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ASSOCIAZIONE NAUTICO LEON PANCALDO
LA VOCE
DELL’
ESTRATTO AUTONOMO DELLA RIVISTA VILLACAMBIASO
www.alpleonpancaldo.org
[email protected]
A.LP.
N° 18 - Novembre 2012 - Redazione: A.LP. - Via Torino, 22 R - 17100 Savona - Tel: 349/6863819 - E-mail: [email protected]
L’ISTRUZIONE NAUTICA
dell’Ing. Giorgio Paolo Prefumo
S
pett.le A.LP., Prof. Pio Vintera e
Cap. Giuseppe Rosso,
ringrazio per gli inviti alle belle
mostre a Villa Cambiaso, che grazie
all’amico Pio (che è anche pittore) è
diventata un centro culturale
savonese, purtroppo difficilmente
intervengo perchè, in autostrada in
specie, il traffico è enorme, per TIR ed
auto. Io in auto guido sicuro,
purtroppo non mi pare che tanti altri in
auto superveloci o in enormi TIR
siano molto affidabili!
Trasmetto un mio scritto apparso sul
notiziario telematico a cura di Decio
Lucano 24 DLNEWS 2012 di
settembre, a proposito di un dibattito
apparso sull’istruzione nautica, molti
sono gli iscritti (circa 1400 tra Genova
e Camogli), ma pochi sostengono gli
esami e s’imbarcano. Ho ricevuto una
lettera (via Facebook) di un ex della
mia epoca, Diego Gariboldi da Miami,
imbarcato come secondo su Carnival,
che lamenta il trattamento e dice che
per gli italiani non c’è molta
considerazione. Allego entrambe. Con
i più cordiali saluti ed Arrivederci.
Ricordiamo con
grande affetto il
Cap. Vito Cafueri, consigliere
d e l l ’ A . L P. e
autore di interessanti articoli su “La
Voce dell’A.LP.”
Sabato 24 Novembre ore 17.00
a Villa Cambiaso
Scambi augurali degli
ex-allievi del Nautico (A.LP.)
e presentazione del libro
di Franco Icardi:
“Navigare rende curiosi.
Cristoforo Colombo
e Amerigo Vespucci”
Curerà la presentazione la
professoressa Irma De Matteis-Bey.
FACCIAMO IL PUNTO
SULL’ISTRUZIONE NAUTICA
N
on ci si può accanire sulla
preparazione dei giovani quando
il sistema formativo non contempla
una scuola specifica.
Ce n’è bisogno, troppi parlano di
come si istruiscono i capitani e come si
formano i docenti.
Abbiamo ricevuto un contributo da
parte dell’ingegner Giorgio Prefumo,
già docente e poi preside dei nautici di
Savona e Genova, autore di
fondamentali testi di macchine marine
e di preparazione agli esami
professionali, membro di commissione agli esami in capitaneria, che
pubblichiamo volentieri.
Negli Istituti Nautici le varie Riforme
sembra non abbiano affatto migliorato
la preparazione, ho fatto una dozzina
di volte il Commissario d’Esame in
Direzione Marittima (9 volte dopo il
pensionamento dal 2005 al 2009),
oltre a moltissime maturità nei
Nautici, ed ho potuto constatarlo di
persona. Sono poi stato sostituito per
le Abilitazioni con l’ing. Trevis,
docente in servizio come prescritto ( le
mie erano supplenze, essendo i nuovi
docenti non ancora ben provveduti in
merito), che però mi ha confermato
tale impressione.
Purtroppo è prevalso il concetto di
liceizzazione, anche per questioni
economiche, gli Istituti tecnici sono
costosi. Le Riforme hanno annacquato i corsi, eliminate o accorpate
materie, e diminuiti gli orari,
introdotto il sabato libero con rientri;
gli accorpamenti hanno poi messo
insieme Istituti diversi con Capi
La sede operativa A.LP.
a Villa Cambiaso è aperta
il 1° martedì di ogni mese
dalle 17.00 alle 18.00.
Luglio e Agosto esclusi.
Istituto di varia esperienza. Ho visto
spesso mettere presidi nei Tecnici
laureati in filosofia, giurisprudenza , e
nei Licei laureati non letterati, che
penso conoscono ben poco le lingue
antiche ed i classici. Ora pare che si
elevi a mille allievi il requisito per il
non accorpamento, gli istituti
accorpati spesso sono tra loro lontani,
ed il preside dovrebbe avere
l’ubiquità.
Altro inconveniente, abbiamo rilevato
che i candidati in Capitaneria dei
cinque Istituti liguri sono sempre
pochi, 5 - 10, o poco più per le due
abilitazioni patentino e patente (cosa
che succedeva anche negli anni
ottanta col S. Giorgio di Genova con
oltre 1000 allievi).
Ho sentito dire nei Convegni dai
rappresentanti armatori che
preferiscono gli asiatici o extra
comunitari perché più preparati,
ovviamente pretesti per reclutare
equipaggi più a buon prezzo. Le
Società d’armamento curano poco
l’addestramento giovani, che devono
rivolgersi a privati per la preparazione
esami, non essendo l’Accademia in
grado di soddisfare le richieste con
corsi specifici. L’Accademia dal 2005
al 2011 ha portato al patentino solo
287 ufficiali, in maggioranza di
coperta. Forse era bene autorizzare i
Nautici maggiori e più efficienti a
svolgere Corsi ITS per i giovani
interessati all’imbarco.
Dei miei due volumi di preparazione
Esami Macchinisti se ne sono vendute
oltre 6000 copie, non tanto a Genova,
dove pochi sono i candidati, ma in
tutta Italia. Ora il Collegio Capitani ha
sponsorizzato anche i tre quaderni del
prof. Ciomei di Viareggio per gli
Esami Capitano L. C., tali testi servono certamente a colmare lacune varie
di preparazione.
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VillaCambiaso
LETTERA DI UN EX ALLIEVO
NAUTICO PANCALDO SV
Diego Gariboldi Classe 1977
2° Ufficiale Macchina Carnival
L
a ringrazio per la risposta Ing., è
sempre un piacere sentirLa, come
ben sa la vita a bordo è dura, sia per chi
ha sia per chi non ha famiglia a casa,
sulle crociere forse si è un po’ meno
disagiati comunque gli armatori ormai
ci trattano al pari di pezze da piedi, ho
anni di esperienza con costa prima e
con carnival ultimamente, e a bordo
ormai, se uno vuole lavorare per loro,
si deve stare zitti, non lamentarsi,
sperare che non si commettano errori e
tirare avanti, a me la vita a bordo e il
mio lavoro sono sempre piaciuti,
probabilmente più il secondo che la
prima, ma indubbiamente non si è
incentivati ne economicamente ne da
parte delle autorità marittime, ne da
parte delle stesse ditte armatoriali, con
le responsabilità che ci vengono
assegnate uno potrebbe pensare di
avere almeno diritto a un trattamento
economico e a bordo migliore, invece
a conti fatti la differenza di guadagno
A.LP.
Anno XIII n°67 - Novembre 2012
da bordo a terra è ormai minima, tante
volte uno vorrebbe poter passare un
po’ più tempo a casa con la famiglia
ma economicamente non ce la fa, e in
merito al bordo, noi si viene ogni
giorno surclassati nei diritti da altri
meno preparati e con meno responsabilità rispetto a noi, sulle crociere
(carnival esempio) la saletta ufficiali,
nelle ultime, è stata eliminata, piccole
cose, che piano piano ci fanno capire
che le nostre figure stanno piano piano
diventando ne più ne meno quella di
un autista di autobus (senza mancare
di rispetto a questi), purtroppo i
regolamenti e le nostre responsabilità
sociali e penali non diminuiscono allo
stesso modo, ma anzi seguono la
strada completamente opposta. È
tanto che penso (e non solo io) che sia
un piano ben architettato per eliminare
definitivamente i marittimi italiani dal
naviglio internazionale, dopotutto, mi
spiace dirlo la nostra qualità e
preparazione professionale è, negli
anni andata via via calando, non certo
per colpa delle scuole, ma per colpa
nostra, per la voglia sempre minore di
imparare, molti navigano per
9
necessità, tanti per divertirsi (vedi
crociere), pochi per passione, di tutti i
g i o v a n i c h e o g g i a ff r o n t a n o
l’avventura di avvicinarsi al mare, nel
giro di pochi contratti o se ne vanno o
si aggregano a quella moltitudine di
mediocri, che si trascinano nel lavoro
e che poi pesano, purtroppo, su quelli
un po’ più professionalmente
preparati. Ormai molti non sono più
interessati a fare il lavoro bene per il
semplice gusto della sfida e di quella
senzazione che uno sente a fine
giornata (o fine guardia), quella
senzazione che ti dice “bravo, sei stato
messo davanti a una sfida diversa
oggi, e hai saputo superarla”, sono
solo interessati ad arrivare alla fine del
mese. Comunque questo è quanto e
finchè le compagnie di navigazione
non faranno nulla per incentivare i
loro ufficiali a restare con loro, il
marittimo italiano si allontanerà
sempre più da questo mondo a
discapito dei paesi emergenti, e dei
pochi non professionalmente
preparati disinteressati alla qualità del
lavoro svolto.
Un saluto spero risentirLa presto.
LO SPORT DI IERI E DI OGGI
del Cap. Giuseppe Rosso, ex insegnante di Educazione Fisica
C
aro Pio, come d’accordo in
allegato ti invio un pezzo che
potrebbe figurare nella vostra
interessante rivista.
Ciao.
D
a recenti indagini risulta che
l’età media degli sportivi italiani
è 40 anni e solo il 35% circa dei
giovani impegna il proprio tempo
libero in attività organizzate, non solo
sport. Tralasciamo lo sport greco
antico, per spirito è più lontano da noi
e che secondo Epicuro non era poi così
limpido. Gli Italiani degni figli di
Roma, nonostante il celebre motto di
Giovenale “mens sana in corpore
sano” vedono lo sport più come
spettacolo. Un profondo cambiamento avrà luogo con l’avvento di Cristo e
l’introduzione dell’etica cristiana ma
a portare un vero elemento innovativo.
Sarà un Maestro di vita e sport quale
don Bosco con i suoi nuovi principi
educativi. Don Bosco condanna il
sistema repressivo, che momentaneamente forse può sedare agitazioni o
disordini ma ingenera amarezza e
senso di ribellione e propone il
sistema preventivo ove
l’educatore si
guadagna il
cuore del
fanciullo e il
linguaggio del
cuore consente
di parlare al
g i o v a n e d urante l’educazione ma
anche più tardi
nella vita per
esortarlo, consigliarlo, spronarlo. Sarà
l ’ a r d u a p alestra dello Sport che permetterà ai
giovani di temperare l’energia
spirituale, la libertà morale per
giungere attraverso l’esercizio della
volontà e del carattere alla vittoria.
Se penso a “come era l’attività
motorio-sportiva negli anni ‘50 - ‘60”,
mi viene in mente la favola di
Pollicino “eravamo tanto poveri ma
ricchi di speranze, idee e volontà”.
Sport veramente impostato sul
volontariato, una sorta di “college”
nostrano. I “Gruppi Sportivi”
precorrevano i tempi, erano una vera e
propria Società menageriale con
propri bilanci, sponsor, attività e gare,
impostavano le attività ed erano
guardati, vezzeggiati, aiutati dalle
varie Società Sportive che poi in
occasione delle gare scolastiche
“Studenteschi” se ne tesseravano gli
atleti. Vera promozione, gare ridotte
all’osso. Ecco i primi nomi che mi
vengono in mente: Fragiacomo
10
A.LP.
coordinatore Sordi segretario,
Finocchiaro, D’Andrea, Colla vero
vate della scuola-college per la
Scuola. Selis, Pagnini, Polerà, Zuanni,
Besio, Carlevarino, Poggi per le
Federazioni. Gli Sport ufficiali erano
pochi: atletica, ginnastica, pallavolo,
pallacanestro. A questi poi si sono
aggiunti gli altri nuoto, vela, sci. I
ragazzi erano impegnati, capaci di
infiammarsi per i propri colori:
classico l’epico antagonismo tra tra i
ragazzi del Nautico di Digiannantonio
e quelli dell’Itis di Mc Donald.
Anno XIII n°67 - Novembre 2012
Analoga valutazione può essere fatta
per la pratica agonistica: era più
umana, meno esasperata anche ad alto
livello.
Livio Berruti indimenticato
Campione Olimpico fotografa la
situazione “mi allenavo tre volte alla
settimana, oggi si allenano tre volte al
giorno”. I carichi di lavoro, a volte
esagerati, non sono adatti a tutti, e
questo porta a muscoli più forti della
struttura scheletrica con conseguenti
danni.
I problemi dello Sport essenzialmente
VillaCambiaso
erano e sono gli stessi: impianti,
reclutamento, abbandono e arbitraggi.
Forse, potrebbe essere la strada giusta,
prendere ad esempio i vecchi “Gruppi
Sportivi” e scuola-college con
palestra gratis per le Società, offrendo
ai ragazzi della Scuola e del territorio
(in Scuole Aperte) in orario postscolastico un servizio sociale nel
tempo libero e raggiungendo con il
messaggio sportivo la quasi totalità
dei ragazzi, evitando gli spostamenti
che tanti problemi creano. La Scuola
aiuta lo Sport, lo Sport aiuta la Scuola
(insieme per i giovani).
Non servono le sfilate, le passerelle
che hanno snaturato il ruolo della
Scuola, che è avviamento. La
promozione è non partecipazione a
mille gare o la selezione verbale/burocratica “che sport fai”.
Soluzioni:
1) aiutare i giovani nella maturazione
utilizzando “i grandi-tesserati” (ora
praticamente esclusi) in supporto
tecnico come tutor o arbitri risolvendo
una discriminazione e la cronica
carenza delle Federazioni, mettendo i
presupposti per aumentare in tal modo
anche la base di partecipazione
(avviamento allo Sport).
2) parlare con i giovani, effettuare una
indagine su programmi e scelta delle
attività in tempo libero per aumentare
la partecipazione a Sport a Scuola.
IO E PEDRO IN QUESTI ULTIMI 54 ANNI
del Cap. Marcello Barberis
C
iao Pio, ho scritto una cosa su
Pedro; se decidi di pubblicarlo,
lasciami i c***i, fanno parte del gioco
e, ormai, del parlare corrente.
Grazie e buona serata.
I
rrompe Boniperti ma non è Marisa,
subentra a er Batman, che subentra
al Celeste, appena subentrato a Penati,
a sua volta subentrato a Marrazzo.
Montano la rabbia e lo sdegno, oltre il
limite di guardia, e pensi solo a
trattenerti: potresti anche decidere di
sparare ma tieni famiglia. Quindi ti
trattieni, ma oltre il limite di guardia
montano la rassegnazione e il senso di
impotenza… E allora io penso a
Pedro, torna l’allegria e la speranza:
sarà forse l’unico, ma almeno uno
diverso c’è stato e ho deciso di
scriverlo; molto è vero, sperando che
non me ne voglia troppo per quel poco
che ho inventato.
Conosco Pedro dal ‘58. Arrivo al
Nautico di Savona in seconda, dopo
aver fatto la prima a Genova. Lui è piú
vecchio di me e fa la terza, fighetto di
coperta. È simpatico e sempre allegro
e parla anche con quelli di macchine e
con quelli piú piccoli. Poi è inconfondibile, ha i capelli lisci e li porta sulle
spalle, oltre il bavero della giacca o del
cappotto: anticipa di un lustro i primi
capelloni.
L’anno dopo vado in terza e lui rimane
in terza, poi vado in quarta e anche lui
va in quarta, poi vado in quinta e lui
rimane in quarta, poi sono promosso e
lo perdo di vista. Passeranno 14
anni…
Nel ‘76, ispettore della Giovinetti,
whisky Glen Grant, sono a Reggio
Emilia. Il rappresentante, di una certa
età, alle otto di sera mi scarica davanti
all’albergo, è la solitudine
dell’ispettore, anche se costringevo i
piú giovani a pesanti protrazioni
d’orario, per discoteche e locali
notturni.
Quella sera no; quando sto per finire la
cena si alza lui da un tavolo vicino,
non è affatto cambiato.
“…Pedroo!…”
Vedo che non mi riconosce; al Nautico
avevo un incavo al posto della
pancetta, capelli corti, niente baffi,
niente canizie in stato già avanzato.
“…Barberis, del Nautico…”
“ … B a v b e v i s , m a c h e p i a c eve!…come mai qui…” Non ha mai
avuto la r, solo la v
“…vendo whisky, Glen Grant, alla
faccia del Nautico…”
“…Glen Gvant, ma è il mio whisky,
l’unico che bevo…”
“…allora andiamo al bar, così mi
racconti…”
Si era diplomato a Taranto…
“…i pvofessovi di Savona non mi
capivano, anzi, non capivano un
c***o!…”
VillaCambiaso
Anno XIII n°67 - Novembre 2012
A.LP.
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E, sempre alla faccia del Nautico,
“…no Pedro, mi dispiace, ma non
“…sono i peggiovi…”
faceva il mio lavoro, per una ditta di
ricordi che venivo a scuola con l’Unità
Il Trota, la madre, la Rosy Mauro…
farmaceutici del nord Italia.
in tasca? Sono ancora così, mi sono
tutti gli avrebbero dato tristemente
Dopo 4 o 5 Glen Gvant (a testa) siamo
rimasti pochi principi, uno è quello…”
ragione.
andati a dormire, promettendoci che ci
“…e io li vispetto; come non
Volevo saperne di piú ma non era il
saremmo visti, qualche volta, per
detto…guavda se mi tvovi qualcuno,
momento, troppo impegnato a
tornare a bere qualcosa insieme.
che abbia il tuo cavisma…comunque
raccogliere quote e ricerche di ex
Infatti, passeranno 10 anni.
vediamoci, vicovdati che ti devo
allievi persi, per rinforzare le fila…
Savona, 1986, bar Guinness, via
ovdinave il Fevvavi…”. E di anni ne
“…vediamoci, Pedro, così mi racconti
Niella, Gigi Casolari non compra
passeranno altri 13.
meglio…”
niente, ma entra lui.
Nasce l’ALP. Vengo localizzato da
Ci siamo rivisti, nell’orrido di Vado,
“…Pedroo!…”
Franco Recagno e partecipo al pranzo
poi sulla Costa Crociere (sempre in
“…Bavbevis, che bello vivedevti,
nell’orrido di Giusvalla. Arrivo in
frenetica attività, che bravo oratore è
vendi ancova Glen Gvant?…
anticipo, convinto di trovare la mia
stato), poi nell’orrido della Madonna
“…no, mi sono stufato, sempre in
classe, per poterci ancora sfottere e
del Monte uno e due…
giro… ho aperto un ingrosso di birra e
c***eggiare. Inutile che cerchi, c’è
Brandelli di verità, che riassumo in
liquori a Cairo…”
solo Anthoine.
due interessanti ed istruttivi teoremi:
Si era messo in proprio anche lui,
Arriva una macchina, qualcuno dice:
1) Mani pulite, o tangentopoli che dir
aprendo una ditta di farmaceutici a
“…ecco la dirigenza…”, ne scendono
si voglia, è stata una benedizione per
Savona…
Recagno e lui, con una cartellina
tutti i pubblici ladroni: ha ufficializza“…io non mi evo stufato di givave, ma
sottobraccio, inizia a salutare come
to una pratica in essere togliendo
quelli non mi capivano,
dall’imbarazzo il politico:
anzi, non capivano un
alla faccia della corretta
c***o!…”
esecuzione dei lavori, la
“…ova che siamo tutti e
percentuale in nero è
due a Savona vediamoci,
ovvia, non c’è nemmeno
mi vaccomando…”.
piú bisogno di chiederla.
Infatti passeranno altri 7
2) Posto che nei comuni si
anni.
rubi per uno, in provincia
Savona, 1993, bar Gino,
sarà dieci, in regione cento
via Paleocapa, Gigi
e al governo mille…
Casolari continua a non
“…pev questo i miei
comprare, ma entra ancora
compagni di pavtito
lui.
hanno, in definitiva,
“…Pedroo!…”
vubato una bicicletta e
“…Bavbevis, cercavo
quattvo galline, ma io li ho
pvopvio te, sediamoci, hai
accusati lo stesso…
sempre l’ingvosso a
in politica non si deve
Caivo?…”
vubave!…”
“…no, sono riuscito a
Ma l’avete sentito,
venderlo, ne sono uscito
Pedro?… “in politica non
5 Aprile 2007, Giusvalla
pulito, in tutti sensi…”
si deve vubave!…”
1a riunione ex allievi del Nautico Leon Pancaldo
“…e ova?…”
L’unico! E sapete perché?
“…mi sono rimesso a fare il
Perché viene dal Nautico, una scuola
fanno i politici…
rappresentante, spumante Ferrari, e tu,
da cui, almeno ai miei tempi e al di là
“…Pedroo!…”
sei sempre in proprio?…”
delle materie, si esce con dei solidi
“…Bavbevis, ben ritrovato…come
“…no, m’hanno fatto chiudeve, non
principi. Infatti non risulta che il
stai?…”
mi capivano, anzi, non capivano un
Nautico, Pedro a parte, abbia prestato
“…e tu?…sei sempre nella Lega?…”
c***o!…”
ex allievi alla politica.
“…Nella Lega?…nooo, mi hanno
“…e ora?…”
Agli ultimi due orridi della Madonna
sbattuto fuovi, non mi capivano, anzi,
“…mi sono messo in politica, siediti
del Monte Pedro non c’era. Avrà
non capivano un c***o…”
che ti devo pavlave…”
litigato con la dirigenza… E ti
“…e ora?…”
Coordinatore della Lega Nord,
pareva?… Non poteva essere
“…pensionato…di lusso!…vivo di
candidato alle elezioni provinciali…
diversamente… “…non mi capivano,
una sontuosa pensione, di quelle che
“…cevco uno che si candidi in
anzi, non capivano un c***o!…”.
uno che abbia lavovato pev piú di 35
Valbovmida, uno come te, e uno pev
Deve essersi candidato al comune di
anni non avvà mai, il tutto pev esseve
Albenga, vincevemo le elezioni e, in
Savona in una qualche improbabile
stato due anni in pvovincia…”
tve, savemo in pvovincia nella
lista…e poi fa lo scultore in ceramica
Già, dopo due anni il governo
maggiovanza, poi vedvai quanto
dimostrando una versatilità propria
Berlusconi cade, tutti a casa…
Fevvavi stappevemo…”
solo del dio Proteo… Ricevo degli
“…ma,… perché ti hanno sbattuto
Berlusconi è appena entrato in politica
inviti per delle mostre d’arte in varie
fuori?…”
e vincerà le elezioni; Bossi si è già
città d’Italia, il tutto fino a quando non
“…pevchè vubavano, e io li ho
alleato e farà parte della maggioranza,
litigherà con i galleristi: “…non mi
accusati…”
al governo, in regione, in provincia,…
capite, anzi, non capite un c***o!…”
“…quelli della lega, Roma ladrona,
“…quindi, conto su di te?…”
Mi manchi, Pedro….
rubavano?…”
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A.LP.
Anno XIII n°67 - Novembre 2012
VillaCambiaso
IL CAP. B. GERVASIO E LA COMPAGNIA J. B. CAMBIASO
Traffici marittmi e vicende familiari tra Santo Domingo e Genova (e Albissola)
Estratto da “Quaderni di Casa
America” Anno III, n° 6, Marzo 2010.
Per gentile concessione del Presidente
della Fondazione “Casa America”.
(Villa Rosazzo, P.za di Negro 3, Genova)
I
l Capitano Bernardo Gervasio e la
Compagnia di Navigazione J. B.
Cambiaso Hijo & C.ia: traffici
marittimi e vicende familiari vissute a
cavallo tra Santo Domingo e Genova
(e Albissola) nella seconda metà
dell’800.
Nella storia della navigazione
marittima le vicende dei traffici
commerciali si sono spesso intersecate con le storie personali dei naviganti
protagonisti di tali vicende,
soprattutto al tempo in cui i velieri per
attraversare l’Oceano Atlantico
impiegavano una trentina di giorni, e
le operazioni di scarico/carico delle
merci nei porti ne richiedevano non meno di una dozzina
prima che la nave potesse
ripartire.
I traffici mercantili delle
Compagnie di Navigazioni
italiane erano molto intensi in
allora, oltre che con Santo
Domingo, che doveva
rappresentare all’epoca in
qualche modo il capolinea
delle navi in arrivo
dall’Europa dopo la traversata
dell’Atlantico, anche con le
colonie francesi nelle Antille
quali Guadalupe, Martinique,
ecc. ed interessavano una
variegata gamma di prodotti (in
particolare zucchero, ma anche caffè,
rhum, frutta, cacao, vino, ecc.)
La Compagnia di Navigazione
Cambiaso Hijo & C.ia, fondata nel
1842 e per la quale navigava il
capitano marittimo Bernardo
Gervasio, aveva sede a Genova
(l’indirizzo dei Cambiaso era stato per
un certo periodo in Via Assarotti 33/8)
e nella città di Santo Domingo,
Apartado 306, sede quest’ultima che
doveva fungere da baricentro per i
traffici marittimi di andata e ritorno
dei velieri dai porti europei con le
Americhe.
Bernardo Gervasio nasce ad Albissola
Marina nel 1851, epoca nella quale le
attività lavorative praticate dagli
abitanti erano essenzialmente
costituite dalla fabbricazione di
stoviglie e dai mestieri della
navigazione marittima, a parte
l’agricoltura nella piana del torrente
Sansobbia, come riportato dal
Chabrol in esito alle sue ricerche,
ancorché anteriori di qualche
decennio.
Egli si dovette imbarcare sui velieri in
giovane età, intorno ai 12/13 anni,
come mozzo o allievo, a seconda della
composizione dell’equipaggio e dei
ruoli assegnati al suo interno.
È anche presumibile che dopo qualche
periodo di navigazione –come allora
era d’uso per coloro che volevano
intraprendere la carriera di bordo– egli
si fermasse per tre anni a terra per
studiare ed acquisire le necessarie
conoscenze tecniche per conseguire la
qualifica di Capitano Marittimo.
Obiettivo che egli raggiunse presto, se
già nel 1877 egli risulta capitano
Marittimo della “Luisita”, cutter di
Brigantino “Luisita”
11,71 tonn. di portata varato nei
cantieri Accinelli di Finale Ligure nel
1873. Il nome dell’imbarcazione,
“Luisita”, corrisponde a quello della
figlia del Cav. Gian Battista
Cambiaso, titolare della Compagnia
di Navigazione omonima (mentre ad
un brigantino a due alberi a palo della
stessa compagnia era stato attribuito il
nome “Ozama” che, oltre ad essere il
nome del fiume che attraversa la città
di Santo Domingo, veniva riferito
come il nome di battesimo della
sorella di Luisita).
Nel 1882 Bernardo sposa Luisita, che
da Santo Domingo si trasferisce ad
Albissola Marina. Dalla loro unione
nasce nel 1883 Angelo Mario, che si
spegne dopo 21 mesi; Luisita muore di
parto quando nasce il secondogenito
Italo, il 12 settembre 1887; pure questi
avrà una vita brevissima (20 giorni).
La vicenda umana del piccolo Italo
viene ricordata, in lapidaria sintesi,
nell’iscrizione della cappella del
cimitero dove riposa insieme alla
madre: “In XX giorni nacqui, piansi,
morii seguendo la madre mia”.
Bernardo Gervasio si risposa nel 1889
con Giuseppina Schiappapietra, dalla
quale avrà sei figli.
La corrispondenza oggi disponibile a
testimonianza di quelle vicende
abbraccia due fasi temporali distinte.
Il periodo 1880-1885, durante il quale
vengono trattati in prevalenza
argomenti di natura personale, con
Bernardo, brillante capitano
marittimo avviato alle nozze con
Luisita, e suo fratello Francesco, pure
lui imbarcato su velieri della J. B.
Cabiaso Hijo & C.ia e all’epoca sposo
novello e appassionato di Geronima
Barile, ed un secondo periodo, dal
1896 al 1897, durante il quale
viene intrattenuta una intensa
corrispondenza tra Cambiaso
figlio (il padre Gian Battista è
morto nel frattempo) e
Bernardo Gervasio, della
quale si sono conservate le
lettere del Cambiaso al
Gervasio, ma non quelle di
quest’ultimo al primo.
Nello sfondo della corrispondenza di questa seconda fase
si colloca la questione della
dote di Luisita spettante a
Bernardo, che doveva essere
cospicua, mai ricevuta da
quest’ultimo e per il
riconoscimento della quale Cambiaso
figlio assicura al cognato il suo
impegno.
Nelle medesime lettere vengono
inoltre trattati –ed è questa la parte più
interessante– tutta una serie di
argomenti, con diretto riferimento ai
traffici marittimi di quegli anni, che
danno una rappresentazione di quelli
che dovevano essere in allora i
commerci dei prodotti agricoli delle
isole dei Caraibi nonché dei prodotti
provenienti dalla Liguria che
arrivavano a Santo Domingo via mare,
rappresentazione non disgiunta da
riferimenti a famiglie e/o persone che
presumibilmente dovevano svolgere
un qualche ruolo in materia (i Ghersi,
lo zio Luigi, il Sig. Canevaro).
Intorno al 1890 Bernardo investe
somme considerevoli in immobili,
terreni compresi, in particolare
nell’ambito del Comune di Albissola
VillaCambiaso
Marina. Tuttavia egli continua, come
dimostrano le lettere del cognato
Cambiaso, ad essere coinvolto da
quest’ultimo nelle attività della
Compagnia di Navigazione –nel 1896
egli risulta ancora socio della
medesima– e non solo, a giudicare
dagli argomenti, in funzione della
questione della dote di Luisita.
Negli ultimi anni dell’800 Bernardo
costituisce una società di costruzione
con la quale concorre anche
all’aggiudicazione di pubblici appalti
nel settore. La società realizzerà, tra le
altre opere, nei primi anni del
novecento la facciata della Chiesa
Parrocchiale di Albissola Marina
dedicata alla Madonna della
Concordia, opera monumentale di
particolare complessità –tenuto conto
dei mezzi tecnici di allora– anche per
il numero e le dimensioni dei blocchi
di pietra di Verezzi dei quali essa si
compone. Il lavoro, eseguito con
successo, verrà inaugurato nel 1903.
Bernardo Gervasio, che è stato
nominato Cavaliere dell’Ordine della
Corona d’Italia nell’agosto del 1924,
muore nel 1927 a causa di una
polmonite.
Nelle lettere del periodo 1896-1897 si
trovano riferimenti costanti al
commercio dei prodotti delle isole, tra
i quali lo zucchero ha un peso
preponderante, ma anche il caffè e il
rhum, questi ultimi provenienti dalla
zona di Bané (a proposito del rhum, il
Cambiaso non manca di far rilevare a
suo cognato l’elevata qualità rispetto
al rhum normalmente in commercio).
Oltre a tali prodotti ricorrenti nella
corrispondenza, una particolare
attenzione viene prestata nelle lettere
all’affare “argilla”, ancora a livello
sperimentale e per questo tenuto
segreto; a seguito di quello che sarà
l’esito di ripetute prove, da effettuasi a
mezzo confronti tra i campioni
disponibili di tale materiale e “la
collezione” del Cambiaso,
quest’ultimo prenderà una decisione
sull’invio di “…argilla in quantità che
si possa sperimentare costì.
(=Albissola)”. Intanto chiede che gli
venga fatto sapere come si dà la
vernice e quali ingredienti si usano.
L’argilla avrebbe dovuto servire per la
produzione di ceramiche, prodotto
che doveva riscuotere un notevole
interesse per la qualità a Santo
Domingo se il Cambiaso, quando
parla in più punti delle sue lettere di
carichi di ceramiche in arrivo nel
porto, normalmente per quantitativi
non elevati, ne assicura al Gervasio la
Anno XIII n°67 - Novembre 2012
vendita, in un caso nonostante qualche
scheggiatura subita durante il
trasporto.
In altra lettera il Cambiaso, avendo
saputo dal capitano di un bastimento
americano col quale era arrivato da
Curaçao che a New York si potevano
acquistare bastimenti da 400 tonn. –di
mezza vita ma in buono stato– per 4 o
5 mila scudi, chiede al Gervasio di
informarsi sui prezzi correnti in Italia
al riguardo, prezzi che risulteranno poi
notevolmente più elevati.
Quello che emerge dalla lettura di
questa corrispondenza, che presumibilmente è solo una piccola parte di
quella all’epoca intercorsa, è
l’esistenza di un rapporto fiduciario
tra il Cambiaso ed il Gervasio, che
doveva essere in qualche modo la
prosecuzione di quello intrattenuto
con quest’ultimo dal padre Gian
Battista Cambiaso, anche nella
memoria del rapporto affettivo,
suggellato con il matrimonio, che
aveva legato Bernardo a Luisita (uno
dei figli che Bernardo avrà dalla
seconda moglie verrà chiamato
Luisito). Egli si sente moralmente
impegnato a rispettare e a far rispettare
la volontà del padre defunto per far
acquisire al Gervasio la dote alla quale
quest’ultimo aveva diritto, come
risulta dalla corrispondenza con
quest’ultimo dell’Avv. Juan Tomas
Meja di Santo Domingo che assiste il
Cambiaso per la successione del padre
Gian Battista; impegno al quale egli
intende tenere fede nonostante
l’opposizione di un altro ramo della
stessa famiglia, da lui identificato nei
Perez (presumibilmente il nome del
marito della sorella di Luisita), e
questo in un contesto di sopraggiunte
gravi difficoltà della situazione
economica dell’isola quali rappresentate in conclusione dell’ultima lettera
che Cambiaso scrive al cognato nel
maggio 1897.
È interessante analizzare la personalità del Cambiaso attraverso i
riferimenti che questi fa nelle sue
lettere al Gervasio, del quale
evidentemente si fida e con il quale
Brigantino “Ozama”
A.LP.
13
anche si confida, ai criteri ai quali egli
intende ispirare i suoi comportamenti
per le decisioni da assumere nella
gestione della Compagnia della quale,
alla morte del padre, è diventato
titolare. Accanto a scelte spregiudicate in funzione del conseguimento di
guadagni commerciali (parlando di
carichi di vino, di provenienza
dall’Italia, scrive una volta al cognato
“se si potesse fa venire di quello di
Asti e farlo passare per passito sarebbe
un buon affare; qui si vende a due
scudi la bottiglia di ¾ litro”), si
trovano nelle sue lettere dei passaggi
con richiami al senso di responsabilità
aziendale che lo induce ad una
valutazione prudente della situazione
che gli si presenta di fronte, in
funzione delle decisioni da assumere
nell’interesse degli azionisti della
Compagnia. Così, a proposito di
possibili investimenti nel commercio
dello zucchero, egli nel maggio 1896
scrive “…questo è il momento di fare
un ottimo affare perché son sicuro che
l’anno venturo lo zucchero manterrà
ancora e bisogna approfittare; però ci
vuol testa, buon senso almeno e fare le
spese che si convengono, in una parola
intendersi dell’affare e non credere né
farsi illusioni che riescono sempre
dannose agli azionisti”. Allo stesso
modo per l’affare sopramenzionato
dell’argilla, a proposito del quale egli
scrive “…vorrei fare degli esperimenti avanti di lanciarmi in una impresa o
di fare una cattiva figura”.
Leggendo le lettere del Cambiaso da
Santo Domingo, e desumendo da esse
il senso di quelle che dovevano essere
le risposte del Gervasio, in quegli anni
pendolare tra Albissola e Genova, si
ha la sensazione che esista un ponte
attraverso il quale si svolge un dialogo
ininterrotto sul piano umano e
aziendale, nonostante la distanza tra i
luoghi e i tempi per attraversarla, tra
due persone –ciascuna con il proprio
ambiente familiare e lavorativo al
contorno– che si conoscono a fondo.
Questo dialogo consente oggi, a
distanza di più di un secolo, a chi mette
gli occhi nel suo svolgimento
epistolare di intendere il modo di
essere, e di confrontarsi con la realtà
delle cose, di persone che appartenevano ad un mondo che aveva grossi
problemi, soprattutto a livello di
esposizione fisica agli elementi della
natura, ma che aveva anche delle
certezze, a livello di rapporti umani,
alle quali fare riferimento.
Angelo Gervasio
14
A.LP.
VillaCambiaso
Anno XIII n°67 - Novembre 2012
NAVE SCUOLA GIORGIO CINI
del Cap. Giorgio Capellano
N
ave goletta costruita nel 1896 nei
cantieri navali Dubigeon,
Chantenay sur Loire Nantes con il
nome di Belem (Scafo in ferro; Lft:
58.00 m.; L scafo: 51.00; Largh: 8,80;
Imm.: 4.50; H. Alb. Maestro: 35.00;
Tsl: 507.00; Belem: 568.00).
Adibita al trasporto di merci e
passeggeri su rotte atlantiche con
carichi di cacao dal Brasile e poi, dal
1900, al traffico con le colonie
francesi dalla compagnia H. Fleuriot.
Acquistata nel 1914 dal Duca di
Westminster e trasformata in yacht.
Acquistata nel 1921 dal magnate della
birra A. Guinness, ribattezzata
Fantome II e motorizzata con due
motori e due eliche a quattro pale.
Acquistata a fine 1951 dal Conte
Vittorio Cini per la fondazione
Giorgio Cini di Venezia ed adibita a
nave scuola per crociere estive degli
allievi nautici italiani e per i
marinaretti dell’Istituto Scilla.
Disarmata nel 1965 e sostituita dalla
M/n Giorgio Cini.
Negli anni ‘70 ritornata alla Francia
grazie all’interessamento di alcune
persone colte e di buon gusto che con
il finanziamento di casse di risparmio
francesi avevano deciso di riportare in
patria le belle navi ivi costruite.
Nuovamente trasformata, modernizzati i motori, sostituite le vele auriche
con le vele quadre sull’albero di
maestra ed adibita con il nome di
Belem a nave scuola della marina
militare francese.
Di base a Nantes, durante i mesi estivi
offre crociere a chi desidera
perfezionarsi o sperimentare il magico
mondo della vela.
N/s Belem in un acquerello
di Giorgio Capellano
A BORDO DELLA N/S GIORGIO CINI
I
nizi di luglio 1955, arriva la lettera
dall’istituto Leon Pancaldo con la
notizia che posso imbarcare a La
Spezia per una crociera di un mese
sulla N/s Giorgio Cini.
Tanto entusiasmo e qualche timore,
contatti con Lorenzo a Savona, anche
Lui della partita, per chiarire tutti i
dettagli e poi via, il 14 agosto in treno a
La Spezia.
Bellissima! Non ho mai visto nulla di
simile.
La mia unica esperienza di mare è il
gozzo dell’amico Celso, spiaggia dei
bianchi a Finale, e così all’arrivo in
banchina rimango senza parole.
Affronto la passerella con timore,
messi i piedi a bordo mi ritrovo
semibalbuziente, goffo, odo chiaramente il commento di colui che
ribattezzeremo poi il mitomane,
imbarcato qualche ora prima ed
allievo di un nautico del levante:
eccone un altro sceso dai monti.
Inizia cosi la mia, la nostra esperienza
su quella nave. Quel giorno sono sceso
alcune volte a guardarla dalla
banchina, prora, poppa: è veramente
bella, una linea gentile e filante, tre
alberi altissimi. Non ho mai visto
niente di simile.
Partenza, si assiste alla manovra senza
intralciare, si fanno le prime
conoscenze, i primi tentativi di
socializzazione e così scopri che,
almeno i primi giorni, esistono i clan,
gli allievi a gruppetti di quattro o
cinque a seconda del nautico di
appartenenza e che, ognuno
appartiene al nautico migliore d’Italia.
N/s Belem come si presenta
attualmente
VITA DI BORDO
C
i viene spiegato tutto, turni di
guardia: per noi di coperta
vedetta, timone e guardia; orari dei
pasti, rizzaggio delle amache nel
locale molto ampio che sarà la nostra
casa e, a seconda dell’ ora, dormitorio
ristorante, studio e sala di ritrovo.
Inizia la navigazione, mare calmo per
fortuna e prima esperienza con il cibo.
È veramente buono: colazione, panino
alle 10, pranzo, merenda e cena e poi,
per chi fa guardia di notte focaccia e
pizzette. Quasi tutti noi, abituati solo
alla cucina della mamma siamo
piacevolmente sorpresi, il mugugno
non esiste e poi, ammettiamolo
francamente: gli unici ristoranti che
conosciamo sono quelli delle stazioni
ferroviarie, non come avventori, ma li
vediamo tutti i giorni dal treno
andando e tornando da scuola. La
navigazione continua, i porti si
susseguono e noi, quando è possibile,
scappiamo a terra e camminiamo
avanti e indietro e ci incontriamo tutti:
siamo unici, felici e squattrinati. In
media abbiamo una macchina
fotografica ogni dieci ragazzi e,
quindi, le foto di allora sono molto
rare. In base alla mia esperienza dei
primi giorni a bordo, poi, mi rendo
conto che negli istituti nautici i figli di
papà non esistono o sono rarissimi. La
moneta corrente non è la lira ma il
desiderio di averne qualcuna.
Oltreoceano, negli USA sono i tempi
di Marilyn, di James Dean, della
gioventù bruciata: auto enormi e primi
sballi. Noi al contrario siamo la
gioventù della bici di seconda mano,
ma ci va bene così siamo sulla nave
più bella al mondo.
N/s Giorgio Cini a Porto
S. Stefano
VillaCambiaso
I porti si susseguono, e che porti: in
due crociere visitiamo Marina di
Campo rada, Porto S. Stefano,
Castellammare di Stabia, Tripoli,
Atene, Zelenika, Trieste e, per ultimo,
Venezia e poi treno per casa e ritorno a
scuola. Conosco giovani come me che
faranno il mio mestiere. Ricordo volti
e nomi e paesi di provenienza:
Cassano Spinola, Camogli, Viareggio,
Luco Mugello, Roma, Quartu S.
Elena, Minturno, Sciacca e tanti altri.
Il mio ricordo più bello però è quello
dei marinaretti del Scilla, giovani
poco più che bambini nelle loro divise
candide di marinaio, in confronto a noi
sembrano già professionisti del mare.
A bordo tutto fila liscio, nessun
problema fra noi, nessuna discussione. Ancora oggi mi chiedo chi fosse il
responsabile alla disciplina: non lo
abbiamo mai visto in azione.
Il Comandante Cap. Emerico S. è per
noi il meglio che si possa trovare. Alto,
magro, capelli bianchi, veneziano:
siamo tutti convinti che discenda da
qualche importante famiglia di Dogi.
Non lo vedi quasi mai, appare
all’improvviso, un sorriso ed una
battuta ironica e poi scompare. Il I
Ufficiale di Porto S. Stefano è sempre
calmo e rilassato; un gran paio di baffi
neri e la tipica aria dei toscani, ti
racconta qualsiasi storia e te la fa
sembrare vera.
A bordo abbiamo il Cappellano, per
noi è il parroco della nave e ci
accompagna a terra quando ci sono
gite organizzate. E poi abbiamo anche
il medico, mai visto all’opera per
fortuna. Il nostromo fisicamente
Anno XIII n°67 - Novembre 2012
sembra la fotocopia del Cte Emerico,
ci parla entusiasta della sua nave, della
manovra delle vele, di come si possa
stringere il vento sino a 70 gradi e poi,
vista la platea e certi sguardi cretini, si
stringe nelle spalle e torna alla sua
occupazione.
Ho notato da qualche giorno uno dei
nostri che gira con un quadernetto
tascabile e prende appunti continuamente, nessuno sa cosa contenga la
sua agenda. Una sera si sente un
fragore di risate salire dai nostri
appartamenti, un ronzio seguito da un
Foto curiosa di Giorgio Capellano:
Caccia antisom in rada - Busan, Korea - Anno 1985
A.LP.
15
fragore, cosi per qualche tempo, a
ripetizione. Sono di vedetta ed il I
ufficiale mi manda a controllare gli
eventi. Il 2° cuoco, sosia di Serge
Reggiani, seduto ad un tavolo con il
quadernetto in mano che legge, il
mitomane di fronte a lui tutto rosso ed
una banda di scellerati che urla e
sghignazza dopo ogni frase.
Scopriamo cosi il tenore dei suoi
appunti: è tutto al di là di ogni
esagerazione e lui è al centro di tutti gli
eventi. È la sua unica colpa, oltre
quella di aver dimenticato la sua
agenda su di un tavolo. A bordo
abbiamo anche un intellettuale, uno di
noi. È imbarcato con sei o sette libri, li
offre ogni tanto in lettura ma non
sempre riesce a piazzarli. È molto
colto, si vede che quello è il suo
mondo e non capisco perché frequenti
un istituto nautico ma non glielo
chiedo. Ti ringrazio caro amico, grazie
a te ho conosciuto Saroyan e Pavese e
capito che un buon libro è cultura oltre
che un grande passatempo su di una
nave.
Vi ho narrato parte della mia
esperienza a bordo della Giorgio Cini.
Due crociere estive 1955 e 1956, in
entrambi i casi imbarcato adolescente
con il completo bianco immacolato e
sul petto la scritta Istituto Nautico
Savona e sbarcato con una esperienza
in più ed il completo divenuto grigio
chiaro. Mi capita a volte di pensare al
nostro mecenate il Conte Vittorio
Cini: un grand’uomo.