Donne al timone: Vilma, allevamento in famiglia
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Donne al timone: Vilma, allevamento in famiglia
PROTAGONISTE NELLA SELEZIONE Donne al timone: Vilma, allevamento in famiglia di M. V. Bianconero vuole conoscere da vicino alcune delle allevatrici di Frisona Italiana. In questo numero è Vilma Golzio, che conduce l’allevamento Golfarm con il fratello Pierluigi a Favria, in provincia di Torino. S ono parecchie le donne titolari di imprese agricole, ma non sono moltissime quelle che lavorano nell’allevamento di vacche da latte, che oggigiorno è molto specializzato e richiede impegno, passione, dedizione fuori dalla norma. Sono caratteristiche con le quali si nasce o meglio, che vengono coltivate da una famiglia dove l’accudimento delle vacche è considerato parte integrante dell’essere agricoltori e non una fastidiosa incombenza. Nella famiglia di Vilma Golzio, l’attività dell’azienda agricola è sempre stata condivisa da tutti i componenti, i suoi genitori Giovanni e Teresa lavorano insieme da tutta la vita e per lei è stato naturale collaborare con loro e coinvolgere i suoi figli a farlo. Vilma gestisce, con il fratello Pierluigi, l’allevamento Golfarm a Favria, a nord di Torino, 130 vacche in mungitura che l’anno scorso hanno prodotto 9.918 kg di latte, con il 3,82% di grasso e 3,31% di proteine. Una mandria che negli ultimi 15 mesi ha avuto il 15% di soggetti valutati Molto Buono/Ottimo in apparato mammario e una media di punteggio di 81 all’ultima valutazione. L’allevamento ha esordito nel 2007 nelle mostre, portando Da sinistra Pierluigi, Elisa, Teresa e Vilma Golzio, Marina, Manuela Castellino. In seconda fila Giovanni e Fabrizio Golzio e Andrea Castellino. Tutta la famiglia collabora alla gestione dell’azienda e dell’allevamento 8 BIANCONERO . LUGLIO-AGOSTO 2012 a casa ottimi risultati, trainato dai quattro giovani dell’azienda iscritti al Dairy Club di Torino, i figli di Vilma, Andrea e Manuela Castellino e i figli di Pierluigi, Fabrizio ed Elisa Golzio. Vilma si occupa principalmente dell’allevamento ed è, a tutti gli effetti, un esempio della multifunzionalità femminile, perché munge, feconda, fa trattamenti e mascalcia, pulisce, tiene la contabilità e i registri di stalla, si occupa di tutti gli adempimenti burocratici, poi fa la mamma a tre figli, gestisce casa, orto, frutteto, pollaio e, infine, trova anche il tempo per curare fiori e piante, fare splendidi dolci decorati per tutti e produrre oggetti con la tecnica del decoupage – naturalmente con foto di vacche, tratte dalle copertine Vilma Golzio, titolare dell’azienda con il fratello Pierluigi. La creatività di Vilma appare anche nel suo ufficio, dove accanto al PC ci sono gli oggetti decorati a decoupage, sue creazioni e le sue piante, che sono state decimate dal rigido inverno scorso. Vilma si occupa anche delle decorazioni degli stand dei piemontesi o della provincia di Torino alle Mostre, nonché del catering dei dolci, sua specialità. “Se faccio un regalo è sempre qualcosa fatto con le mie mani”, dice GOLFARM RAGEOUT NAZIONE FIORE ZIDANE UZELOT dare una mano, quando c’è bisogno. Poi, ci sono i nostri genitori, sempre presenti e attivi. Ognuno di noi figli ha la sua casa, ma a mezzogiorno la mamma continua a fare da mangiare per tutti. ■ Ci racconti la storia dell’azienda Golfarm. FIORE SHOTTLE ZEBRA di Bianconero – che vanno anche ad abbellire gli stand del Dairy Club Torino in trasferta. Una donna “bionica”? Solo una donna di campagna, che ama la sua vita, la sua famiglia e le sue vacche. Ed una testimonianza di come il mondo degli allevatori sia ricco di belle persone, autentiche e positive. ■ Come è cominciato il suo coinvolgimento nell’azienda? Fin da piccola, essendo la primogenita, aiutavo i miei genitori a mungere, dopo la scuola. Quando mi sono sposata, nell’85, ho iniziato a lavorare a tempo pieno e mi sono adattata a fare un po’ di tutto, perché in campagna bisogna essere pronti per ogni ruolo. Così, se per qualche motivo sono da sola in azienda, sono autonoma. Ho imparato a preparare il carro unifeed, a usare il computer, guido il trattore – una tradizione di famiglia, mio fratello Pierluigi è stato campione italiano 4 anni di seguito di “Tractor Cross”, si occupa di tutti i lavori di campagna e di manutenzione macchinari -. Il mio ruolo principale è nella stalla, dove sto praticamente 360 giorni all’anno. In ferie non ci vado molto, mi prendo qualche pomeriggio, di tanto in tanto, ma, anche se mi fido di chi mi sostituisce, il mio pensiero rimane sempre qui, tra le mie vacche. Siamo fortunati perché sia io che mio fratello abbiamo i figli molto coinvolti nel nostro allevamento, partecipano agli eventi del Dairy Club di Torino e, anche se studiano o lavorano al di fuori dell’azienda, sono sempre pronti a Mio padre nel 1970 comprò qui a Favria, alla Borgata SS. Annunziata, una proprietà dove portò una ventina di vacche Piemontesi che teneva nell’azienda di mia madre. Poi gli capitò di introdurre in stalla una Frisona, vide la quantità del latte e cominciò a comprare delle manze gravide della razza, tenendo gli incroci con le Piemontesi per l’ingrasso, fino al 1985. In quell’anno un incendio distrusse lo stabile dell’ingrasso e ci decidemmo ad avere tutte Frisone in mungitura, acquistammo dieci manze a Cremona e iscrivemmo la stalla. Nel 1992, causa brucellosi, abbiamo eliminato tutta la mandria e dovuto ricominciare da capo, con 40 manze selezionate da varie stalle di buona qualità, che sono state la base della nostra mandria di oggi. Abbiamo comprato o affittato tutta la quota che mungiamo, perché non abbiamo avuto assegnata che una piccola quantità. Insieme alle Frisone sono rimaste le nostre Piemontesi, ne teniamo un piccolo gruppo di una trentina di nutrici e vendiamo i vitelli a circa quattro mesi per ingrasso o macello, a livello locale. ■ La produzione della vostra stalla sale costantemente, con grasso e proteine ottimi, solo nel 2008 c’è stato un calo, come mai? È stato l’anno in cui abbiamo risanato dallo Stafilococco aureus... un problema che ci siamo ritrovati in stalla, forse portato da qualche acquisto, con una percentuale del 60% di vacche colpite. Abbiamo eliminato alcuni capi e altre le abbiamo curate, usando un farmaco specifico, sulla base dell’antibiogramma e si sono ristabilite. Adesso riusciamo a mantenere una media di cellule sui 160-170.000. Se c’è qualche mastite, arriviamo a 200.000. Devo dire che un grosso aiuto è venuto dal sistema di disinfezione e asciugatura del gruppo nel nostro nuovo impianto di mungitura, che abbiamo in funzione dallo scorso anno. ■ A cosa destinate il vostro latte? Conferiamo il latte ad un caseificio che produce Grana Padano, ma abbiamo anche un distributore di latte fresco. Quindi, per legge, dobbiamo tenere due frigoriferi separati: è certamente un impegno, ma ormai abbiamo BIANCONERO . LUGLIO-AGOSTO 2012 9 La stalla delle vacche da latte è stata affiancata da una nuova struttura e, dallo scorso anno, da una nuova sala di mungitura 10 + 10 parallela ripagato l’investimento del distributore fatto nel 2006, per cui l’abbiamo mantenuto. Nonostante la forte pubblicità negativa che viene dall’industria, i consumatori del nostro prodotto lo apprezzano molto e ci sono fedeli. Il distributore si trova a Rivarolo, un paese di 12.000 abitanti poco distante da noi e se ne occupa mia cognata Antonella. ■ Quali sono le scelte di selezione su cui avete impostato la vostra stalla? Dal 1985, quindi dall’iscrizione, ho sempre usato il Programma Accoppiamento Anafi, con l’aggiunta di qualche toro che mi interessava particolarmente. Ho sempre comprato tori a latte, innanzitutto, e anche con un buon tipo, perché mi piacciono le vacche belle. Leadman, Skywalker, Champion sono i tori che mi hanno dato più soddisfazione, vacche forti, con tanto latte, che durano. Di Skywalker ne ho ancora tante in stalla, l’ho usato e riusato. Mi faccio consigliare parecchio dai tecnici Apa, scelgo tori non negativi sotto nessun aspetto ultimamente sono contentissima di Joriko, che mi ha dato manze corrette e molto funzionali con un sacco di latte, Baxter, del quale ho primipare straordinarie e Parocas, manze stupende, in questo momento è il toro italiano da usare, secondo me. Uso tante prove di progenie: la prima vittoria in mostra l’abbiamo avuta con una figlia di un toro in prova, Golfarm Rageut Nazione, e quindi abbiamo fiducia, dato che le nostre progenie sono sempre andate bene, usate a caso e acquistate quasi alla cieca. ■ Come descrive la sua vacca ideale? Deve fare tantissimo latte! Con arti e mammella possibilmente a posto 10 BIANCONERO . LUGLIO-AGOSTO 2012 e poi, essere affettuosa, che quando le vado vicino mi riconosca e mi lecchi. Ne ho diverse in stalla così. Ognuno della nostra famiglia ha la sua o le sue vacche preferite personali che segue con particolare attenzione. Quando c’è la punteggiatura o quando le portiamo in mostra, siamo in competizione scherzosa l’uno con l’altro. I ragazzi s’impegnano a preparare gli animali per le mostre a cui partecipiamo. Elisa, mia nipote, nel 2009 è stata Miglior Junior Breeder a Cremona e nel 2011 è arrivata seconda. Anche Fabrizio, Andrea e Manuela partecipano alle competizioni e si fanno onore. ■ Da quanto tempo partecipate alle mostre? La prima spinta ci è venuta da Piercarlo Ferrero, il nostro ispettore di razza, che ci ha dato una prima mano ad iniziare, nel 2005 a Saluzzo. In quell’occasione Fabrizio vinse la gara di tosatura e da allora ha iniziato a partecipare alle interregionali dei Dairy Club e alla Nazionale, ha coinvolto gli altri ragazzi che non ne perdono una, anche se portano a casa qualche delusione, che fa parte comunque del budget... il mio compito è fare i dolci e le decorazioni per l’allestimento degli stand: gli addobbi, i vasi e i secchi con i decoupage sono opera mia. È un’attività che mi piace fare, quando ho un po’ di tempo. ■ Che cosa nota di diverso tra una donna e un uomo che fanno questo lavoro? Noi donne ci adattiamo a fare di tutto e di più. Mia mamma Teresa era già così, lavorava in azienda e partecipava alle fiere delle Piemontesi portandole a piedi. Io, da piccola, non ricordo di aver mai giocato con le bambole, preferivo i trattori! Con i Accanto alla mandria di Frisone, insieme solo da manze, ci sono una trentina di vacche Piemontesi con il loro toro, selezionato dai Golzio. Al loro fabbisogno alimentare e a quello delle Frisone sopperiscono 100 ettari a mais, per trinciato, pastone e granella, loietto e prato stabile. Pierluigi Golzio si occupa della campagna e della manutenzione dei macchinari miei colleghi mi sono sempre trovata bene, anche durante un’esperienza di rappresentanza politica, non ho mai notato diffidenza da parte delle persone, mi sono sempre confrontata alla pari. Se non avessi fatto questo lavoro, forse, mi sarebbe piaciuto lavorare nella florovivaistica, sempre in ambito agricolo. Piante ne ho dappertutto, ho il cosiddetto “pollice verde”, qualsiasi fiore o alberello mi piace curarli e piantarli. ■ Quali sono gli obiettivi futuri, suoi e della Golfarm? Per l’azienda raggiungere le 150 vacche, con 100 quintali di media, ma non sono quella che arrivata ad un obiettivo si ferma... vorrei avere più vacche come piacciono a me, belle e funzionali, che durano in stalla, non necessariamente vacche da mostra. Le vacche da mostra sono una bella soddisfazione, mi fa molto piacere averle nel gruppo, ma è un compito che lascio ai miei figli e nipoti. A me basta vedere che loro siano sistemati e abbiano trovato la loro strada.