Donare è bello - parrocchia Cristo Risorto

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Donare è bello - parrocchia Cristo Risorto
Donare è bello ... e rende felici!
Il grappolo d'uva
Un giorno, non molto tempo fa, un contadino si presentò alla porta di un convento e bussò
energicamente. Quando il frate portinaio aprì la pesante porta di quercia, il contadino gli mostrò,
sorridendo, un magnifico grappolo d'uva.
"Frate portinaio" disse il contadino "sai a chi voglio regalare questo grappolo d'uva che è il più bello
della mia vigna?".
"Forse all'Abate o a qualche frate del convento".
"No, a te!".
"A me?" " frate portinaio arrossì tutto per la gioia. "Lo vuoi dare proprio a me?"
"Certo, perché mi hai sempre trattato con amicizia e mi hai aiutato quando te lo chiedevo.
Voglio che questo grappolo d'uva ti dia un po' di gioia!".
La gioia semplice e schietta che vedeva sul volto del frate portinaio illuminava anche lui.
Il frate portinaio mise il grappolo d'uva bene in vista e lo rimirò per tutta la mattina. Era veramente
un grappolo stupendo. Ad un certo punto gli venne un'idea: "Perché non porto questo grappolo
all'Abate per dare un po' di gioia anche a lui?".
Prese il grappolo e lo portò all'Abate.
L'Abate ne fu sinceramente felice. Ma si ricordò che c'era nel convento un vecchio frate ammalato
e pensò: "Porterò a lui il grappolo, così si solleverà un poco". Così il grappolo d’uva emigrò di
nuovo. Ma non rimase a lungo nella cella del frate ammalato. Costui pensò infatti che il grappolo
avrebbe fatto la gioia del frate cuoco, che passava le giornate ai fornelli, e glielo mandò. Ma il frate
cuoco Io diede al frate sacrestano (per dare un po’ di gioia anche a lui), questi lo portò al frate più
giovane del convento, che lo portò ad un altro, che pensò bene di darlo ad un altro.
Finché, di frate in frate il grappolo d'uva tornò dal frate portinaio (per portargli un po' di gioia). Così
fu chiuso il cerchio. Un cerchio di gioia.
Preghiera
Signore, insegnaci a non amare solo noi stessi, a non amare soltanto i nostri cari, a non amare
soltanto quelli che ci amano.
Insegnaci a pensare agli altri, ad amare anzitutto quelli che nessuno ama.
Concedici la grazia di capire che ad ogni istante, mentre noi viviamo una vita troppo felice, ci sono
milioni di esseri umani, che sono pure tuoi figli e nostri fratelli, che muoiono di fame, senza aver
meritato di morire di fame, che muoiono di freddo, senza averlo mai meritato.
Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo e non permettere più, o Signore, che noi viviamo
felici da soli. Facci sentire l'angoscia della miseria universale e liberaci dal nostro egoismo.
(Raoul Follereau)
L'elemosina
Un giorno di molto tempo fa, in Inghilterra, una donnetta infagottata in un vestito lacero percorreva
le stradine di un villaggio, bussando alle porte delle case e chiedendo l'elemosina. Molti le
rivolgevano parole offensive, altri incitavano il cane a farla scappare. Qualcuno le versò in grembo
tozzi di pane ammuffito e patate marce. Solo due vecchietti fecero entrare in casa la povera
donna.
«Siediti un po' e scaldati», disse il vecchietto, mentre la moglie preparava una scodella di latte
caldo e una grossa fetta di pane.
Mentre la donna mangiava, i due vecchietti le regalarono qualche parola e un po’ di conforto.
Il giorno dopo, in quel villaggio, si verificò un evento straordinario. Un messo reale portò in tutte le
case un cartoncino che invitava tutte le famiglie al castello del re. L'invito provocò un gran
trambusto nel villaggio e nel pomeriggio tutte le famiglie, agghindate con gli abiti della festa,
arrivarono al castello. Furono introdotti in una imponente sala da pranzo e ad ognuno fu assegnato
un posto.
Quando tutti furono seduti, i camerieri cominciarono a servire le portate. Immediatamente si
alzarono dei borbottii di disappunto e di collera. I solerti camerieri infatti rovesciavano nei piatti
bucce di patate, pietre, tozzi di pane ammuffito. Solo nei piatti dei due vecchietti, seduti in un
angolino, venivano deposti con garbo cibi raffinati e pietanze squisite. Improvvisamente entrò nella
sala la connetta dai vestiti stracciati. Tutti ammutolirono. «Oggi - disse la donna - avete trovato
esattamente ciò che mi avete offerto ieri».
Si tolse gli abiti malandati. Sotto indossava un vestito dorato. Era la Regina.
LA PREGHIERA dell'Angelus
• L'Angelo del Signore portò l'annuncio a Maria.
• Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave, o Maria.
• Ecco la serva del Signore.
• Sia fatto di me secondo la tua parola.
Ave, o Maria.
• E il Verbo si è fatto carne.
• E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave, o Maria.
• Prega per noi santa Madre di Dio.
• E saremo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo: infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu che nell’annuncio
dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e croce
guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.