Reply punta sull`estero Pronta allo shopping in Brasile, Germania e Uk
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Reply punta sull`estero Pronta allo shopping in Brasile, Germania e Uk
Reply punta sull'estero Pronta allo shopping in Brasile, Germania e Uk LETTERA AL RISPARMIATORE INFORMATION TECHNOLOGY Dai social media al mobile focus su società fino a 20 milioni Il gruppo informatico e di consulenza apre filiale negli Usa LE ATTIVITÀ IN ITALIA La società, focalizzata su nicchie ad alta crescita, è riuscita a incrementare il business nonostante la crisi dell'It Per gli esperti, però, l'esposizione sul mercato domestico è eccessiva Vittorio Carlini L'idea alla base di Reply? È presto detto. Offrire, dapprima, consulenza tecnologica (oltre che strategica, di comunicazione o di processo) alla telecom o al gruppo media di turno. Per poi, eventualmente, sviluppare un sistema informatizzato ad hoc, utilizzando programmi e soluzioni delle grandi softwarehouse. Insomma, un po' come un sarto hi-tech in grado di cucire l'abito tecnologico su misura per l'azienda. Poi è ovvio, con l'affinarsi delle competenze, il sarto arriva a produrre esso stesso il tessuto. Cioè piattaforme informatiche "semilavorate", ad esempio di gestione della logistica di magazzino, da offrire in diversi settori. Già, le piattaforme informatiche. A dirlo così potrebbe sembrare anche semplice. E tuttavia, anche a fronte della debolezza dei servizi per l'It in Italia (-2,6% nel 2011) e della dura recessione a macchia di leopardo in Europa, il risparmiatore si pone la domanda: il business di Reply funziona? Per rispondere può guardarsi ai numeri di bilancio. Ebbene, il fatturato nel 2007 si era assestato a 277,2 milioni; a fine dell'esercizio scorso ne valeva 440,3. L'andamento è stato replicato, seppure con l'intermezzo della forte flessione nel 2009, sul fronte della redditività. Nel 2007 l'Ebitda era 42,3 milioni (38 per l'Ebit); a fine 2011 il Mol si è assestato a quota 55,2 milioni (48,9 l'utile operativo). Un trend che, sul più lungo periodo 2001-2011, significa la crescita media annua del 17,5% per l'Ebitda e del 19,3% per l'Ebit. Fin qui i numeri del passato "remoto". Ma quali quelli dell'esercizio in corso? Nel primo trimestre 2012, la società presieduta da Mario Rizzante ha visto crescere sia il giro d'affari (+14,6%) che l'utile ante-imposte (+26,6%). Il peso dell'Italia Tutto rose e fiori, quindi? Evidentemente le cose sono più complesse. In primo luogo, sottolineano gli esperti, c'è la spada di Damocle del mercato italiano. Secondo i dati al 31/3/2012 il Belpaese, rispetto al fatturato, valeva il 74,6% del totale. A seguire la Germania (16,4%) e l'Inghilterra (9%). L'indicazione degli analisti è che l'esposizione del gruppo al mercato domestico è eccessiva. Soprattutto perchè le prospettive per la nostra economia non sono rosee: Ernst & Young, ad esempio, stima un calo del Pil nel 2012 del 2,3%. Una diminuzione, conseguenza anche delle manovre d'austerity, che giocoforza schiaccia la domanda aggregata, compresa quella per i servizi informatici. Rispetto a questa problematica l'azienda risponde su diversi piani. In primis sottolinea che, nonostante la contrazione dell'Information technology sia stimata da Assinform al 2,3% nel 2012 (era il 4,1% nel 2011), Reply è stata in grado di crescere. Come? Offrendo servizi a valore aggiunto in settori di nicchia che, anche in periodo di recessione, crescono: dai social network all'internet degli oggetti (connettività, per esempio, tra elettrodomestici); dal mondo mobile (per esempio i pagamenti via cellulare) fino al cosiddetto cloud computing (cioè, l'utilizzo di hardware e software presenti non sul proprio computer bensì in internet). Ma la risposta alla crisi non solo è rappresentata dal focus su settori, e tecnologie, più resilienti alla crisi. A fronte, per esempio, di una Pubblica Amministrazione che nel 2011 valeva l'11,1% dei ricavi generati in Italia, la recessione e la spending review del Governo Monti giocoforza costituiscono un'incognita non da poco. Così Reply indica un'altra sua strategia: l'internazionalizzazione. La crescita all'estero Allo stato attuale l'azienda, che pure già ha uffici in Belgio, Olanda e Lussemburgo, è presente essenzialmente, oltre all'Italia, in Inghilterra e Germania. Berlino, nel primo trimestre 2012, valeva il 16,4% del fatturato (21,4% nello stesso periodo del 2011) mentre Londra pesava per il 9% (contro il 4,9%). Cioè, al di là dell'eccessiva rilevanza dell'Italia, salta all'occhio la crescita relativa del business "anglosassone". Un trend, peraltro, confermato anche più sul lungo periodo: a fine 2010, infatti, il fatturato generato in Gran Bretagna era il 2,7% del totale; dodici mesi dopo la percentuale è salita al 6,1%. Un risultato, evidentemente, conseguenza anche dello shopping nella terra della perfida Albione. Nello scorso esercizio, infatti, Reply, da un lato, ha acquisito Avantage (società specializzata nella consulenza, per esempio nel risk management, ad aziende finanziarie); e, dall'altro, Portaltech che offre consulenza e soluzioni nell'e-commerce. Insomma, l'Inghilterra è importante. Tanto che la società vuol arrivare il prima possibile ad una soglia di fatturato (nel 2011 erano 27,7 milioni) più "rilevante". Già, "rilevante": ma a quanto corrisponde? Il gruppo non lo dice e tuttavia, per gli esperti, il target dovrebbe essere oltre 100 milioni. Una volontà di crescita che coinvolge peraltro la stessa Germania: 82,7 milioni di ricavi nello scorso esercizio da portare, a detta del consensus, almeno a 200. L'espansione per linee esterne Già, incrementare il giro d'affari all'estero. Nel Vecchio continente, oltre a Berlino e Londra, interessa l'Europa centrale: non solo il Benelux ma la stessa Polonia. Un'espansione che, com è nel Dna di Reply, passa anche attraverso lo shopping. Quali, allora, le aziende target? Il gruppo guarda soprattutto a società, per un esborso da 5 a 20 milioni, nelle attività a più alti tassi di crescita. Cioè: dal cloud computing al social network fino al mondo mobile. Una strategia di acquisizioni che, a livello geografico, in Europa si concentra su Germania e Gran Bretagna. Mentre, nei mercati emergenti, riguarda il Brasile. Qui Reply è gia presente con una filiale a Belo Orizonte mentre, nella seconda parte del 2012, verrà aperto un altro ufficio a San Paolo. Il gruppo, evidentemente, da un lato supporta tecnologicamente le controllate carioca di suoi clienti: da Fiat a Telecom. E, dall'altro, vuole sfruttare la crescita economica del Paese per offrire i suoi servizi, ad esempio, nel settore bancario. La strategia, in linea di massima, è replicata negli Stati Uniti. Negli Usa, infatti, l'azienda ha aperto una newco. Una filiale che sosterrà l'implementazione della piattaforma Click Reply, per la gestione informatica ad esempio del magazzino, dei suoi clienti nel settore automotive. E non solo: l'idea, ovviamente, è di sfruttare la presenza in loco per realizzare eventuali nuovi contratti. Qui però, a differenza del Brasile, non è in ipotesi alcuna acquisizione. Una crescita organica, insomma, sulla falsariga dell'Italia. Nel Belpaese, infatti, Reply prosegue la sua espansione ma senza M&A. Anche perché, se nel giro di cinque anni il peso del fatturato italiano sarà sceso a circa il 50% del totale, vorrebbe dire che l'obiettivo è stato centrato. Reply, cioè, potrà offrire i servizi a valore aggiunto al settore Telecom (19,8% dell'intero fatturato nel 2011), Media (10,7%), manifatturierio (24,2%) o della finanza (24,8%) in un orizzonte più internazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domande & risposte eQuale l'andamento del titolo in Borsa? Sui 12 mesi l'andamento semplice del titolo di Reply (alla chiusura del 12/7/2012) è in rosso per il 7,6%. Con il re-investimento del dividendo la performance, pur rimanendo negativa, migliora un po' (-4,9%). Si tratta, comunque, di valori migliori rispetto all'indice di appartenenza, il Ftse all star. Quest'ultimo, infatti, nell'ultimo anno (alla chiusura del 12/7/2012) ha lasciato sul parterre circa il 12,8% (apprezzamento semplice). Con il re-investimento della cedola, invece, l'andamento è in ribasso del 10,5%. Se si accorcia l'angolo visuale la situazione, però, cambia. Da inizio 2012, infatti, Reply (andamento semplice) è in rialzo del 9,6% (chiusura al 12/7/2012). Contando anche il dividendo la crescita passa al 12,8%. Numeri positivi, insomma, in controtendenza rispetto a Piazza Affari: il Ftse mib, infatti, cede oltre l'8%. Così come, però, è in controtendenza anche il Ftse all star: l'indice delle stelle milanesi (chiusura al 12/7/2012), senza contare la cedola, guadagna il 6,3% mentre con il dividendo mette a segno un rimbalzo dell'8,9%. Fin qui le indicazioni delle performance, ma quali i multipli aziendali? Il P/e nel 2007, secondo i dati Facset, valeva 10,3; poi nel 2009, anno della recessione mondiale, il prezzo rapportato all'utile è salito a 10,7. Quello prospettico 2012, invece, è indicato a 6,3 rÈ ipotizzabile il delisting della società Reply Deutschland (ex Syskoplan)? Alla stato attuale l'argomento non è in discussione, tuttavia l'ipotesi non è scartata a priori. tQuale il modello organizzativo di business di Reply? Il lettore, che non conosce la storia di Reply, guardando la sezione "Società controllate consolidate integralmente" pubblicato nel Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2012 può domandarsi: come mai il numero delle società indicate è ben oltre le 40 unità? La risposta dell'azienda è che si tratta proprio dell'espressione del modello organizzativo di Reply. Cioè, un sistema di rete, un network dove ogni realtà è focalizzata su un determinato segmento di business e tecnologia. Un sistema che, a detta dell'azienda, permette di realizzare sinergie di scala e di scopo, ed è un vero e proprio punto di forza della società. uQuale la posizione finanziaria netta dell'azienda? La posizione finanziaria netta al 31 marzo 2012 indica un indebitamento di 7,954 milioni , in calo rispetto a fine 2011. Il miglioramento, scrive Reply, è attribuibile ai flussi finanziari generati dalla gestione corrente. I debiti verso le banche, per complessivi 23,878 milioni, si riferiscono principalmente ai finanziamenti bancari al servizio di operazioni di Merger & Acquisition. © RIPRODUZIONE RISERVATA