Corpus Domini (14 giugno)

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Corpus Domini (14 giugno)
21 giugno 2009 – terza dopo la pentecoste anno b
ore 18.00 Messa vigiliare del sabato
(Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che inizia la
processione all’altare)
Celebriamo la Messa vigiliare della terza domenica dopo
la pentecoste. Seguendo l’antica disciplina dell’oriente
cristiano, la Chiesa milanese valorizza, accanto alla domenica,
giorno di festa per eccellenza, il carattere festivo che Dio
ha assegnato al sabato. La Messa del sabato sera inizia con
la celebrazione dei vesperi primi della domenica: vesperi che
anche noi celebreremo tra poco.
Accogliamo la processione in piedi.
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21 giugno 2009 – terza dopo la pentecoste anno b
ore 7.30 – 11.30
Sia lodato Gesù Cristo!
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Vi confesso che la Parola di Dio che abbiamo
ascoltato nelle tre letture di oggi mi commuove. E vi
spiego perché: sono le tre letture che spesso leggo e
commento con i nostri ragazzi che si stanno preparando
al loro matrimonio. Questa mattina voglio commentarle
con voi perché tanti di voi sono sposati o lo sono stati e
forse qui in chiesa c’è qualche coppia di giovai sposi o di
fidanzati che riconosceranno con piacere queste letture.
La prima. Non è il racconto di qualcosa che è avvenuto una volta soltanto e
tanti anni fa. Avviene ogni volta che un uomo e una donna vogliono realizzare quel
progetto di famiglia che è un progetto di Dio creatore: ogni volta che due ragazzi
si sposano Dio compie lo stesso strepitoso gesto che racconta la Genesi. In mezzo
a ogni ben di Dio della creazione, l’uomo è triste perché è solo. Dio se ne accorge e
decide di dargli un aiuto simile, che gli corrisponda. Notate l’umiltà del Dio
cristiano: Dio deve confessare di non essere adatto all’aiuto di cui l’uomo ha
bisogno. Allora Dio fece scendere un torpore sull’uomo che si addormentò. Ricordo
che il card. Martini commentava così queste parole: Dio mandò l’uomo in estasi. La
donna frutto dell’estasi dell’uomo. Se ce lo ricordassimo! Quanta pulizia, quanta
disciplina nelle parole, nei pensieri, nei desideri, dovremmo fare noi uomini quando
pensiamo alla donna! Dio estrae la vita della donna dall’uomo. Avviene la cosa più
incredibile, a cui non avremmo mai pensato. Sembra quasi che l’uomo presti il suo
grembo e, come in un parto, Dio estrae la vita della donna, carica della stessa
bellezza della vita dell’uomo, della stessa dignità. E con un gesto di squisito sapore
sponsale Dio conduce la donna all’uomo (voi donne, voi ragazze, ricordate questo
gesto il giorno del vostro matrimonio, quando il vostro papà vi ha accompagnato in
chiesa e vi ha consegnato a colui che stata per diventare vostro marito). E l’uomo
contempla estatico la donna come quell’aiuto che Dio gli aveva promesso di dargli.
Per questo –continua il testo della Genesi- l’uomo lascerà suo padre e sua madre e
si unirà a sua moglie. Quando un ragazzo e una ragazza si sposano, i loro genitori,
come dice la santa Scrittura, diano la loro benedizione a questi figli. Ma poi questi
figli abbandonino il papà, la mamma e la loro casa: ogni vocazione, anche quella
matrimoniale, è una partenza, il Signore chiede sempre di partire, come ad
Abramo: Esci dalla tua terra e va’… Lasciateli partire i vostri ragazzi, cari genitori:
lasciateli andare, non seguiteli, accompagnateli con la vostra benedizione e la
vostra preghiera. La loro strada non è la vostra strada.
La seconda lettura. È la pagina più bella del NT sul matrimonio. Ma è una
pagina che non piace molto alle sposine. Per quella frase: Siate sottomessi gli agli
Questo
mistero è
grande…
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altri: le mogli siano sottomesse ai loro mariti, come al Signore. Vi spiego:
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immaginate la scena del Calvario, poco prima della morte di Gesù sulla Croce. Chi
stava sotto la croce di Gesù? Maria, la madre, la Maddalena, Giovanni: questi erano
sotto, messi sotto, sottomessi a Gesù. Gesù era il loro Signore perché in quel
momento stava donando la sua vita per loro e per tutti i figli di Dio. La vita
matrimoniale è una vita sottomessa alla decisione del marito di dare la sua vita per
sua moglie: chi si sposa riceva la grazia dello Spirito Santo di poter dare la sua vita
per la propria moglie, come Gesù ha dato la sua vita per noi, per la sua Chiesa. Io
dico sempre ai ragazzi: perché ti sposi in chiesa? Non perché ami questa ragazza
che sarà tua moglie: lo sappiamo tutti, si vede. Tu ti sposi in chiesa perché, grazie
al sacramento che ricevete, tu sia capace (e vuoi essere capace) di amare tua
moglie come la ama Gesù: con la fedeltà di Gesù, con la tenerezza di Gesù, con la
mitezza di Gesù, con il suo cuore pronto al perdono, pronto alla pazienza… Io ti
auguro che tua moglie si renda conto tutti i giorni come è bello essere sotto la tua
volontà di amarla con lo stesso amore di Cristo: sottomessa a te, come al suo
signore, sottomessa come tutti noi siamo sottomessi a Gesù: siamo sotto la grazia
della sua morte in Croce. Lui, il nostro Signore.
Il Vangelo. Ci sono pagine bellissime dei vangeli, adatti alla Messa di
matrimonio: pensate alle nozze di Cana. Alla casa sulla roccia, alle beatitudini… I
ragazzi scelgono quasi sempre questa pagina. Io dico a loro: vergognatevi. Proprio il
giorno in cui vi donate reciprocamente la vostra vita per sempre, chiedete a Gesù:
Gesù, fino a quando ma la devo tenere? Me lo devo tenere? Allora capiscono e la
cambiano. Ma ve la spiego: alla domanda dei farisei ( E’ lecito a un marito ripudiare
la propria moglie?), Gesù risponde ricordando come è il progetto di Dio sulla
famiglia, sulla vita coniugale: I due non sono più due, ma una sola carne. Il progetto
di una famiglia unita e inseparabile è il progetto di Dio sulla famiglia. Poi gli uomini
ne possono fare quello che vogliono e ne abbiamo una visione noi sacerdoti quando
frequentiamo i ragazzi del catechismo: che disastro! Come e quando ne verremo
fuori? Dedichiamoci a preparare bene i nostri ragazzi che chiedono di sposarsi in
chiesa: voi, le vostre famiglie; noi, la loro comunità cristiana. In questi tre anni
come parroco ho conosciuto e accompagnato qualche centinaio di nostri ragazzi al
matrimonio: ho una immagine positiva e bella di questi ragazzi, che magari non
vengono in chiesa dal giorno della loro cresima. Ma debbo dirvi che davanti al loro
matrimonio sono molto seri; soprattutto hanno voglia di ricuperare il tempo
perduto. Il Signore ci aiuti.
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