(Microsoft PowerPoint - Lez scale ipnotizzabilit\340
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Testi Consigliati: Arreed Barabasz and John Watkins: Hypnotherapeutic Thecniques 2E Brunner-Routledge NY, 2005 Steven J Lynn and Judith W. Rhue: Theories of hypnosis: Current models and perspectives, Guilford press, NY 1991 LA MISURA DELLA SUSCETTIBILITA’ ALL’IPNOSI Braid (1885) ha fornito la prima classificazione della suscettibilità ipnotica in termini di “stadi” o “gradi” della profondità dell’ipnosi: Stadio-1: “ipnosi leggera”, Stadio-2 “ipnosi profonda”, e Stadio-3 “coma ipnotico”. L’ipnosi era paragonata al sonno notturno e la profondità in termini di perdita di memoria o amnesia post-ipnotica. Stadio (1): nessuna manifestazione di amnesia post-ipnotica Stadio (2): l’amnesia di eventi in una seduta di ipnosi profonda poteva essere risolta durante una seduta successiva Stadio (3): l’amnesia manifestata era permanente Oggi le amnesie nei punti (1) e (2) sono raramente osservabili; questo perché nel 1800 l’amnesia era vista come un effetto importante per definire la profondità ipnotica. Sia lo sperimentatore che il paziente ipnotizzato si aspettavano la manifestazione spontanea di amnesia post- ipnotica e questa accadeva (“demand characteristics” – richieste caratteristiche, Orne, 1959). Bernheim (1886-1889) propose 9 categorie per definire la suscettibilità ipnotica (molto simili a quelle che si misurano oggi). INTRODUZIONE ALLE TECNICHE DI INDUZIONE IPNOTICA Dato che l’ipnosi è essenzialmente uno stato psicofisiologico caratterizzato da una elevata concentrazione dell’attenzione focalizzata, vi sono innumerevoli modi, attraverso i quali la “trance” ipnotica o lo stato ipnotico può essere iniziato. Ad es. si può indurre l’ipnosi attraverso una induzione formale o può verificarsi una trance spontanea (sogno ad occhi aperti o trauma). Arreed Barabasz distingue tre fasi di base della induzione ipnotica, di importanza cruciale per ottenere “vere” risposte ipnotiche da un individuo con alta ipnotizzabilità: Fase1: Fase di preparazione, consiste di descrizioni della risposta ipnotica, che può essere semplicemente nascosta entro l'induzione ipnotica, presentate con verbi al futuro prossimo. “Le tue palpebre diventeranno pesanti e ancora più pesanti così che tu desidererai chiudere gli occhi, e probabilmente i tuoi occhi saranno così pesanti che tu desidererai chiuderli – diventerà impossibile tenerli aperti, la pressione della tua mano che giace sulla tua gamba diventerà piccola e ancora più piccola così che la mano [la parola che viene usata per dissociare la mano dalla persona] diventerà così leggera e ancora più leggera che probabilmente inizierà a sollevarsi, si solleverà da sola, tu potrai notare che otterrai un aumento di salivazione non appena entrerai in ipnosi; alcune persone hanno questa risposta e potrebbe accadere anche a te; è una di quelle risposte che alcune persone hanno in questo stadio dell’induzione ipnotica; può essere che ciò accada, ma può anche non accadere, ma per tutto il tempo tu sarai calmo e sempre più calmo” (se viene praticata una induzione di ipnosi vigile, la parola “calmo” sarà sostituita con “vigile”). L’elemento chiave della fase preparatoria è che il terapista non cada in contraddizione nel suggerire le risposte nel futuro prossimo quando, nel presente, non vi è evidenza di esse nel partecipante. Quando l’induzione ipnotica diventa profonda, si ottiene una notevole capacità di indurre risposte terapeutiche e modificazioni positive nella vita del paziente. Fase 2. Fase di transizione, consiste di descrizioni al presente delle risposte ipnotiche che il terapista osserva. La concentrazione dei partecipanti non richiede sforzo non appena essi iniziano a dissociare e diventano inconsapevoli di tutte le attività ipnotiche. Entrare in questa fase troppo prematuramente è la ricetta per sbagliare nell’ottenere la vera risposta ipnotica. In questi casi, nella migliore delle ipotesi, il terapista può raggiungere un semplice rilassamento e una facilitazione nella risposta a suggestioni molto semplici. Il terapista dovrebbe iniziare questa fase solo quando vi è una chiara evidenza delle risposte dei partecipanti, che sono state suggestionate nella fase preparatoria. Non appena i terapisti diventano pratici dell’esperienza ipnotica, imparano ad osservare più direttamente il partecipante e diventano meno preoccupati ad eseguire correttamente le specifiche dell’induzione ipnotica. Come conseguenza di ciò, il terapista sarà capace di utilizzare queste sottili osservazioni cliniche della risposta ipnotica nella fase di transizione senza preoccuparsi se queste siano state suggerite nella prima fase. I clienti di solito ripetono le loro proprie risposte idiosincratiche nel processo di entrare in ipnosi. Le parole tipiche da utilizzare nella fase di transizione sono le seguenti: dopo aver notato che le palpebre sbattono, dire, “Le tue palpebre stanno iniziando a sbattere, esse possono chiudersi subito”; non appena esse si chiudono, dire per un istante, “I tuoi occhi si stanno chiudendo, è molto più confortevole chiusi che aperti”. Fase 3. Fase di instaurazione del rapporto ipnotico costituisce la vera esperienza ipnotica. Le parole utilizzate possono essere varie, dipende dalle richieste cliniche e dalla situazione del protocollo di ricerca. La profondità dell’ipnosi deve dipendere dalla difficoltà delle risposte richieste in questo stato. Consideriamo per un momento che il paziente sia regredito almeno a un qualche livello. Per poter ottenere le risposte suggestionate in ipnosi (ad esempio, riduzione del dolore, intervento chirurgico senza anestesia, amnesia, risoluzione del trauma, etc.) è assolutamente indispensabile che il terapista si aspetti che tale suggestione funzioni in ipnosi e bisogna aspettarsi che essa funzioni. Se si hanno dubbi sull’efficacia di tale trattamento, il terapista non entrerà in risonanza con il paziente e le suggestioni non avranno effetto. Il terapista guadagnerà di prestigio e di professionalità nell’aiutare i propri clienti a raggiungere lo stato ipnotico, ma bisogna anche essere onesti nella terapia se tale trattamento sta funzionando. E’ indispensabile sviluppare una serie di suggestioni ipnotiche e non interrompere il processo richiamando comportamenti volontari. Questi punti sono la chiave essenziale per aiutare il paziente a raggiungere uno stato “alterato” e non un semplice rilassamento o le sole risposte alla suggestione. In questa fase il paziente mostra (a) un aumento della suggestionabilità; (b) una redistribuzione attenzionale; (c) mancanza di desideri di programmazione, qui ed ora, e tutto quello che tu puoi focalizzare; (d) una riduzione nell’esperienza della realtà dove le distorsioni della realtà sono subito accettate (possono essere accettate senza critica allucinazioni come l’accarezzare un coniglio immaginario); (e) responsività all’amnesia post-ipnotica, evocata da segnali post-ipnotici che sono stati impartiti durante l’ipnosi; (f) l’abilità nel rivestire ruoli inusuali quando istruito a farlo come, ad esempio, mettere in azione comportamenti caratteristici della prima infanzia nella suggestione di regressione di età. SCALE PER LA MISURA DELLA “RESPONSIVITA’ IPNOTICA” I primi a introdurre una scala di misura standardizzata della suscettibilità ipnotica sono stati Weitzenhoffer & Hilgard (1959) mediante le scale Stanford Hypnotic Susceptibility Scale, Form A e Form B (SHSS:A e SHSS:B). Negli anni ’50 già esistevano dispositivi di misura della ipnotizzabilità, ma non erano affidabili. Queste scale (12-item) costituiscono uno strumento standard per la diffusione di una misura uniforme in tutti i laboratori. La SHSS:A ha successivamente avuto una sua evoluzione nella scala per la misura della suscettibilità ipnotica di gruppo: Harvard Group Scale of Hypnotic Susceptibility, Form A (HGSHS:A) standardizzata da Shor & Orne (1962). Una ulteriore evoluzione delle scale SHSS:A e SHSS:B ha portato alla costruzione, da parte di Weitzenhoffer & Hilgard (1962) della scala per la misura della suscettibilità ipnotica individuale SHSS – Form C (SHSS:C). Questa scala differisce dalle altre (Forme A e B) poiché contiene item di difficoltà progressivamente crescente (12 item). E’ più difficile delle altre poiché contiene item cognitivi più difficili da eseguire. Entrambe le scale sono attualmente in uso per una più precisa valutazione della suscettibilità ipnotica. La HGSHS:A permette di essere somministrata a gruppi superiori di 20 soggetti simultaneamente. La misura successiva con la SHSS:C permette una selezione più affidabile dei soggetti in base alla ipnotizzabilità. Negli anni successivi al 1962 vi è stata una proliferazione delle scale di ipnotizzabilità perché avevano il pregio principale di essere più brevi delle precedenti (che richiedevano 1 ora ca. per essere somministrate). La prima di queste è la Barber Susceptibility Scale (BSS). Barber & Glass la pubblicarono nel 1962, ma le norme e le proprietà psicometriche furono pubblicate nel 1965 (T.X. Barber, 1965, tradotto in italiano nel 1972 da Ubaldini Editore “Ipnosi un approccio scientifico”). Il tempo richiesto per la somministrazione va da 10 a 12 minuti. In quegli anni Barber era interessato a valutare se l’ipnosi poteva aumentare le capacità individuali più di quelle indotte dalle istruzioni motivanti al compito (‘task motivation’). In molti esperimenti da lui condotti ha evidenziato che l’ipnosi non modificava le capacità individuali più di quanto non poteva essere ottenuto con le istruzioni motivanti al compito. La BSS è stata oggi sostituita dalla scala “Carleton University Responsiveness to Suggestion Scale” (CURSS) che viene somministrata a un gruppo di persone (Spanos et al., 1983). Consiste di una induzione molto breve (5 min) seguita da 7 item, ciascuno dei quali richiede circa 50 sec per essere somministrato (∼ 6 min in tutto). Questa scala misura 4 indici di suscettibilità: 1. Punteggio Oggettivo (CURSS:O): numero di item in cui sono emesse risposte osservabili 2. Punteggio Soggettivo (CURSS:S): livello di esperienza soggettiva dell’item (scala 0-4; 0=per niente, 3=abbastanza, etc.) 3. Punteggio Oggettivo di Involontarietà (CURSS:OI): livello indicante il numero di item obiettivamente ‘superati’ che sono però esperiti come “involontari” 4. Punteggio di cooperazione Volontaria (CURSS:VC): il numero di suggestioni superate oggettivamente ma che non sono indicate come “almeno moderatamente involontarie” (misura di “compliance”, conformità alle istruzioni). Una misura completamente differente della ipnotizzabilità è data dalla Hypnotic Induction Profile (HIP) di Herbert Spiegel (1972). Anche questa è considerata una misura “rapida” della ipnotizzabilità soprattutto utilizzabile nella pratica clinica. Questa procedura consiste di 4 componenti: 1. Sguardo fisso in alto (“up-gaze”). Al soggetto è chiesto di volgere lo sguardo in alto quanto più può. Viene valutata su una scala da 0 a 4 dallo sperimentatore, quanta parte di sclera (bianco dell’occhio) è compresa tra l’iride e la palpebra inferiore. Oggi la modalità di somministrazione di questa scale è stata dettagliatamente descritta (v., Spiegel, H. and D. Spiegel (2004). Trance and Treatment: Clinical Uses of Hypnosis. per evitare il suo scarso uso, a causa dei piccoli coefficienti di correlazione riscontrati con le altre scale di ipnotizzabilità. Washington, D.C., American Psychiatric Press, Inc.) 2. Rotolamento dell’occhio (“eye-roll”). Al soggetto è chiesto di chiudere lentamente gli occhi mentre mantiene lo sguardo fisso in alto. Come in 1., viene valutato il rotolamento come la quantità di sclera visibile tra il bordo inferiore dell’iride e la palpebra inferiore (scala 0-4). Qualche volta accade che gli occhi virano in basso simultaneamente così da produrre strabismo. 3. Strabismo. La risposta involontaria di movimento di entrambi gli occhi verso il basso viene valutata su una scala da 0 a 2. 4. Segnale di rotolamento dell’occhio. Si sommano i punteggi ottenuti nei punti 2 e 3. 5. Suggestione di levitazione del braccio (0-4): (numero di volte che è ripetuta la suggestione e tempo impiegato per la levitazione (LEV) + (livello di involontarietà esperito (CD))+ (livello di abilità soggettiva a uscire dall’ipnosi in seguito a suggestione “cutoff”)+ (livello di amnesia, ricordo della suggestione di “cutoff”+ricordo di esperienza di galleggiamento ”float”); Viene definito un indice di “induction” (IND)= LEV+CD+cutoff+float La scala HGSHS:A Consiste di 12 item. E’ un adattamento della scala SHSS:A (Shor & Orne, 1962) e richiede circa 1 h per essere somministrata. La sua caratteristica più valutabile è che può essere somministrata in gruppo mediante registrazione su audiocassette o CD. Secondo Shor & Orne questo fatto contiene il messaggio implicito che l’ipnosi è una procedura sufficientemente innocua da essere indotta in gruppo mediante mezzi meccanici. Questa scala è stata valutata entro un periodo di 30 anni e più per le sue proprietà psicometriche. Gli studi normativi sono stati condotti in diverse università: Shor & Orne → Harvard University → 1963 Coe → Univ. of California at Berkeley → 1964 Sheehan & McConkey → Univ. of Queensland → 1979 Laurence & Perry → Concordia Univ. in Montreal → 1982 Bongartz → Univ. of Konstanz → 1985 Lamas et al. → Univ. de La Coruna → 1989 De Pascalis et al. → Univ. of Rome → 2000 Uno dei modi preferito per comparare gli item è di confrontare la loro difficoltà, cioè, la percentuale di individui cha passano quell’item (v. Tabelle). Table 1 HGSHS:A Table 2 HGSHS:A HGSHS:A La validità predittiva della scala HGSHS:A è stata valutata mediante calcolo del coefficiente di correlazione con la scala SHSS:C. Tale coefficiente per il gruppo italiano è risultato 0.86, più alto di quello degli altri studi condotti negli altri paesi. Questo risultato può essere dovuto al fatto che i soggetti dello studio italiano erano “naivevolontari” informati solo all’inizio della seduta che avrebbero partecipato, se lo desideravano, a una seduta per la valutazione della loro suscettibilità ipnotica (USA r=0.72; 0.60; Danimarca r=0.69; Spagna r=0.66; Australia r=0.53; Germania r=0.57). LA SCALA SHSS:C Hilgard ha proposto di classificare la ipnotizzabilità dei soggetti secondo 4 categorie, poiché la SHSS:C è piuttosto difficile. Altre classificazioni: high 8-12; medium 5-7; low 0-4 American Adaptation: American Adaptation: Italian Adaptation: Italian Adaptation: SHSS:C & HGSHS:A HGSHS:A Confronto tra Hypnotic Induction Profile (HIP) e altre misure Abstainers = individui anoressici che avevano ridotto il loro peso solo utilizzando una dieta stretta ed esercizi fisici Purgers = individui anoressici che erano dimagriti utilizzando lassativi e vomito auto-provocato. Per tutte e tre le scale l’ipnotizzabilità dei bulimici era significativamente maggiore degli anoressici (abstain e Purge) CURSS:O &SHSS:C CURSS:O La CURSS:O è stata somministrata per prima, seguita dalla somministrazione della SHSS:C due-quattro settimane dopo. Entrambe le scale hanno mostrato un buon accordo nell’identificare i bassi ipnotizzabili (CURSS:O 69%, SHSS:C 79%) e gli alti ipnotizzabili (75% e 64%). La differenza maggiore tra le scale è stata evidenziata per i medi ipnotizzabili (43% e 38%) poiché le percentuali erano più basse. Risultati simili allo studio precedente. CONCLUSIONI Sebbene le risposte comportamentali siano accuratamente valutate (SHSS:C), (SHSS:A) o ricordate e autovalutate (HGSHS:A), una semplice scala di valutazione comportamentale non ci dice nulla circa le cause dell’esperienza ipnotica. Le stesse risposte possono essere state determinate da auto-inganno, dall’accondiscendere alle richieste, da una esperienza non-volontaria o realmente volontaria. Non si è potuto, quindi, valutare quale punto di vista sia corretto: quello della teoria socio-cognitiva o delle teorie che vedono l’esistenza dello “stato” ipnotico. IPNOTIZZABILITA’ E PERSONALITA’ Dal 1960 a oggi la ricerca sui correlati di personalità è stata focalizzata principalmente sui concetti di “Absorption”, “Imaginative Involvment” e “Fantasy Proneness”. Recentemente, una linea di ricerca ha esaminato la relazione tra ipnotizzabilità e varie misure di “capacità dissociativa”, questo per valutare la esistenza di un possibile legame basato sulla teoria neodissociativa di E.R. Hilgard. ABSORPTION Con il termine “Absorption” viene definita la predisposizione o apertura ad esperienze ‘alterate’ nel senso della cognizione ed emozione in un ampio spettro di situazioni. Questionari utilizzati: 1. Personal Experience Questionnaire (PEQ: Shor, 1960; Shor et al., 1962) 2. Experience Inventory (EI: As, 1963; As et al., 1962) 3. Hypnotic Characteristic Inventory (HCI: Lee-Teng, 1965) 4. Tellegen Absorption Scale (TAS: Tellegen & Atkinson, 1981, 82) Le misure di questi questionari risultano correlati con l’ipnotizzabilità, ma la relazione è bassa o, al massimo, moderata. Tra questi questionari, la scala TAS risulta la più usata perché rappresenta coefficienti di correlazione più elevati e ha predetto significativamente la ipnotizzabilità in molti studi, ma la sua varianza Spiegata è modesta ∼ 10% o minore. Una critica alla scala TAS è che risulta troppo “trasparente” al soggetto così da permettergli di esprimere la propria accondiscendenza a rispondere positivamente agli item del questionario, e questo produrrebbe una positiva e significativa correlazione con le scale di ipnotizzabilità. Vi sono studi, infatti, (es., Council et al., 1986) nei quali la ipnotizzabilità è stata misurata: 1) In un contesto differente da quello della somministrazione della TAS; 2) il soggetto, prima informato che avrebbe partecipato a una seduta di ipnosi, ha compilato la TAS e successivamente gli è stata somministrata la SHSS:C. Nella condizione 1) non venne trovata relazione significativa tra le due misure, mentre nella condizione 2) la correlazione era significativa. Questo significa che i ricercatori che usano questionari “trasparenti” e non controllano per gli “effetti di contesto” possono trovare relazioni significative che sono il prodotto di un artefatto metodologico. Coinvolgimento Immaginativo (Imaginative Involvment) Josephine Hilgard ha definito “imaginative involvment” come una immersione quasi totale in una attività accompagnata da disattenzione agli stimoli irrilevanti. Questa misura è derivata da una estesa intervista prima e dopo la somministrazione della scala di ipnotizzabilità. Il coinvolgimento immaginativo è basato su una varietà di coinvolgimenti nelle esperienze immaginative di ogni giorno. Il coinvolgimento immaginativo è altamente correlato alla dimensione “Absorption”. Disposizione alla Fantasia (Fantasy Proneness) La personalità “incline alla fantasia” è stata descritta per prima da Wilson & Barber (1981, 1983). I soggetti altamente ipnotizzabili appaiono caratterizzati da un profondo coinvolgimento nel mondo Privato della fantasia, sogni ad occhi aperti, e delle esperienze paranormali. Un questionario per la misura della disposizione alla fantasia è stato elaborato da Wilson & Barber (1983), il “Inventory of Childhood Memories and Imagings (ICMI. Vividezza Immaginativa (Imagery Vividness) Sebbene non sia un tratto di personalità, ha una relazione concettuale con l’Absorption. Poiché gli individui differiscono nella loro capacità relativamente stabile a formare immagini, è stato usato come variabile da mettere in relazione con l’ipnotizzabilità. Non vi sono studi, tuttavia, a sostegno di una significativa e stabile relazione tra la vividezza immaginativa e la ipnotizzabilità. Dissociazione (Dissociation) Risulta un concetto difficile da definire. Secondo la teoria neodissociativa (Hilgard, 1977), il processamento della informazione coinvolge vie parallele multiple o sistemi. La dissociazione consiste nel fatto che uno o più di questi sistemi operano fuori della consapevolezza e influenzano la cognizione, l’affetto, o il comportamento. L’ipnosi è uno dei mezzi mediante il quale i sistemi possono separarsi dalla consapevolezza conscia. Dissociative Experience Scale (DES) Questa scala è stata costruita da Bernstein & Putam (1986). Questi autori definiscono la “dissociazione” come un continuum che comprende sia le esperienze “normali” che “anormali”. Essi hanno, tuttavia, proposto la DES come una misura di dissociazione patologica e ne hanno suggerito l’uso per una popolazione clinica. Sono stati condotti molti studi nei quali è stata valutata la relazione con la ipnotizzabilità, ma le correlazioni ottenute sono molto modeste (da r=0.18 a r=0.24; Green et al., 1991; Nadon et al., 1991; Silva, 1990; Woody et al., 1990; De Pascalis, 2000). Perceptual Alteration Scale (PAS) Questa scala è stata costruita appositamente per la ricerca sulla suscettibilità ipnotica. La teoria neodissociativa è stata usata per selezionare 22 item dal MMPI e con l’aggiunta di altri item, Shirley Sanders (1986) ha formato una scala finale di 60 item. E’ stata trovata una significativa, ma piccola, correlazione con la ipnotizzabilità (Nadon et al., 1991). In uno studio successivo, quando questa scala è stata somministrata sia in un contesto ipnotico, sia fuori di tale contesto, la correlazione era significativa solo nel primo caso. Personality Syndrome Scale (PSQ) di J. Gruzelier (1996) E’ costituito di 84 Item suddivisi in 10 sottoscale raggruppate in tre gruppi di sindrome: Sindrome Attiva Sindrome di Ritiro Sindrome di Irrealtà Jamieson e Gruzelier (2001) hanno trovato alcuni item delle sottoscale scale Sindrome di Irrealtà e di Ritiro correlati alla Ipnotizzabilità: PSQ: Gruzelier J., et al. (1996) Item della dimensione Scizotipia correlati con la suscettibiltà ipnotica (HGSHS:A) r 2 3 17 22 23 26 42 46 57 62 Alcune volte le cose che vedo alla TV o sento alla radio per me hanno un significato nascosto Alcune volte evito luoghi dove vi saranno molte persone, perché potrei diventare ansioso A volte le persone criticano il mio insolito comportamento o le mie abitudini Mai, o raramente, sento che le altre persone complottano contro di me Quando parlo mantengo sempre il senso di quello che sto dicendo Alcune volte ogni mio pensiero suggerisce immediatamente un enorme numero di idee Spesso sono considerata una persona molto bizzarra La mia comunicazione “non verbale” (sorrisi e accenni durante la conversazione) è buona A volte trovo difficile integrare ciò che le persone stanno dicendo per comprenderne il significato Ogni giorno gli eventi quotidiani mi sembrano insolitamente grandi o piccoli p (1 coda) Sindrome .286 .005 S. Irrealtà .189 .043 S. Ritiro .190 .043 S. Attiva -.199 .036 S. Irrealtà -.213 .027 S. Attiva .202 .189 .034 .043 S. Attiva S. Attiva -.199 .035 S. Ritiro .223 .021 S. Attiva .200 .035 S. Irrealtà 64 A volte uso parole in modo insolito 69 Ho una così ampia gamma di interessi che spesso non riesco a decidere cosa fare A volte mi accorgo di dire una cosa che significa proprio l’opposto di ciò che vorrei dire A volte mi sento improvvisamente distratto/a da suoni dei quali di solito sono inconsapevole Qualche volta i miei pensieri sono così forti che posso quasi udirli .222 .022 S. Attiva .188 .044 S. Attiva .270 .007 S. Attiva .206 .031 S. Irrealtà .240 .015 S. Irrealtà Table I. Schizotypy items listed by syndrome which significantly correlated with hypnotic susceptibility in the Rome study. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------Unreality: Cognitive 15. I believe in telepathy (mind reading). (r = 0.271, p<0.020) 16. I have never sensed some person or force around me when alone. (r = -0.386, p<0.001) 39. I don’t believe in clairvoyance (fortune telling). (r = -0.231, p<0.047) 60. I have never had an experience with astrology, seeing the future, UFO’s, ESP or a sixth sense. (r = -0.237, p<0.042) 71. I have never felt that I am communicating with another person telepathically (mind reading). (r = -0.331, p<0.004) 82. My thoughts are so strong sometimes I can almost hear them. (r = 0.305, p<0.008) Unreality: Perceptual 28. When looking at a person or myself in the mirror, I have never seen the face change right before my eyes. (r= -0.294, p<0.011) 72. My sense of smell sometimes becomes unusually strong. (r = 0.370, p<0.001) Unreality: Paranoid 76. I never or rarely feel that other people have it in for me. (r= -0.233, p<0.046). Activation 29. Sometimes people think I’m a little strange. (r = 0.304, p<0.009). 54. I often find I can’t sit still.(r = 0.285, p<0.014). 74. I sometimes find that I say one thing and mean just the opposite. (r = 0.248, p<0.033). Table II. Schizotypy items listed by syndrome which significantly correlated with hypnotic susceptibility in the second London study. Unreality; Cognitive. 31. I am sometimes sure that other people can tell what I am thinking. (r = 0.244, p<0.021. 64. I never or rarely pick up hidden threats and put-downs from what people say or do.-(r = 0.230, p <0.028). Activation. 13. I nearly always express my thoughts clearly when I speak.(r = -0.201, p <0.048). 34. I rarely have trouble finding or using the right word to express what I want to say. (r = 0.318, p <0.004). 51. It is unusual for me to ramble on too much when speaking. ( r = -0.241, p <0.022). 65. I sometimes find it difficult to put together what people are saying to understand their meaning.(r = 0.231, p< 0.027). -------------------------------------------------------------We emphasise that there was no relation between hypnotisability and the total schizotypy scale score nor with the total scores on the individual schizotypy subscales of activation, withdrawal and unreality. Furthermore the individual items for the most part varied from study to study. Several issues may be responsible for the differences between studies. Firstly, the subject samples were different. “However, the absence of withdrawn scale items in the one study with the more cognitively loaded SSHS Form C, indicates that the nature of hypnotisability may also be an important determinant. This raises the spectre of the heterogeneity of the hypnotisability construct. We posit that hypnotic susceptibility, aside from hypnotisability, and the virtues of cognitive flexibility and neurophysiological plasticity (Crawford and Gruzelier, 1992), may also represent a vulnerability factor for psychopathology (Gruzelier, 2002; 2004).