Moglie e figlia raccontano Giorgio Luraschi privato
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Moglie e figlia raccontano Giorgio Luraschi privato
RASSEGNA STAMPA 236 Edizione del coM:o Personalità eclettica Appatlonlto della vita, L'lllltlleltull. . r - Giolgio i.ufaschifu U110 studioso mal pedan!s e noioso, ricoo di motteplìclinterossì edi cletollltdlnlolo """"""""""'m;e ANNO XXXIV 22 GEN. 2013 LIIIOIII OOI!IIIIIIIIIIIe Combaltè a lungo la...,battagllaC<l!llrola maloltie, una leooemia che lo coslrinoo a ben due trapian6 di midollo osseo Moglie e figlia raccontano Giorgio Luraschi privato , 112 febbraio sarà consegnato l'Abbondino alla memoria dello scomparso docente - .--~=~,~--,.~La sua voglìa di ne, ndr).llsuovivereconla passione per la vita, vivere Entrambe riferiscono muoversi e di viaga mille, in casa, nell'inseche Giorgio Luraschi, giare .. Mi ha sempre gnamento, in vacanza... ». scherzando ma non trop- trasmesso grande Licia: «Concordo, ci ha po, insisteva perché sulla curiosità per la sco-. insegnato la passione per propria tomba ci fosse perta di cose nuove: questa lapidaria incisio- dagli scavi archeane: "Ve l'avevo detto". Era logici allo sfrenail suo modo per esorcizzato tifo calcistico per il Genoa ... re il male che l'ha portato via dopo anni nei quali lui Con lui ho gisi era battuto come un leorato per mezne per ritardare quel moza Italia fin mento. L'altra modalità da piccola. Assieme a con la quale guardava lui ho troavanti era semplicemente Ia sua straordinaria pasvato sione per la vita. · un'antiLosannobeneLiciaeSica "vemona Luraschi, figlia e neretta" moglie in seconde nozze in una del docente di Storia del villa dì diritto romano che se n'è via Zezio». andato il61uglio 2011 a 68 Simona,ladomandaè anni d'età, lasciando ancolare: qual è un ricordo che due gemellini di dieci Giorgio da marito? mesi avuti da Simona. «Semplicemente, la Nello scorso mese di dipresenza, il suo vivere stantemente la vita cembre il Comune dì Com o gli ha attribuito l'Abliare insieme, con la bondino d'Oro alla memodivisione del silenzio, de · ria.Èlaprimavoltachela lavoro,dell'invitodiamic massima benemerenza a casa. Era un marito pre cittadina viene assegnata sente, cosa rarissima. Col con questa formula. lui dieci anni valevani Sabato 2febbraio alle 11, cinquanta... ». a Villa Olmo, ci sarà la ceQual è stato per ciascun rimonia di consegna. di voi il suo più grande insE L'occasione è buona per gnamento? un ricordo a tutto tondo di Simona: «Per noi e pe tutti, è stata la massim. Giorgio Luraschi, studioso mai pedante e noioso, che ripeteva prendendo il ricco di molteplici inte- · prestito l'epigramma d ressi, amico di tanti e anMarziale: "Non est viver sed valere vita est" (la vit che di questo giornale sul quale è più volte intervenon è vivere, ma stare be nuto. Licìa, qual è il primo ri-~ cordo che viene alla mente del papà da bambi· na?_. .... (Servizio riservato aglì uffici del Comune di Como) le piccole cose e non soltantoperillavoro. Era entusiasta di tutto». . Potete riferire un ricordo della grande passione di Giorgio Luraschi per Co· ANNO XXXIV RASSEGNA STAMPA Edizione del coM:o mo? Licia: «Pur essendo nato a Genova, venne a Como quando aveva tre anni, e pur avendo insegnato nelle università di Pavia, Parma e Milano, diceva sempre che non avrebbe potuto vivere da nessun'altra parte. Quanti itinerari ha organizzato per mostrare ai suoi studenti la Como romana.'.. Diceva: ''Capisco Giulio Cesare quando decise di fermarsi qui"}). Simona: «Un suo motto era: "Meglio primo in una picco1acittàdella Gallia che secondo a Roma"... Tradotto: meglio seguire sempre la mia pas. sione. Quanto impegno ha messo nella battaglia perché l'Università dell'Insubria avesse la propria sede nei chiostri di Sant'Abbondio... . Era orgoglioso di avere discepoli, li chiamava proprio così e non "studenti". Sperava di lasciare loro qualcosa. Ne aveva mille e calcolava: "Se / uno di loro torna per dirmi che il mio insegnamento gli è servito, sono ripagato"}). Che cosa non soppor· tava? Licia: «Fondamentalmente, la prepotenza. Non sopi;>ortava il doppiogiochista, il superbo, l'arrivista. Conosceva persone di cultura stellare in tutta Italia, ma se qualcuno rientrava in una di queste categorie, non lo reggeva». Simona: <<È sempre stato un generoso e lo facevano arrabbiare le persone che non usavano la stessa misura. Se poteva, davanti alle ingiustizie, alzava la voce. Non sopportava l'arroganza». La sua passione per il cal· cio e per il Genoa erano an· che la metafora di qual· cos'altro? Licia: <<No, era puro divertimento. Per lui non c'era solo la partita di domenica, ma essere genoani per tutta la settimana, con una serie di riti scaramantici, il non parlarci se le cose andavano male ... Anche in questo caso, la sua era passione pura, vissuta intensamente come tutto il resto. Era abbracciarsi e piangere insieme sugli spalti dello stadio di Marassi. Certo, dietro c'era il ricordo di suo padre, della sua famiglia d'origine». Licia e Simona raccontano qui un aneddoto gustosissimo e, assicurano, autentico. Nel marzo 1992 il Genoa doveva incontra- (Servizio riservato agli uffici del Comune di Como) re il Liverpool per i quarti di finale della Coppa Uefa. Giorgio Luraschi, che all'epoca era docente all'UniversitàCattolicadi Milano, non voleva mancare quell'appuntamento per nulla al mondo. Per liberarsi dagli impegni nell'ateneo di largo Gemelli finse un convegno in Inghilterra. La sera del 18 marzo il grifone fece l'impresa: fu la prima squadra italiana ad espugnare l' Anfield Road, ma un malefico fermo-immagine della telecronaca Rai mostrò per qualche secondo Giorgio Luraschi accanto alla figlia Licia inequivocabilmente bardato di rossoblù. I suoi studenti proietta- 237 rono il filmato in un'aula della Cattolica. Qualcuno molto in alto non gradi e chiamò a rapporto il professore, chiedendogli conto del convegno. Luraschi recitò la lezione, ricca di particolari, che si era preparato, ma a un certo punto fu interrotto da un severo: "Ho visto, ho visto... ". Mai come allora senti di essere stato vicino a perdere il posto. Cosa non si fa per la passione del calcio. Cosa direbbe oggi Giorgio Luraschi del riconoscimento che Como gli tributa-con l'Abbondino? Simona: «Quando pareva che gli venisse assegnato già nel2011, pianse. Mi disse: "Pensare che i miei bambini sapranno che il loro papà l'ha ricevuto è il regalo più bello del mondo"». Giorgio Luraschi ha combattuto a lungo la sua battaglia contro la malattia, una leucemia che lo ha costretto a ben due trapianti di midollo osseo. La figlia Licia racconta un aneddoto: «In occasione del secondo trapianto dovette stare per dieci giorni in totale isolamento. Ci dissero che avrebbe potuto portare con sé un lìbrochesarebbestatosterilizzato con un procedimento complesso e costoso. Mio padre, sotto lo sguardo incredulo di medici e infermieri, scelse il "Giulio Cesare" di Christian Meier, un libro di oltre cinquecento pagine che aveva già letto più voi~)), Anche questa era passiOne. Marco Guggiari