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Società Meteorologica Italiana - www.nimbus.it diretta da Luca Mercalli - Elaborazione grafica: Centimetri.it OGGI Previsioni Un impulso di aria più fredda raggiunge le regioni alpine. Abbastanza soleggiato al mattino ma con addensamenti a ridosso dei rilievi e su Cuneese; in giornata e in serata variabilità con qualche rovescio su rilievi, in prevalenza tra Biellese, bassa Valle d'Aosta, Torinese, Cuneese e Astigiano, nevoso da 700-800 m. Venti deboli o moderati da nordest con rinforzi. Temperatura in calo. AO TO DOMANI AO TO Previsioni Temperature (C˚) Si ristabiliscono correnti più asciutte da nordovest con ampie schiarite. Ben soleggiato con innocue velature dal pomeriggio e più estese in serata con addensamento delle nubi sui settori alpini di confine con Savoia e Svizzera. Venti deboli variabili a bassa quota, da nordovest in montagna con rinforzi alle testate vallive. Temperatura stazionaria, rischio di lievi gelate notturne anche in pianura. Torino Umidità relativa Qualità dell’aria Precipitazioni Min. Max. Torino Ieri Ieri 9 Un anno fa 10,2 21,3 21,8 Alle 8 Alle14 70% 23% 1 2 3 4 5 6 7 Ottima Buona Discreta Mediocre Poco salubre Insalubre Molto insalubre Ieri fino alle 19 Totale del mese 6,8 mm Media del mese dal 1803 al 2007 55 mm Marzo più piovoso 1892, 232 mm Estremi del mese dal 1753 al 2007 Limite pioggia/ neve oggi 02/03/1785 Min. -11,3 20/03/2002 Max. +30,0 Nord Sud 700-800 m. 700-800 m. a cura di Provincia di Torino e Arpa Piemonte TORINO MERCOLEDÌ 19 MARZO 2008 torino.repubblica.it REDAZIONE DI TORINO Via Roma, 305 | 10123 | tel. 011/5169611 | fax 011/533327 | CAPO DELLA REDAZIONE PIER PAOLO LUCIANO | VICARIO ROBERTO ORLANDO | INTERNET torino.repubblica.it | e-mail: [email protected] SEGRETERIA DI REDAZIONE tel. 011/5169611 | fax 011/533327 dalle ore 9.00 alle ore 21.00 | TAMBURINI fax 011/533327 | PUBBLICITÀ A. MANZONI & C. S.p.A. | C.so Vittorio Emanuele II, 68 | 10123 TORINO | tel. 011/5527511 | fax 011/5527580 L’autopsia: un errore medico dietro la morte di Martino Lo stop di Borgione Il caso U na lesione al diaframma è la probabile causa della morte di Martino Audibert, il bimbo di Cesana torinese deceduto al Regina Margherita nella notte tra l’8 e il 9 marzo. Lo rivelerebbe l’autopsia eseguita venerdì scorso. Martino era ricoverato dopo una terribile caduta da un castello gonfiabile ma sembrava fuori pericolo. I medici avevano ipotizzato che a ucciderlo fosse stato un embolo improvviso. Il perito incaricato dalla Procura di Biella ha sessanta giorni per depositare l’esito ufficiale. GIUSTETTI A PAGINA V Dodici indagati dalla Finanza l’apparecchio comprato online Cellulari e sms intercettati così spiavano mogli e fidanzate Martino Audibert, il piccolo morto per un incidente mentre giocava su un castello gonfiabile “Case ai gay? Prima diamole alle coppie fertili” DIEGO LONGHIN MEO PONTE A PAGINA VII Il leader del Pd, accolto da diecimila persone in piazza Castello, lancia Boccuzzi e cita Giovannino Agnelli Veltroni, la sfida targata Torino Sulla Tav il sindaco attacca: “Il partito deve dire che se vinciamo si fa” Presidente, assessori e consiglieri ecco le denunce dei redditi 2006 E’ un ingegnere il più ricco di Palazzo Lascaris A PAGINA IV Veltroni in piazza Castello Il caso ALLE PAGINE II E III Il racconto L’inchiesta Tra le facce della piazza La campagna che non c’è SARA STRIPPOLI MARCO TRABUCCO I na campagna elettorale che non c’è. O che se c’è non si vede, se non sugli schermi televisivi o nelle piazze che ospitano i comizi dei grandi leader nazionali. Un campagna forse carsica, invisibile e imprendibile perché anche molto elettronica, che non si esprime più con i manifesti negli «appositi» spazi e in cui non si vedono più le facce dei candidati, di quelli piccoli e medi, né dal vero né in foto. Né si sentono più le loro voci. SEGUE A PAGINA III l primo è lui, in piedi dalle quattro del pomeriggio per non perdere il posto sotto il palco. La vera fidelizzazione comincia così, da ospite d’onore al desco di una famiglia «comune». Pietro Maniglia e la moglie sono arrivati in piazza quando c’era ancora il sole. «Il 12 ottobre il segretario era da me a pranzo, adesso non potevo mancare». Quando, da poco passate le nove di sera, Renzo Arbore dal palco apre la serata di Walter Veltroni a Torino, Pietro va in visibilio. E con lui tutte le prime file, i fan incalliti, quelli del «Si può fare». SEGUE A PAGINA II U N ell’assegnazione dei nuovi alloggi popolari di via Artom precedenza alle coppie fertili. La richiesta, che rischia di suscitare tensioni nella maggioranza della Sala Rossa, è dell’assessore all’Assistenza, Marco Borgione, che ieri nella riunione di giunta ha chiesto di fermare la delibera firmata dai colleghi Roberto Tricarico, alla Casa, e Ilda Curti, alle Periferie. Documento che definisce i criteri per l’assegnazione dei nuovi alloggi che Palazzo Civico sta costruendo in via Fratelli Garrone, al posto delle due torri abbattute tra il 2003 e il 2004. «Bisogna approfondire — dice Borgione — per questo ho chiesto di sospenderla. Credo che nell’assegnazione degli appartamenti, così come sono previsti punti in più per le coppie che hanno figli minori, debba essere previsto un meccanismo che avvantaggi le coppie che possono avere figli». SEGUE A PAGINA IV La mostra La società ha deciso: saranno investiti 105 milioni I designer brasiliani al Lingotto con la collezione Von Vegesack Il Delle Alpi raso al suolo al suo posto Arena Juventus Le poltrone fatte di orsetti dei geniali fratelli Campana EMANUELE GAMBA MARINA PAGLIERI D opo due anni di riflessioni, patimenti, pentimenti, ripensamenti, la Juventus ha infine deciso: si farà lo stadio, se lo farà nuovo, ridurrà il Delle Alpi (diciotto anni di età, ed è già fuori moda) in briciole e su quelle macerie costruirà quella che porta il nome provvisoria di Juventus Arena, in attesa di venire battezzata dallo sponsor che finanzierà una parte dei 105 milioni che il club bianconero ha messo in preventivo di spendere. SEGUE A PAGINA IX annunci.kataweb.it Pugno duro della Equitalia che potrà rateizzare i debiti Nei guai chi non paga le tasse: scattano le ganasce fiscali ipotecate 500 case FEDERICA CRAVERO A PAGINA IX «Q uesta non è una tradizionale mostra di design, ma un punto di vista artistico su una raccolta di oggetti». Alexander von Vegesack, fondatore e direttore del Vitra Museum di Weil am Rhein, espone per la prima volta alla Pinacoteca Agnelli — stasera l’inaugurazione della mostra “Scoprire il design” — tutti gli ambiti della sua straordinaria collezione, messa insieme a partire dagli anni 60. SEGUE A PAGINA XVI I Brooklyn Funk Essentials primo gruppo della stagione Parte all’Ossigeno la festa meticcia per i diciott’anni di Musica 90 ALBERTO CAMPO ALLE PAGINE XII E XIII CASA, LAVORO,VACANZE, ELETTRONICA,INCONTRI. Tutti gli annunci sono online. MERCOLEDÌ 19 MARZO 2008 TORINO CRONACA -25 AL VOTO ■ II Tav, il sindaco all’attacco “C’è ambiguità nel Pd, non si vuole dire che se vinciamo si fa” DIEGO LONGHIN SARA STRIPPOLI ON mi resta altro che andare a far volantinaggio, casa per casa, in Val di Susa per far conoscere la posizione del Pd sulla Tav». Prima ha cercato di trattenersi, di evitare nuove polemiche, dopo quelle sulla marcia e la manifestazione proTav in Val di Susa, poi, poco prima del comizio di Veltroni, il sindaco Sergio Chiamparino non si è più tenuto. «Ho chiesto al Pd di fare una manifestazione simbolica forte in Valsusa — dice il sindaco — nelle forme e nei modi più opportuni, ma con lo scopo di fare chiarezza, di spiegare alla gente che se vince il Pd la Torino-Lione si fa. Ora il Pd non riesce ad organizzarla o vuole promuovere cose diverse. Capisco anche che non si voglia rompere con la sinistra o creare problemi all’interno dello stesso partito. Così però non si fa chiarezza». E aggiunge: «Al massimo andrò io, insieme al mio segretario Bongiovanni, a fare volantinaggio in buca. E mentre ci siamo organizzeremo comizi con il megafono. Faremo i corner democratici. L’opinione pubblica, sia quella valsusina sia quella italiana, deve sapere cosa intende fare il Pd sulla Torino-Lione, ma sembra quasi che non lo si voglia dire o si preferisca dirlo in modo ambiguo». Chiamparino si rivolge in maniera indiretta al segretario del Pd regionale, Gianfranco Morgando. Il leader regionale del partito, dopo che il sindaco ha lanciato l’idea di una manifestazione Sì-Tav, ha frenato le voglie del primo cittadino, indicando nell’Osservatorio e nel tavolo governativo la strada maestra da seguire. «Vorrei ricordare che l’Osservatorio è nato anche «N Lo sfogo dopo una giornata di tensioni nel partito sulla manifestazione grazie al mio sforzo — spiega il sindaco — e conosco il valore di questo percorso. Allo stesso tempo non possiamo considerare l’Osservatorio come un liquido amniotico, un rifugio quando non si ha una posizione netta. Ricordo che al più presto i tecnici dovranno esprimersi su un tracciato, su i tempi e sui i costi del collegamento ferroviario. I tecnici non stanno facendo altro che studiare un’ipotesi di linea». Le parole del sindaco arrivano dopo l’incontro di ieri ad Avigliana sul convegno che il 3 aprile dovrebbe avere per tema lo sviluppo della valle di Susa. Scintille, veti e finale pausa di riflessione con la prospettiva di organizzare un doppio appuntamento: uno a Torino dedicato alla Tav, e uno il 3 aprile ad Avigliana a parlare di sviluppo ad ampio raggio. A far decollare i litigi è stata la proposta di Stefano Esposito di far sedere al tavolo il sindaco di Torino, e con lui anche il presidente della comunità montana bassa valle Antonio Ferrentino. Il sindaco di Avigliana, Carla Mattioli, non concede spazio a molte dichiarazioni ma dice con voce ferma che se l’iniziativa del 3 aprile è destinata a diventare un dibattito pro e contro l’alta velocità, «io non ci sarò. E non lo organizzo». A quel tavolo, dice ancora il sindaco di Avigliana, potrebbero partecipare i presidenti di organismi sovracomunali, Antonio Saitta e Mercedes Bresso. «E a me personalmente piacerebbe ci fosse Della Seta, considerata l’attenzione che in questo comune è stata data all’ambiente». Sulla presenza di Chiamparino Mattioli non dice altro se non che «non mi sembra che la questione dello sviluppo della valle di Susa sia sua competenza», e su Ferrentino replica che «non è del partito democratico». Alla fine la sintesi: «Non voglio problemi di ordine pubblico sul mio territorio. Voglio che si discuta dei 12 punti del programma di Veltroni, di cui condivido 11 punti e mezzo. Non credo che in valle di Susa ci sia necessità di una seconda linea, ma con gli altri sindaci ribadiamo la fiducia nell’osservatorio». La coordinatrice provinciale Caterina Romeo dice che la decisione sarà presa oggi, ma in discussione c’è la possibilità che un appuntamento dedicato alla Torino-Lione sia organizzato in altra data e in altro luogo, cioè non in valle di Susa. «Nel convegno del 3 aprile si parlerà di sviluppo del territorio», dice ancora ammettendo di non condividere la posizione espressa dal compagno di Sinistra Per Stefano Esposito sulla necessità che il sindaco di Torino non sia escluso. Esposito su questo punto entra nella questione a piede fermo. Ricorda l’ordine del giorno approvato il 10 marzo dalla giunta di Avigliana contro l’alta velocità e pungola il partito democratico ad essere trasparente: «Io sono contrario alla proposta del sindaco di fare una marcia. Ma non accetto che l’opposizione sul suo nome diventi pregiudiziale. Altrimenti non si capisce come si possa sostenere che in tema di sviluppo del territorio il sindaco non abbia competenza. E perché mai non ci dovrebbe essere Ferrentino nel suo ruolo di presidente della comunità montana. Il Pd dice di voler dialogare con tutti, è ora di dimostrarlo». Il racconto Le posizioni ‘‘ ,, CHIAMPARINO ‘‘ ,, MATTIOLI ‘‘ ,, ESPOSITO Non mi resta che Non ci sto se Sono contrario all’idea andare a distribuire il dibattito di Avigliana di Sergio, ma non volantini in Valsusa è destinato a diventare voglio pregiudiziali con il mio segretario un pro o contro l’opera nei suoi confronti Bandiere del partito, ma anche del Tibet. Diecimila persone, battute e applausi. Poi tocca a Boccuzzi E tra i volti di piazza Castello spunta a sorpresa Renzo Arbore (segue dalla prima di cronaca) RENZO Arbore il ruolo del mattatore: «Da Veltroni comprerei anche una macchina usata. Anzi, quando lascia il pullman quasi quasi me lo compro». L’introduzione è di due giovanissime: la bionda e la mora, studentesse illuminate sulla strada della politica. «Se non fosse piazza Castello potrebbe essere Sanremo», se la ride il solito cinico che non riesce a mettere da parte la tendenza sabauda a un pizzico di dissacrazione. Ma dopo Arbore è Boccuzzi, cambio di scena. Arriva l’attacco a Berlusconi: «La battuta del Cavaliere sulle donne precarie che devono cercarsi il ricco da sposare è un’offesa a tutti noi». La piazza applaude, diecimila persone è il verdetto finale, le bandiere si agitano senza sosta, i cellulari catturano immagini. Quelle bianco-rosso-verdi del Pd, ma anche quelle del Tibet, portate in piazza in quantità dall’entourage del sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti. A chiacchierare con i suoi in attesa dell’inizio. Più defilati i radicali, anche loro avvolti dalle bandiere tibetane. Sotto il palco, in posizione di maggiore visibilità, i Moderati di Portas. Missione (impossibile?), mandare il leader Giacomo a Roma: «Si può senz’altro fare». Fra i più entusiasti i cinquanta arrivati in pullman da Piossasco. Due giorni fa hanno fondato il circolo, adesso sono in piazza con due ore di anticipo per non perdere il contatto diretto con l’atmosfera più calda. Lì accanto tre giovanissimi, due già convinti, il terzo no. Si chiama Mattia ed è venuto perché è il suo primo voto e non sa proprio dove sbattere la testa. «Oggi da Veltroni, giovedì vado a sentire Fini. Poi decido. Si fa così, no? Cerco di capire cosa ci possono offrire, non è facile». E a proposito di giovani, per la piazza si aggira Claudio Ferrentino, che oltre ad essere un attivista convinto del Pd è pure il figlio del presidente della comunità montana Antonio. È uno dei quattro ragazzi che dovrebbe salire sul pullman di Veltroni a salutarlo, come avviene a ogni tappa. Ogni volta la stessa scena. I ragazzi si entusiasmano e chiamano casa chiedendo a Walter di mandare un saluto a casa. «E se Claudio gli passasse papà Antonio, schierato per la Sinistra democratica? Potrebbe nascere un bel dibattito sulle infrastrutture», sfottono gli amici. Claudio è carico, sfoggia la A sua felpa «Attivati», slogan lanciato a misura di giovani. L’iniziativa è nazionale, spiega, ma a Torino «è passata dal virtuale al reale. Apriamo una piccola sede e siamo già in 120». I giovani ci sono e qualcuno invece della spilla con il simbolo del Pd, chiede malizioso se al gazebo distribuiscono anche i preservativi marchiati con il logo del partito. Su un lato la «Politica», ovvero i politici. Che si raggruppano e poi si sparpagliano in piccolo sottogruppi. Correnti dell’ultima ora? Da piemontese doc il segretario Gianfranco Morgando non si sente proprio a suo agio in questo clima un po’ yankee, ma il tour piemontese se lo è fatto tutto e gli è sembrato ottimo. Il vicesegretario Roberto Tricarico scommette con il segretario una cena sul numero delle persone presenti. Lui punta su ventimila. Troppo ottimista, gli toccherà pagare. C’è il notaio Il reportage Il caso Moncalieri, il Pd chiede le dimissioni dell’assessore ora passata alla Sinistra IL PD attacca, la Sinistra Arcobaleno si infuria. Succede a Moncalieri, dove il capogruppo del Pd Dario Drigo ha chiesto le dimissioni dell’assessore alle politiche sociali Silvia Di Crescenzo, eletta nell’Ulivo e da alcuni mesi passata a Sinistra democratica. «Alla luce dei cambiamenti serve una verifica di giunta», dice Drigo. Sembra inopportuno, afferma, Drigo che Di Crescenzo faccia campagna per Sinistra democratica mantenendo una carica per la quale è stata eletta in quota Pd. Immediata la reazione di Maurizio Trombotto di Sd, ieri impegnato nei tre presidi della Sinistra arcobaleno dedicati a laicità, sicurezza e diritti delle donne: «L’assessore sta lavorando per portare bene il programma dell’amministrazione di centrosinistra ed è stata eletta nella lista dell’Ulivo. Drigo vuol tornare all’epoca dell’occupazione del potere da parte dei partiti. È questo il vero volto del Pd? Spero che il sindaco confermi le deleghe a Di Crescenzo». (s. str.) Francesca Cilluffo, dodicesima nella lista del Piemonte 1, che ha lasciato il marito a casa e guardare i bambini. E c’è il presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio che l’accoglie con un gran sorriso. Pietro Marcenaro ha il braccio al collo per una frattura ma non rinuncia a farsi largo fra la folla. Il presidente regionale del partito Sergio Soave ha l’aria divertita. I momenti peggiori per lui sembrano passati, adesso si va al raccolto. «Si può fare». Molti altri, tanti. Assessori comunali, il sindaco di Settimo Aldo Corgiat, Sergio Chiamparino. Dicono che il parcheggio del Comune sia pieno di auto di consiglieri dell’opposizione e la battuta circola: «Forse in incognito ci sono anche loro. Spiano, provano a copiare». Veltroni comincia a parlare e il primo riferimento è a un torinese, Giovannino Agnelli. (s.str.) Da Aosta a Vercelli, un viaggio in provincia prima dell’approdo nel capoluogo E alla fine la Borsa risi applaude Walter scalda la roccaforte di An DAL NOSTRO INVIATO VERCELLI — La sala della Borsa risi applaude e grida «Walter, Walter». Non è tanto normale in una roccaforte di An. Fino a un certo punto la platea di Vercelli era stata più silenziosa non solo dei biellesi, incontrati nel primo pomeriggio, ma anche degli aostani della mattina. L’applauso scatta quando il segretario del Pd accenna al tema del precariato: «Ai ragazzi non si può far credere che il modo migliore di riuscire nella vita è sposare un miliardario». Applaudono i giovani, naturalmente, ma anche quelli con i capelli grigi che potrebbero essere i loro nonni. Nella seconda giornata del suo tour piemontese, Veltroni incontra due città relativamente ricche, come Aosta e Biella, e un’area che sta uscendo solo adesso dalla crisi degli ultimi anni. In tutto tremila persone accorrono ai comizi prima del finale della serata in piazza Castello. Ad Aosta arriva Luciano Vio- In Vallée spunta Violante: che effetto fa non essere in corsa? Differenza minima A Biella si accende la polemica sui precari: lui dal palco raccoglie la provocazione lante. Che effetto fa la prima campagna elettorale da «non candidato»? «Non c’è molta differenza — risponde l’ex presidente della Camera — perché si partecipa comunque a una sfida. Mi fa piacere che il nuovo corso di Veltroni stia attirando molti giovani, persone che prima avevano molta più difficoltà ad interessare». Prima di entrare nella sala del Teatro Giacosa (cinquecento posti tutti occupati) Veltroni incontra i due parlamentari valdostani Roberto Nicco e Carlo Perrin. Sul tavolo, tra le altre questioni, il problema del collegamento ferroviario con Torino. «Quanto serve per realizzare l’opera?», chiede il segretario del Pd. «Quaranta milioni subito», è la risposta. A Biella, in piazza Santa Marta, ci sono il sindaco, Vittorio Barazzotta, l’europarlamentare Gianluca Susta, e il consigliere regionali Wilmer Ronzani. La piazza è la più calda tra quella incontrare in giornata. Non mancano le contestazioni, peraltro isolate. Qualcuno si presenta con un cartello dove allo slogan «Si può fare» è stato anteposto con il pennarello un grosso «non». E quando Veltroni parla del problema dei precari c’è chi si alza a chiedere polemicamente: «Chi ha approvato la legge sul lavoro interinale?». Veltroni dal palco raccoglie la provocazione: «Vogliamo fare l’assemblea? Facciamola. La legge sul lavoro interinale è un conto, la precarietà un altro. Con la flessibilità si può entrare nel mondo del lavoro, con la precarietà non si può vivere. La vicenda del trentanovenne torinese che si è suicidato perché non gli avevano rinnovato il contratto, è lì a dimostrarlo». Prima di partire per Vercelli c’è tempo per incontrare i vertici della squadra di basket biellese: visita, dono della maglia e del gagliardetto, foto di gruppo con gli atleti dell’Angelico. E una confessione: «Sono qui non perché presidente onorario di Federbasket ma proprio perché vado matto per questo sport». Poi la tappa finale a Torino Oggi il tour nelle province di Veltroni si sposta in Lomellina. Tornerà in Piemonte domani, per le ultime due città in calendario: Asti e Cuneo. (p. g.) MERCOLEDÌ 19 MARZO 2008 TORINO ■ III Udc Casini ad Asti e Alba Pace tra Vietti e Gaiotti TAPPE piemontesi oggi per Pier Ferdinando Casini, presidente dell’Udc, il partito, che dopo le polemiche dei giorni scorsi, ha stretto accordi con la Rosa Bianca di Savino Pezzotta e l’Udeur. La prima tappa di Casini è prevista ad Asti dove, alle 11.45, nel Palazzo municipale, parteciperà ad un incontro pubblico. Il tour proseguirà ad Alba dove alle ore 16.15 inaugurerà il “Casini Point” di piazza Duomo e alle 17 interverrà ad un incontro pubblico al Palazzo Congressi di piazza Medford. In serata, Casini (capolista alla Camera Piemonte 1) sarà a Saluzzo per un comizio nell’ex caserma Musso di piazza Montebello alle 20.45. I suoi luogotenenti piemontesi, nel frattempo, sono riusciti a stringere l’intesa con la nuova formazione centrista che in Piemonte ha come principale esponente Sergio Gaiotti, che sabato scorso aveva disertato la presentazione delle liste Udc. Altro accordo, ieri, con cioà che resta dell’Udeur mastelliano. Spiega il vicesegretario Michele Vietti: «Gli amici hanno assicurato il loro sostegno alle nostre liste. Si e’ cosi realizzata una convergenza politica che rappresenta un ulteriore passo verso la costituzione anche in Piemonte di un centro moderato alternativo sia al Pd sia al Pdl». IL TIBET È la bandiera del Paese sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, a sventolare sulla piazza che accoglie i simpatizzanti del segretario del Partito Democratico Il candidato premier e il ritorno nel posto da cui è partita la sua avventura: “In questi nove mesi è successo di tutto” Il colloquio Veltroni e Torino: questa città è lo specchio della mia sfida PAOLO GRISERI ORNA dopo nove mesi: «In questo frattempo è successo di tutto». Da quel giorno di giugno nella sala gialla del Lingotto quando il sindaco di Roma aveva deciso di lanciare la sua candidatura a segretario del Pd, lo scenario politico ha subito un’indubbia accelerazione. Mentre l’insegna dell’ «Oreal» annuncia l’ingresso a Torino dall’autostrada, Walter Veltroni osserva dal finestrino le prime luci della città che ha segnato gli ultimi mesi della sua esperienza politica: il lancio della candidatura a segretario in giugno, la chiusura della campagna per le primarie in autunno e ora il tour elettorale per le elezioni politiche. Perché il sindaco di Roma sceglie una metropoli del Nord industriale per lanciare la sua sfida? Veltroni sorride: «Perché Torino, la storia re- T LEADER Walter Veltroni è arrivato ieri sera a Torino. Oggi sarà in Lomellina, poi domani tornerà in Piemonte. Accanto un disegno di Mannelli ‘‘ ,, A L’inchiesta LE SIMILITUDINI Patri di Bobbio e del riformismo, ma anche simbolo di una rinascita possibile cente di Torino, è un po’ lo specchio della sfida che io vorrei lanciare al paese. La sfida riformista è quella che rende possibile ciò che, nelle condizioni di oggi, pochi credono si possa fare. Fino a pochi anni fa quanti credevano che Torino avrebbe avuto la capacità di uscire dalla crisi in cui era finita?». Torino come simbolo di una riscossa possibile ma anche di una sfida dall’esito incerto. Perché rompere con la sinistra radicale può costare caro. Proprio qui a Torino non sono pochi quelli che ritengono più facile realizzare la Tav con Rifondazione al governo che con Bertinotti all’opposizione: «Con la sinistra radicale abbiamo realizzato una separazione quasi consensuale. Siamo più liberi di sostenere con coerenza le nostre posizioni. Noi siamo convinti che si debbano realizzare le infrastrutture di cui questo paese ha bisogno. La Tav è una di queste. E nella democrazia biso- (segue dalla prima di cronaca) MARCO TRABUCCO L PUNTO che l’altro giorno la stessa Emma Bonino, capolista del Pd al Senato in Piemonte ha dichiarato: «Perché non faccio campagna elettorale? «Nessuno mi ha chiesto nulla, per ora. Ho offerto delle disponibilità, ma non mi pare che per il momento siano state raccolte». Forse perché nessuno, a parte Veltroni, Casini, Berlusconi, Bertinotti, Boselli e Santanchè, si sta impegnando davvero. «Non potrebbe essere altrimenti — conferma Carlo Chiama, segretario torinese del Pd — il meccanismo che non prevede la preferenza fa sì che tutta la campagna sia imperniata sul partito e non sul candidato. Così non c’è più lo stimolo a girare a fare campagne personali. E quei pochi che le fanno risultato invisibili. È un fatto grave che fa venir meno il rapporto diretto tra elettore ed eletto». «Confermo: non essendoci l’impegno dei singoli candidati la campagna elettorale è ormai in gran parte televisiva — dice Osvaldo Napoli, parlamentare di Forza Italia — Ed è quella dei grandi leader. Io però continuo a lavorare come se esistesse ancora il collegio elettorale, mando lettere a tutti i ca- gna discutere ma poi decidere». La periferia industriale di Torino Nord comincia a lasciare spazio alla città vera. Il pullman imbocca i grandi viali che conducono al centro. Veltroni torna a riflettere sul destino che ha finito per legarlo alla città e alla sua tradizione culturale: «Questa è la città di Bobbio, la città di riferimento del riformismo italiano. Ma è anche il simbolo di una rinascita possibile. La città della tradizione industriale e operaia, la città delle crisi e delle riscosse. E anche la città che ha saputo vincere gli stereotipi che le avevano appiccicato addosso. Torino ha saputo riprendersi dal punto di vista industriale ma anche scoprire nuove vocazioni». Il pensiero di Veltroni corre inevitabilmente alla Reggia di Venaria: «Alla sua ristrutturazione avevamo cominciato a la- vorare quando ero ministro e il compito sembrava improbo. Anche lì una sfida che pareva impossibile. Oggi Venaria è uno dei gioielli dell’arte italiana. La conferma che quella scommes- ‘‘ ,, L’ALTA VELOCITÀ Noi siamo convinti che si debbano realizzare certe infrastrutture: e la linea è tra queste sa di tanti anni fa è stata vinta. Non da una persona sola ma da tutti coloro che ai diversi livelli di responsabilità hanno saputo impegnarsi. A cominciare da chi ha diretto le scelte degli enti lo- cali». Il rapporto con Sergio Chiamparino, Mercedes Bresso e Antonio Saitta («degli ottimi amministratori») è di lunga data. Ma sul palco di piazza Castello ci sarà anche un personaggio imprevisto dalle cronache politiche di pochi mesi fa. La presenza di Antonio Boccuzzi nelle liste del Pd, come quella di Ciro Argentino nella Sinistra arcobaleno è la prova tangibile che la tragedia della Thyssen ha colpito nel profondo anche la politica: «Il problema della sicurezza sul lavoro è innanzitutto una questione di civiltà, uno dei metri con i quali si misura una nazione». Le luci di piazza Castello compaiono in fondo a via Po. Davanti alla cancellata di palazzo Reale il palco è pronto. Walter Veltroni si prepara al terzo comizio di fronte ai torinesi in meno di un anno. Da destra a sinistra, politici divisi su un rito che sembra limitato ai big nazionali Viaggio nella campagna che non c’è “Ma dopo Pasqua ripartirà come sempre” Maccanti, giovane leghista: “Noi del Carroccio battiamo sempre piazze e mercati” VOLTI CELEBRI Sui manifesti (pochi per ora) solo i leader nazionali. da Berlusconi a Veltroni, a Casini pifamiglia, giro per mercati organizzo serate. Se non servirà questa volta potrebbe servire in futuro con un nuovo sistema elettorale». Diversa l’opinione di Agostino Ghiglia segretario provinciale (e candidato alle politiche) per An: «No la campagna elettorale non è scomparsa: è solo addormentata: c’è stato poco tempo adesso c’è Pasqua che rende inutile molto impegno: ma subito dopo, vedrete ripartirà come un tempo. Per lo meno noi del Pdl qui a Torino non lasceremo nulla al caso perché vogliamo recuperare consensi dopo il minimo storico raggiunto con le elezioni comunali del 2006. Vogliamo iniziare ad abbattere il totem Chiamparino. Che poi qualche candidato sicuro dell’elezione non abbia granché voglia di consumare scarpe è sicuro». Anche Monica Cerutti, candidata della Sinistra Arcobaleno nega la morte della “campagna”: «Forse è morto il comizio classico. E certo il sistema elettorale è fatto per mettere in luce solo i leader nazionali. Ma il lavoro porta a porta è scomparso: forse è meno visibile anche perché adesso si può usare la rete, le email. Noi come partito lavoriamo molto sul passa parola». Alberto Goffi, segretario regionale (e candidato al Parlamento) dell’Udc è sulla stessa linea: «È vero che in giro si vede pochissima gente a far campagna elettorale. Noi però abbiamo scelto di candidare molti amministratori locali perché così sono loro i primi a promuoverci sul territorio. Poi abbiamo diviso la provincia di Torino in 24 zone e io, Vietti e Scanderebech le giriamo a turno tutte, due al giorno. Insomma i metodi non sono poi così diversi da quelli di un tempo». Elena Maccanti è una giovane candidata della Lega Nord alla Camera e contesta l’assunto: «Non è poi così vero, almeno per noi del Carroccio: anche perché noi nelle piazze e sui mercati ci siamo tutti i giorni, tutto l’anno. E in giro ci sono già i nostri manifesti: i ragazzi partono tutte le notti, è ancora gente entusiasta, che ci crede, la nostra». Protesta invece il candidato socialista Alberto Nigra: «Più che della scomparsa della campagna elettorale bisognerebbe parlare della nostra scomparsa, dalla campagna, oscurati dai media in particolare dalle tv. Reagiremo comunque con una campagna stile Anni Cinquanta, l’epoca della bella politica: comizi volanti nelle piazze, distribuzione massiccia porta a porta. la nostra sfida è farci conoscere da più gente possibile».