Moda italiana - Centro Toscano Edizioni

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Moda italiana - Centro Toscano Edizioni
R
MODa
1955
primavera
estate
1300 modelli nella Sala Bianca di Palazzo Pitti
Roberto Mascagni
G
li americani ci invidiano:
«Italy’s invading U.S.» titola
l’autorevole «Women’s Daily»
del 9 dicembre 1954; i francesi ci temono; i tedeschi ci invidiano; la curiosità degli inglesi è alimentata dai prestigiosi organi di stampa quali «The
Times» e «Daily Herald»; inoltre dalle
riviste specializzate.
Ricordiamo l’allarme lanciato dal
giornale francese «Paris Press» nell’agosto del 1951? «La bombe de Florence a ébranlé le salons de la haute
couture parisienne et menacé son
monopole»: “La bomba di Firenze ha
scosso i saloni della moda francese”.
L’ascendente successo della Moda
italiana, per definizione ormai “Made
in Italy”, è stato consacrato dal più
importante ballo di beneficenza organizzato a Los Angeles, dedicato
«Alla Moda francese e alla Moda
italiana»: finalmente collocate sullo
stesso piano.
Con queste premesse la Nona presentazione fiorentina dell’Alta Moda
italiana ai mercati esteri ha debuttato nella Sala Bianca di Palazzo Pitti
la mattina del 24 gennaio 1955 con
una sfilata di cappelli per signora alla
quale hanno partecipato Biancalani, Cerrato, Export-Zacco, Leonella,
Schuberth, Veneziani (ai nostri modisti ha fornito i feltri il cappellificio “La
Familiare” di Montevarchi); mentre
alle 12 della stessa mattina è stata
inaugurata al Grand Hotel (l’odierno
“The St. Regis Florence”, in piazza
Ognissanti) la Mostra degli accessori esposti da quaranta ditte artigiane
provenienti da tutta Italia: le più idonee per accrescere il prestigio italiano nel campo dell’esportazione.
Le sfilate di Alta Moda sono in programma alle 15,30 e alle 21 fino al 27
gennaio.
Come accadde nelle precedenti sfilate, sono state lasciate libere tutte
le mattine affinché i compratori e la
stampa avessero il tempo per fare le
contrattazioni e le interviste, regolarmente svolte nelle sale del rinascimentale Palazzo Strozzi, arredate con
mobili antichi e splendidi arazzi.
Le Case di Alta Moda che hanno presentato le collezioni per la PrimaveraEstate sono quelle di Maria Antonelli
(«si ispira al Giappone stilizzato, regale ma indossabilissimo»), Capucci
(«il ragazzo ingegnoso e giovanissimo»), Carosa (principessa Giovanna
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Caracciolo «che disegna di sua mano
i fregi delle stoffe stampate, e la sua
Collezione Rhodiatoce è giudicata
perfetta»), Fabiani, Guidi, Marucelli
(«la fiorentina “che legge, guarda,
pensa”»), Schuberth (si distingue per
«i ricami fastosi e l’ineguagliabile fantasia»), Simonetta, Veneziani («la sua
“Slim Line” suggerisce il seno alto, il
corpo libero, i grandi colletti romantici, i fianchi liberi e ricchi»).
Presentano modelli sportivi il fiorentino Emilio («che utilizza con ispirata abilità le suggestioni dell’isola di
Capri», «tutti i colori marini sono la
sua tavolozza per gli abiti della prossima bella stagione»), Avolio, Bertoli,
Glans, Merving Boutique, Mirsa, Myricae, Anna Tosco, Valditevere, Vito,
Volpe.
Alcune creazioni di Moda maschile sono firmate dalla Casa Brioni di
Roma che nel 1955 presenta completi da sera in seta decantati persino
dall’attrice americana Mary Pickford
per il marito Charles “Buddy” Rogers.
Comunque questa Casa di Mode è
l’unico atelier maschile ammesso alla
Sala Bianca i cui indossatori possono
sfilare seppur come accompagnatori delle modelle di Case di Moda
femminile. Dopo i successi fiorentini
e americani appare chiaro che Brioni sia una vera certezza nell’Olimpo
della Moda italiana. Il disegnatore
dei figurini del tempo è Luigi Tarquini, autore di bellissime copertine su
la rivista «Costume». (Fra i clienti di
Brioni ci sono famosi personaggi del
cinema e della politica: gli attori Totò,
Victor Mature, John Wayne, Peter
Sellers e i senatori Robert Kennedy
ed Edward Kennedy).
Gaetano Savini Brioni non è nato con
il cognome Brioni ma si è così strettamente identificato con il marchio da
lui fondato, quando nel 1952 decise
di aggiungere Brioni al suo nome. Lo
stile di Gaetano Savini riflette la cultura italiana nelle sue sfumature più
raffinate e creative e si è diffuso in
tutto il mondo, sfidando e cambiando la visione e lo stile nell’abbigliamento maschile della seconda metà
del XX secolo.
Oggi, i colori e i tagli particolari del
total look che mostrano i modelli
nelle sfilate sono una visione familiare e consueta: in realtà Gaetano Savini Brioni dovette usare tutto il suo
impegno e carisma per convincere
Giovanni Battista Giorgini a far sfilare i suoi modelli in passerella fino ad
allora appannaggio esclusivo delle
donne.
Ormai è Storia. Siamo a Firenze, nel
1952 e la passerella è quella della
Sala Bianca di Palazzo Pitti. Quello fu
il vero trampolino di lancio, quando
B. Altman & Co., famoso Department
store sulla Fifth Avenue di Manhattan, fu colpito dall’originalità e dalla
bellezza delle creazioni di Gaetano
Brioni e le acquistò per esporle nelle
sue vetrine di New York.
I suoi colori innovativi, le sete pregiate, i tagli morbidi divennero la sua cifra distintiva che i giornalisti di moda
di tutto il mondo definirono stile continentale.
Da allora Gaetano, per tutti, divenne
Mister Brioni.
Torniamo alle sfilate del 1955. Sono
ammirati i gioielli di Luciano, di Coppola e di Toppo, le scarpe di Ferragamo e le sciarpe ricamate di Pink e
Goetz.
Le maglierie sono giudicate perfette
perché in ogni loro applicazione possono sostituire veramente qualsiasi
tessuto. Studiatissimo, ogni modello
è creato per donare grazia ed elegante snellezza alla linea femminile.
Le cronache giornalistiche esaltano
«tre vestiti da sera, per i quali la maglia ha raggiunto una vaporosità che
ha permesso di confezionarla come
un “tulle” leggero».
Gli industriali tessili hanno proposto le loro ultime novità collaborando con le Case di Moda. Nelle sale
di Palazzo Strozzi i compratori esteri
hanno esaminato i tessuti prodotti
da Bemberg, Lanificio Bevilacqua,
Setificio Costa, Setificio Cugnasca,
Lanificio Faudella, Lanificio Il Fabbricone, Cotonificio Legler, Lanificio
Marzotto, Lanificio Piacenza, Lanificio
di Pontefelcino, Rhodiatoce, Setificio
Stehli, Setificio Terragni, Textiloses &
Textiles.
Al disopra dei contrasti fra Roma e Firenze, fra Milano e Torino, preso atto
delle polemiche fra le Case di Moda
in varie città, si capisce (o si dovrebbe
capire) quanto sia palese la necessità
di far “sistema” nell’interesse generale della nostra economia. Eppure
sono in gioco interessi di miliardi. Per
esempio, un modello acquistato da
un grande magazzino americano può
essere replicato anche in trentamila
esemplari.
Massima attenzione, dunque, nella Sala Bianca, gremita di oltre 500
compratori, da circa 200 corrispondenti della stampa di tutto il mondo
e dai rappresentanti delle industrie
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tessili, che hanno seguito in un silenzio impressionante, nei quattro giorni della manifestazione, le sfilate di
1300 modelli.
L’eco dell’inimmaginabile successo
di questa presentazione traversa l’Oceano e viene raccolto dalla National
Broadcasting Company di New York,
che invita Giovanni Battista Giorgini
insieme con da quattro indossatrici
per presentare un certo numero di
modelli, di cappelli e di accessori,
delle Case di Moda che sfilato a Firenze, per partecipare a una trasmissione televisiva. Il soggiorno e la partecipazione alla televisione sono stati
offerti gratuitamente. Il programma,
della durata di 30 minuti, sarà diffuso da 88 stazioni televisive degli Stati
Uniti e sarà seguito da oltre 10 milioni
di spettatori. Considerando che ogni
minuto primo di questa trasmissione
ha un valore commerciale di 5 mila
dollari, il totale ammonta a 200 mila
dollari, ossia a 100 milioni di lire (di
allora!).
La comitiva italiana partirà dall’aeroporto di Ciampino a bordo di un
aereo di una importante compagnia
che ha offerto il volo di andata e ritorno.
Pochette metà anni ’50
Roberta di Camerino, in
velluto di seta, fondo raso,
con chiusura in porcellana.
(Collezione Cristina
Giorgetti. Fotografia di
Moreno Vassallo). Tailleur con giacca a doppio
risvolto con ornamento di
bottoni nelle falde anteriori.
Giacca a quattro bottoni,
con piccolo collo a doppio
rever. Gonna a mezza ruota
(1952).
Soprabito con collo
sciallato, maniche ampie
con taglio a “pipistrello”,
con motivo impunturato sui
due mezzi davanti a definire
le tasche a toppa, a loro
volta decorate da una serie
di impunture orizzontali
(1952).