Motivi - Ischia

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Motivi - Ischia
MOTIVI
Sempre d’attualità e ampiamente
controversa la questione sul destino delle tante case dette “abusive”
e qui sull’isola non salvate, come
per il passato, dall’ultimo condono
edilizio, deludendo le speranze di
coloro che si sono avventurati ancora in un campo che non poteva e
non può continuare all’infinito. Alcuni già hanno subito le conseguenze dell’abbattimento, trovandosi a
volte senza una abitazione, costruita
invero senza licenza, ma con tanti
sacrifici, forse spinti non da un fine
speculativo e solo per migliorare il
proprio tenore di vita di fronte ad
un generale livello qualitativo che
in campo turistico migliorava enormemente. Se ne avvantaggiava lentamente l’isola stessa nel presentarsi
via via più accogliente verso i suoi
ospiti. Uno sviluppo che in un certo senso non si presentava rivolto in
una sola direzione, ma si ampliava
sempre più, tendendo a far scomparire quella palese contraddittorietà che si palesava in un contesto di
“baracche e nababbi nell’isola bella”
(titolo di un articolo giornalistico del
1964): «In alcuni Comuni ancora restano al nostro sguardo le cosiddette
“zone baraccali”, ultimi dolorosi ricordi dei terremoti dei lontani anni
1881 e 1883; ancora oggi molte
famiglie attendono che venga loro
assegnata una casa decente, pulita,
decorosa; in alcuni rioni e quartieri
di determinati paesi è impossibile
notare un sia pur minimo segno di
quel “boom” economico che si dice
abbia investito l’isola in questi ultimi tempi; non di rado accanto ad un
lussuoso albergo, villa, pensione, fa
contrasto la misera catapecchia del
contadino o del pescatore. Si parla
sempre dello sviluppo e del progresso di Ischia in campo turistico e termale; si riportano cifre e statistiche a
testimonianza del crescente afflusso
di turisti; si intensifica e si incoraggia l’opera tendente ad aumentare la
ricettività per tutte le categorie so-
Raffaele Castagna
ciali di turisti; giammai di converso
si volge l’attenzione a problemi e bisogni urgenti della popolazione isolana. Qualunque impellente necessità che abbia attinenza con la gente
locale è rimandata, è posposta nella
soluzione alle strutture di diverso,
per quanto sotto alcuni aspetti anche
utile, interesse, non tuttavia che possa risollevare le condizioni di vita
di quanti ancora non dispongono di
un tetto adeguato alla propria famiglia».
Di fronte all’assenteismo delle
istituzioni, di fronte alla mancanza
di interventi da parte delle amministrazioni, il cittadino ha pensato che
bisognava agire e procedere direttamente, favorito dal silenzio di chi
doveva intervenire per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Se
i vicini non dicevano niente e lasciavano fare, nessuno interveniva.
Situazioni che nel tempo venivano
risanate con opportuni condoni e
quindi il fenomeno, invece di essere
bloccato, si allargava sempre più e
diventava ormai generale; inoltre si
creava lavoro e tutti (o almeno tutti)
stavano bene.
Oggi, arrivati al momento di rottura di un procedimento che sembrava
senza fine, ci si trova combattuti, incerti da che parte stare in una realtà
contrastante con gli incalzanti abbattimenti: chi ha preferito restare nella
legalità, per lo più, sarebbe portato
ad essere con l’intransigenza verso
coloro che hanno voluto continuare
ad operare senza calcolare le regole
che sono pur necessarie in una società civile. Difficile districarsi tra
speculazione e quella che viene oggi
chiamata “edilizia di necessità”; sul
piano delle conseguenze negative
unicamente il cittadino, che vede
annullati e distrutti tutti i suoi sforzi, anche per piccoli interventi nelle
proprie abitazioni, nonostante che la
popolazione aumenti continuamente. Ma c’è da chiedersi: perché le regole non sono state fatte rispettare?
Dove erano le istituzioni, le amministrazioni con i loro apparati? Anche
in considerazione che a volte sono
stati lesi i diritti di altri, lasciando
andare avanti determinati progetti e
iniziative. Ed ecco il perché di quella incertezza nel porsi di fronte alla
questione interventista del presente.
Peraltro stupiscono anche le decise
opposizioni verso una soluzione che
salvaguardi alcune situazioni, sia
da parte delle autorità che di chi nel
passato ha risolto i suoi problemi, allineandosi ad un miglioramento che
portò allo sviluppo generale dell’isola d’Ischia.
***
Ma le amministrazioni comuali
sono presenti sul territorio oppure il
loro compito si svolge soltanto dalle
sale consiliari, intente a deliberare
a destra e a manca, a creare commissioni, non sappiamo se del tutto
necessarie o unicamente per favorire
l'uno o l'altro? Chi si interessa poi di
constatare se si rispettano le delibere
adottate? Invero l'unico settore in cui
si vede una notevole partecipazione
è quello del rispetto che impegna gli
automobilisti a parcheggiare in un
posto o nell'altro. Completa assenza nel settore della nettezza urbana;
non si sa invero a volte se funzioni
o meno la raccolta differenzziata, se
sono sempre vigenti gli orari di deposito dei rifiuti, se tutti i cittadini
sono eguali, considerato che nulla si
fa perché ciascuno si faccia carico di
depositare il tutto davanti alla propria casa e non davanti a quella degli
altri, senza alcun rispetto di locazione, di orario e qualità dei rifiuti. Una
situazione che non preoccupa affatto
chi di dovere e chi in realtà dovrebbe amministrare la cosa pubblica a
vantaggio di tutti e non soltanto di
alcuni, insensibili a salvaguardare
l'ambiente e il territorio.
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La Rassegna d’Ischia n. 3/2013
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