Meno spazi all`architetto part time

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Meno spazi all`architetto part time
PROFESSIONI
41 ARCHITETTI
La formazione
toglie spazio
alparttìme
Meno spazi all'architetto part time
L'obbligo dellaformazionefarà desistere dall'Albo chi esercita senza continuità
Massimo Frontera
ROMA
Sei mesi viene considerato
dagli architetti «un tempo ragionevole» per definire l'attuazione della riforma, mettendo a
punto tutti i tasselli, soprattutto
quelli di maggiore portata innovativa: formazione, tirocinio, assicurazione obbligatoria. Preparandosi anche a qualche contraccolpo. Infatti, uno dei primi
effetti della riforma per gli architetti sarà quello di un calo
delle iscrizioni all'Albo. «Probabilmente - stimano al Consiglio
nazionale di categoria - uri
buon numero di architetti smetterà di iscriversi all'Ordine e di
firmare progetti». Il dimagrimento interesserà i cosiddetti
professionisti a tempo parziale,
che cioè svolgono la professione in modo saltuario, come i docenti, i dipendenti e le madri di
famiglia. «Nel momendo in cui
devono organizzarsi come prevede la riforma, probabilmente
passaranno la mano», prevedono al Consiglio nazionale.
Questa sorta di selezione
del mercato sarà l'effetto soprattutto della formazione
continua obbligatoria - una novità per gli architetti - che comporterà, oltre a dei costi da
mettere in preventivo, anche
un certo numero di ore da dedicare all'"updating".
La formazione sarà misurata con il collaudato sistema
dei Cfp, i crediti formativi professionali. Ogni tre anni il professionista dovrà raggiungere
un certo numero minimo (ancora da decidere).
Il sistema del controllo dei
crediti dei professionisti - questa è una delle novità a valle dellariforma - avverrà con un sistema informatico che supererà le
barriere di ciascun ordine provinciale e farà affluire tutti i dati
al Consiglio nazionale.
Nell'imminenza della scadenza, i professionisti più pigri saranno sollecitati a maturare i crediti mancanti; e se
non lo fanno rischiano il "delisting" dall'Albo. Il punteggio
dei crediti formativi, assieme
alle eventuali note disciplinari, sarà visibile e consultabile
da chiunque, anche all'estero.
Il costo della formazione? È
ancora presto per dirlo. Ma gli
architetti rispondono con un dato che considerano un punto di
partenza: 35mila euro, che è il
fatturato medio dei professionisti (il reddito medio è più basso). Peraltro, fanno notare al
Consiglio nazionale, negli ultimi vent'anni gli architetti sono
raddoppiati mentre il mercato
si è dimezzato. In questa prospettiva l'onere - anche economico della formazione - non deve contribuire all'espulsione
dal mercato dei giovani, i soggetti più deboli della categoria.
L'altra novità della riforma è
il tirocinio, cioè la formazione
all'inizio della vita professionale. Il Consiglio nazionale sta ragionando su due numeri: 12 mesi di durata e 500 euro di "equo
compenso", considerando soprattutto che un giovane architetto al primo impiego può guadagnare tra 750 e 1.500 euro.
In tempi di crisi, lo sfruttamento è sempre in agguato e 0
nuovo sistema del tirocinio DUO
rappresentare una nuova tentazione. «Il rischio c'è - ammettono al Consiglio nazionale - e gli
ordini devono vigilare». Di
fronte all'alternativa di prendere un giovane architetto a mille
euro oppure due tirocinanti a
500 euro, è possibile che molti
piccoli o piccolissimi studi possano infatti cedere alla tentazione di utilizzare a man bassa giovani inesperti che ancora devono affrontare l'esame di stato.
Sull'assicurazione obbligatoria gli archietti si sono già mossi, lanciando una gara a inviti
presso le principali compagnie
(si veda l'intervista). Va ricordato che anche PInarcassa (la cassa previdenziale comune anche
gli ingegneri) già prevede una
convenzione quadro.
Sui provvedimenti disciplinari gli architetti non contestano
le novità della riforma, che si applica agli ordini provinciali.
Tuttavia temono con preoccupazione il tentativo, alla prima
occasione, una modifica a livello di Consiglio nazionale, con il
cambio di ruolo, da consiglieri a
giudici, di 3 componenti su 15.
Se questo avverrà, i professionsiti daranno battaglia.
Manca qualcosa nella riforma? Secondo gli architetti, è
mancato ilriconoscimento delle reti interprofessionali, con le
agevolazioni fiscali già riconosciute alle Pmi. Uno strumento
prezioso, soprattutto per l'affermazione all'estero di una categoria molto parcellizzata in studi poco più che unipersonali.
3 RIPRODUZIONE RISERVATA
DEONTOLOGIA
Per il Consiglio nazionale
vale la vecchia normativa
Solo negli Ordini giudici
distinti dai rappresentanti
istituzionali
ARCHITETTI
Si lancerà una gara
sulla polizza-responsabilità
• Peri praticanti si pensa
a un forfait di 500 euro
GLI SPECIALI DEL SOLE
Con il sì del Consiglio dei ministri la riforma
delle professioni, i cui cardini sono stati definiti
con le manovre Berlusconi-Monti, è pronta per
la «Gazzetta Ufficiale». Per capire l'impatto
delle norme su tirocinio, pubblicità,formazione
continua, deontologia, assicurazione «Il Sole
24 Ore» ha iniziato un viaggio negli
ordinamenti delle professioni. Nei giorni scorsi
sono state pubblicate le puntate dedicate ai
commercialisti, ai consulenti del lavoro e agli
Viaggio negli albi:
le novità allaluce
degli ordinamenti
awocati.Oggi è il turno degli architetti. Giorno
dopo giorno le norme saranno lette alla luce
degli ordinamenti delle categorie.
Le conseguenze della riforma sono anche
analizzate alla luce della previdenza
professionale, che si confronta anche con la
necessità di rispettare i requisiti della manovra
Monti-Fornero. L'inchiesta è accompagnata
ancheda approfondimenti sulla disciplina
generale.
[ temi chiave
o
AL DEBUTTO
LA FORMAZIONE CONTINUA
^rassicura re la formazione continua a quasi
I50mila architetti, ilconsiglio nazionale sta
progettando un variegato bouquet di attività
;heprodurrannoicfp (crediti formati vi
professionali).
D
er la fruizione delle attività di studio si farà
ampio ricorso all'informatica. Anche la
partecipazione ai concorsi produrrà crediti,
dem l'abbona mento a riviste di settore e la
partecipazione a testi vai di architettura
DOPO LA LAUREA TIROCINIO
PRIMA DELL'ESAME
Tirocinio a doppio taglio. I giovani potranno
acquisire esperienza con un minimo di
compenso. Ma gli ordini dovranno vigila re
affi nché i colleghi "maturi" non facciano man
bassa di "manovalanza" a bassocosto.
L'ordine degli architetti proporrà a nche una
semplificazione dell'esame di Stato, per farne
u na sorta di verifica fi na le a nche di quello
che l'aspirante architetto ha imparato durante
Usuo tirocinio
CERCASI CONVENZIONE L>
PER POLIZZE ASSICURATIVE
L'obbligo dell'assicurazione è una novità che
avrà un largoimpatto, anche se già molti liberi
professionisti hanno sceltodi stipula re una
polizza ed esiste una convenzione-quadro
promossa da Inarcassa.
Il Consiglio degli architetti ha avviato le
procedure di gara permetterea puntounaopiù
convenzioni quadro con alcune prima rie
compagnie di assicurazione, che tenga conto
delle peculiarità della categoria
o o o
nnn
CAMBIANO IN PARTE
I COLLEGI DISCIPLINARI
Interna di procedimenti disciplinari la riforma
ìa impattato so lo parzialmente sugli architetti,
.e novità hanno riguardatogli ordini
provinciali, ma non il Consiglio nazionale, sul
quale si sarebbe dovutointervenire con legge.
Ed è quello che gli architetti temono accadrà
alla prima occasione. Se la riforma andasse
iella direzione di quanto già attuato nei
:onfronti di altre categorie di professionisti,
}li architetti annunciano battaglia
SI ALLA PUBBLICITÀ
MA SENZA DEVIAZIONI
Le norme su Ila pu bblicità rassicu ra no gli
architetti, ma impegnano anche gli ordini a
u na vigilanza severa e assidua per colpire
ogni tipo eli sconfinamento rispetto ai
principi fìssati dal Dpr (non così netti,
in realtà).
I l rischio è che l'intera categoria sia
danneggiata daldumping prodotto da chi
sfrutta in modo disinvolto le potenzialità
offerte da internet
SERVONO MISURE
PER LE AGGREGAZIONI
Tra le occasioni mancate in questa riforma, gli
architetti segnalanoil riconoscimento delle
reti interprofessionali, con relativi sgravi
fiscali, sulsolco di quanto già esiste per le Pmi.
Le norme Uè loconsentirebbero, ma l'agenzia
delle Entrate lo esclude. La richiesta non è
nuova da pa ite degli a rchitetti. La misura
faciliterebbe l'espansione all'estero dei tanti
piccoli studi di architettura, di cui è composta
prevalentemente la categoria
41 ore
Tempo di lavoro
La cifra (che emerge sempre dalla
ricerca Cresme) si riferisce al
numerodi ore complessivamente
dedicatealla professione perogni
settimana. Rispetto al dato del
2006 (42 ore) c'è stata u na
minima variazione in ribasso
MKfl
141 giorni
Pagamenti
Negli ultimi 6anm" gli architetti
hanno vistoallungarsi il tempo
di attesa essere pagati dalla
pubblica amministrazione. Se nel
20061'attesa media perilsaldo
dellefatture era di 91 giorni,
nel 2011 si è arrivati a 141 giorni