CE breaking the silence

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CE breaking the silence
Centopassi – Breaking the silence
www.jancisrobinson.com
5 agosto 2013 09:49 di Walter Speller
Quando scrivo dell'Italia sono sempre un po' restio a parlare della mafia. Non che io voglia negarne
l'esistenza, ma sono tutt'altro che un esperto in materia e per quanto possibile vorrei sfatare i
cliché e gli stereotipi sull'Italia che la mostrano come il paese della pizza, della pasta e della mafia.
A dire il vero, nella mia vita quotidiana in Italia non mi accorgo nemmeno che la mafia esista. Agli
occhi di un estraneo la mafia è molto discreta, quasi invisibile, anche se le sue continue esecuzioni
non lo sono.
Vi chiederete però che c'entra tutto questo con il vino. In realtà molto più di quanto possiate
immaginare. Durante il mio viaggio in Sicilia lo scorso aprile ho incontrato Francesco Galante di
Centopassi per provare la nuova annata. Centopassi nasce dalla fusione di tre cooperative siciliane
per la viticoltura e la vinificazione che gestiscono proprietà agricole confiscate alla mafia tra cui
anche terreni vinicoli. Qui avevo già accennato che lo sforzo di queste organizzazioni per il bene
comune, seppur grande, non rappresenta comunque una garanzia di ottimi vini. Centopassi però è
diversa: sottolinea che per prima cosa diventerà famosa per la qualità e poi solo successivamente
per l'impegno nel creare un ambiente all'insegna della legalità e senza mafia.
[…]
Galante, il responsabile marketing di Centopassi mi ha portato in macchina fuori città, verso
l'hinterland di Palermo, l'Alto Belice Corleonese. Questo triangolo costituito da Palermo al nord, la
città agricola di San Giuseppe Jato a sud ovest e Corleone a sud est è stato per anni una roccaforte
mafiosa ed è qui che è nata la tanto violenta Cosa Nostra. E' un paesaggio duro, ampio e bellissimo
che è stranamente tranquillo. E' anche il luogo in cui Centopassi ha recuperato circa 90 ettari di
vigneti confiscati alla mafia.
[…]
Prima di poter entrare nel vigneto di Pietralunga, chiamato così per via di una roccia simile a un
menhir che domina il panorama, abbiamo dovuto cambiare macchina e prendere un 4x4. Il vigneto
di trova a 550 m di altitudine ed è raggiungibile percorrendo un sentiero molto ripido. E' coltivato
con il vitigno locale Grillo alla sorprendente densità di 5.000 piante per ettaro. Il vigneto, confiscato
al clan Riina, è stato ripiantato solo nel 2004 su un terreno di argilla pesante e frammenti rocciosi.
Nonostante le uve siano ancora giovani, il Pietra Longa Grillo che ne viene ricavato ha un sapore
incredibilmente intenso.
Centopassi sembra preferire vigneti difficili da raggiungere e in posti isolati, più alta e rocciosa è la
posizione, meglio è. Il loro vigneto più isolato e forse più interessante dalla prospettiva della
viticoltura è il vigneto Portella della Ginestra piantato di recente all'impressionante altitudine di
950 m. E' stato piantato ad una densità di 4.200 viti per ettaro con uve di Nerello Mascalese,
Nerello Cappuccio e Nocera. Le viti sono allevate ad alberello e quando alla fine raggiungiamo la
Portella della Ginestra vedo un mare di paletti di legno pronti ad offrire il loro appoggio alle viti. Il
vigneto è piantato in un luogo talmente brullo e roccioso che quasi si prova dispiacere per le
giovani piantine.
Quando ho contattato Giovanni Ascione, il “capo” dei vini Centopassi, di cui parlerò più tardi, per
poter capire perché avessero scelto questo luogo desolato, lui mi ha risposto che erano
consapevoli del rischio ma che era un rischio che pensavano valesse la pena di correre. L'obiettivo
era creare un vino rosso importante ma fresco, austero ed elegante da un vigneto che è il più
simbolico di tutti quelli confiscati alla mafia e gestiti da Centopassi. E' qui che il 1 maggio 1947
ebbe luogo il massacro compiuto dal famoso bandito siciliano Salvatore Giuliano, il quale fece
fuoco su un gruppo di circa 2.000 contadini che stavano manifestando per ottenere migliori
condizioni di vita e di lavoro. 11 persone morirono, inclusi alcuni bambini, e molte rimasero ferite.
La mafia aveva a che fare con l'accaduto, ma questo caso molto complicato in cui erano coinvolti la
banda di Giuliano, la mafia, nonché la polizia e la classe politica fu insabbiato in grande segretezza
e tutte le parti coinvolte fecero del loro meglio per cancellare ogni prova che avrebbe potuto
portare a una risoluzione. Da quel momento è sempre rimasto impresso nella coscienza storica
dell'Italia.
Ascione ha raccontato anche che il vino prodotto dal vigneto Portella può essere ricavato solo in
annate eccezionalmente calde, “di cui se ne vedono purtroppo sempre di più”, ha aggiunto in una
email. Il mix di varietà di uve che è stato piantato somiglia solo per casualità a quello del Faro DOC.
“Abbiamo scelto un mix di varietà per minimizzare il rischio e non volevamo piantare uve bianche
perché di quelle ne abbiamo già molte”, mi ha scritto Ascione. Però è vero che anche a Centopassi
il Faro piace molto.
Giovanni Ascione è il supervisore dei vini Centopassi e di conseguenza ne è anche la mente in fatto
di vini. In qualità di enologo e viticoltore egli stesso produce un pregiato vino rosso chiamato da lui
Nanni Copè da una piccola porzione di terreno che ha preso in affitto in Campania vicino alla sua
città natale, Caserta. L'enorme conoscenza di Ascione dei vini non solo italiani ma anche
internazionali ha dato a Centopassi un'evidente spinta in avanti in fatto di qualità. E' stato lui
inoltre a proporre di creare un'ambiziosa gamma di vini prodotti da singoli vigneti e addirittura
singole porzioni di questi vigneti, che Centopassi chiama “cru”.
Anche se nei vigneti si trovano varietà di uve internazionali, queste sono state saggiamente escluse
dall'imbottigliamento dei cru, in modo da permettere alle varietà locali di lasciare un'impronta
decisa nei vini.
Ascione ha spiegato che i cru sono vigneti specifici che prendono il nome da luoghi o comuni nelle
vicinanze. I nomi vengono scritti in modo diverso da quelli dei luoghi reali usando forme dialettali
locali, poiché fino a poco tempo fa non si poteva usare una denominazione geografica più specifica
per i vini classificati come IGT. Le aree di produzione dei cru si sono distinte grazie all'eccezionale
qualità delle uve che, anno dopo anno, sembrano battere quelle dei terreni o, in alcuni casi, dei
filari vicini.
Quando solo una parte di un terreno mostra le caratteristiche cru riceve un occhio di riguardo: per
esempio, con una potatura più regolare durante il ciclo vegetativo e una vendemmia verde più
accurata rispetto ad altre parti del vigneto. Ogni zona considerata cru viene segnalata chiaramente
con vernice rossa in corrispondenza dei pali e durante la vendemmia a mano le cassette utilizzate
per trasportare l'uva alla cantina vengono riempite solo a metà e caricate su un furgone frigo. E'
quello che Ascione definisce “un'attenzione maniacale per il dettaglio”.
L'unico cru prodotto da una varietà che non è strettamente locale è quello prodotto col Trebbiano.
Il Trebbiano è considerato in genere una varietà mediocre ma nel caso di Centopassi deriva da un
vecchio vigneto a pergola che, a seguito di una severa selezione effettuata durante la vendemmia,
produce le migliori uve Trebbiano. I frutti sono di una qualità così alta da guadagnarsi un
trattamento cru completo e un invecchiamento di 12 mesi in tonneaux nuovi di rovere.
Tutti i vigneti Centopassi sono coltivazioni biologiche. L'uva viene trasportata alla cantina
Centopassi, una struttura funzionale ma disadorna simile ad una fattoria, situata vicino a San
Giuseppe Jato e costruita grazie ai finanziamenti ricevuti dallo Stato italiano e dall'Unione Europea.
Oltre alle vasche di acciaio inossidabile ci sono anche larghe botti in quercia da 20 hl e alcuni
tonneaux di rovere. Tutto è ridotto all'essenziale ed è chiaro che Centopassi preferisce concentrare
tutti gli sforzi e le attenzioni, così come gli investimenti, sulle vigne. Sono questa concentrazione e
attenzione per il dettaglio che hanno creato alcuni dei vini più interessanti attualmente prodotti in
Sicilia.
Centopassi gestisce anche due B&B in campagna, agriturismi a Corleone e a Portella della Ginestra
vicino a San Giuseppe Jato. Il paesaggio è semplicemente stupendo e Portella della Ginestra è solo
a 25 km da Palermo. I prezzi sono più che ragionevoli e di domenica il B&B è anche aperto a pranzo
e serve pietanze locali, semplici ma squisite, fatte con prodotti provenienti dai terreni confiscati
alla mafia e a coltivazione biologica. La gamma dei vini Centopassi completa il quadro. Vivamente
consigliato.
I vini
Presentati in ordine di assaggio.
Centopassi, Rocce di Pietra Longa Grillo 2012 IGT Terre Siciliane 17,5 2013-2018
Il vigneto si trova nella Contrada di Pietralunga a 550 m di altitudine. Terreno confiscato al clan
Riina. Una parte delle uve è stata raccolta prima rispetto al resto. Fermentato e invecchiato in sole
vasche di acciaio inossidabile.
Colore pallido brillante. Tipico profumo di agrumi del Grillo con una nota di scorza di limone e un
accenno di frutti tropicali. Ancora molto giovane. Una punta di anidride carbonica all'inizio. Resta
ancora qualche aroma della fermentazione a freddo, ma con una buona portata e profondità.
Eccellente lunghezza e valido potenziale per l'invecchiamento. (WS) 13%
Centopassi, Terre Rosse di Giabbascio Catarratto 2012 IGT Terre Siciliane 17 2013-2016
Vigneto a 300 m di altitudine nella Contrada di Giambascio. Confiscato al clan Brusca. Il 15% delle
uve ha fermentato in tonneaux di rovere.
Color giallo pallido. Un inizio influenzato dalla quercia ma non in modo prevalente. Tipico aroma di
spezie del Catarratto e accenni di frutti tropicali. Aroma di limone tenuto insieme da una buona
acidità. Leggero sul palato nonostante la gradazione di 13.5% che si nota solo in conclusione. Finale
amaro di mandorla. Pieno di carattere e una delle migliori espressioni di questa varietà
attualmente sul mercato. (WS) 13.5%
Centopassi, Tendoni di Trebbiano 2011 IGT Sicilia 17 2013-2016
Vigneto nella Contrada di Cerasa a 550-660 m di altitudine. Confiscato al clan Riina. Vigneto
allevato a tendone, simile a una pergola ma tenuto insolitamente basso per questo tipo di
coltivazione di soli 45 quintali. Viti di 37 anni. Fermentato interamente in tonneaux di rovere.
Prodotto in 1.500 bottiglie.
Intenso colore giallo con sfumatura dorata. Un naso dolce, di frutti gialli con una evidente nota di
legno giovane, ma che funziona. Un trattamento piuttosto lussuoso per un'uva così modesta.
Corpo ugualmente intenso con quercia sul palato e un finale salato, di agrumi. Avrei preferito un
po' meno legno ma rimane comunque un vino affascinante. Credo che sarebbe da bere ora
piuttosto che lasciarlo invecchiare perché il legno prenderebbe il sopravvento. (WS) 13.5%
Centopassi, Cimento di Perricone 2012 IGT Terre Siciliane 17+ 2014-2018
Da un vigneto nella Contrada di Don Tommaso a 400 m di altitudine. Confiscato a Giovanni Brusca,
che nel 1992 uccise Giovanni Falcone, il famoso magistrato che lottò contro la mafia in molti
processi importanti fino alla sua morte. Assaggio dalla botte, verrà imbottigliato a settembre.
Fermentato in acciaio inox e invecchiato per 10 mesi in botti da 22 hl in rovere di Slavonia.
Colore quasi cremisi con tinte violette. Molto giovane, un po’ chiuso al naso. Accenni di mora
dolce. Sapore intenso di mora sul palato senza essere pesante. Tannini granulosi con un finale
profumato di mora. Finale salato e amaro. Meglio attendere. (WS) 12.5%
Centopassi, Argille di Tagghia Via Nero d'Avola 2012 IGT Terre Siciliane 17 2013-2018
Dal vigneto Tagliavia a 550 m di altitudine nella zona di Corleone. Confiscato al clan Riina.
Fermentato in acciaio inox.
Rosso rubino violaceo. Naso erbaceo e di frutti rossi con un accenno di foglia di pomodoro e
violetta. Un rosso che fa quasi schioccare le labbra, aroma di frutti scuri con una nota di tannini
amari. Vino pieno di carattere. (WS) 13.5%
Centopassi, Argille di Tagghia di Sutta Via Nero d'Avola 2011 IGT Sicilia 17 2014-2019
Dal vigneto Tagliavia vicino a Corleone. “Sutta” (sotto) si riferisce alla parte inferiore della vigna e
indica la località. Fermentato in acciaio inox seguito da 12 mesi in larghe botti di rovere. Non
filtrato.
Cremisi intenso. Aroma di frutti scuri molto elegante e sicuro unito a un accenno di quercia. Frutti
scuri persistenti, leggeri e freschi sul palato con un'elegante struttura di tannini. Molto giovane e
promettente. Niente aromi erbacei o di piante. (WS) 13.5%
Centopassi, Marne di Saladino Syrah 2012 IGT Terre Siciliane 16.5 2014-2020
Dal vigneto nella Contrada di Saladino vicino a Monreale su 550 m di altitudine. Confiscato al clan
Riina. Non prodotto nell'annata precedente perché le uve non sono considerate abbastanza valide.
Assaggio prelevato dal tonneau. Fermentato in acciaio inox seguito da 13 mesi in un tonneau di
rovere di secondo passaggio. Uscirà tra un anno.
Cremisi violetto profondo. Influenzato ma non in modo prevalente dal legno. Naso morbido e
saporoso. Aroma intenso, di frutti scuri e quasi salato con tannini amari. Lungo e abbastanza
intenso, ma non denso. Finale caldo. (WS) 14%
Centopassi, Marne di Saladino Syrah 2010 IGT Sicilia 17 2013-2018
Cremisi intenso. Lampone e ribes che quasi escono dal bicchiere. Corpo scuro, intenso aromatico
con un'impressione minerale e salata sul finale. Lascia la bocca corposa. Finale prevalentemente
tannico. (WS) 14%