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In FORMA PER UNA CULTURA DEL BENESSERE salute BOLOGNA FEBBRAIO 2014 | ANNO 2 | N. 1 | COPIA OMAGGIO INVERNO lo specchio della memoria 3/ IL PERSONAGGIO Mario Cucinella 5/ DOMANDE AGLI SPECIALISTI 12/ Estetica Stefano Valbonesi memoria del corpo 14/ La Fabrizio Zambonelli 1 In FORMA PER UNA CULTURA DEL BENESSERE 3/ Il personaggio 5/ DOMANDE AGLI SPECIALISTI MARIO CUCINELLA Sommario salute BOLOGNA www.informasalutebologna.it Nel nostro sito troverete ogni giorno notizie, curiosità e consigli utili per la vostra salute. Potete sempre contare sull’affidabilità dei nostri specialisti che, attraverso il web, risponderanno a tutte le vostre domande. EDITORIALE Daniela Camboni Il tempo passa e scolpisce i nostri volti Andrea Gangolfi Cesare Garagnani Alessandro Gennai Stefania Taraborrelli 12/ Estetica 14/ La memoria del corpo Stefano Valbonesi Fabrizio Zambonelli Periodico trimestrale in attesa di registrazione al Tribunale di Bologna Coordinamento editoriale Daniela Camboni Direttore responsabile Andrea Gandolfi Stampa Tipografia Moderna finito di stampare: Ottobre 2013 Progetto grafico A.RosatiStudio www.rosatistudio.it Editore Edizioni Pendragon via Borgonuovo 21/a Bologna Proprietario NOVE ARCHI srl via Irnerio 41 Bologna www.novearchi.it Collaborano alla rivista i Professori e Dottori Guglielmo Altimari | anestesista Alberto Argiolas | farmacista Piero Barboni | oculista Daniele Bracchetti | cardiologo Giovanni Bracchetti | cardiologo Vincenzo Cennamo | gastroenterologo Roberto Di Bartolomeo | cardiochirurgo Carlo Fabbri | gastroenterologo Giacomo Faldella | pediatra Marina Fornaro | farmacista Lorenzo Garagnani | odontoiatra Andrea Gandolfi | odontoiatra Alessandro Gennai | chirurgo plastico Nazario Melchionda | disturbi alimentari Francesca Negosanti | dermatologa Renato Pasquali | endocrinologo Licia Rosati | odontoiatra Afro Salsi | geriatra Giacomo Savini | oculista Stefano Stea | maxillo-facciale Stefania Taraborrelli | ginecologa Stefano Valbonesi | odontoiatra Vincenzo Zagà | pneumologo Fabrizio Zambonelli | fisioterapista-mezierista Che rapporto avete con il tempo che passa? Siete fra coloro che accettano il fluire degli anni con naturalezza? O l’aumentare dell’età è causa di malinconia? Aristotele diceva che il tempo è la condizione del “prima” e del “dopo”. Il concetto del tempo non è possibile senza quella del cambiamento. Se nulla cambia insomma, o se noi dentro il nostro animo non avvertiamo il mutare, allora ci pare che il tempo non sia trascorso affatto. La tesi finale è che tempo non potrebbe esistere senza l’anima, perché è l’anima che effettua l’operazione del contare. Oggi diremmo la memoria. È proprio il tempo il filo conduttore di questo numero di InformaSalute Bologna. Il tempo che passa e che scolpisce i volti che diventano uno specchio della memoria. “Non me le cancellare! Ci ho messo tanto a farmele venire queste rughe”, è la frase cult pronunciata da Anna Magnani alla propria truccatrice. Grande Magnani, così forte da sentirsi felice per un viso segnato dagli anni. Il rincorrersi delle stagioni porta buoni regali: maturità, maggiore sicurezza, la capacità di relativizzare. Ma porta anche conseguenze sull’aspetto esteriore e sulla salute. Obbligatorio rassegnarsi? La buona notizia è che la medicina ha fatto passi da gigante grazie a tante scoperte e nuovissime terapie che permettono di recuperare l’efficienza degli anni migliori. In queste pagine si parlerà delle migliori metodologie oggi a disposizione. Sono tutte illustrate da specialisti bolognesi, presenti sul territorio. Come per esempio i trattamenti di nuova generazione per far riapparire il sorriso sui nostri volti, grazie alle ultime tecniche della odontoiatria che permettono di eliminare le protesi mobili. E di sostituirle con impianti fissi: s’inseriscono in 48 ore, praticamente senza dolore. E se qualcuno con l’età ha guadagnato qualche chilo, ecco cosa dice uno dei più quotati specialisti di comportamenti alimentari: il glucosio e certi cibi particolari possono causare una dipendenza più forte delle droghe Un disturbo sempre più diffuso è il mal di schiena. A pagina 14 si parla di tecniche per certi versi rivoluzionarie per combatterlo: l’“Antiginnastica® e il metodo Mezieres”. Secondo gli osteopati specialisti di queste metodologie, il corpo conserva memoria di tutti gli accadimenti della vita. La postura che si assume non è altro che la conseguenza delle esperienze passate. Ma se la postura è disarmonica, può provocare dolori. Bisognerà allora effettuare una ginnastica dolce che risveglia muscoli atrofizzati e dimenticati. Risultato: Il corpo può migliorare e guarire a qualsiasi età. La rivista, con ulteriori approfondimenti, è disponibile anche in rete www.informasalutebologna.it Intervista di Daniela Camboni { Il personaggio Mario Cucinella ph. V. Vettorello Mario Cucinella L’Architetto della bellezza sostenibile Può esistere un‘architettura della felicità? Un modo di progettare degli spazi, pensando alla felicità di chi li occuperà? Se qualcuno pensa che sia un concetto troppo ardito, (cosa c’entra la felicità con disegnare una piazza o un palazzo?), forse non conosce Mario Cucinella. Segni particolari: archistar internazionale (anche se lui non ama questa definizione). Cucinella, allievo di Renzo Piano (che lo chiamò a collaborare nel suo studio) è uno degli architetti italiani più famosi e ultrapremiati del momento. Particolarmente interessato ai temi della progettazione ambientale e della architettura sostenibile, fra i suoi progetti ci sono il Sino Italian Ecological Building a Pechino, la Kuwai City School a Gaza sviluppata in partnership con Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, a Bologna la nuova sede del Comune. Nel mio lavoro – spiega, rispondendo alla domanda – il concetto di felicità esiste, anzi è lo scopo finale del lavoro. La felicità è anche una cosa molto pragmatica. Perché? Perchè le cose si fanno quando sono utili, quando servono a qualcuno, perché creano migliori condizioni di vita. Costruire un edificio, disegnare una piazza, o percorrere una strada è di fatto, un lavoro che fai in rapporto alle persone che ne usufruiranno. Poi anche la bellezza è importante. Uno spazio funzionale, migliorativo e anche bello, contribuisce al benessere. Certo, a vedere cosa si costruisce oggi nelle città, la filosofia di Mario Cucinella sembra controcorrente. Capisco che non tutto sia possibile - precisa Cucinella - Però è vero che negli ultimi decenni l’edilizia è stata un business, ha creato immense risorse. In questa situazione l’architettura di qualità non è più stata considerata importante. Risultato: il nostro paese, che ha ereditato tanta bellezza dai secoli passati, non ha più prodotto bellezza. La sede del Mario Cucinella Architect è a Bologna. Un enorme loft, post indu- striale, fra la ferrovia e viale Masini. Un susseguirsi di grossi tubi e travi a vista, tavoli da lavoro, plastici di edifici e un formicolìo internazionale di giovani architetti, ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo. Questo era il vecchio deposito dei tram di Bologna dei primi ‘900. All’epoca c’era questa linea che faceva via Indipendenza e piazza Maggiore . Architetto Cucinella, il suo quartier generale è pieno di giovani, l’atmosfera è bellissima… La società attuale non sempre apre loro le porte, ma ho sempre creduto che i giovani, quando sono motivati e talentuosi, possano portare energia e innovazione. Tanto è vero che lei spesso li ha coinvolti in concorsi e progetti… Un bando in un certo senso rivoluzionario è stato quello che ha riguardato le aree del sisma in Emilia. I lavoratori del 3 { Il personaggio Mario Cucinella ph. V. Vettorello Mario Cucinella Architects Srl via J. Barozzi, 3/abc, Bologna Tel. 051 631 3381 www.mcarchitects.it tare. A quel punto sarà la tua creatività a dare propulsione al tuo progetto. Ma senza empatia con quel luogo, la creatività da sola, rischia di diventare stravaganza. L’empatia è una specie di calmieratore per gestire la creatività. Lei ha viaggiato in tutto il mondo, adesso è a Bologna, come giudica questa città? territorio hanno donato un’ora di lavoro e altrettanto le loro aziende, il che è stato possibile grazie all’accordo fra sindacati e Confindustria. I 7 milioni e mezzo di euro così raccolti sono stati destinati alla realizzazione dei progetti vincitori. Ne erano arrivati 160 dai professionisti under 30 delle zone terremotate. Sono nate cosi tante “pillole di bellezza”, come una scuola di danza, una scuola di musica, alcuni piccoli alloggi nel centro storico di San Felice sul Panaro per disabili mentali. A proposito di nuove realizzazioni, dal ragazzo della Via Gluck in poi, c’è sempre qualcuno che protesta per il consumo di suolo Su questo tema servirebbe un po’ di chiarezza. Certo, forse abbiamo più edifici di quelli di cui abbiamo bisogno. Il meccanismo del resto è quasi sempre lo stesso: un terreno agricolo diventa edificabile e si costruisce. Però, attenzione, il consumo del suolo è fatto da tante altre cose: ci sono le autostrade, le superstrade, le ferrovie, i capannoni industriali. Questo paese è pieno d’intere aree industriali e artigianali oggi abbandonate, che hanno coperto e cementificato il terreno. Incolpare solo l’architettura è semplificare un po’ troppo. E allora cosa fare? 4 Bisognerebbe avere il coraggio di tirare via per ricostruire qualcosa. Se si fa una politica in cui si dice, non costruiamo più, beh io non sono d’accordo. Cominciamo invece a togliere tutte queste brutture. Se si toglie un po’ di peso, un po’ di cemento armato dal territorio, forse si ritrova un po’ di qualità. Costruire meno, ma di qualità. Non succede spesso… No qui si mantiene tutto. Quindi il territorio è in affanno perché è più semplice spostarsi un po’ più in là in un campo è costruire ex novo. Lei ha parlato di empatia creativa. Sembra un concetto affascinante. Ma cosa significa? L’empatia, come si sa, è un modo di relazionarsi con il prossimo. Io sono empatico con un’altra persona quando faccio uno sforzo per capirla. Entro cioè in una sorta di sintonia con lei. E in architettura, l’empatia creativa? È cercare di capire un luogo; come è fatto e perché è fatto così, quali sono le relazioni esistenti. L’empatia è uno strumento di comprensione di quel luogo. Solo quando hai capito bene l’essenza di quello spazio, cominci allora a proget- Bologna è una meravigliosa città con un grande potenziale inespresso. Grazie all’Università e ai giovani che vivono qui, potrebbe essere la città della creatività e dell’innovazione e invece farfuglia. Per il suo dna potrebbe raccontare una storia bellissima sull’ecologia, sulla sostenibilità. Ma i giovani, che come dicevo, potrebbero essere una delle risorse per il rinnovamento, i vengono considerati un problema. E la politica fa fatica a indicare esattamente che direzione vuole prendere per il futuro. Quali sono i programmi a lungo termine: chiudere il centro e potenziare i quartieri? Dare più spazio alle biciclette? Ripensare le periferie? E intanto? Intanto per fortuna ci sono anche segnali positivi per quanto riguarda la creatività. Come gli interventi di riqualificazione urbana finanziati da bando di 500.000 euro della Fondazione del Monte, riservato ad architetti under 40. Si chiama Bella Fuori, io sono nella giuria che seleziona le opere in concorso, ne sono arrivate 78. I tre vincitori di questa edizione che riguarda la zona della croce del Biacco in zona Due Madonne, Savena dove si creerà per esempio una piazza giardino, sono un francese e un italiano che vive in Spagna e uno di Bologna. Tutti molto bravi, lavorano con le comunità, ascoltano. La loro è una progettazione partecipata per capire i bisogni della gente. Ecco è proprio questo il concetto di architettura che piace a me. Dott. Andrea Gandolfi Dottore in Odontoiatra Libero professionista, Bologna Domande agli specialisti Lo specchio della memoria nelle riflessioni di un dentista Sono figlio di un medico, nipote di un medico e cugino di un medico; ci sono caratteristiche che nella vita non si scelgono, semplicemente si ereditano. Da mio padre e da mio zio, entrambi medici specializzati in odontostomatologia negli anni 50, ho ereditato ed imparato la pazienza di ascoltare e la capacità di entrare in contatto con le esigenze delle PERSONE che si rivolgono a me. Loro erano grandi maestri in questo ed erano adorati dai loro pazienti. In quasi 25 anni di professione ho imparato anche io a capire le persone da pochi sguardi e da poche parole ed ancora oggi ricevo dai pazienti molto più di quanto non riesca a dare. Per selezione quasi naturale da molti anni curo soprattutto anziani e bambini. Quando una persona si rivolge a me ha spesso la speranza, dopo tanti anni, di riacquistare un aspetto diverso, migliore, o che in qualche modo gli restituisca un’immagine in cui riconoscersi dallo specchio. Spesso i pazienti hanno perso l’altezza del 3° inferiore del viso, la fonetica e l’efficienza masticatoria dello stesso: sembrano molto più anziani di quanto in effetti non siano. Il risultato del mio lavoro per il paziente significa migliorare l’immagine del proprio viso, del proprio corpo, sorridere felicemente, avere una migliore qualità di vita e, in ultima analisi, AUMENTARE L’AUTOSTIMA. Tutto questo è la chiave del SUCCESSO. Per i primi anni della mia professione non sono stato in grado di fare nulla di diverso da quanto già i miei maestri (papà e zio) avevano fatto durante la loro lunga attività. Le persone senza denti (o quasi senza denti) non potevano che essere aiutate e CURATE con dentiere rimovibili. Per quanto ben fatte e ben curate certamente non erano assimilabili ai denti naturali ed il paziente non si sarebbe mai più sentito come prima. Oggi nel mio studio (Studio Associato Nove Archi di Bologna, in via Irnerio 41) insieme ai miei soci ho la possibilità di ridare autostima e fiducia alle persone in poco tempo e con costi affrontabili da tutti. In studio abbiamo tutte le tecnologie necessarie per eseguire diagnosi efficaci e veloci. Siamo stati tra i primi studi ad avere la tac cone-beam a basso dosaggio per specifico uso odontoiatrico. Io stesso ho contribuito a migliorare l’operatività della tac cone-beam della Kodak. Rispetto a mio padre e a mio zio la mia capacità di diagnosi e dunque la possibilità di individuare la giusta terapia per il paziente è aumentata a dismisura. L’evoluzione delle conoscenze della guarigione ossea e l’evoluzione delle superfici degli impianti ha reso possibile inserire protesi fisse in bocca a distanza di poche ore dall’intervento. I miei pazienti sono spesso increduli per la velocità con cui imparano nuovamente a masticare e a parlare, ma soprattutto per il post operatorio senza dolore e Studio Associato Nove Archi via Irnerio 41 Bologna tel 051 4212411 www.novearchi.it [email protected] gonfiore. Per questo motivo con tutti loro si instaura un rapporto molto solido di comprensione e fiducia. La tecnica (chiamata all on four) prevede di estrarre i denti residui e di inserire 4 o 6 impianti nell’osso, lontano da strutture anatomiche pericolose. L’intervento ha una durata massima di qualche ora ed è sempre fatta con l’ausilio della sedazione cosciente, indotta da un anestesista specializzato. Il giorno successivo o, al massimo 48 ore dopo, il mio paziente può davvero specchiarsi nella sua memoria e ritrovare il suo sorriso. Ora davvero posso dire di aver CURATO i miei pazienti e di aver loro ridato quella sicurezza in se stessi e l’autostima necessaria per affrontare la vita quotidiana con un sorriso. Nelle foto: riabilitazione completa con rialzo dello spazio naso mento e conseguente ringiovanimento del viso. 5 Prof. Nazario Melchionda Domande agli specialisti Le nuove dipendenze La trappola del glucosio Il glucosio è più dannoso della cocaina. Addentare una tavoletta di cioccolata o una fetta di torta possono essere talvolta comportamenti non del tutto innocui. Alcuni tipi di cibi infatti sono simili alle droghe: impegnano gli stessi circuiti neurali della ricompensa e producono gli stessi comportamenti. È il risultato dell’ultimo lavoro del prof. Nazario Melchionda, Professore universitario di Endocrinologia, fuori ruolo, dell’Università di Bologna, Presidente della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare w w w. n a z a r i o m e l c h i o n d a . n e t . È stato il primo in Italia ad aprire un Centro di Fisiopatologia della Nutrizione e Metabolismo. Professor Melchionda il business delle diete è uno dei più fiorenti. Lei, dopo decenni di ricerca clinica è giunto a un approccio scientifico completamente diverso: non solo le diete non funzionano, ma zuccheri, grassi e sale creano una dipendenza più forte di quella da cocaina. Ne parla nel suo ultimo lavoro “La Centralità della Food &Addiction (F&A), nello sviluppo dei Disturbi Alimentari & Obesità (DA&O)” Oggi è scientificamente dimostrato che alcuni cibi, zuccheri, grassi e sale, producono dipendenze ed effetti simili a quello delle droghe. Il meccanismo funziona come un “furto” nel cervello dei circuiti neurali della motivazione e il piacere. I cibi coinvolti sono quelli con alto contenuto di zucchero grassi e sale, che non si trovano in natura, soprattutto se raffinati e manipolati. Ciò crea una iper-palatabilità che rinforza il piacere. La classificazione è però ancora molto generica. Sarebbe importante identificare esattamente cosa crea dipendenza, se una particolare sostanza o una percentuale precisa di nutrienti (grassi, carboidrati, saccarosio, glucosio e sale). La “dipendenza” dal saccarosio, per esempio, è stata già dimostrata negli animali e nell’uomo indirettamente per traslazione. 6 Perdere peso dunque non è questione di diete e di forza di volontà La “restrizione calorica” delle diete fa inizialmente perdere peso, ma l’organismo reagisce ben presto alla sottonutrizione con un’ ipernutrizione. Il fallimento scatena un senso di depressione e il circolo riprende. La “F&A” (Food Addictiion cioè dipendenza da cibo) è invece un fenotipo, ovvero un modello comportamentale, dove i soggetti Obesi usano il cibo come una droga. Anzi peggio: i meccanismi di funzionamento del cibo sono molto più complessi di quelli delle droghe. Il cibo palatabile attiva i circuiti neurali attraverso impulsi sensoriali veloci indipendenti dalla corteccia cerebrale (es. il gusto) e attraverso conseguenze postingestive lente (come l’aumento delle concentrazioni di glucosio nel sangue e nel cervello), mentre le droghe attivano solo le stesse vie attraverso effetti farmacologici direttamente nei circuiti neurali. Paragonare il saccarosio alla cocaina è una tesi molto forte Lo sviluppo di questa forma di dipen- Professore fuori ruolo della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell¹Università di Bologna, Responsabile del Centro di prevenzione e cura dei disturbi alimentari e malattie del metabolismo Libero professionista, Bologna cell. 349 5415435 [email protected] denza molto pesante e più dannosa di quella da cocaina, è stata dimostrata in esperimenti sui roditori. Il risultato? Fra cocaina e saccarina, praticamente tutti i topi preferiscono saccarina alla cocaina. La preferenza per la saccarina non è attribuibile alla sua innaturale capacità dolcificante senza calorie, perché la stessa preferenza è stata anche osservata con una concentrazione equipotente di saccarosio. Ed è importante sottolineare che la preferenza per la saccarina, rispetto al sapore dolce, vince sempre: non è superabile aumentando le dosi di cocaina. Anzi, addirittura in più di un caso, la preferenza per la saccarina si è verificata in ratti che in origine avevano sviluppato una forte preferenza per la cocaina. Tali inversioni di preferenza mostrano chiaramente che nel nostro ambiente, gli animali non sono bloccati con le loro preferenze iniziali e possono modificarle in base alle nuove contingenze di ricompensa. Con quali metodologie si può trattare questa dipendenza? Si chiama Terapia Cognitivo-Comportamentale ed è sperimentata ormai da anni. www.nazariomelchionda.net. Cosa ci si può auspicare ? Il discorso è naturalmente lungo e complesso, ma se dovessi citare solo una cosa direi che l’evidenza della “F&A” cioè della esistenza della dipendenza da cibo, dovrebbe sostenere una legislazione orientata a promuovere una regolamentazione per l’accesso ai cibi sani, riducendo la disponibilità di cibo raffinato e manipolato. Questi sforzi combinati possono aiutare a regolare nuovamente l’ambiente alimentare e favorire il mantenimento di un peso sano. Dott. Cesare Garagnani Dott. Cesare Garagnani Medico chirurgo Specialista in dermatologia e pediatria Libero professionista, Bologna Domande agli specialisti Arte-terapia Curarsi con la creatività Dottor Garagnani, sappiamo che si interessa da molti anni di arte-terapia. Vorremmo sapere quali possono essere secondo lei, le eventuali indicazioni terapeutiche e se anche i bambini possono trarne vantaggi. Ritengo che anche nel nostro Paese, se pur con un certo ritardo, l’interesse per l’arteterapia sia sempre più vivo. Infatti potrebbe trattarsi di un vero e proprio contributo terapeutico “NON FARMACOLOGICO” utile nella medicina preventiva, nei disturbi funzionali a prevalente componente psicosomatica, in campo pediatrico anche nella prima infanzia per stimolare le capacità creative attraverso lo stimolo delle forme e dei colori. Allora possiamo stabilire che l’inizio di questa terapia scaturisca dal rapporto che si instaura tra il fruitore e l’opera? Certamente il rapporto FRUITORE-OPERA può quindi considerarsi terapeutico ed il dialogo che si instaura nel tempo può evolvere positivamente. C’è un riconoscimento dell’emozione ed una proiezione nel quadro, una trasformazione dinamica nel perdurare dello scambio energetico. Un artista, nell’atto di dipingere o di scolpire, trasferisce parte della propria energia e tale energia interagisce con il campo energetico del fruitore e dello stesso artista. Vorremmo sapere per quale motivo possiamo provare grandi emozioni anche quando osserviamo un’opera eseguita da un autore poco famoso o addirittura sconosciuto. Sappiamo che la materia è costituita da particelle infinitesimali che vibrano. In campo scientifico è noto infatti che i costituenti della materia sono un aggregato più o meno complesso di tre soli costituenti elementari: l’elettrone, il protone e il neutrone. Nel nostro caso, possiamo ritenere che l’artista ed il fruitore sono accomunati da un campo energetico ed entrano in risonanza con l’opera. Possiamo provare quindi grande emozioni anche con un’opera eseguita da un autore sconosciuto o comunque non famoso. La causa risiede nel fatto che se due campi energetici hanno in comune determinate frequenze, possono entrare in risonanza. Per questo motivo è importante appendere alle pareti degli ambienti in cui trascorriamo la maggiore parte del nostro tempo opere verso le quali ci sentiamo particolarmente attratti. Non sono quindi indispensabili grandi firme perchè vengano a crearsi quelle importanti reazioni di transfert e controtransfert a carattere terapeutico. Via Jussi 38 S.Lazzaro di Savena, Bologna Tel. 051 463140 - Cell 335 666864 www.cesaregaragnani.com l’increzione dei neurotrasmettitori e facciano aumentare rapidamente il tasso delle “endorfine”, sostanze capaci di influenzare favorevolmente le funzioni immunobiologiche del nostro organismo. In questo modo credo che l’arte, nella sua essenza, assuma un ruolo sempre più importante per il nostro equilibrio psicosomatico, restituendoci così le nostre importanti capacità vitali. Concludendo, ritiene che in seguito a queste osservazioni ripetute possano verificarsi reazioni cliniche favorevoli? Possiamo concludere che in campo medico è noto come le gradevoli sensazioni migliorino 7 Dott. Alessandro Gennai Domande agli specialisti IL VISO: tocchi leggeri di armonia Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica Specialista in chirurgia generale Socio AICPE (Associazione Italiana Chirurgià Plastica ed Estetica) Socio EAFPS (The European Academy of Facial Plastic Surgery) Libero professionista, Bologna Tel. 051 6494945 www.gennaichirurgia.it circa 2 cm nel cuoio capelluto. Grazie alla visione endoscopica il chirurgo può eseguire l’intervento di riposizionamento dei tessuti senza lunghe cicatrici. Parte integrante di questa tecnica è l’innesto di cellule adipose e staminali: non materiali estranei ma propri tessuti, vivi, in grado di rigenerarsi e di ridonare tono e armonia al viso senza rischi ed in modo naturale. Attraverso una microcannula (diametro mezzo millimetro) si estrae dal tessuto del paziente sia adiposità che cellule staminali quindi vengono purificati e iniettati nel viso Memoria della nostra vita, dei nostri affetti, delle nostre esperienze: questa memoria è scritta nella nostra mente e dipinta sul nostro viso. Tutta la nostra vita è racchiusa nello scrigno della nostra mente e la sola finestra aperta sulla nostra memoria è il nostro viso e il nostro sguardo . Tante cose possiamo raccontare senza parlare: un’espressione, uno sguardo sono il nostro specchio della memoria. Il nostro viso si modifica nel corso della nostra vita accumulando memoria delle nostre esperienze; cambiarlo sarebbe come mettere un velo sul nostro magico specchio. “Mirror mirror on the wall who is the finest in the world” chiedeva una regina maligna al suo specchio per sapere chi fosse la più bella; lo specchio rispondeva Biancaneve; tutti noi abbiamo la nostra Biancaneve, nessuno può ricercare la bellezza assoluta ma la propria bellezza . La bellezza è armonia, dolcezza, espressione e memoria: questo il chirurgo estetico deve rispettare per ridonare luce ad un viso spento dal tempo. Per questa 8 ragione sempre chiedo alle mie pazienti una loro fotografia di qualche hanno prima: è importante comprendere come quel viso si è modificato per riarmonizzarlo nel rispetto della sua memoria, delle sue espressioni , dei suoi sentimenti. Oggi la chirurgia estetica deve essere chirurgia dell’armonia, deve agire in “punta di piedi” con tecniche sempre più delicate e meno invasive e utilizzando le risorse presenti nel nostro corpo prima di ricorrere a materiali estranei. Nasce così la chirurgia endoscopica del volto (MIVEL Minimal incisions vertical Endoscopic Lifting): questa tecnica da me standardizzata già dieci anni fa, proprio quest’anno è stata pubblicata su una delle riviste scientifiche americane più accreditate: OPRS. Questa tecnica permette di riarmonizzare il viso attraverso una metodica endoscopica (quindi solo con piccole incisioni tra i capelli), senza “tirare” la pelle e cambiare l’espressione del viso. L’endoscopia si esegue con una telecamera di 4mm di diametro che viene introdotta attraverso piccole incisioni di MIVEL è una tecnica che nella maggioranza del casi è possibile eseguire il regime di Day Hospital senza necessità di anestesia generale e ricovero. Dopo circa 10 giorni è possibile ricominciare una vita sociale e lavorativa normale. MIVEL Minimal Incisions Vertical Endoscopic Lifting degenza: Day Hospital anestesia: locale con sedazione cicatrici: solo piccole incisioni in mezzo ai capelli ritorno vita sociale: 10/15gg Dr.ssa Marina Fornaro Direttrice Lloyds Farmacia Comunale Marconi via Marconi, 47 Casalecchio di Reno (Bologna) Tel. 051 - 57.50.97 per VIVERE BENE ...usiamo un po’ di cervello! Il cervello è un complesso meccanismo quasi prodigioso, e per certi versi anche misterioso, perché si può ipotizzare che la sua evoluzione continui. È in grado di immagazzinare un numero sconfinato di informazioni, è la centrale di una complessa rete di comunicazioni. Noi possiamo richiamare alla mente immagini di luoghi visti tanti anni prima e ricordare episodi dell’infanzia, e questo è possibile perché il cervello e’ in grado di generare una corrente elettrica grazie a due minerali, il SODIO e il POTASSIO, che va a stimolare la liberazione di specifiche molecole dette neurotrasmettitori e mediatori chimici, che a loro volta agendo sui tessuti nervosi garantiscono la trasmissione di segnali e informazioni dalla nostra banca dati. Un cervello vitale mantiene efficiente l’intero organismo, bisogna pertanto evitare che si atrofizzi e che si presentino disturbi caratteristici del declino cerebrale come alterazione della memoria, ronzii, mosche volanti davanti agli occhi. Più il cervello lavora, più si mantiene in salute e non è vero che con l’avanzare dell’età subisce alterazioni che impediscono di studiare. L’apprendimento dipende dalle capacità di creare nuovi circuiti elettrici e finché ciò accade ci si può arricchire di nozioni. Il cervello crea nuovi neuroni fino a 70 anni e tende ad atrofizzarsi con l’inerzia. Il cervello consuma il 20% di tutta l’energia prodotta dal corpo. Questa energia viene assorbita tramite Glucosio, ecco perché un calo della glicemia può provocare una diminuzione della capacità di concentrazione, vertigini e disturbi della visione. In tal caso è utile ingerire carboidrati complessi come pasta, pane, oppure zuccheri semplici come saccarosio o miele. Tutti vanno assunti comunque con moderazione. Vediamo ora quali e come agiscono alcune sostanze sulla funzionalità cerebrale. Numerose sostanze partecipano ai meccanismi responsabili della memoria e sono quindi necessarie per il buon funzionamento del cervello. Il GINGKO BILOBA è una pianta largamente usata nel mondo per migliorare l’afflusso di sangue al cervello e quindi la memoria, la concentrazione e l’acuità mentale. Protegge il cervello dai danni procurati dai radicali liberi, molecole molto reattive che possono danneggiare irreversibilmente le cellule e il DNA, rende più fluido il sangue, migliora la distribuzione di ossigeno e glucosio al cervello. Per la prima volta si parlò di GINGKO nel 2800 a.c., agisce come agonista del GABA. L’Acido Gamma Beta Ossi Butirrico(GABA) si trova normalmente nel cervello sano in alte concentrazioni, esso nutre le cellule cerebrali. La CREATINA aumenta la quantità di energia che serve al cervello per eseguire calcoli matematici. Gli OMEGA 3 sono acidi grassi essenziali presenti nelle membrane cellulari ed essenziali per il mantenimento della loro integrità.Si trovano in alcuni tipi di pesce come il salmone,nei crostacei,negli olii vegetali come l’olio di lino,di semi di canapa,di ribes nero e olio di colza,nelle uova. Possono aiutare a mantenere giovani i neuroni favorendo gli scambi di informazioni tra di loro. 9 Dr.ssa Marina Fornaro Direttrice Lloyds Farmacia Comunale Marconi Casalecchio di Reno (Bo) Scopri la Farmacia Comunale o Lloyds Farmacia Comunale più vicina a te sui siti www.lloydsfarmacia.it e www.farmaciapertutti.it La COLINA,che troviamo nelle noci,nelle uova e nella carne,aumenta le riserve di acetilcolina necessaria per la trasmissione degli impulsi nervosi. Questa capacità,in caso di stress, può ridursi causando vuoti di memoria. Il deficit cognitivo può manifestarsi non solo con l’avanzare degli anni o in presenza di alcune patologie ma anche a causa di altri fattori come il fumo di sigaretta e la produzione di radicali liberi, vale a dire molecole instabili capaci di danneggiare il Dna procurando una progressiva usura di corpo e mente. Il fumo di sigaretta,oltre a rappresentare un fattore di rischio cardiovascolare, può accelerare il processo di atrofia cerebrale. Non ci sono ancora grosse conoscenze relative all’associazione tra esposizione passiva al fumo e deficit cognitivo ma vi sono sempre più evidenze che anche il fumo passivo può incrementare il rischio di demenza nei pazienti anziani. Sono numerose le sostanze capaci di arrestare il processo ossidativo che nelle nostre cellule è la stessa reazione chimica che fa arrugginire un chiodo. Vitamine A,B,C,E, acido folico. Sia questo che la vit.B12 contrastano anche l’eccesso di omocisteina responsabile di danno cardio-vascolare e invecchiamento cerebrale . Minerali: selenio, zinco, potassio. Acido Lipoico capace di rigenerare le vitamine che, una volta ossidate, non sono più utili all’organismo, di aumentare la sintesi di glutatione, la cui concentrazione diminuisce con l’avanzare dell’età, ed infine riduce i danni dell’invecchiamento nei mitocondri delle cellule. Resveratrolo: è un flavonoide presente nella buccia dell’acino d’uva, ha azione antinfiammatoria, antiossidante e fluidifica il sangue. Bacche di GOJI:potente antiossidante proveniente dal Tibet,Mongolia e Cina. Protegge il Dna prevenendo i danni, aiuta a migliorare la vista,stimola il sistema immunitario, conferisce energia. NAC(N-acetilcisteina), precursore del glutatione che è il più potente ed importante fra gli antiossidanti prodotti dall’organismo, un anti radicali liberi naturale. Arriva al cervello, reni, fegato, polmoni, pelle. È ottimo per i fumatori. MSM (metilsulfinilmetano) le cui proprietà derivano dal contenuto in zolfo. È questo un componente essenziale delle cellule in cui si trova in notevole quantità. È presente soprattutto nelle proteine muscolari(in particolare negli amminoacidi solforati),in alcuni coenzimi (glutatione, omocisteina), nei difosfolipidi del tessuto nervoso, in alcune vitamine,nella condroitina della cartilagine articolare. Melatonina:regolarizza il ritmo sonnoveglia,ha proprietà antiossidanti, antagonizza gli effetti delle sostanze che danneggiano il muscolo cardiaco. Licopene,il più efficace dei carotenoidi. Zeaxantina e Luteina svolgono azione protettiva sulla retina con effetto duplice. Da una parte riducono il danno ossidativi e dall’altra assorbono alcune lunghezze d’onda. Molte di queste sostanze si trovano in numerosi integratori. Nella panacea del nuovo mondo della Nutraceutica, non bisogna dimenticare il primo medical food in 10 commercio, ovvero una specifica combinazione di nutrienti che è in grado di stimolare la formazione, il mantenimento ed il funzionamento delle sinapsi ed è stato in grado di dimostrare la sua efficacia clinica nei pazienti affetti da Alzheimer in fase iniziale. Ma la prevenzione dell’invecchiamento si fa anche con un corretto stile di vita. L’alimentazione influenza in modo decisivo il mantenimento di buone prestazioni di memoria: una dieta equilibrata ricca di frutta,verdura cruda e fresca, povera di grassi saturi e ricca quindi di vitamine e di alimenti ad azione antiossidante, fornisce gli elementi necessari ad un buon funzionamento dell’organismo e del cervello. Quindi via libera ad arance, a carote, uva, pomodoro, melograno, finocchio, papaia, broccoli, te verde, cioccolato. Pensate, consumare cioccolato può far vivere anche un anno in più. Bisogna inoltre tenere il giusto peso la qualcosa garantisce una vita più lunga perché si riduce il rischio di aterosclerosi,tumore del colon e diabete. Per migliorare l’attività cerebrale è necessario cambiare spesso abitudini, in modo che il cervello compia azioni a cui non è abituato, passeggiare molto in modo da aumentare il fattore neurotrofico,mantenere bassa la pressione perché chi ha la minima alta è piu facile che soffra di amnesia, non fare più cose contemporaneamente in modo da favorire la concentrazione, migliorare la qualità del sonno e mantenere la mente in allenamento con lettura, poesia, musica, e tutto ciò che favorisce la memoria. In poche parole per vivere bene usiamo un po’ di cervello! wDott. ssa Stefania Taraborrelli Medico Chirurgo Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Libero professionista, Bologna Domande agli specialisti Infertilità: quando la cicogna non arriva Dr.ssa Taraborrelli sono molte le coppie che si rivolgono a Centri Specializzati perché desiderose di avere un figlio che non arriva? L’infertilità di coppia (definita dalla comunità scientifica internazionale come l’incapacità a concepire dopo 12-18 mesi di rapporti non protetti) è un fenomeno in crescita che riguarda circa il 1520% delle coppie desiderose di prole ed è una problematica particolarmente sentita soprattutto in paesi industrializzati laddove le non corrette abitudini di vita (il fumo, le droghe , i disturbi alimentari, lo smog) e soprattutto il posticipare l’età della ricerca del primo figlio (in particolare per la donna), sono consuetudine di molti. L’età della donna e dell’uomo incidono nella stessa misura sulla infertilità di coppia? L’età media delle donne che si rivolgono ad un centro di PMA (procreazione medicalmente assistita) è addirittura in aumento (passa dai 35,4 anni nel 2005 ai 36,3 anni nel 2010) e il successo per ciclo dei trattamenti (ICSI-FIVET) in termini di gravidanza, è inversamente proporzionale all’età femminile. I dati raccolti dal Registro Nazionale dimostrano infatti come si passi dal 30% di gravidanze in donne con meno di 34 anni al 7% in donne di età maggiore di 42 anni. È evidente quindi quanto l’età femminile giochi un ruolo cruciale in termini di fertilità soprattutto poichè gli ovociti sono cellule sensibili all’invecchiamento. La letteratura scientifica recente ha dimostrato inoltre come anche per l’uomo l’avanzare dell’età (soprattutto dopo i 40 anni) possa incidere negativamente sulla qualità del liquido seminale e sul rischio di abortività. Quale consiglio darebbe ad una coppia che non riesce a procreare? Il consiglio più prezioso è quello di affrontare questa problematica delicata direttamente in Centri Specializzati poiché numerosi sono i test diagnostici per studiare l’apparato riproduttivo. È fondamentale quindi un inquadramento esperto personalizzando il percorso diagnostico ottimale al fine di non perdere tempo prezioso alla fertilità della coppia. Quali sono i punti fermi della legge 40 del febbraio 2004 e quali le modifiche che sono state apportate? La legge 40 ha regolamentato in Italia una materia assai delicata come quella della PMA permettendo l’accesso alle tecniche di questo ambito, esclusivamente alle coppie formate da maggiorenni eterosessuali, coniugate o conviventi, in cui entrambi siano viventi e in età potenzialmente fertili e vietando la fecondazione eterologa (cioè l’utilizzo di ovociti o spermatozoi esterni alla coppia) GynePro Medical S.r.l. Via T. Cremona 8, Bologna Tel. 051 442094 - Fax 051 441135 [email protected] www.gynepro.it e la maternità surrogata (utero in affitto). Fino al 2009 la crioconservazione degli embrioni era vietata (quella degli ovociti era permessa e lo è ancora oggi), ma con la sentenza di Cassazione n°151 del 2009 anche questa limitazione è stata superata: è possibile crioconservare embrioni qualora il trasferimento degli stessi possa mettere a repentaglio la salute della donna, allineandoci ai paesi europei e a quelli d’oltre oceano. Quindi l’attuale normativa italiana permette di eseguire le stesse procedure attuabili all’estero e, al di là della fecondazione eterologa, una coppia non ha nessuna indicazione a rivolgersi a centri non italiani. Quali sono le novità in materia di PMA? La PMA è un campo scientifico in continua evoluzione dove diversi professionisti (medici-embriologi-genetisti-andrologi) collaborano per favorire la procreazione. Due sono i filoni di studio di maggiore interesse nell’ultimo periodo: mentre un primo filone è teso a studiare la recettività dell’endometrio mediante sonde genetiche (ERA TEST e altre metodiche similari) al fine di trovare il miglior timing nel trasferire l’embrione, l’altro su cui si sta sollevando molta attenzione e per cui è rinato interesse scientifico internazionale, è lo screening preimpianto degli embrioni per lo studio dell’intero patrimonio genetico embrionale (PGS). 11 Dott. Stefano Valbonesi Medico chirurgo Specialista in odontostomatologia Libero professionista, Bologna Domande agli specialisti Un giorno senza un sorriso... è un giorno perso In che maniera un dentista può confrontarsi con…lo specchio del tempo? Un dentista si confronta con lo specchio del tempo quotidianamente, come qualsiasi medico, confrontandosi ogni giorno con i propri pazienti, osservandone i cambiamenti, l’evolversi delle loro richieste, delle loro necessità e il progredire delle tecniche terapeutiche per soddisfarle. I passi in avanti che l’odontoiatria ha fatto solo negli ultimi sessant’anni sono incredibili se paragonati anche con tutti quelli che aveva fatto nei 3-4 secoli precedenti: ecco allora che un primo riflesso che lo specchio del tempo ci rimanda è l’evoluzione e l’avanzamento delle tecniche che quotidianamente usiamo, ma non solo. Sarebbe diminutivo e miope non pensare alle mutate aspettative odontoiatriche in senso di informazione, prevenzione, salute ed estetica, che hanno le persone di oggi rispetto alle generazioni precedenti. Così come sono cambiate le esigenze e i bisogni di tutti nella vita di tutti i giorni così sono cambiate le esigenze e i bisogni dei nostri pazienti. Quali sono stati allora secondo lei i maggiori progressi dell’odontoiatria di questi decenni così importanti? Da un punto di vista di metodo e di obiettivo, quindi il più importante perché le tecniche e gli strumenti possono cambiare ma il metodo e l’obiettivo no, sicuramente la prevenzione delle malattie dei denti e del loro apparato di sostegno. La prevenzione è oggi il ramo più importante dell’odontoiatria perchè ci permette, con speranza di alte percentuali di successo nel tempo e di soddi12 sfazione professionale, di applicare poi tutte le altre discipline: con un paziente motivato alla prevenzione che riesce a mantenere ben pulita la propria bocca è possibile fare tutto, nel caso contrario no. Questo è sicuramente l’obiettivo che noi cerchiamo, quotidianamente, di applicare allo Studio Associato Nove Archi, il nostro studio. Nel numero precedente proprio di questa rivista due dei miei tre soci, la dottoressa Licia Rosati e il dottor Lorenzo Garagnani, hanno già a lungo illustrato questo importante argomento. Per ritornare alla sua domanda allora, le altre grandi innovazioni, dal punto di vista prevalentemente tecnico, sono state, a mio parere tre, in ordine cronologico: 1) Adesione (1955). Un ricercatore statunitense di origine italiana, Buonocore, scopre il modo per fare aderire materiali da otturazione allo smalto del dente e nel 1991 il giapponese Nakabayashy realizza un sistema analogo per la dentina. Nel 1985 furono introdotte in odontoiatria le metodiche per cementare adesivamente la ceramica ai denti, i primi manufatti ad essere impiegati sono state delle faccette attuando un cambiamento epocale. Con l’adesione si è aperto il capitolo, in buo- Studio Associato Nove Archi via Irnerio 41, Bologna tel 051 4212411 www.novearchi.it [email protected] na parte ancora da scrivere, dell’odontoiatria minimamente invasiva: grazie all’adesione le otturazioni possono avere dimensioni molto ridotte ed esteticamente validissime, si possono ricostruire i denti posteriori molto danneggiati con ricostruzioni parziali, senza dovere limare completamente il dente, utilizzando intarsi in ceramica invece di corone complete. Si possono infine restaurare in maniera ottimale, esteticamente e funzionalmente, i denti anteriori, con un minimo sacrificio di tessuto dentale sano, con faccette in ceramica che rappresentano sicuramente il massimo connubio fra estetica, funzione e odontoiatria minimamente invasiva. 2) Impianti osteointegrati (1965). Lo svedese Brannemark, dopo avere scoperto nel 1952 che il titanio può “integrarsi” con il tessuto osseo, nel 1965 inserisce il primo impianto in titanio in un essere umano aprendo così la strada dell’implantologia osteo integrata. Con gli impianti, che possono essere visti come radici artificiali, il dentista può sostituire denti mancanti senza dovere necessariamente ricorrere a ponti protesici e senza quindi coinvolgere denti sani come pilastri. Le persone edentule possono oggi dire addio alle dentiere e pensare a diverse soluzioni per riabilitare con impianti e con protesi fisse la loro bocca: ma di questo parla il mio terzo socio, il dottor Andrea Gandolfi, proprio in questo stesso editoriale. 3) Sistemi CAD CAM (1987). L’utilizzo di sistemi di progettazione computerizzata (CAD) di parti protesiche (intarsi, corone, faccette, ponti e parti di protesi rimovibili) e la loro realizzazione mediante fresatura (CAM) ha notevol- Nelle foto incisivi superiori con amelogenesi imperfecta (difetto congenito dello smalto) ricostruiti con faccette in ceramica mente ridotto la possibilità di errori, ha reso possibile l’utilizzo di nuovi materiali e ha portato ad un abbassamento dei costi di produzione. Come vede, lo “specchio del tempo” ci restituisce immagini che vengono dal passato ma che si proiettano nel futuro e il futuro contiene una sfida che vogliamo assolutamente vincere: soddisfare appieno le attese dei nostri pazienti, senza dimenticare che tutte le persone sono, per fortuna, diverse, uniche e così pure le loro necessità. Lei ha spesso citato le esigenze del paziente, quali sono oggi le principali? La persona che viene a una prima visita ha, in genere, il desiderio o la necessità di raggiungere questi obiettivi to estetico, oggi, più che in passato, è diventato uno dei goal di primaria importanza per i nostri pazienti: denti bianchi, ben allineati, ricostruzioni in ceramica che possano competere con quelli di personaggi noti che tutti noi siamo ormai abituati a vedere continuamente in televisione, al cinema, sui rotocalchi e, ancora di più, in rete. Immagini che sono diventati per tutti un punto di riferimento da emulare. Non dimentichiamo inoltre che il risultato estetico è il primo che una persona può facilmente giudicare senza dovere aspettare un tempo per il controllo funzionale: un restauro dentale o una ricostruzione protesica potranno anche essere eseguiti nel migliore dei modi ma se non soddisfa il paziente da un punto di vista cosmetico, è un insuccesso. 1) Eliminare il dolore. In un paziente addolorato, l’eliminazione del dolore diviene lo scopo più importante e prioritario rispetto a ogni altro: si elimini il dolore e al resto si penserà dopo. Oggi nella nostra città, per fortuna, le urgenze per dolore sono sicuramente molto diminuite. 3) Miglioramento della funzione masticatoria e sostituzione di denti mancanti. Come già accennato, i pazienti cui manca un dente, o gruppi di denti, oggi sanno già di non dovere necessariamente ricorrere ai classici ponti per poterli sostituire: la richiesta quindi di eseguire impianti è una delle più frequenti. 2) Migliorare l’estetica del sorriso. Il raggiungimento di un ottimo risulta- 4) Non voglio più la dentiera! È sempre maggiore il numero di pazienti anziani che non vuole più protesi totali rimovibili, ma aspira a ricostruzioni fisse su impianti. Questo oggi è di solito possibile, eventualmente usando tecniche chirurgiche e implantari diverse. Per questo rimando alla chiacchierata con il dottor Gandolfi. Va aggiunto che i nostri pazienti sono molto attenti alle metodiche igieniche e di sterilizzazione applicate nello studio la soddisfazione che manifestano costituisce per noi un grande incoraggiamento in tempi in cui la velocità, la quantità e il basso costo sembrano essere più apprezzati della qualità. Per concludere, cosa vediamo nello specchio per il futuro? Lo specchio non è una sfera di cristallo, ma qualcosa posso dire. Il futuro che noi costruiamo è spesso il frutto del nostro lavoro e del nostro impegno passato e quotidiano: non ci sarebbe nessun futuro altrimenti. Questo in tutte le attività umane. Ricordiamo davvero che le tecniche e gli strumenti possono cambiare, il metodo no. “Un giorno senza un sorriso è un giorno perso”. (Charlie Chaplin) Cit. in Anna Lupo Bari, Inseguire una stella, Greco&Greco editori, Milano, 2004, p. 78) 13 Dott. Fabrizio Zambonelli Domande agli specialisti Fisioterapista - Mezierista Esperto in Antiginnastica® Libero professionista, Bologna La memoria del corpo Via dal Lino 22 Bologna Cell. 328 4 120 120 [email protected] www.psicoterapiacorporea.net www.facebook.com/Fisioterapia.Bologna è scritta nella sua forma… che può cambiare in meglio a qualunque età! Dottor Zambonelli, lei è fisioterapista, Mezierista ed esperto in Antiginnastica®: cosa vuol dire? Il metodo Mézières è uno speciale trattamento fisioterapico individuale: serve a ristabilire una postura simmetrica e armoniosa. È utilizzato in moltissime patologie o disturbi del sistema muscolo scheletrico, acute o croniche, con o senza sintomi. tutti gli avvenimenti. Anche a quelli che si sono dimenticati. Tutte queste reazioni hanno dato al vostro corpo la forma che esso ha in questo momento. Come si può fare per ritrovare la mobilità e la forma perdute? E l’Antiginnastica®? L’Antiginnastica® la si pratica invece in gruppo. L’esperto propone piccoli movimenti sottili e potenti. L’azione produce benefici duraturi su rigidità, contratture e squilibri dovuti rall’accorciamento di alcuni muscoli. Entrambi i metodi sono nati in Francia. L’Antiginnastica® da Thérèse Bertherat, una fisioterapeuta della scuola di Francoise Mézières che per prima ha elaborato una visione rivoluzionaria dell’anatomia: il corpo è una totalità dove ogni elemento dipende dall’altro. Perché il nostro corpo accumula così tante tensioni? Il corpo conserva MEMORIA di tutti gli avvenimenti della vita, coscienti ed inconscenti. Rimangono sotto forma di contratture muscolari e ne alterano la forma, la mandibola si contrae, le spalle si incurvano, il colo si irrigidisce, i movimenti diventano sempre gli stessi. Si riduce la loro ampiezza, la varietà. Per tutta la vita ripetiamo questi pochi movimenti senza mai metterli in questione, senza comprendere che sono campione limitato delle nostre possibilità. Sta dicendo che molte tensioni sono legate ALLA MEMORIA del corpo? Tensioni e rigidità sono le reazioni del corpo agli eventi della vita. I muscoli degli occhi, delle mascelle, del diaframma, le gambe, i piedi hanno reagito a 14 tano i vostri slanci. Anche la respirazione riprende la sua ampiezza naturale. Dottore, come si svolge una seduta di Antiginnastica®? L’esperto guida i clienti con dei movimenti piccolissimi, precisi, che corrispondono alla esatta fisiologia dei muscoli, senza mai forzare. In questo modo, quasi impercettibilmente, si risveglia ogni singolo muscolo, dal più grande al più piccolo, dal più noto al più sconosciuto. Risvegliando tutte le zone dimenticate della muscolatura, ci si libera da una serie di dolori e di rigidità, a cominciare dal mal di schiena. Diceva Thérèse Bertherat: “Potete smettere di consumarvi inutilmente. Di invecchiare anzitempo dato che non utilizzerete più dieci volte l’energia necessaria a muovervi, ma solo l’energia giusta per ogni gesto. Potete far lavorare per voi muscoli che oggi non siete nemmeno in grado di individuare. In questo modo si rivelerà il vostro vero corpo, armonioso, equilibrato e autonomo.” Allora la forma del corpo si può cambiare? La buona notizia è che nulla è irreversibile: a qualsiasi età, la muscolatura è malleabile Si può ritrovare la mobilità e la vitalità dei muscoli che gli eventi passati hanno accorciato, atrofizzato. Io utilizzo in genere due metodi complementari il Metodo Mézières, individuale, e l’Antiginnastica®, lavoro di gruppo, permettono di entrare profondamente in contatto con il corpo e liberarlo dalle tensioni. In particolare l’Antiginnastica® è un vero viaggio attraverso il corpo e la sua memoria per scoprire come il corpo nel corso degli anni si è organizzato con grande finezza, si è protetto, si è adattato. Ogni seduta di Antiginnastica® grazie a precisi e fisiologici movimenti, risveglia parti del vostro corpo di cui avevate perso la percezione, magari bloccate dopo traumi antichi o recenti. Con la pratica acquisite la capacità di liberarvi da soli da quelle rigidità e dolori che limi- Si pensa che la forma del corpo sia una conseguenza della struttura delle ossa e che quindi non si possa cambiare. Per fortuna nei muscoli niente è irreversibile: le fibre muscolari hanno sempre la capacità di contrarsi e allungarsi e con un lavoro adeguato la forma del corpo può migliorare a qualsiasi età. L’Antiginnastica® e il Metodo Mézières permettono di conservare o ritrovare la buona forma, prevenire e curare le patologie che derivano da una postura scorretta. PER UN PROGETTO EDUCATIVO CENTRATO SULLA CRESCITA DELLA PERSONA INVESTI NELLA FORMAZIONE DEI TUOI FIGLI OFFERTA DIDATTICA PROGETTI • Scuola dell’infanzia • Scuola primaria • Scuola secondaria di primo grado • Scuola secondaria di secondo grado: • Liceo Linguistico • Liceo economico sociale (LES) • 4 e 5 anno del Liceo classico e scientifico • Collaborazione con l’Università di Bologna e stage di collaborazione con aziende del tessuto produttivo regionale. • Scuola aperta: disponibilità dei docenti a guidare gli studenti in attività di ricerca, approfondimento e recupero. • Laboratori di lingua: inglese, francese, e spagnolo PER ELEMENTARI E MEDIE • doposcuola • attività sportive • studio della musica nel pomeriggio Su richiesta è possibile visitare l’Istituto via D’Azeglio, 55 • Bologna • Tel. 051 6449552 • www.collegiosanluigi.it ISCRIZIONI APERTE FINO AL 28.02.2014 Sei alla ricerca di approfondimenti e di notizie di carattere clinico? 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