In FORMA

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In FORMA
In FORMA
PER UNA CULTURA DEL BENESSERE
salute
BOLOGNA
FEBBRAIO 2014 | ANNO 2 | N. 1 | COPIA OMAGGIO
INVERNO lo specchio della memoria
3/
IL PERSONAGGIO
Mario Cucinella
5/
DOMANDE AGLI
SPECIALISTI
12/
Estetica
Stefano Valbonesi
memoria del corpo
14/ La
Fabrizio Zambonelli
1
In FORMA
PER UNA CULTURA DEL BENESSERE
3/
Il personaggio
5/
DOMANDE AGLI
SPECIALISTI
MARIO CUCINELLA
Sommario
salute
BOLOGNA
www.informasalutebologna.it
Nel nostro sito troverete ogni giorno notizie,
curiosità e consigli utili per la vostra salute.
Potete sempre contare sull’affidabilità dei nostri
specialisti che, attraverso il web, risponderanno
a tutte le vostre domande.
EDITORIALE
Daniela Camboni
Il tempo passa e scolpisce i nostri volti
Andrea Gangolfi
Cesare Garagnani
Alessandro Gennai
Stefania Taraborrelli
12/
Estetica
14/
La memoria del corpo
Stefano Valbonesi
Fabrizio Zambonelli
Periodico trimestrale
in attesa di registrazione al Tribunale di Bologna
Coordinamento editoriale
Daniela Camboni
Direttore responsabile
Andrea Gandolfi
Stampa
Tipografia Moderna
finito di stampare: Ottobre 2013
Progetto grafico
A.RosatiStudio
www.rosatistudio.it
Editore
Edizioni Pendragon
via Borgonuovo 21/a Bologna
Proprietario
NOVE ARCHI srl
via Irnerio 41 Bologna
www.novearchi.it
Collaborano alla rivista
i Professori e Dottori
Guglielmo Altimari | anestesista
Alberto Argiolas | farmacista
Piero Barboni | oculista
Daniele Bracchetti | cardiologo
Giovanni Bracchetti | cardiologo
Vincenzo Cennamo | gastroenterologo
Roberto Di Bartolomeo | cardiochirurgo
Carlo Fabbri | gastroenterologo
Giacomo Faldella | pediatra
Marina Fornaro | farmacista
Lorenzo Garagnani | odontoiatra
Andrea Gandolfi | odontoiatra
Alessandro Gennai | chirurgo plastico
Nazario Melchionda | disturbi alimentari
Francesca Negosanti | dermatologa
Renato Pasquali | endocrinologo
Licia Rosati | odontoiatra
Afro Salsi | geriatra
Giacomo Savini | oculista
Stefano Stea | maxillo-facciale
Stefania Taraborrelli | ginecologa
Stefano Valbonesi | odontoiatra
Vincenzo Zagà | pneumologo
Fabrizio Zambonelli | fisioterapista-mezierista
Che rapporto avete con il tempo che passa? Siete fra coloro che accettano il fluire
degli anni con naturalezza? O l’aumentare
dell’età è causa di malinconia?
Aristotele diceva che il tempo è la condizione del “prima” e del “dopo”.
Il concetto del tempo non è possibile
senza quella del cambiamento. Se nulla
cambia insomma, o se noi dentro il nostro
animo non avvertiamo il mutare, allora
ci pare che il tempo non sia trascorso
affatto. La tesi finale è che tempo non
potrebbe esistere senza l’anima, perché
è l’anima che effettua l’operazione del
contare. Oggi diremmo la memoria.
È proprio il tempo il filo conduttore di
questo numero di InformaSalute Bologna.
Il tempo che passa e che scolpisce i volti
che diventano uno specchio della memoria. “Non me le cancellare! Ci ho messo
tanto a farmele venire queste rughe”, è la
frase cult pronunciata da Anna Magnani
alla propria truccatrice. Grande Magnani,
così forte da sentirsi felice per un viso
segnato dagli anni.
Il rincorrersi delle stagioni porta buoni
regali: maturità, maggiore sicurezza, la
capacità di relativizzare. Ma porta anche
conseguenze sull’aspetto esteriore e sulla
salute. Obbligatorio rassegnarsi?
La buona notizia è che la medicina ha fatto passi da gigante grazie a tante scoperte
e nuovissime terapie che permettono di
recuperare l’efficienza degli anni migliori.
In queste pagine si parlerà delle migliori
metodologie oggi a disposizione. Sono
tutte illustrate da specialisti bolognesi,
presenti sul territorio. Come per esempio
i trattamenti di nuova generazione per far
riapparire il sorriso sui nostri volti, grazie
alle ultime tecniche della odontoiatria che
permettono di eliminare le protesi mobili.
E di sostituirle con impianti fissi: s’inseriscono in 48 ore, praticamente senza dolore. E se qualcuno con l’età ha guadagnato
qualche chilo, ecco cosa dice uno dei
più quotati specialisti di comportamenti
alimentari: il glucosio e certi cibi particolari
possono causare una dipendenza più forte
delle droghe
Un disturbo sempre più diffuso è il mal di
schiena. A pagina 14 si parla di tecniche
per certi versi rivoluzionarie per combatterlo: l’“Antiginnastica® e il metodo Mezieres”. Secondo gli osteopati specialisti
di queste metodologie, il corpo conserva
memoria di tutti gli accadimenti della vita.
La postura che si assume non è altro che
la conseguenza delle esperienze passate.
Ma se la postura è disarmonica, può provocare dolori. Bisognerà allora effettuare
una ginnastica dolce che risveglia muscoli
atrofizzati e dimenticati. Risultato: Il corpo
può migliorare e guarire a qualsiasi età.
La rivista, con ulteriori approfondimenti, è
disponibile anche in rete
www.informasalutebologna.it
Intervista di Daniela Camboni
{
Il personaggio
Mario Cucinella
ph. V. Vettorello
Mario Cucinella
L’Architetto della bellezza sostenibile
Può esistere un‘architettura della felicità? Un modo di progettare degli
spazi, pensando alla felicità di chi li
occuperà?
Se qualcuno pensa che sia un concetto
troppo ardito, (cosa c’entra la felicità con
disegnare una piazza o un palazzo?), forse non conosce Mario Cucinella. Segni
particolari: archistar internazionale (anche se lui non ama questa definizione).
Cucinella, allievo di Renzo Piano (che
lo chiamò a collaborare nel suo studio) è uno degli architetti italiani più
famosi e ultrapremiati del momento.
Particolarmente interessato ai temi della
progettazione ambientale e della architettura sostenibile, fra i suoi progetti ci
sono il Sino Italian Ecological Building
a Pechino, la Kuwai City School a Gaza
sviluppata in partnership con Unrwa,
l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, a Bologna la nuova sede del Comune.
Nel mio lavoro – spiega, rispondendo alla
domanda – il concetto di felicità esiste,
anzi è lo scopo finale del lavoro. La felicità è anche una cosa molto pragmatica.
Perché? Perchè le cose si fanno quando
sono utili, quando servono a qualcuno,
perché creano migliori condizioni di vita.
Costruire un edificio, disegnare una piazza, o percorrere una strada è di fatto,
un lavoro che fai in rapporto alle persone
che ne usufruiranno. Poi anche la bellezza è importante. Uno spazio funzionale,
migliorativo e anche bello, contribuisce
al benessere.
Certo, a vedere cosa si costruisce
oggi nelle città, la filosofia di Mario
Cucinella sembra controcorrente.
Capisco che non tutto sia possibile - precisa Cucinella - Però è vero che negli
ultimi decenni l’edilizia è stata un business, ha creato immense risorse. In questa situazione l’architettura di qualità
non è più stata considerata importante.
Risultato: il nostro paese, che ha ereditato tanta bellezza dai secoli passati, non
ha più prodotto bellezza.
La sede del Mario Cucinella Architect è
a Bologna. Un enorme loft, post indu-
striale, fra la ferrovia e viale Masini. Un
susseguirsi di grossi tubi e travi a vista,
tavoli da lavoro, plastici di edifici e un
formicolìo internazionale di giovani architetti, ragazzi e ragazze provenienti da
tutto il mondo.
Questo era il vecchio deposito dei tram
di Bologna dei primi ‘900. All’epoca c’era
questa linea che faceva via Indipendenza
e piazza Maggiore
.
Architetto Cucinella, il suo quartier
generale è pieno di giovani, l’atmosfera è bellissima…
La società attuale non sempre apre loro
le porte, ma ho sempre creduto che i giovani, quando sono motivati e talentuosi,
possano portare energia e innovazione.
Tanto è vero che lei spesso li ha coinvolti in concorsi e progetti…
Un bando in un certo senso rivoluzionario è stato quello che ha riguardato le
aree del sisma in Emilia. I lavoratori del
3
{
Il personaggio
Mario Cucinella
ph. V. Vettorello
Mario Cucinella Architects Srl
via J. Barozzi, 3/abc, Bologna
Tel. 051 631 3381
www.mcarchitects.it
tare. A quel punto sarà la tua creatività
a dare propulsione al tuo progetto. Ma
senza empatia con quel luogo, la creatività da sola, rischia di diventare stravaganza. L’empatia è una specie di calmieratore per gestire la creatività.
Lei ha viaggiato in tutto il mondo,
adesso è a Bologna, come giudica
questa città?
territorio hanno donato un’ora di lavoro
e altrettanto le loro aziende, il che è stato possibile grazie all’accordo fra sindacati e Confindustria. I 7 milioni e mezzo
di euro così raccolti sono stati destinati
alla realizzazione dei progetti vincitori.
Ne erano arrivati 160 dai professionisti
under 30 delle zone terremotate. Sono
nate cosi tante “pillole di bellezza”,
come una scuola di danza, una scuola di
musica, alcuni piccoli alloggi nel centro
storico di San Felice sul Panaro per disabili mentali.
A proposito di nuove realizzazioni,
dal ragazzo della Via Gluck in poi, c’è
sempre qualcuno che protesta per il
consumo di suolo
Su questo tema servirebbe un po’ di
chiarezza. Certo, forse abbiamo più
edifici di quelli di cui abbiamo bisogno.
Il meccanismo del resto è quasi sempre lo
stesso: un terreno agricolo diventa edificabile e si costruisce. Però, attenzione, il
consumo del suolo è fatto da tante altre
cose: ci sono le autostrade, le superstrade, le ferrovie, i capannoni industriali.
Questo paese è pieno d’intere aree
industriali e artigianali oggi abbandonate, che hanno coperto e cementificato
il terreno. Incolpare solo l’architettura è
semplificare un po’ troppo.
E allora cosa fare?
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Bisognerebbe avere il coraggio di tirare via per ricostruire qualcosa. Se si fa
una politica in cui si dice, non costruiamo più, beh io non sono d’accordo.
Cominciamo invece a togliere tutte
queste brutture. Se si toglie un po’ di
peso, un po’ di cemento armato dal territorio, forse si ritrova un po’ di qualità.
Costruire meno, ma di qualità.
Non succede spesso…
No qui si mantiene tutto. Quindi il territorio è in affanno perché è più semplice
spostarsi un po’ più in là in un campo è
costruire ex novo.
Lei ha parlato di empatia creativa.
Sembra un concetto affascinante.
Ma cosa significa?
L’empatia, come si sa, è un modo di relazionarsi con il prossimo. Io sono empatico con un’altra persona quando faccio
uno sforzo per capirla. Entro cioè in una
sorta di sintonia con lei.
E in architettura, l’empatia creativa?
È cercare di capire un luogo; come è
fatto e perché è fatto così, quali sono le
relazioni esistenti. L’empatia è uno strumento di comprensione di quel luogo.
Solo quando hai capito bene l’essenza
di quello spazio, cominci allora a proget-
Bologna è una meravigliosa città con
un grande potenziale inespresso. Grazie
all’Università e ai giovani che vivono qui,
potrebbe essere la città della creatività e
dell’innovazione e invece farfuglia. Per il
suo dna potrebbe raccontare una storia
bellissima sull’ecologia, sulla sostenibilità. Ma i giovani, che come dicevo, potrebbero essere una delle risorse per il
rinnovamento, i vengono considerati un
problema. E la politica fa fatica a indicare
esattamente che direzione vuole prendere per il futuro. Quali sono i programmi
a lungo termine: chiudere il centro e potenziare i quartieri? Dare più spazio alle
biciclette? Ripensare le periferie?
E intanto?
Intanto per fortuna ci sono anche segnali positivi per quanto riguarda la
creatività. Come gli interventi di riqualificazione urbana finanziati da bando
di 500.000 euro della Fondazione del
Monte, riservato ad architetti under 40.
Si chiama Bella Fuori, io sono nella giuria
che seleziona le opere in concorso, ne sono
arrivate 78. I tre vincitori di questa
edizione che riguarda la zona della
croce del Biacco in zona Due Madonne,
Savena dove si creerà per esempio una
piazza giardino, sono un francese e un italiano che vive in Spagna e uno di Bologna.
Tutti molto bravi, lavorano con le comunità, ascoltano. La loro è una progettazione partecipata per capire i bisogni
della gente. Ecco è proprio questo il
concetto di architettura che piace a me.
Dott. Andrea Gandolfi
Dottore in Odontoiatra
Libero professionista, Bologna
Domande
agli specialisti
Lo specchio
della memoria
nelle riflessioni di un dentista
Sono figlio di un medico, nipote di un
medico e cugino di un medico; ci sono
caratteristiche che nella vita non si
scelgono, semplicemente si ereditano.
Da mio padre e da mio zio, entrambi
medici specializzati in odontostomatologia negli anni 50, ho ereditato ed imparato la pazienza di ascoltare e la capacità
di entrare in contatto con le esigenze
delle PERSONE che si rivolgono a me.
Loro erano grandi maestri in questo ed
erano adorati dai loro pazienti.
In quasi 25 anni di professione ho
imparato anche io a capire le persone
da pochi sguardi e da poche parole ed
ancora oggi ricevo dai pazienti molto
più di quanto non riesca a dare. Per selezione quasi naturale da molti anni curo
soprattutto anziani e bambini.
Quando una persona si rivolge a me ha
spesso la speranza, dopo tanti anni, di
riacquistare un aspetto diverso, migliore, o che in qualche modo gli restituisca
un’immagine in cui riconoscersi dallo
specchio. Spesso i pazienti hanno perso l’altezza del 3° inferiore del viso, la
fonetica e l’efficienza masticatoria dello
stesso: sembrano molto più anziani di
quanto in effetti non siano.
Il risultato del mio lavoro per il paziente
significa migliorare l’immagine del proprio viso, del proprio corpo, sorridere
felicemente, avere una migliore qualità
di vita e, in ultima analisi, AUMENTARE
L’AUTOSTIMA.
Tutto questo è la chiave del SUCCESSO.
Per i primi anni della mia professione non
sono stato in grado di fare nulla di diverso da quanto già i miei maestri (papà e
zio) avevano fatto durante la loro lunga
attività.
Le persone senza denti (o quasi senza
denti) non potevano che essere aiutate e CURATE con dentiere rimovibili.
Per quanto ben fatte e ben curate
certamente non erano assimilabili ai
denti naturali ed il paziente non si sarebbe mai più sentito come prima.
Oggi nel mio studio (Studio Associato
Nove Archi di Bologna, in via Irnerio 41)
insieme ai miei soci ho la possibilità di
ridare autostima e fiducia alle persone in
poco tempo e con costi affrontabili da
tutti. In studio abbiamo tutte le tecnologie necessarie per eseguire diagnosi
efficaci e veloci. Siamo stati tra i primi
studi ad avere la tac cone-beam a basso
dosaggio per specifico uso odontoiatrico. Io stesso ho contribuito a migliorare
l’operatività della tac cone-beam della
Kodak. Rispetto a mio padre
e a mio zio la
mia capacità di
diagnosi e dunque la possibilità di individuare
la giusta terapia
per il paziente è
aumentata a dismisura.
L’evoluzione delle
conoscenze della
guarigione ossea
e l’evoluzione delle superfici degli
impianti ha reso
possibile inserire
protesi fisse in bocca
a distanza di poche
ore dall’intervento.
I miei pazienti sono spesso increduli per
la velocità con cui imparano nuovamente a masticare e a parlare, ma soprattutto per il post operatorio senza dolore e
Studio Associato Nove Archi
via Irnerio 41 Bologna
tel 051 4212411
www.novearchi.it
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gonfiore. Per questo motivo con tutti
loro si instaura un rapporto molto solido
di comprensione e fiducia.
La tecnica (chiamata all on four) prevede di estrarre i denti residui e di inserire
4 o 6 impianti nell’osso, lontano da
strutture anatomiche pericolose.
L’intervento ha una durata massima di
qualche ora ed è sempre fatta con l’ausilio della sedazione cosciente, indotta da
un anestesista specializzato.
Il giorno successivo o, al massimo 48
ore dopo, il mio paziente può davvero
specchiarsi nella sua memoria e ritrovare
il suo sorriso.
Ora davvero posso dire di aver CURATO
i miei pazienti e di aver loro ridato quella
sicurezza in se stessi e l’autostima necessaria per affrontare la vita quotidiana
con un sorriso.
Nelle foto:
riabilitazione completa con rialzo
dello spazio naso mento e
conseguente ringiovanimento del viso.
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Prof. Nazario Melchionda
Domande
agli specialisti
Le nuove dipendenze
La trappola del glucosio
Il glucosio è più dannoso della cocaina.
Addentare una tavoletta di cioccolata o una fetta di torta possono essere
talvolta comportamenti non del tutto
innocui. Alcuni tipi di cibi infatti sono
simili alle droghe: impegnano gli stessi circuiti neurali della ricompensa e
producono gli stessi comportamenti.
È il risultato dell’ultimo lavoro del
prof. Nazario Melchionda, Professore
universitario di Endocrinologia, fuori ruolo, dell’Università di Bologna, Presidente
della Società Italiana per lo Studio dei
Disturbi del Comportamento Alimentare
w w w. n a z a r i o m e l c h i o n d a . n e t .
È stato il primo in Italia ad aprire un
Centro di Fisiopatologia della Nutrizione
e Metabolismo.
Professor Melchionda il business
delle diete è uno dei più fiorenti.
Lei, dopo decenni di ricerca clinica
è giunto a un approccio scientifico
completamente diverso: non solo le
diete non funzionano, ma zuccheri,
grassi e sale creano una dipendenza più forte di quella da cocaina. Ne
parla nel suo ultimo lavoro “La Centralità della Food &Addiction (F&A),
nello sviluppo dei Disturbi Alimentari & Obesità (DA&O)”
Oggi è scientificamente dimostrato che
alcuni cibi, zuccheri, grassi e sale, producono dipendenze ed effetti simili a
quello delle droghe. Il meccanismo funziona come un “furto” nel cervello dei
circuiti neurali della motivazione e il piacere. I cibi coinvolti sono quelli con alto
contenuto di zucchero grassi e sale, che
non si trovano in natura, soprattutto
se raffinati e manipolati. Ciò crea una
iper-palatabilità che rinforza il piacere.
La classificazione è però ancora molto
generica. Sarebbe importante identificare esattamente cosa crea dipendenza, se una particolare sostanza o una
percentuale precisa di nutrienti (grassi,
carboidrati, saccarosio, glucosio e sale).
La “dipendenza” dal saccarosio, per esempio, è stata già dimostrata negli animali e
nell’uomo indirettamente per traslazione.
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Perdere peso dunque non è questione
di diete e di forza di volontà
La “restrizione calorica” delle diete fa
inizialmente perdere peso, ma l’organismo reagisce ben presto alla sottonutrizione con un’ ipernutrizione. Il fallimento scatena un senso di depressione e il
circolo riprende. La “F&A” (Food Addictiion cioè dipendenza da cibo) è invece
un fenotipo, ovvero un modello comportamentale, dove i soggetti Obesi usano
il cibo come una droga. Anzi peggio: i
meccanismi di funzionamento del cibo
sono molto più complessi di quelli delle
droghe. Il cibo palatabile attiva i circuiti
neurali attraverso impulsi sensoriali veloci indipendenti dalla corteccia cerebrale
(es. il gusto) e attraverso conseguenze
postingestive lente (come l’aumento
delle concentrazioni di glucosio nel sangue e nel cervello), mentre le droghe attivano solo le stesse vie attraverso effetti
farmacologici direttamente nei circuiti
neurali.
Paragonare il saccarosio alla cocaina
è una tesi molto forte
Lo sviluppo di questa forma di dipen-
Professore fuori ruolo della
Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell¹Università di Bologna,
Responsabile del Centro di prevenzione e
cura dei disturbi alimentari e
malattie del metabolismo
Libero professionista, Bologna
cell. 349 5415435
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denza molto pesante e più dannosa di
quella da cocaina, è stata dimostrata in
esperimenti sui roditori. Il risultato? Fra
cocaina e saccarina, praticamente tutti
i topi preferiscono saccarina alla cocaina. La preferenza per la saccarina non è
attribuibile alla sua innaturale capacità
dolcificante senza calorie, perché la stessa preferenza è stata anche osservata
con una concentrazione equipotente di
saccarosio. Ed è importante sottolineare
che la preferenza per la saccarina, rispetto al sapore dolce, vince sempre: non è
superabile aumentando le dosi di cocaina. Anzi, addirittura in più di un caso, la
preferenza per la saccarina si è verificata
in ratti che in origine avevano sviluppato una forte preferenza per la cocaina.
Tali inversioni di preferenza mostrano
chiaramente che nel nostro ambiente,
gli animali non sono bloccati con le loro
preferenze iniziali e possono modificarle
in base alle nuove contingenze di ricompensa.
Con quali metodologie si può trattare
questa dipendenza?
Si chiama Terapia Cognitivo-Comportamentale ed è sperimentata ormai da anni.
www.nazariomelchionda.net.
Cosa ci si può auspicare ?
Il discorso è naturalmente lungo e complesso, ma se dovessi citare solo una
cosa direi che l’evidenza della “F&A”
cioè della esistenza della dipendenza da
cibo, dovrebbe sostenere una legislazione orientata a promuovere una regolamentazione per l’accesso ai cibi sani,
riducendo la disponibilità di cibo raffinato e manipolato. Questi sforzi combinati
possono aiutare a regolare nuovamente l’ambiente alimentare e favorire il
mantenimento di un peso sano.
Dott. Cesare Garagnani
Dott. Cesare Garagnani
Medico chirurgo
Specialista in dermatologia e pediatria
Libero professionista, Bologna
Domande
agli specialisti
Arte-terapia
Curarsi con la creatività
Dottor Garagnani, sappiamo che si
interessa da molti anni di arte-terapia.
Vorremmo sapere quali possono
essere secondo lei, le eventuali
indicazioni terapeutiche e
se anche i bambini possono trarne vantaggi.
Ritengo che anche nel
nostro Paese, se pur
con un certo ritardo,
l’interesse per l’arteterapia sia sempre più
vivo. Infatti potrebbe
trattarsi di un vero e
proprio contributo terapeutico “NON FARMACOLOGICO” utile
nella medicina preventiva, nei disturbi funzionali
a prevalente componente
psicosomatica, in campo
pediatrico anche nella prima
infanzia per stimolare le capacità creative attraverso lo stimolo delle
forme e dei colori.
Allora possiamo stabilire che l’inizio di questa terapia scaturisca dal
rapporto che si instaura tra il fruitore e l’opera?
Certamente il rapporto FRUITORE-OPERA
può quindi considerarsi terapeutico ed
il dialogo che si instaura nel tempo può
evolvere positivamente.
C’è un riconoscimento dell’emozione ed
una proiezione nel quadro, una trasformazione dinamica nel perdurare dello
scambio energetico.
Un artista, nell’atto di dipingere o di
scolpire, trasferisce parte della propria
energia e tale energia interagisce con
il campo energetico del fruitore e dello
stesso artista.
Vorremmo sapere per quale motivo
possiamo provare grandi emozioni
anche quando osserviamo un’opera
eseguita da un autore poco famoso
o addirittura sconosciuto.
Sappiamo che la materia è costituita
da particelle infinitesimali che vibrano.
In campo scientifico è noto infatti
che i costituenti della materia
sono un aggregato più o
meno complesso di tre soli
costituenti
elementari:
l’elettrone, il protone e il
neutrone.
Nel nostro caso, possiamo ritenere che l’artista ed il fruitore sono
accomunati da un
campo energetico ed
entrano in risonanza
con l’opera. Possiamo
provare quindi grande
emozioni anche con
un’opera eseguita da
un autore sconosciuto o
comunque non famoso.
La causa risiede nel fatto
che se due campi energetici
hanno in comune determinate
frequenze, possono entrare in risonanza. Per questo
motivo è importante appendere alle
pareti degli ambienti
in cui trascorriamo
la maggiore parte del
nostro tempo opere
verso le quali ci sentiamo particolarmente attratti.
Non sono quindi indispensabili grandi firme perchè
vengano a crearsi quelle
importanti reazioni di
transfert e controtransfert a carattere terapeutico.
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l’increzione dei neurotrasmettitori
e facciano aumentare rapidamente il tasso delle “endorfine”, sostanze capaci di
influenzare favorevolmente le funzioni
immunobiologiche del nostro organismo.
In questo modo credo che l’arte, nella
sua essenza, assuma un ruolo sempre
più importante per il nostro equilibrio
psicosomatico, restituendoci così le nostre importanti capacità vitali.
Concludendo, ritiene
che in seguito a queste
osservazioni ripetute possano
verificarsi reazioni cliniche
favorevoli?
Possiamo concludere che
in campo medico è noto
come le gradevoli sensazioni migliorino
7
Dott. Alessandro Gennai
Domande
agli specialisti
IL VISO:
tocchi leggeri di armonia
Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica
Specialista in chirurgia generale
Socio AICPE (Associazione Italiana
Chirurgià Plastica ed Estetica)
Socio EAFPS (The European Academy of
Facial Plastic Surgery)
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circa 2 cm nel cuoio capelluto. Grazie
alla visione endoscopica il chirurgo può
eseguire l’intervento di riposizionamento
dei tessuti senza lunghe cicatrici.
Parte integrante di questa tecnica è l’innesto di cellule adipose e staminali:
non materiali estranei ma propri tessuti,
vivi, in grado di rigenerarsi e di ridonare
tono e armonia al viso senza rischi ed in
modo naturale. Attraverso una microcannula (diametro mezzo millimetro) si
estrae dal tessuto del paziente sia adiposità che cellule staminali quindi vengono
purificati e iniettati nel viso
Memoria della nostra vita, dei nostri
affetti, delle nostre esperienze: questa
memoria è scritta nella nostra mente e
dipinta sul nostro viso.
Tutta la nostra vita è racchiusa nello scrigno della nostra mente e la sola finestra
aperta sulla nostra memoria è il nostro
viso e il nostro sguardo . Tante cose possiamo raccontare senza parlare: un’espressione, uno sguardo sono il nostro
specchio della memoria.
Il nostro viso si modifica nel corso della
nostra vita accumulando memoria delle nostre esperienze; cambiarlo sarebbe
come mettere un velo sul nostro magico specchio. “Mirror mirror on the wall
who is the finest in the world” chiedeva
una regina maligna al suo specchio per
sapere chi fosse la più bella; lo specchio
rispondeva Biancaneve; tutti noi abbiamo la nostra Biancaneve, nessuno può
ricercare la bellezza assoluta ma la propria bellezza .
La bellezza è armonia, dolcezza, espressione e memoria: questo il chirurgo estetico deve rispettare per ridonare luce ad
un viso spento dal tempo. Per questa
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ragione sempre chiedo alle mie pazienti una loro fotografia di qualche hanno
prima: è importante comprendere come
quel viso si è modificato per riarmonizzarlo nel rispetto della sua memoria, delle sue espressioni , dei suoi sentimenti.
Oggi la chirurgia estetica deve essere chirurgia dell’armonia, deve agire in “punta di piedi” con tecniche sempre più
delicate e meno invasive e utilizzando le
risorse presenti nel nostro corpo prima di
ricorrere a materiali estranei.
Nasce così la chirurgia endoscopica del
volto (MIVEL Minimal incisions vertical
Endoscopic Lifting): questa tecnica da
me standardizzata già dieci anni fa, proprio quest’anno è stata pubblicata su
una delle riviste scientifiche americane
più accreditate: OPRS. Questa tecnica
permette di riarmonizzare il viso
attraverso una metodica endoscopica
(quindi solo con piccole incisioni tra i
capelli), senza “tirare” la pelle e cambiare
l’espressione del viso.
L’endoscopia si esegue con una telecamera di 4mm di diametro che viene
introdotta attraverso piccole incisioni di
MIVEL è una tecnica che nella maggioranza del casi è possibile eseguire il
regime di Day Hospital senza necessità
di anestesia generale e ricovero. Dopo
circa 10 giorni è possibile ricominciare
una vita sociale e lavorativa normale.
MIVEL
Minimal Incisions Vertical Endoscopic Lifting
degenza: Day Hospital
anestesia: locale con sedazione
cicatrici: solo piccole incisioni in mezzo ai capelli
ritorno vita sociale: 10/15gg
Dr.ssa Marina Fornaro
Direttrice Lloyds
Farmacia Comunale Marconi
via Marconi, 47
Casalecchio di Reno (Bologna)
Tel. 051 - 57.50.97
per
VIVERE
BENE ...usiamo un po’ di cervello!
Il cervello è un complesso meccanismo
quasi prodigioso, e per certi versi anche
misterioso, perché si può ipotizzare che
la sua evoluzione continui.
È in grado di immagazzinare un numero
sconfinato di informazioni, è la centrale
di una complessa rete di comunicazioni.
Noi possiamo richiamare alla mente immagini di luoghi visti tanti anni prima e
ricordare episodi dell’infanzia, e questo
è possibile perché il cervello e’ in grado
di generare una corrente elettrica grazie
a due minerali, il SODIO e il POTASSIO,
che va a stimolare la liberazione di specifiche molecole dette neurotrasmettitori e mediatori chimici, che a loro volta
agendo sui tessuti nervosi garantiscono
la trasmissione di segnali e informazioni
dalla nostra banca dati.
Un cervello vitale mantiene efficiente
l’intero organismo, bisogna pertanto evitare che si atrofizzi e che si presentino disturbi caratteristici del declino cerebrale
come alterazione della memoria, ronzii,
mosche volanti davanti agli occhi. Più il
cervello lavora, più si mantiene in salute
e non è vero che con l’avanzare dell’età
subisce alterazioni che impediscono di
studiare. L’apprendimento dipende dalle
capacità di creare nuovi circuiti elettrici
e finché ciò accade ci si può arricchire
di nozioni. Il cervello crea nuovi neuroni
fino a 70 anni e tende ad atrofizzarsi con
l’inerzia.
Il cervello consuma il 20% di tutta
l’energia prodotta dal corpo. Questa
energia viene assorbita tramite Glucosio,
ecco perché un calo della glicemia può
provocare una diminuzione della capacità di concentrazione, vertigini e disturbi
della visione. In tal caso è utile ingerire
carboidrati complessi come pasta, pane,
oppure zuccheri semplici come saccarosio o miele. Tutti vanno assunti comunque con moderazione.
Vediamo ora quali e come agiscono alcune sostanze sulla funzionalità cerebrale.
Numerose sostanze partecipano ai meccanismi responsabili della memoria e
sono quindi necessarie per il buon funzionamento del cervello.
Il GINGKO BILOBA è una pianta largamente usata nel mondo per migliorare
l’afflusso di sangue al cervello e quindi
la memoria, la concentrazione e l’acuità
mentale. Protegge il cervello dai danni procurati dai radicali liberi, molecole
molto reattive che possono danneggiare
irreversibilmente le cellule e il DNA, rende più fluido il sangue, migliora la distribuzione di ossigeno e glucosio al cervello. Per la prima volta si parlò di GINGKO
nel 2800 a.c., agisce come agonista del
GABA.
L’Acido Gamma Beta Ossi Butirrico(GABA)
si trova normalmente nel cervello sano in
alte concentrazioni, esso nutre le cellule
cerebrali.
La CREATINA aumenta la quantità di
energia che serve al cervello per eseguire
calcoli matematici.
Gli OMEGA 3 sono acidi grassi essenziali
presenti nelle membrane cellulari ed essenziali per il mantenimento della loro
integrità.Si trovano in alcuni tipi di pesce come il salmone,nei crostacei,negli
olii vegetali come l’olio di lino,di semi di
canapa,di ribes nero e olio di colza,nelle
uova. Possono aiutare a mantenere giovani i neuroni favorendo gli scambi di
informazioni tra di loro.
9
Dr.ssa Marina Fornaro
Direttrice Lloyds
Farmacia Comunale Marconi
Casalecchio di Reno (Bo)
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La COLINA,che troviamo nelle noci,nelle
uova e nella carne,aumenta le riserve di
acetilcolina necessaria per la trasmissione
degli impulsi nervosi. Questa capacità,in
caso di stress, può ridursi causando vuoti
di memoria.
Il deficit cognitivo può manifestarsi non
solo con l’avanzare degli anni o in presenza di alcune patologie ma anche a
causa di altri fattori come il fumo di sigaretta e la produzione di radicali liberi,
vale a dire molecole instabili capaci di
danneggiare il Dna procurando una progressiva usura di corpo e mente. Il fumo
di sigaretta,oltre a rappresentare un fattore di rischio cardiovascolare, può accelerare il processo di atrofia cerebrale.
Non ci sono ancora grosse conoscenze
relative all’associazione tra esposizione
passiva al fumo e deficit cognitivo ma vi
sono sempre più evidenze che anche il
fumo passivo può incrementare il rischio
di demenza nei pazienti anziani.
Sono numerose le sostanze capaci di
arrestare il processo ossidativo che nelle
nostre cellule è la stessa reazione chimica che fa arrugginire un chiodo.
Vitamine A,B,C,E, acido folico. Sia questo che la vit.B12 contrastano anche
l’eccesso di omocisteina responsabile di
danno cardio-vascolare e invecchiamento cerebrale .
Minerali: selenio, zinco, potassio.
Acido Lipoico capace di rigenerare le
vitamine che, una volta ossidate,
non sono più utili all’organismo, di
aumentare la sintesi di glutatione, la cui concentrazione diminuisce con l’avanzare dell’età,
ed infine riduce i danni dell’invecchiamento nei mitocondri
delle cellule.
Resveratrolo: è un flavonoide
presente nella buccia dell’acino d’uva, ha azione antinfiammatoria, antiossidante e
fluidifica il sangue.
Bacche di GOJI:potente antiossidante proveniente dal
Tibet,Mongolia e Cina. Protegge il Dna prevenendo i
danni, aiuta a migliorare la vista,stimola il
sistema immunitario, conferisce energia.
NAC(N-acetilcisteina), precursore del
glutatione che è il più potente ed importante fra gli antiossidanti prodotti
dall’organismo, un anti radicali liberi
naturale. Arriva al cervello, reni, fegato,
polmoni, pelle. È ottimo per i fumatori.
MSM (metilsulfinilmetano) le cui proprietà derivano dal contenuto in zolfo.
È questo un componente essenziale delle
cellule in cui si trova in notevole quantità. È presente soprattutto nelle proteine
muscolari(in particolare negli amminoacidi solforati),in alcuni coenzimi (glutatione, omocisteina), nei difosfolipidi del
tessuto nervoso, in alcune vitamine,nella
condroitina della cartilagine articolare.
Melatonina:regolarizza il ritmo sonnoveglia,ha proprietà antiossidanti, antagonizza gli effetti delle sostanze che
danneggiano il muscolo cardiaco.
Licopene,il più efficace dei carotenoidi.
Zeaxantina e Luteina svolgono azione
protettiva sulla retina con effetto duplice. Da una parte riducono il danno
ossidativi e dall’altra assorbono alcune
lunghezze d’onda.
Molte di queste sostanze si trovano in
numerosi integratori.
Nella panacea del nuovo mondo
della Nutraceutica, non
bisogna dimenticare il
primo medical food in
10
commercio, ovvero una specifica combinazione di nutrienti che è in grado di
stimolare la formazione, il mantenimento ed il funzionamento delle sinapsi ed
è stato in grado di dimostrare la sua
efficacia clinica nei pazienti affetti da
Alzheimer in fase iniziale.
Ma la prevenzione dell’invecchiamento
si fa anche con un corretto stile di vita.
L’alimentazione influenza in modo decisivo il mantenimento di buone prestazioni di memoria: una dieta equilibrata
ricca di frutta,verdura cruda e fresca,
povera di grassi saturi e ricca quindi di
vitamine e di alimenti ad azione antiossidante, fornisce gli elementi necessari ad
un buon funzionamento dell’organismo
e del cervello.
Quindi via libera ad arance, a carote,
uva, pomodoro, melograno, finocchio,
papaia, broccoli, te verde, cioccolato.
Pensate, consumare cioccolato può far
vivere anche un anno in più. Bisogna
inoltre tenere il giusto peso la qualcosa
garantisce una vita più lunga perché si
riduce il rischio di aterosclerosi,tumore
del colon e diabete. Per migliorare
l’attività cerebrale è necessario cambiare
spesso abitudini, in modo che il cervello
compia azioni a cui non è abituato, passeggiare molto in modo da aumentare il
fattore neurotrofico,mantenere bassa la
pressione perché chi ha la minima alta
è piu facile che soffra di amnesia, non
fare più cose contemporaneamente in modo da favorire
la concentrazione, migliorare la qualità del sonno
e mantenere la mente
in allenamento con lettura, poesia, musica,
e tutto ciò che favorisce la memoria.
In poche parole per
vivere bene usiamo
un po’ di cervello!
wDott. ssa Stefania Taraborrelli
Medico Chirurgo
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia
Libero professionista, Bologna
Domande
agli specialisti
Infertilità:
quando la cicogna non arriva
Dr.ssa Taraborrelli sono
molte le coppie che
si rivolgono a Centri
Specializzati
perché
desiderose di avere un
figlio che non arriva?
L’infertilità di coppia
(definita dalla comunità
scientifica internazionale
come l’incapacità a concepire dopo 12-18 mesi
di rapporti non protetti) è
un fenomeno in crescita
che riguarda circa il 1520% delle coppie desiderose di prole ed è una
problematica particolarmente sentita soprattutto in paesi industrializzati laddove le non corrette
abitudini di vita (il fumo, le droghe , i disturbi alimentari, lo smog) e soprattutto
il posticipare l’età della ricerca del primo
figlio (in particolare per la donna), sono
consuetudine di molti.
L’età della donna e dell’uomo
incidono nella stessa misura sulla
infertilità di coppia?
L’età media delle donne che si rivolgono ad un centro di PMA (procreazione
medicalmente assistita) è addirittura in
aumento (passa dai 35,4 anni nel 2005
ai 36,3 anni nel 2010) e il successo per
ciclo dei trattamenti (ICSI-FIVET) in termini di gravidanza, è inversamente proporzionale all’età femminile. I dati raccolti dal Registro Nazionale dimostrano
infatti come si passi dal 30% di gravidanze in donne con meno di 34 anni al
7% in donne di età maggiore di 42 anni.
È evidente quindi quanto l’età femminile
giochi un ruolo cruciale in termini di fertilità soprattutto poichè gli ovociti sono
cellule sensibili all’invecchiamento.
La letteratura scientifica recente ha dimostrato inoltre come anche per l’uomo
l’avanzare dell’età (soprattutto dopo i 40
anni) possa incidere negativamente sulla
qualità del liquido seminale e sul rischio
di abortività.
Quale consiglio darebbe ad una coppia che non riesce a procreare?
Il consiglio più prezioso è quello di affrontare questa problematica delicata direttamente in Centri Specializzati
poiché numerosi sono i test diagnostici per studiare l’apparato riproduttivo.
È fondamentale quindi un inquadramento esperto personalizzando il percorso
diagnostico ottimale al fine di non perdere tempo prezioso alla fertilità della
coppia.
Quali sono i punti fermi della legge 40 del febbraio 2004 e quali le
modifiche che sono state apportate?
La legge 40 ha regolamentato in Italia
una materia assai delicata come quella
della PMA permettendo l’accesso alle
tecniche di questo ambito, esclusivamente alle coppie formate da maggiorenni eterosessuali, coniugate o conviventi, in cui entrambi siano viventi e in
età potenzialmente fertili e vietando la
fecondazione eterologa (cioè l’utilizzo di
ovociti o spermatozoi esterni alla coppia)
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e la maternità surrogata (utero in affitto).
Fino al 2009 la crioconservazione degli embrioni era
vietata (quella degli ovociti
era permessa e lo è ancora
oggi), ma con la sentenza di
Cassazione n°151 del 2009
anche questa limitazione è
stata superata: è possibile crioconservare embrioni
qualora il trasferimento degli
stessi possa mettere a repentaglio la salute della donna,
allineandoci ai paesi europei
e a quelli d’oltre oceano.
Quindi l’attuale normativa
italiana permette di eseguire
le stesse procedure attuabili all’estero e, al di là della
fecondazione eterologa, una
coppia non ha nessuna indicazione a
rivolgersi a centri non italiani.
Quali sono le novità in materia di PMA?
La PMA è un campo scientifico in continua evoluzione dove diversi professionisti
(medici-embriologi-genetisti-andrologi)
collaborano per favorire la procreazione.
Due sono i filoni di studio di maggiore
interesse nell’ultimo periodo: mentre un
primo filone è teso a studiare la recettività dell’endometrio mediante sonde
genetiche (ERA TEST e altre metodiche
similari) al fine di trovare il miglior timing
nel trasferire l’embrione, l’altro su cui si
sta sollevando molta attenzione e per
cui è rinato interesse scientifico internazionale, è lo screening preimpianto degli
embrioni per lo studio dell’intero patrimonio genetico embrionale (PGS).
11
Dott. Stefano Valbonesi
Medico chirurgo
Specialista in odontostomatologia
Libero professionista, Bologna
Domande
agli specialisti
Un giorno
senza un sorriso...
è un giorno perso
In che maniera un dentista può confrontarsi con…lo specchio del tempo?
Un dentista si confronta con lo
specchio del tempo quotidianamente,
come qualsiasi medico, confrontandosi
ogni giorno con i propri pazienti, osservandone i cambiamenti, l’evolversi
delle loro richieste, delle loro necessità e il progredire delle tecniche terapeutiche per soddisfarle. I passi in avanti che
l’odontoiatria ha fatto solo negli ultimi sessant’anni sono incredibili se paragonati anche
con tutti quelli che aveva
fatto nei 3-4 secoli
precedenti:
ecco
allora che un primo riflesso
che lo specchio del tempo
ci rimanda è l’evoluzione e
l’avanzamento delle tecniche che quotidianamente usiamo, ma non solo.
Sarebbe
diminutivo
e miope non pensare alle mutate aspettative
odontoiatriche in
senso di informazione, prevenzione,
salute ed estetica, che hanno le persone di oggi rispetto alle generazioni
precedenti. Così come sono cambiate
le esigenze e i bisogni di tutti nella vita
di tutti i giorni così sono cambiate le
esigenze e i bisogni dei nostri pazienti.
Quali sono stati allora secondo lei i
maggiori progressi dell’odontoiatria
di questi decenni così importanti?
Da un punto di vista di metodo e di
obiettivo, quindi il più importante perché le tecniche e gli strumenti possono
cambiare ma il metodo e l’obiettivo no,
sicuramente la prevenzione delle malattie dei denti e del loro apparato di sostegno. La prevenzione è oggi il ramo più
importante dell’odontoiatria perchè ci
permette, con speranza di alte percentuali di successo nel tempo e di soddi12
sfazione professionale, di applicare poi
tutte le altre discipline: con un paziente
motivato alla prevenzione che riesce a
mantenere ben pulita la propria bocca
è possibile fare tutto, nel caso contrario no. Questo è sicuramente l’obiettivo che noi cerchiamo, quotidianamente, di applicare allo Studio Associato
Nove Archi, il nostro studio. Nel numero
precedente proprio di questa rivista
due dei miei tre soci, la dottoressa Licia
Rosati e il dottor Lorenzo Garagnani, hanno già a lungo illustrato questo importante
argomento. Per ritornare alla sua
domanda allora, le altre grandi innovazioni, dal punto di vista prevalentemente
tecnico, sono state, a mio parere tre, in
ordine cronologico:
1) Adesione (1955).
Un ricercatore statunitense di origine
italiana, Buonocore, scopre il modo per
fare aderire materiali da otturazione allo
smalto del dente e nel 1991 il giapponese Nakabayashy realizza un sistema
analogo per la dentina. Nel 1985 furono
introdotte in odontoiatria le metodiche
per cementare adesivamente la ceramica ai denti, i primi manufatti ad essere
impiegati sono state delle faccette attuando un cambiamento epocale. Con
l’adesione si è aperto il capitolo, in buo-
Studio Associato Nove Archi
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na parte ancora da scrivere, dell’odontoiatria minimamente invasiva: grazie
all’adesione le otturazioni possono avere
dimensioni molto ridotte ed esteticamente validissime, si possono ricostruire i denti posteriori molto danneggiati
con ricostruzioni parziali, senza dovere
limare completamente il dente, utilizzando intarsi in ceramica invece di
corone complete. Si possono infine restaurare in maniera ottimale, esteticamente e
funzionalmente, i denti
anteriori, con un minimo sacrificio di tessuto
dentale sano, con faccette in ceramica che
rappresentano sicuramente il massimo connubio
fra estetica, funzione e
odontoiatria minimamente
invasiva.
2) Impianti osteointegrati (1965).
Lo svedese Brannemark,
dopo avere scoperto nel
1952 che il titanio può
“integrarsi” con il tessuto
osseo, nel 1965 inserisce il primo impianto
in titanio in un essere umano aprendo così
la strada dell’implantologia osteo integrata. Con gli impianti, che possono essere
visti come radici artificiali, il dentista può
sostituire denti mancanti senza dovere
necessariamente ricorrere a ponti protesici e senza quindi coinvolgere denti
sani come pilastri. Le persone edentule
possono oggi dire addio alle dentiere e
pensare a diverse soluzioni per riabilitare
con impianti e con protesi fisse la loro
bocca: ma di questo parla il mio terzo
socio, il dottor Andrea Gandolfi, proprio
in questo stesso editoriale.
3) Sistemi CAD CAM (1987).
L’utilizzo di sistemi di progettazione
computerizzata (CAD) di parti protesiche
(intarsi, corone, faccette, ponti e parti di
protesi rimovibili) e la loro realizzazione
mediante fresatura (CAM) ha notevol-
Nelle foto
incisivi superiori con amelogenesi
imperfecta (difetto congenito dello
smalto) ricostruiti con faccette in
ceramica
mente ridotto la possibilità di errori, ha
reso possibile l’utilizzo di nuovi materiali
e ha portato ad un abbassamento dei
costi di produzione.
Come vede, lo “specchio del tempo”
ci restituisce immagini che vengono dal
passato ma che si proiettano nel futuro e
il futuro contiene una sfida che vogliamo
assolutamente vincere: soddisfare appieno le attese dei nostri pazienti, senza
dimenticare che tutte le persone sono,
per fortuna, diverse, uniche e così pure
le loro necessità.
Lei ha spesso citato le esigenze del
paziente, quali sono oggi le principali?
La persona che viene a una prima visita
ha, in genere, il desiderio o la necessità
di raggiungere questi obiettivi
to estetico, oggi, più che in passato, è
diventato uno dei goal di primaria importanza per i nostri pazienti: denti bianchi,
ben allineati, ricostruzioni in ceramica che possano competere con quelli
di personaggi noti che tutti noi siamo
ormai abituati a vedere continuamente
in televisione, al cinema, sui rotocalchi
e, ancora di più, in rete. Immagini che
sono diventati per tutti un punto di riferimento da emulare. Non dimentichiamo
inoltre che il risultato estetico è il primo
che una persona può facilmente giudicare senza dovere aspettare un tempo
per il controllo funzionale: un restauro
dentale o una ricostruzione protesica
potranno anche essere eseguiti nel migliore dei modi ma se non soddisfa il paziente da un punto di vista cosmetico, è un
insuccesso.
1) Eliminare il dolore.
In un paziente addolorato, l’eliminazione
del dolore diviene lo scopo più importante
e prioritario rispetto a ogni altro: si elimini
il dolore e al resto si penserà dopo. Oggi
nella nostra città, per fortuna, le urgenze
per dolore sono sicuramente molto diminuite.
3) Miglioramento della funzione
masticatoria e sostituzione di denti mancanti.
Come già accennato, i pazienti cui manca
un dente, o gruppi di denti, oggi sanno
già di non dovere necessariamente ricorrere ai classici ponti per poterli sostituire: la
richiesta quindi di eseguire impianti è una
delle più frequenti.
2) Migliorare l’estetica del sorriso.
Il raggiungimento di un ottimo risulta-
4) Non voglio più la dentiera!
È sempre maggiore il numero di
pazienti anziani che non vuole più protesi
totali rimovibili, ma aspira a ricostruzioni
fisse su impianti. Questo oggi è di
solito possibile, eventualmente usando
tecniche chirurgiche e implantari diverse.
Per questo rimando alla chiacchierata
con il dottor Gandolfi.
Va aggiunto che i nostri pazienti sono
molto attenti alle metodiche igieniche e
di sterilizzazione applicate nello studio la
soddisfazione che manifestano costituisce per noi un grande incoraggiamento in tempi in cui la velocità, la quantità
e il basso costo sembrano essere più
apprezzati della qualità.
Per concludere, cosa vediamo nello
specchio per il futuro?
Lo specchio non è una sfera di cristallo, ma qualcosa posso dire. Il futuro che
noi costruiamo è spesso il frutto del nostro lavoro e del nostro impegno passato e quotidiano: non ci sarebbe nessun
futuro altrimenti. Questo in tutte le
attività umane. Ricordiamo davvero che le
tecniche e gli strumenti possono
cambiare, il metodo no.
“Un giorno senza un sorriso è un giorno perso”. (Charlie Chaplin) Cit. in Anna
Lupo Bari, Inseguire una stella, Greco&Greco editori, Milano, 2004, p. 78)
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Dott. Fabrizio Zambonelli
Domande
agli specialisti
Fisioterapista - Mezierista
Esperto in Antiginnastica®
Libero professionista, Bologna
La memoria del corpo
Via dal Lino 22 Bologna
Cell. 328 4 120 120
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www.psicoterapiacorporea.net
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è scritta nella sua forma…
che può cambiare in meglio a qualunque età!
Dottor Zambonelli, lei è fisioterapista, Mezierista ed esperto in
Antiginnastica®: cosa vuol dire?
Il metodo Mézières è uno speciale trattamento fisioterapico individuale: serve a ristabilire una postura simmetrica
e armoniosa. È utilizzato in moltissime
patologie o disturbi del sistema muscolo
scheletrico, acute o croniche, con o senza sintomi.
tutti gli avvenimenti. Anche a quelli che
si sono dimenticati. Tutte queste reazioni
hanno dato al vostro corpo la forma che
esso ha in questo momento.
Come si può fare per ritrovare la mobilità e la forma perdute?
E l’Antiginnastica®?
L’Antiginnastica® la si pratica invece in
gruppo. L’esperto propone piccoli movimenti sottili e potenti. L’azione produce
benefici duraturi su rigidità, contratture
e squilibri dovuti rall’accorciamento di
alcuni muscoli. Entrambi i metodi sono
nati in Francia. L’Antiginnastica® da
Thérèse Bertherat, una fisioterapeuta
della scuola di Francoise Mézières che
per prima ha elaborato una visione rivoluzionaria dell’anatomia: il corpo è una
totalità dove ogni elemento dipende
dall’altro.
Perché il nostro corpo accumula così
tante tensioni?
Il corpo conserva MEMORIA di tutti gli
avvenimenti della vita, coscienti ed inconscenti. Rimangono sotto forma di
contratture muscolari e ne alterano la
forma, la mandibola si contrae, le spalle si incurvano, il colo si irrigidisce, i
movimenti diventano sempre gli stessi.
Si riduce la loro ampiezza, la varietà.
Per tutta la vita ripetiamo questi pochi
movimenti senza mai metterli in questione, senza comprendere che sono campione limitato delle nostre possibilità.
Sta dicendo che molte tensioni sono
legate ALLA MEMORIA del corpo?
Tensioni e rigidità sono le reazioni del
corpo agli eventi della vita. I muscoli
degli occhi, delle mascelle, del diaframma, le gambe, i piedi hanno reagito a
14
tano i vostri slanci. Anche la respirazione
riprende la sua ampiezza naturale.
Dottore, come si svolge una seduta
di Antiginnastica®?
L’esperto guida i clienti con dei movimenti piccolissimi, precisi, che corrispondono
alla esatta fisiologia dei muscoli, senza
mai forzare. In questo modo, quasi impercettibilmente, si risveglia ogni singolo
muscolo, dal più grande al più piccolo, dal
più noto al più sconosciuto. Risvegliando
tutte le zone dimenticate della muscolatura, ci si libera da una serie di dolori e di
rigidità, a cominciare dal mal di schiena.
Diceva Thérèse Bertherat: “Potete smettere di consumarvi inutilmente. Di invecchiare anzitempo dato che non utilizzerete più dieci volte l’energia necessaria
a muovervi, ma solo l’energia giusta per
ogni gesto. Potete far lavorare per voi
muscoli che oggi non siete nemmeno in
grado di individuare. In questo modo si
rivelerà il vostro vero corpo, armonioso,
equilibrato e autonomo.”
Allora la forma del corpo si può
cambiare?
La buona notizia è che nulla è irreversibile: a qualsiasi età, la muscolatura è
malleabile Si può ritrovare la mobilità e
la vitalità dei muscoli che gli eventi passati hanno accorciato, atrofizzato. Io
utilizzo in genere due metodi complementari il Metodo Mézières, individuale,
e l’Antiginnastica®, lavoro di gruppo,
permettono di entrare profondamente
in contatto con il corpo e liberarlo dalle
tensioni. In particolare l’Antiginnastica®
è un vero viaggio attraverso il corpo e la
sua memoria per scoprire come il corpo
nel corso degli anni si è organizzato con
grande finezza, si è protetto, si è adattato. Ogni seduta di Antiginnastica®
grazie a precisi e fisiologici movimenti,
risveglia parti del vostro corpo di cui avevate perso la percezione, magari bloccate dopo traumi antichi o recenti. Con la
pratica acquisite la capacità di liberarvi
da soli da quelle rigidità e dolori che limi-
Si pensa che la forma del corpo sia una
conseguenza della struttura delle ossa
e che quindi non si possa cambiare.
Per fortuna nei muscoli niente è
irreversibile: le fibre muscolari hanno
sempre la capacità di contrarsi e allungarsi e con un lavoro adeguato la forma
del corpo può migliorare a qualsiasi età.
L’Antiginnastica® e il Metodo Mézières
permettono di conservare o ritrovare
la buona forma, prevenire e curare le
patologie che derivano da una postura
scorretta.
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e scientifico
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Bologna e stage di collaborazione con
aziende del tessuto produttivo regionale.
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a guidare gli studenti in attività di ricerca,
approfondimento e recupero.
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via D’Azeglio, 55 • Bologna • Tel. 051 6449552 • www.collegiosanluigi.it
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