Maria Pompilio - Voce di Padre Pio

Transcript

Maria Pompilio - Voce di Padre Pio
IAFELICE_SETTEMBRE 2011_Layout 1 14/07/11 19.42 Pagina 48
›
Luci su Padre Pio
Maria
d i MA RI A NNA IA F EL I CE
olto spesso mi è capitato, parlando con la gente, ma anche con amici e
coetanei, di avvertire da parte loro,
un certo disagio provato nei confronti di chi, come me, quotidianamente lavora con le carte, con i documenti che uomini e donne, molto spesso vissuti anche secoli fa, ci
hanno lasciato. Oltre al grande «fastidio» che alcuni proverebbero nel
lavorare con i «documenti vecchi
e impolverati», come li chiamano
spesso, molti provano addirittura
quasi una sorta di imbarazzo sgradevole all’idea di dover sfogliare
carte scritte su cui ormai il sigillo
del tempo si è posato.
Io ritengo invece che fare questo lavoro sia una grande ed immensa
fortuna, ritengo che nel mio piccolo ogni volta che si sfogliano dei
carteggi, o un diario scritto anni o
secoli prima, noi in un certo senso
siamo i “prescelti”, mi si passi il ter-
M
56 ·
SET T EM BRE
mine, i delegati a far rivivere per alcuni istanti queste persone. è su di
noi che il loro sguardo si posa come un sussurro flebile, per chiedere di non essere dimenticati, per
continuare a sopravvivere attraverso le loro parole affidate per
sempre ad una scrittura ora nervosa ed impaziente, ora ricercata e
pacata, come solo la grafia di una
donna sa essere.
Così mentre terminavo di leggere
le pagine delle Memorie su Padre
Pio, lasciateci in eredità da Maria
Pompilio, una sua figlia spirituale,
non ho potuto fare a meno di restare colpita da una frase contenuta alla fine del suo scritto, che lei definisce un «povero lavoro», quando chiede a coloro che un giorno avrebbero letto queste sue pagine,
di recitare una preghiera in suffragio dell’anima sua.
Di sicuro prima che capitassero fra
le mie mani, questi fogli sono stati
studiati e letti da altre persone, penso a padre Alessandro da Ripabottoni, a padre Gerardo di Flumeri e
IAFELICE_SETTEMBRE 2011_Layout 1 19/07/11 17.11 Pagina 49
57
V O C E D I P A D R E P I O . C O M
pompilio
(I)
Una figlia spirituale maturata nella sofferenza.
a padre Luciano Lotti. Ma in questo presente Maria è a me che stava
parlando, è a me che si rivolgeva,
perché consegnassi la sua storia a
voi, io che sono inciampata nella
sua vita per caso, ma proprio per
caso, in un giorno di inizio estate.
Maria viene “incoraggiata” a scrivere queste Memorie da padre Carmelo da Sessano. Siamo nel 1954.
E così, dopo essere andata in pensione il 1° ottobre 1947, con ben
quarantasei anni di servizio come
insegnante elementare, decide che
è arrivato il momento di raccontare il “suo” Padre Pio. Decide cioè di
mettere per iscritto tutto ciò che ha
«visto», «sentito» e «toccato», guidata solo da uno spirito di «pura
verità»; infatti, non si cura nemmeno della «bella forma», per timore
che questa potesse «guastare la purezza e la semplicità dei fatti».
E i racconti di Maria sono tanti,
troppi per condensarli in poche pagine. La sua vita a San Giovanni fu
scandita, infatti, dalla costante presenza del Padre e della famiglia
Forgione con la quale la donna
strinse un vero e duraturo rapporto di amicizia, ma anche delle tante persone che giunsero nel paese
garganico e a cui Maria dava accoglienza e di cui poi raccontò le vicende, in queste Memorie che non
sembrano affatto un diario, ma una lunga e piacevole conversazione, che Maria tiene, spiegandoci la
sua esistenza, i suoi cambiamenti, la
D
U
E
M
I
L
A
1 1
IAFELICE_SETTEMBRE 2011_Layout 1 14/07/11 19.44 Pagina 50
›
Luci su Padre Pio
maria
POmPiLiO
fu convinta da
padre Carmelo
da Sessano
a scrivere
le sue Memorie
su Padre Pio.
La vita di Padre Pio
è stata caratterizzata
da grandi sofferenze,
prevalentemente
di natura mistica.
Di queste sofferenze
Maria Pompilio è stata
una testimone privilegiata.
sua fede, guardandoci quasi negli
occhi, tenendoci accanto a sé, mentre la sua vita scorreva.
Originaria di San Giovanni Rotondo, Maria nasce il 26 settembre del
1876, conoscerà il frate in un giorno di novembre del 1916, quando,
nel salotto di casa di Esterina Merla, «anima grande ed umile», figlia
del dottor Giuseppe, lo incontra
per la prima volta. Padre Pio fu
condotto in casa Merla da padre
Paolino da Casacalenda, allora
guardiano del Convento. Quando
Maria lo vide, seduto sul divano,
gli si avvicinò subito per baciargli
la mano mentre il Padre la fissava
«con gli occhi grandi, belli, scintillanti, come due stelle e intelligenti.
58 ·
SET T EM BRE
Il suo viso era diafano, sereno, la
sua persona esile, ma tutta bella».
La guerra, in quel periodo, imperversava, oltre che nelle trincee, anche nelle case e nei salotti degli italiani, le cui conversazioni erano tutte incentrate su quell’argomento
che atterriva e schiantava ogni famiglia. Anche la prima conversazione di Maria con il Padre scivolò
su quell’argomento quando incominciarono a parlare di un frate,
Aurelio Ricci, allora al fronte, il quale in licenza, vestito da secolare, si
era recato proprio nel negozio del
fratello di Maria, Nicola, per acquistare colletti e polsini inamidati. Sentendo questo, Padre Pio si lasciò
sfuggire una frase che di sibillino
non aveva molto e, con un tono triste, esclamò: «Non passeranno cinque anni che costui non vestirà più
l’abito di San Francesco». Il frate, infatti, subito dopo la guerra, lascerà
il convento per farsi prete trasferendosi in Toscana.
Quando poi, l’anno successivo, furono richiamati alle armi sia Padre
Pio che il fratello di Maria, questa,
con le lacrime agli occhi, mentre
chiedeva una preghiera per Nicola ricevette la seguente risposta dal
suo volto sorridente: «Per san Giuseppe saremo di ritorno io e lui».
Infatti il Padre fece rientro il giorno 18 e Nicola rientrò il 19 marzo
per la licenza agricola, essendo
gestore di cinque versure di ter-
IAFELICE_SETTEMBRE 2011_Layout 1 14/07/11 19.44 Pagina 51
59
V O C E D I P A D R E P I O . C O M
reno nella contrada Mattine.
Maria, in tutti questi lunghi anni di
vicinanza, fu una testimone silenziosa e attenta delle molteplici sofferenze del Padre, soprattutto dopo la stimmatizzazione, e non mancherà di parlarne limpidamente
nelle sue Memorie.
Un giorno in sacrestia, racconta
Maria, mentre il Padre si vestiva
per celebrare la santa Messa in suffragio della mamma di una giovane, morta di recente, infilandosi la
stola, cadde bocconi sulla tavola in
cui erano collocati i paramenti. Nel
cadere lanciò una forte esclamazione di dolore, per poi mordersi con
una smorfia eloquente un labbro,
al che Maria che lo vide respirare
affannosamente esclamò: «Padre
fatemi soffrire un po’ a me di questo vostro dolore, voglio aiutarvi
scemandolo un pochino», ed egli
con uno sguardo di gratitudine
soggiunse: «Non sia mai, figlia mia,
soccomberesti all’istante». Ma Maria non si arrese e, con un po’ di
sfacciataggine, osò spingersi oltre
chiedendogli quale delle ferite fosse la più dolorosa: «Quella dei piedi e poi quella del petto».
Una mattina poi, ricordava sempre
Maria nitidamente, era un giovedì,
mentre si trovava vicino al Padre,
notò fra i suoi capelli, in prossimità
della fronte, alcune bollicine rosse ed appuntite come sproni, ma
quando fece per toccarle, il Padre
voltandosi con tanta calma le disse:
«Lascia stare, non guastare l’opera di Dio».
Maria in quegli anni, non mancò
di ospitare in casa molteplici persone giunte a San Giovanni Rotondo per conoscere il Padre, lei che
quando accolse donna Angelina,
zia dell’onorevole Caradonna, ne
accettò pure le confidenze, venendo a sapere dalla stessa signora che
per due o tre mattine di seguito,
suo malgrado, nell’ascoltare la Messa del Padre, non riusciva a non addormentarsi. Mortificata, riuscì a
confidare ogni cosa al Frate, con
uno sforzo indicibile da parte sua,
in quanto temeva di mortificarlo e
di offenderlo, ma il Padre le disse
solo: «Mentre io nella Santa Messa
soffro tanto da sentirmi morire, tu
dormi!». E questa fu, secondo Maria, una conferma ulteriore, come
se ce ne fosse bisogno, del fatto che
durante la Messa per Padre Pio i
dolori della Passione di Cristo si
rinnovavano quotidianamente.
Inizialmente Maria faceva parte di
quel gruppetto di donne, erano circa dodici, che riunite nella saletta
della foresteria, insieme al Padre
trascorrevano un paio di ore in
«santa conversazione», tanto che
Maria, una volta, accorgendosi del
numero, esclamò: «Padre siamo 12
come gli apostoli intorno a Gesù»,
padre paOLINO
da Casacalenda
fece conoscere
Padre Pio a tanti
sangiovannesi.
D
U
E
M
I
L
A
1 1
IAFELICE_SETTEMBRE 2011_Layout 1 14/07/11 19.45 Pagina 52
›
Luci su Padre Pio
ed egli tutto serio esclamò: «Sì, però manca Giuda». «Come ci sarà
Giuda fra noi? Padre non sarò forse io il Giuda?». Ma il Padre la rassicurò. Allora ecco che intervenne
Maddalena Cascavilla, con la stessa domanda: «Sarò forse io?». Allora il Padre disse: «No, non c’è ora
fra voi, ma ci sarà».
Questo, infatti, era solo il primo
gruppo di figlie spirituali del Padre. Quando, poi, la diffusione della notizia della stimmatizzazione
porterà a San Giovanni Rotondo
folle di persone, Maria si accorgerà
subito che le cose sarebbero cambiate e che quelle conversazioni con
il Padre non sarebbero state più così frequenti. E questa considerazione non mancò di esplicarla al suo
Confessore: «Ne verranno ancora
tante, tante, tante, ma le mie braccia si stenderanno tanto d’abbracciare tutto il mondo, voi però che
siete le prime, occuperete sempre
il centro del mio cuore».
Ma il comportamento affabile del
Padre, un bel giorno, all’improvvisò cambiò, repentinamente, come
quando in una giornata estiva il
cielo si copre improvisamente di
nubi minacciose e forti tuoni preannunciano un temporale: «D’ora
innanzi», esclamò un giorno, «non
sarò più accondiscendente, dolce,
come sono stato nel passato, ma
per volere di Dio mi vedrete severo, aspro, burbero anche da impressionare molti ed anche scandalizzarli». Infatti il Padre, se dapprima si mostrava nei loro confronti
molto attento e paterno, quando
comprendeva che era giunto il momento del distacco, allora ecco che
non esitava ad allontanarle da sé in
maniera drammatica e dolorosa. E
con Maria così fece. Maria piano
piano fu allontanata: «Mi parlava
per pochi minuti e subito mi mandava via per dar posto a qualche altra; quando mi avvicinavo per do-
60 ·
SET T EM BRE
l’attuale PIaZZa
Padre PIo
a San Giovanni Rotondo,
come si presentava
alla fine del 1916,
quando Maria
conobbe
il futuro Santo.
IAFELICE_SETTEMBRE 2011_Layout 1 14/07/11 19.45 Pagina 53
61
V O C E D I P A D R E P I O . C O M
mandargli qualche cosa non voleva ascoltarmi e alle volte mi cacciava malamente anche in presenza di altre, umiliandomi non poco». I sorrisi comprensivi e le conversazioni che riservava ad alcune
consorelle del Terz’Ordine, erano
negati a Maria, che però continuava a recarsi in convento con la speranza che il suo atteggiamento, prima o poi, potesse finalmente mutare. La stessa Nina Campanile,
un’altra figlia spirituale del Padre,
dispiaciuta per come Maria veniva trattata, gli disse un giorno: «Padre, ma quando vedete Maria vi
disturbate, e se fossi io in lei, non ci
metterei più piede in questo luogo». Il Padre allora con pazienza
«
le spiegò: «Lo dici tu che mi disturbo, è perché debbo plasmarla come dico io».
Maria intanto, seppur bistrattata,
non smetteva di recarsi in convento, nonostante questo comportamento che lei proprio non capiva;
questo avvenne fino a quando, una mattina, con le lacrime agli occhi, si sfogò: «Padre voi non mi
potete vedere ed allora io non verrò più qui».
La risposta che ebbe dal Padre fu
semplice ma chiara: «Prova a non
venirci e vedi se potrai farlo, intanto ti caccio, ti maltratto, ti fo soffrire
e tu non t’allontani, torni sempre ai
miei piedi, allora ti dico io in verità
che tu sei prediletta del mio cuore,
e sappi una buona volta che da me
non avrai più una soddisfazione.
Il fuoco che tu dovresti fare nell’altra vita, te lo farò fare qui».
Maria ammutolì all’istante, ma
quando in seguito si fermò a pensare a queste dure parole scrisse:
«Gesù mi fece comprendere l’alto
e sublime scopo a cui mirava il Padre. Quindi si dissiparono le tenebre che avvolgevano il mio spirito
e mi rassegnai col pianto nel cuore
a sottostare a quel duro e salutare
trattamento, a benedire quella mano paterna che mi percuoteva per
rendermi buona, umile, degna della vita eterna».
(Continua)
TU SEI LA PREDILETTA DEL MIO CUORE
D
U
E
»
M
I
L
A
1 1