1 ROSSI, MODESTA - Società Storica Aretina
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1 ROSSI, MODESTA - Società Storica Aretina
ROSSI, MODESTA (San Martino d’Ambra (AR), 5 maggio 1914 - Solaia di Monte San Savino (AR), 26 giugno 1944). Antifascista medaglia d’oro al V.M. alla memoria. Figlia di Matteo e Rosa Nocenti, Modesta lavora in casa come sarta. Per alcuni anni si trasferisce a Genova, presso i fratelli, per specializzarsi nel mestiere e continuare la propria attività. Nel 1935 sposa Dario Polletti, dal 1936 al 1943 ha cinque figli: Giovanni, Mario, Silvano, Gualtiero e Gloriano. Il marito si unisce ai partigiani della Banda Renzino, scelta che coinvolge anche Modesta che si adopera non soltanto per proteggere Dario ma diviene anche staffetta della banda (“Era la nostra madrina, cuoca, animatrice, staffetta, portatrice di armi e sorrisi” - testimonianza di Dario Polletti, in “Modesta Rossi. Una donna, una partigiana”, p. 27). Dopo la battaglia di Montaltuzzo, nel giugno del 1944, Modesta, insieme alla cognata Assunta Polletti, si impegna per ristabilire i contatti tra i gruppi partigiani: “Quella notte, dopo la battaglia, c’erano pattuglie nemiche dappertutto, ma loro si sobbarcarono ore e ore di cammino, al buio, fino ai più lontani capanni dei carbonai, dove alcuni miei compagni avevano trovato rifugio, per ricucire le nostre fila. Dobbiamo molto a quelle donne coraggiose” (ivi, p. 28). Il 29 giugno 1944 alcuni aderenti alla Repubblica di Salò, scoperta la posizione di Modesta a fianco della Resistenza, cercano di ottenere informazioni sui nascondigli dei partigiani: “Dove sono i partigiani? Dov’è tuo marito? Ancora una volta, con un filo di voce, la mamma rispose - Non lo so. (...) La mamma scosse ancora il capo negativamente e l’arma omicida si librò di nuovo in un bagliore sinistro per infliggersi nel petto della vittima. Mammina emise un grido lacerante e si accasciò sulle ginocchia” (testimonianza di Giovanni Polletti, in “La Resistenza nei versanti tra l’Arno e la Chiana”, p. 204). Per il suo rifiuto a fornire indicazioni ai repubblichini che cercavano i partigiani, Modesta Rossi viene uccisa insieme al figlio più piccolo. Questa la ragione per la quale è decorata con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, unica donna della provincia aretina a ricevere questo riconoscimento: Seguiva il marito nelle impervie montagne dell’Appennino tosco-emiliano e con lui divideva i rischi, i pericoli e i disagi della vita partigiana, animata e sorretta dalla fede e dall’amore della patria. Incaricata di umili mansioni assistenziali, chiedeva ed otteneva di prendere parte attiva alla lotta rifulgendo con le armi in pugno per coraggio e per sprezzo del pericolo. Arrestata dai tedeschi resisteva eroicamente alle torture e lusinghe e, senza proferire parola che potesse essere rivelazione, affrontava il plotone di esecuzione che spietatamente stroncò, insieme alla sua, la esistenza di un figlioletto di appena un anno che, quale giovane virgulto, era avvinto al seno materno (“Mille volte no”, p. 217). A Modesta Rossi sono state intitolate, fra le altre, una scuola materna e un’aula della Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo (Università di Siena); la “Casa del Vento”, gruppo folk aretino, nel 2004 le dedica la canzone “Storia di Modesta Rossi”: “Modesta Rossi anche se impaurita non disse niente di niente. Allora il fascista le strappò via il vestito urlando imprecando picchiando. (...) Andate e parlate di Modesta Rossi una madre, moglie di partigiano che è morta nel giorno di S. Pietro e Paolo lottando per la libertà”. Bibl.: M. ALLOISIO, C. CAPPONI, B. GALASSI BERIA, M. PASTORINO (a cura), Mille volte no dai no di ieri ai no di oggi, Roma, Editori Riuniti, 1975; CASA DEL VENTO, Sessant’anni di Resistenza, Comunità montana del Casentino, Provincia di Arezzo, 2004; COMITATI DI GESTIONE SCUOLE DELL’INFANZIA E NIDI COMUNALI “MODESTA ROSSI”, Modesta Rossi. Una donna, una partigiana. Dalla lotta per la libertà un esempio da non dimenticare, Arezzo, Controstampa, 1994; P. GABRIELLI, L. GIGLI, Arezzo in guerra. gli spazi della quotidianità e la dimensione pubblica, Roma, Carocci, 2006; R. MAZZAMUTO DEGL’INNOCENTI, Donne e Resistenza ad Arezzo, in Comitato femminile antifascista per il XXX della Resistenza e della Liberazione in Toscana, Donne e Resistenza in Toscana, Firenze, Giuntina, 1978, pp. 101-110; E. SUCCHIELLI, La Resistenza nei versanti tra l’Arno e la Chiana, Arezzo, Tipografia sociale, 1979. (L. Gigli) 1