in me forte sopravvive nonostante la rabbia e il dolore. Stai tranquilla, dammi retta, ascolta: ce la farai la prossima volta. Batte cuore ancora in me d’amore. Poi riprendo il mio significato un fazzoletto di carta usato per asciugare il suo soave pianto e poi per sempre buttato via; pronto, convinto di una bugia, Lei non esiste, il sogno s’è infranto. 28 Aspetta un attimo... grazie Il vento bussava alla finestra, sola rimaneva una ginestra... un pezzo di carbone disegna la pioggia che calpesta l’aiuola, che il trucco dagli occhi nocciuola cancella, qui la tempesta regna; le gocce increspano un po’ l’abbozzo sul foglio bianco, un singhiozzo... questo è un momento delicato; mi bagno in questa dolce bufera, dove si perde l’ultima sera e dopo verrò dimenticato. Oltre la siepe un campo di grano, emozione... già mi sento strano, oggi il Sole indossa un cielo azzurro, coi colori svanisce la noia, un sorriso e in me spontanea gioia, disegnate leggere col burro di cacao le labbra sue rose, le colline in fiore di mimose, le nubi arrossate... le sue mani, fra le sue braccia, il lungo orizzonte, il dı̀ s’addormenta e via oltre il monte, più sereno tornerà domani. Più sereno tornerà domani... Ormai siamo sempre più lontani. Comprendere non è stato facile: Grazie per quello che sei per me, perché hai condiviso con me un momento tuo intimo e fragile, perché hai avuto fiducia in me; solo ora sto realizzando che sono stato onorato e fortunato che ti sei rivolto a me, sul serio. Poteva essere un mio desiderio, ciò non l’avevo considerato... 29 Mai più simili lacerazioni Sono fatto di pietra dura, che intorno a sé ha delle mura spesse, fatte di pura paura: D’arrivar ad amar una “cara” e poi perderla in una nube oscura e l’esistenza più amara. Arrivò il maledetto influsso. Perché mi son dato il lusso di cercar di provar amore togliendo del tempo al dovere, di gustar nell’aria il sapore della figura che ha il potere di farmi ubriacar senza vino? Il precipizio era vicino, è già passata la bufera, insieme di forti emozioni, si spacca il dolore che c’era... mai più simil lacerazioni . Ricorda non c’è tempo per questo, il sentimento non fa testo, devi essere come la pietra, devi essere un calcolatore, questa tua vita tutta tetra, non conoscerai mai l’amore. Cosa me ne frega sapere che ti fa piacere vedere quella femminile figura, che ti fa piacere sperare d’incontrarla ancor cosı̀ pura? Tu la devi dimenticare. Rimorso per non aver vissuto il dono che avevo ricevuto. Non ho diritti né doveri ad amare ed essere amato... in questa vita tu non c’eri, ... da chi penso essere pensato. 30 Serà mariposa hermosa Nel silenzio di questa sera pronti per creare una chimera: i bisbigli dell’ombra complice, il fruscio dei passi felpati guidati da una torcia semplice, gli strumenti già accordati s’apparecchiano nel giardino, l’altoparlante sul gradino; si presenta il coro di grilli, di passerotti, di cicale, cosı̀ si comincia un po’ brilli questo canto che più su sale: Nelle notti di luna piena dalla realtà ci si aliena: sotto il balcone o la finestra c’è una chitarra che accorda una melodia da orchestra cosı̀ questa stella s’abborda. Fra i capelli biondi una brezza come se fosse una carezza, un’onda s’infrange nella vita. Ecco un canarino e un fringuello per una melodia gradita con un ritmico ritornello: Serà mariposa hermosa con alas rojas de una rosa, mujer que brota de repente como sonrisa en su mirada... ... besos de una lagrima ausente como el rocio en la madrugada. Le serenate nate matte di corde pizzicate sono fatte dal canto parole rimate incrociate oppure baciate tutte d’amore al cielo gridate, ma rimangono in me impacciate. 31 L’angoscia di un incubo silente Una scena surreale latente, l’angoscia di un incubo silente, avvertire quel cruciale istante dal quale in poi mai la incontrerò, Poesia che mai dimenticherò, figura d’un sorriso elegante. Lei è stata per me un bel mistero perché non restai del tutto intero: ogni incontro era uno scontro in me, morbida era la sua presenza, dispiacere all’ultima partenza ed ora Poesia più non c’è. Una triste sera alla stazione, monotona comunicazione: Il treno per... delle ore... classe... sarà in partenza dal binario... e con esso il sogno leggendario, avrei voluto che si fermasse, ma per trattenerlo ero incapace di scrivergli, come pace che tace, la più bella lettera d’amore. Ineffabile frale natura, come incanto d’una luce pura, che si dissolve senza fragore. Un saluto d’addio col contatto delle punta delle dita fatto; Amarti è la cosa più bella che mi hai fatto sentire, grazie! . Avrei voluto cosı̀ dire ma restai fermo senza favella. Il suo mare era senza orizzonte, immensità che avevo di fronte, un sorriso, astratta dimensione, mistero che non si può cogliere, né al cuore rapito togliere, melanconia della illusione. 32 Nasceranno nuovi versi .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... , .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... , .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... , .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... , .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... , .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... · ...... .......... · .......... · .......... · .......... · ....... .......... · .......... · .......... · .......... , .......... · ...... 33 Ritorna in me come emozione dopo anni senza ispirazione: era custodita nel cuore, ma cancellata dalla mente, e ora provo gran stupore nel percepirla nuovamente. ... purtroppo non lo sono.