documento pdf - Città Metropolitana di Napoli

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Arzano
Arzano è un comune dell’area metropolitana di Napoli con 35.000 abitanti.
L'origine del suo nome è controversa; infatti alcuni associano il nome Arzano ai tanti archi antichi
presenti sul territorio, altri, come il Giustiniani, fanno derivare il toponimo da Aer sano, aria sana. Altri
ancora, invece, lo riconducono al nome di un antico possessore Artius a cui si aggiunge il suffisso -anus
che indica appartenenza.
I primi documenti su Arzano riguardano atti di vendita di terreni. Il primo risale al 937, il secondo al
1110 durante l'impero di Alessio, il terzo è del 1291, del periodo angioino e in cui Arzano viene
chiamata con il nome Artianu. Arzano nasce come territorio facente parte della Liburia (oggi Terra di
Lavoro), attraversata dal fiume Clanio. Tra il VII e l'VIII secolo fu devastata dalle lotte interne tra i
duchi di Napoli e il ducato longobardo di Capua e Benevento. Nel XII secolo fu assorbita nel Ducato
di Napoli e restò, per la sua vicinanza al capoluogo, un casale demaniale godendo degli stessi privilegi
fiscali. Nel XIII secolo iniziarono delle opere di bonifica, volute dagli angioini, nella zona del fiume
Clanio. Tuttavia nel XIV secolo Arzano fu travolta da una grave crisi demografica. Fu nel XVI secolo
che i lavori di fertilizzazione del terreno ripresero grazie al viceré, il conte Lemos, che affidò il progetto
all'architetto Giulio Cesare Fontana. Questo progetto prevedeva la creazione di una serie di canali, i
Lagni, utilizzati dai cittadini per ammorbidire la canapa. Nel 1637 si rischiò di perdere il casale e di
cederlo nelle mani del demanio regio, provocando proteste da parte dei cittadini. Purtroppo nel 1656 la
popolazione si dimezzò a causa della peste. Dal 1813 al 1860, la città di Arzano si concentrò sulla
struttura urbana, ponendo l'attenzione su strade ed edifici pubblici e privati. Con il periodo fascista
(1922-1943) l'amministrazione, come per tutti gli altri comuni italiani, passò nelle mani di un podestà.
Attualmente la ripresa economica è l'obiettivo fondamentale della città
Da vedere ad Arzano
Tra le principali attrattive di Arzano rientrano le architetture religiose tra le quali si annoverano le
seguenti:
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Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e San Ludovico da Casoria
Chiesa dell'Annunziata
Chiesa di Spirito Santo
Chiesa di Cristo Redentore
Chiesa della Sacro Cuore Di Gesù
Chiesa di Santa Maria della Squillace (X Secolo)
Campanile Seicentesco
Chiesa di Sant'Agrippino
La costruzione avvenne sulle macerie di un antico tempietto dedicato al Santo Agrippino. Nel 1560
vennero avviati i lavori di completo rifacimento dell’edificio. Nei secoli si sono susseguiti vari interventi
di risanamento e ristrutturazione. La struttura è a croce latina con la navata centrale e due poste ai lati.
Il portale di accesso attuale risale alla fine del Settecento. All’interno sono conservate opere di Salvatore
Cozzolino risalenti all’Ottocento. L’altare maggiore in marmo è dedicato alla Vergine Maria. Dalla
chiesa è possibile accedere alla cappella della Confraternita del Rosario voluta da un frate dell’Ordine di
San Domenico. Si caratterizza per lo stile barocco, per i ricchi ornamenti e stucchi dorati e per il quadro
raffigurante la Battaglia del 1571 di Leparto che si concluse con la sconfitta dei Turchi. La cappella di
Santa Giustina è posta sul lato sinistro della chiesa e conserva i resti della santa trasferiti qui nel 1858.
La storia della tragedia di S. Giustina
Secondo la leggenda cristiana, Giustina sarebbe vissuta a Trieste al tempo di un non meglio precisato
console Fabiano, e qui sarebbe stata giustiziata dalle autorità romane. Giustina, infatti, si era consacrata
a Gesù e per questo motivo opponeva un rifiuto a tutti coloro che la chiedevano in sposa; anche un
collaboratore del console se ne invaghì, ma ottenuto l'ennesimo rifiuto la denunciò alle autorità. Furono
fatti tentativi per convincerla ad abiurare, ma Giustina si oppose e fu condannata a morte. L'esecuzione
non fu semplice: le frecce che le venivano lanciate addosso non la colpivano, mentre chi le lanciava
sudava sangue. Fu così che si decise di decapitarla, tra le rivolte del popolo, costringendo il console al
suicidio
Secondo le credenze popolari il corpo decapitato della santa si troverebbe ad Arzano, in una delle
cappelle a lei dedicata nella chiesa di Sant'Agrippino. Infatti, durante il trasporto del carro con il corpo
da Trieste alla Sicilia, dove doveva essere deposta, i buoi, giunti ad Arzano, si sarebbero rifiutati di
proseguire; il fatto fu interpretato come espressione della volontà della santa stessa. Da allora la santa
viene considerata la protettrice di Arzano (insieme a Sant'Agrippino) e viene celebrata con una
rappresentazione teatrale, la cosiddetta tragedia di Santa Giustina.
Torre dell'orologio
Si tratta di un torre risalente all’Ottocento che in origine era di dimensioni ridotte rispetto a
quelle attuali. Nel 1843 la torre venne alzata per far in modo che tutto il territorio circostante
potesse sentire il suono delle campane. Le campane attuali risalgono al 1944 e sostituiscono
quelle precedenti confiscate durante l’epoca fascista, fuse e utilizzate per scopi militari. Nel
1905 venne collocato sulla torre un nuovo orologio meccanico di marmo e composto di due
quadranti. La struttura, ristrutturata più a più riprese nel corso degli anni, presenta una pianta di
forma quadrata e si snoda su due livelli. Su tutti e quattro i lati si possono osservare finestre ad
arco. Vicino al monumento nel 1877 venne edificato il Palazzo del Municipio. Il progetto
iniziale prevedeva la demolizione della torre per avere una piazza più grande, questo progetto
non fu però approvato.
Museo della Cultura Contadina e degli Antichi Mestieri
Contatti:
Via Isonzo N° 3, Arzano (Napoli) 80022.
Tel. 0815737125Mail: [email protected]
Orario apertura: da Lunedì a Sabato dalle 9:00 alle 13:00 Domenica chiuso.
Arzano nasce come territorio facente parte della Liburia, oggi Terra di Lavoro, che attraverso opere di
bonifica diventa un paese agricolo che si è distinto soprattutto per la lavorazione della canapa, infatti il
segno di tale produzione è rimasto nella tradizione plurisecolare fino a costituire l’emblema dello
stemma
comunale
di
Arzano.
Ed è ad Arzano, infatti, che si intende rendere omaggio alla tradizione e alla nostra memoria storica
realizzando il “Museo della Cultura Contadina e Antichi Mestieri Antonio De Rosa”. Lo status di
museo regionale è stato riconosciuto dalla Regione Campania, Settore Musei e Biblioteche, con
Delibera n°588 del 2/08/2010. A tutt’oggi risulta essere l’unico Museo presente nella provincia nord di
Napoli.
Il progetto è stato reso possibile grazie alla generosità di un cittadino arzanese, il Sig. Antonio De Rosa,
che ha donato gli attrezzi della sua collezione privata. Il museo si compone in maniera articolata di vari
oggetti, tutti attinenti all’attività contadina e ai mestieri più antichi, disposti per aree tematiche con lo
scopo di rievocarne il percorso nella storia. In particolare, si divide in sei sezioni: l’aratura dei campi, la
vendemmia, gli attrezzi agricoli, la civiltà della canapa e del lino, oggetti di uso quotidiano e gli antichi
mestieri.
Attraverso questo percorso avrete la possibilità di scoprire i modi, gli usi e le tradizioni agricole che
conservano ancora oggi intatto tutto il fascino di quel rapporto "uomo-lavoro-natura", faticoso e antico
come la storia dell'uomo
Cappella del Rosario
La cappella del Rosario fu costruita nel 1634; caratteristica per lo stile barocco, riccamente
investita di stucchi ed ornata da dieci tele sulle pareti e cinque pitture sul soffitto rappresentanti i
quindici misteri del Rosario, era dotata di un coro ligneo di cui sono rimasti solo i pannelli perimetrali,
lo scanno del priore e dei due assistenti, sormontato dalla scritta “Obbedientam volo”.
Su tutta la parete corta, sopra l’ingresso, vi è un quadro che riproduce la Battaglia di Leparto (1571), che
ricorda la vittoria sui Turchi riportata, secondo la tradizione, per l’intervento della Vergine del Rosario.
Vi è nella Chiesa un unico altare, sul quale sono collocate le statue della Vergine del Rosario, di S.
Domenico e di S. Caterina.