avvisi Pasqua 2014 - Parrocchia S.Agostino e S.Barnaba

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avvisi Pasqua 2014 - Parrocchia S.Agostino e S.Barnaba
V I TA D I PA R R O C C H I A
B U H AY S A PA R O K YA
PARROCCHIA S.AGOSTINO E S.BARNABA-FOGLIO NOTIZIE 2 0 - 2 7
indirizzo: VIA S. AGOSTINO, N.6
-
A P R I L E 2014
Tel.& fax 059 236327
e-mail:[email protected] - sito:WWW.PARROCCHIASAGOSTINO.NET
Facebook:PARROCCHIA SANT’AGOSTINO - Twitter: PARROCCHIA SAGOSTINO
Memorie liturgiche, messe e intenzioni della settimana
Pasqua di resurrezione A
Ore 9,30
++ Mauro, Marisa
Ore 11,00
++ fam Martino
Ore 15,00
IN LINGUA FILIPPINA
Ore 19,30
PRO PARROCCHIA
Lunedì
Ottava di Pasqua
Ore 7,00
Martedì
Ottava di Pasqua
Ore 7,00
Mercoledì
Ottava di Pasqua
Giovedì
Ore 18,30
++ Luisa, Luigi
Ore 18,30
+ Liliana
Ore 7,00
Ore 18,30
+ Dirce
Ottava di Pasqua
Ore 7,00
Ore 18,30
Venerdì
S. Marco
Ore 9,30
Sabato
Ottava di Pasqua
II domenica di Pasqua - A
+ Speranza
A.M.O.
Ore 18,30
Ore 9,40
Ore 9,30
++ Anna, Domenico, Flora
Ore 18,30
Ore 11,00
Ore 15,00
IN LINGUA FILIPPINA
Ore 19,30
ADORAZIONE EUCARISTICA
++ Bruno e Valentina, Mimmo
++ fam. Barbanti - Silva
++ Mario, Laura
La gioia sacerdotale è una gioia che ha come sorella l’obbedienza.
Obbedienza alla Chiesa nella
Gerarchia che ci dà, per così dire, non solo l’ambito più esterno dell’obbedienza: la parrocchia alla quale sono inviato, le
facoltà del ministero, quell’incarico particolare… bensì anche l’unione con Dio Padre, dal quale deriva ogni paternità. Ma
anche l’obbedienza alla Chiesa nel servizio: disponibilità e prontezza per servire tutti, sempre e nel modo migliore, a
immagine di "Nostra Signora della prontezza" (cfr Lc 1,39: meta spoudes), che accorre a servire sua cugina e sta attenta
alla cucina di Cana, dove manca il vino. La disponibilità del sacerdote fa della Chiesa la Casa dalle porte aperte, rifugio per i
peccatori, focolare per quanti vivono per strada, casa di cura per i malati, campeggio per i giovani, aula di catechesi per i
piccoli della prima Comunione… Dove il popolo di Dio ha un desiderio o una necessità, là c’è il sacerdote che sa ascoltare
(ob-audire) e sente un mandato amoroso di Cristo che lo manda a soccorrere con misericordia quella necessità o a
sostenere quei buoni desideri con carità creativa.
Papa Francesco, omelia nella messa crismale, 17/4/14.
Mi piace riferirmi a queste parole dell’omelia del papa in occasione della messa crismale di quest’anno per scrivervi gli auguri di buona
Pasqua. Stiamo camminando insieme, pastore e gregge, da qualche anno e possiamo già dire che di cose ne abbiamo vissute tante
insieme. Ringrazio e benedico Dio per ogni vicenda, per ogni iniziativa, per ogni persona che ho incontrato e che ancora oggi
incontro. Ringrazio per la vita della nostra parrocchia: non perché non ci siano problemi, attriti, incomprensioni -e dove mancano
queste cose?- ma piuttosto perché il bene che il Signore compie attraverso tutti noi, poveri peccatori ma soprattutto suoi figli amati, è
di gran lunga superiore a tutte le difficoltà e ai fallimenti. Spero che si possa riaprire presto la nostra chiesa di s. Agostino, ma nel
frattempo gioisco nel vedere fiorire tanto volontariato che si prende cura della chiesa di san Barnaba. Vivo insieme a molti di voi la
gioia, ma anche la fatica e la responsabilità dell’accoglienza amichevole verso tutti coloro che si presentano al portone della nostra
parrocchia, specialmente chi è senza casa e famiglia. Prego Dio affinché nessuno di noi si perda d’animo se talvolta le fatiche e i
problemi che la vita (nostra e altrui) ci presenta appaiono quasi insormontabili; ricordiamoci di Dio, del suo amore, della sua presenza
in Gesù. Ricordiamoci che grazie alla Chiesa non siamo mai soli, e che ogni volta che non ci chiudiamo nelle nostre paure possiamo
davvero incontrare il Signore nei poveri, nei piccoli, nei malati, nelle persone afflitte ed emarginate oltre che nella Parola e nei
Sacramenti. Vi auguro di nutrire sempre nel cuore gratitudine e gioia, di avere la salute e le risorse necessarie per vivere dignitosamente
e serenamente, di avere sempre qualcuno che vi sollecita ad aprirvi alla condivisione e all’amicizia disinteressata.
Buona Pasqua! Maligayang Pasko ng Pagkabuhay! Feliz Pascua!
Don Graziano
Nel segno dei chiodi
Il mattino di Pasqua la tomba è vuota. E’ un mattino di vita. Gesù risorto si mostra ai suoi che lo hanno visto crocifisso, che
lo hanno tradito, rinnegato, che hanno avuto paura, che hanno amato il loro Maestro e ora sono chiusi nella stanza al piano
superiore a chiedersi che sarà ora di loro, dei loro sogni, delle loro speranze.
In quel mattino di Pasqua, Gesù risorto mostra loro le ferite nelle mani e nel costato. In quelle ferite è manifesto il suo amore
per ciascuno di noi, per ogni uomo chiamato per nome e guardato negli occhi.
Il nostro cammino di fede ha inizio dal segno dei chiodi: da qui siamo chiamati a credere, di fronte allo scandalo della croce.
Da qui parte il racconto del suo amore: un amore senza misura.
L’augurio che facciamo a ciascuno è di poter anche noi essere credibili testimoni dell’amore di Dio - quell’amore
testimoniato nell’ultima cena, durante la lavanda dei piedi, nella preghiera nell’orto degli ulivi, sulla croce - mostrando noi
stessi i segni dei chiodi: segni sul nostro volto, sulle nostre mani, nel nostro cuore, che dicono che abbiamo amato e
continuiamo ad amare. Senza scegliere i “soggetti” del nostro amore, ma provando ad accogliere coloro che il Signore ci
affida. Come ha fatto Lui. Come ci ha lasciato in consegna nella cena di Pasqua: “fate questo in memoria di me”.
Buona Pasqua di cuore!
Sr M.Daniela, sr Isabella, sr Agnese, sr Emil, sr Caterina, sr Damiana
Quest’anno vorrei farvi i miei auguri di Pasqua con le parole di don Tonino Bello:
Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono ogni giorno:
Pasqua è la festa dei macigni rotolati.
La mattina di pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal Sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno.
Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno,
che opprime in una morsa di gelo, che blocca ogni lama di luce,
che impedisce la comunicazione con l’altro.
E’ il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato.
Siamo tombe allineate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce,
la primavera di rapporti nuovi.
E se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si
ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.
Davvero siamo tombe allineate; chiediamo a Cristo Risorto di innescare nelle nostre vite e nella nostra
comunità un “effetto domino” di liberazione dai nostri macigni, che trasformi le ferite in feritoie dove
possa passare la sua Luce. Buona Pasqua!
Silvia e Casa Tempore Famis
DALL’EVANGELII GAUDIUM DI PAPA FRANCESCO. Fedeltà al Vangelo per non correre invano (nn. 193-­‐195).
193. L’impera.vo di ascoltare il grido dei po-­‐ veri si fa carne in noi quando ci commuoviamo nel più in.mo di fronte all’altrui dolore. Rileggiamo alcuni insegnamen. della Parola di Dio sulla misericordia, perché risuonino con forza nella vita della Chiesa. Il Vangelo proclama: «Bea. i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). L’Apostolo Giacomo insegna che la misericordia verso gli altri ci permeRe di uscire trionfan. nel giudizio divino: «Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio” (2,12-­‐13). In questo testo, Giacomo si mostra erede della maggiore ricchezza della spiritualità ebraica del post-­‐esilio, che aRribuiva alla misericordia uno speciale valore salvifico: «Sconta i tuoi pecca. con l’elemosina e le tue iniquità con aY di misericordia verso gli affliY, perché tu possa godere lunga prosperità » (Dn 4,24). In questa stessa prospeYva, la leReratura sapienziale parla dell’elemosina come esercizio concreto della misericordia verso i bisognosi: « L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni
peccato » (Tb 12,9). In modo più plas.co lo esprime anche il Siracide: «L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i pecca.» (3,30). La medesima sintesi appare contenuta nel Nuovo Testamento: « SopraRuRo conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una mol.tudine di pecca.» (1 Pt 4,8). Questa verità penetrò profondamente la mentalità dei Padri della Chiesa ed esercitò una resistenza profe.ca, come alterna.va culturale, di fronte all’individualismo edonista pagano. Ricordiamo solo un esempio: « Come, in pericolo d’incendio, corriamo a cercare acqua per spegnerlo, [...] allo stesso modo, se dalla nostra paglia sorgesse la fiamma del peccato e per tale mo.vo ne fossimo turba., una volta che ci venga data l’occasione di un’opera di misericordia, rallegriamoci di tale opera come se fosse una fonte che ci viene offerta perché possiamo soffocare l’incendio ».160 È un messaggio così chiaro, così direRo, così semplice ed eloquente, che nessuna ermeneu.ca ecclesiale ha il diriRo di rela.vizzarlo. La riflessione della Chiesa su ques. tes. non dovrebbe oscurare o indebolire il loro significato esorta.vo, ma piuRosto aiutare a farli propri con coraggio e fervore. Perché complicare ciò che è così semplice? Gli appara. conceRuali esistono per favorire il contaRo con la realtà che si vuole spiegare e non per allontanarci da essa. Questo vale sopraRuRo per le esortazioni bibliche che invitano con tanta determinazione all’amore fraterno, al servizio umile e generoso, alla gius.zia, alla misericordia verso il povero. Gesù ci ha indicato questo cammino di riconoscimento dell’altro con le sue parole e con i suoi ges.. Perché oscurare ciò che è così chiaro? Non preoccupiamoci solo di non cadere in errori doRrinali, ma anche di essere fedeli a questo cammino luminoso di vita e di sapienza. Perché « ai difensori “dell’ortodossia” si rivolge a volte il rimprovero di passività, d’indulgenza o di colpevoli complicità rispeRo a situazioni di ingius.zia intollerabili e verso i regimi poli.ci che le mantengono ».161 Quando san Paolo si recò dagli Apostoli a Gerusalemme per discernere se stava correndo o aveva corso invano (cfr Gal 2,2), il criterio-­‐chiave di auten.cità che gli indicarono fu che non si dimen.casse dei poveri (cfr Gal 2,10). Questo grande criterio, affinché le comunità paoline non si lasciassero trascinare dallo s.le di vita individualista dei pagani, ha una notevole aRualità nel contesto presente, dove tende a svilupparsi un nuovo paganesimo individualista. La bellezza stessa del Vangelo non sempre può essere adeguatamente manifestata da noi, ma c’è un segno che non deve mai mancare: l’opzione per gli ul.mi, per quelli che la società scarta e geRa via.
160 sant’agos,no, De catechizandis rudibus, I, XIV, 22: PL 40, 327. 161 congregazione Per La doCrina deLLa fede, Istru-­‐ zione Liberta,s nun,us (6 agosto 1984), XI, 18: AAS 76 (1984), 907-­‐908.
Dalla EVANGELII GAUDIUM di papa Francesco: Se la Chiesa intera assume questo dinamismo missionario deve arrivare a tuY, senza eccezioni. Però chi dovrebbe privilegiare? Quando uno legge il Vangelo incontra un orientamento molto chiaro: non tanto gli amici e vicini ricchi bensì sopraRuRo i poveri e gli infermi, coloro che spesso sono disprezza. e dimen.ca., «coloro che non hanno da ricambiar.» (Lc 14,14). Non devono restare dubbi né sussistono spiegazioni che indeboliscano questo messaggio tanto chiaro. Oggi e sempre, « i poveri sono i des.natari privilegia. del Vangelo », e l’evangelizzazione rivolta gratuitamente ad essi è segno del Regno che Gesù è venuto a portare. Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli (n. 48).
CONTINUA LA RACCOLTA DI GENERI ALIMENTARI DI PRIMA NECESSITA’ PER I
PIU’ POVERI: OLIO, PASTA, ZUCCHERO, RISO, SCATOLAME, LATTE, E QUELLO CHE POTETE DARE. POTETE
PORTARE QUESTE COSE ALLE MESSE OPPURE IN PARROCCHIA DURANTE LA SETTIMANA. GRAZIE!!
Dalla EVANGELII GAUDIUM di papa Francesco: La parrocchia non è una struRura caduca; proprio perché ha una grande plas.cità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la crea.vità missionaria del pastore e della comunità. Sebbene certamente non sia l’unica is.tuzione evangelizzatrice, se è capace di riformarsi e adaRarsi costantemente, con.nuerà ad essere « la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie ». Questo suppone che realmente s.a in contaRo con le famiglie e con la vita del popolo e non diven. una struRura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eleY che guardano a se stessi (n. 28).
L’idolatria perde facilmente la compassione per i deboli.
È paradossale che Gesù, durante il suo ministero pubblico, non sia stato sempre visto come una persona che offriva un
sacrificio gradito a Dio. Invece di essere lodato per la sua obbedienza veniva spesso accusato di trasgredire la legge di
Dio. Alcuni attribuivano i suoi miracoli al potere del principe dei demoni piuttosto che all’intervento divino. Gli
avversari interpretavano le sue reiterate affermazioni di unità con Dio come bestemmie invece che come rivelazioni
della verità divina. E conclusero che Dio era scontento di lui come ne erano scontenti loro. Era un pericolo per la
nazione e per il tempio. Realmente il sacrificio di Gesù assunse un aspetto di apparente disobbedienza o irriverenza. È
interessante notare che molto spesso Gesù era accusato di trasgredire la legge di Dio proprio quando mostrava
compassione per i deboli, i poveri, i malati, le donne e i pubblici peccatori. Egli offriva una nuova vita a coloro che
erano considerati impuri, socializzando con loro, mangiando insieme a loro. Li rassicurava dicendo che Dio non era
lontano e che potevano sperare nella misericordia divina. Ma Gesù non riceveva nessuna compassione dai suoi
avversari, solo biasimo e scherno perché disobbediva a leggi che - si pensava - incarnavano la volontà di Dio. Gesù
soffrì molto per il fatto di offrirsi a coloro che Dio ama, però non ebbe incertezze nel suo sacrificio. Con la sua vita
svelò i falsi dèi che le persone adoravano, le nozioni errate di santità e la cecità delle persone perbene di fronte agli
interventi di Dio. Il sacrificio di Gesù ha messo a nudo il legame tra l’adorazione di falsi dèi e l’insensibilità verso i
bisognosi. L’idolatria perde facilmente la compassione per i deboli. Pur essendo giudicato, Gesù era colui che
denunciava il falso culto che manteneva le persone nella cecità e nella sordità di fronte al Dio vero e ai poveri. La
Chiesa che vive la vita di Cristo e offre il suo sacrificio vivente non può fuggire dalla sua missione di smascherare i falsi
dèi adorati dal mondo. Quante persone hanno scambiato il vero Dio per idoli come il profitto, il prestigio, il piacere e il
potere? Quelli che adorano falsi dèi dedicano loro la vita. In realtà questi falsi dèi sono interessi personali. Per
obbedire ai falsi dèi, i loro adoratori sacrificano la vita degli altri e la natura creata. È triste che gli idolatri sacrifichino
altre persone per curare sé stessi e i propri interessi. A quanti operai è negato uno stipendio adeguato a causa del dio
del profitto? Quante donne sono sacrificate al dio del dominio? Quanti bambini vengono sacrificati al dio della
lussuria? Quanti alberi, quanti fiumi, colline sono sacrificati al dio del “progresso”? Quante persone povere vengono
sacrificate al dio della cupidigia? Quante persone indifese sono sacrificate al dio della sicurezza nazionale? La Chiesa
deve anche esaminare costantemente la propria fedeltà al sacrificio di sé che Gesù ha compiuto in obbedienza a Dio e
nella compassione verso i poveri. Come quelli che accusavano Gesù nel nome della religione autentica, anche noi
possiamo essere ciechi a Dio e al prossimo per arroganza, orgoglio spirituale e rigidità mentale. Se i costumi e le
persone degli ecclesiastici vengono ingenuamente divinizzati possono diventare un ostacolo alla vera adorazione e
compassione. Mi preoccupa quando una persona, senza neppure conoscermi, mi dice che io, essendo un vescovo, sono
più vicino a Dio di quanto lei potrà mai essere. Le mie parole sono le parole di Dio, i miei desideri sono i desideri di
Dio, la mia ira è l’ira di Dio e le mie azioni sono le azioni di Dio… Se non facessi attenzione, potrei crederci e iniziare
a chiedere che mi offrano i migliori cibi e vini, soldi, automobili, case, adulazione e sottomissione. Dopo tutto, io sono
“Dio”! Potrei affezionarmi così tanto alla mia posizione e ai suoi vantaggi da diventare insensibile alle necessità dei
poveri e della terra.
Card. Luis Antonio Gokim Tagle, Arcivescovo di Manila
Da: RACCONTARE GESU’, EMI, Bologna, 2014, pp. 31-34
Dalla EVANGELII GAUDIUM di papa Francesco: Un cuore missionario (…) si fa «debole con i deboli [...] tuRo per tuY» (1 Cor 9,22). Mai si chiude, mai si ripiega sulle proprie sicurezze, mai opta per la rigidità autodifensiva. Sa che egli stesso deve crescere nella comprensione del Vangelo e nel discernimento dei sen.eri dello Spirito, e allora non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada (n.45).
Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuRosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimen.. (…) Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle struRure che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sen.amo tranquilli, mentre fuori c’è una mol.tudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: « Voi stessi date loro da mangiare » (Mc 6,37) (n.49).
Dalla EVANGELII GAUDIUM di papa Francesco: Per la Chiesa l’opzione per i poveri è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, poli.ca o filosofica. Dio concede loro «la sua prima misericordia». Questa preferenza divina ha delle conseguenze nella vita di fede di tuY i cris.ani, chiama. ad avere « gli stessi sen.-­‐ men. di Gesù » (Fil 2,5). Ispirata da essa, la Chiesa ha faRo una opzione per i poveri intesa come una «forma speciale di primazia nell’esercizio della carità cris.ana, della quale dà tes.monianza tuRa la tradizione della Chiesa». Questa opzione – insegnava BenedeRo XVI – «è implicita nella fede cristologica in quel Dio che si è faRo povero per noi, per arricchirci mediante la sua povertà ». Per questo desidero una Chiesa povera per i poveri. Essi hanno molto da insegnarci. Oltre a partecipare del sensus fidei, con le proprie sofferenze conoscono il Cristo sofferente. È necessario che tuY ci lasciamo evangelizzare da loro. La nuova evangelizzazione è un invito a riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze e a porle al centro del cammino della Chiesa. Siamo chiama-­‐ . a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci aRraverso di loro. (n. 198)
PREGHIERA del VESPRO: ogni mercoledi’ alle 18,00 in cappella feriale
(prima della messa).
ADORAZIONE EUCARISTICA: ogni giovedi’ alle 18,30 in cappella feriale a s. Agostino.
Confessioni ogni sabato alle 18 in s. Barnaba
Ogni sabato sera verso le 20 alcuni adulti si ritrovano in parrocchia per una
serata di amicizia e di svago. Se vuoi partecipare, sei il benvenuto.
Biciclettata del lunedì dell’Angelo. Se ci sarà bel tempo, dopo la messa delle
9,30 parte una biciclettata con pranzo al sacco. Destinazione: Bomporto. Se vuoi
partecipare presentati a messa già provvisto del necessario.
MESSE DI VENERDI’ 25 APRILE: 9,30 in san Barnaba
e 18,30 in s. Agostino cappella feriale.
PISTA NG MABINIANS: Biyernes, Abril 25 sa Saliceta
san Giuliano. Banal na Misa: 11,00 a.m.
GITA VICARIALE A FERRARA E LIDI - 25 aprile 2014
Partenza: da piazzale s. Francesco, ore 7,30. Ritorno: ore 20 circa, stesso
luogo. Pranzo al sacco. Ti chiediamo un contributo di 20 euro.
Iscrizioni entro adesso. Don Simone, 059217130 o 3383185577.
MISA DE LA COMUNIDAD PERUANA:
jueves, 24 de abril, a las 20,30 en san Barnaba.
Seconda parte dell’incontro del gruppo nonni con don Graziano sul tema:
“l’anzianità nella Bibbia”. Lunedì 28 aprile alle 15,30.
BENEDIZIONI DI DON GRAZIANO DOPO PASQUA
Gio 24 aprile ore 15-18: TESTI(23, 24, 27, 28, 31, 32, 36, 42)
Mar 29 aprile ore 15-18: RICCOBONI (9)
Mer 30 aprile ore 15-18: VIA O. VECCHI (8, 20/1, 52, 58) - RICCOBONI (32, 37, 39, 45)
Mar 6 maggio ore 15-18: RICCOBONI (8, 46, 46/1)
gio 8 maggio ore 15-18: RICCOBONI (1, 18, 28, 30/1, 50, 57)
Mar 13 maggio ore 15-18: FABRIANI (57) - MONTEKOSICA (93, 99, 105, 111)
Mer 14 maggio ore 15-18: MORO(1, 8, 28) - MOLZA (4) - FABRIANI (23, 27, 29, 37, 45)
Mar 20 maggio ore 15-18: BERENGARIO (34, 44, 50, 58, 76, 80, 106, 122)
Mer 21 maggio ore 15-18: BERENGARIO (1, 5, 9) - EMILIA OVEST (44, 84, 94)
ven 23 maggio ore 15-18: EMILIA OVEST (102, 112, 124) - BAROZZI(167/1,167/02,177,187/02,237,241)
Mar 27 maggio ore 15-18: P.TA S.AGOSTINO (325) - BACCHINI (1, 13)
Mer 28 maggio ore 15-18: CAMPORI (9, 12, 13, 16, 17, 25, 26, 27, 34, 39, 40, 41, 48/3, 51, 53, 54/2)
Gio 29 maggio ore 15-18: Cerca (13, 14-16, 32-36-42)
Ven 30 maggio ore 15-18: CERCA (2, 10, 19-22, 28, 29, 30)
BENEDIZIONI MARCELLO DOPO PASQUA
Mercoledì 23 aprile dalle 15,15 alle 19,00: RAMAZZINI(8, 14, 18, 20, 21, 15, 22 = CMARALDO 19)
Giovedì 24 aprile dalle 15,15 alle 19,00: RAMAZZINI(25, 52, 58, 82, 88, 90)
Martedì 29 aprile dalle 15,15 alle 19,00: RAMAZZINI(63, 70, 26, 34, 35) - VOLTONE(12,18)
Venerdì 2 maggio dalle 15,15 alle 19,00: RAMAZZINI (48, 49) - VOLTONE(2, 3) -POMPOSA(1)
Martedì 06 maggio dalle 15,15 alle 19,00: S.AGOSTINO (6, 13, 27, 30, 28, 33, 65, 67, 69, 73, 75)
Giovedì 08 maggio dalle 15,15 alle 19,00: VIA S. AGOSTINO (16, 36, 37, 45, 50, 51, 61, 43)