le elezioni politiche del 7-14 marzo
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LE ELEZIONI POLITICHE DEL 7-14 MARZO I PRIMI RISULTATI. In attesa che la nostra Direzione Generale di Statistica pubblichi i risultati completi e precisi delle elezioni politiche del 7 e 14 marzo, noi possiamo desumere dai giornali quotidiani qualche dato sommario per trarre confronti approssimativi con le precedenti elezioni del 6 e 13 novembre 1904 e per offrire gli elementi statistici alla classificazione dei partiti politici, al loro movimento e alla loro distribuzione territoriale. La prima constatazione che, dall'esame anche superficiale delle cifre, è lecito ricavare è questa : il corpo elettorale, malgrado la diffusione della coltura e l'intensificazione della propaganda e l'asprezza dei contrasti, non sembra partecipare con troppo entusiasmo a quéste periodiche battaglie elettorali. La dimostrazione si può avere da questi dati, che abbiamo raccolto per alcune grandi città, scelte opportunamente nelle diverse regioni d'Italia: Elettori inscritti 1904 1909 "* Milano (6 collegi) . Bologna (3 collegi). Firenze (4 collegi). Roma (5 collegi). . Napoli (12 collegi) Palermo (4 collegi). . . . . . . . . . . . . 52091 23 346 23 807 24 612 43 748 16 638 58754 28 685 27927 30152 50308 18056 • Elettori votanti 1909 ~1904 ~^ 30 085 15 465 13 726 11 932 2o 190 10 246 32 679 17 515 18 715 14 919 31717 9310 dei T(stanti Ì9ÒT"*" 57.75 66.24 57.65 48.48 59.86 61.57 1909 55.62 61.06 67.49.47 63.04 51.55 . Come si vede, la maggiore città dell'Alta Italia, dove più ferve la vita industriale e commerciale e dove si agitano anche con maggior intensità le passioni politiche, ha veduto quest'anno diminuire la percentuale de'suoi votanti rispetto al 1904; e una diminuzione anche più forte si riscontra a Bologna, che pur è il centro di quella vasta zona che dà il maggior contingente tìei deputati di estrema sinistra. L'Italia centrale, invece, ci offre, nelle sue due città più cospicue, un aumento dei votanti, che è sensibilissimo a Firenze : non v'ha dubbio alcuno che tale risveglio nel corpo elettorale è dovuto principalmente alla formazione recente, nelle due capitali della Toscana e del Lazio, dei « blocchi popolari », che hanno conquistato l'ammini^razione comunale e hanno voluto rivendicare anche la rappresentanza politica. Passando nell'Italia meridionale, scorgiamo un incremento di poco superiore al 3 per cento a Napoli e una diminuzione del 10 per cento a Patermo. LE ELEZIONI POLITICHE DEL 7 - 1 4 MARZO ' 521 Queste grandi città ci danno un'idea, sia pure approssimativa, dell'ultimo movimento elettorale politico italiano e delle sue varie manifestazioni. Volendo discendere a informazioni più minute e passare dalle espressioni medie a dati individuali, pur rimanendo nel campo d'osservazione concretato nel nostro quadro statistico, possiamo dire che a Milano si va, nella percentuale dei votanti, da un minimo del 50.8 nel secondo collegio a un massimo del 60.1 nel terzo: in quello, il candidato conservatore era sicuro della riconferma, in questo, il deputato radicale uscente è stato sconfitto da un nuovo elemento conservatore, e ciò spiega la fiacchezza da una parte e il fervore di lotta dall'altra. Così la media dei votanti di Roma ci dice ben poco rispetto alla partecipazione degli elettori nei diversi collegi; infatti, si va da un minimo del 27.1 per cento nel terzo collegio, dove nessuno ha pensato di opporre un candidato all'on. Guido Baccelli, ai massimi del 62.86 al primo e del 61.63 al quarto collegio, dove la lotta fra i partiti era più accesa. In pochi collegi italiani l'assenteismo degli elettori dev'essere stato così notevole come nel terzo di Roma ; mentre il record della maggiore affluènza alle urne ce l'ha offerto il 7 marzo di quest'anno il collegio di Desio, in provincia di Milano, dove su 9575 elettori inscritti si recarono a votare 8988, cioè il 94 per cento : è stato avvertito che solo gli assenti in lontanissimi paesi, i morti dopo la chiusura delle liste e gli ammalati gravi non andarono a votare. La vivacità della lotta, il contrasto più acuto dei diversi partiti combattenti si desume anche dai ballottaggi : essi furono soltanto 39 nel giugno 1900, quando, per la prima volta, si sperimentò l'unione dei partiti popolari contro i partiti conservatori ; salirono a 77 nel novembre 1904, quando il partito socialista, forte delle facili conquiste ottenute, adottò la tattica intransigente ; sono stati 76 in queste ultime elezioni, malgrado la ricostituzione dei blocchi popolari, perchè '"" un elemento nuovo è venuto a dividere le forze, il partito cattolico. In seguito alle elezioni di primo scrutinio del 7 marzo ed ai ballottaggi del 14 marzo, quale sarà la fisionomia della Camera italiana rispetto alla composizione dei vari partiti politici ? È la domanda che preoccupa tutti gli studiosi delle vicende parlamentari, ma che interessa indubbiamente anche tutti coloro che prestano attenzione all'orientamento del pensiero politico nazionale. Ogni elezione è un indice non disprezzabile della coscienza del paese, e può essere un misuratore dello stato d'animo di quel momento. Non un sintomo decisivo di un indirizzo irrevocabile, ma un ammonimento salutare. I vecchi partiti sono scomparsi : il 18 marzo 1876 non segnò soltanto la caduta della Destra dal potere, ma il tramonto delle distinzioni classiche. In verità, la sola classificazione, che abbia un contenuto sociologico e che risponda anche alle tendenze della vita pratica, è quella dei partiti in conservatore e socialista : al primo appartengono o aderiscono tutti coloro che credono necessaria la conservazione degli istituti fondamentali, economici e politici, dell'attuale costituzione sociale, pur adattandoli gradatamente ai mutabili bisogni e alle esigenze della vita ; al secondo affluiscono tutti coloro chjg-mirano alla trasformazione radicale degli ordinamenti presenti. E còme fra i primi troviamo dei moderati e dei progressisti (l'ala destra e l'ala sinistra del vecchio linguaggio), così anche fra i secondi notiamo i temperati evoluzionisti e gli audaci rivoluzionari. b'Mi LE ELEZIONI POLÌTICHE DEL 7 - 1 4 MARZO Vi sono anche le degenerazioni estreme da una parte è dall'altra; per cui avremmo gli ultra-conservatori, clericali o cattolici, i quali pretenderebbero far rivivere il passato, e gli anarchici e i sindacalistir che vedono la salvezza dell'umanità soltanto nella distruzione violenta di ogni organizzazione statale. Le distinzioni parlamentari corrispondono a questa nostra classificazione teorica dei partiti? Non ancora, ma certo non si può negare un avviamento ad essa. I ministeriali, gli oppositori costituzionali, l'Estrema Sinistra, i cattolici non sono che distinzioni formali senza un contenuto reale: infatti, i ministeriali di oggi possono diventare gli oppositori di domani, e i cattolici si differenziano da questi due gruppi unicamente per il diverso modo d'intendere i problemi religiosi, non già nell'indirizzo generale di governo; ma sono tutti dei conservatori nei senso da noi indicato più sopra, e tali rimangono anche i cattolici fino a che accettano le istituzioni politiche vigenti. L' Estrema Sinistra soltanto viene guardata come un pericolo non solamente agli istituti politici, ma anche a quelli economici. È per questo, anzi, che i giornali d'ogni colore, per compiacimento o per timore, seguono soltanto, o con particolare attenzione, nei risultati elettorali, il movimento di essa, e cercano di fissarne esattamente la composizione. Non v'ha dubbio alcuno che questo modo d'intendere l'azione o l'influenza dell' Estrema Sinistra parlamentare involge errori di apprezzamento e illusioni di opportunità, che sarà utile mettere in evidenza. Ma, anzitutto, chiediamo alla statistica i dati precisi intorno alla composizione di questo gruppo quale apparisce dalle tre ultime elezioni generali politiche. Ecco le cifre: Socialisti Repubblicani Elezioni del 1900 . lei. del 1904 . Id. del 1909 . . . . . . . . .33 20 42 29 20 23 Radicali Totale 34 34 48 96 80 113 Le cifra differiscono alcun poco da quelle che sono state enunciate dai giornali politici. Quelle del 1900 rispondono esattamente ai risultati delle elezioni generali controllati con le iscrizioni effettive ai gruppi militanti nella Camera dei deputati; le cifre del 1904 rappresentano la composizione dell'Estrema Sinistra alla chiusura della Sessione, con le variazioni avvenute durante la Legislatura; gli ultimi risultati del 1909 comprendono anche le elezioni multiple, e, quindi, non sono definitivi e danno ai radicali un numero di rappresentanti maggiore di quello che viene loro abitualmente attribuito dai giornali (il numero su cui vi è di meno discordanza è di 44), perchè noi abbiamo tenuto conto di dichiarazioni personali successive. . Le cifre sono eloquentissime di per sé stesse, ma hanno bisogno di essere parzialmente lumeggiate con le condizioni speciali del paese a cui si riferiscono i singoli momenti elettorali. Nel giugno 1900 perdurava ancora la ripercussione dei tristi fatti del maggio 1898 e della severa reazione con la quale si credette dai Governi di allora di ristabilire l'ordine interno e di assicurare la tranquillità dei cittadini. La nazione, interrogata per mezzo dei co- Inizi politici, rispose con l'invio al Parlamento di una forte rappresentanza dell'Estrema Sinistra: ammonimento ai governanti che le forme severe di reazione (stati d'assedio, tribunali militari, condanne «eccezionali) non erano desiderate. f LE ELEZIONI POLITICHE DEL 7 - 1 4 MARZO 523 Avvenne poco dopo, il 29 luglio 1000, lo sciagurato regicidio di Monza, e l'avvento al trono di Vittorio Emanuele III. 11 giovine re, che era pienamente libero nella scelta de' suoi consiglieri, e che, sotto la tragica impressione che l'aveva colpito, poteva anche spiegare, se non del tutto giustificare, una ripresa reazionaria di governo, affidò il potere a ZanardeHi e Giolitti, i quali iniziarono arditamente quella che fu chiamata giustamente la primavera delle libertà politiche dei nostro paese. _ i l partito socialista approfittò di quel periodo per la più intensa propaganda che sia mai stata fatta e per un lavorio febbrile di organizzazioni economiche ; ma s'imbaldanzì dei successi ottenuti e volle andare oltre il proprio programma, e si giunse alle aberrazioni dello sciopero generale, che recò perturbazioni notevoli nel regolare sviluppo dell'economia nazionale. Si venne, così, alle elezioni del novembre 1904: il paese aveva compreso che il capo dello Stato seguiva di buon grado la corrente delle nuove idee democratiche, e, d'altra parte, sentiva ancora il bruciore degli interessi lesi per effetto di manifestazioni inconsulte, approvate o non sufficientemente frenate dai partiti estremi ; ed ecco il risultato delle elezioni generali, che fanno diminuire sensibilmente i deputati socialisti e repubblicani. L'ultimo periodo è caratterizzato, entro il Parlamento, dal Governo personale impersonato nell'on. Giolitti, nel paese, da un sano e vigoroso ritorno del partito socialista alla realtà della sua funzione riformatrice. E il paese ha sentito da un lato l'oppressione del Governo personale e dall'altro la simpatia per il nuovo indirizzo del socialismo, e lo ha dimostrato con le ultime elezioni politiche. Qual'è, ora, la direttiva del partito socialista italiano 1 Giova rammentare. Staccatosi recisamente dagli anarchici nel Congresso di Genova (1892), assurto a grande espansione dopo il 1900, si manifestarono nel suo seno due tendenze: l'una, riformista, fedele alle tradizioni ~ evoluzioniste delle conquiste graduali: l'altra, rivoluzionaria, che favoriva le soluzioni violente con l'arma pericolosa dello sciopero generale. Prevalse nel Congresso di Bologna (1906) la tendenza rivoluzionaria, ma, per l'intensificarsi dell'azione sindacalista con la propaganda di scioperi disgraziatissimi e deplorevoli, si tentò il salvataggio di una parte di questo indirizzo con l'integralismo, che prevalse nel Congresso di Roma (1907), finché nuovi errori mostrarono tutta l'impotenza del sindacalismo rivoluzionario e richiamarono il socialisma a' suoi principi fondamentali, che trionfarono con la solenne affermazione riformista del Congresso di Firenze (1908). il contenuto economico del socialismo riformista si identifica con quello della Confedera~ zione del Lavoro e mira al miglioramento graduale e continuo delle classi operaie, ottenuto con la conquista pacifica, senza disdegnare la collaborazione di classe ; il contenuto politico allarga e intensifica il programma radicale. E ciò spiega in modo inconfutabile il grande successo che hanno ' avuto, in queste ultime elezioni, i socialisti e i radicali, saliti rispettivamente, in confronto del 1900, da 32 a 42 e da 34 a 48, mentre i repubblicani, rimasti fermi in una pregiudiziale formalistica, sono discesi da 29 a 23. Ma le tre frazioni dell'Estrema Sinistra, se possono avere un terreno comune di battaglia e di rivendicazioni, per ciò che si attiene alle pubbliche libertà e alle riforme tributarie e ad una illuminata -524/ , LE ELEZIONI POLITICHE DEL 7 - 1 4 MARZO politica di lavoro, si trovano in aperto dissidio per le finalità ultime che ciascheduna di esse si propone e persegue. I radicali sono uomini di governo, che non hanno alcuna avversione alle attuali istituzioni, e nutrono, anzi, la ferma convinzione che la monarchia sia ben lungi dall'aver compiuto la sua funzione storica, ma sentono i fremiti e le aspirazioni del proletariato, e tentano di guidarne la corrente per non esserne travolti. I repubblicani, conservatori in economia, sono dei rivoluzionari in politica, in quanto non ammettono alcuna utile riforma senza una preliminare trasformazione degli ordinamenti governativi. I socialisti, pur accettando il programma minimo radicale, non possono dimenticare la visione ultima dei loro ideali: la repubblica sociale e l'abolizione della proprietà privata. Un indirizzo di governo sapientemente riformatore può rendere vana una alleanza di per sé stessa innaturale. ' A completare queste nostre sommarie indagini statistiche può riuscire di qualche interesse la conoscenza della distribuzione territoriale dei collegi conquistati, in queste ultime elezioni, dai partiti estremi : Pie nonte L tmbardiii Veneto . . . . . . Emilia e Romagna. Liguria Italia settentrionale. Toscana Umbria Marche Abruzzi e Molise . Xiazio . . . . . . . Socialisti Repubblicani 8 6 2 14 2 ~32 1 ; 1 5 1 8 2 10 9 3 1 25 ~i ~4 ~~3 1 9 5 1 7 •> . . Italia centrale. . . Campania # Basilicata Calabrie. Puglie Sicilia Sardegna Italia merid.e insnl.. . . ~T Radicali o ~2 1 9 11 — __ — 2 1 3 1 5 3 2 ~3 ~~4 T4 z ~ " . 9 È superfluo illustrare àncora una volta la geografìa dei partiti politici: basti aver confermato, con l'evidenza delle cifre, che l'Italia settentrionale, la quale rivela la maggiore attività industriale e, quindi, la più forte e più perfezionata organizzazione operaia, dà anche il maggior numero di rappresentanti socialisti (oltre i tre quarti di tutto il regno) e radicali (olire la metà del regno) : il vivaio dei deputati repubblicani è costituito dalle Romagne e dalle Marche. Non era intenzione nostra fare una psicologia della nuova rappresentanza politica nazionale: mancano ancora troppi elementi per uno studio di questa natura, che ha bisogno di molta meditazione e non può uscire da ricerche frettolose fatte su le statistiche dei giornali quotidiani. A noi bastava mettere in evidenza alcuni punti di orientamento, che danno allo studioso dei fenomeni sociali un senso, di serenità e di riposo, come le vette delle colline offrono allo spirito e all'occhio del viandante la pace e il godimento necessari alla prosecuzione di un faticoso cammino. FILIPPO VIRGIMI.