Qualcosa di buono da mangiare
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Qualcosa di buono da mangiare
Impariamo a considerare il picacismo tra le possibili conseguenze e, in alcuni contesti culturali, anche tra le possibili cause di sideropenia. DESCRIZIONE DEL CASO La storia di T., camerunense di 14 anni, inizia una sera di fine agosto quando il ragazzo giunge in Ambulatorio di accettazione pediatrica per epistassi sinistra. Il primo episodio, verificatosi la sera precedente, viene descritto dai familiari come copioso e prolungato (durata di qualche ora). Non viene riferita astenia, né febbre, né perdita di peso. Ultimo viaggio in Africa all’età di 5 anni. All’E.O. le condizioni generali di T. appaiono sostanzialmente buone, l’epistassi è risolta, non ci sono linfoadenopatie né organomegalia ma le mucose ci sembrano estremamente pallide e all’auscultazione cardiaca apprezziamo un soffio sistolico 2-3/6 su tutti i focolai; la PA è 100/70 e la FC è pari a 84 bpm. All’emocromo: GB:7510/mmc (di cui N:5280/mmc e L:1460/mmc) PLT:11.000/ mmc, Hb:4,2 g/dl, MCV:62 fl, Htc:16%. Data la grave anemia associata a trombocitopenia, decidiamo di ricoverare T. per le cure e gli accertamenti del caso. Immediatamente dopo l’ingresso in reparto, procediamo con la correzione delle alterazioni ematologiche mediante trasfusione di emazie concentrate e infusione di piastrine. Intanto lo studio dei depositi marziali documenta un’importante sideropenia (ferritina <5ng/dl ferro 8 mcg/dl, transferrina 277 mg/dl), motivo per cui verrà quindi intrapresa terapia con ferro solfato e acido folico per os. Per una più chiara valutazione del grave quadro ematologico il ragazzo è stato sottoposto anche all’esecuzione di aspirato midollare e ad analisi dello striscio periferico. Il primo ha evidenziato la presenza di una cellularità polimorfa, lievemente ridotta rispetto alla norma, con la serie eritroide e granulocitaria nelle diverse fasi maturative e rarissimi megacariociti, senza cellule atipiche né segni di infiltrazione da parte di cellule estrinseche. Allo striscio si nota la presenza di anisopoichilocitosi delle emazie e di piastrine grandi ed isolate. Abbiamo pertanto effettuato una serie di accertamenti per chiarire la natura della carenza marziale. Sono state escluse alcune comuni cause di sanguinamento intestinale e di malassorbimento (negativi la sierologia per malattia celiaca, la ricerca del sangue occulto fecale, le coprocolture per Salmonella, Shigella, Campylobacter). Sono stati inoltre esclusi l’infezione da Parvovirus (sierologia negativa) e il saturnismo (piombemia negativa). La sorpresa arriva quando, in sesta giornata di degenza, approfondiamo l’anamnesi sul versante alimentare. T. ci racconta infatti di avere l’abitudine di mangiare, da ben cinque anni, saltuariamente, circa una volta al mese, quantità variabili di argilla caolino e di terra. Viene pertanto posta diagnosi di picacismo. 93 Qualcosa di buono da mangiare... Elisa Maria Gabriella Marrella1 Michela Giovannini2 Valentina Bonifacci2 Doriana Lacorte2 Francesca De Luca1 1 UO Clinica Pediatrica, Azienda OspedalieroUniversitaria Sant’Anna, Ferrara 2 Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università degli Studi di Ferrara AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 [Caso clinico] Caso clinico Qualcosa di buono da mangiare... Il picacismo è considerato ancora oggi un fenomeno normale in alcune società rurali dell’Africa e dell’India. Discussione AreaPediatrica | Vol. 14 | n. 4 | ottobre-dicembre 2013 94 I l caso ci è sembrato in primo luogo interessante per la rara associazione tra anemia sideropenica e trombocitopenia che sempre nella carenza marziale trova la sua origine. Tale associazione, descritta occasionalmente in casi di anemia severa, ci aveva in un primo momento erroneamente orientato verso una patologia da insufficienza midollare. In effetti questa situazione può apparire confondente e impone di proseguire indagini per escludere patologie midollari con cui entra in diagnosi differenziale1. Ma il motivo principale che ci ha portato a descrivere il caso di T. è legato all’insolito disordine alimentare che ha verosimilmente determinato la gravità della carenza marziale: il picacismo. Questo consiste nella persistente assunzione di sostanze non nutrienti (ad esempio terra, ghiaccio, corde, legno) da parte di adulti o bambini non affetti da disturbi mentali2. Si hanno tracce di picacismo fin dall’antichità: Platone consigliava alle donne incinte di ingerire argilla come ricostituente, i romani la impastavano con sangue di capra e ne facevano dei biscotti medicinali. I tedeschi e gli scandinavi, fino ad un secolo fa, la impiegavano per la panificazione, proprio come fanno tuttora gli aborigeni australiani. Nei mercati dell’Africa Centrale viene invece venduta come digestivo o cura contro la dissenteria. Tale pratica è considerata ancora oggi un fenomeno normale in alcune società rurali dell’Africa e dell’India3-4. Bibliografia 1. Kliegman R, Stanton B, St. Geme JW et al. Nelson Textbook of Pediatrics, 19th edition. Amsterdam: Elsevier, 2011. 2. Viguria Padilla F, Mijàn de la Torre A. Pica: the portait of a little known clinical entity. Nutr Hosp 2006; 21(5): 557-66. 3. Kutalek R, Wewalka G, Gundacker C et al. Geophagy and potential health implications: geohelminths, microbes and heavy metals. Trans R Soc Trop Med Hyg 2010; 104(12):787-95. 4. Zedlitz K. Pica: a historical eating disorder. Wurzbg Medizinhist Mitt 2010;29:402-33. 5. Von Garnier C, Stunitz H, Decker M et al. Pica and refractory iron deficiency anaemia: a case report. J Med Case Reports 2008;2:324. N ella nostra cultura la sindrome interessa talvolta le donne incinte e il desiderio di cibi inappropriati, come ad esempio carne cruda, ghiaccio, etc viene fatto oggetto di credenze popolari. Alla base di questo pervertimento dell’appetito vi è quasi sempre un’anemia da carenza di ferro, e il disturbo regredisce con la correzione della carenza o, nel caso delle donne incinte, con il termine della gravidanza. A volte nei bambini si associa a una parassitosi intestinale o alla malattia celiaca, che hanno sempre come conseguenza un disturbo del metabolismo del ferro e di altri minerali. Più raramente, il picacismo è l’espressione di un disturbo ossessivo-compulsivo ed è riconosciuto dal DSM-IV come un disturbo mentale. Il fatto che può caratterizzarsi per l’ingestione di sostanze contenenti metalli pesanti può comportare il rischio di intossicazione da cadmio, mercurio e piombo, ostruzione intestinale, danni dentali, infezioni parassitarie e da elminti 1-2. Il nostro paziente assumeva quantità variabili di caolino da ben cinque anni. Il caolino è costituito prevalentemente da caolinite, un minerale silicato delle argille (alluminio silicato idrato). Vi sono diverse ragioni per cui l’ingestione di caolino potrebbe aver causato l’anemia da deficit di ferro, oltre che esserne la conseguenza. La superficie della caolinite presenta infatti cariche negative, capaci di legare a sé molecole cariche positivamente (ad esempio il Fe2+ e il Fe3+), compromettendone l’assorbimento duodenale; in questo modo il ferro risulta indisponibile per i processi emopoietici 5 . Inoltre in questo tipo di argilla si ritrovano tracce di quarzo, che determinano l’abrasione della mucosa intestinale favorendone la desquamazione e quindi la perdita di ferro. È verosimile che le abitudini culturali di T. abbiano determinato l’instaurarsi di uno stato ferrocarenziale che si è protratto nel tempo, aggravandosi e contribuendo ad “intensificare” l’assunzione del minerale peggiorando ulteriormente il quadro. Impariamo quindi a considerare il picacismo tra le possibili conseguenze e, in alcuni contesti culturali, anche tra le possibili cause di sideropenia e in linea più generale a tenere sempre in considerazione le diversità culturali e sociali del paziente rispetto al contesto in cui lo si cura .