la legge che salva - Parrocchia Cascina Gatti

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la legge che salva - Parrocchia Cascina Gatti
il Giornale
29/11/2012
il caso di Cristiano Gatti
La legge che «salva» i figli da p a p à c o m e M a r a d o n a
Il Pibe de oro scarica l'erede nato dal rapporto con la Sinagra: «Gli ho dato un
milione per non scocciarmi». La riforma però parifica legittimi e naturali L'ultimo
colpo di tacco del Pibe de oro non è esattamente da cineteca. Di nuovo impaludato
in una guerra interfamiliare, con la storica moglie Claudia Villafane e le due figlie
schierate contro l'ultima compagna Veronica Ojeda, dalla quale aspetta l'ennesimo
erede, Maradona ha tenuto a mettere in chiaro due cose: la prima è che non intende
sottrarsi e che dunque riconoscerà il piccolo in arrivo fra tre mesi, la seconda è che
invece con il famoso Diego Armando Junior, nato «dal rapporto occasionale di un
giorno» con Cristiana Sinagra, all'epoca in cui era il venerato viceré di Napoli, non ha
alcun vincolo sentimentale e affettivo. «Di fatto - si legge nel seccato comunicato
qualche anno fa ho consegnato alla madre e al ragazzo un milione di euro, con
l'intesa che non parlassero più di me. I soldi li hanno presi, ma l'accordo non l'hanno
rispettato». Il riferimento è alle interviste che Pibe Junior ha rilasciato in abbondanza
durante il recente viaggio a Buenos Aires. La sostanza è chiara: ho già dato, adesso mi giri
alla larga e ognuno per la sua strada. L'aggiornamento sullo sconquassato asse
ereditario di Maradona arriva con ironico tempismo assieme alla legge appena
approvata dal Parlamento italiano, che qualcuno non esita a definire l'unica legge per cui
varrà la pena ricordare questa legislatura, e cioè la solenne uguaglianza tra figli legittimi e
figli naturali. La distinzione non serve più: in Italia, finalmente, basterà parlare di figli.
Nati dentro o fuori il matrimonio, voluti o non voluti, adottati, persine usciti da stupri e
incesti, tutti i nati d'uomo avranno gli stessi diritti, a carico dei genitori. Chiaramente,
siamo davanti a una conquista di vera civiltà, e per quanto ci riguarda a un'autentica
rivoluzione, benché tardiva. Lo choc maggiore investe certo i soggetti come
Maradona, indefessi procreatori a piede libero, convinti fino all'altro ieri che un
bambino possa essere soltanto il seccante effetto collaterale di una notte macha. Mai più:
la dignità del figlio, a Dio piacendo, sarà sacrosanta e rispettata a norma di legge,
esattamente come quella dei figli sbocciati dentro un matrimonio felice, come a dire che i
Diego Armando Junior di domani avranno gli stessi diritti e le stesse tutele, nonché lo
stesso cognome e lo stesso padre a pieno titolo, delle Dalma e delle Yanina portate in
palmo di mano come regine, nelle piena epopea dei papa Maradona. È del tutto evidente
che la legge, per quanto giusta, non potrà mai sanare tutto l'ingiusto. Nel caso dei figli,
desiderati e indesiderati, nessuna legge potrà mai assicurare ciò di cui effettivamente
necessitano, un padre e una madre veri. Un padre e una madre che non li accolgano
soltanto sotto il tetto di un cognome, ma sotto il tetto della loro protezione, della loro
educazione, del loro amore indissolubile. Su questo punto qualsiasi legislatore, anche
quello più tempestivo e più sensibile del nostro, può fare davvero poco: è tutto affidato
alla sensibilità umana degli adulti. Ma già è qualcosa che la legge assicuri a chi nasce
almeno la certezza di un'identità e di certi diritti basilari, evitandogli nei casi disastrati lo
strazio umiliante di doversi fare avanti, di lottare in tribunale, di pietire misericordia a
chi l'ha unilateralmente chiamato al mondo. A certi padri e certe madri è impossibile
chiedere affetti profondi: bisogna accontentarsi del patrimonio.