Soprattutto, tale insegnamento dovrebbe altresì essere integrato in
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Soprattutto, tale insegnamento dovrebbe altresì essere integrato in
C 160 E/138 Gazzetta ufficiale delle Comunità europee IT Soprattutto, tale insegnamento dovrebbe altresì essere integrato in modo obbligatorio e permanente nei diversi livelli di ciascun sistema educativo, con un programma sviluppato e adattato in funzione del livello di insegnamento dispensato. Potrebbe il Consiglio far procedere in primo luogo a un’analisi della situazione esistente in materia sia negli Stati membri che nei paesi candidati? Una volta effettuata questa analisi, non sarebbe opportuno trarne le conseguenze e invitare i governi ad adottare le disposizioni necessarie per realizzare gli obiettivi prefissati? Non ritiene, in effetti, il Consiglio che ci si trovi dinanzi a una sfida fondamentale per il futuro democratico dell’Unione, dato che si tratta di conferire infine una dimensione reale alla cittadinanza europea tra i giovani di oggi e di domani? Risposta (25/26 marzo 2002) Per quanto concerne il quesito dell’Onorevole Parlamentare, il Consiglio deve rammentare che ai sensi dell’articolo 149, paragrafo 1 del trattato la Comunità europea è tenuta «al pieno rispetto della responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda il contenuto dell’insegnamento e l’organizzazione del sistema di istruzione …». Occorre inoltre tener presente che l’insegnamento della scuola materna non è ufficialmente riconosciuto in tutti gli Stati membri come parte del sistema nazionale. Per quanto attiene all’opportunità di svolgere un’analisi nei vari Stati membri sull’insegnamento della costruzione europea, va sottolineato che non spetta al Consiglio intraprendere questo tipo di inchiesta. Al riguardo sarebbe forse più appropriato che l’Onorevole Parlamentare rivolgesse il quesito alla Commissione europea. (2002/C 160 E/175) INTERROGAZIONE SCRITTA E-3545/01 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione (8 gennaio 2002) Oggetto: Ostacoli al varo di programmi transfrontalieri di riproduzione del «korenwolf», specie di criceto minacciata di estinzione 1. E’ noto alla Commissione che il «korenwolf» specie di criceto che può vivere soltanto in aree di almeno 30 ettari prive di sentieri, boschetti o colture, rischia di scomparire nei Paesi Bassi dove la densità demografica è notevole e che l’Associazione «Das en Boom» e il giardino zoologico di Rotterdam «Blijdorp» hanno avviato un programma di riproduzione con gli ultimi esemplari catturati che ha già consentito la nascita di 135 criceti con lo scopo di reinserirli nel loro habitat naturale non appena saranno reperiti terreni idonei? 2. E noto altresì alla Commissione che sussiste il rischio di vedere il governo olandese nell’impossibilità di mantenere la promessa fatta in precedenza di reperire nella provincia di Limburgo undici habitat con una rispettiva superficie di 45 ettari su suoli argillosi eolici (löss) e ciò sia perché vengono senza posa allestite nuove infrastrutture ? strade, zone industriali e quartieri residenziali ? sia perché i criceti non possono essere reintrodotti nei pressi di fasce boscate poiché sarebbero rapidamente preda di poiane, avvoltoi e volpi? 3. E’ in grado la Commissione di confermare che gli scambi di detti animali nell’ambito di un programma comunitario di allevamento teso a prevenire riproduzioni in consanguineità con conseguente degenerazione riconducibile ad un numero eccessivamente ristretto di ascendenti diversi, sono ostacolati dalle frontiere interne dell’Unione europea? 4. Potrebbe altresì la Commissione confermare che la rimessa in libertà di detti animali provenienti da allevamenti nei paesi limitrofi quali il Belgio e la Germania è ostacolata dalle frontiere intracomunitarie? 4.7.2002 4.7.2002 IT Gazzetta ufficiale delle Comunità europee 5. Come intende essa contribuire alla rimozione di tutto ciò che si frappone al reperimento di habitat per detti animali allevati onde garantire la sopravvivenza della specie e consentire l’attuazione di programmi di allevamenti transfrontalieri? Fonte: «Rotterdams Dagblad» del 29 e 30 novembre 2001. Risposta data dalla sig.ra Wallström a nome della Commissione (15 febbraio 2002) L’inserimento del criceto europeo nell’allegato IV della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (1) (direttiva «Habitat») dimostra che la Commissione è consapevole della necessità di mantenere lo stato di conservazione della specie. In occasione di contatti con la ONG «Das en Boom» avvenuti in relazione ad alcuni esposti e denunce, la Commissione è stata informata dell’esistenza di un programma di riproduzione in cattività che impiega criceti catturati in libertà. Il governo olandese ha trasmesso alla Commissione un «Piano di protezione del criceto 2000-2004», il cui scopo è individuare 500 ettari di habitat adatti a rimettere in libertà gli esemplari allevati in cattività. Nel quadro della procedura A-98/2016 aperta a seguito di denuncia, la Commissione ha chiesto ai Paesi Bassi di fornire informazioni sugli strumenti normativi utilizzati per realizzare il piano e sui risultati finora ottenuti. Il 21 ottobre 2001 i Paesi Bassi hanno inviato una risposta, che la Commissione sta ora esaminando. Gli Stati membri possono permettere la cattura, lo scambio e la reintroduzione delle specie elencate nell’allegato IV della direttiva «Habitat» attraverso un regime di deroga conforme alle disposizioni dell’articolo 16, paragrafo 1 della direttiva stessa. Se gli Stati membri decidono di applicare congiuntamente un regime di questo tipo, l’attraversamento delle frontiere nazionali non dovrebbe presentare difficoltà. (1) GU L 206 del 22.7.1992. (2002/C 160 E/176) INTERROGAZIONE SCRITTA E-3559/01 di Alexandros Alavanos (GUE/NGL) alla Commissione (8 gennaio 2002) Oggetto: Funzionamento del sistema integrato di gestione e controllo (SIGC) in Grecia Nella relazione speciale n. 4/2001 (1) della Corte dei conti figura (punto 64) che «l’SIGC non è stato attuato in Grecia» e che «gli elementi di base dell’SIGC sono stati applicati in tutti gli Stati membri con l’eccezione della Grecia» (punto 74 della risposta della Commissione), mentre dalla tabella 4 emerge che la Commissione ha individuato deficienze in merito ai controlli «principali» relativi agli aiuti riguardanti superfici e animali. D’altro canto, il PASEGES che ha assunto l’attività del SIGC ha annunciato (in data 2.8.2001) che il Ministero dell’agricoltura non potrà procedere quest’anno alla corresponsione degli aiuti ai produttori a causa del ritardo della firma della relativa convenzione. Dato che la maggior parte degli aiuti vengono corrisposti attraverso il SIGC, può la Commissione riferire: 1. quali ripercussioni ha per la Grecia, i suoi produttori e la tutela degli interessi economici della Comunità la mancata attuazione del SIGC; 2. quali passi ha compiuto per obbligare la Grecia a attuare il SIGC; C 160 E/139